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Comprensione e produzione orale C2
TRASCRIZIONE DIALOGO (monologo da trasmissione radio)
Oggi andiamo a Bologna e intraprendiamo un viaggio alla scoperta del lato musicale di questa celebre città. Bologna, rinomata come città universitaria, città del buon cibo...ma anche come città creativa della musica, così è stata dichiarata dall’UNESCO.
Bologna ospita infatti il Museo Internazionale della Musica che si trova affacciato su Strada Maggiore, vicino a Piazza Maggiore, in pieno centro. Vorrei cominciare questa puntata con un piccolissimo segreto musicale. Non tutti sanno che in questo museo c’è una partitura autografa di Mozart, con le note scritte di suo pungo. Aveva 14 anni Mozart nel 1770, stette a Bologna tre mesi, durante il lungo viaggio che fece in Italia accompagnato da suo padre Leopold. Qui a Bologna frequentava un certo padre Martini, un musicista francescano che all’epoca era considerato uno dei massimi esperti di “armonia e contrappunto”. E fu grazie a questo frate che il 9 ottobre del 1770 l’Accademia Filarmonica di Bologna lo chiamò all’esame di ammissione. La prova era armonizzare a quattro voci un’antifona gregoriana. Mozart era chiuso in una stanzetta, suo padre ad aspettare in biblioteca. La prova richiedeva almeno 3 ore a candidati con anni di studio alle spalle. Ma Mozart ci mise soltanto mezz’ora. Uscì dopo aver scritto quella partitura che oggi è conservata al Museo di Bologna. La situazione sembrava un po’ quella di X-Factor...
Gli esaminatori avevano a portata di mano una pallina bianca ed una nera per giudicare la qualità dell’elaborato. Il brano di Mozart, stando alle regole, era tutt’altro che perfetto tecnicamente.
Ma quel giorno per Mozart gli esaminatori ebbero solo palline bianche e applausi. Dopo questa esibizione si concluse il soggiorno bolognese del compositore che aveva trascorso 3 mesi nella campagna circostante, nella villa del conte Pallavicini. Oggi la villa Gandolfi Pallavicini la potete raggiungere con circa 20 minuti di autobus dalla stazione, siamo all’estrema periferia est della città.
Però è chiusa, l’università l’ha usata fino a due anni fa, ma oggi il complesso non si può più visitare.
Ma torniamo in centro. Un’altra curiosità musicale: a Bologna esiste una strada del jazz, è stata inaugurata qualche anno fa, tra via degli Orefici e via delle Caprarie. Siamo nel cuore della città:
per intenderci via degli Orefici parte da Piazza Maggiore. Non c’è moltissimo in realtà da vedere.
In questa strada ci sono sui marciapiedi alcune stelle in stile Hollywood, con incisi sopra i nomi di Chet Baker e di molti altri jazzisti. Di recente è stata aggiunta anche una stella per Lucio Dalla. Ma questo è il luogo dove nel 1953 venne aperto il primo negozio italiano di dischi jazz di importazione. Bisogna anche ricordare che Bologna ha ospitato dal 1958 un festival jazz che è stato il più vecchio festival italiano del genere. E per questo in città sono passati, hanno suonato davvero tutti, da Chet Baker a Charles Mingus. Il festival è stato riaperto nel 2006 e va tuttora, regolarmente in scena ogni anno. Vi consiglio vivamente di andarci.
Riadattato liberamente dalla trasmissione radiofonica “File urbani” di radio 3, condotta da Alberto Piccinini, www.radio3.rai.it