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ETICA“CRITICA DELLA RAGION PRATICA” E“FONDAZIONE DELLA METAFISICA DEICOSTUMI”

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Academic year: 2021

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(1)

ETICA

“CRITICA DELLA RAGION PRATICA” E

“FONDAZIONE DELLA METAFISICA DEI COSTUMI”

FORMALISMO KANTIANO = NON PROPORRE UN SISTEMA DI VALORI, MA INDAGARE SUI FONDAMENTI DELLA MORALITA’, SUELLE CONDIZIONI DI POSSIBILITA’ DELLA MORALE

MASSIMA PRINCIPIO

SOGGETTIVO = Determinazione della volontà che viene considerata dal soggetto come valida soltanto per la sua volontà

IMPERATIVO Forma in cui si

esprime la necessità oggettiva di un’azione

(2)

AUTONOMIA DELLA MORALE

Impostazione in chiave antieudemonistica dell’indagine morale

Forma pura della moralità una volta escluse tutte le determinazioni empiriche della

volontà

DOVERE

Concetto che fonda qualsiasi filosofia morale

necessità di compiere un’azione unicamente per rispetto della legge morale;

l’azione morale è voluta unicamente e assolutamente

(3)

3 Formulazioni dell’imperativo categorico:

- Agisci unicamente secondo quella massima in forza della quale tu puoi volere nello stesso tempo che essa divenga universale;

- Agisci in modo da trattare l’umanità, tanto nella tua persona quanto nella persona di ogni altro sempre come un fine, e mai unicamente come mezzo;

- Agisci in modo tale che la tua volontà possa, in forza della sua massima, considerare se stessa istituente nello stesso tempo una legislazione universale;

IMPERATIVO IPOTETICO

NECESSITÀ DI UN’AZIONE POSSIBILE COME MEZZO PER RAGGIUNGERE

QUALCHE ALTRO FINE CHE SI VUOLE. IL FINE NON VIENE DISCUSSO

IMPERATIVO CATEGORICO DICHIARA L’AZIONE COME

OGGETTIVAMENTE NECESSARIA PER SE STESSA, SENZA RELAZIONE ALCUNA CON

UNO SCOPO QUALUNQUE

(4)

- LIBERTA’

La libertà è la condizione di possibilità della moralità - condizione trascendentale di

possibilità della vita morale

L’ordine della libertà è distinto da quello della causalità naturale

REGNO DEI FINI

prospettiva che deve essere assunta in vista

della vita morale

(5)

POSTULATI DELLA RAGION PRATICA

 IMMORTALITA’ DELL’ANIMA (Condizione dell'intera vita morale)

 ESISTENZA DI DIO

 LIBERTA’

SOMMO BENE =

UNIONE E ACCORDO DI VIRTÙ E DI

FELICITÀ

(6)

CRITICA DEL GIUDIZIO

GIUDIZIO DETERMINANTE:

COSTITUTIVO DELLA LEGALITA’ DEI FENOMENI E DELL’OGGETTO STESSO – SUSSUMERE IL PARTICOLARE SOTTO UNA LEGGE DATA A PRIORI

GIUDIZIO RIFLETTENTE:

FUNZIONE EURISTICA DI GUIDA ALLA SCOPERTA DI UNA CONNESSIONE FRA OGGETTI – DATO IL PARTICOLARE SI CERCA UNA FORMA UNIVERSALE

ricerca di un accordo tra natura e libertà – non si tratta di fondere i due mondi ma di trovare un punto di vista trascendentale che

renda possibile il passaggio da un modo di pensare all’altro

(7)

IL GIUDIZIO RIFLETTENTE

CONSIDERA IL MONDO

NATURALE COME SE FOSSE ORGANIZZATO SECONDO UN FINE, SECONDO UNA DIREZIONE UNITARIA DI TUTTE LE SUE PARTI

SENTIMENTO FACOLTA’

INTERMEDIARIA TRA

CONOSCENZA E VOLONTA’:

MODO PARTICOLARE DI GUARDARE AGLI OGGETTI, RAPPORTANDO LA FORMA AL SENTIRE DEL SOGGETTO

(8)

Che cosa si richiede perché un oggetto si possa dichiarare bello

GIUDIZIO ESTETICO

GUSTO = FACOLTA’ DI

GIUDICARE DEL BELLO: IL GIUDIZIO DI GUSTO SI

FONDA SUL “LIBERO GIOCO DELLE NOSTRE

FACOLTA CONOSCITIVE” – L’IMMAGINAZIONE E

L’INTELLETTO

(9)

BELLO = CIO’ CHE PIACE

UNIVERSALMENTE E

NECESSARIAMENTE SENZA CONCETTI MA UNICAMENTE PER

LA FORMA DELLA

RAPPRESENTAZIONE: BELLO COME CONTEMPLAZIONE DELLA FORMA DELL’OGGETTO

SUBLIME = SENTIMENTO CHE L’UOMO PROVA DI FRONTE ALL’INFORME E ALL’ILLIMITATO

(Il primo scritto kantiano di estetica è intitolato “Osservazioni sul sentimento del bello e del sublime”)

(10)

Valore regolativo e non costitutivo del giudizio teleologico: la finalità non è propria delle cose in sé, ma del nostro modo di giudicare le cose

UOMO COME SCOPO FINALE DELLA NATURA

GIUDIZIO TELEOLOGICO

FINALITA’ NATURALE: LA NATURA E’ CONSIDERATA COME UN INSIEME DI ESSERI ORGANIZZATI – DI

ORGANISMI IN CUI LE PARTI SONO IN FUNZIONE DEL TUTTO

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