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Capitolo 1 Saline di Volterra

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Academic year: 2021

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Capitolo 1

Saline di Volterra

1.1 La frazione di Saline

Saline di Volterra è un vivace centro situato ai piedi del Comune di Volterra (PI), di cui risulta una celebre frazione. La sua importanza, nel passato e nel presente, deriva dagli impianti salinatori. Ma il sale di Volterra, pregiato e un tempo diffuso in tutta la Toscana, è oggi difficile da trovare.

Figura 1: Inquadramento territoriale: Regione Toscana e Comune di Volterra

La frazione di Saline si trova all’incrocio di due strade molto frequentate: la S.S. 68 da Cecina a Volterra, e la S.S. 439 da Pontedera a Pomarance. Tale frazione si trova ad un altitudine di 80 m s.l.m.

1.1.1 Cenni storici

Le sorgenti di acqua salata, dette “moie”, dal latino muria che significa “acqua salata”, affioravano ai piedi del colle di Volterra su tutto il territorio del Comune e furono sfruttate sin dai tempi degli etruschi.

Una delle prime notizie storiche sullo sfruttamento delle saline è del 981, quando dopo la scoperta dei grandi giacimenti a Halle in Sassonia, l’imperatore Ottone II

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chiamò in Germania alcuni salinatori di Volterra per insegnare la tecnica della lavorazione del sale agli abitanti di Halle.

Prima del Mille le moie appartenevano al vescovo di Volterra. A partire dal 1203-1204 il Comune cominciò a sottrarre le moie al vescovo, acquistando sistematicamente pozzi o parti di pozzi. Sull'estrazione del sale si fondò, per tutto il Medioevo, l'economia della Val di Cecina e della stessa Volterra.

Dopo la conquista fiorentina di Volterra (1472), le miniere saline furono sfruttate dalla famiglia Medici, ma fu solo con i Lorena che l'estrazione acquisì caratteri industriali.

Figura 2: Carta di Volterra e dei suoi dintorni da Iacopo del Massaio nel 1472 per Federico da Montefeltro che conquistò la città

Fu in particolar modo, a partire dal 1787, il Granduca Pietro Leopoldo a dare impulso al rinnovamento del complesso. Nel 1790, infatti, fu innagurato il nuovo stabilimento delle saline, chiamate “fabbriche leopoldine” o “Moie di San Leopoldo” le quali comprendevano anche l’alloggio centrale dei salinatori “Palazzo dell’orologio”.

L’impianto ha funzionalo fino alla prima guerra mondiale con innovazioni di vario genere apportate durante l’Ottocento, come le “trombe aspiranti” per estrarre l’acqua dai pozzi , più tardi, la perforazione del suolo in cerca delle lenti e il pompaggio dell’acqua con pompe ad aria compressa e a elettrictà poi. Più volte venne modificato il Botro di Santa Maria, che scorre tra lo stabilimento e la ferrovia, per dare nuovo spazio agli impianti.

L’abitato di Saline nacque e crebbe con la fabbrica leopoldina; nel 1833 contava 336 abitanti e le saline avevano circa 200 dipendenti. Nel 1846 venne costruita la strada per Pontedera, negli anni tra il 1860 e 1870 si costruirono le prime case

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lungo la Via Salaiola e il 20 ottobre 1863 venne terminata e inagurata la linea ferroviaria Cecina-Saline. Il trasporto del sale avvenne da allora su rotaia. Nel 1876 il borgo contava 905 abitanti. Nel 1912 fu realizzata una ferrovia a cremagliera da Saline a Volterra, disattivata nel 1958.

Figura 3: Particolare della cremagliera da Saline

Nell’agosto 1944 le saline vennero completamente distrutte dalle truppe tedesche in ritirata.

Dopo la guerra si riprese la produzione con l’antico sistema delle fascine di legna, che si protrasse fino al 1947, in cui si ripristinà l’impianto a pressione ridotta.

Dal 1965 entrò in funzione un ulteriore impianto di evaporazione in termocompressione.

Tuttavia la produzione del sale subì un rapido declino.

Intanto il borgo ebbe una continua crescita, in particolare con l’insediamento di altre fabbriche negli anni ’60: cosi la Smith-Tool International, stabilimento metalmeccanico, gli stabilimenti chimici della SAMATEC, e dal 1987 l’industria meccanica della Larderello Impianti.

Da sottolineare che l’aumento di popolazione (da 1203 unità del 1951, a 1415 nel ’61, e a 1534 nel ’91) aveva trovato un primo riscontro nell’ampliamento del centro urbano in nuovi quartieri che si espandono sulle colline in direzione Pomarance. Ad oggi Saline conta 1253 abitanti.

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Page 4 1.1.2 Inqudramento geografico

L’edificio preso in esame, in questo lavoro di Tesi è la Scuola Media di Saline. Essa si trova in Via della Stazione nelle immediate vicinanze della stazione ferroviaria, oggi completamente dismessa e in evidente stato di abbandono. Come verrà evidenziato nel corso dei successivi paragrafi, la struttura si trova in una zona poco distante dal centro, delimitata: verso sud da uno spazio verde usato per le attività ricreative della scuola e il Botro di Santa Maria, a nord dalla viabilità stradale e ai lati da edifici privati.

Figura 4: Vista areea della frazione di Saline e indicazione dell'area di intervento.

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Page 5 1.1.3 Inquadramento idrogeologico

Dal punto di vista geologico, l'area si inserisce all'interno dei depositi alluvionali del fondovalle del Botro dei Canonaci-Santa Maria, immediatamente a valle della confluenza con il Botro Santa Marta. I dati a disposizione sono stati ricavati facendo riferimento, in primis, alla relazione geologica del Piano strutturale di Volterra e, da un recente lavoro geotecnico svolto per il riutilizzo del vecchio edificio della Stazione.

I dati consistono in alcuni sondaggi geognostici eseguiti in prossimità del Botro Santa Marta (num 65/66) e poco più a valle sempre all'interno dei depositi alluvionali evidenziano la presenza delle argille grigie plioceniche a partire da pochi metri dal p.d.c. (2/4 metri).

Figura 6: Spaccato tratto dalla carta idrogeologica del Comune di Volterra. Qui vediamo l'incontro del Botro di Santa Marta (in azzurro) e del Botro di Santa Maria (in giallo), la freccia rosa indica la posizione

dell'edificio scolastico

In particolare, l'area in esame, si pone immediatamente a ridosso del contatto tra il versante che si estende a nord e l'area di fondovalle, per cui è presumibile che anche in questa zona le argille grigie si estendano a profondità prossime al piano campagna.

Dal punto di vista geomorfologico, durante i sopralluoghi effettuati, non è stato rilevato alcun fenomeno di dissesto.

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Figura 7: Spaccato tratto dalla carta geologica del Comune di Volterra. L'edificio scolastico (indicato dalla freccia) è posto in una zona di deposito continentale recente per alluvioni attuali

La pericolosità geomorfologica redatta ai sensi del D.P.G.R. 26/r a supporto del vigente RU comunale, attribuisce all'area in esame la classe G.2 “aree con

elementi geomorfologici, litologici e giaciturali dalla cui valutazione risulta una bassa propensione al dissesto”.

La cartografia redatta dal PAI Bacino Tosca Costa, non segnala alcuna fragilità all'interno dell'area, anche se nelle immediate vicinanze, in corrispondenza del versante che si estende a nord, oltre la Via Lisci, è cartografata un'ampia zona a pericolosità geomorfologica molto elevata PFME.

Ciò deriva una colata di fango che si verificò anni addietro lungo il versante, andando ad interessare alcuni fabbricati posti al piede.

Figura 8: Spaccato della carta di pericolosità geomorfologica del Comune di Volterra. L'edificio scolastico è indicato dalla freccia.

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Relativamente alla pericolosità idraulica, l'area è stata inserita in pericolosità molto elevata sia nelle carte redatte a supporto del RU comunale (classe I4) che nelle cartografie del PAI Bacino Toscana Costa (classe PIME). L'attribuzione di questa classe deriva non tanto dalle alluvioni del Botro dei Canonaci e del Botro di Santa Marta rispetto ai quali l'edificio è in posizione altimetricamente favorevole, ma dai ripetuti fenomeni di allagamento della sede stradale di Via Lisci, in occasione di eventi meteorici particolarmente intensi. Le acque raccolte nella sede stradale, anche a causa di un sistema fognario insufficiente vengono dirette verso valle, verso il Botro dei Canonaci transitando anche per l'area di intervento. Episodi simili si sono verificati anche nel corso dell'autunno del 2012 e del 2013. In generale, la zona di Saline è soggetta ad allagamenti.

Figura 9: Immagine tratto dal giornale "Il Tirreno" relative all' allagamento dell'Ottobre 2013.

1.1.4 Aspetti sismici e pericolosità sismica locale

Dalla mappa della classificazione sismica della Regione Toscana emerge che il Comune di Volterra e quindi la frazione di Saline ricade in Zona 3.

Dal punto di vista sismico, l'area si inserisce l'interno di una zona di possibile amplificazione stratigrafica, nella quale lo spessore dei depositi alluvionali che giace al di sopra del substrato argilloso, è compreso entro i primi 20 m.

La colonna stratigrafica tipo è costituita da depositi limosi soffici nei primi metri dal p.dc., al di sotto dei quali si estendono le argille grigie plioceniche. In funzione di ciò l'area è stata inserita tra le “zone suscettibili di instabilità” sia per cedimenti differenziali che per amplificazione stratigrafica.

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In funzione di ciò la pericolosità sismica locale è elevata, classe S3, da ricondurre alle zone “con terreni di fondazione particolarmente scadenti che possono dar

luogo a cedimenti diffusi; …... zone stabili suscettibili di amplificazioni locali caratterizzati da un alto contrasto di impedenza sismica atteso tra copertura e substrato rigido entro alcune decine di metri” .

Figura 10: Mappa di Classificazione sismica Regione Toscana. La freccia indica il Comune di Volterra.

Relativamente agli aspetti sismici si fa rilevare che il fabbricato è ubicato in una zona di possibile amplificazione stratigrafica dovuta alla presenza di terreni alluvionali recenti.

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