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Analisi Matematica 2

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Academic year: 2021

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(1)

Analisi Matematica 2

Derivabilit`a parziale per funzioni di due variabili

(2)

Definizione di derivata parziale prima

Sia D un insieme aperto di R2 e f (x , y ) definita in D. Consideriamo il punto (x0, y0) ∈ D e un suo intorno Bδ(x0, y0) ⊂ D. Consideriamo il punto (x0+ h, y0) ∈ D, h ∈ R. Costruiamo il rapporto incrementale

f (x0+ h, y0) − f (x0, y0)

h .

Definizione di Derivata parziale rispetto a x. Se esiste finito il

lim

h→0

f (x0+ h, y0) − f (x0, y0)

h = fx(x0, y0), definiamo la funzione derivabile rispetto a x in (x0, y0).

Una funzione ´e derivabile rispetto a x in D se ´e derivabile rispetto a x in tutti i punti di D.

Derivabilit`a parziale per funzioni di due variabiliCCS Ingegneria Meccanica e Ingegneria Chimica 2 / 16

(3)

Definizione di derivata parziale prima

Sia D un insieme aperto di R2 e f (x , y ) definita in D. Consideriamo il punto (x0, y0) ∈ D e un suo intorno Bδ(x0, y0) ⊂ D. Consideriamo il punto (x0+ h, y0) ∈ D, h ∈ R. Costruiamo il rapporto incrementale

f (x0+ h, y0) − f (x0, y0)

h .

Definizione di Derivata parziale rispetto a x.

Se esiste finito il

h→0lim

f (x0+ h, y0) − f (x0, y0)

h = fx(x0, y0), definiamo la funzione derivabile rispetto a x in (x0, y0).

Una funzione ´e derivabile rispetto a x in D se ´e derivabile rispetto a x in tutti i punti di D.

(4)

Definizione di derivata parziale prima

Sia D un insieme aperto di R2 e f (x , y ) definita in D. Consideriamo il punto (x0, y0) ∈ D e un suo intorno Bδ(x0, y0) ⊂ D. Consideriamo il punto (x0+ h, y0) ∈ D, h ∈ R. Costruiamo il rapporto incrementale

f (x0+ h, y0) − f (x0, y0)

h .

Definizione di Derivata parziale rispetto a x.

Se esiste finito il

h→0lim

f (x0+ h, y0) − f (x0, y0)

h = fx(x0, y0), definiamo la funzione derivabile rispetto a x in (x0, y0).

Una funzione ´e derivabile rispetto a x in D se ´e derivabile rispetto a x in tutti i punti di D.

Derivabilit`a parziale per funzioni di due variabiliCCS Ingegneria Meccanica e Ingegneria Chimica 2 / 16

(5)

Definizione di derivata parziale prima

Consideriamo ora il punto (x0, y0+ k) ∈ D, k ∈ R. Costruiamo il rapporto incrementale

f (x0, y0+ k) − f (x0, y0)

k .

Definizione di Derivata parziale rispetto a y. Se esiste finito il

k→0lim

f (x0, y0+ k) − f (x0, y0)

k = fy(x0, y0), definiamo la funzione derivabile rispetto a y in (x0, y0). Si usano anche i simboli

∂f

∂x(x0, y0), ∂f

∂y(x0, y0).

Si estendono le regole di derivazione sia per le operazioni che per le funzioni elementari e composte.

(6)

Definizione di derivata parziale prima

Consideriamo ora il punto (x0, y0+ k) ∈ D, k ∈ R. Costruiamo il rapporto incrementale

f (x0, y0+ k) − f (x0, y0)

k .

Definizione di Derivata parziale rispetto a y.

Se esiste finito il

k→0lim

f (x0, y0+ k) − f (x0, y0)

k = fy(x0, y0), definiamo la funzione derivabile rispetto a y in (x0, y0).

Si usano anche i simboli

∂f

∂x(x0, y0), ∂f

∂y(x0, y0).

Si estendono le regole di derivazione sia per le operazioni che per le funzioni elementari e composte.

Derivabilit`a parziale per funzioni di due variabiliCCS Ingegneria Meccanica e Ingegneria Chimica 3 / 16

(7)

Definizione di derivata parziale prima

Consideriamo ora il punto (x0, y0+ k) ∈ D, k ∈ R. Costruiamo il rapporto incrementale

f (x0, y0+ k) − f (x0, y0)

k .

Definizione di Derivata parziale rispetto a y.

Se esiste finito il

k→0lim

f (x0, y0+ k) − f (x0, y0)

k = fy(x0, y0), definiamo la funzione derivabile rispetto a y in (x0, y0).

Si usano anche i simboli

∂f

∂x(x0, y0), ∂f

∂y(x0, y0).

Si estendono le regole di derivazione sia per le operazioni che per le funzioni elementari e composte.

(8)

Esercizio

Calcolare fx(4, 1) con f (x , y ) = log (x − y2)

fx(4, 1) = lim

h→0

ln(3 + h) − ln3

h = lim

h→0

ln(1 +h3)

h = 1

3 (si ´e utilizzato il limite notevole: lim

t→0

ln(1 + t)

t = 1,(?) ) Oppure:

fx(4, 1) = lim

x →4

ln(x − 1) − log (3)

x − 4 = lim

x →4

1 3

lnx −13

x −4 3

=

x →4lim 1 3

ln(1 +x −43 )

x −4 3

= 1 3, dove e’ stato utilizzato il limite notevole (?)

Derivabilit`a parziale per funzioni di due variabiliCCS Ingegneria Meccanica e Ingegneria Chimica 4 / 16

(9)

Significato geometrico della derivata parziale prima

∂f

∂x(x0, y0) ´e il coefficiente angolare della retta tangente al grafico di f nel punto P = (x0, y0, f (x0, y0)) che giace sul piano y = y0, analogamente

∂f

∂y(x0, y0) ´e il coefficiente angolare della retta tangente al grafico di f nel punto P = (x0, y0, f (x0, y0)) che giace sul piano x = x0

Indichiamo con ∇f = (fx, fy), che chiamiamo gradiente di f , il vettore di componenti le derivate parziali prime (rispetto alle

direzioni degli assi x e y ).

(10)

Significato geometrico della derivata parziale prima

∂f

∂x(x0, y0) ´e il coefficiente angolare della retta tangente al grafico di f nel punto P = (x0, y0, f (x0, y0)) che giace sul piano y = y0, analogamente

∂f

∂y(x0, y0) ´e il coefficiente angolare della retta tangente al grafico di f nel punto P = (x0, y0, f (x0, y0)) che giace sul piano x = x0

Indichiamo con ∇f = (fx, fy), che chiamiamo gradiente di f , il vettore di componenti le derivate parziali prime (rispetto alle

direzioni degli assi x e y ).

Derivabilit`a parziale per funzioni di due variabiliCCS Ingegneria Meccanica e Ingegneria Chimica 5 / 16

(11)

Si dimostra

che se non ´e nullo, il vettore gradiente ∇f = (fx, fy), (con f differenziabile) indica la direzione di masssima pendenza di f .

Esempio

Si consideri la funzione:

f (x , y ) = x + 2y , (x , y ) ∈ R2

si ha:

fx = 1, fy = 2, costanti su R2

∇f = (1, 2),

ed esprime la direzione e il verso nel piano di base x ,y in cui conviene muoversi per ottenere il massimo incremento della funzione f (a parit´a di percorso nel piano x , y ).

(12)

Si dimostra

che se non ´e nullo, il vettore gradiente ∇f = (fx, fy), (con f differenziabile) indica la direzione di masssima pendenza di f .

Esempio

Si consideri la funzione:

f (x , y ) = x + 2y , (x , y ) ∈ R2 si ha:

fx = 1, fy = 2, costanti su R2

∇f = (1, 2),

ed esprime la direzione e il verso nel piano di base x ,y in cui conviene muoversi per ottenere il massimo incremento della funzione f (a parit´a di percorso nel piano x , y ).

Derivabilit`a parziale per funzioni di due variabiliCCS Ingegneria Meccanica e Ingegneria Chimica 6 / 16

(13)

Si dimostra

che se non ´e nullo, il vettore gradiente ∇f = (fx, fy), (con f differenziabile) indica la direzione di masssima pendenza di f .

Esempio

Si consideri la funzione:

f (x , y ) = x + 2y , (x , y ) ∈ R2 si ha:

fx = 1, fy = 2, costanti su R2

∇f = (1, 2),

ed esprime la direzione e il verso nel piano di base x ,y in cui conviene muoversi per ottenere il massimo incremento della funzione f (a parit´a di percorso nel piano x , y ).

(14)

Esercizi

Calcolare le derivate parziali prime delle funzioni:

1) f (x , y ) = x3y2+ x2+ y2, 2) g (x , y ) = sin(x2y ).

Svolgimento

1) fx = 3x2y2+ 2x , fy = 2x3y + 2y , 2) gx = 2xy cos(x2y ), gy = x2cos(x2y ).

Derivabilit`a parziale per funzioni di due variabiliCCS Ingegneria Meccanica e Ingegneria Chimica 7 / 16

(15)

Esercizi

Calcolare le derivate parziali prime delle funzioni:

1) f (x , y ) = x3y2+ x2+ y2, 2) g (x , y ) = sin(x2y ).

Svolgimento

1) fx = 3x2y2+ 2x , fy = 2x3y + 2y , 2) gx = 2xy cos(x2y ), gy = x2cos(x2y ).

(16)

Esercizi

Calcolare le derivate parziali prime delle funzioni:

1) f (x , y ) = x3y2+ x2+ y2, 2) g (x , y ) = sin(x2y ).

Svolgimento

1) fx = 3x2y2+ 2x , fy = 2x3y + 2y ,

2) gx = 2xy cos(x2y ), gy = x2cos(x2y ).

Derivabilit`a parziale per funzioni di due variabiliCCS Ingegneria Meccanica e Ingegneria Chimica 7 / 16

(17)

Esercizi

Calcolare le derivate parziali prime delle funzioni:

1) f (x , y ) = x3y2+ x2+ y2, 2) g (x , y ) = sin(x2y ).

Svolgimento

1) fx = 3x2y2+ 2x , fy = 2x3y + 2y , 2) gx = 2xy cos(x2y ), gy = x2cos(x2y ).

(18)

La derivabilit´a di una funzione f (x , y ) in un punto, non implica la continuit´a di f in tale punto.

Esempio

Verificare che f (x , y ) = x2xy+y2, (x , y ) ∈ R2, f (0, 0) = 0 a)non ´e continua in (0, 0),

b) ´e derivabile in (0, 0). Si ha

a) : lim

(x ,y )→(0,0)

xy

x2+ y2 = lim

ρ→0

ρ2cos θ sin θ

ρ2 = cos θ sin θ =6 ∃ (dipende da θ) b) : fx(0, 0) = lim

h→0

0 h = 0, analogamente si ottiene fy(0, 0) = 0.

f ´e derivabile in (0, 0)con fx(0, 0) = fy(0, 0) = 0, ma non ´e continua in tale punto.

si poteva ottenere lo stesso risultato osservando che

f (x , 0) = 0, f (0, y ) = 0 cio´e f ´e costante lungo gli assi coordinati, si ha allora fx(0, 0) = fy(0, 0) = 0.

La generalizzazione della condizione sufficiente per la continuit´a di una funzione in una variabile f (x ), in R2 ´e data dalla differenziabilit´a della f (x , y ).

f (x , y ) differenziabile in (x0, y0) ⇒ f (x , y ) continua in (x0, y0)

Derivabilit`a parziale per funzioni di due variabiliCCS Ingegneria Meccanica e Ingegneria Chimica 8 / 16

(19)

La derivabilit´a di una funzione f (x , y ) in un punto, non implica la continuit´a di f in tale punto.

Esempio

Verificare che f (x , y ) = x2xy+y2, (x , y ) ∈ R2, f (0, 0) = 0 a)non ´e continua in (0, 0),

b) ´e derivabile in (0, 0).

Si ha a) : lim

(x ,y )→(0,0)

xy

x2+ y2 = lim

ρ→0

ρ2cos θ sin θ

ρ2 = cos θ sin θ =6 ∃ (dipende da θ) b) : fx(0, 0) = lim

h→0

0 h = 0, analogamente si ottiene fy(0, 0) = 0.

f ´e derivabile in (0, 0)con fx(0, 0) = fy(0, 0) = 0, ma non ´e continua in tale punto.

si poteva ottenere lo stesso risultato osservando che

f (x , 0) = 0, f (0, y ) = 0 cio´e f ´e costante lungo gli assi coordinati, si ha allora fx(0, 0) = fy(0, 0) = 0.

La generalizzazione della condizione sufficiente per la continuit´a di una funzione in una variabile f (x ), in R2 ´e data dalla differenziabilit´a della f (x , y ).

f (x , y ) differenziabile in (x0, y0) ⇒ f (x , y ) continua in (x0, y0)

(20)

La derivabilit´a di una funzione f (x , y ) in un punto, non implica la continuit´a di f in tale punto.

Esempio

Verificare che f (x , y ) = x2xy+y2, (x , y ) ∈ R2, f (0, 0) = 0 a)non ´e continua in (0, 0),

b) ´e derivabile in (0, 0).

Si ha a) : lim

(x ,y )→(0,0)

xy

x2+ y2 = lim

ρ→0

ρ2cos θ sin θ

ρ2 = cos θ sin θ =6 ∃ (dipende da θ)

b) : fx(0, 0) = lim

h→0

0 h = 0, analogamente si ottiene fy(0, 0) = 0.

f ´e derivabile in (0, 0)con fx(0, 0) = fy(0, 0) = 0, ma non ´e continua in tale punto.

si poteva ottenere lo stesso risultato osservando che

f (x , 0) = 0, f (0, y ) = 0 cio´e f ´e costante lungo gli assi coordinati, si ha allora fx(0, 0) = fy(0, 0) = 0.

La generalizzazione della condizione sufficiente per la continuit´a di una funzione in una variabile f (x ), in R2 ´e data dalla differenziabilit´a della f (x , y ).

f (x , y ) differenziabile in (x0, y0) ⇒ f (x , y ) continua in (x0, y0)

Derivabilit`a parziale per funzioni di due variabiliCCS Ingegneria Meccanica e Ingegneria Chimica 8 / 16

(21)

La derivabilit´a di una funzione f (x , y ) in un punto, non implica la continuit´a di f in tale punto.

Esempio

Verificare che f (x , y ) = x2xy+y2, (x , y ) ∈ R2, f (0, 0) = 0 a)non ´e continua in (0, 0),

b) ´e derivabile in (0, 0).

Si ha a) : lim

(x ,y )→(0,0)

xy

x2+ y2 = lim

ρ→0

ρ2cos θ sin θ

ρ2 = cos θ sin θ =6 ∃ (dipende da θ) b) : fx(0, 0) = lim

h→0

0 h = 0, analogamente si ottiene fy(0, 0) = 0.

f ´e derivabile in (0, 0)con fx(0, 0) = fy(0, 0) = 0, ma non ´e continua in tale punto.

si poteva ottenere lo stesso risultato osservando che

f (x , 0) = 0, f (0, y ) = 0 cio´e f ´e costante lungo gli assi coordinati, si ha allora fx(0, 0) = fy(0, 0) = 0.

La generalizzazione della condizione sufficiente per la continuit´a di una funzione in una variabile f (x ), in R2 ´e data dalla differenziabilit´a della f (x , y ).

f (x , y ) differenziabile in (x0, y0) ⇒ f (x , y ) continua in (x0, y0)

(22)

La derivabilit´a di una funzione f (x , y ) in un punto, non implica la continuit´a di f in tale punto.

Esempio

Verificare che f (x , y ) = x2xy+y2, (x , y ) ∈ R2, f (0, 0) = 0 a)non ´e continua in (0, 0),

b) ´e derivabile in (0, 0).

Si ha a) : lim

(x ,y )→(0,0)

xy

x2+ y2 = lim

ρ→0

ρ2cos θ sin θ

ρ2 = cos θ sin θ =6 ∃ (dipende da θ) b) : fx(0, 0) = lim

h→0

0 h = 0, analogamente si ottiene fy(0, 0) = 0.

f ´e derivabile in (0, 0)con fx(0, 0) = fy(0, 0) = 0, ma non ´e continua in tale punto.

si poteva ottenere lo stesso risultato osservando che

f (x , 0) = 0, f (0, y ) = 0 cio´e f ´e costante lungo gli assi coordinati, si ha allora fx(0, 0) = fy(0, 0) = 0.

La generalizzazione della condizione sufficiente per la continuit´a di una funzione in una variabile f (x ), in R2 ´e data dalla differenziabilit´a della f (x , y ).

f (x , y ) differenziabile in (x0, y0) ⇒ f (x , y ) continua in (x0, y0)

Derivabilit`a parziale per funzioni di due variabiliCCS Ingegneria Meccanica e Ingegneria Chimica 8 / 16

(23)

La derivabilit´a di una funzione f (x , y ) in un punto, non implica la continuit´a di f in tale punto.

Esempio

Verificare che f (x , y ) = x2xy+y2, (x , y ) ∈ R2, f (0, 0) = 0 a)non ´e continua in (0, 0),

b) ´e derivabile in (0, 0).

Si ha a) : lim

(x ,y )→(0,0)

xy

x2+ y2 = lim

ρ→0

ρ2cos θ sin θ

ρ2 = cos θ sin θ =6 ∃ (dipende da θ) b) : fx(0, 0) = lim

h→0

0 h = 0, analogamente si ottiene fy(0, 0) = 0.

f ´e derivabile in (0, 0)con fx(0, 0) = fy(0, 0) = 0, ma non ´e continua in tale punto.

si poteva ottenere lo stesso risultato osservando che

f (x , 0) = 0, f (0, y ) = 0 cio´e f ´e costante lungo gli assi coordinati, si ha allora fx(0, 0) = fy(0, 0) = 0.

La generalizzazione della condizione sufficiente per la continuit´a di una funzione in una variabile f (x ), in R2 ´e data dalla differenziabilit´a della f (x , y ).

Derivabilit`a parziale per funzioni di due variabiliCCS Ingegneria Meccanica e Ingegneria Chimica 8 / 16

(24)

Esercizi

Stabilire se le funzioni ammettono derivate parziali nei punti (0, 0), (0, 1), (1, 0), (1, 1)

1) f (x , y ) =p

x2+ y2, 2) g (x , y ) = |xy |,

3) u(x , y ) = |x − y |(x + y ).

Svolgimento Si ha

1) fx(0, 0) = lim

h→0

f (h, 0) − f (0, 0)

h = lim

h→0

|h|

h =6 ∃, fy(0, 0) =6 ∃ fx(0, 1) = lim

h→0

h2+ 1 − 1

h = 0

fy(0, 1) = lim

k→0

p(k + 1)2− 1

k = lim

k→0

|1 + k| − 1

k = lim

k→0

k k = 1 fx(1, 0) = 1, fy(1, 0) = 0.

fx(1, 1) = lim

h→0

p(1 + h)2+ 1 −√ 2

h = · · · = 1

√2, fy(1, 1) = 1

√2

Derivabilit`a parziale per funzioni di due variabiliCCS Ingegneria Meccanica e Ingegneria Chimica 9 / 16

(25)

Esercizi

Stabilire se le funzioni ammettono derivate parziali nei punti (0, 0), (0, 1), (1, 0), (1, 1)

1) f (x , y ) =p

x2+ y2, 2) g (x , y ) = |xy |,

3) u(x , y ) = |x − y |(x + y ).

Svolgimento Si ha

1) fx(0, 0) = lim

h→0

f (h, 0) − f (0, 0)

h = lim

h→0

|h|

h =6 ∃, fy(0, 0) =6 ∃

fx(0, 1) = lim

h→0

h2+ 1 − 1

h = 0

fy(0, 1) = lim

k→0

p(k + 1)2− 1

k = lim

k→0

|1 + k| − 1

k = lim

k→0

k k = 1 fx(1, 0) = 1, fy(1, 0) = 0.

fx(1, 1) = lim

h→0

p(1 + h)2+ 1 −√ 2

h = · · · = 1

√2, fy(1, 1) = 1

√2

(26)

Esercizi

Stabilire se le funzioni ammettono derivate parziali nei punti (0, 0), (0, 1), (1, 0), (1, 1)

1) f (x , y ) =p

x2+ y2, 2) g (x , y ) = |xy |,

3) u(x , y ) = |x − y |(x + y ).

Svolgimento Si ha

1) fx(0, 0) = lim

h→0

f (h, 0) − f (0, 0)

h = lim

h→0

|h|

h =6 ∃, fy(0, 0) =6 ∃ fx(0, 1) = lim

h→0

h2+ 1 − 1

h = 0

fy(0, 1) = lim

k→0

p(k + 1)2− 1

k = lim

k→0

|1 + k| − 1

k = lim

k→0

k k = 1 fx(1, 0) = 1, fy(1, 0) = 0.

fx(1, 1) = lim

h→0

p(1 + h)2+ 1 −√ 2

h = · · · = 1

√2, fy(1, 1) = 1

√2

Derivabilit`a parziale per funzioni di due variabiliCCS Ingegneria Meccanica e Ingegneria Chimica 9 / 16

(27)

Esercizi

Stabilire se le funzioni ammettono derivate parziali nei punti (0, 0), (0, 1), (1, 0), (1, 1)

1) f (x , y ) =p

x2+ y2, 2) g (x , y ) = |xy |,

3) u(x , y ) = |x − y |(x + y ).

Svolgimento Si ha

1) fx(0, 0) = lim

h→0

f (h, 0) − f (0, 0)

h = lim

h→0

|h|

h =6 ∃, fy(0, 0) =6 ∃ fx(0, 1) = lim

h→0

h2+ 1 − 1

h = 0

fy(0, 1) = lim

k→0

p(k + 1)2− 1

k = lim

k→0

|1 + k| − 1

k = lim

k→0

k k = 1

fx(1, 0) = 1, fy(1, 0) = 0. fx(1, 1) = lim

h→0

p(1 + h)2+ 1 −√ 2

h = · · · = 1

√2, fy(1, 1) = 1

√2

(28)

Esercizi

Stabilire se le funzioni ammettono derivate parziali nei punti (0, 0), (0, 1), (1, 0), (1, 1)

1) f (x , y ) =p

x2+ y2, 2) g (x , y ) = |xy |,

3) u(x , y ) = |x − y |(x + y ).

Svolgimento Si ha

1) fx(0, 0) = lim

h→0

f (h, 0) − f (0, 0)

h = lim

h→0

|h|

h =6 ∃, fy(0, 0) =6 ∃ fx(0, 1) = lim

h→0

h2+ 1 − 1

h = 0

fy(0, 1) = lim

k→0

p(k + 1)2− 1

k = lim

k→0

|1 + k| − 1

k = lim

k→0

k k = 1 fx(1, 0) = 1, fy(1, 0) = 0.

fx(1, 1) = lim

h→0

p(1 + h)2+ 1 −√ 2

h = · · · = 1

√2, fy(1, 1) = 1

√2

Derivabilit`a parziale per funzioni di due variabiliCCS Ingegneria Meccanica e Ingegneria Chimica 9 / 16

(29)

Esercizi

Stabilire se le funzioni ammettono derivate parziali nei punti (0, 0), (0, 1), (1, 0), (1, 1)

1) f (x , y ) =p

x2+ y2, 2) g (x , y ) = |xy |,

3) u(x , y ) = |x − y |(x + y ).

Svolgimento Si ha

1) fx(0, 0) = lim

h→0

f (h, 0) − f (0, 0)

h = lim

h→0

|h|

h =6 ∃, fy(0, 0) =6 ∃ fx(0, 1) = lim

h→0

h2+ 1 − 1

h = 0

fy(0, 1) = lim

k→0

p(k + 1)2− 1

k = lim

k→0

|1 + k| − 1

k = lim

k→0

k k = 1 fx(1, 0) = 1, fy(1, 0) = 0.

fx(1, 1) = lim

h→0

p(1 + h)2+ 1 −√ 2

h = · · · = 1

√2, fy(1, 1) = 1

√2

(30)

2) gx(0, 0) = lim

h→0

0

h = 0, gy(0, 0) = 0

gx(0, 1) = lim

h→0

|h|

h = @, gy(0, 1) = lim

k→0

0 k = 0 gx(1, 0) = lim

h→0

0

h = @, gy(1, 0) = lim

k→0

|k| k = @ gx(1, 1) = lim

h→0

|1 + h| − 1

h = 1, gy(1, 1) = 1 3) ux(0, 0) = lim

h→0

|h|h

h = 0, uy(0, 0) = 0 ux(0, 1) = limh→0|h−1|(h+1)−1

h = 0, uy(0, 1) = 0 ux(1, 0) = 2, uy(1, 0) = 0

ux(1, 1) = limh→0 |h|(2+h)

h = @, uy(1, 1) = @

Derivabilit`a parziale per funzioni di due variabiliCCS Ingegneria Meccanica e Ingegneria Chimica 10 / 16

(31)

2) gx(0, 0) = lim

h→0

0

h = 0, gy(0, 0) = 0 gx(0, 1) = lim

h→0

|h|

h = @, gy(0, 1) = lim

k→0

0 k = 0

gx(1, 0) = lim

h→0

0

h = @, gy(1, 0) = lim

k→0

|k| k = @ gx(1, 1) = lim

h→0

|1 + h| − 1

h = 1, gy(1, 1) = 1 3) ux(0, 0) = lim

h→0

|h|h

h = 0, uy(0, 0) = 0 ux(0, 1) = limh→0|h−1|(h+1)−1

h = 0, uy(0, 1) = 0 ux(1, 0) = 2, uy(1, 0) = 0

ux(1, 1) = limh→0 |h|(2+h)

h = @, uy(1, 1) = @

(32)

2) gx(0, 0) = lim

h→0

0

h = 0, gy(0, 0) = 0 gx(0, 1) = lim

h→0

|h|

h = @, gy(0, 1) = lim

k→0

0 k = 0 gx(1, 0) = lim

h→0

0

h = @, gy(1, 0) = lim

k→0

|k|

k = @

gx(1, 1) = lim

h→0

|1 + h| − 1

h = 1, gy(1, 1) = 1 3) ux(0, 0) = lim

h→0

|h|h

h = 0, uy(0, 0) = 0 ux(0, 1) = limh→0|h−1|(h+1)−1

h = 0, uy(0, 1) = 0 ux(1, 0) = 2, uy(1, 0) = 0

ux(1, 1) = limh→0 |h|(2+h)

h = @, uy(1, 1) = @

Derivabilit`a parziale per funzioni di due variabiliCCS Ingegneria Meccanica e Ingegneria Chimica 10 / 16

(33)

2) gx(0, 0) = lim

h→0

0

h = 0, gy(0, 0) = 0 gx(0, 1) = lim

h→0

|h|

h = @, gy(0, 1) = lim

k→0

0 k = 0 gx(1, 0) = lim

h→0

0

h = @, gy(1, 0) = lim

k→0

|k|

k = @ gx(1, 1) = lim

h→0

|1 + h| − 1

h = 1, gy(1, 1) = 1

3) ux(0, 0) = lim

h→0

|h|h

h = 0, uy(0, 0) = 0 ux(0, 1) = limh→0|h−1|(h+1)−1

h = 0, uy(0, 1) = 0 ux(1, 0) = 2, uy(1, 0) = 0

ux(1, 1) = limh→0 |h|(2+h)

h = @, uy(1, 1) = @

(34)

2) gx(0, 0) = lim

h→0

0

h = 0, gy(0, 0) = 0 gx(0, 1) = lim

h→0

|h|

h = @, gy(0, 1) = lim

k→0

0 k = 0 gx(1, 0) = lim

h→0

0

h = @, gy(1, 0) = lim

k→0

|k|

k = @ gx(1, 1) = lim

h→0

|1 + h| − 1

h = 1, gy(1, 1) = 1 3) ux(0, 0) = lim

h→0

|h|h

h = 0, uy(0, 0) = 0

ux(0, 1) = limh→0|h−1|(h+1)−1

h = 0, uy(0, 1) = 0 ux(1, 0) = 2, uy(1, 0) = 0

ux(1, 1) = limh→0 |h|(2+h)

h = @, uy(1, 1) = @

Derivabilit`a parziale per funzioni di due variabiliCCS Ingegneria Meccanica e Ingegneria Chimica 10 / 16

(35)

2) gx(0, 0) = lim

h→0

0

h = 0, gy(0, 0) = 0 gx(0, 1) = lim

h→0

|h|

h = @, gy(0, 1) = lim

k→0

0 k = 0 gx(1, 0) = lim

h→0

0

h = @, gy(1, 0) = lim

k→0

|k|

k = @ gx(1, 1) = lim

h→0

|1 + h| − 1

h = 1, gy(1, 1) = 1 3) ux(0, 0) = lim

h→0

|h|h

h = 0, uy(0, 0) = 0 ux(0, 1) = limh→0|h−1|(h+1)−1

h = 0, uy(0, 1) = 0

ux(1, 0) = 2, uy(1, 0) = 0 ux(1, 1) = limh→0 |h|(2+h)

h = @, uy(1, 1) = @

(36)

2) gx(0, 0) = lim

h→0

0

h = 0, gy(0, 0) = 0 gx(0, 1) = lim

h→0

|h|

h = @, gy(0, 1) = lim

k→0

0 k = 0 gx(1, 0) = lim

h→0

0

h = @, gy(1, 0) = lim

k→0

|k|

k = @ gx(1, 1) = lim

h→0

|1 + h| − 1

h = 1, gy(1, 1) = 1 3) ux(0, 0) = lim

h→0

|h|h

h = 0, uy(0, 0) = 0 ux(0, 1) = limh→0|h−1|(h+1)−1

h = 0, uy(0, 1) = 0 ux(1, 0) = 2, uy(1, 0) = 0

ux(1, 1) = limh→0 |h|(2+h)

h = @, uy(1, 1) = @

Derivabilit`a parziale per funzioni di due variabiliCCS Ingegneria Meccanica e Ingegneria Chimica 10 / 16

(37)

2) gx(0, 0) = lim

h→0

0

h = 0, gy(0, 0) = 0 gx(0, 1) = lim

h→0

|h|

h = @, gy(0, 1) = lim

k→0

0 k = 0 gx(1, 0) = lim

h→0

0

h = @, gy(1, 0) = lim

k→0

|k|

k = @ gx(1, 1) = lim

h→0

|1 + h| − 1

h = 1, gy(1, 1) = 1 3) ux(0, 0) = lim

h→0

|h|h

h = 0, uy(0, 0) = 0 ux(0, 1) = limh→0|h−1|(h+1)−1

h = 0, uy(0, 1) = 0 ux(1, 0) = 2, uy(1, 0) = 0

ux(1, 1) = limh→0 |h|(2+h)

h = @, uy(1, 1) = @

(38)

Definizione di derivata parziale seconda

Sia D un insieme aperto di R2 e f (x , y ) definita in D e ivi dotata di derivate parziale prime fx(x , y ), fy(x , y ). Se a loro volta le funzioni fx, fy

ammettono derivate parziali

∂xfx, ∂

∂yfx, ∂

∂xfy, ∂

∂yfy,

allora definiamo la funzione f derivabile due volte rispetto a x o rispetto a y in (x0, y0) e indicheremo (tralasciando l’indicazione del punto) con i simboli brevi

fxx, fxy, fyx, fyy oppure con i simboli

2f

∂x2, ∂2f

∂x ∂y, ∂2f

∂y ∂x, ∂2f

∂y2.

In particolare fxy, fyx sono dette derivate seconde miste, mentre fxx, fyy derivate seconde pure.

Derivabilit`a parziale per funzioni di due variabiliCCS Ingegneria Meccanica e Ingegneria Chimica 11 / 16

(39)

Definizione di derivata parziale seconda

Sia D un insieme aperto di R2 e f (x , y ) definita in D e ivi dotata di derivate parziale prime fx(x , y ), fy(x , y ). Se a loro volta le funzioni fx, fy

ammettono derivate parziali

∂xfx, ∂

∂yfx, ∂

∂xfy, ∂

∂yfy,

allora definiamo la funzione f derivabile due volte rispetto a x o rispetto a y in (x0, y0) e indicheremo (tralasciando l’indicazione del punto) con i simboli brevi

fxx, fxy, fyx, fyy oppure con i simboli

2f

∂x2, ∂2f

∂x ∂y, ∂2f

∂y ∂x, ∂2f

∂y2.

In particolare fxy, fyx sono dette derivate seconde miste, mentre fxx, fyy derivate seconde pure.

(40)

Definizione di derivata parziale seconda

Sia D un insieme aperto di R2 e f (x , y ) definita in D e ivi dotata di derivate parziale prime fx(x , y ), fy(x , y ). Se a loro volta le funzioni fx, fy

ammettono derivate parziali

∂xfx, ∂

∂yfx, ∂

∂xfy, ∂

∂yfy,

allora definiamo la funzione f derivabile due volte rispetto a x o rispetto a y in (x0, y0) e indicheremo (tralasciando l’indicazione del punto) con i simboli brevi

fxx, fxy, fyx, fyy

oppure con i simboli

2f

∂x2, ∂2f

∂x ∂y, ∂2f

∂y ∂x, ∂2f

∂y2.

In particolare fxy, fyx sono dette derivate seconde miste, mentre fxx, fyy derivate seconde pure.

Derivabilit`a parziale per funzioni di due variabiliCCS Ingegneria Meccanica e Ingegneria Chimica 11 / 16

(41)

Definizione di derivata parziale seconda

Sia D un insieme aperto di R2 e f (x , y ) definita in D e ivi dotata di derivate parziale prime fx(x , y ), fy(x , y ). Se a loro volta le funzioni fx, fy

ammettono derivate parziali

∂xfx, ∂

∂yfx, ∂

∂xfy, ∂

∂yfy,

allora definiamo la funzione f derivabile due volte rispetto a x o rispetto a y in (x0, y0) e indicheremo (tralasciando l’indicazione del punto) con i simboli brevi

fxx, fxy, fyx, fyy oppure con i simboli

2f

∂x2, ∂2f

∂x ∂y, ∂2f

∂y ∂x, ∂2f

∂y2.

In particolare fxy, fyx sono dette derivate seconde miste, mentre fxx, fyy derivate seconde pure.

(42)

Definizione di derivata parziale seconda

Sia D un insieme aperto di R2 e f (x , y ) definita in D e ivi dotata di derivate parziale prime fx(x , y ), fy(x , y ). Se a loro volta le funzioni fx, fy

ammettono derivate parziali

∂xfx, ∂

∂yfx, ∂

∂xfy, ∂

∂yfy,

allora definiamo la funzione f derivabile due volte rispetto a x o rispetto a y in (x0, y0) e indicheremo (tralasciando l’indicazione del punto) con i simboli brevi

fxx, fxy, fyx, fyy oppure con i simboli

2f

∂x2, ∂2f

∂x ∂y, ∂2f

∂y ∂x, ∂2f

∂y2.

In particolare fxy, fyx sono dettederivate seconde miste, mentre fxx, fyy derivate seconde pure.

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(43)

Esempio

Calcolare le derivate parziali seconde delle funzioni 1) f (x , y ) = cos(x2+ y2), in R2

2) g (x , y ) = xy in D = {(x , y ) ∈ R2 : x > 0}

Svolgimento

1) fx = −2x sin(x2+ y2), fy = −2y sin(x2+ y2), perci´o

fxx = −2 sin(x2+ y2) − 4x2cos(x2+ y2), fxy = −4xy cos(x2+ y2), fyy = −2 sin(x2+ y2) − 4y2cos(x2+ y2), fyx = −4xy sin(x2+ y2). 2) gx = yxy −1, gy = xylnx , perci´o

gxx = y (y − 1)xy −2, gxy = xy −1+ yxy −1lnx , gyy = xyln2x , gyx = yxy −1lnx + xy −1

(44)

Esempio

Calcolare le derivate parziali seconde delle funzioni 1) f (x , y ) = cos(x2+ y2), in R2

2) g (x , y ) = xy in D = {(x , y ) ∈ R2 : x > 0}

Svolgimento

1) fx = −2x sin(x2+ y2), fy = −2y sin(x2+ y2), perci´o

fxx = −2 sin(x2+ y2) − 4x2cos(x2+ y2), fxy = −4xy cos(x2+ y2), fyy = −2 sin(x2+ y2) − 4y2cos(x2+ y2), fyx = −4xy sin(x2+ y2).

2) gx = yxy −1, gy = xylnx , perci´o

gxx = y (y − 1)xy −2, gxy = xy −1+ yxy −1lnx , gyy = xyln2x , gyx = yxy −1lnx + xy −1

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(45)

Teorema di Schwarz

Teorema di Scwarz Sia f (x , y ) definita nell’aperto D e (x0, y0) ∈ D. Se esistono continue in (x0, y0) le derivate seconde di f , allora

fxy(x0, y0) = fyx(x0, y0).

Dimostrazione Sia (x , y ) il generico

punto di D con x 6= x0, y 6= y0 e siano (x , y0), (x0, y ) gli altri due punti che con (x0, y0) formano un rettangolo dentro D. Introduciamo le due funzioni:

F (x ) = f (x , y ) − f (x , y0), fissato y G (y ) = f (x , y ) − f (x0, y ), fissato x .

(46)

Teorema di Schwarz

Teorema di Scwarz Sia f (x , y ) definita nell’aperto D e (x0, y0) ∈ D. Se esistono continue in (x0, y0) le derivate seconde di f , allora

fxy(x0, y0) = fyx(x0, y0).

Dimostrazione Sia (x , y ) il generico

punto di D con x 6= x0, y 6= y0 e siano (x , y0), (x0, y ) gli altri due punti che con (x0, y0) formano un rettangolo dentro D.

Introduciamo le due funzioni: F (x ) = f (x , y ) − f (x , y0), fissato y G (y ) = f (x , y ) − f (x0, y ), fissato x .

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(47)

Teorema di Schwarz

Teorema di Scwarz Sia f (x , y ) definita nell’aperto D e (x0, y0) ∈ D. Se esistono continue in (x0, y0) le derivate seconde di f , allora

fxy(x0, y0) = fyx(x0, y0).

Dimostrazione Sia (x , y ) il generico

punto di D con x 6= x0, y 6= y0 e siano (x , y0), (x0, y ) gli altri due punti che con (x0, y0) formano un rettangolo dentro D.

Introduciamo le due funzioni:

F (x ) = f (x , y ) − f (x , y0), fissato y G (y ) = f (x , y ) − f (x0, y ), fissato x .

(48)

Dimostrazione del Teorema di Scwarz

Applichiamo ad F (x ) e G (y ) il Teorema di Lagrange per funzioni di una variabile.

In particolare per la F , nell’intervallo (x0, x ) esister´a un punto x1 tale che (1) F (x ) − F (x0) = F0(x1)(x − x0) = [fx(x1, y ) − fx(x1, y0)](x − x0). Per la G , nell’intervallo (y0, y ) esister´a un punto y1 tale che

(2) G (y ) − G (y0) = G0(y1)(y − y0) = [fy(x , y1) − fy(x0, y1)](y − y0). Riapplichiamo ora il Teorema di Lagrange nelle relazioni ottenute ( alla fx nella relazione (1); alla fy nella relazione (2))

Nella (1) si ha che esiste un y2 ∈ (y0, y ) tale che F (x ) − F (x0) = fxy(x1, y2) (x − x0) (y − y0).

Analogamente nella (2) si ha che esiste un x2 ∈ (x, x0): G (y ) − G (y0) = fyx(x2, y1) (x − x0) (y − y0).

Derivabilit`a parziale per funzioni di due variabiliCCS Ingegneria Meccanica e Ingegneria Chimica 14 / 16

(49)

Dimostrazione del Teorema di Scwarz

Applichiamo ad F (x ) e G (y ) il Teorema di Lagrange per funzioni di una variabile.

In particolare per la F , nell’intervallo (x0, x ) esister´a un punto x1 tale che (1) F (x ) − F (x0) = F0(x1)(x − x0) = [fx(x1, y ) − fx(x1, y0)](x − x0).

Per la G , nell’intervallo (y0, y ) esister´a un punto y1 tale che

(2) G (y ) − G (y0) = G0(y1)(y − y0) = [fy(x , y1) − fy(x0, y1)](y − y0). Riapplichiamo ora il Teorema di Lagrange nelle relazioni ottenute ( alla fx nella relazione (1); alla fy nella relazione (2))

Nella (1) si ha che esiste un y2 ∈ (y0, y ) tale che F (x ) − F (x0) = fxy(x1, y2) (x − x0) (y − y0).

Analogamente nella (2) si ha che esiste un x2 ∈ (x, x0): G (y ) − G (y0) = fyx(x2, y1) (x − x0) (y − y0).

(50)

Dimostrazione del Teorema di Scwarz

Applichiamo ad F (x ) e G (y ) il Teorema di Lagrange per funzioni di una variabile.

In particolare per la F , nell’intervallo (x0, x ) esister´a un punto x1 tale che (1) F (x ) − F (x0) = F0(x1)(x − x0) = [fx(x1, y ) − fx(x1, y0)](x − x0).

Per la G , nell’intervallo (y0, y ) esister´a un punto y1 tale che

(2) G (y ) − G (y0) = G0(y1)(y − y0) = [fy(x , y1) − fy(x0, y1)](y − y0).

Riapplichiamo ora il Teorema di Lagrange nelle relazioni ottenute ( alla fx nella relazione (1); alla fy nella relazione (2))

Nella (1) si ha che esiste un y2 ∈ (y0, y ) tale che F (x ) − F (x0) = fxy(x1, y2) (x − x0) (y − y0).

Analogamente nella (2) si ha che esiste un x2 ∈ (x, x0): G (y ) − G (y0) = fyx(x2, y1) (x − x0) (y − y0).

Derivabilit`a parziale per funzioni di due variabiliCCS Ingegneria Meccanica e Ingegneria Chimica 14 / 16

(51)

Dimostrazione del Teorema di Scwarz

Applichiamo ad F (x ) e G (y ) il Teorema di Lagrange per funzioni di una variabile.

In particolare per la F , nell’intervallo (x0, x ) esister´a un punto x1 tale che (1) F (x ) − F (x0) = F0(x1)(x − x0) = [fx(x1, y ) − fx(x1, y0)](x − x0).

Per la G , nell’intervallo (y0, y ) esister´a un punto y1 tale che

(2) G (y ) − G (y0) = G0(y1)(y − y0) = [fy(x , y1) − fy(x0, y1)](y − y0).

Riapplichiamo ora il Teorema di Lagrange nelle relazioni ottenute ( alla fx nella relazione (1); alla fy nella relazione (2))

Nella (1) si ha che esiste un y2 ∈ (y0, y ) tale che F (x ) − F (x0) = fxy(x1, y2) (x − x0) (y − y0).

Analogamente nella (2) si ha che esiste un x2 ∈ (x, x0): G (y ) − G (y0) = fyx(x2, y1) (x − x0) (y − y0).

(52)

Dimostrazione del Teorema di Scwarz

Applichiamo ad F (x ) e G (y ) il Teorema di Lagrange per funzioni di una variabile.

In particolare per la F , nell’intervallo (x0, x ) esister´a un punto x1 tale che (1) F (x ) − F (x0) = F0(x1)(x − x0) = [fx(x1, y ) − fx(x1, y0)](x − x0).

Per la G , nell’intervallo (y0, y ) esister´a un punto y1 tale che

(2) G (y ) − G (y0) = G0(y1)(y − y0) = [fy(x , y1) − fy(x0, y1)](y − y0).

Riapplichiamo ora il Teorema di Lagrange nelle relazioni ottenute ( alla fx nella relazione (1); alla fy nella relazione (2))

Nella (1) si ha che esiste un y2 ∈ (y0, y ) tale che F (x ) − F (x0) = fxy(x1, y2) (x − x0) (y − y0).

Analogamente nella (2) si ha che esiste un x2 ∈ (x, x0):

G (y ) − G (y0) = fyx(x2, y1) (x − x0) (y − y0).

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(53)

Da un calcolo diretto si ottiene F (x ) − F (x0) = G (y ) − G (y0)

e quindi fxy(x1, y2) = fyx(x2, y1).

Tenuto conto della continuit´a delle derivate seconde, se facciamo tendere (x , y ) → (x0, y0) si ha fxy(x0, y0) = fyx(x0, y0).

NOTA: Essendo x0 < x1, x2 < x , y0 < y1, y2 < y , al tendere di (x , y ) a (x0, x0), anche (x1, y2) e (x2, y1) tendono a (x0, y0).

(54)

Da un calcolo diretto si ottiene

F (x ) − F (x0) = G (y ) − G (y0) e quindi fxy(x1, y2) = fyx(x2, y1).

Tenuto conto della continuit´a delle derivate seconde, se facciamo tendere (x , y ) → (x0, y0) si ha fxy(x0, y0) = fyx(x0, y0).

NOTA: Essendo x0 < x1, x2 < x , y0 < y1, y2 < y , al tendere di (x , y ) a (x0, x0), anche (x1, y2) e (x2, y1) tendono a (x0, y0).

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(55)

Derivate parziali successive

Consideriamo la funzione fxx(x , y ), e sia D0 il suo dominio.

Se essa risulta derivabile rispetto a x o rispetto a y in (x0, y0), diremo che la f ammette derivate terze fxxx(x0, y0) e fxxy(x0, y0).

Analogamente a partire dalle altre derivate seconde, si definiscono le derivate parziali terze (es. fyyx, fyyy, etc).

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