C A P I T O L O P R I M O
Vita e opera di L.V. Pumpjanskij
1.1 Gli anni a Vil‟na (1891-1911)
Lev Vasil‟evič Pumpjanskij (fino al 22.12.1911 Lejb Meerovič Pumpjan) nacque il 5 febbraio 1891 (il 17 gennaio secondo il calendario giuliano)4 a Vil‟na, cittadina dell‟ex confederazione polacco-lituana, dove, oltre alla maggioranza di fede cattolica che si contrapponeva all‟ortodossia russa, si registrava una forte
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Sulla data di nascita si hanno notizie assai discordanti e inesatte. Nella voce enciclopedica redatta nel 1971 R.D. Timenčik riporta 5 (17) febbraio 1894 (data di morte 6.8.1940) (Timenčik 1971). Altra data di nascita viene fornita da V.L. Machlin, il quale indica il 1896 nella voce enciclopedica dedicata alla cosiddetta «Scuola di Nevel‟» (Nevel‟skaja škola) (Infra cap. 2) (Machlin 1995a: 359). Si tratta di due evidenti errori, visto che la data di nascita da noi riportata si avvale dei documenti custoditi nel fascicolo relativo alla carriera accademica di L.V. Pumpjanskij. Cfr. CGIA SPb f. 14 (Petrogradskij Universitet), op. 3, d. 61407 (L.V. Pumpjanskij (Pumpjan)), l. 4, l 31ob. È probabile che tali imprecisioni siano dovute a uno scambio di identità, visto che negli anni „10 e „20 il cognome Pumpjanskij era abbastanza diffuso. Nelle nostre ricerche abbiamo ritrovato alcuni Pumpjanskij, spesso confusi con Lev Vasil‟evič. Gli errori più frequenti riguardano lo scambio di identità con Lev Ivanovič Pumpjanskij (Novokuzneck, 5.09.1899-Leningrad, 1943), studioso d‟arte e di I.E. Repin, poeta, sceneggiatore cinematografico, i cui lavori furono pubblicati su «Apollon» e nelle edizioni del Proletkul‟t (Nikolaev 2000: 9). Nei cataloghi di molte biblioteche e archivi russi le sue opere e i suoi saggi vengono ancora oggi attribuiti a Lev Vasil‟evič Pumpjanskij. Il fascicolo relativo alla carriera ginnasiale di L.I. Pumpjanskij dimostra l‟omonimia. Si vedano in proposito: CGIA SPb, f. 171 (S.-Peterburgskij Gimnazij «Ja.G. Gureviča»), op. 2, ed. chr. 2744 (L. Pumpjanskij), CGALI SPb f. 638, ed. chr. 82; RGALI, f. 966 (Goskinoizdat., L. Pumpjanskij, Ėrmitaţ. Scenarij), op. 2, ed. chr. 648. Le poesie e i poemi di L.I. Pumpjanskij sono stati pubblicati in Pumpjanskij L.I. 2009 e Barskova 2011. Gli altri Pumpjanskij rinvenuti, che andiamo di seguito ad elencare, non hanno alcun rapporto di parentela con il nostro: Michail Moiseevič Pumpjanskij (S. Pietroburgo, 15.08.1892-?), anch‟egli iscrittosi all‟Università imperiale di San Pietroburgo nel 1910 (CGIA SPb, f. 14 (Petrogradskij Universitet), op. 3, ed. chr. 57224) e Sergej Matveevič Pumpjanskij (1903-?), storico e collaboratore della «Večernaja krasnaja gazeta» nel 1925. Quest‟ultimo abitava insieme alla madre, Evgenija Isaakovna Pumpjanskaja, sul Prospekt 25-ogo Oktjabrja 95, appartamento 8 (VL: 327). CGA SPb, f. 2552 (Leningradskij gubernij otdel narodnogo obrazovanija), op. 2 (Ankety ličnogo sostavy na ptašinskij – Pučkova, načato 1922 goda-končeno 1927 goda), d. 2799, ll. 183-186.
rappresentanza ebraica di lingua yiddish (i più benestanti, tuttavia, parlavano russo) (Clark, Holquist 1991: 49).
Della famiglia di Pumpjanskij sappiamo ben poco. Il padre, Meer Pumpjan (?-4.12.1897)5, era un farmacista di formazione e professione e morì quando Lev aveva soli sei anni. Grazie alla madre, cresciuta in Francia e trasferitasi a Vil‟na in data ancora da precisare, Pumpjanskij imparò in fretta il francese e si appassionò alla sua cultura e letteratura (Nikolaev 2000: 8; Nikolaev 2004b: 125, 126). A Vil‟na frequentò il ginnasio cittadino im. Aleksandra I (Nikolaev 2000: 8) dal settembre 1900 al giugno 1909, dove si distinse per l‟apprendimento della filosofia e delle lingue francese, tedesca e latina6. Durante gli anni ginnasiali, vista la difficile situazione di ristrettezza familiare, il giovane Lev cominciò a impartire ripetizioni private (Nikolaev 2000: 8). Al ginnasio conobbe Ivan Pavlovič Kobeko (Vil‟na, 6.08.1892-?)7
, che divenne uno dei suoi amici più vicini (Clark, Holquist 1991: nota n. 10, 94); la madre di Kobeko, Elena Ivanovna, fu madrina di battesimo di Pumpjanskij8. Altri compagni di ginnasio furono Nikolaj Michajlovič Bachtin (Orël, 1894-Birmingham, 1950), fratello maggiore di Michail, attento studioso dell‟antichità e autore di saggi e poesie (Gardzonio 2003; Gardzonio 2008), e Michail Iosifovič (Osipovič) Lopatto (Vil‟na, 1892-Firenze, 1981), successivamente prosatore e studioso di Puškin (Gardzonio 1995; Gardzonio 1995a; Gardzonio 2010), autore del romanzo Il figlio del diavolo (Lopatto 2011), con cui Pumpjanskij si ritrovò nel corso degli anni universitari a Pietroburgo. Il 22 dicembre 1911 Pumpjanskij ricevette il battesimo da padre Michail Kvjatkovskij presso la chiesa ortodossa della Casa educativa «Iisus Mladenec» a
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CGIA SPb f. 14 (Petrogradskij Universitet), op. 3, d. 61407 (L.V. Pumpjanskij (Pumpjan)), l. 32.
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Ibidem l. 9.
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CGIA SPb, f. 14 (Petrogradskij Universitet), op. 3, ed. chr. 57972 (I.P. Kobeko), l. 6. Kobeko si trasferì in Francia in data ancora da precisare. Di Kobeko si conservano alcuni ricordi da lui scritti in francese, oggi custoditi presso l‟archivio N. Bachtin di Birmingham (Gardzonio 2003: 31, 41). Mentre Ivan Kobeko intraprese la carriera di giurista, iscrivendosi alla facoltà di legge dell‟Università imperiale di S. Pietroburgo, il fratello, Pavel Pavlovič (Vil‟na, 11.06.1897-Leningrado 06.01.1954), si occupò di fisica e, dopo aver ricoperto numerosi incarichi di docente presso l‟istituto politecnico di Leningrado im. Kalinina, nel 1943 fu nominato člen-korrespondent (membro-corrispondente) dell‟Accademia delle Scienze dell‟URSS. Dal 1947 ricoprì la carica di vice direttore dell‟istituto fisico-tecnico di Leningrado (Frenkel‟ 1990: 1).
8
Vil‟na. La madrina, come detto in precedenza, fu Elena Ivanovna Serdjukova9 , di origine nobile, coniugata Kobeko, madre di Ivan Pavlovič10; il padrino fu Vasilij Alekseevič Novočadov, insegnante di lingua greca e latina al ginnasio di Vil‟na, e in onore del quale egli assunse il patronimico Vasil‟evič. La scelta della conversione all‟ortodossia fu una decisione assai meditata, frutto, secondo alcune testimonianze, del superamento di una profonda crisi spirituale (Nikolaev 2000: 9).
1.2. Gli anni universitari a Pietroburgo (1912-1914)
1.2.1Il circolo studentesco romanzo-germanico
Il 27 settembre 1912 Pumpjanskij si iscrisse alla facoltà storico-filologica dell‟Università Imperiale di Pietroburgo (poi di Pietrogrado), da cui fu espulso il 27 febbraio 1914 per non aver rinnovato il pagamento delle relative tasse universitarie11. Nonostante i numerosi corsi seguiti nel semestre autunnale del 1912 e nella primavera del 1913 (introduzione alla linguistica con J.N. Baudouin de Courtenay, introduzione alla filologia germanica con F.A. Brown, storia russa con S.F. Platonov, storia della filosofia con A.I. Vvedenskij, storia della grammatica tedesca con F.A. Brown, psicologia con A.I. Vvedenskij e sanscrito con G.K. Mekler), cinque furono gli esami sostenuti nella sua breve carriera universitaria: lingua francese il 29 novembre 1912, sanscrito il 3 aprile 191312, lingua greca e lingua latina l‟8 aprile 1913 e introduzione alla linguistica l‟8
9
Ibidem, l. 42.
10
CGIA SPb f. 14 (Petrogradskij Universitet), op. 3, d. 61407 (L.V. Pumpjanskij (Pumpjan)), ll. 31, 35 e CGIA SPb, f. 14 (Petrogradskij Universitet), op. 3, ed. chr. 57972 (I.P. Kobeko), ll. 32, 33, 42.
11
CGIA SPb f. 14 (Petrogradskij Universitet), op. 3, d. 61407 (L.V. Pumpjanskij (Pumpjan)), ll. 2, 11, 16. L‟espulsione fu ufficializzata il 26 aprile 1914, quando la cancelleria dell‟Università inviò comunicazione all‟amministrazione di Vil‟na. CGIA SPb f. 14 (Petrogradskij Universitet), op. 3, d. 61407 (L.V. Pumpjanskij (Pumpjan)), l. 4.
12
Pumpjanskij fu ricordato nell‟annuario universitario del 1913 come uno fra gli studenti più attivi del corso di sanscrito condotto dal prof. Mekler (Andreev 1914: 120).
maggio 191313. All‟università fece parte del circolo studentesco romanzo-germanico diretto dal prof. D.K. Petrov, alle cui riunioni del 1912 parteciparono Vasilij Vasil‟evič Gippius (1890-1942) con l‟intervento Opyt ėstetiki Šillera (Esperimento dell’estetica di Schiller) (Ščerbatskij 1913: 85) e nel 1915 Boris Michajlovič Ėjchenbaum (1886-1959) con O poėzii Anna Achmatova (Sulla poesia di Anna Achmatova) (Roţdestvenskij 1916: 188). Pur espulso dalla facoltà, nel 1915 Pumpjanskij continuò a prendere parte agli incontri del circolo e lesse due interventi, «Les Misérables» V. Gjugo kak central’noe proizvedenija francuzskogo romantizma («Les Misérables» di V. Hugo come opera centrale del romanticismo francese) e «Le rouge et le noir» Stendalja («Le rouge et le noir» di Stendhal) (Roţdestvenskij 1916: 188, 235; Nikolaev 2000: 10). La profonda conoscenza della lingua francese permise all‟eclettico studente di affrontare con estrema facilità e ottima capacità analitica lo studio di quella letteratura. Infatti, l‟opera di Hugo e Stendhal, così come quella di altri eminenti nomi come Proust, furono sempre al centro degli interessi storico-letterari di Pumpjanskij, che nelle sue ricerche sulla letteratura dell‟Europa occidentale rimanda ai loro romanzi e alla loro tecnica narrativa. Ne sono testimonianza il saggio O Marsele Pruste (Su Marcel Proust, 1926) (Pumpjanskij 1998), gli inediti Saltykov kak chudožnik (Saltykov come artista, 1939)14, riferito all‟opera del prosatore Saltykov-Ščedrin, e la Literatura Sovremennogo Zapada i Ameriki. 1920-1929 (Letteratura dell’Occidente Contemporaneo e dell’America. 1920-1929, 1930) (AP SPb), nonché l‟articolo edito postumo nel 1940, Turgenev i Zapad (Turgenev e l’Occidente) (Pumpjanskij 1940).
Non è certo se Pumpjanskij abbia preso parte al seminario su Puškin istituito nel 1908 dal prof. Semën Afanas‟evič Vengerov (1855-1920), una serie di incontri che molto entusiasmò gli studenti che vi aderirono, perché «permetteva loro di esprimere liberamente ciò che pensavano» (Any 1994: 15). Sicuramente vi parteciparono l‟amico del ginnasio Lopatto, che nel 1915 presentò un intervento dal titolo Stilističeskij analiz Puškinskoj prozy (Analisi stilistica della prosa di
13
CGIA SPb f. 14 (Petrogradskij Universitet), op. 3, d. 61407 (L.V. Pumpjanskij (Pumpjan)), ll. 17, 20, 24.
14
Puškin) (Roţdestvenskij 1916: 131), Julian Grigor‟evič Oksman15
(1894-1970), il quale nello stesso anno intervenne tre volte presentando Strofy Puškina o dože i dogaresse (Le strofe di Puškin sul doge e la doghessa), Mnimye stichotvorenija Puškina (Le poesie puškiniane di origine spuria), Stichotvorenie Puškina «К ***» (La poesia di Puškin «K ***») (Roţdestvenskij 1916: 131), Mark Konstantinovič Azadovskij (1888-1954), Viktor Maksimovič Ţirmunskij (1891-1971), B.M. Ėjchenbaum (Any 1994: 16; Erlich 19662
: 60, 61) e Jurij Nikolaevič Tynjanov (1894-1943), che nel 1915 presentò una relazione dal titolo Puškin i Kjuchel’beker (Puškin e Kjuchel’beker) (Roţdestvenskij 1916: 131).
1.2.2 Il circolo letterario «Omphalos»
Intorno al 1913, quando gran parte degli studenti di Vil‟na si ritrovò a Pietrogrado16, si costituì il circolo letterario «Omphalos» (dal gr. «ombelico») per iniziativa di Lopatto e Nikolaj Bachtin, a cui si unì con tutta probabilità lo stesso Pumpjanskij, che vi prese parte con i fratelli Nikolaj Ėrnestovič (1899-1942) e Sergej Ėrnestovič (1892-1958) Radlov, l‟uno pittore e l‟altro futuro regista (Bachtin 20022: 58). Il gruppo, secondo la testimonianza di Lopatto e Michail Bachtin, che nelle conversazioni con Duvakin parlò di «Omphalos», riuniva poeti e parodisti conosciutisi a Vil‟na e poi ritrovatisi negli anni universitari a Pietroburgo; essi si dilettavano nella composizione di versi canzonatori e satirici verso la vita, la cultura e le tendenze poetiche contemporanee, specie acmeiste
15
Nello stesso anno Ju. Oksman pubblicò alcuni articoli: nel marzo 1915 uscì sul «Russkij Bibliofil‟» (Il bibliofilo russo) il suo saggio K voprosu o date stichov Puškina o
starom dože i dogaresse molodoj (Per una questione sulla datazione dei versi di Puškin sul vecchio doge e la giovane doghessa). Sulla rivista «Puškinist» (Il Puškinista) –
fortemente voluta da Vengerov – fu pubblicato Programma dramy Puškina o papisse
Ioanne (Il programma del dramma di Puškin sulla papessa Giovanna). Nel 1915 Oksman
curò la bibliografia della rivista «Moskovskij vestnik» (Il messaggero moscovita) (Roţdenstvenskij 1916: 132).
16
N.M. Bachtin e M.I. Lopatto erano coetanei ed entrambi si iscrissero alla facoltà storico-filologica nel 1912. CGIA SPb, f. 14 (Petrogradskij Universitet), op. 3, ed. chr. 65630 (N.M. Bachtin), ll. 10, 11; CGIA SPb, f. 14 (Petrogradskij Universitet), op. 3, ed. chr. 56789 (M.I. Lopatto), ll. 13-25.
(Luščik 1982; Ėdţerton 1990: 223, Nikolaev 2000: 11; Bachtin 20022: 50)17. Nella corrispondenza con Ėdţerton degli anni „70 Lopatto ammise che «Omphalos» costituì per tutti i suoi membri una sorta di laboratorio in cui sperimentare ed elaborare nuove tecniche poetiche così «как музыканты играют гаммы и этюды»18
(Ėdţerton 1990: 223). Ciò che distingueva l‟attività e lo spirito del circolo «Omphalos» era uno spiccato interesse per il mondo antico e la classicità in generale, un interesse talmente vivo e fecondo da alimentare nei giovani studenti di Vil‟na il sogno di un Rinascimento, o meglio, come vedremo nel prossimo paragrafo, di un «Terzo Rinascimento»19. Sappiamo che nelle riunioni di «Omphalos» si discutevano le teorie del comico e del riso, un approccio che fu di fondamentale importanza per Pumpjanskij, il quale successivamente, durante il 1922, si dedicò alla storia della filosofia del riso (Pumpjanskij 2000f) (Infra cap. 5). L‟esperienza del giovane studente con «Omphalos» si concluse verso la fine del 1915-inizio del 1916, quando partì per Nevel‟ come soldato volontario nella seconda divisione d‟artiglieria di riserva (sesta batteria) (Maksimovskaja 2002: 157).
1.2.3 L‟idea di «Terzo Rinascimento»
Negli anni universitari, quando ancora Pumpjanskij ne faceva parte, «Omphalos» fu un‟attiva officina di idee e progetti in cui dominava, oltre all‟ironia e al sarcasmo verso il byt contemporaneo, una fervida passione per l‟antichità, a cui si affiancò un sentito interesse per l‟idea di «Terzo Rinascimento». Per comprendere a pieno il significato del Tret’e Vozroždenie sarà necessario fare un passo indietro e capire il sistema scolastico russo della seconda metà dell‟Ottocento.
17
Nell‟archivio di Lopatto, come suggerisce S. Garzonio, si custodiscono alcune poesie parodiche che deridono lo stile di A. Achmatova. (Gardzonio 1992: 251).
18
«come fanno i musicisti quando si cimentano in esercizi musicali e studi».
19
È Lopatto a ricordare nostalgicamente che tutti «мечтали о Возрождении, несвоевременно, явно ощущая близкое уничтожение всех духовных ценностей.» («se pur in ritardo, sognavano un Rinascimento, percependo chiaramente la vicina distruzione dei valori spirituali».) (Ėdţerton 1990: 222, 223). Evidentemente Lopatto si riferisce alla distruzione di quei valori che percepì la sua generazione di intellettuali nata alla fine del 1800.
Nel 1864 le riforme volute da Alessandro II, che si ispiravano al sistema d‟istruzione tedesco di inizio secolo, avevano reso obbligatorio l‟insegnamento della lingua latina (fino al 1902 anche l‟insegnamento della lingua greca sarebbe diventato tale) (Kelly 1989: 237; Nikolaev 2006: 227, 228). Tutto questo aveva causato due effetti: da una parte, una buona fetta degli studenti russi veniva messa a confronto con i modelli classici e si preparava a essere una vera e propria élite culturale, ma, dall‟altra, il clima avverso in cui le riforme furono varate fecero percepire il greco e il latino come una sorta di «allergia incurabile» (Kelly 1989: 237) o, come disse N. Bachtin, «una pericolosa ed eccitante cospirazione contro le basi della Società Moderna» (Bachtin 1963: 43), visto che c‟era chi esigeva una scuola che offrisse principalmente insegnamenti tecnici e scientifici. Fra coloro che ritenevano di primaria importanza la difesa e il rafforzamento della cultura classica dei giovani vi era Faddej Zelinskij (Tadeusz Zieliński), professore all‟Università Imperiale di Pietroburgo/Università di Pietrogrado dal 1885 al 1921 (Kelly 1989: 237).
Considerato uno dei pochi specialisti (forse l‟unico) di lettere antiche nella Russia imperiale, Zelinskij si adoperò molto per lo studio di Sofocle e della tragedia greca, offrendo contestualmente importanti contributi destinati a rivoluzionare le conoscenze sul dramma comico antico come il Die Gliederung der altattischen Komödie (1885). In generale, il suo impegno per lo sviluppo della cultura classica in Russia rispondeva a un‟esigenza ben precisa: recuperare e rinnovare quella tradizione, perché, come scrisse in Antičnyj mir v poėzii A.N. Majkova (Il mondo antico nella poesia di A.N. Majkov), uscito sul «Russkij vestnik» nel 1899, «все идеи [sic!] которыми эта [русская – G.L.] культура живет, она получила в наследство от античности»20
(Zelinskij 1899: 157). Fu proprio in questo lavoro, seguito dal saggio Drevnij mir i my (Il mondo antico e noi) e Drevegrečeskaja religija (La religione dell’antica Grecia, 1918), che il dotto filologo postulò l‟idea di «Terzo Rinascimento», un concetto che irradiò tutta la cultura russa di inizio Novecento.
Poiché la Russia e gli altri popoli slavi non avevano vissuto a pieno quell‟ondata „rigenerante‟ del Rinascimento europeo che aveva dato vita alle humanae litterae
20
e agli studia humanitatis, Zelinskij riteneva ora indispensabile un Terzo rinascimento – quello slavo appunto – che avrebbe seguito quello italiano (il primo) e quello germanico (il secondo, quello di Winckelmann) a cui il Rinascimento slavo si ispirava direttamente (Nikolaev 2006: 232). Ne Il mondo antico nella poesia di A.N. Majkov egli teorizzava un forte legame fra l‟antichità e la cultura russa, un legame capace di rinnovarsi costantemente, perché nella grandezza culturale della Grecia erano custoditi alcuni «[…] драгоценные понятия [sic!] которыми мы гордимся теперь – и просвещение, и свобода, и нравственнность, и красота, и любовь, и все, все остальное.»21
(Zelinskij 1899: 157).
Allo sviluppo dell‟idea di Tret’e Vozroždenie contribuirono altre due fondamentali figure di letterati, il teorico simbolista Vjačeslav Ivanov e, come ammise lo stesso Zelinskij nel necrologio Pamjati I.F. Annenskogo (In memoria di I.F. Annenskij), la grande personalità e il fine intelletto di Innokentij Annenskij (Kelly 1989: 236; Bočarov 1999: 524).
Come dimostrò nel suo saggio Ėllinskaja religija stradajuščego boga (La religione ellenica del dio sofferente, 1903), Ivanov aveva da sempre prestato molta attenzione al «Secondo Rinascimento» (germanico), riferendosi a esso sia quando parlava di «“новое Возрождение” восемнадцатого века»22 sia quando definì Winckelmann «il fautore della rappresentazione dell‟essenza ellenica come elemento di ordine e misura»23 (Ivanov 1987: IV, 119). La Germania di Winckelmann era stata capace, nella concezione di Ivanov, di risvegliare l‟essenza primigenia della Grecia senza accontentarsi di quel modello unitario di antichità che aveva ispirato gli umanisti italiani di epoca rinascimentale, quel modello in cui erano dominanti più elementi romani che greci (Ibidem: IV, 119, 120). Fu nell‟introduzione alla raccolta Nežnaja tajna. ΛΕΠΤΑ (Tenero mistero. ΛΕΠΤΑ, 1912) che di nuovo il teorico simbolista tornò sull‟idea di Tretij Renessans, manifestando la propria fiducia «nel carattere futuro del nostro umanesimo»:
21
«preziosi concetti di cui noi adesso andiamo fieri: l‟illuminismo, la libertà, l‟eticità, l‟amore e tutto, tutto il resto.»
22
«“nuovo rinascimento del XVIII secolo”.»
23
«Винкельманн – родоначальник представления о эллинской стихии, как элементе строя и меры.»
Автор думает, что античное предание насущно нужно России и Славянству –, ибо стихийно им родственно, – и смело предполагает в числе своих читателей “humaniorum studiorum cultores”24
. (Ivanov 1979: III, 7)
Anche Annenskij si adoperò per l‟idea di «Terzo Rinascimento». Ritenuto fra i più eruditi degli studiosi di cultura e civiltà greca (Kelly 1989: 236), egli ravvivò l‟interesse per il mondo antico spendendosi nella produzione teatrale così come nell‟attività traduttoria dei classici greci. Veniamo a sapere del contributo del drammaturgo all‟idea di «Terzo Rinascimento» dal sodale Zelinskij che, per giustificare le sue correzioni alle traduzioni di Euripide ad opera dell‟amico compianto, affermò nell‟introduzione al secondo tomo di Teatr Evripida (Il teatro di Euripide, 1917) che sia lui che Annenskij avevano vissuto per il «Terzo Rinascimento» (Nikolaev 2006: 232). Effettivamente Annenskij aveva dichiarato che l‟antichità è «жива сила, без которой, может быть, немыслимый самый рост нашего сознания и с которой связано не только наше настоящее, но отчасти и наше будушее.»25
(Nikolaev 2006: 233). C‟è tuttavia da aggiungere che per Zelinskij, Ivanov e Annenskij il culto dell‟antico non era concepito come la norma da imitare, come una ripetizione passiva di una regola estetica fissa, ma significava rinnovare lo stile del classico alla luce del moderno, saperne cogliere i valori universali per riprodurli nel contemporaneo. In tal modo, quindi, si donava al modello antico uno statuto lontano dal canone del classicismo pedissequo. Torniamo a Pumpjanskij.
Come anticipato sopra, a Pietroburgo il giovane studente e i suoi compagni di ginnasio riscoprirono il forte ascendente che esercitava la personalità e l‟opera dei tre alfieri del Tretij Renessans, anche perché Ivanov e la sua «Torre», frequentata sia da Zelinskij che da Annenskij (Kelly 1989: 239), era diventata in quegli anni il simbolo di una nuova generazione di intellettuali. È da notare che proprio l‟idea di Tret’e Vozroždenie rivestì un ruolo fondamentale in gran parte degli studi sul
24
«L‟autore ritiene che la Russia e i popoli slavi necessitino assolutamente della tradizione antica, poiché essa è essenzialmente affine a entrambi e offre con coraggio alla schiera dei suoi lettori l‟“humaniorum studiorum cultores”.»
25
«una forza viva senza la quale, probabilmente, è impensabile la stessa crescita della
nostra coscienza e a cui è legato non soltanto il nostro presente, ma in parte anche il
classicismo elaborati da Pumpjanskij (Infra cap. 4), che fu sempre, come altri rappresentanti della giovane generazione, uno studioso intriso di cultura simbolista (Bočarov 1993: 135, 136; Machlin 1995a: 361; Nikolaev 2000: 16; Nikolaev 2000b: 127; Belous 2007: 367). Non fu un caso, infatti, che il 18 gennaio 1912, una volta a Pietroburgo, Pumpjanskij indirizzò al poeta V.Ja. Brjusov una lettera in cui accennava a un progetto di dizionario delle rime russe, un progetto che, seppur mai portato a termine, dimostra l‟attenzione del giovane filologo agli aspetti metrici tipici degli studi simbolisti:
М<илостивый> Г<осударь> Валерий Яковлевич, собирая, материалы для составления словаря русских рифм, я беру на себя смелость обратиться к Вам за нижеследующей справкой. По некоторым фразам сборника “Далекие и близкие” можно, показалось мне, заключить, что подобным трудом заняты Вы (либо кто иной под Вашим руководством). В этом случае издание моего Словаря (который я к маю собираюсь подготовить к печати), теряет, естественно, всякий смысл, и мне остается, сложив оружие, переслать Вам собранные материалы и некоторые соображения об общем плане Словаря в надежде быть – хотя немного – полезен Вам. С другой стороны, если мое предположение неверно, мне было бы чрезвычайно желательно представить на Ваше усмотрение основные начала, на некоторых я строю громоздкое здание Словаря. В том или ином случае покорнейше прошу не отказать в ответе по прилагаемому адресу <…>26 . (Nikolaev 2000: 10) 26
«Egregio Signor Valerij Jakovlevič, raccogliendo i materiali per la redazione di un dizionario delle rime russe, mi faccio coraggio e Vi scrivo per sottoporVi la seguente relazione. Da alcune frasi della raccolta Vicini e lontani si può dedurre, così mi è sembrato, che anche Voi (oppure qualcun altro sotto la Vostra direzione) siate impegnato in uno studio simile. In tal caso l‟edizione del mio Dizionario (che ho intenzione di dare alle stampe a maggio), perde naturalmente ogni senso; pertanto non mi resta altro che spedirVi, avendo deposto le armi, i materiali raccolti e alcune riflessioni sul piano generale del Dizionario, nella speranza che essi – anche se in minima misura – Vi risultino utili. Se, però, la mia ipotesi non fosse vera, mi farebbe estremamente piacere sottoporre alla Vostra attenzione le fondamenta su cui sto costruendo l‟ingombrante edificio del Dizionario. Nell‟uno o nell‟altro caso Vi chiedo di non negarmi una risposta all‟indirizzo indicato.» Purtroppo non sono state rinvenute tracce circa una possibile risposta di Brjusov, né sappiamo se questi scrisse a Pumpjanskij qualche lettera (Nikolaev 2000: 10). Da notare che dopo la morte di Brjusov (10 gennaio 1924) Pumpjanskij scrisse l‟articolo Pamjati V.Ja. Brjusova (In memoria di V.Ja. Brjusov) (Pumpjanskij 2000u), letto in un incontro nell‟appartamento di Judina (Nikolaev 2000c: 765). Nella primavera 1925 nell‟appartamento di Judina Pumpjanskij presentò altri interventi dedicati ai poeti simbolisti, in particolare a Ivanov e a Blok, ovvero O poėzii V. Ivanova: motiv garantij (Sulla poesia di V. Ivanov: un motivo di garanzia) (Pumpjanskij 2000n) e Russkaja
istorija 1905-1917 v poėzii Bloka (La storia russa 1905-1917 nella poesia di Blok)
Nella sensibilità di Pumpjanskij e dei suoi sodali l‟eredità simbolista e la riscoperta dell‟antichità classica, dunque, assumono una funzione vitale per comprendere l‟evoluzione letteraria tanto della Russia quanto degli altri paesi europei. Saranno queste due sollecitazioni intellettuali a riversarsi nel corpus dell‟opera del nostro e a contraddistinguerla anche nelle fasi più mature.
1.3 Il periodo a Nevel‟ e Vitebsk (1915/1916-1920) e gli anni a Pietrogrado (1920-1922)
1.3.1 Nevel‟ (1915/1916-1919)
Il 26 aprile 1914 la cancelleria dell‟Università Imperiale di Pietroburgo comunicò all‟amministrazione di Vil‟na l‟espulsione dello studente Lev Vasil‟evič Pumpjanskij27. Intorno al 1915-1916 questi si arruolò nel servizio militare (Nikolaev 2000: 11) e partì alla volta della cittadina di Nevel‟, nel governatorato di Vitebsk (Nevel‟ rimase parte del governatorato di Vitebsk fino al 1924) (Nurgaleeva 1998: 124).
Gli anni della leva a Nevel‟ permisero a Pumpjanskij di approfondire il suo interesse per il conflitto bellico del 1914-1918 e sarebbero stati lo spunto per alcuni saggi in forma di appunti scritti nel corso degli anni „20, quando Pumpjanskij si trasferì a Pietrogrado/Leningrado (Micheeva 1988: 30, 31; Nikolaev 2000: 11). Uno di questi lavori, rimasto a oggi ancora inedito, fu accennato in una lettera che lo studioso indirizzò all‟amico filosofo Matvej Isaevič Kagan (governatorato di Pskov, 1889-1937) il 23 marzo 1923; in essa leggiamo:
Дорогой Матвей Исаевич, честь имею просить Вас пожаловать ко мне в воскресенье к 3 ч. дня (ровно) для выслушания продолжения моей работы,
27
CGIA SPb f. 14 (Petrogradskij Universitet), op. 3, d. 61407 (L.V. Pumpjanskij (Pumpjan)), l. 4.
посвященной анализу мировой войны. Кроме Вас, будут только Ив.Ив. Соллертинский и Ив.Ив. Канаев28 . […] Вторая часть излагает битву при Марне и, главное, позиционную войну на Западном Фронте. […]29 . (Kagan 1992: 73)
Pumpjanskij si riferiva evidentemente al prospetto O sociologičeskom interese mirovoj vojny 1914-1918: Opyt filosofskogo analiza (Sull’interesse sociologico del conflitto mondiale 1914-1918: esperimento di analisi filosofica, 1923) (Nikolaev 2000: 11) (AP SPb). Al tema bellico si riferiscono anche molti passi di Letteratura dell’Occidente Contemporaneo e dell’America (LZSiA).
A Nevel‟, a partire dal 1918, Pumpjanskij fu insegnante presso l‟istituto cittadino di istruzione inferiore (Nevel‟skaja edinaja trudovaja škola) (Maksimovskaja 2002: 157) e nel tempo libero impartiva lezioni private, divenendo un assiduo frequentatore delle case dell‟intelligencija locale. Fra le registrazioni che attestano l‟attività privata di insegnamento citiamo quella della traduttrice Rajsa Iosifovna Šapiro (cognome da nubile Papernova, 1898-1987?), amica di un personaggio chiave nella biografia di Pumpjanskij, Marija Veniaminovna Judina (Nevel‟ 28.08. (9.9.) 1899 – Mosca 19.11.1970), futura pianista e insegnante al conservatorio di Pietrogrado/Leningrado, successivamente sodale di Boris Pasternak e dei coniugi Tomaševskij (Judina 1999b: 33):
В 1915-1916 годах я училась латинскому языку у Льва Васильевича Пумпянского, чтобы иметь право сдать экзамены на аттестат зрелости, что давало право на поступление на медицинский факультет. Лев Васильевич был вольноопределяющимся и посещал наш дом в Невеле. Начались занятия… Он занимался очень много, был требовательным и однажды довел мою сестру до обморока. Ему мои успехи не касались особенно блестящими, хотя я уже знала немецкий и особенно хорошо французский, который потом пригодился мне на всю жизнь. Он мне сказал: «Вам бы способности
28Allievo di Pumpjanskij a Vitebsk e Leningrado, Ivan Ivanovič Sollertinskij (Vitebsk
1902-1944) fu critico musicale e direttore artistico della filarmonica di Leningrado. Ivan Ivanovič Kanaev (1893-1983) fu biologo e amico di M. Bachtin che conobbe a Leningrado quando nel 1924 si ricostituì il circolo di Nevel‟. Con il suo nome Bachtin pubblicò Sovremennyj vitalizm (Il vitalismo contemporaneo, 1926). Su Kanaev si veda Taylor 2004.
29
«Caro Matvej Isaevič, ho l‟onore di invitarVi da me domenica verso le 3 del pomeriggio per ascoltare il seguito del mio lavoro dedicato all‟analisi del conflitto mondiale. Oltre a Voi, ci saranno soltanto Ivan Ivanovič Sollertinskij e Ivan Ivanovič Kanaev. […] La seconda parte tratta la battaglia della Marna e, soprattutto, la guerra di posizione sul fronte occidentale.»
Маруси.» Лев Васильевич мне тогда нравился. Высокий, сутуловатый, очень умный30
. (Kuznecov 2008: 17).
Oltre agli Šapiro, a Nevel‟ Pumpjanskij fece spesso visita a una delle famiglie di spicco dell‟intelligencija cittadina, gli Judin, famiglia di medici di origine ebraica (lo zio di M.V. Judina, Abram Gavriilovič (1858-fine anni „20) aveva studiato alla facoltà di medicina dell‟Università di Mosca insieme ad A.P. Čechov) (Dommes 2002: 54, 55). Il padre della futura pianista, Veniamin Gavriilovič (1864-1943) si era sposato due volte. Dal primo matrimonio con Rajsa Jakovlevna Zlanitaja (1868-1918) ebbe cinque figli, due maschi – Lev (1862-1964) anche lui medico, e Boris (1904-1984) – e tre femmine: Flora (Fruma, 1891-?), a cui Judina era molto legata, Anna (1896-1970), futura assistente del presidente dell‟Accademia russa delle Scienze V.L. Komarov, e Marija (1899-1970) (Dommes 2002: 55, 58, 59, 60). Dal secondo matrimonio, invece, nacquero Gavriil31, morto in età infantile, e Vera (1926-2004), a cui si devono numerose testimonianze sulla vita della sorellastra Marija (Judina 2000). Alla fine del 1994 Vera emigrò con la figlia Anna e gli altri suoi tre bambini a Cleveland negli Stati Uniti (Dommes 2002: 61; Judina 2000: 115), dove morì nel 2004 (Kuznecov 2008: 59).
La giovane Marija Veniaminovna si formò al ginnasio femminile di Vitebsk, ma sin dall‟infanzia aveva studiato pianoforte – era solita suonare a ogni festa di compleanno degli amici di famiglia – e aveva preso lezioni dal maestro A.G. Rubinštejn (Kuznecov 2008: 12; Kuznecov 2008a: 19). Dopo aver concluso il conservatorio di Pietrogrado nel 1921, Judina seguì come libera uditrice alcuni
30
«Negli anni 1915-1916 studiai lingua latina da Lev Vasil‟evič Pumpjanskij per ottenere l‟ammissione all‟esame di maturità che mi avrebbe consentito l‟accesso alla facoltà di medicina. Lev Vasil‟evič era soldato volontario e frequentava la nostra casa a Nevel‟. Cominciarono le lezioni… Lui lavorava moltissimo, era esigente, e una volta con le sue lezioni fece svenire mia sorella. I miei risultati non gli sembravano particolarmente brillanti, nonostante io sapessi già il tedesco e molto bene il francese, lingua che poi mi risultò utile per tutta la vita. Mi disse: «Le servirebbero le capacità di Marusja (Marija Veniaminovna Judina – G.L.)». Allora Lev Vasil‟evič mi piaceva. Alto, ricurvo, molto intelligente.»
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Nella famiglia degli Judin vi fu un altro Gavriil, cugino di Marija, direttore d‟orchestra, compositore, da non confondere con il fratello della pianista. Il cugino, infatti, si chiamava Gavriil Jakovlevič (1905-1991) (Kuzina 2000: 29; Kuznecov 2008a: 62) e anche grazie alle sue memorie è possibile ricostruire parte della biografia di Judina.
seminari dei proff. F.F. Zelinskij e V.M. Ţirmunskij e scrisse i primi esperimenti poetici e sinfonici (Judina 1993: 174, 175; Kuznecov 2008: 12)32.
Importante fu la sua conoscenza con Pumpjanskij che, secondo M. Bachtin, aveva esercitato su di lei un‟influenza così forte da determinare l‟avvicinamento della pianista all‟ortodossia (Bachtin 20022: 261, 262). La sera prima del battesimo Pumpjanskij lesse a Judina alcuni testi di padre Pavel Florenskij, figura erudita che la pianista conobbe personalmente nel 1927 (Clark, Holquist 1991: 180; Kuznecov 2008: 13). Contrariamente al volere del padre di Marija, definito da M. Bachtin un uomo intelligente e cinico (Bachtin 20022: 260) e da un‟amica di Judina, Elena Česlavovna Skrţinskaja (1897-1981), severo e «rozzo» (Kuznecov 2008a: 85), Judina ricevette il battesimo ortodosso nel 1919 e acquisì quella fede cristiana che fu fondamento spirituale per il resto della sua vita (Kuznecov 2008: 13).
All‟inizio del 1918 giungeva nella piccola Nevel‟ Michail Bachtin, invitato dallo stesso Pumpjanskij (Pan‟kov 1998: 95; Nikolaev 2000: 12); sempre nel 1918 tornava dalla Scuola di Marburgo anche uno dei più promettenti allievi di Hermann Cohen, già autore di alcune pubblicazioni in lingua tedesca (Clark, Holquist 1991: 72), M.I. Kagan, colui che sarebbe diventato, insieme a Pumpjanskij, Bachtin e Judina, una delle anime ispiratrici della «Scuola filosofica di Nevel‟» (Infra cap. 2).
Sebbene non fosse un grande centro culturale, la Nevel‟ della fine degli anni „10 vide un proliferare di circoli, incontri, serate teatrali a cui parteciparono attivamente la popolazione e l‟intelligencija locale. Fra gli intellettuali presenti non vi erano soltanto quelli che appartenevano al «circolo filosofico di Nevel‟» (Nevel‟skij filosofskij kruţok), ma si contavano anche altre figure che animavano gli incontri pubblici spesso tenuti alla Narodnyj Dom im. Karla Marksa. Fra i tanti ospiti si annoveravano Iosif Naumovič Gurvič, giovane marxista, scenografo e capo del Dipartimento cittadino dell‟Istruzione, e il redattore del quotidiano locale Molot (Il martello) Ja.Ja. Gutman33, i quali ebbero modo di misurarsi con la
32
Sulla biografia di M. Judina, le sue memorie e il suo cospicuo lascito epistolare si guardino più nel dettaglio Judina 1997; Judina 1999; Judina 1999a; Judina 1999b; Judina 2008; Kuznecov 2008; Kuznecov 2008a.
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diversità intellettuale e spirituale della cerchia di Bachtin. Allo stesso gruppo di Bachtin si aggiunsero presto Boris Michajlovič Zubakin (1894-1937) e Valentin Nikolaevič Vološinov (1895 o 1896-1934), l‟uno futuro storico dell‟arte e dei culti primitivi, esuberante massone, e l‟altro prestanome del testo Marksizm i filosofija jazyka (Il marxismo e la filosofia del linguaggio, 1929), appartenuto alla penna di M. Bachtin (Clark, Holquist 1991: 70, 71, 140). Durante il periodo di Nevel‟, in particolare nell‟estate 1919, Pumpjanskij scrisse sei importanti taccuini che, per la copiosità e complessità dei contenuti, analizzeremo nel capitolo successivo (Infra par. 2.2).
1.3.2 Vitebsk (agosto 1919-ottobre 1920)
Nell‟agosto 1919 Pumpjanskij si trasferì a Vitebsk, dove insegnò fino all‟ottobre 1920 (Nikolaev 1992: 222; Nikolaev 2000: 15). I suoi corsi, oltre a essere molto popolari, furono frequentati dal futuro critico musicale e direttore artistico della filarmonica di Leningrado Ivan Ivanovič Sollertinskij, che nel 1940, durante il suo periodo a Novosibirsk, iniziò ad annotare le date e i temi delle lezioni che Pumpjanskij aveva tenuto venti anni prima (Micheeva 1988: 24). A Vitebsk, in data non precisata, ma sicuramente entro l‟ottobre 1920, il filologo diresse il gruppo di studi “Istorija idej evropejskoj kul‟tury” (Storia delle idee della cultura europea) (Ibidem: 27), dopodiché tenne un ciclo di lezioni dal settembre all‟ottobre 1920: il 24 settembre “Filosofskie razmyšlenija ob architekture” (Riflessioni filosofiche sull‟architettura), dal 28 al 30 settembre tre lezioni di “Filosofia della musica”, il 3 ottobre un incontro “O Geheimniss‟e Gëte” (Sul mistero in Goëthe) e dall‟8 al 10 ottobre tre lezioni sulla “Filosofija antičnosti” (Filosofia dell‟antichità) (Ibidem: 28). Nella prima metà degli anni „20 il corso di “Storia delle idee della cultura europea” di cui testimonia Sollertinskij (Ibidem: 27) fu rielaborato e divenne la “Istorija antičnoj kul‟tury, preimuščestvenno literaturnoj” (Storia della cultura antica principalmente letteraria). Di questo secondo corso si possiedono due varianti, una attribuibile agli anni 1921-1922 e l‟altra al 1924 (Nikolaev 1997: 117).
Verso l‟autunno 1920 il gruppo costituitosi a Nevel‟ cominciò a disperdersi e cessò la sua attività nel 1921 quando Kagan partì per Orël, dove insegnò filosofia all‟università (Nikolaev 1992: 222), Zubakin si trasferì a Smolensk per prendere servizio nella sede locale dell‟Istituto archeologico di Mosca, e Judina tornò a Pietrogrado per continuare gli studi al conservatorio. Solo Bachtin raggiunse l‟amico Pumpjanskij a Vitebsk (Clark, Holquist 1991: 76; Maksimovskaja 1999: 601; Nikolaev 2000: 15), dove l‟11 settembre 1920 tenne una lezione dal titolo “Nravstvennyj moment v kul‟ture” (Il momento etico nella cultura) (Micheeva 1988: 28). Nella cittadina di Vitebsk la vita culturale era molto più vivace che a Nevel‟, anche perché, oltre ad avere buoni collegamenti ferroviari con Pietrogrado, Vitebsk offrì rifugio a numerosi intellettuali, la cui attività culturale fu sovvenzionata dal governo locale. Se prima della rivoluzione si contava solo un centro musicale, negli anni „20 Vitebsk ospitava un conservatorio, cinque scuole di musica, un‟orchestra sinfonica, un museo artistico e un‟Accademia delle arti fondata da Mark Chagall (Clark, Holquist 1991: 77, 78). Oltre a partecipare intensamente alle frequenti manifestazioni culturali e artistiche – non a caso entrambi dettero vita a un vivace gruppo di discussione al conservatorio (Clark, Holquist 1991: 80) –, Pumpjanskij e Bachtin cercarono di ricreare quell‟ambiente simposiaco di Nevel‟, acquisendo nuovi membri, fra cui il citato Sollertinskij e Pavel Nikolaevič Medvedev, allora rettore dell‟Università proletaria di Vitebsk. La cerchia, dunque, si allargò e divenne un vero e proprio atelier filosofico-letterario, in cui si discutevano argomenti di diversa natura e a cui di tanto in tanto prendevano parte anche Zubakin, Kagan e Judina (Clark, Holquist 1991: 76, 80). Se fino al 1920 l‟attività del circolo aveva trovato come interlocutori la popolazione locale di Nevel‟ e Vitebsk, d‟ora in poi, come mostreremo nei paragrafi successivi, essa si misurò con gli ambienti intellettuali di Pietrogrado, in cui, dopo gli stenti della guerra civile, si ricominciò a pieno regime l‟attività letteraria, editoriale e culturale. Fu in tale temperie e in tale contesto che Pumpjanskij, così come Bachtin, dette forma concreta alle idee elaborate nel periodo 1919-1920, dando vita a un acceso dibattito con i vol’filovcy prima, e con i formalisti e i marxisti poi.
1.3.3 Pietrogrado (ottobre 1920-aprile 1922)
1.3.3.1 La partecipazione a «Voskresen‟e»
Nell‟ottobre 1920 Pumpjanskij si trasferì a Pietrogrado, dove partecipò insieme a Judina alle riunioni del circolo religioso «Voskresen‟e» (Resurrezione), fondato dal filosofo Aleksandr Aleksandrovič Mejer (1875-1939), dal pensatore religioso ed ex rivoluzionario Georgij Petrovič Fëdotov (1886-1951), poi emigrato in Francia nel 1925, e dall‟antropologo Nikolaj Pavlovič Anciferov (1889-1958). Il circolo fu costituito a Pietrogrado alla fine del 1917 e fu chiuso nel dicembre 1928 per «attività controrivoluzionaria» volta alla restaurazione del vecchio regime (Savkin 1991: 107; Antonov 1999: 288). Molte sono le accuse – e le congetture da esse generate – contro il composito «gruppo di Mejer». Alcuni studiosi, reinterpretando le dichiarazioni dei membri del circolo, definiscono «Voskresen‟e» «una società occulta di evidente carattere massonico», costituitasi in funzione antibolscevica per propagandare il rinascimento della cultura e della religione cristiana (Bračëv 2000: 395, 399, 400, 411). In realtà, queste affermazioni sono vere solo in parte e comunque mal impostano la questione «Voskresen‟e», presentata soltanto decontestualizzando le singole testimonianze rilasciate dai promotori dell‟associazione. Il circolo, così come molti altri gruppi nati negli anni „10 (si veda la stessa «Vol‟fila», Infra par. 1.3.3.2 e cap. 3), era uno «spazio aperto», in cui si misuravano anime assai differenti tra loro sia per professione che per convinzioni politiche e credo religiosi: S.A. Askol‟dov, il letterato E.P. Ivanov, l‟artista P.F. Smotrickij, lo storico I.M. Grevs e gli stessi Pumpjanskij e Judina (Fëdotov 1991: XI, XII; Anciferov 1992: 325; Antonov 1999: 289, 293, 297, 306; Semënova 2003: 64, 65). Durante gli incontri si leggevano le Sacre Scritture, si discuteva di storia delle religioni, di arte e di letteratura, si dibatteva sul rinascimento spirituale della Russia e sulla riscoperta dei valori cristiani (Antonov 1999: 289, 293, 297, 306); come dichiarò Anciferov, i partecipanti «pensavano insieme» (Savkin 1991: 106), cercavano, come disse lo stesso Pumpjanskij, di «ripensare tutte le categorie del pensiero moderno nei termini della tradizione russo-ortodossa» (Clark, Holquist 1991: 163). Molti sono
i pareri – talvolta contraddittori – sul fine perseguito dall‟associazione: c‟è chi sostiene che «Resurrezione» fosse un gruppo di opposizione al regime bolscevico che negava l‟ideale socialista di collettivo in favore invece della libertà del singolo (Isupov 1992: 98; Savkin 1991: 106); ci sono invece altri studiosi che ritengono che «la maggioranza dei membri di Voskresenie [sic!] non era in particolare contrasto con i bolscevichi» (Clark, Holquist 1991: 171). Proprio perché le questioni che interessano più nello specifico la natura e il dibattito interno al circolo di Mejer risultano assai complesse, ci sembra fuorviante avvicinare un così denso progetto filosofico a quello di una «loggia massonica». Sarebbe forse più appropriato cercare nei presupposti della dottrina dei tre promotori del circolo alcuni tratti del personalismo e del protoesistenzialismo religioso di Berdjaev e S. Bulgakov, o capire come essi si siano rapportati al messianismo di Mereţkovskij, piuttosto che tentare di trovare le tracce di un oscuro disegno ordito da cospiratori professionisti.
Per quanto concerne Pumpjanskij, sappiamo che insieme a Judina partecipò alle riunioni di «Voskresen‟e» appena giunto a Pietrogrado a partire dall‟autunno 1920 (Clark, Holquist 1991: 170), anche se non possiamo stabilire né a quali di questi incontri prese parte né per quanto tempo fu frequentatore del circolo. Dai dati sinora raccolti possiamo tuttavia affermare che la sua partecipazione al gruppo di Mejer si limitò ai primi periodi a Pietrogrado. Il 24 dicembre 1928 Pumpjanskij fu arrestato, probabilmente con la stessa accusa con cui fu trattenuto M. Bachtin34, ovvero «attività controrivoluzionaria nell‟organizzazione antisovietica “Resurrezione”» (Antonov 1999: 288; Semënova 2003: 68). A differenza di Bachtin, costretto dopo la commutazione della condanna a sei anni di confino a Kustanaj, Pumpjanskij fu rimesso in libertà quattro giorni dopo, il 28 dicembre, perché, come recano alcuni documenti, il suo rilascio non avrebbe compromesso l‟andamento successivo delle indagini35
(Medvedev 1999: 90). Dell‟arresto di Pumpjanskij racconta Anciferov, che sostiene di aver incontrato il critico al «Dom knigi» qualche tempo dopo il suo rilascio:
34
Vista la mancanza di dati e testimonianze, non è certa la partecipazione di M. Bachtin a «Voskresen‟e» (Clark, Holquist 1991: 170; Savkin 1991: 109, 110).
35
Вскоре в «Доме книги» на лестнице я встретил Пумпянского. Он шарахнулся от меня, как от заразного. А месяц спустя там же сам подошел ко мне и тихо сказал: «Прошло уже время, и я могу говорить, не волнуя вас [sic!] Следователь, ведущий дело Мейера, просил меня передать вам и М.В. Юдиной, чтобы вас не беспокоил арест Мейера. Вас к этому делу не привлекут.» Видя мое удивление, Пумпянский поспешно добавил: «Вы, может быть, не знаете, что я был тоже арестован, а теперь на воле. Я молчал месяц, чтобы вы [sic!] поверили моим словам. Месяц прошел, а ни вас [sic!], ни М.В. Юдину не трогают. Теперь вы можете положиться на обещание следователя.»36 (Anciferov 1992: 327)
Oltre alla testimonianza di Anciferov, non sono stati rinvenuti altri dati che facciano chiarezza sulla partecipazione di Pumpjanskij al circolo di Mejer.
1.3.3.2 L‟esperienza di «Vol‟fila» (febbraio 1921-aprile 1922)
Nel febbraio 1921 Pumpjanskij prese parte alla «Libera Associazione Filosofica di Pietrogrado» (Petrogradskaja Vol‟naja Filosofskaja Associacija, «Vol‟fila») (Infra cap. 3), un circolo fondato da un gruppo di scrittori, critici, artisti e altri rappresentanti della cultura che entrarono nella storia della società russa con il nome di «Skify» (Sciti). «Skify» era il nome dell‟almanacco le cui due raccolte videro la luce fra la metà del 1917 e gli inizi del 1918.
Uno dei soci fondatori di «Vol‟fila» fu il critico Razumnik Vasil‟evič Ivanov-Razumnik (1878-1946), che nella prima metà degli anni „10 aveva condotto le sezioni letterarie della rivista neopopulista «Zavety» (Precetti) e della casa editrice «Sirin» che pubblicava principalmente testi di scrittori simbolisti e modernisti. Attorno alla sua figura si radunarono, fra gli altri, il poeta simbolista Andrej Belyj (1880-1934), il filosofo Aaron Štejnberg (1891-1975) e il teorico d‟arte Konstantin Ėrberg (1871-1942).
36
«Poco tempo dopo [l‟arresto] incontrai Pumpjanskij sulle scale del «Dom knigi». Mi evitò come se fossi un appestato. E un mese dopo, sempre lì, lui stesso mi si avvicinò e mi disse a bassa voce: “È già passato un po‟ di tempo e posso parlare senza spaventarVi. L‟inquirente assegnato al caso Mejer mi ha chiesto di riferire a Voi e a M.V. Judina di non preoccuparvi per l‟arresto di Mejer. Voi non siete implicati in questa faccenda.” Vedendo il mio stupore, Pumpjanskij aggiunse in tutta fretta: “Voi forse non lo sapete, ma io sono stato arrestato; ora però sono libero. Sono rimasto un mese in silenzio, affinché Voi credeste alle mie parole. Il mese è passato e non hanno toccato né Voi né M.V. Judina. Ora potete credere alla promessa dell‟inquirente.”»
Con tutta probabilità Pumpjanskij si iscrisse a «Vol‟fila» non più tardi della metà del febbraio 1921, visto che il suo nome compare nella lista dei relatori dell‟associazione redatta proprio in quei giorni (Belous 2005: II, 113); a «Vol‟fila» il critico lesse circa una ventina di interventi (Infra cap. 3).
Una prima tensione con i membri dell‟associazione si registrò nell‟incontro tenutosi il 7 aprile 1921, in cui fu decisa la riorganizzazione della società filosofica in base al progetto proposto da Ivanov-Razumnik (Belous 2005: II, 130-140). Alla riunione presero parte, fra gli altri, R. Ivanov-Razumnik, A. Belyj, Konst. Ėrberg, A. Štejnberg e A. Veksler e durante la discussione fu abolito il gruppo di studi sulla filosofia etica condotto da Pumpjanskij, nonostante il filologo avesse espresso il suo duro dissenso (Infra par. 3.2.1). Dopo questo primo scontro, i rapporti continuarono a incrinarsi, soprattutto in seguito alla lettura dell‟intervento di Pumpjanskij “Ob antroposofii” (Sull‟antroposofia) (Belous 2005: II, 156), che suscitò l‟ira e lo sdegno di Belyj (Ibidem: 704, Infra par. 3.2.2), e “Ob antisemitizme” (Sull‟antisemitismo) che invece trovò dei duri oppositori in Aleksandr Mejer e Michail Tubjanskij (Infra par. 3.2.3). L‟ultimo intervento di Pumpjanskij alla «Vol‟fila» fu “O nravstvennom i umstvennom sostojanii sovremennoj Rossii” (Sulla condizione etica e intellettuale della Russia contemporanea) di cui ricorda, anche se in modo un po‟ confuso, Aaron Štejnberg (Infra par. 3.2.4).
1.3.3.3 I primi mesi di docenza all‟istituto Tenišev
Il 15 marzo 1921 all‟istituto Tenišev, una struttura al n. 35 di Mochovaja ulica nata alla fine del XIX secolo per volere dell‟etnografo e sociologo il principe Tenišev, Pumpjanskij tenne una lezione dal titolo “O geroizme” (Sull‟eroismo), lezione a cui partecipò Sollertinskij (è grazie ai suoi diari, come già detto, che veniamo a conoscenza dei corsi tenuti da Pumpjanskij a Vitebsk così come al Tenišev). Il 17 marzo 1921 Pumpjanskij lesse una lezione del corso “Opyt postroenija sistemy nravstvennosti” (Esperimento di costruzione del sistema di eticità) presso la «Libera Associazione Filosofica» (Vol‟naja Filosofskaja
Associacija, «Vol‟fila», Infra par. 1.3.3.2 e cap. 3) (Micheeva 1988: 28, 29). Nel marzo 1921 presso la sua dimora sul Lermontovskij prospekt il critico ospitò Sollertinskij, il quale, dopo il 6 maggio 1921, trovò un appartamento e un‟occupazione anche grazie al prezioso aiuto del suo maestro. Nel frattempo Pumpjanskij era divenuto a tutti gli effetti un insegnante al Tenišev, prestigioso istituto dove studiavano i figli dell‟intelligencija di Pietrogrado (Micheeva 1988: 30, 31).
1.4 Pietrogrado-Leningrado (1923-1940)
1.4.1 La nuova «Scuola di Nevel‟» (1923-1927)
Nel 1924, con l‟arrivo di Bachtin a Leningrado, si ricostituì la Scuola di Nevel‟, a cui prese parte anche Pumpjanskij. Gli anni leningradesi furono i più fecondi dell‟attività scientifica del nostro e possono essere suddivisi in tre ulteriori periodi: «neveliano» (1923-1927), «sociologico» (1927/1928-1932) e «accademico» (1932-1940). Nonostante questa ripartizione apparentemente rigida e convenzionale, è possibile rintracciare delle caratteristiche comuni a tutti e tre i diversi momenti del percorso critico-letterario.
Dopo l‟esperienza di Vitebsk, che si era conclusa nell‟ottobre 1920, la nuova Scuola di Nevel‟ a Leningrado acquisì ulteriori membri. Fra i partecipanti occasionali figurava Nikolaj Iosifovič Konrad (1891-1970), accademico e orientalista (Marcialis 1982) che compare anche negli appunti di Pumpjanskij del maggio-giugno 1924; oltre a lui, si annoverava fra i membri del gruppo lo scrittore Konstantin Konstantinovič Vaginov (1899-1934), la cui personalità e la cui opera rivestirono un ruolo di primaria importanza nella biografia di
Pumpjanskij37 (Infra par. 1.4.2.1). Più costanti erano le frequentazioni del geologo Boris Vladimirovič Zalesskij (1887-1966), del già citato Ivan Kanaev e dell‟indologo Michail Izrailevič Tubjanskij (1893-1943).
Solitamente gli incontri della nuova Scuola di Nevel‟ si svolgevano nell‟appartamento di Judina o di Medvedev e non avevano né una cadenza fissa né un numero preciso di partecipanti. Il repertorio degli argomenti era molto ricco ed eterogeneo: da Kant a Freud, da Proust a Bergson, dalle questioni di teologia all‟interesse per il paranormale, dal marxismo al metodo formale. Come dimostrano gli appunti di Pumpjanskij, durante i singoli incontri un membro del gruppo preparava un breve compendio o l‟analisi di un‟opera filosofica, leggeva il proprio lavoro agli altri e sulla base del materiale letto si apriva la discussione (Clark, Holquist 1991: 141-143; Marcialis 1983: 119, 279). L‟intervento di Pumpjanskij <O marksisme> (<Sul marxismo>) (Pumpjanskij 2004), che testimonia l‟avversione di gran parte dei nevel’cy verso le teorie marxiste (Nikolaev 2004a: 327) (Infra cap. 2), fu letto e discusso proprio in uno di questi simposi definiti «kantiani» dagli stessi partecipanti (Marcialis 1983: 120; Kuznecov 2008: 12).
Nel 1923-24 Pumpjanskij continuò la sua attività di docenza presso il Tenišev, dove tenne una serie di corsi dedicati a Gogol‟, in particolare all‟analisi delle Večery na chutore bliz Dikan’ki (Le veglie alla fattoria di Dikan’ka), Mirgorod e Nos (Il naso) (Nikolaev 1986: 92), e alle poetiche classiciste. Nell‟ambito della disamina del classicismo russo furono letti il Kurs “Istorija novoj russkoj literatury” (Corso “Storia della letteratura russa moderna”, 1921-1922)38 e il
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Pumpjanskij conobbe il giovane Vaginov alla fine del 1922 in «Zvučaščaja rakovina» (La conchiglia sonante) di Nikolaj Gumilëv. Con Vaginov nacque subito una profonda intesa che si rafforzò nel 1924 quando il poeta fece la conoscenza di Bachtin e prese parte ad alcune riunioni della Scuola di Nevel‟ a Leningrado. La poesia di Vaginov era molto apprezzata da Pumpjanskij, che nel 1926, in occasione dell‟uscita del nuovo volume
Stichotvorenija (Poesie), lesse un intervento dedicato al suo sodale (Infra par. 1.4.2.1). 38
Oltre alla trattazione dei poeti Trediakovskij, Lomonosov, Derţavin, parte del corso fu dedicata alla poetica di Lermontov. Tale sezione fu scritta dal 17 maggio al 21 luglio 1922 e pubblicata per la prima volta nel 2000 (Pumpjanskij 2000e; Nikolaev 2000c: 824). Sul poeta Pumpjanskij ritornò più tardi durante il cosiddetto periodo «accademico», scrivendo l‟articolo uscito postumo Stichovaja reč’ Lermontova (Il linguaggio poetico di
Lermontov) (Pumpjanskij 1941). Un altro breve saggio dedicato al XVIII secolo è <O
saggio Istorija russkoj klassičeskoj literatury (Storia della letteratura classicista russa, 1923), a loro volta rielaborati nella variante incompiuta K istorii russkogo klassicizma39 (Per una storia del classicismo russo, 1923-24) (Nikolaev 2000c: 651) (Infra cap. 4).
Dal punto di vista professionale, fatta eccezione per il servizio di docenza al Tenišev, Pumpjanskij non riscosse molta fortuna negli anni „20. Dopo il 1923 non ebbe un‟occupazione fissa, anche se la mancanza di un impiego stabile non sembrava dargli particolari preoccupazioni, perché in questo modo, come sostengono alcuni studiosi, poteva «perseguire la vita della mente» (Clark, Holquist 1991: 149). A causa delle ristrettezze economiche fu costretto a vivere a casa di amici (per un periodo rimase da Medvedev) e sbarcava il lunario impartendo lezioni a privati cittadini oppure a bibliotecari, indirizzando gli acquisti librari delle loro biblioteche (Clark, Holquist 1991: 149).
Agli anni 1923-1925 appartengono i suoi appunti sull‟attività della Scuola di Nevel‟ a Leningrado, in cui l‟autore non riporta soltanto le lezioni tenute da Bachtin, ma anche le vivaci discussioni che si svilupparono all‟interno del gruppo (Nikolaev 1992: 246). Vediamo nel dettaglio questa serie di annotazioni.
Il primo ciclo di appunti, pubblicato così come gli altri solo nel 1992 (Pumpjanskij 1992), registra un dibattito probabilmente avvenuto tra la fine di maggio e gli inizi di giugno 1924 fra Tubjanskij, Konrad e Bachtin attorno all‟intervento che Pumpjanskij lesse sull‟opera dello studioso dei fenomeni psichici Frederick Myers (1843-1901). Come dimostra l‟elenco di libri studiati, letti e consultati che Pumpjanskij annotò in quegli anni (Spisok), fra la metà del 1923 e la metà del 1924 il critico di Vil‟na si era occupato con zelo dello studio della letteratura sui fenomeni metapsichici e parapsicologici, annotando riflessioni sui libri del premio Nobel per la medicina Charles Robert Richet (1850-1935) e
dell‟opera di Radiščev, si indagano le fonti illuministe del carattere statale russo e del classicismo russo.
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Intorno alla metà degli anni „20 Pumpjanskij approfondì la lettura di Orazio e Virgilio. Attraverso l‟analisi delle poetiche dei due poeti latini Pumpjanskij intendeva comprendere la radice comune fra la letteratura europea e quella russa, ovvero quell‟antichità che non soltanto rimaneva fonte perenne di ispirazione, ma che nel corso dei secoli aveva rinnovato il suo modello. Agli studi di letteratura e cultura latina è dedicato il quaderno custodito nell‟archivio privato del critico, Latin studies, pubblicato in parte nel 2000 (Nikolaev 2000: 16; Nikolaev 2000c: 681-684). In esso si rintracciano i tratti comuni fra la letteratura europea e quella russa.
degli psicologi e filosofi William James (1842-1910) e Henri Louis Bergson (1859-1941). Un posto importante nei quaderni del 1923-1925 è occupato da una sintesi dettagliata del libro Human Personality di Myers in cui Pumpjanskij riflette sui fenomeni sovrannaturali, fornendone una sua interpretazione. Nella primavera del 1925 il nostro scrisse il saggio K kritike Ranka i psichoanaliza (Per una critica di Rank e della psicoanalisi), in perfetta sintonia con i lavori di Bachtin Po tu storonu social’nogo (Contrapposto al sociale, 1925) e Frejdizm (Freudismo). Nell‟articolo l‟autore delegittima sia la validità della psicanalisi che l‟efficacia della filosofia della cultura nata direttamente da essa. Pumpjanskij asserisce che Il trauma della nascita di O. Rank (1924) è semplicemente un modo per eludere lo studio scientifico e applicare indistintamente un unico principio universale, poiché esso tenta di spiegare il significato dei fenomeni religiosi e della cultura umana attraverso processi fisiologici (Pumpjanskij 20002b).
Ma Pumpjanskij non fu il solo della Scuola di Nevel‟ ad avvicinarsi allo studio del paranormale. Insieme a lui, infatti, troviamo la pianista Judina, che in una lettera del 30 agosto 1928 all‟amico di vecchia data, il compositore Michail Fabianovič Gnesin (1883-1957), scrisse: «знающий личного Бога, “знает лишь бессмертие спасения или бессмертие осуждения” – (так однажды Михал Михалыч <Бахтин> как рукой снял увлечение наше “метапсихикой”, интересом к “нейтральному” загробному миру).»40
(Judina 1993: 181). È evidente, dunque, che in quegli anni le teorie della psicanalisi furono oggetto di costante discussione nelle riunioni della Scuola di Nevel‟ (Nikolaev 2000a: 47).
Fra il 1923 e il 1925 Pumpjanskij scrisse due saggi, O vozmožnom značenii razvitija metapsichičeskich nauk (Sul possibile significato dello sviluppo delle scienze metapsichiche) e O vozmožnom posledstvijach razvitija metapsichičeskich nauk (Sulle possibili conseguenze dello sviluppo delle scienze metapsichiche), in cui, attraverso lo studio di fenomeni metapsichici, vengono pronosticate le conseguenze che il progresso futuro avrebbe avuto per la filosofia, la cultura e la vita dell‟umanità. Dal luglio 1924 nei quaderni di Pumpjanskij non si incontrano
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«chi conosce il Dio personale “conosce soltanto o l‟immortalità della salvezza o l‟immortalità della condanna” (così una volta Michail Michalyč <Bachtin> cancellò come per incanto la nostra passione per la “metafisica con l‟interesse per il “neutrale” mondo dell‟aldilà).»
più note sul tema dei fenomeni metapsichici (Nikolaev 1992: 246, 247). Solo alla fine degli anni „20 ricomparve la questione del soprannaturale e dell‟elemento misterioso in Gruppa «tajnstvennych povestej», uno degli articoli che Pumpjanskij dedicò a Turgenev (Pumpjanskij 1929c).
La seconda serie di annotazioni che appartiene probabilmente al luglio 1924 (Pumpjanskij 1992a) riguarda un ciclo di lezioni tenuto da Bachtin sul tema dell‟eroe e dell‟autore nella creazione letteraria. Dagli appunti di Pumpjanskij emerge la trattazione delle categorie «prostranstvo» (spazio) e «vremja» (tempo), poi discusse da Bachtin in Avtor i geroj v ėstetičeskoj dejatel’nosti (L’autore e l’eroe nell’attività estetica) e in Problema soderžanija, materialy i formy (Il problema del contenuto, del materiale e della forma). Poiché l‟inizio del lavoro L’autore e l’eroe nell’attività estetica è andato perduto, è possibile utilizzare gli appunti di Pumpjanskij per avere un‟idea sul contenuto della prima parte del testo bachtiniano (Nikolaev 1992: 247) .
Un terzo gruppo di appunti, trascritto nel luglio 1924 (Pumpjanskij 1992b), riguarda la lettura dell‟intervento di Bachtin Problema obosnovannogo pokoja (Il problema della quiete motivata) e può essere considerato un estratto de L’autore e l’eroe nell’attività estetica, che intendeva elaborare una filosofia della religione (Nikolaev 1992: 249).
La quarta sezione riporta nove lezioni tenute da Bachtin, di cui due soltanto datate (la quarta al 25 ottobre 1924 e la sesta al 16 novembre dello stesso anno) (Pumpjanskj 1992c: 241, 243); in esse vengono discusse nel dettaglio le parti iniziali de La critica della ragion pura di Kant (Nikolaev 1992: 250). La settima, l‟ottava e la nona lezione furono trascritte con tutta probabilità nell‟ottobre 1925, poiché la quinta sezione, collegata alla precedente per il contenuto analizzato, è datata 1° novembre 1925 (Pumpjanskij 1992c). In queste ultime tre lezioni Pumpjanskij registrò le tesi dell‟intervento letto da Tubjanskij sulla filosofia della religione, in particolare sulla questione della «Otkrovenie» (Rivelazione), ma anche la replica e le obiezioni mosse da Bachtin all‟amico orientalista (Pumpjanskij 1992c: 244, 245).
Nella quinta e ultima parte degli appunti, datata 1° novembre 1925, Bachtin continua la discussione sul valore e il significato di «Rivelazione» suscitata dall‟intervento di Tubjanskij (Pumpjanskij 1992d).
1.4.2 La svolta sociologica (1927/1928-1932)
A cavallo fra il 1927 e il 1928 Pumpjanskij scrisse Poėzija Tjutčeva (La poesia di Tjutčev), pubblicata nel 1928 nell‟almanacco «Uranija» (Pumpjanskij 1928a). Nonostante di lì a poco si registri il passaggio a posizioni di tipo sociologico, in Poėzija Tjutčeva non si rintracciano i prodromi di tale prospettiva, ma si trovano alcune interessanti osservazioni sulle interpretazioni simboliste e metafisiche dei fenomeni della cultura; nel saggio, inoltre, lo studioso apprezza i lavori di Tynjanov, in particolar modo Tjutčev i Gejne (Tjutčev e Heine, 1922) (Tynjanov 1977: 29-37), Vopros o Tjutčeve (La questione su Tjutčev, 1923) (Ibidem: 38-51) e il libro Problemy stichotvornogo jazyka (Problemi del linguaggio poetico 1924, Tynjanov 2010)41, ma dimostra anche stima nei confronti dei saggi di Ėjchenbaum, soprattutto la sezione dedicata alla poetica di Tjutčev nel libro del 1922 Melodika russkogo liričeskogo sticha (La melodica del verso lirico russo, Ėjchenbaum 1973).
L‟attività culturale e filosofica che aveva caratterizzato gli anni a Nevel‟ e si era prolungata fino al 1925 si concluse intorno al 1927, quando Pumpjanskij rinnegò bruscamente l‟orientamento di studi sino ad allora seguito per assumere posizioni di tipo sociologico (Clark, Holquist 1991: 157; Machlin 1995a: 363; Nikolaev 2000: 22; Nikolaev 2004a: 323). La sua svolta lasciò attoniti i conoscenti e gli amici e venne così descritta da Nikolaj Čukovskij, allievo di Pumpjanskij al Tenišev: Льва Васильевича Пумпянского я тоже знал хорошо. В течение нескольких месяцев он преподавал у нас в Тенишевском историю русской литературы, и преподавал превосходно. […] Осенью [1925], в течение одного месяца, с ним произошел крутой поворот – он стал марксистом. Произошло это не без 41
Ci permettiamo di segnalare che la traduzione italiana è spesso imprecisa e priva di apparato critico che ne agevoli la comprensione (Tynjanov 1968).