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Conto economico Nella voce A) ci sono i valori economici positivi che derivano da diversi

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Academic year: 2022

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Il bilancio di esercizio

Con il decreto 139/2015, il Codice civile è stato riformato ed è stata cambiata la composizione del bilancio di esercizio. Più nello specifico, i documenti che le imprese devono redigere sono:

Conto economico

Nella voce A) ci sono i valori economici positivi che derivano da diversi d a de e a (es: i ricavi di vendita, attinenti alla ge e ca a e ca de e a; plusvalenze da alienazione di immobili, che non sono attinenti alla gestione caratteristica;

componenti come la variazione delle rimanenze, etc.). Per questo motivo, la voce A è una voce composita che incorpora flussi economici positivi.

La voce A) viene confrontata con la voce B) che rappresenta la sommatoria dei costi di produzione. Anche questa è una voce composita ed eterogenea poiché sono presenti sia i costi relativi alla gestione caratteristica, che quelli legati alla gestione non caratteristica (es: multe/sanzioni o minusvalenze da alienazione di immobili).

Nella voce C) si trovano tutti i costi e proventi legati ai finanziamenti e alle altre attività finanziarie (es: costi per interessi passivi e proventi per interessi attivi derivanti dai crediti finanziari).

Ne a ea D) si trovano tutti i costi e i ricavi legati alla svalutazione e rivalutazione delle partecipazioni e di strumenti finanziari derivati. Questo perché, nel 2015, il legislatore ha cercato di allineare il più possibile la normativa nazionale e quella internazionale (estendendo quella che era in vigore solo per le società quotate in borsa a tutte le società).

Il conto economico rappresenta la formazione del risultato economico d e e c attraverso il confronto tra i f d ca e d c d c e e a de e e c a a . I periodo e a fe e e esercizio e la grandezza di riferimento e a e d a d e e c .

Il conto economico è governato dal principio della competenza: un ricavo è di competenza quando realizzato, ovvero quando è avvenuto lo scambio con il mercato (nel caso di un servizio, quando il servizio viene reso mentre nel caso di beni immobili e mobili, quando è avvenuto il passaggio di proprietà o la consegna del bene.). Un costo è di competenza di un esercizio in base alla correlazione con i ricavi imputati. In altre parole, sono tutti i costi che a e e a ac f c ec c che e a ha e e c eg e e ca ea a . I questo senso non rilevano la manifestazione finanziaria e il pagamento.

A e del conto economico si vede la formazione del reddito in base a come è avvenuta nelle diverse aree:

quella caratteristica ed extra caratteristica nelle aree A e B (componenti reddituali da operatività che identificano e a f ca a a e da e), quella finanziaria nelle aree C e D (componenti reddituali connessi al finanziamento dei processi aziendali e alla gestione delle attività finanziarie) e quella tributaria.

Stato Patrimoniale

Lo stato patrimoniale è uno schema a sezioni contrapposte e nasce dallo schema fonti e impieghi.

A destra ci sono le fonti (passivo), ossia c e e a ha scelto di finanziarsi. In esse, si ha la macro distinzione tra capitale proprio e capitale di debito.

Nella sezione di sinistra (attivo), viene indicato come il ca a e de e a ega . P e ec f c , vedono le rimanenze in senso ampio dei fattori della produzione (immobilizzazioni), attivo circolante e i crediti che rimangono al 31/12. Riguardo ai crediti, i crediti verso clienti a e attivo circolante (in cui ci sono le partecipazioni che hanno finalità di trading e che quindi sono destinate ad essere vendute ) mentre i crediti verso banche si trovano nelle immobilizzazioni finanziarie (in cui ci sono le partecipazioni strategiche). Nei crediti verso soci per versamenti ancora dovuti, ci sono i

conferimenti in denaro che i soci devono ancora effettuare a fronte di un aumento del capitale sociale e non ci sono i conferimenti in denaro del 25% e i conferimenti in natura che devono essere liberati al momento della sottoscrizione del capitale sociale.

A e de a e a e criterio di classificazione per destinazione: a grandi linee possiamo dire che la de a e a c c a e e e e e de a a a e e d e e e altrimenti la

destinazione sono le immobilizzazioni.

A e del passivo prevale il criterio di classificazione per natura.

S a e a , che nel passivo ci sono i ratei e i risconti. Nello specifico, i risconti attivi hanno la natura di costi

sospesi, e c che e a ha g e a che d c e e a de e e c ch

cederanno la loro utilità nel futuro (es: si prende in locazione un immobile con canone semestrale e si paga il 1/12, c d c e e a de e e c a e de ca e, che a da 1/12 a 31/12, e

(2)

c e a a ca ea a e e e c e c de a e) e i risconti passivi hanno natura di ricavi sospesi che confluiranno nel conto economico degli esercizi futuri (caso in cui si da in affitto il capannone e

aff a aga 1/12, ca d c e e a de e e c e che a da 1/12 a 31/12). I ratei passivi sono debiti presunti mentre i ratei attivi sono crediti presunti.

Lo stato patrimoniale è la fotografia delle rimanenze in senso ampio (grandezze stock) che viene scattata alla ch a de e e c e a grandezza di riferimento è il totale attivo, ovvero il capitale di funzionamento che dice c e a e e e de e f e e e c a fa e d f a a e .

Nota integrativa

La nota integrativa ha una serie di funzioni. Nello specifico:

Spiega i criteri di valutazione, e c e a age e ha a a g e e e de a e de a . Spiega in dettaglio le voci specifiche, e c e e d a e e e c e a e c .

Indica precisazioni c ca e e o di elementi in specifiche voci.

Spiega le variazioni quantitative.

Inserisce dati aggiuntivi.

Relazione sulla gestione

È il commento degli amministratori sulla gestione trascorsa, che mette in relazione i dati e la strategia. Più nello specifico, permette di avere una visione della strategia perseguita dai manager e di come i dati inseriti

a c e e c e a. I e, ad a a e da e e ca , ff e d f a c ca a sua situazione competitiva e le sue performance economico-finanziarie. Infine, contiene informazioni circa: (1) evoluzione prevedibile della gestione; (2) attività di ricerca e sviluppo; (3) i rapporti con le aziende consociate; (4) il numero e il valore delle azioni proprie possedute e scambiate e (5) le politiche di gestione del rischio finanziario.

Il rendiconto finanziario

A partire dal 2016, redigere il rendiconto finanziario è obbligatorio per tutte le società di capitali, tranne per quelle che redigono il bilancio in forma abbreviata e per le micro imprese.

Da e d c f a a a , e e e c a c fe b a c e e e ecede e,

ammontare e la composizione delle disponibilità liquide, a e a a f e de e e c , ed flussi finanziari de e e c de a da attività operativa, attività di investimento e attività di finanziamento, ivi comprese, con autonoma indicazione, le operazioni con i soci. In altre parole, serve per aver chiaro come le attività

operativa, di investimento e di finanziamento hanno concorso a formare flussi finanziari che hanno, a loro volta, contribuito ad incrementare o decrementare le disponibilità liquide che si avevano a inizio esercizio.

I e d c f a a e d a c e a a e esercizio che prende in considerazione grandezze flusso, ovvero le disponibilità liquide. Nello specifico, queste def e da OIC 10 e de IAS 7 : depositi bancari e postali, assegni e bonifici, denaro e valori o cassa. La differenza tra OIC 10 e IAS 7 che OIC 10 non comprende le disponibilità liquide equivalenti, ossia investimenti finanziari a breve termine e ad alta liquidità che sono prontamente convertibili in valori di cassa noti e che sono soggetti a un irrilevante rischio di variazione del loro valore.

I e d c f a a da d ca c ca a ca ac de e a d ge e a e ca a. Proprio per questo motivo, rileva incassi e pagamenti, non la competenza economica

.

Le aree gestionali del rendiconto finanziario sono:

attività operativa: g a da e e e a c e e a ac e, d e e d b e d be e alla fornitura di servizi e tutte le altre operazioni non comprese nelle aree di investimento e di

finanziamento.

attività di investimento: comprende tutte le operazioni di acquisto e di vendita di immobilizzazioni materiali, immateriali, finanziarie e di attività finanziarie non immobilizzate.

attività di finanziamento: comprende tutte le operazioni di ottenimento e restituzione delle disponibilità liquide sotto forma di capitale di rischio e di capitale di debito.

Il rendiconto finanziario è importante perché (1) fornisce informazioni utili per valutare la situazione finanziaria de a e da e e e c d fe e , c sentendo anche di effettuare stime sulla sua evoluzione, (2) permette d a a e a ca a ge e a a a b a da a e a a e e da d eg e copertura, (3) offre

d ca c ca a ca ac de a e da d aff a e g egh f a a e breve termine e (4) espone i dati e a a a ca ac de a e da d a f a ziarsi. L a ea che f ce ega c ca a ca ac de e a d a f a a a ea e a a a attività operativa.

(3)

Con il rendiconto finanziario, si va a vedere il motivo per cui sono aumentate/diminuite le disponibilità liquide (non di quanto sono aumentate o diminuite). Per questo, si tratta di uno strumento di controllo.

Ne esempio, l a e a a ha ge e a ca a, mentre a d e e ha assorbito cassa, perciò si può ipotizzare che il management abbia deciso di acquistare altre immobilizzazioni. R g a d a a ea, i manager hanno molto probabilmente rimborsato quote di prestito ai propri creditori. Questo fa comprendere che la situazione è complessivamente positiva perché il management ha generato flussi di cassa positivi con

a e a a, ha investito ed è riuscito a rimborsare deb che e a aveva contratto con il flusso di cassa ge e a da a ività operativa, incrementando anche le proprie disponibilità liquide.

Il flusso finanziario/di cassa de a e a a può essere calcolato attraverso due metodi:

1. Metodo diretto: si sottraggono alle entrate dovute agli incassi, le uscite per i pagamenti. Questo metodo è il meno preferito perché a e de a a a e e

del conto economico non compaiono le voci i ca e paga e (poiché si ragiona in termini di competenza e non di cassa). Inoltre, la grandezza che si considera per comprendere la performance del a e da e, che è formato da elementi positivi e negativi che sono sia monetari che non monetari (es:

ammortamenti/accantonamenti) e che potrebbero non aver dato origine a variazioni di disponibilità liquide. Questo significa che, ad esempio, alcuni costi per acquisti possono non essere stati effettivamente pagati e alcuni ricavi di vendita possono non essere stati effettivamente incassati.

2. Metodo indiretto: si risommano/sottraggono a e, gli elementi di reddito che non sono monetari e gli elementi di reddito monetari che non hanno dato origine a variazioni di disponibilità liquide.

Nel caso di aumento delle rimanenze di merci,

aumento è sottratto da e ( e d a) de e e c , a d a e e e c g ac effe a stati superiori alle merci vendute per un ammontare pari alla differenza tra magazzino finale (superiore) e magazzino iniziale (inferiore). Sottraendo

da e/ e d a de e e c a a a e de e a e e e e e e a a effe ec c , aff ch e d c f e a e c a e e effe sulla situazione finanziaria delle disponibilità liquide

ega e e g ac e c de esercizio.

Nel caso di aumento o diminuzione dei crediti, questi invece verranno rispettivamente sottratti o sommati.

Nel caso di aumento o diminuzione di debiti questi verranno rispettivamente sommati o sottratti.

Infine, per quanto riguarda i costi non monetari (gli ammortamenti e gli accantonamenti ), questi vengono

a a e e d a d e e c .

A questo punto si sommano gli elementi monetari che non si sono tradotti in esborsi, ovvero che non sono stati pagati.

Ne ca de e e e e che e 50 a e aga e.

(4)

Per determinare il f f a a de a d e e è necessario comprendere quanto e se il manager ha proceduto a esborsi per ampliare la struttura

(investimento) o se ha ricevuto incassi a seguito della cessione di parte della struttura.

Se a d e e c a a, allora il valore netto contabile a fine esercizio sarà uguale a quella a inizio esercizio, meno la quota ammortamento. Se invece il valore netto contabile a fine esercizio delle immobilizzazioni non è uguale a quello a inizio esercizio meno la quota ammortamento, allora probabilmente il manager ha comprato o venduto immobilizzazioni.

Ne e e , e ca deg a 1700 ( a e e contabile a inizio esercizio) 150 (quota ammortamento) = 1550 (valore netto contabile a fine esercizio) c a a attività di investimento.

Nel caso delle attrezzature, 400 50 = 350 ≠ 800 c a a a di investimento 800 -350 = 450 investimento in attrezzature

e e f f a a de a d e e (c eg

negativo e ch c a d ca a).

Per determinare il flusso fina a de a d f a a e , si guardano le informazioni che si hanno nello Stato patrimoniale relativamente alle fonti riconducibili a capitale proprio o di terzi.

Ne e e , debiti verso banche passano da 1900 a 1800 ( e a ha pagato 100) mentre il capitale sociale passa da 1200 a 1500 (aumento di 300). I e, e a ha aga dividendi (150 )e ha accantonato gli utili a riserva straordinaria (400). In questo caso, si sottrae all a e de ca a e c a e, la diminuzione di debiti e i dividendi pagati ai soci.

La performance de e a positiva poiché a e a a è in grado di generare disponibilità liquide (cassa) ed è anche molto superiore rispetto alla somma algebrica degli altri due flussi finanziari a ea che ge e a maggiormente liquidità è in grado di finanziare le altre due aree

.

Metodo indiretto

La prima parte del prospetto di Rendiconto finanziario ha lo scopo di determinare i flussi

f a a de a da a e a a.

A a e e d d e , a e da utile o perdita di esercizio (grandezza spuria che include costi e ricavi che hanno natura non monetaria e costi e ricavi che hanno natura monetaria ma che però non hanno ancora determinato una

variazione delle disponibilità liquide). In seguito, si va a rettificare questa grandezza, sommando le imposte sul reddito per neutralizzare il loro impatto sul risultato economico (le imposte sul reddito poi verranno risommate e quindi considerate successivamente), gli interessi (andando anche in questo caso si sommano o si sottraggono per neutralizzare il loro effetto sul risultato economico.

(5)

In particolare, gli interessi passivi vengono risommati mentre quelli attivi vengono sottratti. Poi verranno nuovamente considerati), i dividendi (solo quelli sono stati incassi di conseguenza si andrà a neutralizzare i proventi dei dividendi che sono stati imputati a conto economico per poi risommare quelli che sono stati effettivamente incassati), le plusvalenze (vengono sottratte) e le minusvalenze (vengono sommate per neutralizzarne gli effetti). A differenza delle imposte, degli interessi e dei dividendi, le minusvalenze e le

a e e e g e a a e a d e a e e d a d e e c a e de a ea e a a a verranno considerate in seguito a e de a ea de e e (non vengono c de a e a e de a ea ca a e ca). D e a agg , si e e e e d a de e e c a d e,

interessi, dividendi e plusvalenze/minusvalenze, ovvero il risultato economico dopo aver neutralizzato gli effetti di tutte queste componenti.

A questo punto si devono apportare le rettifiche che fanno riferimento a tutti gli elementi che non hanno natura monetaria e che quindi non si sono riflessi attraverso variazioni del capitale circolante netto: ammortamenti, accantonamenti e svalutazioni (le svalutazioni vengono sommate, mentre le rivalutazioni vengono sottratte).

A questo punto si arriva al flusso finanziario prima delle variazioni del capitale circolante netto. Le variazioni del capitale circolante netto, nello specifico, fanno riferimento a variazioni delle rimanenze,

variazioni dei debiti e di crediti, ratei e risconti attivi e passivi e altre.

Riguardo le variazioni delle rimanenze, un incremento di esse comporta che i consumi (costi di utilizzazione) siano di fatto minori dei costi monetari e di

conseguenza i costi di acquisto sono più elevati dei consumi e impatto è negativo sul flusso di cassa. Per questo motivo, ece a a e c e e

delle rimanenze al flusso finanziario prima delle variazioni del capitale circolante netto. In maniera analoga, si sommano i decrementi delle rimanenze delle materie poiché i consumi a conto economico sono maggiori dei costi di acquisto (che si sono potenzialmente tradotti in variazioni delle disponibilità liquide) e, di conseguenza, effetto è positivo sui flussi di cassa.

Per quanto riguarda i crediti verso i clienti, un incremento dei crediti verso clienti deve essere sottratto al flusso finanziario prima delle variazioni del capitale circolante netto poiché comporta un minor importo incassato

e a ca d c e e a de e e c che a c a c ec c e viceversa per un decremento dei crediti verso clienti (deve essere sommato al flusso finanziario).

A e d , c e e de debiti verso i debitori deve essere sommato perché rappresenta una parte di costi che non ha ancora generato alcun esborso di disponibilità liquide, al contrario un decremento di debiti verso fornitori dovrà essere sottratto perché rappresenta una parte di costi che è stata pagata in più rispetto ai costi di competenza economica.

Relativamente alle variazioni dei ratei e risconti attivi, un incremento di ratei e risconti attivi deve essere sottratto perché rappresenta componenti positivi di reddito a conto economico che non hanno generato alcuna manifestazione finanziaria, mentre un incremento dei ratei e risconti passivi viene sommato perché rappresenta un maggior ammontare di spese che non sono state ancora pagate tramite liquidità rispetto alle spese addebitate come costi a conto economico.

Infine, dopo aver sommato o sottratto tutte le altre variazioni del capitale circolante netto, si ottiene il flusso finanziario dopo la variazione del capitale circolante netto. A questo punto si considerano tutte le componenti che

e a a e e a a e a e e. I a e a e, c de a a deg e e ca a e

ega deg e e aga , a ega de e e edd aga e e a de

d de d ca a . L a e f ca e a e a a a utilizzo dei fondi, che hanno un effetto positivo sui redditi. Si tratta di un costo non monetario che non ha dato origine a manifestazioni finanziarie o a variazioni di disponibilità liquide e che, pertanto, deve essere sottratto al flusso finanziario dopo la variazione del capitale circolante netto.Dopo tutte queste operazioni si ottiene il f f a a de a e a a.

(6)

La seconda parte del prospetto di Rendiconto finanziario ha lo scopo di determinare i flussi

f a a de a da a d e e .

Q e a ea e de c de a e f che

de a da ac e e d a d b a

materiali, immateriali, finanziarie e acquisti e vendite di attività finanziarie non immobilizzate.

Il flusso finanziario derivante da ac d immobilizzazioni (materiali, immateriali, finanziarie) è presentato nel rendiconto come il complessivo prezzo di acquisto

de b a e, rettificato dalla variazione del debito verso il fornitore (perché è necessario

f ca a e a e b , ossia

quanta parte del prezzo effettivo è stato pagato). In altre parole, si sottrae al prezzo di acquisto

de b a e, a a a e de deb e f de b a e.

Riguardo ai disinvestimenti, si tiene in considerazione solo la parte effettivamente incassata, data dal prezzo a

c ac e e ha ac a b a e ( a ) e a a a e de c ed e ac e

(crediti verso altri).

La terza parte del prospetto di Rendiconto finanziario ha lo scopo di determinare i

f f a a de a da a d

finanziamento.

L a ea d finanziamento prende in considerazione i flussi che si generano

da e e e e d

disponibilità liquide sotto forma di capitale di rischio o di debito. Per questo

, e a ea dd de d e sub aree che fanno riferimento ai mezzi di terzi e ai mezzi propri.

La contrazione di nuovi debiti fa si che ci siano nuove disponibilità liquide, mentre il decremento dei debiti (connessi alla loro estinzione) comporta una riduzione delle disponibilità liquide. Allo stesso modo, se si

accendono nuovi finanziamenti, le disponibilità liquide aumenteranno mentre quando questi vengono rimborsati, si avranno flussi finanziari in uscita.

Riguardo ai mezzi propri, a e de ca a e a aga e fa che a e a d e e b so comporta un deflusso di disponibilità liquide. La cessione di azioni proprie fa sì che ci sia un incasso da parte

de e a e e ac c a e b da a e de a e da. I d de d aga c a

c a d d b de.

Infine, sommando algebricamente i flussi finanziari delle tre aree trovati

precedentemente si ottiene il valore de c e e dec e e de e disponibilità liquide. Potrebbe, poi, essere

ece a c de a e effe de ca b sulle disponibilità liquide. In questo caso è

ece a e f ca e c e e

decremento delle disponibilità liquide sotto gli spazi dedicati alle singole are, in maniera distinte

.

(7)

Analisi di bilancio

L analisi di bilancio consente, attraverso diversi strumenti (riclassificazione delle tavole di sintesi, analisi per indici e analisi dei flussi), di anali are in maniera obiettiva e oggettiva alcune caratteristiche dell andamento aziendale che consentono di formulare dei giudizi e di rispondere a fabbisogni di tipo conoscitivo. In altre parole, si tratta di un metodo di ricerca in cui l attivit aziendale e i suoi risultati presentati nel bilancio aziendale sono scomposti ed esaminati nelle loro parti elementari, significative per il raggiungimento di definiti obiettivi conoscitivi, riconducibili essenzialmente alla valutazione di:

Solidità patrimoniale: capacit dell impresa di perdurare autonomamente facendo fronte in maniera positiva ad eventi esterni e significativi per essa. Nella prassi, questo si traduce nella gestione dell equilibrio tra finanziamento tramite mezzi di terzi e mezzi propri, che deve essere messo in rela ione con l attivo.

Equilibrio economico (redditività): capacit dell impresa di generare un flusso di ricavi in grado di coprire i costi dei fattori e di residuare un margine congruo per la remunerazione del capitale col vincolo di pieno rischio. In questo senso, la redditivit la capacit dell a ienda di generare reddito e di rendere proficui gli investimenti effettuati dall a ienda in maniera congrua.

Equilibrio finanziario (liquidità): capacit dell a ienda di far fronte alle uscite tramite adeguate entrate. In altre parole, l attitudine dell a ienda di generare flussi finan iari e monetari in modo che l impresa mantenga un bilanciamento costante tra attivo e passivo e faccia fronte, in maniera tempestiva (senza ritardo), ai propri impegni verso i finanziatori.

Crescita: attitudine dell impresa di ampliare la sua dimensione strutturale ed operativa.

Queste dimensioni possono/devono essere analizzate in modo separato e/o integrato.

L analisi di bilancio parte con (1) la lettura del bilancio e prosegue con (2) la riclassificazione del Conto

Economico, (3) la riclassificazione dello Stato Patrimoniale, (4) la costruzione di un sistema di indicatori (indici) in base alle riclassificazioni, (5) l analisi del rendiconto finanziario (flussi) e, infine, si conclude con (6) la

valuta ione sintetica dell a ienda.

Gli stakeholder interni e/o esterni si basano proprio sull analisi del bilancio, effettuata con strumenti più o meno sofisticati, per valutare l a ienda. Nello specifico, gli stakeholder esterni sono gli investitori attuali o potenziali, i finanziatori (hanno interesse a capire quali sono le imprese più o meno rischiose) e gli analisti finanziari (si muovono sul mercato per consigliare ai propri clienti qual l investimento pi conveniente). Gli stakeholder interni sono gli amministratori (spesso la loro remunerazione è legata a obiettivi espressi in termini di

performance aziendali) e i dipendenti (il loro futuro economico e personale dall andamento a iendale dipende).

Possiamo quindi dire che gli schemi civilistici consentono la lettura delle informazioni contenute in bilancio secondo una delle possibili chiavi interpretative ma non permettono di effettuare immediatamente altre analisi relative a equilibri economico, finanziario e patrimoniale della gestione. Per fare ci , serve l analisi di bilancio.

N.b. la significativit dell analisi di bilancio dipende anche dall intervallo temporale considerato. In altre parole, soltanto intervalli di tempo relativamente ampi (3/4 esercizi) permettono di esprimere valutazioni esaustive (non devono essere né troppo brevi, né troppo lunghi).

(8)

Riclassificazione del Conto Economico

Riclassificare i prospetti consiste di fatto nell attribuire un nuovo ordine agli elementi che li compongono in schemi riclassificati che consentono di ottenere informazioni utili per soddisfare gli obiettivi conoscitivi.

La possibilità che la riclassificazione riesca a soddisfare gli obiettivi dipende dal grado di dettaglio della nota integrativa. In altre parole, quanto più è dettagliata la nota integrativa, tanto più sarà possibile, partendo dagli schemi civilistici, avere elementi di dettaglio per riclassificarli.

Per quanto riguarda il Conto Economico, l obiettivo della riclassifica ione quello di esporre gli elementi che lo compongono secondo degli schemi che permettono di comprendere al meglio come è avvenuto il processo di formazione del reddito, cioè quali sono le aree che, in modo diverso, hanno contribuito alla formazione del reddito. Possiamo, quindi, dire che la riclassificazione del Conto Economico consente di passare da

un interpreta ione di tipo contabile ad un interpreta ione pi gestionale (perché spiega come le diverse gestioni parziali hanno contribuito alla formazione del reddito/dell utile).

Le gestioni parziali sono diverse:

1. Caratteristica: fa riferimento all attivit tipica dell a ienda, che qualifica la ragione d essere/funzione

economica dell a ienda in senso stretto. Raggruppa tutte quelle opera ioni inerenti ai rapporti di scambio pi operativi con i clienti e con i fornitori e qualifica l impresa all esterno (es: definisce il settore in cui opera).

Dalla gestione caratteristica, dipende la capacit dell a ienda di perdurare nel tempo (il reddito dovrebbe essere generato principalmente da questa area).

2. Accessoria o complementare: scelte degli investimenti utilizzando surplus monetari e attività di tipo temporaneo e marginale e le ripercussioni che queste hanno sul reddito (es: investimento in immobili, per ottenere fitti attivi / investimenti in partecipazioni).

3. Finanziaria: scelte di finanziamento e le ripercussioni che hanno sul reddito (es: oneri finanziari).

4. Tributaria: riguarda principalmente le imposte sul reddito. Nonostante abbia una frequenza ripetitiva (non è eccezionale), la sua incidenza dipende fortemente dai ricavi e dai costi delle altre gestioni parziali.

N.b. dal 2015, non prevista l area straordinaria nel Conto Economico che comprendeva proventi e oneri eccezionali, ossia che non presentavano requisiti di ripetitività (es: plus/minusvalenze dovuti dalla cessione di impianti, insussisten e dell attivo/passivo, sopravvenien e attive/passive, valori derivanti da errori di stima).

Oggi, queste voci confluiscono nelle aree sovrastanti, generalmente all interno di A5 (altri ricavi) o B14 (oneri diversi di gestione). In questo senso, l area tributaria che si trova alla fine del CE è influenzata anche

operazioni straordinarie.

Gli schemi che vengono utilizzati per la riclassificazione del Conto Economico sono:

(1) Schema a ricavi e costi del venduto: si tratta di uno schema a forma scalare e gli elementi del reddito vengono classificati per natura (non per destinazione). Lo schema inizia confrontando i ricavi netti (grandezza che esprime il volume di attività svolta dall a ienda che ha dato luogo a opera ioni di scambio con terzi) e il costo del venduto (tutti i costi che sono stati sostenuti dall impresa per ottenere i ricavi). Dalla sottrazione, si ottiene il reddito operativo della gestione caratteristica (questa configurazione di reddito dà la possibilità di osservare la capacit dell impresa di produrre reddito attraverso la sua attività caratteristica. Per questo, dovrebbe restituire la più ampia disponibilità di risorse poiché questo reddito ci dice quanto l impresa brava ad essere contemporaneamente efficace ed efficiente sui mercati di sbocco, massimizzando i ricavi e minimizzando i costi questo reddito deve essere superiore dei costi riconducibili alle atre gestioni).

Al reddito operativo della gestione caratteristica, si somma algebricamente il risultato della gestione

accessoria (saldo tra oneri e proventi derivanti dalla gestione accessoria, es: fitti attivi, dividendi, perdite sui crediti finanziari, svalutazioni dei titoli/delle partecipazioni. Il saldo tra queste voci ci dice come la gestione accessoria influisce sul reddito. È fondamentale che la gestione accessoria non eroda completamente il reddito prodotto dalla gestione caratteristica. Questo si può verificare in due casi: (1) quando il reddito della gestione caratteristica è abbastanza florido da coprire in maniera pi che abbondante l eventuale saldo negativo della gestione accessoria o (2) quando il reddito della gestione caratteristica e della gestione accessoria sono entrambi positivi).

Dalla somma algebrica di reddito operativo della gestione caratteristica e risultato della gestione accessoria, si ottiene il reddito operativo aziendale o Ebit (identifica il reddito che l impresa complessivamente ottiene, ossia quanto gli investimenti effettuati nell area caratteristica e accessoria sono stati in grado di garantire dei ritorni complessivi per l a ienda. N.b. rappresenta il ritorno degli investimenti totali, indipendentemente da come sono stati finanziati il costo dei finanziamenti non è considerato).

Al reddito operativo aziendale, si sottraggono gli oneri finanziari (costo di competenza di qualsiasi disponibilità di denaro presa in prestito da terzi e soggetta ad una remunerazione di tipo esplicito. N.b. a differenza della sezione C del Conto Economico civilistico, in questo caso, i proventi finanziari vengono considerati all interno delle precedenti gestioni. In particolare gli interessi attivi sono inseriti nella gestione accessoria poiché solitamente derivano da crediti di finanziamento erogati).

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Dalla sottrazione, si ottiene il reddito lordo di competenza (reddito di produzione della gestione ordinaria, ossia quella che contempla le opera ioni caratteri anti e ricorrenti che consistono nell utili o ottimale del capitale disponibile e nella forma di finanziamento migliore. In altre parole, questo reddito consente di identificare il reddito ottenuto dalla gestione ordinaria e considera congiuntamente i risultati di gestione caratteristica, accessoria e finanziaria, con riferimento agli elementi ricorrenti e ripetitivi, non straordinari).

Al reddito lordo di competenza, si sommano algebricamente le componenti straordinarie (componenti che esprimono l effetto delle a ioni che, per loro natura, devono essere isolate perché non hanno le caratteristiche della ripetitività (es: sopravvenienze attive e passivi, insussistenze, contributi pubblici se percepiti in maniera occasionale, plusvalenze/minusvalenze da cessioni di immobilizzazioni) se li considerassimo prima, non potremmo comprendere la capacit dell impresa di produrre reddito in via ordinaria, in assenza di elementi fortuiti e occasionali).

Dall opera ione, si ottiene il reddito ante imposte (reddito prima della gestione tributaria. In particolare, rappresenta la capacit dell impresa di produrre reddito, considerando anche le gestioni che hanno caratteristiche di non ricorrenza). N.b. il reddito ante imposte non è il reddito su cui il legislatore fiscale calcola le imposte. Infatti, le imposte vengono calcolate in base al reddito imponibile, calcolato secondo la disposizione del Testo Unico Sulle Imposte e Sui Redditi (parte dal reddito ante imposte e prescrive variazioni in aumento e/o diminuzione da cui si ottiene la base imponibile su cui calcolare le imposte). A questo reddito vanno, infine, sottratti i costi per imposte, ottenendo così il reddito netto.

N.b. in alcuni casi (se il reddito netto prodotto dall impresa superiore a quello contabile), lo schema deve essere integrato con un area di riconcilia ione, in cui inserire quei valori che non sono correlati alle aree precedenti (es: interessi passivi su prestito obbligazionario e dei soci, accantonamento a fondi generici, valori derivanti da modifiche dei criteri valutativi).

Considerazioni:

a. ROGC > 0: è condizione necessaria ma non sufficiente per una sufficiente redditività. ROGC < 0: è una situazione molto grave se duratura.

b. ROGC < 0 e ROA > 0: la gestione accessoria è molto rilevante. Se la situazione persiste nel tempo, significa che l a ienda sta modificando la propria attivit oppure che si utili ato uno schema di riclassificazione incoerente con l attivit svolta (la gestione caratteristica ha un contenuto pi ampio rispetto a quella di una semplice impresa manifatturiera).

c. ROGC > 0, ROA >0 e RC < 0: il problema reddituale dell impresa principalmente collegato alla gestione finanziaria, in quanto gli oneri assorbono completamente il reddito derivante dagli investimenti caratteristici e patrimoniali. In altre parole, non c congruen a tra gli investimenti e i finan iamenti.

d. RC < 0, RAI > 0 e RN <0: il RC negativo mostra che la situa ione critica connessa all attivit ordinaria dell impresa. Infatti, il reddito ante imposte positivo dimostra che l attivit straordinaria ad aver reso positivo il reddito netto.

e. RC > 0, RAI > 0 e RN < 0: la perdita di esercizio deriva da fenomeni straordinari la situazione non è preoccupante.

f. RAI > 0, RN < 0: le imposte di competenza superano il reddito poiché le imposte, come già detto, si calcolano in base alla base imponibile e non sul reddito ante imposte.

Nello specifico, il costo del venduto è la sommatoria di tutti i costi che l impresa ha sostenuto per ottenere il fatturato. Sostan ialmente, quindi, si sommano agli acquisti i costi di utilizzazione, ossia (1) i consumi delle materie prime o delle merci (variazione rimanenze se le rimanenze aumentano, gli acquisti sono inferiori ai consumi, quindi per ottenere i consumi bisognerà sottrarre la variazione aumentativa agli acquisti e viceversa), (2) il costo del lavoro in senso stretto (salari e stipendi), (3) il tfr, (4) le prestazioni di servizi, (5) gli oneri diversi di gestione

caratteristica, (6) gli ammortamenti (es: per immobili concessi in locazione non sono strumentali) e gli accantonamenti riconducibili all area caratteristica (es: accantonamento per rischi su cambi associato ad un finan iamento posto in essere dall a ienda fa parte della gestione

finanziaria), (7) la svalutazione dei crediti commerciali (perché le svalutazioni dei crediti di finanziamento fanno parte della gestione accessoria), (8) le rettifiche di costi (rimborsi e capitalizzazioni) e (9) gli incrementi per lavori interni (costi che l impresa non ha effettivamente sostenuto nell anno ma che ha sospeso e rinviato al futuro, quando le immobilizzazioni capitalizzate verranno poste in funzione / es: incrementi per costruzioni in economia).

(2) Schema a valore della produzione e valore aggiunto: rispetto allo schema a ricavi e costi del venduto, questo schema perviene diversamente alla determinazione del reddito operativo della gestione caratteristica poiché mette in eviden a il modo in cui questo reddito si formato. In particolare, pone l attenzione su una

configurazione di reddito intermedia, chiamata valore aggiunto. Il valore aggiunto si ottiene facendo la differenza tra valore della produzione ed i costi esterni.

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Nello specifico, per quanto riguarda il valore della produzione, lo identifichiamo con la valori a ione del volume dell attivit svolta dall impresa indipendentemente dalla sua destina ione (infatti le differenti destina ioni rendono l aggregato eterogeneo). È, infatti, costituito dai ricavi netti (valorizzati tramite il prezzo la destinazione

legata al mercato con il quale l impresa effettua scambi, i clienti), le variazioni delle rimanenze, sia dei prodotti finiti, sia dei prodotti in corso di lavorazione (valorizzati, in entrambi i casi, al costo di produzione la destinazione è legata al magazzino) e le variazioni delle risorse

impiegate per la produzione di fattori di utilizzo futuro (lavori interni, valorizzati al costo di produzione la destinazione è legata alle risorse interne che verranno utilizzate solo quando ultimate). In sintesi, nel valore della produ ione, si registrano l andamento dell impresa sul mercato e l andamento delle politiche delle scorte che l a ienda adotta.

Il valore della produzione viene confrontato con i costi esterni, ossia costi relativi a beni e servi i che provengono dall ambiente esterno e che non sono riconducibili ad elementi che fanno parte della struttura aziendale.

In altre parole, sono i costi relativi all acquisto di beni (+/- la variazione delle rimanenze delle materie prime), di servizi e di fattori esterni.

Dal confronto tra il valore della produzione e i costi esterni, si ottiene il valore aggiunto. Quest ultimo mette in eviden a il valore che l impresa, gra ie alla propria struttura (fattori interni), riesce ad aggiungere a quello delle risorse ottenute dall esterno/ai costi esterni.

Il valore aggiunto, poi, viene assorbito dai costi interni dall impresa, ossia i costi relativi al personale e agli ammortamenti dei fattori a fecondità ripetuta. Nello specifico, al valore aggiunto va sottratto il costo del lavoro, ottenendo così il margine operativo lordo. Quest ultimo molto importante poich tutto ci che lo compone (tranne il tfr) determina variazioni del capitale circolante netto e, di conseguenza, se il margine è positivo, si può dedurre che la gestione caratteristica abbia prodotto capitale circolante netto, ossia risorse finanziarie e viceversa.

Al margine operativo lordo, vanno sottratti gli ammortamenti e gli accantonamenti (costi non monetari che si riferiscono alla struttura aziendale), ottenendo il reddito operativo della gestione caratteristica.

Questo schema spiega come il valore aggiunto venga, poi, distribuito tra tutti i possibili destinatari di esso, ossia il personale (costo del lavoro), l impresa stessa (come reintegro del capitale investito, sotto forma di ammortamenti), coloro che hanno conferito capitale di credito (banche e creditori, tramite oneri finanziari) e lo Stato (tramite le imposte).

Il reddito netto rappresenta la porzione di valore aggiunto che residua, potenzialmente distribuibile ancora ai portatori del capitale di rischio, tramite i dividendi (soci).

Possiamo dire che entrambi gli schemi forniscono informa ioni importanti all analista. La differenza è che il primo pone più attenzione al mercato mentre il secondo pone attenzione alla produzione.

Nella prassi, le aziende utilizzano anche indicatori alternativi di performance, che derivano sempre dal Conto Economico, ma che esprimono meglio alcuni aspetti della loro performance o che possono ingannare la percezione di chi legge il bilancio (la performance sembra migliore agli occhi di chi valuta l a ienda).

Tra questi indicatori alternativi, ci sono, per esempio l EBA (earnings before amorti ation) o l EBDA (earnings before depreciation and amortization) o EBT (earnings before taxes).

Riclassificazione dello Stato Patrimoniale

Sostanzialmente, la riclassifica ione dello Stato Patrimoniale ha l obiettivo di comprendere meglio la

composi ione delle strutture patrimoniale e finan iaria dell a ienda, il valore delle fonti e degli impieghi e le politiche di investimento/finanziamento. Gli schemi che vengono utilizzati per la riclassificazione dello Stato Patrimoniale sono:

(1) Schema secondo il criterio finanziario: la prospettiva alla base di questo schema è quella della trasformazione dei valori dello stato patrimoniale in

liquidit (risponde alla domanda quando si trasformeranno in liquidit questi valori? ). Lo schema, quindi, ha il suo focus nella scaden a dell investimento e del finan iamento (es: in quanto tempo si incasserà il credito/si pagherà il debito).

L analisi avviene riaccorpando le varie classi di valore (le voci di bilancio) secondo la loro scaden a. Nello specifico, l attivo viene diviso in attivo a breve (investimenti che sono destinati a trasformarsi in liquidità/a estinguersi nei prossimi 12 mesi) e attivo fisso netto (investimenti che sono destinati a perdurare in azienda per periodi superiori ad un esercizio, a 12 mesi). Il passivo, invece, è diviso in passivo a breve (finanziamenti che genereranno usciti nei prossimi 12 mesi), passivo a medio-lungo termine

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