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Academic year: 2022

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Ministero della Salute

Moria di delfini nel Tirreno

Da inizio anno, ad oggi, si sono registrati oltre 70 spiaggiamenti di esemplari di stenella striata (Stenella coeruleoalba) lungo le coste del Mar Tirreno, con prevalenza numerica in Toscana, Lazio, Calabria, Sicilia e Campania.

Grazie alla collaborazione avviata tra il Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare ed il Ministero della Salute, l’intercorrente emergenza è affrontata con una metodologia che vede per la prima volta in Italia, il concretizzarsi di un approccio sinergico di competenze ambientali e sanitarie volte a definire il quadro completo dei fenomeni di spiaggiamento.

Fonte IZS Lazio e Toscana Spiaggiamenti al 6.3.2013 – solo stenelle –

Banca Dati Spiaggiamenti

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Tale approccio ha comportato l’avvio di una proficua collaborazione fra le diverse e necessarie competenze tecniche e scientifiche chiamate ad esprimersi nell’ambito multidisciplinare costituito da tali fenomeni, fra queste si annoverano: i Servizi Veterinari, gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali, le ARPA e le Università di Padova, Pavia, Teramo, Siena, Pisa ed il Museo di Storia Naturale di Milano.

La Direzione Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari è impegnata nelle attività di collaborazione con il Ministero dell’Ambiente per facilitare l’inquadramento istituzionale dei ruoli e compiti di tutte le parti attive, con l’obiettivo di rendere operativa sull’intero territorio la RETE NAZIONALE SPIAGGIAMENTI MAMMIFERI MARINI.

Allo stato attuale è possibile identificare le attività sinora espletate come avvio sperimentale di questa Rete, con risultati più che promettenti, come confermato dalle parziali ma significative considerazioni cui si è giunti, ad un mese soltanto dal conclamarsi della presente anomalia, grazie alla disamina dei dati finora accertati, allo scambio di opinioni e alle valutazioni interdisciplinari effettuate.

La raccolta dei dati è stata effettuata in larga parte grazie al lavoro degli II.ZZ.SS. (Istituti Zooprofilattici Sperimentali) coordinati dall’IZS del Piemonte Liguria e Valle d’Aosta, i quali, ognuno nel proprio territorio competente, sono intervenuti per effettuare le indagini post-mortem su 60 animali (78% del totale spiaggiati), laddove le condizioni di conservazione delle carcasse rinvenute lo hanno consentito.

L’ingente lavoro finora svolto e soprattutto la valutazione delle prime analisi hanno permesso di acquisire preziose indicazioni sulle modalità di prosecuzione delle indagini volte ad individuare la causa che spieghi l’anomalo fenomeno degli spiaggiamenti.

Gli esami di laboratorio attualmente conseguiti evidenziano infatti che, circa il 50% dei soggetti al momento esaminati (12 su 24 testati) è risultato infetto da Dolphin Morbillivirus, un agente virale responsabile di due gravi epidemie in passato nel Mediterraneo (1990/1992 e 2006/2008) e di altri episodi analoghi nel resto del mondo. E’ stata inoltre descritta la sua capacità di infettare altre specie di mammiferi acquatici. Sono in corso studi microscopici e di caratterizzazione del virus volti a definirne l’effettivo ruolo patogeno.

Inoltre, su circa il 60% dei soggetti al momento esaminati (20 su 32 testati) è stato isolato anche il batterio Photobacterium damselae subsp. damselae, responsabile di sindromi emolitiche ed emorragiche. Il ruolo di questo agente nell’anomalia in corso rimane tuttavia ancora da comprendere, in quanto è descritto generalmente come un patogeno opportunista.

In generale, tutti gli animali si sono presentati fortemente parassitati, indice di un quadro

immunitario significativamente compromesso. Tra le possibili ragioni, oltre al ruolo del

Morbillivirus o di altri agenti biologici, è in corso di valutazione analitica anche quello di agenti

inquinanti organici che si accumulano nei tessuti dei cetacei e che possono alterarne la risposta

immunitaria.

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Si tende comunque ad escludere il verificarsi di un episodio di tossicità acuta dovuta ad incidenti di origine antropica, in quanto tali eventi avrebbero visto il coinvolgimento di più specie, non solo mammiferi e non essenzialmente stenelle, contemporaneamente e con tempi ridotti.

Per meglio comprendere la natura di questo evento di mortalità anomala, dovranno essere

completate le intercorrenti analisi, si ritiene nell’arco di un mese, e confrontarne gli esiti con quelli

di altri studi, in particolare le indagini genetiche per lo studio di popolazione e quelli relativi ai

fattori meteo-marini.

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