• Non ci sono risultati.

Al Vespro Al Signore, a te ho gridato, sostiamo allo stico sei e cantiamo 3 stichirà prosòmia della festa e 3 della santa.

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "Al Vespro Al Signore, a te ho gridato, sostiamo allo stico sei e cantiamo 3 stichirà prosòmia della festa e 3 della santa."

Copied!
8
0
0

Testo completo

(1)

1

24 APRILE

Memoria della nostra santa madre Elisabetta la taumaturga.

Al Vespro

Al Signore, a te ho gridato, sostiamo allo stico sei e cantiamo 3 stichirà prosòmia della festa e 3 della santa.

Tono pl. 4. I tuoi martiri, Signore.

erseverando nelle pene dell’ascesi, hai ricevuto la grazia di allontanare i mali dell’anima e del corpo, o madre venerabile, di cacciare gli spiriti col divino Spirito e di proteggere tutti quelli che sono nelle tribolazioni; nelle tue intercessioni chiedi dunque per tutti salute e grande misericordia.

Dalla polvere delle tue reliquie scaturisce per i ciechi la vista e guarigione per tutti i malati che si accostano con fede e ti chiedono aiuto, o mirabile madre Elisabetta; nelle tue intercessioni chiedi dunque per tutti salute e grande misericordia.

Hai esercitato la compassione, la fede ortodossa e l’amore per il Signore e per il prossimo, o venerabile in Dio beata: perciò la divina grazia dello Spirito in te ha riposato, o madre Elisabetta. Per le tue intercessioni donaci dunque pace, salute e misericordia.

Gloria. E ora. Della festa.

Allo stico, gli stichirà della festa.

P

(2)

2

Apolytìkion. Tono 4.

n te, madre, fu perfettamente custodito ciò che è a immagine; prendendo infatti la croce, seguisti Cristo e con i fatti insegnasti a trascurare la carne perché passa e a darsi cura dell’anima, realtà immortale: perciò con gli angeli esulta il tuo spirito, o beata Elisabetta.

Segue la conclusione.

Al Mattutino

I canoni della festa e questo della santa. Poema di Giuseppe.

Ode 1. Tono pl. 4. La verga di Mosè.

on le tue preghiere guida me, circondato da ogni parte dalle ondate delle passioni e con l’anima agitata dalla bufera dei pensieri, al porto sereno dei voleri di Cristo affinché ti inneggi, o Elisabetta.

Risplendendo di grazie verginali, o divinamente beata, con l’ascesi fin da bambina ti sei sposata al Verbo puro, o gloriosa e hai seguito le sue orme vivificanti, mortificando le passioni.

Tagliando il rapporto col mondo e attaccandoti a Cristo con affetto, o venerabile, consumasti col digiuno il pensiero della carne, mentre perseverando nelle virtù, nelle fatiche e nelle preghiere, divenisti degna di compiere miracoli.

Theotokìon. Amando con amore ardente te, che hai generato oltre l’intelletto il Verbo indivisibile da Dio Padre, l’insigne Elisabetta divenne scrigno dello Spirito santo, splendente di virtù divine.

I

C

(3)

3

Ode 3. O Signore, creatore.

bitando nei luminosi talami celesti, divenuta sposa eletta dell’Onnipotente, fai pure scorrere i fiumi delle guarigioni, che prosciugano le correnti delle passioni.

Imitando Elia e Mosè per il numero dei giorni, come loro, venerabilissima, prolungasti il digiuno, ricevendo, per grazia dello Spirito santo, il pane celeste delle contemplazioni più sapienti.

Prima del tuo concepimento, o fanciulla, viene data a tua madre una rivelazione divina della splendore e della condotta nello Spirito santo che sarebbe stata in te per la virtù, o gloriosa Elisabetta.

Theotokìon. Bramando con fede solo te, tempio pura della verginità, la gloriosissima Elisabetta gioiva, o purissima, di essere condotta piamente a tuo Figlio, seguendoti.

Kàthisma. Tono 3. La confessione della fede.

vendo sopportato le pene della continenza, hai ricevuto la grazia dell’impassibilità e delle guarigioni, o Elisabetta ispirata da Dio, per curare qualsiasi malattia e scacciare l’energia dei demòni, o ammirabile. Implora Cristo Dio di donarci la grande misericordia.

Gloria. E ora. Della festa.

Ode 4. Tu sei mia forza, Signore.

on la tua preghiera hai ucciso il terribile serpente, il drago, dapprima distruggendo tutte le macchinazioni del maligno con forza divina e lo hai dato in cibo alle belve e a ogni volatile, glorificando il Sovrano di tutti, o Elisabetta.

A

A

C

(4)

4

Imitando i costumi degli uomini di Dio, hai trascorso in divina austerità quaranta giorni, o madre venerabile, senza comunicare a cibo alcuno, ma restando digiuna, mortificando sapientissimamente le ribellioni della carne e vivificando lo spirito, o ispirata da Dio.

Theotokìon. Tu sola porti in grembo Dio incarnato, che concede a tutti l’essere; desiderandolo con l’anima, a lui Elisabetta si fidanzò nello Spirito, o mirabilissima Vergine Theotòkos, meraviglia degli angeli e trauma dei demòni.

Ode 5. Perché mi hai respinto.

ai prosciugato i rivi del peccato con l’effusione di lacrime e arrestato per grazia l’annoso flusso di sangue di pie donne, che te in varie circostanze erano ricorse a te, illustre e santa Elisabetta.

Per molti anni rifiutasti di mangiare pane, purificando piamente l’anima con le pene della continenza, o gloriosa e acquisendo l’incorporeità degli incorporei, o Elisabetta, vanto dei santi.

In ogni modo consacrando al Signore tutta la tua mente, a lui protendevi gli occhi dell’intelletto e del cuore e, come proveniente dalla terra, per tre anni hai guardato non il cielo, ma la terra, o glorificata da Dio.

Theotokìon. Sei divenuta superiore alle potenze superne concependo il Verbo del Padre, a lui coeterno e con lui senza principio, o Vergine; insignita dei suoi fulgori, la teofora dileguò la bruma delle passioni.

H

(5)

5

Ode 6. Siimi propizio, Salvatore.

ramando ottenere asceticamente la misericordia di Dio, o venerabile, da bambina rinunziasti ad assumere olio, brillando per l’offerta delle fatiche.

La tua luminosa vita era ornata di virtù, la tua dormizione splendeva santamente di prodigi, scacciando demòni e dileguando per grazia divina l’inverno delle passioni.

Sopportavi lottando con la carne nuda al freddo e al gelo, resistendo strenuamente alla calura del sole, rivolgendo le speranze al riscaldamento di lassù, o gloriosa Elisabetta.

Theotokìon. Concepisti in grembo colui che precede i secoli e partoristi nella carne l’incorporeo per natura e allattasti colui che nutre tutti, o Madre di Dio pura, senza nozze.

Irmòs. Siimi propizio, Salvatore, perché molte sono le mie iniquità e riconducimi, ti prego, dall’abisso dei mali:

perché a te ho gridato e tu esaudiscimi, o Dio della mia salvezza.

Kontakion della festa.

Sinassario.

Il 24 di questo mese memoria di santa Elisabetta, la taumaturga.

Stichi. Elisabetta, la bella sposa, lasciando la terra, vede te, Verbo di Dio, sposo bello. Il ventiquattro Elisabetta salì al cielo.

Lo stesso giorno memoria del santo martire Saba, lo stratilata.

B

(6)

6

Stichi. Saba soffocò i malvagi spiriti dell’errore rivelandosi martire del Signore, quando venne annegato nel fiume.

Lo stesso giorno memoria dei santi settanta soldati martiri, che credettero grazie a san Saba e perirono di spada.

Stichi. Troverai sette decine di teste di uomini caduti decapitati dalla spada.

Lo stesso giorno memoria dei santi martiri Pasìcrate e Valentino.

Stico. Pasìcrate decapitato trovò forza, mentre Valentino scacciava la paura della spada.

Lo stesso giorno memoria dei santi martiri Eusebio, Neone, Leonzio, Longino e altri quattro.

Stichi. In multipli di otto la spada moltiplicò i corpi dei martiri che erano pieni di coraggio.

Per le preghiere dei tuoi santi, Cristo Dio, abbi pietà.

Amìn.

Ode 7. I figli degli ebrei.

vevi un animo amico di Dio: con gli angeli infatti vivevi, o pura, vegliando con fervore e salmeggiando con zelo: Benedetto sei tu, Signore Dio, nei secoli.

Stendi le mani per compassione e rendi la salute con la reliquia a quanti a te accorrono e con fede si rivolgono, o teofora Elisabetta, sostegno dei monaci.

Compiendo immensi miracoli e rivelandoti terapeuta del Signore, venerabile Elisabetta, presso di lui ora ti sei trasferita, cantando con i santi: O Dio, tu sei benedetto.

A

(7)

7

Theotokìon. Guarda, o Vergine, la mia afflizione, che la moltitudine dei miei mali ha condotto e strappa dal fuoco della geenna me, che grido: Benedetto, o purissima, il frutto del tuo grembo.

Ode 8. Follemente il tiranno.

hi si avvicina all’urna delle tue reliquie in ogni tempo riceve piamente ciò che chiede, poiché Dio ti ha glorificato e sempre magnificato per avere accettato le tue venerabili lotte e tu a lui gridi senza sosta: Sacerdoti, benedite, popolo, esalta per tutti i secoli.

Con gli occhi del cuore illuminati dallo Spirito, hai donato di vedere a colui che con fede intuiva la tua divina urna, essendo stata arricchita da Cristo col potere di elargire guarigioni e a lui gridi, o santa: Sacerdoti, benedite, popolo, esalta per tutti i secoli.

Risplendendo come un sole sei sorta sulla terra rifulgente di virtù, o venerabilissima, inviando i raggi dei tuoi sacri prodigi; quanti ne partecipano, o Elisabetta, gridano:

Fanciulli, benedite, sacerdoti, inneggiate, popolo, esalta per tutti i secoli.

Theotokìon. Hai generato e portato fra le braccia, rivestito di un corpo, Gesù Signore che tutto regge con un cenno onnipotente, pura vergine, perciò ti inneggiamo come Madre di Dio, gridando con lodi: Sacerdoti, benedite, popolo, esalta per tutti i secoli.

Irmòs. Follemente il tiranno dei caldei infiammò sette volte di più la fornace per i cultori di Dio; ma vedendoli salvati da superiore potenza, gridava: Benedite, fanciulli, il Creatore e Redentore; celebratelo, sacerdoti; sovresaltalo, o popolo, per tutti i secoli.

C

(8)

8

Ode 9. Freme ogni orecchio.

ramasti vedere puramente la bellezza celeste dello Sposo celeste e con ardore a lui gridasti: Dove guardi?

Dove pascoli? Riposerò in te e mangerò le tue delizie, magnificando la tua benevolenza.

O prodigio! Come dopo la sepoltura e dopo lunga permanenza nel sepolcro la tua reliquia si vede giacere intatta, risplendendo e facendo grazia di segni e prodigi e procurando ogni giorno ai fedeli torrenti di guarigioni?

Avevi nell’anima intelligenza, umiltà e divina mitezza, vera fede e con la speranza amore divino, perseverando in preghiere di tutta la notte e risplendendo luminosissimamente dei raggi di lassù, o Elisabetta.

Theotokìon. Risparmiami, Salvatore, che sei stato generato e hai lasciato incorrotta la genitrice dopo il parto, quando sederai a giudicare le mie opere, trascurando le mie iniquità e i miei peccati come sommamente buono; abbi pietà, o buono e filantropo.

Irmòs. Freme ogni orecchio all’annunzio dell’ineffabile abbassamento di Dio: come l’Altissimo volontariamente sia disceso sino a un corpo, divenendo uomo da grembo ver- ginale. Per questo noi fedeli magnifichiamo la pura Madre di Dio.

Exapostilarion della festa. Allo stico gli stichirà della festa.

L’Ora Prima e il congedo.

B

Riferimenti

Documenti correlati

2 Dio a lui le piaghe quelle scritte nel libro questo; 19 e se qualcuno tolga dalle parole del libro della profezia questa, toglierà Dio la parte di lui dall’albero

L’atto di adorazione alla Santa Croce potrà avvenire con la processione dei ministri e dell’assemblea fino alla Croce (mantenendo le debite distanze) e la riverenza davanti

Può dirsi ancora, che questa santa donna nulla tralasciava per guadagnare il loro cuore; ella le conduceva alla per- fezione per la via che si addiceva a ciascuna ; insisteva

Il Padre di Gesù forse non ci appare più quale garante della nostra libertà, forse addirittura come un antagonista, una figura lontana e un po’ assente dal nostro

L'aspirazione alla giustizia è uno dei bisogni etici che il bambino sente nella frustrazione. Spesso nei suoi confronti l'adulto tende a dimenticare che la giustizia non

Anche Tu, Gesù ,dalla Croce, hai chiesto l’aiuto del Padre e noi oggi lo chiediamo a Te: abbi cura di noi, del nostro corpo e soprattutto della nostra anima,

Il corpo vitale essendo il deposito del panorama della nostra vita, conserva registrate le nostre colpe e i torti che abbiamo sofferto per parte di altri, perciò la quinta

In questo momento difficile, davanti al quale nessuna anima può rimanere senza commuoversi, davanti alla scena della Madre con il Suo Divin Figlio tra le braccia