Il buon Sadhaka-Yogi praticante, lungo la Sadhana del proprio sentiero realizzativo, è
importante tenga sempre conto, per mantenere la giusta direzione verso il Polo metafisico, di “ tribhuvana
” (i “ tre mondi
”):
1 la Terra, bhur (mondo della manifestazione corporea) Terra (prthivi)
Formale-grossolano, visvaloka (mondo oggettivo-sensibile)
Coscienza-esistenza in rapporto con lo stato di jagrat (stato di veglia)
2 l’Atmosfera, bhuvas (mondo della manifestazione sottile) Spazio intermedio-atmosfera (antariksa)
Formale-sottile hiranyaloka (la sfera sottile nell’ordine universale)
Coscienza-esistenza in rapporto con lo stato di svapna (stato di sonno con sogni)
3 il Cielo, svar (mondo principiale non-manifesto) Cielo-paradiso (svarga)
Informale-causale brahmaloka (la sfera di Brahma – satyaloka – ) [anche lo stato assoluto del Brahman
]Coscienza-esistenza in rapporto con lo stato di susupti (stato di sonno profondo senza sogni)
Fanno capo al “tribhuvana” le innumerevoli condizioni di esistenza superumane, umane e subumane.
Il Sadhaka-Yogi praticante deve coscienzializzare la triplice parola mistica, cioè la “vyahrti”, che indica i tre mondi. Nella recitazione:
bhuh! Bhuvah! Svah!
(mahavyahrti
).“Vyahrti” si riferisce sia alle singole parole pronunziate sia al loro insieme, cioè Mahavyahrti.
I tre stati, nel loro insieme, sono rappresentati da Prajapati (il Signore delle creature), e
singolarmente da Indra (bhur), Vayu
(bhuvah ) e Surya (svah
).La vyahrti viene declamata dopo la sacra OM, al principio di qualsiasi atto rituale e meditativo
specialmente alla samdhyopasana, la
meditazione-invocazione ripetuta al mattino, a mezzogiorno e alla sera.
La gayatri inizia con la vyahrti:
“Om bhur bhuvah svah Tatsaviturvarenyam bhargo devasya dhimahi dhiyo yo nah pracodayat”
(“Meditiamo su quell’eccelso splendore del deva Savitr:
che esso illumini il nostro intelletto!”).
La gayatri è una potente invocazione universale che “chiede ed ottiene”, se il cuore del Sadhak
a è
puro e sincero, un chiaro intelletto (l’illuminazione della buddhi
nell’
Antahkarana
) perché la Verità possa riflettersi senza alcuna distorsione.
Il Sadhaka-Yogi praticante non deve neanche dimenticare l’importanza di comprendere e di ben lavorare con i guna, ovvero quei principi qualitativi (attributi
principiali) della “sostanza universale” ( prakrt
i o pr
adhana
). Il buon lavoro su di essi forma e fa procedere una corretta Sadhana
.I guna sono tre e sono complementari e correlati:
1 sattva, equilibrio (corrisponde al piano causale) 2 rajas, attività (corrisponde al piano sottile)
3 tamas, passività (corrisponde al piano grossolano)
Nessuno, che non sia completamente risvegliato e abbia risolto la dipendenza dal samsara, vive “
gunasamavastha
”, lo stato di perfetto equilibrio tra i guna.
Colui “che si è portato al di là dei guna” (“gunatita”) realizza il Brahman.
Gli enti planetari di questa umanità non conoscono più “la più alta delle montagne e la più
bassa delle vallate ” e questo rivela il
livello di oscuramento spirituale in cui versano i loro giorni. Hanno dimenticato che all’inizio del Manvantara
, Matsya-Avatara (la prima discesa di Visnu
, sotto forma di pesce-avatara) ha consegnato il Matsyapurana
a Vaivasvata, il Manudel presente
Manvantara
.I “purana” sono una “raccolta di fatti del tempo antico”: sono i testi che formano la parte più
antica della “ smrti”, la “tradizione
rammentata”. I “ purana”
si distinguono in due gruppi:
1 Mahapurana (grandi Purana) 2 Upapurana (Purana minori)
La montagna e la caverna simbolizzano il Centro Spirituale Supremo nel periodo originale dell’umanità terrestre.
La Divinità ha consegnato all’umanità, nonostante tutto, la Rivelazione Primordiale. L’umanità ha preferito inabissarsi nell’oscurità spirituale e impantanarvisi senza approfittare della
possibilità di riconquistare la “ Sfera dell’Alto
” attraverso una scelta consapevole.
Il Centro Spirituale Supremo è la sede (“contrada suprema”) della Tradizione Primordiale che è stato chiamato in molti modi: il
Paradesha sanscrito, il Pardes caldeo, il Paradiso terrestre, la Terra Santa , Agarttha , Shambhala , Tula
, Luz , ecc
.Il responsabile supremo di questo “Centro” è Brahmatma che può parlare a Dio “faccia a
faccia” (come Metatron nel mondo
celeste).
Il buon Sadhaka-Yogi praticante non perde di vista la meta nella visione che persegue con grande dovizia e si spinge con forza oltre tutte le forme esteriori per unirsi interiormente a ciò
che conta.
Il risveglio spirituale completo consegna all’ente, tramite la Kundalini, la funzione del terzo
occhio ( ajnacakra)
restituendo così lo “ Stato Primordiale
”: una conquista effettiva degli stati superiori dell’essere che illumina la corona della testa ( sahasraracakra
). L’ente diviene così colui “ che vede con l’occhio
” (“saksin
”), il “testimone” consapevole, l’”osservatore”, il “veggente” non partecipe e distaccato dalle vicende dell’esperienza e dai contenuti della conoscenza empirica; è il ritorno all’
Atman
quale Testimone dei tre stati.
Rosario Castello
tratto da Darsana: il “punto di vista” esoterico su: www.amazon.it
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