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Academic year: 2021

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Puglia

Popolazione: 4.080.000 abitanti Superfi cie: 19.372 km2

Province: Bari, Barletta-Andria-Trani, Brindisi, Foggia, Lecce, Taranto

Densità: 211 abitanti per km2 (fonti ISTAT 2010)

Territorio e ambienti naturali

La Puglia confi na a ovest con Molise e Campania, a sud-ovest con la Basilicata; è bagnata a nord-est dal Mar Adriatico e a sud dal Mar Ionio. È la regione più orientale di tutta l’Italia, distante solo circa 70 km dalla costa dell’Albania nel Canale di Otranto.

Il territorio è montuoso solo all’1,5%, le pianure occupano il 53,2% e le colline il 45,3%. (areogramma)

Il punto più elevato si raggiunge con il Monte Cornacchia (1152 metri) nei rilievi della Daunia al confi ne con Campania e Molise. Il Monte Calvo (1056 m) è invece la vetta principale del promontorio del Gargano. Le colline si estendono nelle Murge,

nella parte centrale della regione e nella penisola salentina. Il Tavoliere è l’ampia zona pianeggiante a sud del Gargano.

I pochi fi umi, poveri d’acqua, sono concentrati nella parte settentrionale; i più importanti sono l’Ofanto, il Cervaro e il Fortore. In prossimità del Gargano vi sono i due laghi costieri italiani più vasti, il Lago di Lesina e il Lago di Varano, profondi solo pochi metri; di fronte al promontorio del Gargano si trovano le piccole isole Tremiti.

Il Lago di Varano, di forma quadrangolare, è il lago più esteso dell’Italia meridionale con una superfi cie di circa 60,5 km2. Comunica con l’Adriatico tramite due canali, la foce di Varano e la foce di Capoiale, intorno a cui si è sviluppata una rigogliosa vegetazione di eucalipti e pini. Ricco di specie ittiche in particolare anguille e capitoni.

Nella regione si osserva il fenomeno del carsismo: crepacci, inghiottitoi, fi umi sotterranei, terreni calcarei facilmente soggetti a erosione.

Il Parco Nazionale del Gargano, una delle aree protette più estese d’Italia con una superfi cie di circa 118.000 ettari, rappresenta una vera oasi biologica, per la presenza di una straordinaria biodiversità. Occupa un territorio che off re un campionario di paesaggi e habitat molto variegato, dalle alte coste rocciose agli altipiani carsici, dalle gole strette e boscose ai laghi costieri.

45,3%

53,2%

1,5%

Montagna Collina Pianura

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Del Parco fanno parte anche le Isole Tremiti, una manciata di isole dove, secondo la leggenda, approdò l’eroe omerico Diomede, reduce dalla guerra di Troia. I suoi compagni furono trasformati in uccelli marini, le diomedee, divenute simbolo delle isole.

Bacini grandi e piccoli per una superfi cie di circa 4000 ettari che si allunga nel Tavoliere a sud del Gargano in leggero declinio: è la salina di Margherita di Savoia, la più grande d’Italia. Qui passando lentamente dalla zona evaporante a quella salante, l’acqua diventa via via più densa fi no a raggiungere il limite di saturazione e poi a depositare il prezioso sale da cucina (in chimica NaCl), in un ambiente costiero straordinario, modellato da millenarie fatiche dell’uomo. Gli argini dei bacini sono rivestiti di salicornia e altre piante grasse adattatesi a vivere in questo particolare ambiente e sono abitati da numerose specie animali: la salina gode di diversi vincoli di salvaguardia, tra cui

“Riserva naturale di popolamento animale” (D.M. 10/10/1977), “Zona umida di valore internazionale”

(D.M. 30/05/1979). Si tratta infatti di un piccolo eden per spigole, orate, cefali, anguille, il gamberetto artemia salina e numerosissimi uccelli acquatici come fenicotteri, garzette, aironi cenerini, anatre selvatiche, cavalieri d’Italia.

La Foresta Umbra (citata da molti poeti, “umbra”, cioè ombrosa poiché è talmente folta che i raggi solari diffi cilmente vi penetrano) racchiude una enorme varietà di specie vegetali e animali. Di straordinario interesse botanico sono le faggete, le pinete di pino d’Aleppo, ricche di esemplari ultracentenari, e i tassi, la cui popolazione è la più importante del Sud Italia. Il sottobosco è ricchissimo di fi ori tra cui molte varietà di specie di orchidee. Dal punto di vista faunistico si segnalano il picchio dalmatino, il gatto selvatico, il gufo reale, il capriolo garganico, che rappresenta uno dei simboli del parco e uno dei pochi nuclei autoctoni dell’intero territorio nazionale.

Nei dintorni di Barletta è presente la Riserva naturale delle Saline di Margherita di Savoia, una tra le aree più interessanti sotto il profi lo ambientale. È una delle più estese saline italiane attive (circa 4000 ettari), costituita da una serie di vasche nelle quali l’acqua di mare in estate evapora sotto l’azione di sole e vento e deposita grandi quantità di cloruro di sodio.

Uno scorcio dell’arcipelago delle Tremiti, formato da San Nicola, San Domino, Cretaccio, e dalla deserta Caprara. Le isole sono circondate da un mare pescosissimo. La storia di San Nicola è legata all’abbazia che giganteggia sull’isola, appartenuta ai monaci benedettini, poi ai cistercensi e infi ne ai lateranensi, che la trasformarono in fortezza, inespugnabile anche agli attacchi dei turchi. In seguito fu anche carcere. San Domino è ricoperta da una verde pineta e la sua costa è caratterizzata da insenature e grotte. Caprara deve il suo nome alla ricchezza di capperi.

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Economia della regione

Rispetto ad altre regioni del sud, la Puglia è più sviluppata dal punto di vista economico, in quanto ha saputo coniugare le proprie tradizioni, la propria storia e le vocazioni produttive con il progresso economico e la tecnologia. Infatti, sono stati raggiunti buoni livelli di specializzazione in diversi comparti industriali.

L’agricoltura rimane tuttavia la risorsa primaria, nonostante le diffi cili condizioni ambientali e climatiche di molte zone. Si tratta di un’agricoltura intensiva e moderna che permette alla regione di essere ai primi posti in Italia per la produzione di molti prodotti, come il grano duro e il pomodoro (provincia di Foggia), per la produzione di olio di oliva e dell’uva da tavola e da vino. Compete con la provincia di Salerno per il primato del pomodoro destinato alla produzione industriale.

Si coltivano inoltre ortaggi (insalata, peperoni, fi nocchi, carciofi ), mandorle;

di notevole importanza hanno anche la pesca marittima e quella di molluschi e crostacei.

L’industria si avvale di giacimenti di bauxite e bentonite.

Le Saline di Margherita di Savoia, pur essendo una riserva naturale riconosciuta come zona umida di importanza mondiale, garantiscono una elevata produzione di sale marino.

Vi sono poi alcuni grossi impianti nel settore petrolchimico e in quello siderurgico.

Il turismo ha buone prospettive di sviluppo sia per le località artistico-storiche sia per le numerose località balneari.

La Puglia è probabilmente la regione oleicola più importante al mondo ma particolarmente pregiato è l’olio della zona di Foggia che si può produrre con olive della varietà Ogliarola o Cima di Bitonto, che danno un olio dolce; oppure con la Peranzana che dà un olio dalla struttura corposa e sapore fruttato; oppure la Coratina, un po’ più amara, che produce un olio robusto e sapido.

Tutto l’olio dauno è DOP.

Città, brevi note storiche e curiosità Bari

È il capoluogo regionale, seguono come numero di abitanti Taranto, Foggia, Lecce, Andria, Brindisi e Barletta. La popolazione della regione si addensa in gran parte in cittadine e grossi borghi rurali.

La Puglia, dopo la recente costituzione della provincia di Barletta-Andria-Trani, ha in totale 6 province, la più estesa delle quali è quella di Foggia, la seconda per superfi cie delle province italiane. Bari e Lecce sono invece le province più popolose.

Bari già nel X secolo a.C. era abitata dall’antica popolazione italica dei Peucezi; in seguito divenne centro romano e poi, con la caduta dell’impero, centro bizantino, uno dei porti più importanti dell’impero di Costantinopoli e ponte di comunicazione con l’Oriente.

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La città crebbe col dominio normanno durante il quale fu costruita la Basilica di San Nicola che la consacrò una delle mete di pellegrinaggi più importanti della cristianità medievale, punto di partenza e arrivo dei Crociati. Dopo Federico II si ebbe una lenta decadenza dell’importanza della città che vivrà il periodo spagnolo in modo anonimo, per poi avere una rinascita dall’Ottocento in poi (durante il governo di Gioacchino Murat, nominato da Napoleone re di Napoli) che culminerà con il grande sviluppo urbanistico e terziario d’inizio Novecento: restano pregevoli testimonianze come la Prefettura, il Teatro Comunale, il Teatro Petruzzelli, il Politeama Margherita, il Kursaal Santa Lucia, il Palazzo della Provincia.

La Basilica di San Nicola è un capolavoro dello stile romanico pugliese, caratterizzato dalla solenne maestosità della struttura e dalla bianca pietra calcarea. Fu costruita per conservare le reliquie del Santo trafugate nel 1087 a Myra, in Turchia, da mercanti baresi, per dare prestigio alla città normanna, in un periodo di forte contrapposizione fra cristiani d’Occidente e d’Oriente, mentre i musulmani premevano sulla Turchia. La Basilica è ricca di preziose testimonianze artistiche, come i resti della residenza del catapano (alto funzionario bizantino), i plutei longobardi, e monogrammi musulmani del periodo dell’emirato saraceno. Opere rilevanti da ammirare sono la Cattedra episcopale d’Elia, il ciborio di maestranze comacine, la bella tela di Bartolomeo Vivarini e la Porta dei Leoni. I campanili sono le torri dell’antica residenza del catapano trasformate a uso religioso.

Attualmente, grazie alla funzione strategica del porto, dell’aeroporto e del complesso della Fiera del Levante, Bari ha assunto un ruolo determinante nelle relazioni con i Paesi aff acciati sul Mediterraneo. Il principale obiettivo della Fiera del Levante è infatti l’internazionalizzazione dell’economia meridionale, che conta su un mercato costituito dalle regioni del sud d’Italia, del sud-est europeo, dei Balcani, del Medio Oriente e del nord Africa.

Bari è la città di San Nicola, protagonista di uno straordinario successo sacro e profano. Nicola, originario della Licia, si impose come fi gura emblematica del mondo cristiano, sia greco-ortodosso sia romano; il santo è, infatti, patrono della Russia e della Grecia, e nella basilica di Bari ancora oggi si celebra la messa anche in rito ortodosso. Per i numerosi miracoli riguardanti i bambini viene considerato patrono dei fanciulli in tutto il mondo protestante. La sua fi gura ha dato origine al mito di Santa Claus, conosciuto in Italia come Babbo Natale.

Il Castello Svevo, lascito artistico di Federico II alla città, venne trasformato in residenza rinascimentale da Isabella d’Aragona e Bona Sforza. Il Castello fu il leggendario luogo d’incontro fra San Francesco e l’Imperatore. Si narra che Francesco esprimesse vivace disaccordo nei confronti

dei lussi della corte sveva e così Federico II decise di metterlo alla prova: lo invitò a Bari dove gli off rì ricche libagioni e una bella fanciulla. Al deciso rifi uto di Francesco a concedersi alle mondanità, Federico II si convinse della reale spiritualità del poverello d’Assisi.

La Casa Editrice Laterza, nata a Bari nel 1901 e animata dal grande fi losofo Benedetto Croce, è stata un faro culturale per Bari e tutta l’Italia.

In provincia di Bari, la località di Alberobello, dai famosi trulli, è stata dichiarata dall’UNESCO patrimonio dell’umanità.

Dietro l’apparenza primitiva dei trulli di Alberobello si cela un’abile tecnica costruttiva che non utilizza leganti e strutture di sostegno.

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Brindisi

Dal settembre del 1943 al febbraio del 1944 fu capitale d’Italia, in quanto ospitò il Governo Badoglio e Vittorio Emanuele in fuga da Roma.

Il Duomo dalle forme barocche fu ricostruito nel 1743 dopo un terribile terremoto che sconvolse la città.

Il Museo Archeologico vanta delle ricche collezioni; di particolare importanza quelle concernenti la pittura vascolare apulo-lucana, una pregevole testimonianza della cultura della Magna Grecia, diff usa nelle province di Brindisi, Taranto e in Basilicata fra IV e V secolo a.C.

A Brindisi si trovano notevoli chiese romaniche come quella di San Benedetto, la Chiesa del Cristo dei Domenicani e San Giovanni Elemosiniere, chiesa dei Templari.

Da Brindisi partì nel 1097 la prima Crociata e proprio in quella occasione si costituì l’Ordine dei Templari per garantire la sicurezza dei pellegrini e cristiani che si trovavano in Terra Santa. Durante il Trecento accuse infamanti di eresia portarono alla soppressione dell’ordine e alla persecuzione dei cavalieri. In realtà la vera causa fu un confl itto politico con il re francese Filippo il Bello, che voleva appropriarsi del ricchissimo patrimonio dei cavalieri.

Brindisi è stata fondata nell’VIII secolo a.C. dall’antica popolazione illirica dei Messapi. In lotta contro i greci di Taranto, divenne poi rilevante centro romano, e infatti una delle più importanti via della romanità, l’Appia, giungeva fi n qui. Da Brindisi salpavano le navi romane verso Oriente.

A Brindisi morì Virgilio, che qui scrisse alcuni passi dell’Eneide, di ritorno dalla Grecia; prima di spirare domandò ai suoi amici di bruciare l’Eneide che egli riteneva incompiuta ma fortunatamente le sue ultime volontà non furono esaudite.

A Palazzo del Seminario, capolavoro barocco, è custodita una preziosa reliquia portata qui da Gerusalemme dai crociati: una giara, nota come l’Idria di Cana, entro la quale, durante le nozze di Cana, Gesù trasformò l’acqua in vino.

Del periodo aragonese rimane il Forte a Mare, baluardo difensivo a guardia della costa. Federico II ha lasciato, invece, il possente Castello Svevo, costruito non per difendersi dagli invasori, ma per tenere sotto controllo i riottosi brindisini.

Capolavoro del gotico angioino è Santa Maria del Casale dalla facciata a fasce bicrome, custode di splendidi aff reschi e di un chiostro barocco di grande interesse architettonico.

Realizzato nel XIII secolo dall’imperatore Federico II, il Castello Svevo fu

successivamente ampliato e rinforzato da angioini, aragonesi e infi ne da Carlo V d’Asburgo.

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Foggia

Gli antichi abitanti di Foggia furono i Dauni che, insieme ai Peucezi della zona di Bari e ai Messapi del Salento, provenivano dall’Illiria, l’attuale Albania.

Foggia fu sede imperiale di Federico II e il Palazzo Arpi è quanto rimane della sua dimora.

Tutto il territorio foggiano è stato spesso centro di violenti terremoti che hanno severamente danneggiato il patrimonio architettonico della città.

Foggia, di origine medievale, deriva il suo nome dalle fovae, cisterne per conservare il grano, da sempre coltivato nel Tavoliere, la vasta pianura coltivata a cereali e luogo di pastorizia. Nel 1447 per gli Aragonesi era sede della dogana, tappa obbligata per i mandriani delle pecore transumanti che scendevano nel Tavoliere dall’Abruzzo, per svernare. La transumanza è una tradizione ormai scomparsa, ma che viene ricordata attraverso la creazione di percorsi turistici attorno agli antichi tratturi, le vie delle transumanza che dall’Abruzzo scendevano fi no a qui.

Il Tavoliere è una regione storica della Puglia caratterizzata da vaste coltivazioni di cereali che le hanno valso il soprannome di “granaio d’Italia”.

La Cattedrale custodisce testimonianze di arte antica attribuite all’artista foggiano Nicola di Bartolomeo. Intitolata a San Tommaso, conserva dell’originaria fase romanica (seconda metà del sec. XII) la parte inferiore della facciata, scandita da arcate cieche.

Al consistente rifacimento settecentesco va ascritto l’interno, che custodisce una tavola bizantineggiante della Madonna dei Sette Veli, detta Icona Vetere.

Foggia era il capoluogo della Capitanata, nome storico ancora usato per la provincia di Foggia: era la sede, cioè di un Catapano bizantino che amministrava la città e che sopravvisse come funzionario fi n sotto il Regno dei Borboni.

Tra i personaggi più illustri di origini foggiane ricordiamo il pittore e patriota Francesco Saverio Altamura e il compositore Umberto Giordano, autore dell’Andrea Chenier e della Fedora.

Inoltre è nato a Foggia Renzo Arbore, eclettica fi gura del mondo della radio e della tv.

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Lecce

Si narra che già prima della guerra di Troia Lecce esistesse come centro messapico e poi come fl orido municipium romano, ma conobbe i suoi tempi migliori fra 500 e 600 quando, come dominio della Corona d’Aragona e parte del viceregno di Napoli, passò sotto l’imperatore Carlo V.

In piazza Sant’Oronzo, cuore della vita cittadina, si trovano i resti dell’anfi teatro romano del II secolo d.C., scoperto solo all’inizio del 900 durante gli scavi per la costruzione del palazzo della Banca d’Italia, e utilizzato per eventi e spettacoli.

Nella piazza si erge la statua settecentesca di Sant’Oronzo che segnalava la fi ne della via Appia.

Particolarmente fastoso è il Palazzo del Seggio o del Sedile che, insieme alla coeva chiesa di Santa Maria delle Grazie, costituisce una bella prospettiva. Il maestoso edifi cio cubico, fi n da quando fu costruito alla fi ne del 1500, era destinato a rivestire un ruolo di rappresentanza della città. L’ampia sala interna del Palazzo è decorata con aff reschi sulla vita di Carlo V. Qui è conservata un’epigrafe in spagnolo che il re di Spagna, Carlo di Borbone, inviò ai cittadini di Lecce nel 1744 per ringraziarli del dono di due caraff e contenenti l’olio santo di Sant’Oronzo. Nei secoli il Palazzo del Seggio ha subito cambiamenti della destinazione d’uso, essendo stato anche magazzino per le munizioni, sede del Municipio fi no al 1851, poi sede della Guardia Nazionale. Tra Ottocento e Novecento fu sede del Museo Civico, mentre oggi è un prestigioso spazio culturale, ricercata location per gli artisti che espongono le loro opere a Lecce.

Lecce è oggi il centro principale del Salento, separato geologicamente dal resto della regione dalla “soglia messapica”, la depressione carsica che corre lungo la linea sudovest-nordest da Taranto, sullo Ionio, a Ostuni, sull’Adriatico. Quest’area è caratterizzata da terreni calcarei, gravine e corsi d’acqua sotterranei.

Dal punto di vista culturale è un’area diff erente dal resto della Puglia, come si rileva anche dal dialetto locale, nettamente diff erente dagli altri della regione e molto più vicino al calabrese o al siciliano, a causa dell’infl uenza linguistica lasciata dai Messapi.

Il Barocco leccese è una forma artistica e architettonica che si sviluppò tra la fi ne del XVI secolo e la prima metà del XVIII secolo a Lecce e nel Salento; geniali architetti, un vescovo mecenate e una particolare pietra locale sono gli elementi che determinarono la fortuna del barocco leccese, riconoscibile per le sue sgargianti decorazioni che rivestono gli edifi ci, come putti danzanti, festoni fl oreali, animali piumati, cornucopie.

La basilica di Santa Croce, insieme al convento dei Celestini, costituisce uno dei più rappresentativi esempi di barocco leccese.

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Molto rinomato è l’artigianato della cartapesta, sviluppatosi nel Settecento soprattutto negli arredi sacri.

Tutto il territorio leccese è costellato di monumenti megalitici.

Oltre alle bellezze architettoniche e paesaggistiche, grande impulso al turismo nel Salento è stato dato dal Festival della Taranta, una kermesse itinerante che si ripete ogni estate da oltre un decennio. Secondo un’antica credenza popolare chi veniva morso dal pericoloso ragno velenoso poteva essere salvato solo con questa ipnotica e travolgente danza rituale al suono della pizzica, una musica prodotta con i tamburelli.

In provincia di Lecce sulla costa orientale del Salento si trova la cittadina di Otranto, il comune più a est d’Italia, dove secondo le convenzioni nautiche si incontrano il Mar Adriatico e il Mar Ionio. Antico centro messapico, poi romano, bizantino e infi ne aragonese, è riconosciuto tra i borghi più belli d’Italia e di recente l’UNESCO l’ha nominato patrimonio testimone di una cultura di pace.

http://www.borghitalia.it/

La cattedrale di Otranto con un ricco portale barocco del 1764 e un rosone rinascimentale con fi ni trafori gotici secondo l’arte gotico-

araba del XV secolo.

Taranto

Taranto è sita in una posizione incantevole, con il centro storico su un’isola che separa un bacino piccolo, detto appunto il Mar Piccolo, dal mare vero e proprio, il Mar Grande. Dalle acque del golfo emergono le Isole Cheradi.

Fu una delle più importanti città della Magna Grecia. Fondata nel 700 a.C. da esuli spartani, crebbe sgominando le civiltà italiche autoctone limitrofe, messapi, peucezi e iapigi; nulla poté invece contro i romani e, dopo una lunga e sanguinosa guerra protrattasi per oltre due secoli, dovette soccombere. I greci furono sì piegati militarmente ma vinsero dal punto di vista culturale: infatti i romani dai greci assorbirono l’arte, la fi losofi a, la scienza, la letteratura.

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Da secoli la mitilicoltura caratterizza l’economia di Taranto, tanto che la cozza ne rappresenta il simbolo gastronomico per eccellenza. I mitili qui coltivati sono particolarmente gustosi e apprezzati, poiché crescono in un particolare ambiente marino creato dall’unione di acqua salata e acqua dolce di provenienza carsica.

A Taranto si trova il Museo Archeologico Nazionale che conserva reperti di grandissimo interesse per tutto quello che concerne il mondo della Magna Grecia:

i famosi ori di Taranto, una ricca collezione numismatica, corredi funebri come quelli della Tomba dell’Atleta di Taranto, leggendario vincitore di 4 olimpiadi nel Pentathlon, oltre che ceramiche e vasi di produzione magno-greca risalente ai secoli V e III a.C.

Dopo le dominazioni aragonese e spagnola seguì le sorti del Regno di Napoli ed entrò a far parte del Regno d’Italia nel 1860, diventando una delle principali basi della Marina Militare Italiana.

Dal 1960, grandi insediamenti industriali ne hanno fatto la capitale della siderurgia italiana.

La chiesa di San Domenico sorge su un sito antropizzato già nel neolitico;

nel chiostro si trovano resti di un tempio greco; la chiesa trecentesca mostra contemporaneamente ogive e rosoni gotici, e belle scalinate barocche.

La cattedrale, intitolata a San Cataldo Benedicente, conserva i resti del santo in una sontuosa cappella dalle ardite policromie barocche, considerata un capolavoro del barocco italiano. L’irlandese Cataldo, ordinato vescovo da San Patrizio nel V secolo, si recò pellegrino in Terra Santa dove, in preghiera sul Santo Sepolcro, il Signore gli ordinò di recarsi a Taranto per evangelizzare la città. Giunto a Taranto, per placare il mare in tempesta, gettò in mare un anello miracoloso da cui ebbe origine il famoso “citro” di San Cataldo. I citri sono sorgenti sotterranee carsiche di acqua dolce, tipiche della geomorfologia della Puglia. Il più grande è appunto quello di San Cataldo, che ha creato nel Mar Piccolo delle condizioni idrobiologiche ideali per le cozze, che qui infatti sono particolarmente gustose.

Nel Mar Piccolo infatti fi orì l’industria per la lavorazione del bisso: si tratta di una sorta di seta ottenuta dal fi lamento secreto dalla Pinna nobilis, una grossa cozza endemica del Mediterraneo, usata fi n dall’antichità per la produzione della porpora, un pigmento rosso usato per tingere tessuti preziosi.

Presso il borgo antico, di grandissimo interesse è la necropoli greco-romana e l’ipogeo De Beaumont Bonelli Bellacicco, una struttura straordinaria nella quale è possibile osservare la storia geologica del territorio sino a circa 65 milioni di anni fa. Sono visibili i segni lasciati dalla storia nelle diverse epoche, da quella magnogreca e bizantina a quella medievale e settecentesca. L’ipogeo si sviluppa su tre livelli sotto il livello stradale. Al suo interno si trova il banco di roccia calcarea contenente resti fossili di mitili tipici della zona. Le mura sono alcune di origine bizantina, altre magnogreca. L’ipogeo ha uno sbocco al livello del mare.

Su questa struttura è stato eretto in epoca successiva il Palazzo De Beaumont Bonelli.

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