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Capitolo 1 Indagine storica

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Academic year: 2021

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Capitolo 1

Indagine storica

1.1 Analisi storica e territoriale

La struttura oggetto di studio è di proprietà dell'Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana e fa parte del complesso edilizio sito nella zona 3 del quartiere Cisanello. Il comparto urbano di Cisanello, situato nell’ambito della periferia est di Pisa, comprende un’area territoriale di vaste dimensioni, utilizzata fino alla fine del 1800 in gran parte ad uso agricolo e successivamente interessata da un progressivo fenomeno di urbanizzazione, più consistente e disomogeneo negli ultimi decenni. Il quartiere è suddiviso in tre zone con diversa caratterizzazione sia dell’assetto morfologico che di qualità degli spazi, dagli assi stradali di via Cisanello, via Monsignor A.Manghi e via Padre Pio da Pietralcina.

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La nascita dell'edificio oggi denominato “Padiglione Nazionale” e ospitante il reparto di Ortopedia 1, è da collocarsi intorno agli anni '30 ed era destinato ad accogliere il Dispensario Antitubercolare Provinciale.

In questo periodo infatti era diffusa in Italia una malattia delle vie respiratorie, la Tubercolosi.

Per affrontare in maniera sistematica un problema sociosanitario all’epoca molto grave furono emanate nel 1927 la Legge n. 1276 (Provvedimenti per la lotta contro la

tubercolosi) e il Regio Decreto Legge n. 2055 (Assicurazione obbligatoria contro la

tubercolosi).

La prima legge istituì obbligatoriamente, in tutti i capoluoghi di provincia, i Consorzi

Provinciali Antitubercolari, la cui azione preventiva, diagnostica e divulgativa doveva attuarsi attraverso strutture quali i Dispensari Antitubercolari Provinciali costruiti nei capoluoghi di provincia e le Sezioni Dispensariali realizzate in alcuni quartieri delle grandi città e nei centri minori di una stessa provincia, chiamati anch’essi, comunemente, dispensari antitubercolari.

Queste istituzioni, oltre a svolgere la loro funzione, dovevano coordinare anche gli Ospedali Sanatoriali, i Reparti Ospedalieri, le Case di Cura e le Colonie Permanenti per la cura della malattia. La seconda legge permise di predeterminare i mezzi finanziari per la cura dei malati.

I Consorzi ebbero lo scopo sia di promuovere e agevolare l’istituzione delle opere necessarie per la lotta contro la tubercolosi, sia di coordinare e disciplinare il funzionamento di tutte le opere esistenti nella provincia . Di conseguenza essi si trovarono ad essere il fulcro organizzativo e amministrativo della lotta contro il bacillo di Koch e a dare impulso alla costruzione, in tutta l’Italia, di strutture adibite a questo scopo. I dispensari antitubercolari divennero, soprattutto durante il periodo tra le due guerre, un importante punto di riferimento per la divulgazione, la conoscenza e la prevenzione della tubercolosi su tutto il territorio nazionale: in essi non si veniva curati, ma veniva diagnosticata la malattia da curare in una sede più opportuna.

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Per questo motivo i dispensari, non possedendo ambienti di degenza furono generalmente piccoli padiglioni ad uno o due piani, realizzati, talvolta, vicino agli ospedali.

Per individuare zone adatte per ospitare tali centri si teneva conto che per combattere tale malattia era indispensabile scegliere dei luoghi con una buona qualità dell’aria. Vengono così scelte come zone adatte ad ospitare le strutture Sanatoriali quelle di montagna o a ridosso di queste, oppure zone arieggiate lontane dai centri abitati.

In un primo istante a Pisa, i malati di tubercolosi, vengono ospitati in due strutture, il Convento di Santa Croce in Fossabanda e la Chiesa di San Jacopo in Orticaria, che rimarranno poi sempre un punto di riferimento anche durante la prima guerra mondiale e soprattutto per la pandemia del 1918. Ma questa decisione provocò una vera e propria sommossa popolare degli abitanti della zona, che non volevano quei malati vicini alle loro case.

Venne così individuata verso i monti una località, già di per sé salutare, Cisanello e qui costruito, intorno agli anni '30 un tubercolosario. Il nome di questa località prende origine verosimilmente dalla collocazione, posta intorno all’anello di un’ansa dell’Arno, (cis-anellum) e che era un vero e proprio Comune.

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1.2 Evoluzione cronologica della struttura.

L'anno di costruzione dell'edificio si aggira intorno agli anni '30 ed era destinato ad ospitare i malati di tubercolosi della provincia pisana.

La struttura presentava, al momento della realizzazione,due piani fuori terra ed una pianta a forma di “E”.

La composizione del fronte principale era basata su rigidi criteri di ordine e simmetria che caratterizzavano anche la distribuzione interna dell’edificio.

La parte centrale d’ingresso sporgeva rispetto alle due ali laterali ed era impreziosita da un frontone di forma triangolare di stampo neoclassico. Le ali sono perfettamente simmetriche tra loro, il loro ritmo compositivo è dato, nella facciata sud, dalla ripetizione di setti ad interasse costante, mentre la parte terminale delle ali è formata da blocchi dall'aspetto compatto caratterizzati da aperture perfettamente allineate.

Durante la II Guerra Mondiale l'edificio ha subito dei lievi danneggiamenti a seguito dei bombardamenti e a causa degli atti vandalici dei soldati ospitati. Per questo motivo negli anni '50 furono effettuati degli interventi di restauro che riguardarono il rifacimento della copertura, delle pavimentazioni del piano terra e primo,degli impianti e infissi.

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Intorno agli anni '80 è stata effettuata una sopraelevazione. Ne è prova il fatto che oggi a differenza del passato l'edificio presenta tre piani fuori terra. Questa è stata realizzata creando un telaio in c.a appoggiato sulla muratura portante del piano primo ad esclusione delle pareti della facciata Nord in cui gli elementi resistenti continuano ad essere in muratura. Tale sopraelevazione interessò l'intera superficie di copertura del vecchio fabbricato.

Nel 2000 l'edificio subì un intervento di ristrutturazione ampliamento e messa a norma nel quale non sono state apportate rilevanti modifiche all'apparato strutturale, a parte il riordinamento degli spazi interni e la chiusura/apertura di poche porte e finestre. L'ampliamento è stato realizzato in adiacenza alla facciata Nord dell'edificio e si è sviluppato lungo tutta la sua lunghezza e per un altezza pari a quella del piano primo della struttura esistente.

La nuova costruzione è indipendente strutturalmente dalla vecchia per la presenza di un giunto sismico.

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Figura 5:Prospetto EST ampliamento

Allo stato attuale la struttura è composta da tre piani fuori terra mentre in pianta è rimasta la forma originaria.

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Figura

Figura 3:Foto storica Padiglione Nazionale in fase di costruzione
Figura 4:Prospetto NORD ampliamento
Figura 6:Prospetto SUD Padiglione Nazionale
Figura 7:Vista dall’alto Padiglione Nazionale

Riferimenti

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