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Lo schema “flipped classroom”, invece, consiste nel cominciare con lo studio individuale a casa

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Academic year: 2021

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UNA SPERIMENTAZIONE DIDATTICA: “THE FLIPPED CLASSROOM”, GENNAIO- MAGGIO 2015, CLASSE IV D, ITALIANO E LATINO

di Gracco Spaziani

“The flipped classroom” è una proposta didattica recente, di invenzione americana. Il concetto base consiste nel capovolgere l'ordine consueto di svolgimento del lavoro scolastico. L'abitudine tuttora più diffusa è quella di iniziare con la spiegazione frontale in classe, alla quale segue lo studio degli alunni a casa. Lo schema “flipped classroom”, invece, consiste nel cominciare con lo studio individuale a casa; segue la rielaborazione in classe con l'aiuto dell'insegnante.

Nella sua forma più completa e avanzata questa didattica comporta un uso frequente del computer per studiare a casa materiali che si trovano in Internet, consigliati dal docente o anche elaborati e messi in rete da lui stesso. Nel mio esperimento con la classe IV D non ho ritenuto opportuno fare questo, perché il libro di testo attualmente in uso è decisamente soddisfacente, chiaro e

sovrabbondante di proposte.

Un'altra differenza tra la mia sperimentazione e l'applicazione più integrale della “didattica capovolta” è che questa prevede di sostituire le verifiche periodiche con valutazioni date giorno per giorno sulle attività in classe. Anche questo mi sembrava prematuro: comporterebbe grosse novità nelle modalità di valutazione, a cui preferisco pensare in seguito, per verificarne sia l’attuabilità pratica sia la possibilità legale.

Ho, invece, attuato sistematicamente con la classe, da fine gennaio a fine marzo circa, il sistema

“flipped classroom” come modalità d’insegnamento. I brani da studiare (testi letterari e paragrafi storico-letterari) venivano assegnati per lo studio a casa, possibilmente con qualche giorno di anticipo. Le rielaborazioni in classe avvenivano in vari modi:

- domande della classe all'insegnante sul materiale studiato;

- domande alla classe, o a singoli alunni, da parte dell'insegnante, sul materiale studiato;

- lavoro individuale: risposta scritta a domande dell'insegnante sul materiale studiato;

- lavoro di gruppo sul materiale studiato, in base a domande-guida date dall'insegnante;

- lavoro di gruppo: studio in classe di materiali non ancora letti a casa;

- lavoro di gruppo: confronto tra il libro di testo e siti internet;

- lavoro di gruppo sul materiale studiato, in base a domande-guida date dall'insegnante, con ricerca di materiali aggiuntivi in internet (immagini o testi);

- esposizione alla classe dei lavori di gruppo fatti la volta precedente.

Durante questa prima fase di sperimentazione integrale ho chiesto più volte agli alunni quale fosse la loro impressione, trovando perlopiù riscontro positivo. Finita questa fase ho effettuato un

sondaggio per sentire il loro parere in forma più sistematica. Risultato del sondaggio: una netta maggioranza ha apprezzato questa innovazione, ritenendola sia utile per l'apprendimento sia

coinvolgente. Una maggioranza altrettanto netta, però, ha espresso il desiderio che la spiegazione in classe dei testi in latino avvenisse in forma “tradizionale”, cioè come lezione frontale, sia pure con ampia possibilità per gli alunni di intervenire con domande. Riguardo alle letture dantesche la maggioranza della classe preferisce che solo alcune volte siano anticipate nello studio a casa degli alunni, e che più spesso si ricorra alla spiegazione diretta del docente. Per gli altri testi della

letteratura italiana, invece, non c'è problema: la classe si sente in grado di usare lo schema “flipped classroom”, cioè di studiarli autonomamente e di verificarne la comprensione poi durante il lavoro a scuola (evidentemente il grado di difficoltà di Dante è percepito come “speciale”!)

Nei mesi di aprile e maggio, quindi, la sperimentazione è proseguita, ma con queste rettifiche suggerite dagli studenti.

Mi sono chiesto per quali classi sia indicata la didattica “flipped classroom”; in base a questo

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esperimento trovo che alcuni presupposti di base siano necessari, e cioè un certo grado di autonomia nello studio e di avanzamento nella capacità di affrontare i testi, nonché la disponibilità a uno studio regolare da parte di un'ampia maggioranza degli alunni. Quindi trovo che questa didattica sia indicata per le quarte e per le quinte; può essere un'opportuna variazione degli schemi di lavoro anche per le terze, ma, secondo me, da attuare sporadicamente, in quanto durante il terzo anno molti ragazzi stanno ancora sviluppando le competenze di lavoro autonomo in certi settori.

Si può anche concepire, forse, una forma adattata alle esigenze del biennio, con lavori facilitati e con un maggior grado di guida preventiva dell'insegnante.

In tutti i casi è opportuno avere a che fare con una classe motivata, com'era già l'attuale IV D. Non è da sottovalutare, comunque, la possibilità che classi più “fiacche” trovino nuove motivazioni con una didattica che coinvolge direttamente gli alunni e li rende protagonisti attivi del lavoro

scolastico.

Un'ultima considerazione: le verifiche successive al primo periodo di sperimentazione di “the flipped classroom” hanno avuto esiti decisamente positivi.

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