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La Piccozza
1960
1860 1975
Inizzi dell’800
LA STORIA: L’orologio del tempo, dall’Alpenstock, alla moderna piccozza da cascata
OGGI Alpenstock
Grivel,
“Avatar Force Carbon”
1700 Ascia
La Piccozza
8/8/1786, Balmat, Alpenstock e ascia, le armi per conquistare il M. Bianco
•Le piccozze mantengono una fisionomia tradizionale fino agli anni 60, Per l'efficacia tecnica si cominciò ad immaginare una becca più arcuata, più aggressiva, ed ad accorciare il manico.Nei
primi anni '70 si impone il concetto "piolet traction" e poco dopo, nel 1975, nasce l'idea di invertire la curvatura della punta, in America con Forrest in Francia con Simond ( Chacal che diffonde il concetto di lama modulare), con le lame "a banana" che in pratica si usano ancora oggi. All'inizio degli anni '80 si impongono gli attrezzi modulari (Simond, Grivel, Stubai, Lowe). Pochi anni dopo nascono le prime applicazioni della lega leggera per le teste modulari (Charlet) e nel 1986 Grivel prima e Charlet qualche anno dopo, ripropongono una vecchia idea Inglese (Eboc), il manico ergonomico o curvato.
1958, Valter Bonatti, sul Ghasherbrum IV° 7980 mt 1860, circa, la
scure viene girata orizzontalmente.
1875. Il vecchio alpenstock e la giovane piccozza salutano l'arrivo dei primi alpini
Piccozza classica, utilizzo prevalente:
In appoggio, a volte in trazione . Infissione della
becca, “a lancio”
Caratteristiche:
• Asta lunga da 40 cm a 90cm
•Asta in lega leggera,rivestita di materiale plastico
•Becca ricurva verso il basso, pochissima angolazione
•Paletta sempre presente
•Massa battente ( solo per martello piccozza )
•Lacciolo ( o Dragonne ) sempre presente
•Puntale con foro
•Omologata : EN 13089 N= classica, uso universale Il manico della piccozza deve resistere ad un
carico di 2,5 kN applicato a metà della sua lunghezza,
Paletta Becca
Puntale
Dragonne Asta
Massa battente
Piccozze moderne:
Piccozze da Cascata, utilizzo prevalente:
In trazione. Infissione della becca “in aggancio”
Doppia impugnatura
ergonomica
Senza paletta o massa battente
Dragonne
Impugnatura ergonomica Con paletta o massa battente
•Dragonne ( facoltativa a volte non applicabile)
•Puntale (non sempre presente )
•Impugnatura ergonomica rivestita di materiale gommoso antiscivolo
•Omologata : EN 13089 .
Caratteristiche:
• Asta curvata, lunga da 40 cm a 55cm
•Asta in lega leggera, ( Titanio, Carbonio )
•Becca ricurva verso l’alto (a banana) angolazione più o meno accentuata
•Becca dentata per miglior aggancio
•Paletta e massa battente ( a volte assenti )
Caratteristiche di Omologazione
Tipo Tenuta
Lama Tipo B 4,0 kN
Manico Tipo T 3,5 kN
Dragonne Easy clip 1,5 kN
•Li ritroviamo già citati dal Signore de Villemont nel 1588.
Naturalmente si tratta di grappette, normalmente a quattro punte, da fissare sotto la scarpa per non scivolare.
L’inventore del rampone moderno e invece Oskar Eckenstein, che a Courmayeur convince il fabbro Henry Grivel a forgiare un prototipo a 10 punte- Siamo nel 1912.
Nel 1929 un'intuizione del figlio Laurent aggiunge frontalmente due denti che,
trafiggendo orizzontalmente il pendio, consentono di arrampicare... in punta di piedi e senza torcere le caviglie: è nato il rampone a 12 punte.
I Ramponi
LA STORIA: Dalle grappette, al rampone moderno
Armand Charlet negli anni » 30 « Grande maestro del « piolet ancre »
Rampone classico, utilizzo prevalente:
In appoggio sulle 10 punte inferiori, meno frequentemente sulle punte frontali
Caratteristiche:
• Struttura regolabile, e punte in acciaio tranciato
•L’aggancio può essere anche non automatico
•Cinturino di collegamento tra l’aggancio ant. E post.
•Antizoccolo presente
•Struttura flessibile per favorire la camminata
•Calzabile anche con scarponi non predisposti
•Omologazione : EN 893
Caratteristiche:
•Struttura regolabile e modulabile
• Punte anteriori in ferro forgiato orientate verticalmente ( migliore penetrabilità )
•Aggancio automatico
•Puntale di trattenimento in ferro con cintuino di collegamento all’aggancio post.
•Antizoccolo presente
•Struttura rigida per diminuire le vibrazioni
•Calzabile solo con scarponi predisposti di aggancio
•Omologazione : EN 893
Rampone da cascata, utilizzo prevalente:
In aggancio sulle 2 punte frontali, e anche
in appoggio sulle 10 punte inferiori
Le viti da ghiaccio
LA STORIA: Dalle vecchie viti a percussione degli anni
30’, e utilizzate fino agli anni 70’, alle moderne viti “Passo 6’’
Roccia Viva, Parete Nord
26/07/71 Pedenovi, R.Perrucchon ( Foto ) Superano il seracco centrale.
salita di 6 tiri in artificiale su viti da ghiaccio. Utilizzate 80 viti di cui 15 tubolari Salewa 12 viti grandi, 10 viti Stubai.
Prima ripetizione A.Gaido, C.Marone, 1977 con un tiro e mezzo in artificiale, il resto dei tiri in PioletTraction Ciarforon, Parete Nord
2-3/07/1939 G.& E. Chiara, con E.Cattinelli,
Salgono il seracco della Parete Nord, ( allora alto una cinquantina di metri ) Con tecnica di artificiale, utilizzando viti da ghiaccio, per la progressione!!
Il seracco come era ancora negli anni 80’
Grandi imprese, con l’utilizzo sistematico delle viti da ghiaccio
La parete oggi.. il seracco non
esiste più!...( in Blu la via Chiara ) La parete oggi...
..A metà anni 80’
Viti da ghiaccio, caratteristiche:
Alcune viti da ghiaccio moderne “ Passo 6mm” . Con manovella e senza.
Le Lunghezze : corte,12-13cm; medie,16-18cm; , lunghe,20-22cm. D = 15mm Omologazione EN568; UIAA151
Porta viti Porta materiale/viti
Viti da ghiaccio, in particolare
Fresa a 4 punte
FILETTO DRITTO
FILETTO INVERSO
Corpo tubolare in acciaio (o titanio, lega di alluminio) ad alta resistenza, con trattamento superficiale di Cromatura, Nichelatura, ecc.. per ridurre l’attrito
Angolo ottimale di infissione:
90° +/- 15°
N N
P P N
P
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