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Allegato A
ISTITUTO NAZIONALE PER LE MALATTIE INFETTIVE
“Lazzaro Spallanzani”
Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico
PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E DELLA TRASPARENZA
2020 - 2022
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Indice
Premessa 1. Contesto
2. Definizione di corruzione
3. Definizione di Piano aziendale di prevenzione della corruzione
4. I soggetti che concorrono alla prevenzione della corruzione all’interno dell’Istituto 4.1 Il Responsabile della prevenzione della corruzione: nomina e ruolo 4.2 Il ruolo dei dirigenti referenti per la prevenzione
5. Attività e strutture maggiormente esposte al rischio di corruzione 6. Mappatura dei processi
6.1 Tabella di valutazione del rischio
6.2 Identificazione delle aree a rischio 7. Misure di carattere generale per prevenire il rischio di corruzione
7.1 Formazione dei dipendenti 7.2 Rotazione dei dipendenti
7.3 Tutela del dipendente che segnala illeciti 7.4 Conflitto di interessi
7.5 Piano Triennale per la Trasparenza e l’Integrità 7.6 Accesso civico e accesso civico generalizzato 7.7 Codice Etico e di Comportamento
7.8 Inconferibilità e incompatibilità 7.9 Conferimento incarichi dirigenziali
7.10 RASA
7.11 Misure procedure lavori acquisizione beni e servizi e forniture (2018-2020) 7.12 Divieto di pantouflage o post-employement
7.13 Monitoraggio sulla sostenibilità delle misure anticorruttive 7.14 Coinvolgimento degli stakeholders nella redazione del PTPCT 8. Ulteriori misure specifiche
8.1 Attività conseguenti al decesso in ambito intraospedaliero 8.2 Attività libero professionale e liste d’attesa
8.3 Farmaci
8.4 Sperimentazioni cliniche 8.5 Alienazioni di immobili
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PREMESSA
La Legge 6 novembre 2012, n. 190 e s.m.i. recante “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione”, ha introdotto numerosi strumenti per la prevenzione e repressione del fenomeno corruttivo ed ha individuato i soggetti preposti ad adottare ogni adeguata iniziativa in materia.
Con Circolare n. 1, del 25 gennaio 2013 il Dipartimento della funzione pubblica ha dettato le prime disposizioni applicative della Legge ed ha indicato precisazioni in ordine alle competenze affidate dalla Legge ai vari soggetti istituzionali ed alle modalità di individuazione del Responsabile della prevenzione della corruzione, con particolare riferimento ai compiti allo stesso ascritti.
Le Linee di indirizzo del Comitato interministeriale per la prevenzione e il contrasto alla corruzione ed all’illegalità (istituito con d.p.c.m. del 16 gennaio 2013), dettate per la predisposizione, da parte del Dipartimento della funzione pubblica, del PIANO NAZIONALE ANTICORRUZIONE, ai sensi e per gli effetti della Legge, indicano gli adempimenti relativi agli obblighi da rispettare nella materia de qua da parte delle pubbliche amministrazioni.
Tali disposizioni sono state ulteriormente definite in occasione degli aggiornamenti del PNA:
Determinazione dell’ANAC n. 12 del 28 ottobre 2015 che ha tenuto conto degli interventi normativi in materia ed in particolare della L. n.114/2014, recante, tra l’altro, il trasferimento delle
competenze sulla prevenzione della corruzione e sulla trasparenza dal DFP (Dipartimento della Funzione Pubblica) all’ANAC;
Delibera n. 831 del 3/08/2016 con cui l’ANAC ha aggiornato il PNA inserendo all’interno dello stesso una apposita sezione denominata “SANITA’” nella quale ha esplicitato le misure più idonee per contrastare il rischio corruzione da attivare all’interno del SSN;
Successivamente il piano Nazionale è stato aggiornato con la delibera n. 1208 del 22 novembre 2017, con la delibera n. 1074 del 21/11/2018 e da ultimo con la Delibera n. 1064 del 13 novembre 2019.
Con legge n. 179 del 30/11/2017 (G.U. 14/12/2017) è entrata inoltre in vigore la nuova normativa di tutela del dipendente che segnala illeciti “Whisteblowing”. In ordine alla materia l’Istituto ha provveduto ad acquisire il software applicativo fornito da ANAC, nonché ad avviare una globale procedura di rivisitazione del regolamento interno per la segnalazione degli illeciti, adottato con delibera del 03.06.2015, sulla base delle predette disposizioni di legge, della Delibera Anac n. 312 del 10.04.2019 relativa all’archiviazione di segnalazioni di reati o irregolarità, nonché delle recenti Linee Guida Anac, pubblicate in consultazione il 24 luglio 2019, finalizzate a rafforzare la tutela della riservatezza del whistleblower e ad incrementare il livello di protezione del medesimo nei confronti delle eventuali condotte ritorsive e/o discriminatorie subite.
Per quanto attiene le disposizioni in materia di trasparenza e degli indirizzi in materia di prevenzione della corruzione dettati dal PNA è intervenuto il d.lgs. 97/2016 che ha introdotto modifiche ed integrazioni sia al d.lgs. 33/2013 sia alla l. 190/2012.
Si evidenzia che il d.lgs. 97/2016, nel modificare il d.lgs. 33/2013 e la l. 190/2012, ha fornito ulteriori indicazioni sul contenuto del PTPC. In particolare, il Piano assume un valore programmatico ancora più incisivo, dovendo necessariamente prevedere gli obiettivi strategici per il contrasto alla corruzione fissati dall’organo di indirizzo. L’elaborazione del PTPC presuppone il diretto coinvolgimento del vertice dell’ente
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in ordine alla determinazione delle finalità da perseguire per la prevenzione della corruzione, decisione che è elemento essenziale e indefettibile del Piano stesso e dei documenti di programmazione strategico-gestionale.
Altro contenuto indefettibile del PTPC riguarda la definizione delle misure organizzative per l’attuazione effettiva degli obblighi di trasparenza. La soppressione del riferimento esplicito al Programma triennale per la trasparenza e l’integrità, per effetto della nuova disciplina, comporta che l’individuazione delle modalità di attuazione della trasparenza non sia oggetto di un separato atto, ma sia parte integrante del PTPC come
“apposita sezione”. Quest’ultima contiene, dunque, le soluzioni organizzative idonee ad assicurare l’adempimento degli obblighi di pubblicazione di dati e informazioni previsti dalla normativa vigente. In essa devono anche essere chiaramente identificati i responsabili della trasmissione e della pubblicazione dei dati, dei documenti e delle informazioni.
Come strumento principale quindi volto alla prevenzione della corruzione e dell’illegalità nella P.A., c’è la trasparenza intesa come accessibilità totale delle informazioni concernenti l’organizzazione e l’attività delle pubbliche amministrazioni. In tale prospettiva contestualmente alla redazione del presente piano viene redatto il Piano Triennale della Trasparenza 2020-2022 da considerarsi come parte integrante del presente atto che viene redatto in conformità con quanto disposto dalla delibera ANAC n. 1310/2016 e smi.
I suindicati documenti vengono pubblicati nella sezione “Amministrazione trasparente” del sito istituzionale dell’INMI Lazzaro Spallanzani.
L’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani, in ossequio alle disposizioni normative di cui sopra, ha adottato – con la deliberazione n. 629/2013 una prima pianificazione 2013-2015 che poi è stata aggiornata negli anni con le Deliberazioni n. 48 del 30 gennaio 2015 (triennio 2015-2017) n. 34 del 1/2/2016 (triennio 2016 -2018), n. 45 del 31.01.2017 (triennio 2017 – 2019), n 66 del 31/1/2018 (triennio 2018-2020), n. 66 dello 01/02/2019(triennio 2019-2021) tenendo conto degli adempimenti definiti nel Piano Nazionale Anticorruzione, approvato con deliberazione ANAC n. 72 dell’11 settembre 2013 e successivamente modificato.
Il Programma 2020 – 2022, come i precedenti, è rivolto a tutti i dipendenti dell’Istituto e si presenta come un documento dinamico, finalizzato alla inibizione preventiva del fenomeno corruttivo e alla concreta realizzazione del modello della “casa di vetro”, attraverso l’impiego di una molteplicità di strumenti operativi che vengono via via affinati, modificati o sostituiti in relazione al feedback ottenuto dalla loro applicazione.
Il Piano triennale di prevenzione della corruzione ha lo scopo di:
1. fornire la valutazione del livello di esposizione degli uffici a rischio di corruzione e di stabilire gli interventi organizzativi volti a prevenire detto rischio;
2. definire procedure appropriate per selezionare e formare i dipendenti addetti ai settori particolarmente esposti alla corruzione;
3. prevenire con tali strumenti la corruzione, intesa come subordinazione del fine pubblicistico perseguito dai soggetti titolari di pubblici uffici, al conseguimento di un fine privatistico, ovvero diverso o estraneo a quello previsto da norme giuridiche o dalla natura della funzione.
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1.
CONTESTOL’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” (denominato brevemente INMI) I.R.C.C.S. ha personalità giuridica di diritto pubblico ed é riconosciuto come IRCCS per effetto del D.M. 19 dicembre 1996, successivamente confermato con D.M. 15 febbraio 2005, nella specializzazione disciplinare
“AIDS, altre malattie infettive e ospite immunocompromesso”.
La L.R. 2/2006 configura l’Istituto (quale IRCCS di diritto pubblico non trasformato in fondazione) ente pubblico dipendente della Regione a rilevanza nazionale, al pari delle aziende sanitarie.
L’INMI persegue finalità di ricerca, prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione delle malattie infettive e dell’ospite immunocompromesso, dell’innovazione tecnologica in ambito diagnostico e terapeutico, inclusi i trapianti d’organo e le infusioni di cellule, nel pieno rispetto della personalità, della dignità e dei diritti della persona.
L’Istituto ha sede in Roma, via Portuense n. 292, C.A.P. 00149 L’INMI si sviluppa su un’area di circa 116.000 mq.
Il complesso Immobiliare è costituito da edifici realizzati per la maggior parte negli anni trenta e rappresenta un interessante esempio della tipologia detta “a padiglione” ad eccezione del Nuovo Ospedale, realizzato nei primi anni 90.
Il Regolamento di Organizzazione e Funzionamento dell’INMI è stato adottato con deliberazione n. 222 del 14 aprile 2015, approvato con DCA n. U00154 del 17 aprile 2015.
L’organizzazione dell’Istituto ha subito negli ultimi anni diversi cambiamenti determinati dalle disposizioni regionali.
Nell’anno 2016 la Regione Lazio con DCA n. 118/2016 ha preso atto dell’impossibilità di procedere al previsto accorpamento tra gli IRCCS IFO ed INMI come delineato nel Regolamento di Organizzazione e Funzionamento di cui sopra e con successivi provvedimenti ha nominato distinti organi amministrativi di vertice dei due enti (novembre – dicembre 2016) pur mantenendo, nell’anno 2017, un dipartimento interaziendale amministrativo.
Successivamente con delibera n. 699 del 15 novembre 2017 l’istituto ha ulteriormente rivisto l’assetto organizzativo apportando delle modifiche al Regolamento di Organizzazione e Funzionamento di cui alla delibera n. 222/2015.
In ogni caso con delibera n. 723 del 28/11/2017 (I.N.M.I.) le Direzioni degli Istituti I.F.O. ed I.N.M.I., rilevate le criticità in ordine alla gestione di un dipartimento con uffici dislocati in due enti e la carenza di personale dirigente amministrativo, hanno sancito la revisione dell’attuale organizzazione integrata dei servizi tecnico- amministrativi ponendo fine, di fatto, al Dipartimento interaziendale definitivamente dal febbraio 2018.
L’atto aziendale (R.O.F.) è stato infine aggiornato con la Deliberazione n. 487 del 16.07.2019, approvato dalla Regione Lazio con DCA U00296 del 23/07/2019.
Per l’analisi del contesto interno la Direzione Strategica ritiene necessario fare riferimento all’organizzazione così come ridefinita con delibera n. 487 del 16.07.2019 di aggiornamento del Regolamento di Organizzazione e Funzionamento dell’Istituto (atto aziendale) e che di seguito si rappresenta:
6 Direzione Generale in Staff
UOSD Pianificazione Programmazione e Controllo di Gestione (CDG) Servizio Prevenzione Protezione dai Rischi (SPPR)
Ufficio Comunicazione
Direzione Amministrativa UOC Bilancio
UOC Acquisizione Beni e Servizi UOSD Affari Generali e Contenzioso
UOC Risorse Umane UOS Servizio Amministrativo per la Ricerca
UOSD Sistemi Informatici e Telecomunicazioni
UOC Servizio Tecnico UOS Ingegneria Clinica
Direzione Sanitaria Aziendale
Igiene Ospedaliera
UOSD Risk Management e Biosicurezza Commissione Prevenzione e Controllo Infezioni Associate all’Assistenza e Antimicrobial Stewardship Team (AST) +St. Team Antivirali + St. Team AntiTB
Archivio e Rilascio Cartelle Cliniche e Certificazioni
UOS Sistemi Informativi Ospedalieri, Documentazione Sanitaria e Governo Liste d’Attesa
Commissione per l’Attività Libero Professionale
Centro Unico di Prenotazione Servizio Dietologico
Servizio Sociale UOC Farmacia
UOSD Professioni Sanitarie Infermieristiche PICC Team UOS Professioni Sanitarie Tecniche
Ufficio per le Relazioni con il Pubblico e per l’Umanizzazione
Direzione Scientifica
Comitato Etico Centro per la formazione e lo sviluppo delle competenze Biblioteca
Commissione Accreditamento ECM Centro Alta Formazione
Dipartimento Clinico di Ricerca delle Malattie Infettive
UOC Infezioni sistemiche dell’Immunodepresso UOS Consulenze Infettivologiche
UOC Immunodeficienze virali UOS Ambulatori “presi in carico” per Immunodeficienze.
virali croniche
UOC Malattie Infettive dell’Apparato Respiratorio UOS Ambulatori “presi in carico” per Malattie Infettive Respiratorie
UOC Malattie Infettive ad alta intensità di cura UOS Alta Intensità Infettivologica
UOSD Hospice Consulenze Infettivologiche ai Detenuti
Strutture del
DIPARTIMENTO INTERAZIENDALE TRAPIANTI
(afferenti al Dipartimento Clinico e di Ricerca malattie infettive)
UOC Rianimazione eTerapia Intensiva UOS Terapia Intensiva Postoperatoria e Assistenza Subintensiva
UOC Malattie Infettive-Epatologia UOS Trapianti e Ambulatori “presi in carico” per Epatologia UOSD Istologia, Citologia e Anatomia Patologica
7 ATTIVITA’ E SERVIZI CENTRALIZZATI
(afferenti al Dipartimento Clinico e di Ricerca delle Malattie Infettive, centralizzati, a gestione integrata infermieristica per l’organizzazione e l’assistenza, medica per le competenze cliniche)
ACCETTAZIONE E TELECONSULTO RETE REGIONALE MALATTIE INFETTIVE AMBULATORIO INFETTIVOLOGICO PER PRIORITA’
REPARTO DI RICOVERO CENTRALIZZATO PER PRIORITA’
REPARTO DI RICOVERO POST-ACUTO-DEGENZA INFERMIERISTICA DH/DAY SERVICE CENTRALIZZATO
POLIAMBULATORIO
SERVIZIO DI ENDOSCOPIA DIGESTIVA E RESPIRATORIA SERVIZIO DI CARDIOLOGIA NELLE MALATTIE INFETTIVE SERVIZIO DI EMATOLOGIA NELLE MALATTIE INFETTIVE CENTRO PREVENZIONE E CURA INFEZIONI IN GRAVIDANZA SERVIZIO DI PSICOLOGIA NELLE MALATTIE INFETTIVE SERVIZIO DI FISIOTERAPIA
Dipartimento Epidemiologia, Ricerca Preclinica e Diagnostica Avanzata UOC Epidemiologia delle Infezioni Emergenti,
Riemergenti e Centro di Riferimento Regionale AIDS
UOS Sorveglianza Regionale delle Malattie Infettive
UOC Epidemiologia Clinica
UOC Virologia e Laboratori di Biosicurezza
UOS Laboratorio Virus Emergenti Comitato Istituzionale di Biosicurezza
UOC Microbiologia e Banca Biologica
UOS Laboratorio di Micobatteriologia
UOSD Ricerca Traslazionale
*costi a carico dei fondi per la ricerca
UOSD Diagnostica per Immagini delle Mattie Infettive
UOSD Immunologia Cellulare e Farmacologia LABORATORI DIPARTIMENTALI
Laboratorio di Biologia Cellulare e Microscopia Elettronica Laboratorio Monitoraggio Antiretrovirali
Laboratorio di Espressione Genica ed Epatologia Sperimentale Laboratorio di Cardiologia Infettivologica
Laboratori di Alto Biocontenimento-(in fase di attivazione)
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I Posti Letto al 31/12/2019
L’Istituto è stato autorizzato all’utilizzo di n.176 posti letto di degenza ordinaria (164 nella disciplina di malattie infettive e 12 nella disciplina terapia intensiva) e di n°6 posti letto di day-hospital multispecialistico.
I posti letto autorizzati per l’Hospice sono 8, ed inoltre sono previsti 32 posti letto in assistenza domiciliare.
Attraverso un processo di riorganizzazione si è concretizzata una migliore sistemazione logistica dei posti letto e il loro miglior utilizzo per necessità di isolamento del paziente. Presso il reparto centralizzato di ricovero per priorità i posti letto sono stati ridotti da 10 a 6, utilizzati secondo le necessità di ricovero dalle diverse UOC.
Dal mese di marzo sono attivi ulteriori 3 posti letto della UOC Terapia Intensiva e Subintensiva, destinati alla Terapia Intensiva Post-Operatoria (T.I.P.O.) e Terapia sub-intensiva. Anche per l’accoglienza dei casi di TBC nella UOC Malattie Infettive dell’Apparato Respiratorio, nelle more dell’attivazione degli altri 3 posti letto
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previsti dal piano operativo regionale, dal mese di luglio le stanze di degenza sono state rese tutte singole e di isolamento, portando di fatto effettivamente a 33 i posti letto fruibili a tale scopo.
.
Dotazione posti letto previsti dal DCA n. 412/2014
Area Codice
Disciplina Descrizione PL ORD
PL DH PL
attivi ORD
PL attivi DH
M
24
Malattie Infettive
Epatologiche 32
25
Infezioni sistemiche e
dell’immunodepresso 32 25 Immunodeficienze
Virali 32 30
Malattie Infettive ad
Alta Intensità di Cura 32 25 Malattie Infettive
Apparato Respiratorio
36 33
02 Day Hospital
multispecialistico 6 6
AC 49
Terapia Intensiva e Subintensiva (+1 alto isolamento)
12 12
Totale 176 6 150 6
182
PL INMI previsti dalla Rete Cure Palliative DCA n. 84/2010 : Macro
Area
Azienda
Sanitaria/Distretto Descrizione PL ORD PL Assistenza
Domiciliare- Hospice
3 RM 3 Hospice 8 32
Il Personale in servizio al 31.12.2019 consta di n. 683 unità (n. 168 per la dirigenza e n. 515 per il personale di comparto considerando sia il personale a tempo indeterminato che determinato).
2.
Definizione di corruzione.L’ordinamento nazionale non enuclea, a livello legislativo e/o regolamentare, una chiara ed esaustiva definizione del fenomeno corruttivo.
Premesso che nell’ambito della deliberazione ANAC n. 1064/2019 di approvazione del PNA 2019 si manifesta espressamente la necessità di delimitare concettualmente il contenuto della nozione di “corruzione”, appare utile ed opportuno richiamare l’interpretazione fornita in tal senso dall’autorità nazionale anticorruzione.
Secondo la predetta delibera ANAC l’evento corruttivo si verifica in presenza di “comportamenti soggettivi impropri di un pubblico funzionario che, al fine di curare un interesse proprio o un interesse particolare di
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terzi, assuma (o concorra all’adozione di) una decisione pubblica, deviando, in cambio di un vantaggio economico o meno, dai propri doveri di ufficio, cioè dalla cura imparziale dell’interesse pubblico affidatogli”.
L’atto corruttivo vulnera l’attività della P.A. sotto un duplice profilo:
in primo luogo cagiona un danno all’azione amministrativa, originando provvedimenti inefficienti, antieconomici e intempestivi forieri di ingenti aggravi di spesa per i conti pubblici;
in secondo luogo pregiudica irreparabilmente l’immagine della Pubblica Amministrazione, non solo nei riguardi degli utenti/cittadini ma anche nei confronti delle Istituzioni comunitarie ed internazionali, con ovvie ripercussioni economiche e sociali a carico dell’intera collettività.
Il concetto di corruzione deve essere quindi inteso in senso lato, come comprensivo delle varie situazioni in cui, nel corso dell'attività amministrativa, si riscontri l'abuso da parte di un soggetto del potere a lui affidato al fine di ottenere vantaggi privati.
Le circostanze rilevanti sono quindi evidentemente più ampie della fattispecie penalistica, che, come noto, è disciplinata negli artt. 318, 319 e 319 ter, c.p., e sono tali da comprendere non solo l'intera gamma dei delitti contro la pubblica amministrazione disciplinati nel Titolo II, Capo I, del codice penale, ma anche le situazioni in cui - a prescindere dalla rilevanza penale - venga in evidenza un malfunzionamento dell'amministrazione a causa dell'uso a fini privati delle funzioni attribuite, ovvero un inquinamento dell’azione amministrativa ab esterno sia che l’azione intrapresa abbia successo sia che rimanga a livello di tentativo. In tutti questi casi si potrà parlare di non integrità dell’operato della PA e dei suoi Operatori.
In definitiva occorre avere riguardo ad atti e comportamenti che, anche se non consistenti in specifici reati, contrastano con la necessaria cura dell’interesse pubblico e pregiudicano l’affidamento dei cittadini nell’imparzialità delle amministrazioni e dei soggetti che svolgono attività di pubblico interesse.
3.
Definizione di Piano aziendale di prevenzione della corruzioneIl piano triennale di prevenzione della corruzione dell'Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani riporta il complesso degli interventi organizzativi disposti dall'Istituto stesso per prevenire il rischio della corruzione e dell'illegalità, in applicazione della Legge 6 novembre 2012, n. 190 e smi , recante "Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione", nel rispetto dei relativi decreti attuativi, delle circolari, delle linee guida, delle direttive, delle indicazioni e degli indirizzi forniti dalle competenti Autorità.
Il piano Triennale di prevenzione della corruzione è imprescindibile atto di natura programmatica dell'Istituto, in quanto le disposizioni di prevenzione della corruzione sono attuazione diretta dei principi di imparzialità e buon andamento che devono regolare l'azione amministrativa, di cui all'art. 97 della Costituzione.
Il piano è adottato, nei termini di legge, con deliberazione del Direttore Generale, quale organo di indirizzo politico dell’Istituto, su proposta del Responsabile della prevenzione della corruzione ed aggiornato entro il 31 gennaio di ogni anno previa validazione dell’OIV.
4.
I soggetti che concorrono alla prevenzione della corruzione all’interno dell’Istituto.a. il Direttore Generale:
- nomina il Responsabile della prevenzione della corruzione;
- adotta il Piano triennale di prevenzione ed i suoi aggiornamenti;
- adotta gli atti di indirizzo di carattere generale direttamente o indirettamente finalizzati alla prevenzione della corruzione (es. piano della Trasparenza, codice di comportamento aziendale, regolamento incarichi extraistituzionali prestati dai dipendenti, ecc.);
b. il Responsabile della prevenzione della corruzione (vedi 4.1)
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c. i Dirigenti di struttura referenti per la prevenzione della corruzione nell’area di rispettiva competenza (vedi 4.2)
d. l’Organismo indipendente di valutazione (O.I.V.):
L’OIV partecipa al processo di gestione del rischio per cui:
- svolge compiti propri connessi all’attività anticorruzione nel settore della trasparenza;
- esprime parere obbligatorio sul codice di comportamento aziendale;
- verifica la coerenza tra gli obiettivi di trasparenza e quelli indicati nel Piano della Performance;
e. l’Ufficio procedimenti disciplinari (U.P.D.):
- svolge i procedimenti disciplinari nell’ambito della propria competenza;
- provvede alle comunicazioni obbligatorie nei confronti dell’autorità giudiziaria;
f. il Servizio Ispettivo
accerta l’osservanza – da parte dei dipendenti dell’INMI (Istituto) - delle vigenti disposizioni in materia di:
1 Incompatibilità nel rapporto di lavoro a tempo pieno o a tempo parziale (L. n. 662/1996 - art. 1 cc. 56-65);
2. Incompatibilità tra incarichi, da intendersi quale situazione in cui viene a trovarsi il dipendente pubblico che vìola il principio di esclusività del proprio rapporto di lavoro previsto da norme di legge e regolamentari o derivante dall’insorgere di un conflitto di interessi o da comportamenti che concretizzano forme di concorrenza sleale ai sensi degli artt. 2104, 2105 e 2598 C.C.;
3. Corretto svolgimento di attività libero-professionale intra ed extramuraria (L. n. 662/1996, art. 1 c. 14; Decreto del Ministero della Salute del 31/07/1997; DGR n. 342/2008, art. 23).
4. Divieto di cumulo di impieghi e incarichi (D. Lgs. n. 165/2001, art. 53 e s.m.i.).
g. tutti i dipendenti:
- partecipano al processo di gestione del rischio;
- osservano le misure contenute nel Piano triennale di prevenzione della corruzione;
- segnalano le situazioni di illecito al proprio dirigente o all’U.P.D. o attraverso la casella di posta elettronica dedicata (whistleblower);
- segnalano l’eventuale proprio caso di conflitto di interessi;
h. i collaboratori a qualsiasi titolo dell’Azienda:
- osservano le misure contenute nel Piano triennale di prevenzione della corruzione;
- segnalano l’eventuale proprio caso di conflitto di interessi.
4.1 Il Responsabile della prevenzione della corruzione: nomina e ruolo.
Ai sensi dell’art. 1 comma 7 della legge 190/2012 e smi e all’art. 43, comma 1, del D. Lgs. n. 33/2013, che prevede “All'interno di ogni amministrazione il responsabile per la prevenzione della corruzione, di cui all'articolo 1, comma 7, della legge 6 novembre 2012, n. 190, svolge, di norma, le funzioni di Responsabile per la trasparenza”, il Direttore Generale dell’Istituto – con deliberazione n. 39 del 21.01.2019 – ha nominato il dirigente amministrativo, attualmente Dirigente della UOSD Pianificazione Programmazione e Controllo di Gestione, dott.ssa Elisa Minichiello, quale Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza dell’Istituto (RPCT), a decorrere dal 1 febbraio 2019;
la stessa, con nota prot. 1057 dello 01.02.2019, è stata nominata anche responsabile della UOSD Affari Generali e Contenzioso, a far data dal 4 febbraio 2019.
Il RPCT attualmente in carica ha frequentato nel marzo 2019 un corso di formazione in materia di anticorruzione, conflitti di interesse, antiriciclaggio, tenuto da Formafutura srl.
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In ottemperanza alle disposizioni dell’ANAC, di tale incarico è stata data comunicazione a detta autorità - nella modalità informatica dalla stessa indicata.
Gli adempimenti a carico del Responsabile della Prevenzione della Corruzione sono riportati nella delibera ANAC n. 840 del 2/10/2018, sinteticamente qui di seguito i più rilevanti:
a) proporre al Direttore Generale il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione;
b) verificare l’attuazione del piano e la sua idoneità;
c) programmare – di concerto con la struttura aziendale competente – la formazione dei dipendenti destinati ad operare in settori particolarmente esposti alla corruzione;
d) proporre modifiche dello stesso piano anche in corso di vigenza nel caso in cui siano accertate significative violazioni delle prescrizioni ovvero quando intervengono mutamenti nell’organizzazione o nell’attività dell’amministrazione;
e) verificare, d’intesa con la Direzione Strategica la rotazione degli incarichi negli uffici preposti allo svolgimento delle attività nel cui ambito è più elevato il rischio di corruzione, a meno di dichiarata infungibilità da parte del responsabile della struttura interessata;
f) individuare il personale da inserire nei programmi di formazione, a seguito di indicazioni dei responsabili delle diverse strutture;
g) pubblicare entro ogni anno nella sezione “amministrazione trasparente” del sito web aziendale, nel formato predisposto a tal fine dall’ANAC, una relazione recante i risultati dell’attività svolta e trasmetterla al Direttore Generale;
h) attraverso l’attività del Servizio Ispettivo dell’ente provvederà alle verifiche sulla
incompatibilità e inconferibilità secondo quanto disposto dalle linee guida ANAC di cui alla determinazione n. 833 del 3/08/2016;
i) collaborare alla predisposizione del regolamento per consentire l’accesso civico sulla scorta di quanto stabilito nelle linee guida ANAC;
j) riferire sulla propria attività tutte le volte in cui il Direttore Generale o l’OIV lo richieda.
L’incarico di Responsabile della Prevenzione della Corruzione si configura come incarico aggiuntivo a quello di dirigente già titolare di incarico dirigenziale.
Il Responsabile della Prevenzione della Corruzione, per l’espletamento dell’incarico, si avvale:
- di una struttura amministrativa di supporto;
- di mezzi idonei;
- della collaborazione dei Referenti per la prevenzione della corruzione, individuati nei dirigenti responsabili di tutte le strutture aziendali (o loro delegati).
Le attività ispettive nelle aree a rischio di corruzione vengono svolte dai Dirigenti Responsabili delle Strutture, che relazionano circa i risultati al RPC.
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4.2 – Il ruolo dei dirigenti referenti per la prevenzione della corruzione
Lo sviluppo e l’applicazione delle misure di prevenzione presuppongono il coinvolgimento dei dirigenti e di tutto il personale addetto alle aree a più elevato rischio di corruzione. L’art. 16 del D. Lgs. 165/2001 attribuisce ad ogni dirigente specifiche competenze in materia di prevenzione della corruzione.
La Determinazione dell’ANAC n. 12 del 28 ottobre 2015 di aggiornamento dei contenuti del Piano Nazionale Anticorruzione approvato con delibera 11 settembre 2013 n. 72, sottolinea al punto 4.3 che “la collaborazione è, infatti, fondamentale per consentire al RPCT e all’organo di indirizzo che adotta il PTPC di definire misure concrete e sostenibili da un punto di vista organizzativo entro tempi chiaramente definiti. La principale correzione da apportare ai PTPC è quella di individuare e programmare le misure in termini di precisi obiettivi da raggiungere da parte di ciascuno degli uffici coinvolti anche ai fini della responsabilità dirigenziale”.
In considerazione dell’impegnativo e delicato compito di raccordo con tutte le strutture dell’Istituto si è ritenuto di assicurare l’apporto di un gruppo di Referenti del Responsabile della prevenzione della corruzione che operano in stretto collegamento con il Responsabile stesso, per la stesura e l’applicazione del Piano.
L’azione dei Referenti è coordinata in base alle indicazioni del Responsabile che resta il riferimento aziendale.
I referenti sono individuati per le seguenti aree di attività:
Area Amministrativa e tecnica:
1) Risorse Umane;
2) Acquisti di beni e servizi, della Logistica, Economato e degli inventari di beni;
3) Amministrazione e Finanza: gestione pagamenti;
4) Affari Generali;
5) Patrimonio, Tecnico, dei Lavori e Ingegneria Clinica;
6) Information Technology;
Area Sanitaria:
7) Gestione delle Liste di Attesa, dei Ricoveri, della Libera Professione, delle Relazioni con il Pubblico e delle Prestazioni ambulatoriali,
8) Farmaceutica;
9) Autorizzazioni all’esercizio dell’ALPI e all’attività esterna ai sensi dell’art. 53 del D.lgs. 165/2001;
Area Scientifica:
10) Sperimentazioni Cliniche, della Gestione dei Progetti di Ricerca;
11) Gestione del personale della ricerca a contratto e delle assunzioni;
12) Acquisti di beni e servizi finalizzati alla ricerca.
Il Responsabile della prevenzione della corruzione coinvolge tutti i dirigenti SPTA dell’Istituto titolari di incarico di struttura, i Capi Dipartimento e tutti i Referenti individuati per la prevenzione della corruzione, sia nella fase di mappatura dei processi ed analisi dei rischi connessi all’attività di competenza di ciascuno, sia nella fase di adozione dei provvedimenti conseguenti.
Viene quindi richiesto ai Dirigenti di:
- collaborare nella fase di mappatura dei processi ed analisi dei rischi;
- proporre misure idonee a prevenire e contrastare i rischi di corruzione ed a controllarne il rispetto nelle strutture di competenza;
- fornire al Responsabile della prevenzione della corruzione le informazioni necessarie;
- avanzare alla Direzione aziendale le proposte per la rotazione del proprio personale esposto a rischio;
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- assicurare l’osservanza del Codice di comportamento e verificare le ipotesi di violazione;
- adottare le misure gestionali, quali l’avvio di procedimenti disciplinari e vigilare sull’efficacia della rotazione del personale (artt. 16 e 55 bis del D. Lgs. 165/2001 e smi);
- osservare le misure contenute nel Piano triennale di prevenzione della corruzione;
- segnalare al Responsabile della prevenzione della corruzione ogni evento o dato utile per l’espletamento delle proprie funzioni.
In ottemperanza a quanto previsto dalla Determinazione dell’ANAC n. 12 del 28 ottobre 2015 si prevede che l’assolvimento dei compiti di cui sopra sia inserito nel Piano della performance e costituisca obiettivo strategico di budget per i Dirigenti responsabili di struttura per gli anni 2020, 2021 e 2022.
Inoltre al fine di rispettare quanto previsto dalle disposizioni contenute nel D.Lgs n. 150/2009, nella L.R. n.
1/2011, nel D.L. 33/2013 e dal D. Lgs. N. 97/2016 e loro successive modifiche, di armonizzare il piano Triennale della Performance e il Piano triennale della prevenzione della corruzione e trasparenza (PTPCT) dell’Istituto, nonché di realizzare una progressiva e costante integrazione dei suddetti documenti, il presente Piano Triennale è integrato con il Piano della Performance 2020-2022.
Tale integrazione si sostanzia, dal punto di vista metodologico, nella specifica individuazione di macro-obiettivi strategici e di specifici obiettivi operativi e di relativi indicatori, riportati nell’Albero delle Performance, sia come area strategica sia come obiettivi specifici assegnati alle UU. OO, il cui coordinamento è affidato sia alle UU.OO. stesse che al Responsabile della Trasparenza e dell’Anticorruzione, anche in relazione al Monitoraggio periodico degli adempimenti previsti.
Il Piano triennale per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza 2020-2022 (PTPCT) e il Piano della Perfomance 2020-2022 si coordinano armonicamente, in attuazione dell’art. 1, co. 8 della L. 190/2012, che stabilisce un collegamento necessario di contenuti tra i predetti strumenti programmatici.
Il piano della Perfomance 2020-2022 ha previsto un notevole incremento del peso effettivo ricoperto dalle attività di esecuzione del PTPCT, nell’ambito degli obiettivi strategici di budget; passando dal 2 al 5%.
OBIETTIVO TRASPARENZA E ANTICORRUZIONE-SCHEDA DI BUDGET 2020 UU.OO INMI
5 Attività
Garantire il rispetto delle azioni previste nel Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza 2020-2022.
INDICATORE: nessuna
segnalazione di non adempimento da parte degli organi di controllo FONTE: Relazione del Resp. della Prevenzione della Corruzione
5% numero 0 1
La rilevanza di budget degli adempimenti attribuiti dal PTPCT alle singole UU.OO è ragguardevole, come si evince dalla seguente scheda della UOSD Affari Generali e Contenzioso, collazionata a titolo esemplificativo.
15 OBIETTIVO TRASPARENZA E ANTICORRUZIONE-SCHEDA DI BUDGET 2020 UU.OO INMI
Es scheda UOSD AFFARI GENERALI E CONTENZIOSO N. Obiettivo
strategico Obiettivo Specifico Indicatore di performance Peso
%
Unità misura
Storico (2019)
Atteso (100%)
Minimo (0%)
2 Attività
Trasmettere a tutti i Negoziatori, per la parte di propria competenza, l'elenco degli adempimenti derivanti dal Piano Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza 2020-2022
INDICATORE: elenco inviato a ciascuna struttura negoziatrice entro 28/2/2020
FONTE:
elenco mail inviate dalla UOSD Affari Generali e Contenzioso
20% gg
ritardo 0 20
5. Attività e strutture maggiormente esposte al rischio di corruzione
Procedure di scelta del contraente per l’affidamento di lavori, forniture di beni e servizi ai sensi del D.lgs. 50/2016 e s.m.i. – Strutture interessate: UOC ABS, UOC Servizio Tecnico, UOSD Affari Generali e Contenzioso, UOSD Sistemi Informatici e Telecomunicazioni, UOS SAR, UOS Formazione, UOC Farmacia, Dipartimenti sanitari.
Procedure selettive per concorsi, avvisi pubblici e interni per l’assunzione di personale, progressioni di carriera, conferimento incarichi ai sensi del D.lgs. 150/2009 e s.m.i. Stipula di contratti di
assunzione a tempo indeterminato, determinato, nonché collaborazioni coordinate e continuative.
Strutture interessate: UOC Risorse Umane, UOS SAR.
Procedure di scelta dei partner per la ricerca, di stipula di convenzioni con strutture pubbliche e private per il perseguimento di obiettivi istituzionali dell’Istituto. Strutture interessate: UOSD Affari Generali e Contenzioso, Direzione Scientifica, UOS SAR.
Procedure per il pagamento di fornitori di beni e servizi (UOC Bilancio).
Procedure di autorizzazione, controllo, liquidazione e pagamento dell’Attività libero professionale intramuraria. Strutture interessate: Direzione Sanitaria, UOC Bilancio, UOC Risorse Umane.
Procedure di autorizzazione per attività di formazione, partecipazione a convegni, incarichi esterni retribuiti e non ai sensi dell’art. 53 del D.lgs. 165/2001 e s.m.i. Strutture interessate: Direzione Sanitaria, UOS Formazione, UOC Risorse Umane.
A seguito della mappatura effettuata e formulato un indice di rischio per le attività e le strutture sopra indicate, il personale coinvolto è destinatario in via prioritaria delle iniziative formative e informative.
6. Mappatura dei processi
6.1 Tabella di valutazione del rischio e indicatori di rischio
In riferimento alla mappatura dei processi 2019, l’attività di rilevamento del livello di rischio corruttivo è stata condotta nel rispetto dei parametri metodologici formulati dall’ANAC nel periodo antecedente all’approvazione del PNA 2019, avvenuta con delibera n. 1064 del 13 novembre 2019.
Il sostanziale mutamento dell’assetto organizzativo dell’Istituto, intervenuto con la deliberazione n. 487 del 16.07.2019 di approvazione del nuovo Regolamento di organizzazione e funzionamento (Atto Aziendale), la recente pubblicazione del PNA 2019 (sia in forma di “bozza” che in forma definitiva), unitamente alla scarsità di personale amministrativo a disposizione ha determinato di fatto l’impossibilità di adeguare in corso d’opera l’attività di mappatura dei rischi corruttivi.
Di conseguenza, Il grado di rischio di un processo è stato rilevato, per quanto concerne l’anno 2019, da ciascun Dirigente della struttura per mezzo della “Scheda di Rischio” di seguito riportata.
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Istituto di Ricove ro e Cura a Carattere Scientifico Via Portuense, 292 – 00149 Roma
I.N.M.I. “LAZZARO SPALLANZANI”
TABELLA DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO
STRUTTURA DIRIGENTE REFERENTE PROCEDURA GRADO DI RISCHIO MOTIVO DELLA
VALUTAZIONE*
* Utilizzare gli indici di rischio riportati nei raggruppamenti sottostanti (basso, medio e alto rischio) ovvero altri indici ritenuti necessari alla descrizione ed identificazione della categoria di rischio.
I. Individuazione delle attività e procedimenti a più alto rischio di corruzione Criteri
Al fine di definire le priorità e le modalità di intervento relative alle attività con elevato rischio di corruzione si definiscono i seguenti gradi di rischio delle attività:
BASSO rischio:
· Attività a bassa discrezionalità,
· Specifica normativa,
· Regolamentazione aziendale,
· Elevato grado di pubblicità degli atti procedurali,
· Valore economico del beneficio complessivo connesso all’attiva inferiore a € 1.000,00,
· Potere decisionale sull’esito dell’attività in capo a più persone,
· Sussistenza di specifici meccanismi di verifica o controllo esterno,
· Rotazione dei funzionari dedicati all’attività,
· Monitoraggio e verifiche annuali;
MEDIO rischio
· Attività a media discrezionalità (regolamentazione aziendale o normativa di principio, ridotta pubblicità, ecc.),
· Controlli ridotti,
· Valore economico tra € 1.000,00 ed € 10.000,00 o, comunque, modesta gravità dell’evento che può derivare dal fatto corruttivo,
· Bassa rotazione dei funzionari dedicati,
· Monitoraggio e verifica semestrale,
· Definizione di protocolli operativi o regolamenti,
· Implementazione misure preventive;
ALTO rischio
· Attività ad alta discrezionalità,
· Valore economico superiore ad € 10.000,00 o, comunque, elevata gravità dell’evento che può derivare dal fatto corruttivo,
· Controlli ridotti,
· Potere decisionale concentrato in capo a singole persone,
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· Rotazione dei funzionari dedicati solo in tempi molto lunghi,
· Rischio di danni alla salute in caso di abusi,
· Notevole casistica di precedenti storici di fatti corruttivi.
L’imprescindibile esigenza di adeguare i criteri metodologici di calcolo del rischio corruttivo alle indicazioni innovative elaborate dall’ANAC nel PNA 2019 costituisce la principale priorità operativa da attuare nella mappatura dei processi relativa all’anno 2020.
A tal fine è stata predisposta la seguente scheda di rilevamento dei rischi corruttivi:
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Tab.1: Es: scheda di rilevamento relativa all’attività “Affidamento di servizi o forniture per importi pari o superiori a 40.000 euro fino alla soglia comunitaria”
Processo Attività Fasi Responsabilità Dirigente Referente Punteggio stimato
Livello di rischio
Contratti Pubblici
Affidamento di servizi o forniture per importi
pari o
superiori a 40.000 euro fino alla soglia comunitaria
Deliberazione a contrarre
UOC A.B.S., UOSD Sistemi informatici e
telecomunicazioni;
UOC Servizio Tecnico
UOC ABS:
DR/SSA
6,5 Medio
Scelta
procedura di affidamento
UOSD Sistemi informatici:
DR/SSA Deliberazione
di
affidamento
UOC Servizio Tecnico:
DR/SSA Esecuzione
del contratto
n
Attività 1 Unità
organizzativa 4
Attività n
Unità
organizzative 1 e 3
Processo N
1
Attività 1 Unità
organizzativa 1 Attività 2 Unità
organizzativa 2
Attività 3
Unità
organizzative 2 e 4
Attività n Unità
organizzativa n
n
Attività 1
Unità
organizzativa 1, 2 e 5
Attività 2 Unità
organizzativa 4
L’esigenza di predisporre uno strumento di rilevazione maggiormente analitico ed oggettivo rispetto ai soprariportati criteri di valutazione ha condotto all’ ideazione della seguente griglia di compilazione:
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Tab. 2: Griglia di rilevazione del rischio
Grado di
discrezionalità esercitato nella determinazione del processo
Pubblicità del processo decisionale
Possibilit à di ruotare i funzionar i decisori del processo
Valore economico connesso al processo
Presenza di controlli sul processo
Manifestazione di eventi corruttivi in passato nel processo esaminato
Presenza di normativa e/o regolamenti interni
Sussistenz
a del
potere decisional e in capo a uno o più funzionari
Sussisten za di rischi per la salute connessi all’evento corruttivo
Il funzionario è soggetto a specifici vincoli legislativi e/o regolamentari
o decide
autonomament e?
(range: 0;0,5;1)
Il processo è facilmente monitorabile dall’esterno attraverso la consultazione della sezione Amministrazio ne
Trasparente o è
caratterizzato dall’opacità del processo decisionale?
(range:
0;0,5;1)
Il principio di rotazione è rispettato o è eluso a causa della scarsità e/o inidoneit à dei funzionar i?
(range: 0;
0,5;1)
Il valore economico del procedimento è inferiore a Euro 1000 (range=0); è pari o inferiore a Euro 10000 (range=0,5);
è superiore a Euro 10000(range=
1)?
La determinazio
ne del
processo è sottoposta a controlli interni e/o esterni alla P.A.
adottante?
(range:
0;0,5;1)
L’attività è già stata oggetto di eventi corruttivi in passato, nell’amministrazio ne o in altri enti simili?
(range: 0;0,5;1)
L’attività è disciplinata in modo dettagliato da provvedime nti normativi e7o regolamenti interni ovvero è rimessa in tutto o in parte a decisioni discrezionali del funzionario?
(range:
0;0,5;1)
Le varie fasi di cui si compone l’attività vengono gestite e determina te in modo accentrato
da un
unico funzionari
o o
vengono parcellizza te tra più funzionari
? (range:
0;0,5;1)
L’evento corruttivo può dar luogo a danni diretti e/o indiretti alla salute dei pazienti?
(range:0;
1;
2)
0,5
0,5
1 1
0,5
1
0,5
0,5
1
Indicatore di Risultato:
<=3: rischio basso
>3 <=7: rischio medio
>7: rischio elevato
Maggiore è il range di punteggio calcolato e maggiore sarà l’incidenza del rischio corruttivo in relazione allo specifico processo analizzato.
Minore è il range di punteggio calcolato e minore sarà l’incidenza del rischio corruttivo in relazione allo specifico processo analizzato.
20
6.2 Identificazione delle aree a rischio
A seguito della deliberazione n. 66 del 2019, con la quale è stato adottato il Piano triennale della prevenzione della corruzione (PTPC) 2019-2021; lo stesso è stato tempestivamente pubblicato sulla sezione Amministrazione Trasparente del sito istituzionale dell’INMI L. Spallanzani, nonché sull’Intranet dell’Istituto.
Successivamente il Piano è stato inviato a tutti i dirigenti per la diffusione capillare a tutto il personale assegnato alle strutture di competenza.
Nell’anno 2019, la quasi totalità delle UU.OO. dell’Istituto ha provveduto ad ultimare il processo di valutazione del rischio corruttivo, fornendo pronto riscontro alla richiesta di attuare la mappatura dei processi in esecuzione del PTPCT, recapitata in data 15.04.2019.
Solo la UOS Professioni Sanitarie Tecniche non ha ottemperato al predetto onere a causa della temporanea vacanza del dirigente responsabile.
La suddetta mappatura è stata riassunta in un elenco excel ed è stata pubblicata, in data 31.07.2019, sulla sezione di Amministrazione Trasparente dedicata al PTPCT.
L’attività di monitoraggio si è attuata mediante l’interlocuzione diretta con i Dirigenti Responsabili delle strutture, l’attività di assistenza tecnica nella spiegazione degli obblighi previsti dalla normativa vigente e l’illustrazione delle modalità di compilazione della relativa modulistica di cui al precedente paragrafo.
La mappatura dei processi effettuata (ed analisi dei relativi rischi) che è stata possibile sviluppare, sulla base delle risposte pervenute, è stata abbastanza soddisfacente, grazie alla collaborazione della quasi totalità dei Dirigenti Responsabili e dei Referenti delle strutture interessate.
Si è provveduto ad analizzare i moduli di rilevazione del rischio che pervenivano dalle strutture per un totale di n. 105 processi mappati.
Dall’analisi della valutazione dei rischi rilevati in una scala tra alto, medio e basso, è emerso che n. 21 processi hanno un valore alto, n. 39 un valore medio ed i restanti n. 55 processi rientrano nel livello di rischio basso.
La mappatura dei processi e la rilevazione del rischio ha riguardato, come richiamato dalla Determinazione dell’ANAC n. 12 del 28 ottobre 2015, oltre alle “aree generali”, anche quelle definite “aree di rischio specifiche”, indicate al punto II, 2.2 dell’approfondimento specificamente dedicato al settore della sanità.
Ciascun Responsabile di struttura Complessa o Dipartimentale provvederà a fornire al RPCT la mappatura dei processi utilizzando la tabella 1 sopra riportata.
Contestualmente al processo di mappatura dei rischi sono state organizzate riunioni con i Direttori delle strutture e sono state individuate le seguenti misure di prevenzione della corruzione attuate o da attuare anche in considerazione delle linee definite dalla Direttiva ANAC n. 12/2015, nonché alla luce dei contributi innovativi apportati dal PNA 2019.
7. Misure di carattere generale per prevenire il rischio di corruzione 7.1 Formazione dei dipendenti.
I dipendenti e gli operatori che, direttamente o indirettamente, svolgono un’attività all’interno degli uffici indicati nel Piano triennale di prevenzione della corruzione come a più elevato rischio di corruzione, devono partecipare a programmi formativi sulla normativa relativa alla prevenzione e repressione della corruzione e sui temi della legalità.
Di norma i responsabili delle UUOO comunicano ogni anno al R.P.C.T. e al Responsabile dell’UOS Formazione i nominativi dei dipendenti che andranno formati e organizzano presso le rispettive strutture/servizi/uffici degli incontri formativi brevi nel corso dei quali gli operatori che hanno partecipato ai programmi di formazione aziendali espongono le indicazioni essenziali apprese, assicurando così, con un percorso a cascata, la più ampia divulgazione delle tematiche relative alla prevenzione e al contrasto della corruzione.
21
Nell’anno 2019 si sono tenuti corsi collettivi di formazione sull’utilizzo del software applicativo Word Press per la gestione della sezione “amministrazione trasparente”, articolati in 4 giornate formative, con la partecipazione di n. 30 dipendenti.
La predetta iniziativa formativa ha consentito di incrementare significativamente la mole di provvedimenti pubblicati sulla sezione Amministrazione Trasparente; nell’anno 2019 sono stati inseriti nella sezione istituzionale sulla trasparenza circa 483 documenti, a cui i cittadini possono accedere, in modo facile, intuitivo e completo attraverso il sito istituzionale dell’Istituto.
L’obiettivo per il prossimo triennio sarà quello di prevedere nel PFA 2020 almeno 2 eventi dedicati alla formazione di aggiornamento sulla tematica dell’anticorruzione e trasparenza.
7.2 Rotazione dei dipendenti.
Nell’ambito delle misure dirette a prevenire il rischio di corruzione, è stata realizzata una parziale rotazione del personale addetto alle aree a rischio al fine di evitare che possano consolidarsi posizioni di privilegio nella gestione diretta di attività e di evitare che il medesimo funzionario tratti lo stesso tipo di procedimenti per lungo tempo, relazionandosi sempre con i medesimi utenti.
Fatti salvi i casi di rotazione “straordinaria” obbligatoria nel caso di avvio di procedimenti penali o disciplinari per condotte di natura corruttiva ai sensi dell’art. 16, co. 1, lett. L quater) del D. Lgs 165/2001 in cui l’amministratore è tenuto a riassegnare il personale ad altro servizio, si richiamano in questo Piano triennale i criteri per operare la rotazione ordinaria, così come disposto nella determina ANAC n. 831/2016 e precisato ulteriormente nell’Allegato 2 al PNA 2019:
1) vincoli soggettivi:
l’amministrazione adotterà misure di rotazione a condizione che siano compatibili con eventuali diritti individuali dei dipendenti interessati.
2) vincoli oggettivi:
la rotazione sarà correlata all’esigenza di buon andamento e continuità dell’azione amministrativa.
L’applicazione della normativa dovrà tener conto della cosiddetta infungibilità derivante dall’appartenenza a categorie o professionalità specifiche.
3) formazione:
la formazione è una misura fondamentale per garantire che sia acquisita dai dipendenti la padronanza delle competenze professionali e trasversali necessarie per dar luogo alla rotazione.
4) misure alternative:
in caso di strutture di piccole dimensioni si opterà, al posto della rotazione, per modalità operative di maggiore compartecipazione dei dipendenti alla fase procedimentale.
In particolar modo si provvederà ad attuare il principio di segregazione delle funzioni, attraverso una reciproca attività di affiancamento dei dipendenti assegnati alle singole UUOO, in modo da rendere possibile il complesso contemperamento tra il buon andamento dell’azione amministrativa e l’esigenza di impedire la creazione di centri di potere privilegiati all’interno dell’Istituto.
5) informativa sindacale dei criteri di rotazione e quindi del piano di programmazione
l’amministrazione darà preventiva ed adeguata informazione alle OOSS, ciò al fine di acquisire osservazioni e proposte. Ciò non dovrà comportare apertura di una fase di rinegoziazione in materia (cfr delibera ANAC n. 831/2016).
6) gradualità della rotazione:
la programmazione è funzionale a mitigare l’eventuale rallentamento dell’attività ordinaria. Dovranno in ogni caso essere presi in considerazione gli uffici più esposti al rischio di corruzione per poi considerare quelli con un rischio più basso.
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Il principio di rotazione è stato parzialmente attuato, grazie all’esperimento di procedure concorsuali, nonché di comando e mobilità.
In attuazione della presente misura anticorruttiva, nel corso del 2019 sono state aggiunte alla dotazione organica dell’Istituto n. 98 unità di personale.
Si è inoltre provveduto ad effettuare n. 40 cambi di assegnazione tra UUOO.
7.3 Tutela del dipendente che segnala illeciti
In ordine alla materia l’Istituto ha provveduto ad acquisire il software applicativo fornito da ANAC per la ricezione e la lavorazione delle segnalazioni, nonché ad avviare una globale procedura di rivisitazione del regolamento interno (adottato con delibera n. 338 del 03.06.2015), imperniata sulla Delibera Anac n. 312 del 10.04.2019 relativa all’archiviazione di segnalazioni di reati o irregolarità, nonché sulle recenti Linee Guida Anac, pubblicate in consultazione il 24 luglio 2019, finalizzate a rafforzare la tutela della riservatezza del whistleblower e ad incrementare il livello di protezione del medesimo nei confronti delle eventuali condotte ritorsive e/o discriminatorie subite.
È stata altresì attivata una casella di posta elettronica dedicata alla denuncia degli illeciti:
Nel 2019 non sono pervenute segnalazioni di illeciti.
La normativa in parola prevede che il dipendente il quale riferisca condotte presunte illecite di cui sia venuto a conoscenza in ragione del rapporto di lavoro, non può essere sanzionato, licenziato o sottoposto ad una misura discriminatoria, diretta o indiretta, avente effetti sulle condizioni di lavoro per motivi collegati direttamente o indirettamente alla denuncia.
Le segnalazioni sono e saranno valutate in base di quanto disposto nel regolamento d’Istituto di cui sopra e, qualora si ritenga che le stesse abbiano rilevanza disciplinare, si procederà secondo la normativa vigente.
Nel caso in cui il responsabile per la prevenzione della corruzione, nell’esercizio delle funzioni attribuite con il presente piano, venga a conoscenza di fatti che possano presentare una rilevanza disciplinare, dovrà darne informazione al superiore gerarchico dell’ufficio/servizio/UO/Dipartimento nel quale presta servizio il o i dipendenti che potrebbero essere coinvolti. Il superiore gerarchico procederà con le modalità sopra descritte.
In sede di procedimento disciplinare a carico dell'eventuale responsabile del fatto illecito, l’identità del segnalante non può essere rivelata, senza il suo consenso, a condizione che la contestazione dell’addebito disciplinare sia fondata su accertamenti distinti e ulteriori rispetto alla segnalazione.
Qualora invece la contestazione sia fondata, in tutto o in parte, sulla segnalazione, l’identità del segnalante potrà essere rivelata ove la sua conoscenza sia indispensabile per la difesa dell’incolpato.
La Legge n. 179 del 30.11.2017 prescrive che sussiste in carico all’RPCT un obbligo di predisposizione degli atti necessari ad una prima attività di verifica e analisi delle segnalazioni ricevute; in caso di omissione l’ANAC applicherà al medesimo una sanzione amministrativa pecuniaria da 10.000 a 50.000 euro.
7.4 Conflitto di interessi
Tutti i dipendenti/collaboratori/consulenti devono, nei loro rapporti esterni con clienti/fornitori/contraenti e concorrenti, comunque curare gli interessi dell’Istituto rispetto ad ogni altra situazione che possa concretizzare un vantaggio personale anche di natura non patrimoniale.
I dipendenti destinati a operare nei settori e/o attività particolarmente esposti alla corruzione devono astenersi da quella attività, ai sensi dell’articolo 6 bis della legge n. 241/1990, in caso di conflitto di interessi, segnalando tempestivamente ogni situazione di conflitto anche potenziale.
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Per conflitto di interessi, reale o potenziale, si intende qualsiasi relazione intercorrente tra un dipendente/collaboratore/consulente e soggetti, persone fisiche o giuridiche, che possa risultare di pregiudizio per l’Istituto.
I conflitti di interesse devono essere resi noti con immediatezza con dichiarazione scritta da inviarsi al proprio responsabile.
Nell’anno 2015 è stata impartita la disposizione di servizio inerente l'obbligo di astensione in caso di conflitto di interesse. Tale disposizione resa pubblica in modo capillare è disponibile sul sito istituzionale nella sezione amministrazione trasparente “altri contenuti”.
Al fine di evitare conflitti ed operare in un regime di massima trasparenza, è stato richiesto a tutti i dirigenti dell’INMI di compilare per ANAC le dichiarazioni pubbliche di interesse con le quali questi ultimi dichiarano i rapporti intercorsi che potrebbero creare conflitti.
Le dichiarazioni vengono rese dagli interessati attraverso invio formale alla UOSD Affari Generali e Contenzioso, previa compilazione del relativo format sulla piattaforma telematica dell’Agenas.
Nello specifico, l’invio delle predette dichiarazioni è stato reiteratamente sollecitato, attraverso l’invio delle seguenti mail:
1. Richiesta di compilazione: recapitata a tutti i negoziatori di budget in data 10.07.2019;
2. Sollecito di compilazione: recapitato a tutti i negoziatori di budget in data 11.09.2019;
3. Ulteriore sollecito di compilazione: recapitato a tutti i negoziatori di budget in data 13.12.2019.
Risultano compilate ed inviate alla UOSD Affari Generali e Contenzioso: n. 126 dichiarazioni di pubblico interesse su 172 dirigenti tenuti alla compilazione.
Tali dichiarazioni verranno pubblicate come misura anti corruttiva a decorrere dal 2020 sul sito dell’INMI nella sezione amministrazione trasparente, a cura della UOC Risorse Umane.
7.5 Piano Triennale per la Trasparenza e l’Integrità
L’adozione, l’aggiornamento e la pubblicità del Piano Triennale per la trasparenza e l’integrità, nonché l’implementazione della sezione “amministrazione trasparente”, è per definizione nelle intenzioni del legislatore uno degli strumenti per la prevenzione della corruzione e dell’illegalità, attraverso il controllo sociale che può essere attuato dalla collettività sugli atti e sulle attività poste in essere dall’Istituto. Il Piano della trasparenza 2020 – 2022 inteso come sezione del presente Piano anticorruzione si intende quindi di seguito integralmente riportato come parte integrante e sostanziale del presente atto.
I nuovi obblighi relativi alla trasparenza vengono dettagliatamente specificati nella deliberazione ANAC n.
1310 del 28/12/2016 e nell’allegata griglia nella quale, così come disposto nel PNA 2019, sono identificate le strutture responsabili della trasmissione dei dati, dei documenti e delle informazioni. Per quanto attiene la pubblicazione di quanto sopra, allo stato, provvede ogni singola UUOO, sulla base della relativa competenza.
I Responsabili p.t. delle strutture sono attualmente identificati come responsabili degli adempimenti. Essi possono indicare, a loro volta, per ciascun adempimento un referente che operativamente adempirà l’obbligo, dandone comunicazione al RPCT.
Nel triennio 2020-2022 si proseguirà nell’utilizzo del software applicativo Word Press di ausilio alle strutture per l’inserimento dei dati nella sezione “amministrazione trasparente”.
7.6 Accesso civico e accesso civico generalizzato
Il D.lgs. n. 97/2016 nel novellare l’art. 5 del d.lgs. 33/2013, ha disciplinato anche un nuovo accesso civico denominato “generalizzato”, molto più ampio di quello previsto dalla precedente formulazione, riconoscendo a chiunque, indipendentemente dalla titolarità di situazioni giuridicamente rilevanti, l’accesso ai dati e ai documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, nel rispetto dei limiti relativi alla tutela di interessi pubblici e privati, e salvi i casi di segreto o di divieto di divulgazione previsti dall’ordinamento.
L’accesso generalizzato non sostituisce l’accesso civico “semplice” (d’ora in poi “accesso civico”) previsto dall’art. 5, comma 1 del decreto trasparenza, e disciplinato nel citato decreto già prima delle modifiche ad