Sintesi del terzo rapporto – Anno 2017
1Il Rapporto è diviso in quattro macro Sezioni: A), B), C) e D).
La Sezione A), dopo una preliminare contestualizzazione nel più ampio quadro di evoluzione delle politiche sanitarie (caratterizzate negli ultimi anni da una contrazione delle risorse disponibili) e socio-‐sanitarie (per le quali si segnalano alcune interessanti novità, come, ad esempio, l’approvazione dei provvedimenti attuativi della legge sul cd. “dopo di noi” -‐ L. 112/2016 -‐ e della legge di riforma del Terzo settore), ripercorre il percorso dell'Italia sulle malattie rare, sia a livello nazionale che regionale, mettendolo anche a confronto con la realtà europea. Da rilevare, in particolare, l’intervenuta approvazione del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 12 gennaio 2017 “Definizione e aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, di cui all'articolo 1, comma 7, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502” pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 18 marzo 2017, che, fra gli aspetti più rilevanti per le persone con malattia rara, innova i nomenclatori dell’assistenza protesica (art. 17), dispone l’inserimento nei LEA dello screening neonatale esteso per le malattie metaboliche ereditarie (art. 38 comma 2) e prevede l’aggiornamento dell’elenco delle malattie rare (art. 52 e allegato 7). Le norme finali e transitorie prevedono che entro metà settembre 2017 le Regioni e le PPAA adeguino i registri regionali delle malattie rare e le reti regionali per le malattie rare con l’individuazione dei relativi presidi.
Nella Sezione B) si presenta la situazione italiana nel contesto europeo, utilizzando come elementi di riferimento gli indicatori definiti dalla “Raccomandazione EUCERD sugli indicatori chiave per i Piani/le Strategie Nazionali per le Malattie Rare” del giugno 2013”, dei quali vengono illustrati i valori per gli oltre 20 Paesi per i quali sono stati resi disponibili i draft reports “State of the Art for Rare Diseases – Activities in EU Member States and Other European Countries” prodotti per ciascun Paese nell’ambito della Joint Action sulle malattie rare “RD-‐Action”. Si confermano quali punti di forza del sistema italiano, anche se spesso caratterizzati da evidenti disomogeneità territoriali soprattutto sul versante assistenziale:
• il modello organizzativo delle reti regionali delle malattie rare, in accordo con la policy nazionale, e l’eccellenza di diversi centri di competenza confermata anche dai dati sulla partecipazione agli European Reference Network;
• il sistema di sorveglianza e monitoraggio implementato su base regionale/interregionale e nazionale;
• l’esistenza di più help-‐line istituzionali di riferimento per le malattie rare;
• il buon posizionamento del sistema italiano sul fronte della ricerca, pur in assenza di finanziamenti o di programmi di ricerca specificatamente dedicati alle malattie rare;
• l’accessibilità del farmaco anche attraverso i diversi percorsi definiti nel tempo.
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