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In particolare, ci concentreremo sull’analisi delle strategie seduttive messe in atto dall’io poetico nei celebri Songs and Sonnets

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Academic year: 2021

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INTRODUZIONE

Il presente elaborato ha avuto come oggetto la retorica della seduzione attiva nella poesia erotica di John Donne (1572-1631). In particolare, ci concentreremo sull’analisi delle strategie seduttive messe in atto dall’io poetico nei celebri Songs and Sonnets.

Questi testi, e la loro relativa retorica della seduzione, sono già stati fatti oggetto di indagine da parte della critica donniana, la quale si è soffermata tuttavia sull’interpretazione di numerosi aspetti rilevanti, ma purtroppo circoscritti. Una prima questione d’interesse è quella che riguarda il rapporto tra i Songs and Sonnets e il contesto storico-letterario nel quale Donne vive e opera. La raccolta è stata analizzata, per esempio, da Arthur Marotti1, il quale ha identificato le influenze sulla poesia donniana del cosidetto coterie context, cioè dell’ambiente cortigiano nel quale si contestualizza la produzione letteraria di Donne, mentre Ted-Larry Pebworth2 ha esaminato, invece, le dinamiche performative in atto nelle liriche amorose. Anche Ilona Bell3 e Catherine Bates4 si sono concentrate sugli aspetti pragmatici di questi componimenti indagandone, in particolare, la tematica epocale della courtship nella scrittura di questo autore.

Un secondo ambito di indagine di grande rilevanza ed esplorato dalla critica è, invece, di natura più propriamente filologica. Molti studiosi, infatti, si sono interrogati sul rapporto che intercorre tra i testi dei Songs and Sonnets e la tradizionale lirica amorosa a cui questi stessi componimenti si rifanno. Tra questi studiosi, si annoverano soprattutto Donald Guss5 e Eather Dubrow6, che si sono concentrati sulle influenze petrarchiste, ma anche N.J.C.

Andreasen7, il quale ha, invece, riscontrato nei Songs and Sonnets anche la presenza di altri due codici culturali di grande rilevanza: il neoplatonismo cristiano e la poesia erotica ovidiana. Una terza problematica affrontata dalla critica donniana è, poi quella relativa alla complessa struttura dei Songs and Sonnets, ovvero, la particolare relazione che intercorre

1 A. MAROTTI, John Donne, Coterie Poet, The University of Wisconsin Press, Madison (WI), 1986.

2 T.L. PEBWORTH, “John Donne, Coterie Poet, and the Text as Performance”, in Studies in English Literature, 1500-1900, Vol. 29, No. 1, The English Renaissance, (Winter 1989), pp. 61-75.

3 I. BELL, Elizabethan Women and the Poetry of Courtship, Cambridge University Press, Cambridge (UK), 1998, pp. 1-74.

4 C. BATES, , The Rhetoric of Courtship in Elizabethan Language and Literature, Cambridge University Press, Cambridge (UK), 1992, pp. 1-44.

5 D. GUSS, John Donne, Petrarchist, Wayne State University Press, Detroit, 1966.

6 H. DUBROW, Echoes of Desire. English Petrachism and its Counterdiscourses, Cornell University Press, New York, 1995, pp. 223-24.

7 N.J.C. ANDREASEN, John Donne: Conservative Revolutionary, Princeton University Press, New Jersey, 1967.

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tra i piani della forma e del contenuto in ciascun componimento. Queste analisi, che si sono quindi concentrate sul testo in maniera più ravvicinata, in prospettiva semiologica e linguistica, sono state condotte, ad esempio, da J.S. Baumlin8, che si è occupato di individuare le strategie retoriche attive in queste opere, ma anche da Gallant e Clements9, i quali ne hanno tassonomizzata la complessa architettura multitonale. Da ultimo, si collocano poi i Gender Studies, cioè quegli approcci critici che si concentrano sull’analisi delle relazioni esistenti tra i diversi attanti dei componimenti, dal punto di vista dei ruoli di genere. Tra questi ultimi studi, ricordiamo quello di Stanley Fish10 sulla male persuasive force, ma soprattutto quelli che, come i saggi di Ilona Bell11 e di S.B. Mintz12 si occupano di indagare il ruolo attanziale esercitato dalla figura femminile nel testo.

Dal punto di vista di questo studio, ciascuno di questi approcci critici costituisce per noi uno spunto interessante per la comprensione delle strategie seduttive presenti nei Songs and Sonnets. Allo stesso tempo, tuttavia, fornisce anche una visione limitata e parziale del problema. Ad esempio, l’aspetto pragmatico è di vitale importanza, poiché permette di definire le caratteristiche contestuali del coterie context e il legame dei componimenti con la performance, cioè con la reale dimensione sociale e culturale nella quale questi stessi componimenti sono stati prodotti e fruiti, ma anche il ruolo fondamentale che il concetto chiave di courtship esercitava, come vedremo nel corso dell’analisi, nella società dell’epoca e nella stessa poesia di Donne. Queste indagini sono tutte caratterizzate da una duplice attenzione, sia diacronica che sincronica, nei riguardi di determinati aspetti dei componimenti tra i quali, ad esempio, spiccano le circostanze storiche della loro trasmissione manoscritta, i riferimenti ai destinatari reali e, più in generale, tutti quegli elementi riconducibili al particolare contesto pragmatico in cui queste opere sono state prodotte. Il limite ermeneutico di questo tipo di indagini risiede, tuttavia, nel loro stesso metodo, che non permette di approfondire né le relazioni semiologiche complesse che intercorrono tra le diverse parti del testo, né tantomeno le motivazioni psicoantropologiche profonde sulle quali si fondano queste stesse caratteristiche testuali.

8 J.S. BAUMLIN, John Donne and the Rhetorics of Renaissance Discourse, University of Missouri Press, Columbia (MI),1991, pp. 242-50.

9 G. GALLANT and A.L. CLEMENTS, “Harmonized Voices in Donne’s Songs and Sonets : ‛The Damp’”, in Studies in English Literature 1500-1900, Vol. 15, No. 1, The English Renaissance, Rice University, 1975, pp.

71-82.

10 S. FISH, “Masculine Persuasive Force: Donne and Verbal Power”, in Soliciting Interpretation: Literary Theory and Seventeenth-Century English Poetry, ed. Elizabeth D. Harvey, et. al., University of Chicago Press, Chicago, 1990.

11 I. BELL, “The Role of the Lady in Donne’s Songs and Sonnets”, in Studies in English Literature, 1500- 1900, Vol. 23, No. 1, The English Renaissance, (Winter 1983), pp. 113-29.

12 S.B. MINTZ, “‘Forget the Hee and Shee’: Gender and Play in John Donne”, in Modern Philology, Vol.

98, N. 4, 2001, pp. 577-603.

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Sono pervenute a risultati limitati e parziali anche le ricerche filologiche. È innegabile che riconoscere l’influenza dei codici culturali e dei topoi letterari permetta, infatti, di chiarire numerosi conceits e, di evidenziarne contemporaneamente lo scarto rispetto alla tradizione dalla quale questi stessi derivano. È quello che fa, ad esempio, Donald Guss, il quale riconosce, in molti conceits donniani, l’influenza di altrettanti topoi di matrice petrarchesca, in particolar modo derivanti dai poeti Quattrocentisti e Presecentisti italiani13. Anche la Dubrow affronta la tematica petrarchista, mettendo in luce quanto Donne sia un

“resident alien”14, rispetto alla tradizionale lirica petrarchista, alla quale egli comunque si rifà costantemente. Quest’ambivalenza donniana nel rapporto con le fonti non è la sola causa della complessità dei testi, dato che in essi sono presenti anche riferimenti ad altri codici culturali, come la poesia erotica ovidiana e il neoplatonismo cristiano.

Tutte queste indagini, condotte rigorosamente secondo metodi filologici, sono certamente cruciali per comprendere le fonti di numerosi conceits donniani e la portata degli scarti tra l’imagery di questo autore e la tradizione. Ma dietro questo atteggiamento donniano di conservatory revolutionary15 nei confronti delle fonti, esistono anche una serie di motivazioni più profonde, di natura psicocognitiva, che, ancora una volta, non vengono del tutto fornite in questo ambito di studi.

Sono caratterizzate da una grande lacunosità, invece, le indagini critiche che si sono incentrate sul rapporto tra forma e contenuto. Queste, in particolare quelle di Baumlim, ma anche Gallant e Clements, si soffermano su aspetti molto circoscritti, tralasciando aspetti più ampi, generali e macrotestuali. Ad esempio, Baumlin riconduce la complessità testuale dei Songs and Sonnets, alla compresenza di quattro strategie retoriche, le quali corrispondono a loro volta ad altrettante concezioni epistemologiche16 presenti nella visione del mondo donniana. Queste strategie retoriche segnano, secondo lo studioso, i passaggi logici principali attraverso i quali si dipana l’argomentazione poetica in atto nei Songs and Sonnets. Tuttavia, Baumlin non approfondisce le motivazioni che stanno dietro alle precise scelte retoriche compiute da Donne né quelle che animano la psicodinamica in atto tra i lovers dei vari componimenti. Allo stesso modo, Gallant e Clements parlano di poesia multitonale per riferirsi ai diversi atteggiamenti manifestati dall’io poetico nei riguardi del rapporto amoroso e della donna anche all’interno di uno stesso testo. Tuttavia, essi

13 D. GUSS, op. cit., pp. 61-80.

14 H. DUBROW, op. cit., p. 270.

15 N.J. ANDREANSEN, op. cit., p. 22.

16 Come avremo modo di approfondire in una fase più avanzata di questo elaborato, Baumlin parla di:

retorica dell’incarnazione, retorica della trascendenza, retorica scettica e retorica sofista: J.S. BAUMLIN, op.

cit., p. 9.

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mancano di motivare la compresenza di queste voci all’interno dei testi e di spiegare più approfonditamente la loro interazione ai fini della retorica della seduzione.

Infine, i Gender Studies sono i più interessanti per la nostra analisi delle strategie seduttive presenti nei Songs and Sonnets poiché hanno il merito di indagare a fondo le dinamiche di genere attive nei testi. In particolare, l’analisi di Stanley Fish, attraverso la quale lo studioso interpreta la retorica della seduzione in termini di male persuasive force, appare tuttavia limitata, poiché attribuisce un esclusivo ruolo di persuasione alla voce dello speaker (maschile), tralasciando del tutto di indagare il ruolo della donna. Quest’ultima è al centro, invece, dello studio di Ilona Bell, la quale si concentra proprio sulla rivalutazione del ruolo della donna come molto di più dell’oggetto passivo del desiderio maschile, ma ricopre invece un ruolo attanziale estremamente attivo, nell’interazione seduttiva. La seduzione, quindi, si configura giustamente un dinamico gender play, secondo i termini usati da S.B. Mintz. Questa studiosa, tuttavia, come accade per gli studi di genere precedentemente citati, manca purtroppo di spiegare a fondo i meccanismi psicocognitivi profondi che caratterizzano, in termini generali, la seduzione umana e, in termini più particolari, il concetto donniano di seduzione, modellizzato in questi componimenti.

A questo punto, sarà opportuno interrogarsi su quale sia l’orientamento metodologico più utile per comprendere a fondo le poesie dei Songs and Sonnets e colmare, di conseguenza, le lacune che hanno caratterizzato fino a questo punto la critica. Dobbiamo, quindi, premettere che i quattro livelli di analisi sono tra loro legati, poiché esplicitano tutti dei tratti costitutivi particolari di un macrofenomeno generale e complesso, ovvero quello riconducibile alle strategie della seduzione. Il passo in avanti da condurre nell’ambito critico è, quindi, quello di indagare in che cosa consista la seduzione in senso generale e, nello specifico nell’opera di John Donne.

In questo elaborato, ci occuperemo di esplorare quindi la natura della relazione tra i meccanismi generali della seduzione umana e le concrete strategie seduttive che si manifestano nelle precise scelte retoriche compiute da Donne nei Songs and Sonnets. Date le premesse, abbiamo deciso di fare ricorso a un metodo interdisciplinare che comprende la Programmazione Neuro Linguistica17, alcuni spunti provenienti dalle teorizzazioni di Girard18, in particolare la teoria del desiderio mimetico e una serie di nozioni chiave

17 R. DILTS, J. GRINDER, Programmazione Neuro Linguistica, A. Menzio (trad. it. a cura di), Astrolabio, Roma, 1982, (1980), pp. 12-13.

18 R.GIRARD, Struttura e personaggi nel romanzo moderno, Bompiani, Milano, 1965, pp. 1- 47.

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desunte dalla pragmatica della comunicazione19 umana per illuminare queste problematiche, dando loro una più precisa sistematizzazione teorica.

Il ricorso alla PNL, in particolare, si è rilevato decisivo per l’analisi dei testi donniani in quanto questo approccio fornisce le categorie concettuali chiave per descrivere e analizzare i comportamenti umani nell’ambito della seduzione. Malgrado l’evidente anacronismo, è stato possibile applicare questa griglia ermeneutica più moderna all’analisi dei Songs and Sonnets, poiché in essi si manifestano chiaramente comportamenti seduttivi universali. Le strategie seduttive presenti nei testi dei Songs and Sonnets sono, come vedremo, del tutto equiparabili a quelle normalmente descritte e utilizzate nella PNL. Ad esempio, il concetto di modello comportamentale, cioè l’insieme delle strategie comportamentali atte al raggiungimento di un determinato obiettivo20, è applicabile, come vedremo nel corso della trattazione, a numerosi testi, tra i quali “The Dream”21. In questo testo, infatti, il modello comportamentale ha ovviamente come obiettivo la seduzione della donna, la quale si costituisce anche come principale variabile ambientale, ovvero come possibile impedimento alla buona riuscita del modello stesso. La donna, quando decide poi di allontanarsi fisicamente dal poeta (v. 22), determina un cambiamento rilevante nella pragmatica della seduzione. Per ovviare a questo cambiamento l’io poetico, come vedremo più dettagliatamente al Capitolo III, avrà la necessità di attuare un’azione di rimodellamento del proprio comportamento, in questo caso facendo ricorso a un espediente retorico particolare, il conceit della torcia (vv. 26-27), che a sua volta si costituisce quindi come il mezzo di una nuova strategia seduttiva. La seduzione, che ha tra i suoi significati quello di “portare in disparte”22, si configura, quindi, come un’azione sovversiva nella quale il seduttore agisce sul sedotto, il quale si ritrova a dover considerare un elemento nuovo nel proprio mondo: le esigenze dell’altro. Per fare ciò, il seduttore, che in questo caso coincide con l’io poetico, è costretto a mettere in atto una serie quantitativamente e qualitativamente rilevante di strategie, che a loro volta possono essere descritte proprio attraverso il ricorso al modello comportamentale della PNL.

Questo saggio si articola in tre capitoli. Nel Capitolo I ci occuperemo di esporre brevemente la vita e l’opera dell’autore. Nel Capitolo II, invece, ci concentreremo sui Songs and Sonnets, di cui prenderemo in esame i principali elementi formali e contenutistici. In questa sezione del saggio, analizzeremo il rapporto complesso tra la raccolta donniana e la

19 P.WATZLAWICK, J.H.BEAVIN, D.D. JACKSON, Pragmatica della comunicazione umana, Astrolabio, Roma, 1971 (1967), pp. 58-61.

20 R. DILTS, J. GRINDER, op. cit., pp. 19-39.

21 Cfr. Capitolo III, paragrafo 3.2.

22 A. CAROTENUTO, Riti e miti della seduzione, CDE, Milano, 1994, p. 2.

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tradizionale lirica amorosa, focalizzando in particolare la nostra attenzione sui tre principali codici culturali in essa attivi: il Petrarchismo, la poesia ovidiana e il neoplatonismo cristiano. Nella seconda parte di questo stesso capitolo, affronteremo, anche, le questioni di genere, e tramite una ricognizione tassonomica dei rapporti amorosi che si instaurano di volta in volta tra i soggetti dei singoli componimenti e occupandoci anche di integrare nell’analisi una serie di nozioni chiave tratte dai Gender Studies. Il capitolo si concluderà con il riferimento al modello descrittivo del comportamento umano elaborato appunto dalla PNL, al fine di approntare un metodo ermeneuticamente utile alla comprensione dei meccanismi universali che caratterizzano la seduzione umana e che possiamo riconoscere anche nei Songs and Sonnets donniani. Il Capitolo III, con il quale si concluderà questo lavoro, sarà infine incentrato sull’analisi di tre testi esemplari della retorica della seduzione in atto nella scrittura di Donne: “The Flea”, “The Dream” e “The Damp”. Abbiamo deciso di selezionare questi componimenti in quanto ciascuno di essi testimonia le tre macrostrategie seduttive presenti nei Songs and Sonnets e che abbiamo deciso di definire, come vedremo, rispettivamente nei termini di: seduzione della mediazione (“The Flea”), la retorica dello shift ontologico (“The Dream”) e, infine, la retorica del trauma paventato (“The Damp”) .

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