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Fondamenti di Probabilità Lucio Barabesi

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Academic year: 2021

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Lucio Barabesi

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Eventi e classi di eventi

1.1. Nozioni preliminari

Si consideri un esperimento (o un fenomeno) nei confronti del quale ci si trova in condizioni di incertezza. L'incertezza è determinata dal fatto che l'esperimento (o il fenomeno) in questione sia suscettibile di verificarsi secondo una pluralità di risultati, tali che uno (e uno solo) di essi si deve necessariamente realizzare. In questo caso, l'esperimento (o il fenomeno) è detto aleatorio.

L'insieme i cui elementi rappresentano i possibili risultati dell'esperimento aleatorio, è dettoH spazio fondamentale (o insieme delle eventualità) e il generico elemento di è anche detto= H eventualità. Ogni parte di identifica un I H evento e il risultato realizza se = I =− I. Inoltre, un evento Ö ×= composto da un solo risultato è detto evento elementare. Infine, l'evento viene ancheH dettoevento certo, in quanto si realizza sempre, mentre l'insieme vuoto è detto g evento impossibile.

Per quanto riguarda la cardinalità di , vi sono tre principali situazioni di interesse. Nel primoH caso, è finito con cardH Ð Ñ œ 8H , ovvero contiene un numero finito di risultati e dunque si ha8

Hœ Ö="ß á ß=8×. Nel secondo caso, è numerabile, ovvero contiene una infinità numerabile diH

risultati e dunque Hœ Ö= ="ß #ß á ×. Infine, nel terzo caso, è non numerabile, ovvero contieneH un'infinità non numerabile di risultati.

ì Esempio 1.1.1. (Testa e croce) Si consideri una moneta con le facce contrassegnate dai simboli

“testa” e “croce”, che viene comunemente adottata nel più semplice gioco d'azzardo, detto appunto testa e croce. Questa terminologia deriva dalle sagome che erano coniate su molte monete italiane dei secoli passati, in quanto una faccia usualmente raffigurava il volto del re, mentre l'altra riportava il simbolo cristiano della croce. Simili terminologie sono comuni a molte culture, con un nome generalmente derivante dalle raffigurazioni sulle facce dei conii. Ad esempio, nell'antica Roma i due simboli venivano denominati “navis” e “caput”, dal momento che su alcune monete romane era rappresentata una nave su una faccia e la testa dell'imperatore sull'altra. Analogamente, l'uso nel mondo anglosassone dei termini “head” e “tail” per i simboli sulle due facce deriva probabilmente dalla moneta da dieci centesimi di sterlina, su cui erano rappresentate la faccia del monarca regnante, ed un leone araldico con una coda in evidenza.

Figura 1.1.1. Una lira del 1863 raffigurante i simboli “testa” e croce”.

Com'è noto, il gioco consiste semplicemente nello scommettere su una delle due facce e nel lanciare in aria la moneta. La faccia vincente è quella mostrata dalla moneta dopo la caduta. Dunque, il gioco è in effetti un esperimento aleatorio. Se si indicano rispettivamente con =" e =# i risultati relativi al verificarsi delle facce contrassegnate dalla testa e dalla croce, lo spazio fondamentale è dato da

(4)

Hœ Ö= ="ß #× e quindi è finito con cardH Ð Ñ œ #H . Si osservi che esiste una certa arbitrarietà nella scelta della codifica dei risultati. Ad esempio, molti autori preferiscono indicare in modo più esplicito i due risultati solamente con i simboli e . In questo caso, lo spazio fondamentale viene scritto> -

semplicemente come H œ Ö ß ×> - . 

ì Esempio 1.1.2. (Gioco dei dadi) I dadi sono stati adottati a scopo di gioco d'azzardo fino dall'antichità. La loro origine sembra risalire a circa 5000 anni fa nella regione dell'attuale India.

Riferimenti al gioco dei dadi sono contenuti nella Bibbia, e il gioco d'azzardo con tre dadi era molto popolare nell'antica Grecia e soprattutto nell'antica Roma. Nel Medioevo il gioco con i dadi era uno dei passatempi preferiti dei cavalieri. Molti problemi classici di calcolo delle probabilità si sono originati dal gioco dei dadi (si veda Gordon, 1997, Hald, 1990). Addirittura, in quello che può essere considerato il primo trattamento della Teoria della Probabilità, ovvero nel Liber de Ludo Aleae dell'italiano Gerolamo Cardano (1501-1576), il gioco dei dadi è centrale nell'esposizione. Cardano ebbe una vita avventurosa e molto travagliata, e fu anche un giocatore d'azzardo oltre che matematico, tanto che nel Liber de Ludo Aleae (scritto verso il 1560, ma pubblicato postumo solo nel 1663) esiste addirittura una sezione dedicata ai metodi per barare efficacemente (per una biografia di Cardano si veda Ore, 1953).

Figura 1.1.2. Gerolamo Cardano (1501-1576).

I dadi comunemente adottati nel gioco d'azzardo sono cubi con le facce marcate da punti, dove5 5 œ "ß á ß ', e le somme dei punti su due facce contrapposte sono pari a sette (si veda la Figura 1.1.3).

Dadi di questo tipo sono stati adoperati anche dagli antichi etruschi, non solo per gioco, ma si suppone anche per divinazione.

Figura 1.1.3. Comuni dadi da gioco e “sviluppo” di un singolo dado.

Se si considera un singolo dado, il gioco consiste nel far rotolare il dado su una superficie piana e convenzionalmente viene preso come esito del lancio il valore che si viene a trovare sulla faccia rivolta verso l'alto quando il dado termina il proprio movimento. Anche in questo caso il gioco è dunque un esperimento aleatorio. Se si indica con =5 il risultato relativo al verificarsi della faccia contrassegnata da punti, si ha 5 Hœ Ö= = = = = ="ß #ß $ß %ß &ß '× e quindi è finito con cardH Ð Ñ œ 'H .

(5)

Tenendo presente la discussione nell'Esempio 1.1.1, la codifica dello spazio fondamentale può essere data da H œ Ö"ß #ß $ß %ß &ß '×, interpretando tuttavia le cifre come simboli piuttosto che come numeri naturali. In questo caso, l'evento che si verifichi un numero pari di punti è dato da I œ Ö#ß %ß '×, ovvero è la parte di costituita da tutti i risultati relativi al verificarsi di una faccia contrassegnataI H da un numero pari di punti. Inoltre, l'evento che si verifichi un numero di punti maggiore o uguale a ' è dato da I œ Ö'×, che è effettivamente un evento elementare e che non deve essere ingenuamente confuso con il risultato . Infine, l'evento che si verifichi un numero di punti maggiore di è dato da' )

I œ g, ovvero è un evento impossibile. I 

ìEsempio 1.1.3. Si consideri l'esperimento aleatorio che consiste nell'inserire in modo casuale 7 palline in Q celle. In questo caso, gli elementi di sono in corrispondenza biunivoca con tutte leH possibili configurazioni di palline nelle celle. Se le palline sono distinguibili, allora è finito conH cardÐ Ñ œ QH 7, mentre se le palline sono indistinguibili, allora cardÐ Ñ œH Q 7"7 . Al fine di rappresentare le varie configurazioni, almeno per valori modesti di e 7 Q, si adottano di solito Q spazi fra ÐQ  "Ñ barre per indicare le celle, mentre le palline vengono indicate come simboli differenti all'interno delle barre se sono distinguibili e con un asterisco se sono indistinguibili. Ad esempio, supponendo che Q œ $ e 7 œ #, nel caso di palline distinguibili (che vengono indicate di seguito con i simboli e ), si ha card+ , Ð Ñ œ $ œ *H # . Dunque, in modo leggermente informale anche se efficace, i possibili risultati dell'esperimento aleatorio possono essere rappresentati come

= = =

= = =

= = =

" # $

% & '

( ) *

œ ± +, ± ± ± ß œ ± ± +, ± ± ß œ ± ± ± +, ± ß œ ± + ± , ± ± ß œ ± + ± ± , ± ß œ ± ± + ± , ± ß œ ± , ± + ± ± ß œ ± , ± ± + ± ß œ ± ± , ± + ±.

Nel caso di palline indistinguibili si ha cardÐ Ñ œH  %# œ ', e in questo caso si ottiene

= = =

= = =

" # $

% & '

œ ± ‡‡ ± ± ± ß œ ± ± ‡‡ ± ± ß œ ± ± ± ‡‡ ± ß œ ± ‡ ± ‡ ± ± ß œ ± ‡ ± ± ‡ ± ß œ ± ± ‡ ± ‡ ±.

Si supponga che sia possibile inserire al più una pallina per cella. Assumendo che 7 Ÿ Q, se le palline sono distinguibili si ha cardÐ Ñ œH ÐQ 7ÑxQ x , mentre se le palline sono indistinguibili allora cardÐ Ñ œH  Q7 . Se pone Q œ $ 7 œ # e , nel caso di palline distinguibili risulta cardÐ Ñ œH "x$x œ ', e i possibili risultati dell'esperimento aleatorio possono essere rappresentati come

= = =

= = =

" # $

% & '

œ ± + ± , ± ± ß œ ± + ± ± , ± ß œ ± ± + ± , ± ß œ ± , ± + ± ± ß œ ± , ± ± + ± ß œ ± ± , ± + ±. Al contrario, nel caso di palline indistinguibili si ha cardÐ Ñ œH  $# œ $, e si ottiene

=" œ ± ‡ ± ‡ ± ± ß =# œ ± ‡ ± ± ‡ ± ß =$ œ ± ± ‡ ± ‡ ±.

Per i dettagli relativi al calcolo combinatorio relativo alle configurazioni di palline nelle celle del presente esempio e per le corrispondenti applicazioni alla meccanica quantistica, si veda Feller (1968,

p.9) e gli Esercizi 1.1.1, 1.1.2, 1.1.3. e 1.1.4. 

ì Esempio 1.1.4. Si consideri una moneta con le facce contrassegnate dai simboli “testa” e “croce” e l'esperimento aleatorio che consiste nel lanciare ripetutamente la moneta fino a quando non si presenta il simbolo “testa”. Se si indica con il risultato relativo al verificarsi del primo simbolo “testa” all' -=8 8 esimo lancio, lo spazio fondamentale è dato da Hœ Ö= ="ß #ß á × e quindi è numerabile. TenendoH presente la discussione fatta nell'Esempio 1.1.1, una codifica più immediata dello spazio fondamentale è data da H œ Ö"ß #ß á ×. Considerando una situazione specifica, l'evento tale che si verifichi ilI primo simbolo testa ad un numero pari di lanci è dato da I œ Ö#ß %ß á ×. Dunque, anche l'evento èI

numerabile. 

(6)

ì Esempio 1.1.5. Si consideri il tempo di attesa per un evento sismico in una determinata regione.

Ogni risultato relativo a questo fenomeno aleatorio è del tipo “il tempo di attesa è pari a unità>

temporali” con >   !. Dunque, una formalizzazione dello spazio fondamentale è data da Hœ Ò!ß ∞Ò, per cui non è numerabile. Considerando una situazione specifica, l'evento tale che il tempo di attesaH sia compreso tra 1 e unità temporali è $ I œ Ò"ß $Ó e quindi anche l'evento non è numerabile.I 

1.2. Classi di eventi e operazioni sugli eventi

Un insieme costituito da eventi di è detto X H classe di eventi. La classe costituita da tutti gli eventi di , e dagli eventi e , è detto H g H insieme delle parti di ed è indicato con la notazione H c HÐ Ñ. Una classe di eventi verrà talvolta indicata con ÐI Ñ5 5−M, dove è un opportuno insieme di indici,M eventualmente non numerabile. Se M œ Ö"ß á ß 8×, per indicare la classe si adotta la notazione ÐI Ñ5 5œ"8 . Se M œ Ö"ß #ß á ×, la classe è detta successione di eventi e viene indicata con ÐI Ñ8 8 ". Infine, se M œ Ö!ß "ß á ×, per indicare la successione di eventi si adotta anche la notazione ÐI Ñ8 8 !.

Dal momento che in effetti gli eventi sono insiemi, le usuali operazioni insiemistiche possono essere immediatamente considerate sugli eventi di . Tuttavia, è opportuno dare a queste operazioniH una lettura nel presente ambito con adeguate terminologie e definizioni. Dati due eventi I" e I#, si dice che I" implica I# e si adotta la notazione I § I" #, quando il verificarsi di I" comporta necessariamente il verificarsi di I#, ovvero se e solo se un risultato che realizza I" è anche un risultato che realizza I#. Inoltre, due eventi I" e I# sono detti uguali e si adotta la notazione I œ I" #, quando il verificarsi dell'uno implica il verificarsi dell'altro e viceversa, ovvero se si ha contemporaneamente I § I" # e I § I# ". Infine, l'evento opposto (o evento contrario) di è dato daI

I œ Ö −- = H =À  I× ,

ovvero l'evento I- si verifica quando non si verifica . In particolare, si ha I H- œ g. Data una classe di eventi ÐI Ñ5 5−M di , l'H evento unione è dato da

5−M

5 5

I œ Ö −= HÀ b5 − Mß= − I × ,

ovvero l'evento 5−MI5 si verifica quando si verifica almeno uno degli eventi della classe. Nel caso in cui la classe è costituita da eventi 8 ÐI Ñ5 5œ"8 di , l'evento unione viene usualmente scritto comeH

5œ"8 I5, e se 8 œ # l'evento unione viene indicato semplicemente con la notazione I ∪ I" #. Infine,

quando si considera una successione di eventi ÐI Ñ8 8 ", l'evento unione viene indicato con 8œ" I8. Data una classe di eventi ÐI Ñ5 5−M di , l'H evento intersezione è dato da

5−M

5 5

I œ Ö −= HÀ a5 − Mß= − I × ,

ovvero l'evento 5−MI5 si verifica quando si verificano tutti gli eventi della classe. In modo simile a quanto fatto per l'evento unione, nel caso in cui la classe sia costituita da eventi, l'evento8 intersezione viene scritto come 5œ"8 I5, e se 8 œ # si adotta la notazione I ∩ I" #. Infine, nel caso di una successione di eventi, l'evento intersezione viene indicato con 8œ" I8.

Esistono due utili relazioni, che prendono nome dal matematico inglese Augustus De Morgan (1806-1871), autore fra l'altro del testo An Essay on Probabilities (1838), e che permettono di esprimere un evento intersezione come un evento unione (e viceversa), ovvero

  

5−M 5−M

5 -

5-

I œ I

e

(7)

  

5−M 5−M

5 -

5-

I œ I .

Dati due eventi I" e I#, l'evento differenza(o evento complementare di I# rispetto ad I") è dato da

I Ï I œ Ö −" # = H =À − I", = I ×# ,

ovvero l'evento I Ï I" # si verifica quando si verifica I" e non si verifica I#. In particolare, si ha I œ- HÏ I, mentre risulta evidente la relazione

I Ï I œ I ∩ I" # " #- .

Si noti che se I § I" #, allora si ha I Ï I œ g" # , in quanto non è possibile che si verifichi I" e non si verifichi I# quando il verificarsi di I" implica il verificarsi di I#. Inoltre, è ovvio che I Ï I œ g, in quanto è impossibile l'evento che si verifica quando contemporaneamente si verifica e non si verifica I. Infine, se I § I# ", allora l'evento I Ï I" # è detto differenza propria.

ì Esempio 1.2.1. Si consideri l'esperimento aleatorio che consiste nel lancio di un dado. Dati gli eventi I œ Ö"ß #× I œ Ö"ß #ß $ß %×" e # , si ha I § I" #. Inoltre, risulta I œ Ö$ß %ß &ß '× I œ Ö&ß '×"- e #- , mentre si ha I ∪ I œ Ö"ß #ß $ß %×" # e I ∩ I œ Ö"ß #×" # . Dato l'ulteriore evento I œ Ö"ß &×$ , risulta

5œ"$ I œ Ö"ß #ß $ß %ß &×5 e $5œ"I œ Ö"×5 . Infine, si ha I Ï I œ g" # , mentre I Ï I œ Ö$ß %×# " .  Gli eventi della classe ÐI Ñ5 5œ"8 sono detti incompatibili quando il verificarsi di uno di essi esclude il verificarsi di tutti gli altri, ovvero quando I ∩ I œ g5 4 per ogni 5 Á 4 œ "ß á ß 8. Ovviamente, due eventi I" e I# sono incompatibili se I ∩ I œ g" # . In particolare, e I I- sono eventi incompatibili, così come ciascun evento elementare è incompatibile con tutti gli altri eventi elementari di . Inoltre,H l'evento impossibile è incompatibile con tutti gli altri eventi. Infine, se I" e I# sono incompatibili, allora I Ï I œ I" # ".

Gli eventi della classe ÐI Ñ5 5œ"8 sono detti esaustivi quando uno di essi si deve necessariamente verificare, ovvero quando 5œ"8 I œ5 H. Si dice che gli eventi della classe ÐI Ñ5 5œ"8 costituiscono una partizione finita di H quando sono incompatibili e esaustivi. In modo analogo, gli eventi della successione ÐI Ñ8 8 ", sono detti incompatibili quando I ∩ I œ g8 5 per ogni 8 Á 5 œ "ß #ß á, mentre sono detti esaustivi quando 8œ" I œ8 H. Gli eventi della successione ÐI Ñ8 8 " costituiscono una partizione numerabile di quando sono incompatibili e esaustivi.H

ìEsempio 1.2.2. Si consideri il lancio di un dado. Gli eventi I œ Ö"ß $× I œ Ö#ß %ß &× I œ Ö'×" , # e $ costituiscono una partizione finita di . Gli eventi H I œ Ö"ß $ß %× I œ Ö#ß %ß &×" , # e I œ Ö%ß '×$ sono esaustivi, anche se non costituiscono una partizione finita di .H 

Data una successione ÐI Ñ8 8 ", si dice limite inferiore della successione l'evento

lim inf8 8 5

8œ"

5œ8

I œ  I ,

ovvero l'evento lim inf8I8 appartiene a tutti gli eventi della successione stessa ad esclusione al più di un numero finito di questi. Inoltre, si dice limite superiore della successione l'evento

lim sup8 8 5

8œ"

5œ8

I œ  I ,

(8)

ovvero l'evento lim sup8I8 appartiene ad una infinità numerabile di eventi della successione stessa. Se i due eventi lim inf8I8 e lim sup8I8 coincidono, allora si dice limite della successione l'evento

lim lim inf lim sup

8 I œ8 8I œ8 8I .8

Inoltre, se I § I8 8" per ogni 8 œ "ß #ß á, la successione è detta crescente, mentre se I8"§ I8 per ogni 8 œ "ß #ß á, la successione è detta decrescente. Successioni crescenti o decrescenti sono dette monotone. Dalle precedenti definizioni risulta facile verificare che una successione crescente ammette sempre limite, dato da

lim8 8 8

8œ"

I œ I ,

così come una successione decrescente ammette sempre limite, dato da

lim8 8 8

8œ"

I œ I .

ì Esempio 1.2.3. Si supponga di considerare un esperimento aleatorio che consiste nello scegliere casualmente un punto su un segmento di lunghezza unitaria. In questo caso, lo spazio fondamentale associato all'esperimento aleatorio è dato da H œ Ò!ß "Ó. Si consideri la successione ÐI Ñ8 8 " il cui generico evento I8 risulta I œ Ò!ß Ð"  Ð  "Ñ ÑÓ8 "% 8 . Dunque, si ha I œ Ò!ß Ó8 "# se è dispari, mentre8 I œ Ö!×8 se è pari, da cui8

lim inf8 8 5

8œ" 8œ"

5œ8

I œ  I œ Ö!× œ Ö!×

e

lim sup8 8 5

8œ" 8œ"

5œ8

I œ  I œ Ò!ß Ó œ Ò!ß Ó"# "# .

Non esiste dunque il limite della successione in quanto lim inf8I8 e lim sup8I8 non coincidono. Se si considera invece la successione decrescente ÐI Ñ8 8 " il cui generico evento risulta I œ Ò!ß 8 Ó8 " , il suo limite è dato da

lim8 8 8

8œ"

I œ I œ Ö!× ,

in quanto, verificandosi l'evento elementare Ö!×, si verifica ciascun evento I8 della successione. Se si considera invece la successione crescente ÐI Ñ8 8 " il cui generico evento è I œ Ò!ß Ð"  8 ÑÓ8 "# " , il suo limite risulta

lim8 8 8

8œ"

I œ I œ Ò!ß Ó"# ,

in quanto, se si verifica l'evento Ò!ß Ó"# , si verifica almeno un evento I8 della successione.  Si noti che le operazioni definite per gli eventi possono essere estese in modo generale alle classi di eventi, dal momento che in effetti classi di eventi costituiscono insiemi di insiemi. In particolare, date due classi di eventi e , si dice che è X" X# X" contenuta in e si adotta la notazione X# X" §X#, se e solo se per ogni evento I −X" si ha I −X#. Due classi di eventi e sono dette X" X# uguali e si adotta la

(9)

notazione X" œX#, quando si ha contemporaneamente X" §X# e X# §X". Se Ð ÑX5 5−M rappresenta una classe di classi di eventi, dove è un insieme eventualmente non numerabile, la rispettiva M unione è definita come

5−M

5 5

X œ ÖI −c HÐ Ñ À b5 − Mß I −X × , mentre la rispettiva intersezione è definita come

5−M

5 5

X œ ÖI −c HÐ Ñ À a5 − Mß I −X × .

Se M œ Ö"ß #ß á ×, in modo simile a quanto fatto per le successioni di eventi, si adotta la notazione ÐX8 8 "Ñ , mentre l'unione e l'intersezione vengono indicate rispettivamente con 8œ"X8 e 8œ" X8.

1.3. -algebre 5

Considerato un esperimento aleatorio, anche se ogni parte di può essere interpretata come unH evento, certe parti potrebbero non essere interessanti ai fini di un determinato problema, oppure potrebbero essere troppo complicate per essere analizzate. In ogni caso specifico, è conveniente dunque scegliere una classe di eventi non vuota, in modo che possieda caratteristiche di stabilità rispetto alle principali operazioni insiemistiche. Una importante classe di eventi che gode di questa proprietà è la cosiddetta -algebra.5

Definizione 1.3.1. Si dice 5-algebra di eventi una classe non vuota di eventi di tale che:Y H i) se I −Y, allora I −- Y;

ii) se ÐI Ñ8 8 " è una successione di eventi di , allora Y 8œ" I −8 Y.  In pratica la -algebra è una classe di eventi “chiusa” rispetto alle operazioni di complementazione5 e unione numerabile. Dunque, esempi immediati di -algebre sono la classe 5 c HÐ Ñ, oppure la classe Ögß ×H .

ìEsempio 1.3.1. Si consideri lo spazio fondamentale Hœ Ö= = ="ß #ß $×. Le possibili -algebre che si5 possono costruire da sono date daH

Y" œ Ögß ×H , Y# œ Ögß Ö="×ß Ö= =#ß $×ß ×H , Y$ œ Ögß Ö=#×ß Ö= ="ß $×ß ×H ,

Y% œ Ögß Ö=$×ß Ö= ="ß #×ß ×H , Y& œ Ögß Ö="×ß Ö=#×ß Ö=$×ß Ö= ="ß #×ß Ö= ="ß $×ß Ö= =#ß $×ß ×H . Si noti che Y" è contenuta in tutte le altre -algebre, mentre 5 Y& œc HÐ Ñ contiene tutte le altre. 

Proposizione 1.3.2. Ogni -algebra contiene la -algebra 5 Y 5 Ögß ×H .

Dimostrazione. Dal momento che ogni -algebra è non vuota, esiste almeno un evento 5 I −Y. Allora, dalla Definizione 1.3.1, si ha anche I −- Y e I ∪ I œ- H−Y. Dunque, H- œ g −Y.  Tenendo presente la precedente Proposizione, la -algebra 5 Ögß ×H è detta la più piccola -algebra5 su . Al contrario, dal momento che per ogni -algebra su si ha H 5 Y H Y §c HÐ Ñ, allora c HÐ Ñ è detta la più grande -algebra su .5 H

Proposizione 1.3.3. Se ÐI Ñ8 8 " è una successione di eventi di , allora 8œ"I −8 .

Y  Y

(10)

Dimostrazione. Dal momento che ÐI Ñ8- 8 " è una successione di eventi di , si ha 8œ"I −8- e

Y  Y

di conseguenza Ð8œ" I Ñ −8- - Y. Dalla relazione di De Morgan si ha 8œ"I œ Ð88œ" I Ñ8- -, da cui segue la tesi.

Proposizione 1.3.4. Se I ß I −" # Y, allora I"ÏI −# Y.

Dimostrazione. Dal momento che I ß I −" #- Y, anche I ∩ I −" #- Y. La tesi segue dalla relazione

I Ï I œ I ∩ I" # " #-. 

Attraverso le precedenti Proposizioni si deduce che la -algebra è una classe di eventi “chiusa”5 rispetto alle principali operazioni insiemistiche considerate nella Sezione 1.2, ovvero rispetto alla complementazione, all'unione e all'intersezione numerabile, e alla differenza. Inoltre, se ÐI Ñ8 8 " è una successione di eventi di anche gli eventi Y lim inf8I8, lim sup8I8 e lim8I8 appartengono alla -5 algebra, in quanto sono definiti tramite unioni e intersezioni numerabili di eventi.

Proposizione 1.3.5. Se ÐY5 5−MÑ è una classe di -algebre, allora l'intersezione 5 Y œ5−MY5 è una 5-algebra.

Dimostrazione. L'intersezione è non vuota, dal momento che contiene almeno la -algebra 5 Ögß ×H . Se I −Y, allora I −Y5 per ogni 5 − M. Dunque, I −- Y5 per ogni 5 − M e quindi I −- Y. In modo simile, se ÐI Ñ8 8 " −Y, allora I −8 Y5 per ogni 8   " e 5 − M. Dunque, 8œ" I −8 Y5 per

ogni 5 − M e quindi 8œ" I −8 Y. 

Anche se la precedente Proposizione assicura che l'intersezione di -algebre è ancora una -5 5 algebra, si noti che l'unione 5−MY5 non è in generale una -algebra.5

Nella Teoria della Probabilità risulta fondamentale considerare inizialmente una classe di eventi con una struttura semplice con proprietà minimali e successivamente considerare una -algebra che la5 contiene. Più esattamente, data una classe di eventi su , si dice X H 5-algebra generata da , e si indicaX con 5 XÐ Ñ, la più piccola -algebra che contiene . Dunque, se 5 X ÐY5 5−MÑ è la classe di -algebre tali che5 X§Y5, allora

5 XÐ Ñ œ Y

5−M 5 .

Evidentemente 5 XÐ Ñ contiene, oltre a tutti gli eventi di , anche tutti gli eventi che si possono ottenereX al più da un insieme numerabile di operazioni effettuate sugli eventi di .X

ìEsempio 1.3.2. Si consideri di nuovo l'Esempio 1.3.1. Data la classe di eventi X œ Ögß Ö= =#ß $××, allora X §Y# e X §Y&. Quindi si ha

5 XÐ Ñ œ  Y œY

5−Ö#ß&×

5 # .

Si noti inoltre che

5−Ö#ß$×

5 " # " $ # $

Y œ Ögß Ö= ×ß Ö= ×ß Ö= =ß ×ß Ö= =ß ×ß ×H non è una -algebra. Ad esempio, la precedente classe non contiene l'evento5

I œ Ö= ="ß $× ∩ Ö= =#ß $× œ Ö=$× . 

(11)

1.4. Spazi probabilizzabili

Se Y è una -algebra su , la coppia 5 H Ð ßH YÑ è detta spazio probabilizzabile. Uno spazio probabilizzabile può essere costruito a partire da una classe iniziale di eventi di , in modo tale daX H considerare la -algebra generata da , ovvero 5 Y X Y œ Ð Ñ5 X . Se la classe è scelta in manieraX appropriata, 5 XÐ Ñ soddisfa qualsiasi esigenza di carattere pratico, nel senso che contiene tutti gli eventi sui quali normalmente si opera. In ogni caso, sussiste una certa arbitrarietà nella scelta della classe iniziale, in quanto dipende dal criterio con il quale si considerano alcuni eventi interessanti e altri eventi non interessanti.

Se Hœ Ö="ß á ß=8× è finito, si può scegliere la classe degli eventi elementari X œ ÐÖ=5×Ñ5œ"8 come classe iniziale. In questo caso, Y œ Ð Ñ œ5 X c HÐ Ñ. Risulta facile verificare che contiene Y #8 eventi, ovvero cardÐ Ñ œ #Y 8. In modo analogo, se Xœ ÐI Ñ5 5œ"8 è una partizione finita di , alloraH Y œ Ð Ñ5 X e si ha di nuovo cardÐ Ñ œ #Y 8.

ìEsempio 1.4.1. Se si considera il lancio di un dado, allora si può scegliere X œ ÐÖ5×Ñ5œ"' , in modo tale che si ha Y œc HÐ Ñ con cardÐ Ñ œ # œ '%Y ' . Tuttavia, se l'interesse dell'esperimento aleatorio è focalizzato solamente sul verificarsi di una faccia pari o dispari, si potrebbero considerare solamente gli eventi I œ Ö"ß $ß &×" e I œ Ö#ß %ß '×# , in modo tale che X œ ÖI ß I ×" # costituisce una partizione finita di . In questo caso, si haH

Y œ Ð Ñ œ Ögß I ß I ß ×5 X " # H ,

con cardÐ Ñ œ # œ %Y # . 

ì Esempio 1.4.2. Un esperimento aleatorio consiste nello spezzare casualmente un segmento di lunghezza unitaria in due parti. Anche se in questo caso lo spazio fondamentale H œ Ò!ß "Ó contiene una infinità non numerabile di eventi elementari, si può considerare gli eventi I œ Ò!ß Ò I œ Ò ß Ò" "$ , # " #$ $ e I œ Ò ß "Ó$ #$ , che rappresentano rispettivamente l'evento che il segmento sia stato spezzato nella parte inferiore, centrale o superiore. Evidentemente, Xœ ÖI ß I ß I ×" # $ costituisce una partizione finita di ,H per cui

Y œ Ð Ñ œ Ögß I ß I ß I ß I ∪ I ß I ∪ I ß I ∪ I ß ×5 X " # $ " # " $ # $ H .

Tuttavia, la ricchezza di eventi contenuta in non viene effettivamente considerata a causa dellaH

estrema semplicità della classe iniziale. 

Se è numerabile, ovvero H Hœ Ö= ="ß #ß á ×, si può scegliere di nuovo la classe degli eventi elementari X œ ÐÖ=8×Ñ8 " come classe iniziale. Dunque, si ha ancora Y œ Ð Ñ œ5 X c HÐ Ñ.

Se è non numerabile, allora non è opportuno considerare l'insieme delle parti H c HÐ Ñ, in quanto questa classe risulta troppo ampia da probabilizzare (si veda il Capitolo 3). Quindi, ci si deve limitare a scegliere una adeguata classe iniziale, in modo tale che 5 XÐ Ñ contenga gli eventi di interesse per l'analisi dell'esperimento aleatorio.

ì Esempio 1.4.3. Si consideri lo spazio fondamentale Hœ ‘. In questo caso, la classe iniziale puòX essere scelta come la classe degli eventi del tipo Ó+ß ,Ó. Se si considera dunque la -algebra generata5 Y da , ovvero X Y œ Ð Ñ5 X , è opportuno analizzare alcune categorie di eventi che appartengono a . LaY successione di eventi ÐI Ñ8 8 ", dove I œ Ó+  8 ß ,Ó8 " appartiene a , ed essendo questa successioneY decrescente, il suo limite è dato da

lim8 8 8œ"

"

I œ Ó+  8 ß ,Ó œ Ò+ß ,Ó . Quindi, contiene gli eventi del tipo Y Ò+ß ,Ó. Dal momento che

(12)

8œ"

"

Ó+  8 ß +Ó œ Ö+× ,

la -algebra contiene anche tutti gli eventi elementari. Inoltre, la successione di eventi 5 Y ÐI Ñ8 8 ", dove I œ Ó+  8ß ,Ó8 appartiene a , ed essendo questa successione crescente, il suo limite è dato daY

lim8 8 8œ"

I œ Ó+  8ß ,Ó œ Ó  ∞ß ,Ó .

Quindi, contiene eventi del tipo Y Ó  ∞ß ,Ó. In generale, si può verificare che la -algebra generata5 Y da contiene tutti gli eventi del tipo X Ó+ß ,Ò Ó+ß ,Ó Ò+ß ,Ò Ò+ß ,Ó, , e , gli eventi del tipo Ó  ∞ß ,Ó Ó  ∞ß ,Ò, , Ò+ß ∞Ò e Ó+ß ∞Ò, oltre a tutti gli eventi elementari. Inoltre, contiene tutti gli eventi ottenibili da unY insieme numerabile di operazioni insiemistiche su questi eventi.  Nel linguaggio della Teoria della Misura, la -algebra discussa nell'Esempio 1.4.3 è detta 5 5- algebra di Borel, che prende nome dal matematico francese Émile Borel (1871-1956), uno dei pionieri della Teoria della Misura e delle sue applicazioni alla Teoria della Probabilità. Generalmente, la -5 algebra di Borel è indicata con U ‘Ð Ñ e i suoi elementi sono detti Boreliani. Inoltre, la coppia Ð ß‘ U ‘Ð Ñ è uno Ñ spazio misurabile Si può dimostrare che la costruzione della -algebra di Borel può. 5 anche essere fatta a partire dalla classe degli insiemi aperti di , dal momento che ogni insieme aperto‘ di può essere espresso come unione numerabile di insiemi del tipo ‘ Ó+ß ,Ò (si veda Dudley, 2004, p.98). Questa costruzione è equivalente a quelle fatte partendo da una qualsiasi classe di insiemi del tipo Ó+ß ,Ò Ó+ß ,Ó Ò+ß ,Ò Ò+ß ,Ó, , e , o da una qualsiasi classe di insiemi del tipo Ó  ∞ß ,Ó Ó  ∞ß ,Ò Ò+ß ∞Ò, , e Ó+ß ∞Ò. Se “§‘, si adotta anche la notazione U “Ð Ñ per indicare la -algebra i cui elementi sono del5 tipo F ∩“ con F −U ‘Ð Ñ. Si noti infine che la costruzione di insiemi che non sono Boreliani è molto laboriosa (si veda Dudley, 2004, p.496) e dunque U ‘Ð Ñ soddisfa pienamente alle esigenze di carattere pratico.

Figura 1.4.1. Émile Borel (1871-1956).

1.5. Prodotto cartesiano di spazi fondamentali

Si considerino esperimenti aleatori, a ciascuno dei quali risulta associato lo spazio fondamentale8 H5, dove 5 œ "ß á ß 8, e si combinino in modo da ottenere un unico esperimento aleatorio. In questo caso, lo spazio fondamentale prodotto risulta essere il prodotto cartesiano

HœH"‚ â ‚H8 ,

(13)

ovvero gli elementi di sono tutte le possibili -ple H 8 Ð="ßá ß=8Ñ tali che =" −H"ß á ß=8−H8. In questo caso, se I §" H"ß á ß I §8 H8, si dice evento rettangolare un evento I dello spazio fondamentale prodotto i cui elementi risultano essere tutte le possibili -ple H 8 Ð="ßá ß=8Ñ con

=" − I ß á ß" =8 − I , ovvero8

I œ I ‚ â ‚ I" 8 .

Inoltre, l'evento I §5 H5 è detto evento proiezione dell'evento rettangolare su I H5. Infine, se èN una scelta di indici di M œ Ö"ß á ß 8×, un evento I § H è detto evento cilindrico se si verificano gli eventi I §5 H5 con 5 − N, ovvero

I œ J ‚ â ‚ J" 8 , dove J œ I5 5 se 5 − N, mentre J œ5 H5 se 5 − M Ï N.

Se ÐH Y"ß "Ñß á ß ÐH Y8ß 8Ñ sono spazi probabilizzabili corrispondenti agli esperimenti aleatori,8 8 la 5-algebra prodotto Y relativa allo spazio fondamentale prodotto è la -algebra generata dallaH 5 classe dagli eventi rettangolari di e si scriveH

Y œY" Œ â ŒY8 .

La coppia Ð ßH YÑ è detta spazio probabilizzabile prodotto. Inoltre, per quanto riguarda la costruzione dello spazio probabilizzabile Ð ßH YÑ, se è finito o numerabile, allora si può scegliere H Y œ c HÐ Ñ. Se invece almeno uno degli spazi fondamentali H5 è non numerabile, allora anche è non numerabile. InH questo caso, può essere scelta come la -algebra generata dagli eventi rettangolari di .Y 5 H

Nella Teoria della Misura si considera usualmente lo spazio prodotto ‘8 œ‘‚ â ‚ . In questo‘ caso, la 5-algebra di Borel su ‘8 è data da U ‘Ð 8ÑœU ‘Ð ÑŒ â ŒU ‘Ð Ñ e può essere costruita a partire dagli insiemi rettangolari di ‘8 del tipo Ó+ ß , Ó ‚ â ‚ Ó+ ß , Ó" " 8 8 (o in modo simile a quanto visto nella Sezione 1.4, dal prodotto cartesiano di ogni tipo di intervallo o semiretta). Nel linguaggio della Teoria della Misura, la coppia Б8ßU ‘Ð 8ÑÑ è uno spazio misurabile prodotto. Infine, se “§‘8, si adotta la notazione U “Ð Ñ per indicare la -algebra i cui elementi sono del tipo 5 F ∩“ con F − U ‘Ð 8Ñ.

In generale, se si considera una classe di spazi fondamentali ÐH5 5−MÑ , dove è un insiemeM eventualmente non numerabile, allora lo spazio fondamentale prodotto è dato da

HœH

5−M 5 ,

ovvero in questo caso gli elementi di risultano essere tutte le famiglie del tipo H Ð=5 5−MÑ tali che

=5 −H per ogni 5 5 − M. Inoltre, si dice evento rettangolare un evento dello spazio fondamentaleI prodotto i cui elementi risultano essere tutte le possibili famiglie H Ð=5 5−MÑ tali che =5 − I5 per ogni 5 − M, ovvero

I œI

5−M 5 .

Infine, se è una scelta di un numero finito di indici di , un evento N M I § H è detto evento cilindrico se si verificano gli eventi I §5 H5 con 5 − N, ovvero

I œJ

5−M 5 , dove J œ I5 5 se 5 − N, mentre J œ5 H5 se 5 − M Ï N.

Se ÐÐH Y5ß 5ÑÑ5−M è la classe di spazi probabilizzabili corrispondente alla classe di esperimenti aleatori, la 5-algebra prodotto Y sullo spazio fondamentale prodotto è la -algebra generata dallaH 5 classe degli eventi cilindrici di e viene scritta comeH

(14)

Y œY

5−M 5 .

Anche in questo caso, la coppia Ð ßH YÑ è detta spazio probabilizzabile prodotto.

ì Esempio 1.5.1. Si considerino due lanci di una moneta. Dal momento che ogni lancio è un esperimento aleatorio che ha come spazio fondamentale H5 œ Ö ß ×> - , con 5 œ "ß # (dove al solito e > - rappresentano gli esiti relativi al verificarsi delle due facce della moneta), lo spazio fondamentale prodotto relativo all'esperimento aleatorio combinato risulta

HœH"‚H# œ ÖÐ ß Ñß Ð ß Ñß Ð ß Ñß Ð ß Ñ×> > > - - > - - .

La -algebra prodotto è data da 5 Y œY"ŒY# œc HÐ Ñ, dove Y" œc HÐ "Ñ e Y# œc HÐ #Ñ, con cardÐ Ñ œ # œ "'Y % . Dunque, risulta

Y œ Ögß ÖÐ ß Ñ×ß ÖÐ ß Ñ×ß ÖÐ ß Ñ×ß ÖÐ ß Ñ×ß ÖÐ ß Ñß Ð ß Ñ×ß ÖÐ ß Ñß Ð ß Ñ×ß ÖÐ ß Ñß Ð ß Ñ×ß ÖÐ ß Ñß Ð ß Ñ×ß ÖÐ ß Ñß Ð ß Ñ×ß ÖÐ ß Ñß Ð ß Ñ×ß ÖÐ ß Ñß

> > > - - > - - > > > - > > - > > > - -

> - - > > - - - - > - - > > Ð ß Ñß Ð ß Ñ×ß ÖÐ ß Ñß Ð ß Ñß Ð ß Ñ×ß ÖÐ ß Ñß Ð ß Ñß Ð ß Ñ×ß ÖÐ ß Ñß Ð ß Ñß Ð ß Ñ×ß ×

> - - >

> > > - - - > > - > - - > - - > - - H .

L'evento I œ ÖÐ ß Ñß Ð ß Ñ×> > - > è rettangolare, dal momento che può essere espresso come I œ I ‚ I" #, dove I œ Ö ß ×" > - è un evento di H", mentre I œ Ö ×# > è un evento di H#. L'evento è ancheI cilindrico, dal momento che I œ" H", e può essere rappresentato dunque come I œH" ‚ I#. Al contrario, l'evento I œ ÖÐ ß Ñß Ð ß Ñß Ð ß Ñ×> > > - - > non è rettangolare, in quanto non può essere espresso

come prodotto cartesiano di eventi di H" e H#. 

ì Esempio 1.5.2. (Schema di Bernoulli) Si analizza la generalizzazione dell'Esempio 1.5.1. Si consideri un esperimento aleatorio con esito dicotomico, ovvero suscettibile di assumere due soli risultati =" e =# del tipo “successo” e “insuccesso”. Uno schema che sta alla base di molti modelli probabilistici è appunto la ripetizione di questo esperimento aleatorio per volte. Lo spazio8 fondamentale prodotto HœH"‚ â ‚H8 relativo alla combinazione degli esperimenti aleatori8 risulta allora composto da elementi del tipo #8 Ð=4"ßá ß=48Ñ, dove 45 œ "ß # 5 œ "ß á ß 8 e . In effetti,

Ð=4"ßá ß=48Ñ è il risultato dell'esperimento combinato tale che “=4" si è verificato nel primo

esperimento, á , =48 si è verificato nell' -esimo esperimento”. In pratica è costituito da tutte le 8 H #8 possibili 8-ple composte dai risultati =" e =#. Quindi, la 5-algebra prodotto è data da

Y œY"Œ â ŒY8œc HÐ Ñ ed è pertanto costituita da ##8 eventi. Lo schema appena considerato può

essere ulteriormente generalizzato considerando un'infinità numerabile di ripetizioni dell'esperimento aleatorio. In questo caso, lo spazio fondamentale prodotto Hœ 8 "H8 relativo alla combinazione degli esperimenti aleatori risulta allora composto dalle successioni del tipo Ð=48Ñ8 ", dove 48 œ "ß #. Inoltre, la -algebra prodotto 5 Y œ 8 "Y8 può essere costruita a partire dalla classe degli eventi cilindrici. Risulta interessante notare che se H8œ Ö!ß "×, allora ogni elemento di è in effetti unaH successione di simboli e . Tenendo presente la rappresentazione binaria dei numeri in ! " Ò!ß "Ó, ogni evento elementare di può essere quindi messo in corrispondenza con un numero in H Ò!ß "Ó. Lo schema considerato è quindi equivalente all'esperimento aleatorio che consiste nello scegliere in modo casuale un punto su un segmento di lunghezza unitaria (per un approfondimento di questi argomenti si consideri Billingsley, 1995, p.1). Si deve infine sottolineare che il cosiddetto “schema delle prove ripetute” ora descritto è anche detto schema di Bernoulli, dal momento che fu introdotto dal matematico svizzero Jakob Bernoulli (1654-1705), un membro della famosa famiglia di matematici e fisici che include fra l'altro il fratello Johann Bernoulli (1667-1748) e il nipote Daniel Bernoulli (1700-1782). Jakob Bernoulli è l'autore di Ars Conjectandi (pubblicato postumo nel 1713), l'opera che ha posto le basi del calcolo combinatorio e introdotto alcuni risultati fondamentali della Teoria della

Probabilità. 

(15)

Figura 1.5.1. Jakob Bernoulli (1654-1705) e frontespizio di Ars Conjectandi (1713).

ì Esempio 1.5.3. Si consideri il tempo di attesa per un evento sismico in due determinate regioni.

Ogni risultato di questo fenomeno aleatorio è del tipo “i tempi di attesa sono rispettivamente pari a >"

e unità temporali”, dove ># > ß >   !" # . Quindi, dal momento che lo spazio fondamentale relativo a ciascun fenomeno aleatorio è del tipo H5 œ Ò!ß ∞Ò con 5 œ "ß #, lo spazio fondamentale prodotto risulta

HœH"‚H# œ Ò!ß ∞Ò ‚ Ò!ß ∞Ò .

L'evento

I œ ÖÐ> ß > Ñ −" # HÀ > − Ò"ß $Óß > − Ò%ß ∞Ò×" #

è rettangolare dal momento che I œ I ‚ I" #, dove I §" H" e I §# H# sono dati da I œ Ò"ß $Ó" e I œ Ò%ß ∞Ò# . Al contrario l'evento

I œ ÖÐ> ß > Ñ −" # HÀ >  > − Ò!ß $Ó×" # ,

ovvero “la somma dei tempi di attesa non supera le unità temporali”, non è dato dal prodotto$ cartesiano di eventi di H" e H#. Infine l'evento

I œ ÖÐ> ß > Ñ −" # HÀ > − Ò!ß $Ó×" ,

ovvero “il tempo di attesa nella prima regione non supera le unità temporali”, risulta esprimibile$ come prodotto cartesiano I œ I ‚" H#, dove I §" H" è dato da I œ Ò!ß $Ó" . Quindi, rappresentaI l'evento cilindrico che si verifichi I" nel primo esperimento aleatorio. Per quanto riguarda infine la -5 algebra prodotto, è in questo caso la -algebra generata dagli eventi rettangolari del tipo Y 5 I ‚ I" #, dove I −" Y" e I −# Y#, mentre Y" e Y# sono -algebre di eventi rispettivamente costruite come5 nella Sezione 1.4 nel caso di un solo esperimento aleatorio con spazio fondamentale di cardinalità non numerabile. Se si considera infine il tempo di attesa per un evento sismico per regioni situate lungo un intero meridiano, allora lo spazio fondamentale prodotto risulta Hœ 5−MH5, dove rappresentaM l'insieme di posizioni sul meridiano. In questo caso, è un insieme che contiene un'infinità nonM numerabile di indici e Y può essere scelta come la -algebra generata dalla classe degli eventi5

cilindrici di .H 

1.6. Riferimenti bibliografici

Per quanto riguarda la storia della Teoria della Probabilità, si suggerisce di consultare i testi di Hald (1998, 2003). L'approccio alla probabilità basato sulla Teoria della Misura è estesamente considerato nei testi avanzati di Ash e Doléans-Dade (2000), Billingsley (1995), Borovkov (2013), Foata e Fuchs

(16)

(1998), Gut (2005), Rao e Swift (2006), Resnick (2014) e Walsh (2012) e nei testi introduttivi di Jacod e Protter (2004), Letta (1993), Rosenthal (2006) e Venkatesh (2012). Basandosi sul medesimo approccio, i testi di Dudley (2004) e Kallenberg (2002) forniscono risultati e dimostrazioni in modo dettagliato e sono opportuni per un lettore esigente. Per un approccio classico alla probabilità, si dovrebbe consultare il fondamentale testo di Feller (1968). Per quanto riguarda le tecniche di enumerazione e il calcolo combinatorio si veda Graham et al. (1994).

1.7. Esercizi svolti Sezione 1.1

ì Esercizio 1.1.1. (Modello di Maxwell-Boltzmann) Si consideri l'esperimento aleatorio che consiste nell'inserire in modo casuale palline distinguibili in celle. Si determini la cardinalità dello spazio7 Q fondamentale relativo all'esperimento.H

Soluzione. Al fine di enumerare le configurazioni di palline nelle celle, si consideri il principio di moltiplicazione. Questo principio afferma che in una sequenza di scelte, per cui vi sono 7 Q"

alternative al primo livello, á Q, 7 alternative all' -esimo livello, il numero di possibili modi in cui7 possono essere fatte le scelte è dato da 5œ"7 Q5. Nel caso specifico, si deve scegliere dove inserire la prima pallina nelle Q celle, á, l' -esima pallina nelle 7 Q celle. Dunque, cardÐ Ñ œ QH 7. Nel modello di Maxwell-Boltzmann, inizialmente considerato nella fisica teorica, questa cardinalità è in effetti quella delle modalità in cui si possono disporre particelle in regioni spaziali.7 Q  ìEsercizio 1.1.2. Si consideri l'esperimento aleatorio che consiste nell'inserire in modo casuale 7 palline distinguibili in celle in modo tale da avere al massimo una pallina per cella, assumendo cheQ 7 Ÿ Q . Si determini la cardinalità dello spazio fondamentale relativo all'esperimento.H

Soluzione. Per il principio di moltiplicazione considerato nell'Esercizio 1.1.1, si deve scegliere dove inserire la prima pallina nelle Q celle, la seconda pallina nelle rimanenti ÐQ  "Ñ celle disponibili, á, l' -esima pallina nelle ultime 7 ÐQ  7  "Ñ celle disponibili. Dunque, si ha

cardÐ Ñ œ Q ÐQ  "Ñ ‚ â ‚ ÐQ  7  "Ñ œ Q x . ÐQ  7Ñx H

Si osservi che se 7 œ Q, allora risulta cardÐ Ñ œ Q xH . 

ì Esercizio 1.1.3. (Modello di Bose-Einstein) Si consideri l'esperimento aleatorio che consiste nell'inserire in modo casuale palline indistinguibili in 7 Q celle. Si determini la cardinalità dello spazio fondamentale relativo all'esperimento.H

Soluzione. Per ogni configurazione di palline nelle celle si può adottare una rappresentazione per mezzo di due simboli, ovvero le barre e gli asterischi. Più esattamente, si considerano Q spazi fra ÐQ  "Ñ barre per indicare le celle, mentre le palline indistinguibili vengono indicate con asterischi7 disposti fra le barre. Si tenga presente che il simbolo iniziale e finale in ogni configurazione deve essere necessariamente la barra. Al fine di ottenere una configurazione, si deve dunque scegliere dove inserire la prima pallina fra le ÐQ  "Ñ barre interne, ovvero si hanno possibili scelte. Si ottiene inQ questo modo una sequenza di Q simboli, ovvero ÐQ  "Ñ barre e un asterisco. La seconda pallina viene inserita fra gli simboli precedenti, ovvero si hanno Q ÐQ  "Ñ possibili scelte. Si ottiene quindi una sequenza di ÐQ  "Ñ simboli, ovvero ÐQ  "Ñ barre e due asterischi. Iterando il procedimento, l' -esima pallina viene inserita fra gli 7 ÐQ  7  #Ñ simboli precedenti, ovvero si hanno ÐQ  7  "Ñ possibili scelte, ottenendo infine una sequenza di ÐQ  7  "Ñ simboli, ovvero ÐQ  "Ñ barre e asterischi. Le palline sono indistinguibili e quindi l'ordine in cui vengono inserite è7 ininfluente. Dunque, dal momento che esistono 7x possibili ordini di inserimento e per il principio di moltiplicazione, si ha

(17)

cardÐ Ñ œ Q ÐQ  "Ñ ‚ â ‚ ÐQ  7  "Ñ œ Q  7  " .

7x 7

H  

Nel modello di Bose-Einstein considerato nella meccanica statistica, questa cardinalità è in effetti quella delle modalità in cui si possono disporre particelle indistinguibili in 7 Q regioni spaziali. Il modello si applica ad esempio ai fotoni ed atomi che contengono un numero pari di particelle elementari.

ì Esercizio 1.1.4. (Modello di Fermi-Dirac) Si consideri l'esperimento aleatorio che consiste nell'inserire in modo casuale palline indistinguibili in 7 Q celle in modo da avere al massimo una pallina per cella, assumendo che 7 Ÿ Q. Si determini la cardinalità dello spazio fondamentale H relativo all'esperimento.

Soluzione. Sulla base dell'Esercizio 1.1.2, dal momento che esistono 7x possibili ordini di inserimento di palline indistinguibili, si ha

cardÐ Ñ œ Q ÐQ  "Ñ ‚ â ‚ ÐQ  7  "Ñ œ Q .

7x 7

H  

Nel modello di Fermi-Dirac, questa cardinalità è in effetti quella delle modalità in cui si possono disporre particelle indistinguibili in 7 Q regioni spaziali, in modo che ogni regione contenga al massimo una particella. Il modello si applica ad esempio ad elettroni, protoni e neutroni. 

Sezione 1.2

ìEsercizio 1.2.1. Considerato lo spazio fondamentale e la successione di eventi H ÐI Ñ8 8 ", si verifichi che lim inf8I ©8 lim sup8I8 e che

lim sup8I œ Ð8 lim inf8I Ñ .8- -

Soluzione. Si assuma che = −lim inf8I8. Tenendo presente la definizione di limite inferiore di una successione di eventi, per qualche si ha 8 =−5œ8 I5 e quindi risulta = − I5 per ogni 5   8. Dunque, si ha che =−5œ8I5 per ogni , ovvero 8 =− 8œ" 5œ8 I œ5 lim sup8I8. Quindi, lim inf8I ©8 lim sup8I . Inoltre, tenendo presente la relazione di De Morgan, si ha8

lim sup8 8 lim inf8

8œ" 8œ"

5œ8 5œ8

5- 5- 8- -

- -

I œ   I  œ I  œ Ð I Ñ . 

ìEsercizio 1.2.2. Si consideri lo spazio fondamentale Hœ Ò!ß #Ó e la successione di eventi ÐI Ñ8 8 "

tale che I œ Ò!ß "  Ð  "Ñ8 8" "8 Ó. Si determini lim inf8I8 e lim sup8I8. Soluzione. Si ha

 

5œ8

5

"

"

I œ Ò!ß "  8 Ó 8 Ò!ß "  Ð8  "Ñ Ó 8

pari dispari e dunque risulta

lim inf8 8

8œ"

"

I œ Ò!ß "  Ð8  "Ñ Ó œ Ò!ß "Ò . Analogamente, si ha

(18)

 

5œ8

5

"

"

I œ Ò!ß "  Ð8  "Ñ Ó 8 Ò!ß "  8 Ó 8

pari dispari e dunque risulta

lim sup8 8

8œ"

"

I œ Ò!ß "  8 Ó œ Ò!ß "Ó .

Non esiste il limite della successione in quanto lim inf8I8 e lim sup8I8 non coincidono.  ìEsercizio 1.2.3. Si consideri uno spazio fondamentale e la successione di eventi H ÐI Ñ8 8 " tale che I œ I8 se è pari, mentre 8 I œ J8 se è dispari. Si determini 8 lim inf8I8 e lim sup8I8.

Soluzione. Si ha

  

5œ8 5œ8 5œ8

5 5 5"

I œ ÐI ∩ I Ñ œ ÐI ∩ J Ñ œ I ∩ J

e dunque risulta

lim inf8 8

8œ"

I œ ÐI ∩ J Ñ œ I ∩ J . Analogamente, si ha

  

5œ8 5œ8 5œ8

5 5 5"

I œ ÐI ∪ I Ñ œ ÐI ∪ J Ñ œ I ∪ J

e dunque risulta

lim sup8 8

8œ"

I œ ÐI ∪ J Ñ œ I ∪ J .

Non esiste il limite della successione in quanto lim inf8I8 e lim sup8I8 non coincidono. 

Sezione 1.3

ì Esercizio 1.3.1. Si consideri lo spazio fondamentale relativo al lancio di un dado, ovvero Hœ Ö"ß #ß $ß %ß &ß '×, e la classe di eventi X œ ÖI ß I ×" # , dove I œ Ö"ß #× I œ Ö#×" e # . Si descriva la 5-algebra 5 XÐ Ñ generata da .X

Soluzione. La -algebra 5 Y œ Ð Ñ5 X deve contenere gli eventi I ∩ I œ Ö#× I ∩ I œ Ö"×" # , " #- e I ∩ I œ Ö$ß %ß &ß '×"- #- che costituiscono una partizione di , oltre agli eventi e . Dunque, la -H g H 5 algebra richiesta è data da

Y œ Ögß Ö"×ß Ö#×ß Ö"ß #×ß Ö$ß %ß &ß '×ß Ö"ß $ß %ß &ß '×ß Ö#ß $ß %ß &ß '×ß × .H 

ìEsercizio 1.3.2. Si consideri spazio fondamentale e la classe di eventi H Xœ ÖI ß I ×" # . Si descriva la -algebra 5 5 XÐ Ñ generata da .X

Soluzione. La -algebra 5 Y œ Ð Ñ5 X può essere costruita dalla partizione di data dai eventiH % I ∩ I I ∩ I" #, " #-, I ∩ I"- # e I ∩ I"- #-. La -algebra è tale che card5 Y Ð Ñ œ #Y % e contiene tutti gli eventi che si possono ottenere mediante le opportune unioni di eventi della partizione. In generale, se si considera la classe di eventi X œ ÖI ß á ß I ×" 8 , la -algebra 5 Y œ Ð Ñ5 X può essere costruita dalla

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