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Eventi: Eire Expo Real Estate, Milano, giugno politiche 2

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Osservatorio Fillea Grandi Imprese e Lavoro

Newsletter Costruzioni e Grandi Imprese

20 – 27 giugno 2014

A cura di Alessandra Graziani1 e Giuliana Giovannelli2

Congiuntura:

Pmi: fondo edilizia, +83% nei primi mesi del 2014(Edilizia e Territorio, 23.06.14) Eire Expo: protagonista il futuro del mattone(Il Secolo XIX, 23.06.14)

legislazione: riforma degli Appalti secondo Ance, Avcp e Itaca(Edilizia e Territorio, 23.06.14) Oice: controlli su tutti i tipi di variante(Edilizia e Territorio, 23.06.14)

Assolavoro: nel 2013 500mila occupati grazie alle Agenzie(Il Sole 24 Ore, 24.06.14) Cig: buio sui fondi(La Stampa, 24.06.14)

legno filiera: pioppicoltura, misure di rilancio (Il Monferrato, 24.06.14) mercato immobiliare:l’Italia fa gola (Il Mattino, 25.06.14)

Cig: tetto di 8 mesi alla Cig in deroga(Il Sole 24 Ore, 25.06.14) lavoro irregolare: a segno il 64,7% delle verifiche effettuate(Il Sole 24 Ore, 25.06.14) legislazione: fondi per le scuole e la difesa del suolo(Il Sole 24 Ore, 26.06.14)

fondi Ue: efficienza energetica nei comuni, bando da 15 milioni(Il Sole 24 Ore, 27.06.14) distretti: export a livelli record(Il Sole 24 Ore, 27.06.14)

Grandi imprese delle costruzioni:

Salini Impregilo: la svolta col flottante al 40%(Milano Finanza, 24.06.14)

Italcementi: grafene, Italcementi capofila del progetto Ue "Cemphene"(sito casa e clima, 24.06.14) Astaldi: 4 miliardi di ricavi nel 2018(Il Sole 24 Ore, 25.06.14)

Salini Impregilo: il 25%a Wall Street(Corriere della Sera, 25.06.14) Rdb: proposta di vendita inaccettabile(Libertà Piacenza, 26.06.14) Cementir: Caltagirone jr risvegli Cementir(Milano Finanza, 26.06.14) Anas: ok dell’assemblea al bilancio(Il Sole 24 Ore, 26.06.14) Cesi: l’azienda salta l’incontro(Il Resto del Carlino, 27.06.14) Rapporti e studi:

Ernst&Young: per l’Italia la ripresa è rimandata al 2015 (Il Sole 24 Ore, 23.06.14)

Casa.it: Report sul mercato delle residenze in Italia nel primo semestre(sito infobuild, 24.06.14) Istat: indice di fiducia dei consumatori giugno 2014 (Comunicato Istat, 25.06.14)

Confindustria: taglia le stime del Pil (Il Sole 24 Ore, 27.06.14)

Banca d’Itlia: Euro coin giugno 2014 (Comunicato Banca d’Italia, 27.06.14) Istat: clima di fiducia delle imprese giugno 2014 (Comunicato Istat, 27.06.14) Eventi: Eire Expo Real Estate, Milano, 24-27 giugno 2014

Congiuntura

Pmi (23.06.14):

Il fondo centrale di garanzia alle Pmi - gestito dal Mise per garantire i prestiti delle banche alle Pmi fino all'80% dell'ammontare - vale per le costruzioni circa un miliardo di euro di nuovi prestiti all'anno. Si tratta del IO- Il % del totale dei prestiti alle Pmi garantiti dal Fondo, e circa il 6% dei prestiti bancari all'edilizia nel 2013. Nei primi mesi del 2014 i prestiti alle imprese edili garantiti da l Fondo Pmi sono saliti inoltre dell'83% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Da marzo sono inoltre entrati in vigore i nuovi parametri più morbidi per l'accesso al Fondo.

Tuttavia resta il nodo delle banche: spetta a loro decidere se concedere o no i prestiti. e quindi girare al Mise la richiesta di accesso al Fondo Pmi. Secondo Rinaldo Incerpi , Cna costruzioni «Circa il 90% delle richieste di accesso al fondo vengono rigettate dalle banche. pur avendone i requisiti, se a presentarle sono le imprese edili».

Eire Expo (23.06.14):

Il patrimonio immobiliare italiano è pronto ad andare in scena ad Eire Expo Real Estate, la manifestazione di riferimento del settore, che aprirà i battenti domani a Fieramilanocity, ospitando per tre giorni 400 operatori ed oltre 70 eventi. "Rigenerazione urbana" sarà il leit motive della decima edizione chiamata a mettere a punto e a ridefinire con i principali stakeholder il futuro e le strategie del mercato immobiliare. Al centro gli assetti urbani delle grandi città italiane, dove il recupero e la ristrutturazione di immobili pubblici e privati, così come le nuove destinazioni d'uso, appaiono la stella polare per il rilancio del settore edilizio. Novità di quest'anno sarà il tavolo istituzionale tra governo ed investitori esteri, mirato a stabilire un confronto costruttivo teso ad attrarre investimenti funzionali alla rigenerazione del patrimonio immobiliare italiano. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, insieme al Capo della segreteria tecnica del Tesoro, Fabrizio Pagani, incontrerà alcuni investitori internazionali del Real estate provenienti da Europa, Singapore, Israele e America, al termine del convegno inaugurale.«Cambiare per crescere: una nuova destinazione d'uso per l'Italia» è il tema da cui partirà la kermesse, con un'introduzione del patron di Eire, Antonio Intiglietta,seguita dalla relazione del presidente del Consiglio di Gestione di

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Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros Pietro. Ma il fitto palinsesto degli appuntamenti abbraccerà tutti i settori del mondo immobiliare italiano e internazionale. Da segnalare, tra gli altri, il convegno sul "New deal" del turismo italiano con il confronto tra le principali compagnie alberghiere ed i professionisti del settore con i rappresentanti della pubblica amministrazione sulle opportunità legate alla valorizzazione dei territori. Spazio anche all'housing, con un convegno sui

«fondi di Cdp Investimenti Sgr dedicati alla valorizzazione e alla dimissione degli immobili pubblici». Mentre l'Agenzia del Demanio presenterà i risultati del progetto Valore Paese, iniziativa per la valorizzazione, la messa a reddito e la dismissione dei patrimoni immobiliari pubblici.

legislazione (23.06.14):

Non cancellare di netto il Codice appalti, ma semmai semplificarlo, agendo sulle norme ad esso collegate. Mantenere il sistema di qualificazione Soa in via transitoria. Tenersi cauti sull'e-procurement, nell'ambito dei lavori pubblici. E non abusare dell'offerta economicamente più vantaggiosa. I costruttori dell'Ance insieme alle Regioni (Itaca) e Avcp - sono state ascoltate dalla commissione Ambiente della Camera, che ha così ufficialmente aperto il suo ciclo di audizioni sulla riforma degli appalti. Oltre a sollecitare molte modifiche alla regolamentazione attuale, i costruttori hanno sottolineato in quali ambiti sarà necessario procedere con cautela nella riforma.

Oice (23.06.14):

Bene i controlli sulle varianti affidati all'Authority di Raffaele Cantone, ma l'ambito delle verifiche andrebbe esteso a tutti i tipi di variante, sia per sbarrare la strada ai tentativi di "gonfiare" illegalmente i costi o sia soprattutto per evitare di scaricare ingiuste responsabilità sui progettisti. E’ in sintesi. il messaggio delle società di ingegneria riunite nell'Oice. L'Oice prende spunto dal fatto che nelle bozze del decreto Pa l'obbligo di comunicazione all'Anac veniva limitato a solo 3 casi su cinque. escludendo le varianti dovute al «manifestarsi di errori o di omissioni del progetto esecutivo che pregiudicano, in tutto o in parte, la realizzazione dell'opera ovvero la sua utilizzazione», creando così un pericoloso vulnus nei controlli.

Assolavoro (24.06.14):

I numeri sono ancora lontani dal periodo pre-crisi ma il 2013 delle agenzie si chiude con un bilancio positivo. Il Centro Studi di Assolavoro, l'Associazione Nazionale delle Agenzie per il Lavoro, spiega che nel 2013 i lavoratori in somministrazione (assicurati netti Inali) sono stati 482.077, ossia il 2,6% in più rispetto all'anno precedente. In ripresa anche il numero di missioni avviate: 1.129.692. Sul 2012 l'indicatore fa registrare un incremento del 7,8 per cento. Il settore più rilevante rimane il manifatturiero, mentre tornano a crescere i servizi:

istruzione, assistenza e sanità, in primis. Tra i dati più significati del bilancio la durata media delle missioni che nel 2013 è stata di 43,2 giorni, mentre il numero delle missioni avviate per singolo lavoratore passa da 2,23 del 2012 a 2,34 del 2013. Questi numeri, secondo il presidente di Assolavoro, Luigi Brugnaro, sono la dimostrazione che «il sistema Paese può contare sulla rete delle nostre Agenzie per il Lavoro per favorire la competitività e l'occupazione di qualità». L'apertura della stagione delle riforme che sta interessando vari fronti, compreso il lavoro, «rappresenta una grande opportunità per rinnovare in profondità l'Italia e le sue articolazioni territoriali», continua Brugnaro. E «le Agenzie sono pronte a svolgere sempre più il proprio ruolo sia contribuendo a qualificare il mercato e la sua legislazione, sia lavorando fianco a fianco con le aziende che trainano la competitività del Paese e che non cercano scorciatoie, ma puntano su competenza e qualità, con tutte le garanzie contrattuali».

Cassa Integrazione Guadagni (24.06.14):

Allarme rosso lo lanciano CgiI, Cisl e UiI di Torino: «Se ii governo non sbloccherà le risorse necessarie per l'intero 2014 evitando di criteri restrittivi ci sarebbero licenziamenti di massa, dispersione di professionalìtà, chiusura di migliaia di aziende». Mancano 6 giorni alla scadenza dell'accordo con la Regione Piemonte per la cassa in deroga e, ad oggi, regna la «più assolta incertezza». Bastano i dati del 15 giugno registrati nella sola provincia di Torino - 4.500 le domande di cassa in deroga presentate, con 7,8 milioni di ore richieste e circa 15 mila lavoratori coinvolti - per spiegare le preoccupazioni sindacali per la sempre più difficile Cgil, Cisl e UiI parlano di un fatto «grave» e trovano una sponda nel nuovo assessore regionale al lavoro, Gianna Pentenero: «lI governo e il ministro devono chiarire».

legno filiera (24.06.14):

Un importante convegno sul futuro della pioppicoltura è in programma venerdì 27 giugno dalle 10 alle 13 presso CRA - Unità di Ricerca per le Produzioni Legnose Fuori Foresta di strada per Frassineto, 35, a Casale Monferrato. L’introduzione dei lavori verrà fatta da Giuseppe Nervo Direttore - CRA - PLF – Unità di Ricerca per le Produzioni Legnose Fuori Foresta Spazio quindi ai relatori. Inizierà Domenico Coaloa – Ricercatore - CRA - PLF – Unità di Ricerca per le Produzioni Legnose Fuori Foresta che parlerà dello stato attuale e delle prospettive della filiera pioppo-legno, sarà poi il turno di Fabio Boccalari – Presidente per il rilancio della pioppicoltura nelle regioni del nord Italia che relazionerà sul tema: Impegno della Federlegno-Arredo a favore della filiera pioppo-legno. Spetterà a Nicoletta Azzi - Propopulus Federlegno che tratterà delle iniziative dell'Associazione dei Comuni del Monferrato a favore del territorio e della filiera pioppo-legno. Luigi Merlo - Associazione Comuni del Monferrato - parlerà del ruolo della pioppicoltura nella nuova programmazione di sviluppo rurale in Piemonte. Lorenzo Camoriano – Opere pubbliche, difesa del suolo, economia montana e foreste della Regione Piemonte – si occuperà poi del ruolo della pioppicoltura nella nuova programmazione di sviluppo rurale in Lombardia, Roberto Tonetti - D.G. Agricoltura Struttura Sviluppo e Gestione Foreste - Regione Lombardia, parlerà a sua volta del ruolo della pioppicoltura nella nuova programmazione di sviluppo rurale in Lombardia. Spazio infine alle discussioni. Il CRA-PLF si occupa delle produzioni legnose fuori foresta per diverse utilizzazioni industriali (legno e prodotti derivati, biopolimeri, energia) con specie a rapido accrescimento (pioppo, salice, robinia, eucalipto), latifoglie nobili (noce, ciliegio) e conifere mediterranee, con particolare attenzione alla salvaguardia della biodiversità. Attività prevalenti sono: il miglioramento genetico, le tecniche colturali, la difesa ecosostenibile, il fitorisanamento, la raccolta, la tecnologia del legno e la valutazione economica delle produzioni. La fondazione dell'Istituto di Sperimentazione per la Pioppicoltura fu decisa nel corso di un convegno tenutosi a Casale Monferrato l'11 luglio 1937 per affrontare l'emergenza posta da una devastante malattia, la cosiddetta "defogliazione primaverile”. L’Istituto fu edificato in Casale Monferrato su terreni della Cartiere Burgo.

mercato immobiliare (25.06.14):

L'interesse c'è ed è notevole. Il Bel Paese e il suo pregiato patrimonio immobiliare piacciono molto ai grandi investitori internazionali. Blackstone, Generali, Axa, Morgan Stanley e lp Morgan si dicono pronti a impiegare «a lungo termine» ingenti risorse negli immobili italiani. Un'opportunità che il governo ha intenzione di assecondare mettendo in campo tre elementi chiave: trasparenza, semplificazione e certezza delle

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norme. La promessa arriva dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, che ieri ha partecipato a un incontro con i grandi investitori internazionali provenienti da Europa, America e Asia, nell'ambito della rassegna Eire (Expo Italia Real Estate) a Milano. «La competitività del Paese si misura dalla sua capacità di attrarre capitali, italiani e provenienti dall'estero» ha detto Lupi, riconoscendo che “trasparenza e certezza del diritto sono elementi chiave».

Fattori sui quali - ha assicurato il governo sta lavorando e presto calerà in campo una serie di provvedimenti. A cominciare dalla legge urbanistica: «Siamo pronti, il tavolo tecnico ha terminato i lavori e il disegno di legge potrà essere presentato dal governo» ha annunciato Lupi. Nel testo ci saranno «i principi fondamentali del governo del territorio, le politiche urbane, di edilizia sociale e le semplificazioni in materia edilizia». La speranza - ha detto il ministro - è che «l'iter sia rapido». «Non abbiamo tanto tempo, dobbiamo renderci accessibili subito» ha aggiunto Lupi durante l'incontro promosso da Assoimmobiliare. «Bisogna evitare che il ritorno di interesse da parte degli investitori internazionali sia una fiammata di paglia che passa» ha auspicato il presidente di Assoimmobiliare, Aldo Mazzocco.

«Bisogna abbandonare l'idea dell'affare. Servono progetti sostenibili, di grande respiro e di lungo termine» ha osservato il presidente del Cdg di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro. Il patrimonio immobiliare pubblico da riqualificare ha un valore che si aggira sui 300 miliardi. Secondo Nomisma gli investimenti immobiliari corporate, nel 2013 a quota 4,7 miliardi, hanno quasi doppiato quelli dell'anno prima. Un trend che sembra confermarsi. Per il patron di Expo Italia Reai Estate Antonio Intiglietta l'Italia quindi «può auspicare l'avvio della ripresa».

Cassa Integrazione Guadagni (25.06.14):

Per quest'anno la cassa integrazione in deroga non potrà durare più di 8 mesi, «calcolati tenendo conto di tutti i trattamenti concessi dal l° gennaio 2014» (si scende a 6mesi, o 12 mesi nel biennio mobile, per il periodo dal 2015 a fine 2016). Potranno beneficiarne anche gli apprendisti e i lavoratori somministrati. Per fruire dell'ammortizzatore bisognerà avere una anzianità lavorativa aziendale di almeno 12 mesi (solo per il 2014 il requisito viene ridotto a 8 mesi). Oggi sono sufficienti 90 giorni. Il sussidio in deroga non potrà più essere concesso in caso di cessazione, in tutto o in parte, dell'attività d'impresa (ci si allinea a quanto contenuto nel ddl delega sul «Jobs act»). È poi previsto un regime transitorio «in presenza di programmi di reindustrializzazione o riconversione» di specifiche aree territoriali (per esempio, Termini Imerese). Qui si potrà prorogare (nei limiti di spesa di 55 milioni di eurò) l'ammortizzatore in deroga se concesso prima del1° luglio, anche senza rispettare i nuovi criteri (in ogni caso però gli effetti di tali trattamenti non potranno prodursi oltre il 31 dicembre 2014). Il decreto interministeriale (Lavoro-MeD che riscrive i criteri di concessione di cassa e mobilità in deroga fino al 2016, (anno in cui, a legislazione vigente, questi sussidi dovranno sparire) è in dirittura d'arrivo. Il testo si conferma restrittivo, recependo solo pochissime osservazioni giunte dalle commissioni parlamentari e dalle regioni. Tra i soggetti beneficiari dei sussidi in deroga vengono reinseriti gli apprendisti e i lavoratori somministrati. Ma resta invece l'esclusione degli studi professionali, delle organizzazioni politiche e delle associazioni sportive. Si introduce poi una procedura telematica per le richieste di cig e mobilità in deroga, accentrandola presso l'lnps (si supera quindi la fase regionale);

e non vengono ampliate le causali di concessione dell'ammortizzatore ai casi di riconversioni aziendali e procedure concorsuali (una richiesta su cui premevano le parti sociali). Il provvedimento dovrebbe essere pubblicato nei prossimi giorni in tempo utile per far entrare in vigore le novità già dal l° luglio. Da quanto si apprende, le Regioni hanno manifestato al ministro Poletti tutto il loro disappunto (per le inevitabili ripercussioni negative, da gestire, sui territori i sussidi in deroga sono l'anticamera dei licenziamenti). Sul piede di guerra anche i sindacati che parlano di

«insostenibilità sociale», criticando, in particolare, la «retroattività della stretta «che è a rischio di illegittimità», ha detto il segretario confederale della Uil, Guglielmo Loy. In pratica, in base ai nuovi criteri, se si è in cig in deroga dal l°

gennaio, il sussidio (visto il tetto degli 8 mesi) scadrà a fine agosto (senza più possibilità di essere prorogato). Forte giro di vite pure sulla mobilità in deroga. Nel 2014 il trattamento può essere concesso per 5 mesi o per 7 mesi, qualora se ne sia già beneficiato, rispettivamente, per tre anni o meno di tre anni. Dal 2015 al 2016, e solo se si è sotto i tre anni, si può concedere mobilità in deroga per un massimo di sei mesi. Oggi l'utilizzo dell'istituto è senza limiti (e non sono mancati abusi che il Governo punta ora a contrastare). (Claudio Tucci)

lavoro irregolare (25.06.14):

Lo scorso anno sono state 235.122 le aziende con dipendenti controllate dal personale ispettivo di ministero del Lavoro, Inps e Inail , il 64,78% delle quali risultata irregolare in materia di lavoro e previdenza. A dirlo è il Rapporto annuale per il 2013 elaborato dalla Direzione generale per l'attività ispettiva del Ministero. L'attività di controllo si è concentrata su un numero inferiore di imprese rispetto al 2012 (235.122 contro 243.847), ma - si spiega nel rapporto: "questo calo del 3,6% è riconducibile al «miglioramento dell'attività di selezione degli interventi in fase di programmazione», nonché alla «particolare attenzione» riservata al contrasto degli illeciti di natura sostanziale. Una migliore calibrazione a cui si deve, probabilmente, anche l'aumento dell' l,78% del tasso di irregolarità rilevato (64,78% contro il 63% del 2012, già in crescita rispetto all'anno precedente), che ha, portato a sanzionare 152.314 aziende. L'ammontare dei contributi e dei premi evasi ha superato 1,4 miliardi ed è in flessione del 13% rispetto al 2012 (oltre 1,631 miliardi), ma il dato resta comunque superiore agli 1,225 miliardi del 2011. Per quanto concerne il personale identifìcato in occasione degli accessi ispettivi, il numero dei lavoratori irregolari è stato pari a 239.020 unità - il 19% in meno rispetto ai 295.246 conteggiati nel 2012) - e quello dei lavoratori totalmente in nero di 86.125 unità, anch'esso in calo del 13% rispetto all'anno precedente. I lavoratori totalmente in nero, pari al 36% degli irregolari, sono comunque aumentati percentualmente a conferma - sottolinea il rapporto - della maggiore concentrazione dell'azione ispettiva. Il restante 64% dei lavoratori irregolari documenta, invece, il fenomeno dell'utilizzo distorto, con intento elusivo, delle forme contrattuali flessibili, alle quali, specie nelle regioni del Centro- Nord, si è fatto illegittimamente ricorso in luogo della stipulazione di contratti di lavoro subordinato. Un fatto, questo, che spiega, secondo il Ministero, «il notevole incremento del numero di riqualificazioni dei rapporto di lavoro adottate in occasione delle verifiche ispettive». Per quanto concerne i controlli effettuati dai soli ispettori ministeriali - a cui si deve il 59% delle verifiche complessivamente effettuate (139.624) - si evidenzia, infine, che il 53% delle imprese controllate (74.041) sono del terziario, il 33% dell'edilizia (45.455), il 10% dell'industria e artigianato (14.476) e il 4%

dell'agricoltura. A livello di illeciti contestati (73.514 in tutto), la percentuale di irregolarità, se è scesa al 58%

nell'edilizia (61% nel 2012), è rimasta invece invariata nell'industria e artigianato e nel terziario (rispettivamente 53 e 50%), mentre l'agricoltura è salita al 45% grazie a due punti percentuali in più rispetto all'anno precedente. (Mauro Pizzin)

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legislazione (26.06.14):

Il fondo Kyoto apre le porte alle scuole, consentendo di attingere fino a 350 milioni per migliorare l'efficìenza energetica delle strutture. Corsia veloce anche per realizzare gli interventi per la difesa del suolo e - in generale alla spesa dei residui fondi comunitari 2007-2013. Sono queste le principali novità contenute nel DI 91/2014 che potranno stimolare l'apertura di molti cantieri. Per l'efficientamento energetico di scuole e atenei, viene riservata una quota di 350 milioni del fondo Kyoto. La relazione tecnica informa che sul fondo sono rimasti appunto 350 milioni. Le risorse vengono escluse dal patto di stabilità. I promotori pubblici potranno accendere mutui a 20 anni a un tasso dello 0,25 per cento. Agevolazione in più per comuni e province: potranno derogare ai limiti ai nuovi indebitamenti fissati dal testo unico enti locali. Entro 90 giorni un Dm Economia-Ambiente Miur individuerà i criteri e le modalità di concessione, di erogazione e di rimborso dei finanziamenti. La gestione è saldamente incardinata a Palazzo Chigi, affidata alla struttura di missione con a capo Graziano Delrio. Sulla difesa del suolo, il decreto spiana la strada agli interventi contenuti negli accordi con le Regioni. Ai commissari straordinari subentrano i presidenti delle Regioni, con ampi poteri. L'autorizzazione firmata dal presidente di regione è un lasciapassare potentissimo perché sostituisce

«tutti i visti, i pareri, le autorizzazioni, i nulla osta ed ogni altro provvedimento abilitativo necessario per l'esecuzione degli interventi medesimi, mantenendo i poteri derogatori propri dei commissari». Solo il ministero dei Beni culturali potrà esprimere un parere, ma deve farlo entro 30 giorni, altrimenti si va avanti. Per progettare gli interventi, potranno essere utilizzate strutture tecniche di comuni, provveditorati, Anas, consorzi di bonifica e autorità di distretto.

I tempi , sono contingentati: tutti i lavori vanno affidati entro il 31 dicembre di quest'anno, pena la revoca dei fondi:

Gli interventi che hanno ricevuto le risorse entro il 30 giugno 2014 vanno completati entro il 31 dicembre 2015. Anche in questo caso, la cabina di comando è a Palazzo Chigi, affidata all'unità con a capo Erasmo D'Angelis. Infine, per spendere più velocemente i fondi Ue 2007-2013, vengono introdotte deroghe che sembrano preludere a una riprogrammazione dei fondi. Più precisamente, ai soggetti titolari di risorse destinate «dai Programmi nazionali, interregionali e regionali alla riqualificazione e messa in sicurezza di edifici pubblici, compresi gli interventi di efficientamento energetico degli stessi» vengono concessi fino al 31 dicembre del 2015 deroghe alle norme del Codice appalti. (Massimo Frontera)

fondi Ue (27.06.14):

Comuni per la sostenibilità e l'efficienza energetica. Con questo titolo il ministero dello Sviluppo economico ha lanciato un bando da 15 milioni di euro nell'ambito del Poi Energie rinnovabili e risparmio energetico 2007-2013 in favore dei Comuni delle Regioni convergenza (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) per interventi di efficientamento e rinnovabili negli edifici comunali. Un altro pezzo del puzzle declinato al Mezzogiorno della strategia per l'efficienza energetica in chiave europea. Ma questa volta i benefici sono rivolti agli edifici della pubblica amministrazione. L'avviso pubblico lanciato il 24 giugno scorso prevede che i Comuni interessati a sviluppare progetti di efficientamento edilizio e realizzazione di rinnovabili (in primis fotovoltaico) su edifici di loro proprietà e o di altra amministrazione e dei quali il Comune abbia la disponibilità esclusiva, debbano effettuare l'acquisto e l'approvvigionamento di beni e servizi esclusivamente tramite il mercato elettronico della Pa, rivolgendosi ai fornitori abilitati. Le richieste di offerte tramite il mercato elettronico potranno partire dal 4 luglio: la richiesta di offerta (Rdo) dovrà fare riferimento a beni e servizi che rispondono ai risultati della diagnosi energetica. Perché tra le caratteristiche del bando c'è proprio quella dell'esame preliminare dell'edificio. II Comune, infatti, prima di accedere al bando, deve preventivamente effettuare la diagnosi energetica dell'edificio su cui intende fare l'intervento. II finanziamento è al 100% a fondo perduto del costo dell'intervento di valore non inferiore a 40.000 euro e non superiore a 207.000 (soglia comunitaria). Dal 21 luglio 2014 sarà possibile presentare le domande secondo una procedura che sarà comunicata dal ministero a partire dal 4 luglio. I contributi saranno assegnati sulla base di una procedura a sportello in base all'ordine cronologico di presentazione della domanda e fino a esaurimento fondi. Tra i beni coperti dal bando ci sono gli impianti fotovoltaici, quelli solari termici, la mini-cogenerazione, le pompe di calore per la climatizzazione e i servizi connessi, realizzazione di interventi di relamping, beni per l'efficienza energetica, (e cioé display per il controllo della produzione, sensori della temperatura, sensori di termoregolazione, ecc.) L'edificio oggetto dell'intervento non può essere ricompreso tra i beni culturali, né è ammessa al bando la copertura delle spese di manutenzione degli impianti. Inoltre non si potranno chiedere contributi in relazione a edifici ricompresi tra i beni culturali indicati all'articolo 10 del decreto legislativo 42/2004. (Flavia Landolfi, Francesco Petrucci)

distretti (27.06.14):

E fanno 17. Con la crescita del 5.4% tra gennaio e marzo, i distretti industriali italiani inanellano il 17esimo trimestre consecutivo di crescita portando a livelli record l'export dei territori a maggiore vocazione manifatturiera. ll quadro tracciato dal monitor distretti di Intesa Sanpaolo è in generale confortante e non solo dal lato quantitativo, confermando la forza del trend rialzista dopo il balzo a doppia cifra quasi "obbligato" del 2010, all'indomani del crollo dell'anno precedente. Ma più dei valori assoluti conta forse la pervasività del trend, con tassi di crescita importanti sia in termini geografici, con un ruolo rilevante svolto dai mercati maturi e da quelli emergenti, sia in termini settoriali, con segnali positivi presenti a pioggia: dal sistema moda alla meccanica, dall'alimentare ai materiali da costruzione, dalla gomma al tessile. Risultati convincenti anche se il confronto è con i nostri principali partner commerciali, cioè Germania e Francia, protagonisti di performance decisamente meno brillanti:

per la Germania la crescita dell'export tra gennaio e marzo è stata pari all'1,5% mentre Parigi si è dovuta accontentare di un ancora più magro +0,6%, risultati inferiori sia al dato medio dell'export del manifatturiero tricolore, in crescita dell'1,9% che al ben più robusto +5,4% realizzato dalle aree distrettuali. Il trimestre vede un nuovo record per l'export dei territori a maggiore densità manifatturiera, arrivati a vendere oltreconfine prodotti per 21,3 miliardi, l,l miliardi in più rispetto al 2013. "Star" indiscussa, con un balzo del 16.4%, è la macroarea della componentistica e della termomeccanica friulana, in grado di aggiungere ben 108 milioni di vendite al dato 2013. Ma è interessante notare come tra i 30 maggiori distretti per contributo alla crescita ve ne siano più dei due terzi in crescita a doppia cifra, con molte altre aree a ridosso di quota 10%. Brillano le oreficerie di Valenza e Arezzo, balza di 18 punti la concia di Arzignano, prosegue la corsa della pelletteria di Firenze ma soprattutto si risvegliano le grande aree della meccanica.

Rubinetti e pentole di Lumezzane, metalli di Brescia, macchinari di Varese, Vicenza, Bergamo e Piacenza realizzano performance robuste sia in termini percentuali che in valori assoluti offrendo un contributo determinante alle migliaia di aziende dell'indotto che ruotano attorno alle commesse delle aziende più strutturate e vocate all'export, Dal punto di vista geografico anche nel primo trimestre 2014 la dinamica distrettuale è stata più spinta nei nuovi mercati, dove l'aumento delle vendite è stato pari al 7.4%.«È un fenomeno interessante - spiega il responsabile Industry di Intesa Sanpaolo Fabrizio Guelpa - perché su base nazionale le vendite extra-Ue invece non brillano. Nei distretti però lo

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sviluppo è omogeneo, mi pare di poter dire che la congiuntura si sta muovendo e noi seguiamo la domanda, con performance positive nei mercati remoti ma anche in quelli di prossimità. È forse un effetto indotto della debolezza interna: tutti gli sforzi delle aziende ormai sono sull'export». In Europa gli acquisti di made in Italy sono corali, ripartono in Germania e soprattutto in Spagna, tornata a correre dopo dieci trimestri consecutivi in apnea. Tra i nuovi mercati brilla in particolare il Medio Oriente per la gioielleria, mentre proseguono gli acquisti di made in Italy in Cina e Corea del Sud. In netta controtendenza è invece la Russia, dove svalutazione del rublo e crisi ucraina provocano una caduta della domanda di prodotti esteri: -8,9% la performance del made in Italy distrettuale, che si traduce in minori ricavi per quasi 70 milioni di euro per le nostre imprese. Riduzione tuttavia più che compensata da altre aree,tra cui va segnalata ancora una volta la performance degli Stati Uniti, terzo mercato di sbocco per il nostro export, capace di aggiungere quasi 100 milioni di vendite alle già brillanti performance del 2013. (Luca Orlando)

Grandi imprese delle costruzioni

Salini Impregilo (24.06.14):

Salini Impregilo apre una nuova stagione in piazza Affari grazie all'offerta di azioni appena portata a termine che consentirà al gruppo di grandi opere di aumentare il flottante su Borsa Italiana e migliorare la liquìdità, delle proprie azioni, «con conseguente maggiore visibilità della società sul mercato finanziario e nel settore delle costruzioni e dell'ingegneria civile pesante», ha osservato l'ad Pietro Salini, nella cui ottica i proventi dell'aumento di capitale forniranno uteriore forza alla struttura patrimoniale di Salini lmpregilo, aumentando la flessibilità del gruppo per perseguire l'annunciato piano industriale 2014-2017. Per Banca Akros, che ha alzato il rating del titolo a buy da hold confermando il target price a 5,I euro, le azioni sono state vendute ed emesse a sconto del 6%

sui prezzi precedenti all'annuncio. Secondo gli esperti quota 3,7 euro rappresenta un buon punto di ingresso in ottica di rischio/rendimento. Per la precisione venerdì 20 il flottante di Salini Impregilo è stato ricostituito e portato al 40,03% del capitale. L'operazione è avvenuta tramite un collocamento privato di 44,74 milionidi azioni ordinarie di nuova emissione per un controvalore complessivo di 165,538 milioni di euro, ma nel contempo sono state collocate anche 94 milioni di azioni della società detenute in precedenza da Salini Costruttori, che pertanto ha ridotto la propria partecipazione al 59,97%. In entrambi i casi il collocamento è avvenuto esclusìvamente a favore di investitori qualificati in Italia e istituzionali all'estero.

Italcementi (24.06.14):

La ricerca italiana diventa protagonista nella rivoluzione del grafene, materiale che promette di portare novità di grande portata nel campo dei materiali in molti settori. Italcementi è stata infatti selezionata per entrare a far parte del Consorzio Graphene – Graphene Flagship Project -, iniziativa di ricerca avviata in Europa sullo sviluppo di nuove tecnologie legate ai materiali che prevede dieci anni di ricerca e un finanziamento complessivo di un miliardo di euro. L’obiettivo è quello di sviluppare appieno le potenzialità del grafene e di altri materiali bidimensionali di recente scoperta, favorendo la crescita di nuove tecnologie in grado di rivoluzionare molteplici settori industriali e generare sviluppo economico con la creazione di nuovi posti di lavoro in Europa.LA SCELTA DELL'UE. L’ammissione al Consorzio è il frutto di una selezione delle proposte pervenute e valutate da esperti, per la maggior parte accademici. L’Italia, con 16 nuovi partners, acquisisce una presenza nel Consorzio uguale a quella della Germania (ora entrambe a 23 partner), seguita da Spagna (18), Regno Unito (17) e Francia (13), a conferma dell’interesse elevato per questo nuovo materiale.In particolare, Italcementi sarà capofila e coordinatore del progetto Cemphene, che mira a sviluppare ulteriormente i cementi fotocatalitici mangiasmog di cui detiene il brevetto, commercialmente noti con il brand “i.active”. Con il grafene si punta ad aumentare l’efficacia del principio fotocatalitico e a estenderne la sensibilità in condizioni di scarsa illuminazione.PROGETTO INTERNAZIONALE. Coordinate in i.lab, il centro ricerca e innovazione di Italcementi a Bergamo, le attività di ricerca sul materiale saranno condotte nel laboratorio Italcementi di Brindisi e vedranno impegnati il Dipartimento di Chimica “G.Ciamician’ dell’Università di Bologna, il Technion - Israel Institute of Technology (TRDF), Dipartimento di Scienza dei materiali e Ingegneria, e l’Eindhoven University of Technology (TU/e), Laboratorio materiali e delle Interfacce Chimiche, eccellenza nello studio di materiali ibridi e nanocompositi con indagini 2D e 3D.

Astaldi (25.06.14):

La presenza sui mercati internazionali, che ha permesso di controbilanciare la crisi della domanda interna, è stato un fattore che ha fatto la differenza in questi anni di crisi per molte società italiane. Tra queste c'è sicuramente Astaldì, numero due nel settore delle costruzioni, che ieri ha pubblicato il piano industriale 2013-2018. Un documento dal quale emerge come il paradigma "meno Italia più estero" sia destinato a intensificarsi nei prossimi anni. Se infatti nel bilancio 2013 il mercato interno valeva circa il 34% dei 2,5 miliardi di euro di fatturato. Nel 20l8, nelle previsioni dell'azienda, la quota del Belpaese è destinata a scendere progressivamente al 25 per cento a scapito di un crescente peso di mercati come il Canada, l'Europa centrale (soprattutto la Polonia dove l'azienda è impegnata in opere come la metropolitana di Varsavia) e la Russia. L'obiettivo di Astaldi per i prossimi 5anni è quello di portare i ricavi a quota 4 miliardi di euro. Una soglia importante la cui sostenibilità è garantita per ìl 70% dell'attuale portafoglio ordini. L'asticella fissata dall'azienda implica una crescita annua del 10% del giro d'affari.

L'obiettivo sul fronte dei profitti, che nel 2013 si sono attestati a 75 milioni, è invece di portarli a quota 230 milioni con un incremento del 25 per cento. Il portafoglio ordini, attualmente a 21 miliardi, negli obiettivi dell'azienda dovrebbe salire a 33 miliardi di euro a fine 2018 di cui 20 miliardi dalle costruzioni e 13 dalle concessioni. «La stabilizzazione del portafoglio ordini - si legge nel comunicato della società - e il più ridotto profilo di rischio degli ordini in esecuzione permettono di confermare un Ebit margin (incidenza del margine operativo sul fatturato ndI.) pari a oltre il 9%

durante il periodo di piano». Una soglia superiore a quella dei principali competitor che in media hanno un Ebit margin del 7,6% secondo la banca dati S&P Capital IQ. Relativamente tranquilla la situazione sul fronte finanziario. Il gruppo, che alla fine dello scorso anno ha ottenuto il rating da parte delle principali agenzie (B+ da S&P e Fitch e BI da parte di Moody's), ha ridotto la propria dipendenza dal canale di finanziamento bancario. Grazie alle emissioni obbligazionarie per complessivi 880 milioni di euro messe in atto dal 2013 ad oggi Astaldi ha allungato le scadenze del debito e migliorato il suo profilo di liquidità. Anche in ragione di ciò, l'azienda stima che il rapporto tra debito e Margine operativo lordo (Ebitda) passi da 2,48 volte a l,56 volte nei prossimi 5 anni mentre il rapporto debito/equity è visto in calo da 1,35 a 0,6 volte. «L'indebitamento finanziario netto di Gruppo – si legge nel comunicato - si attesterà a 700 milioni di euro». Questo sempre che il gruppo non decida di vendere asset in concessione. Astaldi ha ricevuto in tal senso proposte non vincolanti da parte di alcuni fondi infrastrutturali e pensione. Se questi prezzi ufficiosi dovessero essere confermati il gruppo stima che l'indebitamento possa essere azzerato. (Andrea Franceschi)

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Salini Impregilo (25.06.14):

Cresce non solo il flottante ma anche l'azionariato estero in Salini Impregilo, primo gruppo italiano di costruzioni. Nel collocamento appena concluso che ha fatto scendere la controllante Salini Costruttori al 60% - gli acquisti sono arrivati soprattutto da Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia, oltre all’Italia. I due fronti anglosassoni, in totale, salgono al 20% del capitale della società, con gli Usa all'8-9% (un quarto del collocamento) e la Gran Bretagna al 12-13%. Certo, sulle grandi piazze finanziarie come Londra o New York lavorano investitori da tutto il mondo. E Salini Costruttori, la controllante di famiglia, resta al 60%. E' comunque plausibile che in quel 40% di flottante si muovano molti investitori internazionali. I numeri arrivano direttamente dall'amministratore delegato Pietro Salini. Che aggiunge un 8-9% di capitale acquistato dalla piazza francese. E' possibile che la vostra controllante scenda ancora? <<Adesso questa non è una necessità. Abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi che ci eravamo posti per la patrimonializzazione del gruppo. In ogni caso, la controllante Salini Costruttori deve gestire la sua quota al meglio:se si presentano occasioni di crescita non escludiamo l'idea di confrontarci con altri soci, anche se la cosa non è ora all'orizzonte. Se ci fossero opportunità di aggregazioni con altri operatori, che ci offrono vantaggi come una migliore distribuzione geografica, allora potremmo prenderle in considerazione. Non è la nostra quota che fa premio su tutto bensì lo sviluppo della società. Non stiamo ora esaminando dossier specifici ma siamo aperti a occasioni per valutare una crescita del gruppo, non solo per linee organiche». Come impiegherete le risorse raccolte con il collocamento chiuso venerdì, in particolare i 165 milioni dell'aumento di capitale di Salini Impregilo e i 347 milioni incamerati da Salini Costruttori per la vendita delle azioni? «Innanzitutto la controllante rimborsa oggi, mercoledì, un debito da 65 milioni verso Salini Impregilo. Quindi le risorse fresche in mano a quest'ultima salgono da 165 a 230 milioni. Anche in Salini Impregilo uno dei nodi sarà la diminuzione del debito, con un alleggerimento degli interessi passivi e il rafforzamento della struttura patrimoniale. L'obiettivo su questo versante è arrivare a un rating "investment grade"

entro la fine dell'anno». E sul fronte della crescita e delle nuove commesse? «Puntiamo a una crescita del 16%

composto all'anno nel mondo, in un mercato che sale del 10% in termini di infrastrutture. Quanto ai singoli Paesi, intendiamo per esempio insistere sulla piazza australiana e crescere di peso negli Stati Uniti e in Medio Oriente». Come sta procedendo la commessa per l'ampliamento del Canale di Panama - in un consorzio italo spagnolo - alle prese con un contenzioso con le autorità locali? <<Abbiamo creato le condizioni per recuperare i soldi portati a perdita in passato e pensiamo che l'opera possa concludersi in tempi rapidi e il contenzioso possa risolversi velocemente. Vogliamo recuperare quello che è nostro: una cosa che, se avessimo avuto dimensioni più piccole, non sarebbe stata possibile.

L'ampliamento del Canale di Panama è uno dei 120 cantieri su cui stiamo lavorando, e neanche la commessa più grande». E lo stato dell'arte sulla cessione di Todini? «Sono arrivate diverse richieste di interesse: le stiamo valutando per valorizzare al meglio gli asset in questione». Come sono i rapporti tra soci all'interno della sua famiglia? «Abbiamo fatto tutte le operazioni di patrimonializzazione con l'unanimità in consiglio e in assemblea. In passato ci sono stati problemi sulle decisioni da prendere, ma sono stati superati. Ciò non toglie che, comunque, sia più difficile gestire una famiglia di un'azienda». Anche di un gruppo post-fusione come Salini Impregilo, con le prevedibili duplicazioni di funzioni? «La nostra è una fusione senza esuberi. Una parte delle possibili duplicazioni viene assorbita dalla crescita del gruppo, che alimenterà poi le prossime assunzioni: fino a 15 mila in tutto il mondo secondo gli obiettivi del piano industriale». Con l'obiettivo di crescere in un mercato di concorrenti stranieri più grandi? «Siamo un'eccellenza italiana nel mondo e non guardiamo alle altre aziende con sudditanza: essere più grandi non significa essere più capaci».

(Giovanni Stringa)

Rdb (26.06.14):

La Rdb ripiomba nel caos totale. Alle 17 e 30 di ieri, convocato a Roma alla mattina stessa, Claudio Bassanetti del Comitato di sorveglianza si è trovato del tutto a sorpresa a valutare la vendita dell'Rdb, il colosso piacentino. I tre commissari giudiziali hanno ritenuto di non prorogare l'amministrazione straordinaria per dare spazio alla vendita. L’incontro è andato avanti fino a tarda serata e Bassanetti ha difeso l'azienda piacentina. «Non intendo assolutamente esprimermi sul tipo di società acquirente che ci è stata proposta» ha detto non senza indignazione e stupore. Bassanetti si è rifiutato di firmare ogni accordo e tutto è slittato alla prossima settimana. Già nella mattinata di ieri Cgil, Cisl e Uil, all'insaputa, come ci ha riferito lo stesso Bassanetti, della proposta di vendita, affilavano le armi preoccupati dall'incubo della liquidazione. Lunedì mattina i lavoratori del gruppo, da ogni parte d'Italia, si uniranno in un corteo di protesta che culminerà davanti alla Prefettura di Piacenza: il coordinamento nazionale delle Rsu e le organizzazioni sindacali nazionali e territoriali di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil hanno infatti indetto ieri uno sciopero di otto ore. L’ultirno sciopero era stato nel 2012, quando i lavoratori avevano sfilato in corteo a Bologna protestando contro la crisi dell'intero settore edile. La manifestazione a Piacenza più importante era stata quella del 9 giugno 2011, quando lo storico gruppo nato nel 1908 aveva chiuso il primo trimestre dell'anno con ricavi in decisa flessione rispetto a quelli degli anni precedenti. Ma dopo l'entrata in amministrazione straordinaria, nel giugno di due anni fa, il gruppo aveva smesso di scivolare, e si sono visti timidi segnali di ripresa, diventati sempre più significativi. Nonostante i solleciti sindacali e l'ok del Ministero dello sviluppo economico, la proroga dell'amministrazione straordinaria non è mai arrivata: il ruolo dei tre commissari giudiziali che avrebbero dovuto traghettare la storica 'botte' verso la salvezza è scaduto, proprio dopo aver raggiunto traguardi che, fino a due anni fa, erano del tutto insperati. Al momento tutto è finito nel nulla. «A quasi un mese dalla scadenza del programma di amministrazione straordinaria' il 29 maggio, oltre settecento lavoratrici e lavoratori del gruppo attendono risposte e certezze sul loro futuro – hanno detto le categorie sindacali -. Nel corso dell'ultimo incontro al Ministero dello Sviluppo Economico il 23 maggio, i commissari straordinari hanno reso pubblici dati che dimostrano le potenzialità dell'azienda, il valore e la qualità delle sue produzioni, il patrimonio delle professionalità ancora presenti». Il gruppo è infatti passato dal sostanziale blocco delle attività alla ricostruzione di una rete di vendita che ha permesso di acquisire circa 22 milioni di ordini e fatturato nel prefabbricato e alla ripresa della produzione di Gasbeton nello stabilimento di Volla (Napoli) e di mattoni faccia a vista a Borgonovo, con ulteriori 8 milioni di ordini acquisiti. «Eppure, purtroppo, attraversiamo una fase di grave incertezza per il gruppo e le lavoratrici e i lavoratori, non essendo ancora stata concordata la proroga trimestrale dell'amministrazione straordinaria - precisano i sindacati -, un'occasione di rilancio dei territori e una garanzia produttiva e occupazionale che deve avere una continuità in futuro, altrimenti gli sforzi messi in campo, partendo dai lavoratori fino ai massimi responsabili aziendali, sarebbero stati inutili». La situazione è molto delicata. Il Tribunale ha chiesto un'integrazione di documenti per poter concedere la proroga. Attualmente, i lavoratori sono scoperti dalla cassa integrazione. Il 4 luglio è previsto un nuovo incontro al Ministero, alla presenza del responsabile Gianpiero Castano. E intanto tutto, ieri sera alle 22, è piombato nell'incertezza più totale. (Elisa Malacalza)

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Cementir (26.06.14):

Balzo dell’8,1% di Cementir in borsa dopo la prolungata flessione delle settimane scorse. A riportare l’interesse degli investitori sul titolo sono state le comunicazioni di internal dealing da cui è emerso che l’ad Francesco Caltagirone jr il 23 giugno ha acquistato 130mila azioni della società. (…) Dal punto di vista delle strategie, Cementir si è detta pronta ad investire 500 milioni di euro in acquisizioni nel cemento bianco nel Far East e negli Usa e nel settore rifiuti in Europa.

Anas (26.06.14):

Per il sesto anno consecutivo Anas Spa ha chiuso l'esercizio in utile, per un importo di 3.4 milioni di euro (era stato di 2,16 milioni nel 2012), su un valore della produzione di circa 1,6 miliardi. Il bilancio 2013 è stato approvato ieri dall'assemblea degli azionisti, e cioè dall'azionista unico Ministero dell'Economia. L'ex ente nazionale strade, infatti, nonostante sia dal 2002 una società per azioni, è interamente controllato dallo Stato, e continua sostanzialmente a svolgere una funzione pubblica delegata, e cioè la manutenzione e gestione della rete stradale nazionale, nonché la progettazione e costruzione (in appalto a terzi) di ampliamenti o nuove tratte, in base a contratti di programma concordati anno per anno sulla base di risorse assegnate dallo Stato. Il bilancio di esercizio fotografa soprattutto la gestione "corrente" dell'Anas, a fronte dei ricavi operativi (gli investimenti invece dipendono interamente da trasferimenti statali). Fino al 2010 anche per la gestione corrente era lo Stato a versare ogni anno un

"corrispettivo", che valeva circa 250-300 milioni. Tale finanziamento è stato ridotto fino a 205 milioni nel 2010, e poi dal 2011 cancellato. Dal 2006 sono stati invece introdotti canoni a carico delle concessionarie autostradali, basati in parte sugli introiti da pedaggio e in parte al traffico, partiti dai 219 milioni del 2006 e saliti fino a oltre 630 milioni dal 2011. Questi canoni sono oggi il principale ricavo operativo dell'Anas, che permettono alla società di contare su risorse prevedibili, anche se non certe. «Tra i dati del 2013 - ha dichiarato il presidente dell'Anas, Pietro Ciucci - vorrei segnalare: la riduzione del costo del personale; l'azzeramento delle spese per consulenze, sponsorizzazioni e pubblicità nonché per rappresentanza e promozionali oltre al forte contenimento degli oneri per liti e risarcimenti». L'Anas ha speso nel 2013 circa 2,2 miliardi di euro per la manutenzione straordinaria e l'ammodernamento della rete stradale, poco meno dei 2.286 milioni del 2012, ma molto meno dei 3.334 milioni del 2011.

Cesi (27.06.14):

«DA LEGACOOP abbiamo avuto ampie rasslcurazioni che la Cesi non verrà abbandonata. Ma a questo punto non capiamo l'assenza dell'azienda al tavolo», A rompere il silenzio sono il segretario generale della UiI Imola Giuseppe Rago e il segretario della Feneal Riccardo Galasso, dopo il summit tenuto i ieri mattina in Comune tra sindacati, sindaco e Legacoop. «Era invitata anche l'azienda ma non si è presentata», puntualizzano i sindacalisti UiI che si chiedono: «Cesi ha interesse a risolvere la questione?». Il punto è ancora quello della crisi del colosso cooperativo edile sul Santerno che parla attraverso i numeri: 200 esuberi su 405 dipendenti, 375 milioni di euro di debiti e 1.125 creditori. «Volevamo capire come e quando traghettare Cesi al tavolo regionale per la creazione di un nuovo polo delle costruzioni spiegano Rago e Galasso - , ma a questo punto visti i problemi di liquidità, temiamo che l'azienda ci arrivi 'morta' a quel traguardo». I DUE CONSIDERANO «positiva la presa di posizione di Legacoop, nonostante il progetto di cui si sta parlando non dia la possibilità a tutti i dipendenti di ricollocarsi, ma le nostre perplessità nei confronti dell’azienda sono aumentate». Sul tavolo regionale c'è la creazione di un polo unico delle costruzioni che unirebbe l'Iter di Lugo, la Cesi di Imola, la Coop costruzioni di Bologna e la Cmb di Modena. Il piano industriale, però è ancora in fase di elaborazione e punta a realizzare una nuova società con un fatturato annuo da 400 milioni di euro. Da Cesi potrebbero transitare nella nuova realtà i settori delle opere stradali, grandi opere pubbliche e residenziale, abbandonando il resto degli investimenti. Ma l'incognita sui tempi di realizzazione del progetto - ammesso che si trovino banche disposte a investire - è un'incognita che potrebbe stridere con lo scarso ossigeno in cui versa la coop imolese. I CANTIERI, infatti, funzionano a singhiozzo dopo il blocco del pagamento ai fornitori scattato qualche giorno fa. Ad accorgersi di tutto c'è anche la politica marchigiana, dove Cesi ha vinto l’appalto (passando attraverso i ricorsi alla giustizia amministrativa) per la realizzazione di un maxi ospedale ad Ancona. Il dubbio che il nuovo Inrca posa diventare un cantiere fantasma lo ha sollevato in questi giorni Daniele Berardinelli, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale. «Sin dall'ottobre 2013 si parlava di vertici prossimi alle dimissioni e lavoratori che avrebbero iniziato la cassa integrazione – dice il consigliere - . Chissà se l'avvocato (ovvero il sindaco di Ancona Valeria Mancinelli) che ha seguito le vicende che hanno portato la Cesi a vincere il ricorso e quindi ad aggiudicarsi l'appalto per il nuovo ospedale era a conoscenza delle enormi difficoltà economiche che sembrerebbero attanagliare la Cooperativa Edil-strade Imolese?». (CRISTINA DEGLI ESPOSTI)

Rapporti e studi

Ernst&Young (23.06.14):

Un'Italia che fatica ad agganciare la ripresa dell'Eurozona e per il momento continua a resistere grazie all'export – come conferma il +9,2% degli ordinativi esteri dell'industria ad aprile diffuso venerdì dall'lstat -, in attesa del ritorno della domanda interna. Per questi motivi l'anno dovrebbe terminare con un aumento dello 0,3% del PiI. Per il 2015 è previsto l'atteso cambio di passo con un'accelerazione dell'economia, che porterà la crescita del Pil all'1,2 per cento. Trend in leggera accelerazione per gli anni successivi. Leggermente migliore la situazione negli altri Paesi dell'Unione: qui la ripresa c'è, sebbene fragile, ma la brezza del rilancio spinge l'economia con un ritmo costante. Il Pil dell'Eurozona, dopo due anni negativi, dovrebbe mettere a segno un +1,1% se la crisi dell'Ucraina resterà sotto controllo. Negli anni a seguire si vedrà un rafforzamento fino al +1,7 previsto per il 2015.

Sono i numeri chiave delle previsioni contenute nel report «Eurozone forecast», realizzato da Ernst&Young, studio che sottolinea il perdurare delle difficoltà dell'Italia. «La nostra crescita è prevista ancora molto debole e dovrebbe irrobustirsi nel 2015: per ora l'economia continua a muoversi molto lentamente – spiega Donato lacovone, amministratore delegato di EY Italy e Head di EY Med -. Scontiamo ancora le debolezze del sistema-Paese e fatichiamo a ritrovare il passo, mentre altre economie sono già riuscite ad agganciare la ripresa». Il riferimento è a Spagna,Portogallo e Irlanda che, secondo le previsioni di EY, a fine anno avranno un Pil in crescita dell'l per cento.

Previsioni molto favorevoli per Lettonia, Estonia e, naturalmente, per la Germania. I Paesi periferici dell'Eurozona sono visti in recupero con il profilarsi di una lenta ripresa della domanda interna su cui si innesterà un limitato aumento degli investimenti. In accelerazione le esportazioni dell'Eurozona, che faranno registrare - si legge nel report - aumenti su base annua compresi tra il 3,5 e il 4 per cento. Nelle ultime settimane il rapporto euro-dollaro ha visto il rafforzamento della moneta europea, ma entro fine anno potrebbe iniziare a indebolirsi a vantaggio dell'export della Ue. Inoltre sul fronte dell'economia reale si attendono gli effetti del ritorno del credito a favore delle imprese dopo

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l'ultima decisione della Bce. I settori che in prospettiva si riveleranno più dinamici saranno il manifatturiero e le tlc, comparti che nel 2015 potrebbero mettere a segno un +2,7% su base annua. In decisa ripresa anche le costruzioni e le utilities. In questi comparti il made in Italy potrebbe riuscire nell'intento di agganciare la ripresa, che già spinge gli altri. «Il nostro manifatturiero ha sofferto anche di una competizione allargata – ricorda lacovone -. Se riuscissimo a superare il limite dimensionale, indissolubilmente legato al fabbisogno finanziario, l'economia nazionale potrebbe registrare una netta accelerazione della crescita. Si devono aiutare le Pmi a proiettarsi sui mercati internazionali». Il ritorno della domanda interna, poi, è legato a doppio filo all'export e all'efficacia delle riforme strutturali. «Il percorso di riforme intrapreso è la strada possibile per dare slancio al Pil dal lato dell'offerta e sperare così di invertire il segno degli indicatori negativi - sottolinea lacovone -. Le previsioni ci inducono a riporre fiducia nella riforma del mercato del lavoro, nelle misure per favorire il pagamento degli arretrati della Pa e nelle privatizzazioni». Rimane il macigno del deficit pubblico che, con gli andamenti previsti della nostra crescita, resterà al 3,1% nel 2014 per scendere sotto il 2%

solo nel 2017. Fino a quell'anno il debito continuerà a restare oltre il 130 per cento. E con i livelli record di pressione fiscale è difficile immaginare ulteriori interventi e manovre sul lato delle entrate. (Enrico Netti)

Casa.it (24.06.14):

In contemporanea con EIRE, la rassegna riservata alla community del Real Estate, Casa.it presenta la nuova edizione del suo Osservatorio Immobiliare, aggiornata al primo semestre 2014 e commenta il marketing digitale dedicato all’immobiliare con gli interventi di Daniele Mancini, Amministratore Delegato di Casa.it, alle tavole rotonde “il digitale come fattore di sviluppo del mercato immobiliare” e “Digital Marketing e Real Estate”.

L’Osservatorio Immobiliare di Casa.it offre una doppia chiave di lettura sull’andamento del mercato: quella estrapolata dai dati sulla domanda e offerta e quella ricavata dalle sensazioni dominanti in chi vorrebbe vendere o acquistare casa.

Partendo da quest’ultima, l’indagine condotta in primavera su un campione di utenti di Casa.it ha evidenziato che la maggioranza degli italiani (80%) ritiene che nei primi 6 mesi dell’anno il valore degli immobili nella zona in cui risiede sia diminuito. Emerge, inoltre, che per il 54% degli utenti questo è un momento favorevole per l’acquisto di un immobile. Alla base di tale convincimento c’è la diffusa sensazione che la discesa dei prezzi continuerà anche nei prossimi 6 mesi e che ci sia una maggiore possibilità di contrattazione. Se però si guarda alla propensione alla vendita, il 71.6% del campione non intende mettere in vendita il proprio immobile nel timore di svenderlo. L’ottimismo degli utenti di Casa.it su un possibile “disgelo” del mercato immobiliare residenziale acquista spessore sia alla luce dell’incremento delle richieste di mutui rilevato a partire da gennaio 2014, sia per il fatto che nella prima metà dell’anno la domanda di case è tornata a crescere in maniera più consistente rispetto alla fine del 2013. Anche su fronte dell’offerta, continuano ad aumentare le abitazioni messe sul mercato (+6,4% vs. giugno 2013).

Dall’Osservatorio Immobiliare di Casa.it si ricava che, a livello nazionale i prezzi rappresentativi degli immobili in offerta sul mercato sono effettivamente diminuiti in media del 5,2% rispetto a giugno 2013. Permane tuttavia una consistente divaricazione, che l’Osservatorio stima in un 9,4%, tra le quotazioni proposte da chi offre e quelle di chi cerca casa: una distanza che di certo non agevola il raggiungimento di un compromesso soddisfacente.

Istat (25.06.14):

A giugno l’indice del clima di fiducia dei consumatori in base 2005=100 diminuisce lievemente, passando a 105,7 da 106,2 del mese precedente. La componente economica diminuisce a 116,4 da 118,0, mentre quella personale aumenta leggermente (a 102,2 da 102,0). I giudizi sulla situazione economica della famiglia subiscono un leggero peggioramento (il saldo passa a -54 da -52), così come quelli riguardo alle prospettive familiari future (il saldo passa a -8 da -5). Le valutazioni sull’opportunità di acquisto di beni durevoli mostrano un peggioramento (il saldo passa a -76 da -70). A livello territoriale il clima di fiducia aumenta nel Nord-est, diminuisce nel Nord-ovest e al Centro, resta stabile nel Mezzogiorno.

Confindustria (27.06.14):

«L'Italia cammnina sul filo di un rasoio», avverte il Centro studi di Confindustria, che scorcia di mezzo punto percentuale le sue stime per l'anno in corso e di uno 0,2% quelle per l'anno prossimo. Nel 2014 infatti secondo le nuove previsioni presentate ieri il prodotto interno lordo non crescerà più dello 0,2% (a dicembre scorso Viale dell'Astronomia prevedeva un +0,7) e per una ripresa apprezzabile occorrerà attendere l'anno prossimo quando la performance economica sarà pari a+1% (in precedenza si prevedeva un +1,2 per cento). ll Paese, ha osservato iI direttore del CsC, Luca Paolazzi, oggi si trova di fronte a un bivio tra segnali di fiducia sulla ripresa e sull'aspettativa di riforme ed il rischio di una riduzione del potenziale di sviluppo che «tende a tradursi in stagnazione».

Tant'è che a sgonfiare le stime ha contribuito la falsa partenza del 2013 con un primo trimestre in cui l'attività produttiva ha avuto il segno meno davanti e una variazione acquisita per l'anno in corso pari a meno 0,2 percento. II quadro «rimane fragile»: «la malattia della lenta crescita non è stata debellata e iI paziente è debole e fatica a riprendersi e a reagire alle cure». Comunque, le attese «rimangono improntate ad un cauto ottimismo», che si sostanzia in un significativo rimbalzo nel trimestre che sta finendo ed in una crescita almeno doppia del potenziale nei successivi. Le previsioni però«scontano una visione più realistica delle effettive capacità di sviluppo del Paese e la chiusura di una parte dell'outputgap». In buona sostanza secondo iI CsC una parte di quanto è andato perduto durante la crisi non verrà recuperato. (…) (Rossella Bocciarelli)

Banca d’Italia (27.06.14):

In giugno €-coin è rimasto invariato rispetto al mese di maggio, attestandosi ancora a 0,31. Il contributo positivo fornito dal miglioramento delle condizioni dei mercati finanziari e dal recupero dell’attività industriale è stato compensato dal peggioramento della fiducia delle imprese.

Istat (27.06.14):

A giugno 2014 l’indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane (Iesi, Istat economic sentiment indicator), espresso in base 2005=100, sale a 88,4 da 86,9 di maggio. L’indice complessivo rispecchia il miglioramento della fiducia delle imprese di tutti i principali settori di attività: manifattura, servizi di mercato, costruzioni, commercio al dettaglio. L’indice del clima di fiducia delle imprese manifatturiere sale a 100,0 da 99,8 di maggio. Migliorano sia i giudizi sugli ordini (da -21 a -20) sia le attese di produzione (da 4 a 6); il saldo relativo ai giudizi sulle scorte di magazzino passa da -3 a 0. L’indice del clima di fiducia delle imprese di costruzione sale a 81,1 da 73,4 di maggio. Migliorano sia i giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione (da -54 a -44) sia le attese sull’occupazione (da -23 a -22).

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