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ANNO 3 NUMERO 20 SICÀR EDITORIALE SOMMARIO MARZO 2007

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Academic year: 2022

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SICÀR

Città della Samaria, luogo dell’incontro e del dialogo tra Gesù e la Samaritana. Un incontro che supera

le barriere e che permette allo spirito

di dissetarsi.

EDITORIALE

SOMMARIO

Sotto i riflettori Riscopriamoci Cristiani

2

Accadde Domani Un invito x te W il Carnevale

3

Primavera dello

Spirito 4

Frammenti di

vita 5

Scelti per voi Pensa

Ti regalerò una rosa

6

Tutti a tavola! 7

Un po’ di

relax 7

Redazione e

contatti 8

Questo numero del nostro giornale cade in piena Quaresima, e noi che cerchiamo di vivere attivamente la vita della nostra comunità non possiamo non evidenziare questo, dato che il cammino quaresimale chiama ogni cristiano innanzitutto ad interrogarsi sulla direzione in cui sta andando la sua vita, e poi a cercare, attraverso la preghiera, la lettura della Parola, la riflessione, un cambiamento,un rinnovamento. La Quaresima si lega al periodo primaverile, e come la natura, intorno a noi, giorno dopo giorno, sembra rinnovarsi, così dobbiamo provare a fare noi nel nostro cuore, per prepararci alla Pasqua, il passaggio, il nuovo, la luce.

Quest’anno alla città intera viene offerto un momento di riflessione, tutti i mercoledì

L’ANGOLO DELL’AGIOGRAFO S.GIOVANNIDIDIO 8MARZO memoria facoltativa La vita di Giovanni Ciudad, noto con il nome di Giovanni di Dio, fu ricca di avvenimenti. Nato nel 1495 a Evara, in Portogallo, lasciò la famiglia ad otto anni per andare in Spagna a fare il pastore, quindi il mercenario nell’esercito imperiale nelle cui fila combatté per qualche anno. Ritornato in patria, si trasferì in Africa e poi ritornò in Portogallo dove, il 20 gennaio 1527, assistette alla predica di san Giovanni d’Avila e si consacrò a Dio.

La sua conversione fu talmente clamorosa e spettacolare che il santo venne rinchiuso in un manicomio e trattato con crudeltà. Questa esperienza lo segnò profondamente e, una volta dimesso, dedicò il resto della sua esistenza alla cura e all’assistenza degli ammalati. Il suo ordine ospedaliero è conosciuto con il nome di Fatebenefratelli. C’è anche da dire che nella loro professione religiosa, i medesimi proferiscono un quarto voto oltre a quelli “classici” di povertà, castità e obbedienza che è quello proprio dell’accoglienza. RINO D’ANDREA

in duomo alle 20, con la “Lectio divina” del cardinale Sepe, che ancora una volta si rivolge alla gente, si avvicina ad essa per comunicare un messaggio di speranza e di positività; su questa catechesi abbiamo un articolo della nostra Virginia, che ha vissuto in prima persona l’esperienza.

Anche la nostra comunità parrocchiale però si muove in questo periodo, con la “lectio divina” attraverso le icone, tutti i martedì a San Giovanni a Carbonara alle 20, organizzata da Suor Cristina e a cui invitiamo tutti i giovani, per provare un’esperienza nuova e particolare, come la stessa suora ci spiega all’interno del giornale. Per il resto, non voglio fare altre anticipazioni: lascio a voi lettori il piacere della scoperta.

ELOISA CROCCO

Quaresima:

quaranta giorni per rinnovarci nella fede

e introdurci a una vita di libertà e di gioia.

Signore, fa’ che io ritrovi

in questo tempo il senso del perdono

e della fiducia.

Risveglia in me il coraggio di abbandonare le paure, le resistenze, gli idoli;

il coraggio di ripartire verso il deserto.

La forza del tuo spirito mi aiuti a riscoprire

il cammino che porta alla sorgente

del tuo amore.

Anonimo francese

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SOTTO I RIFLETTORI SOTTO I RIFLETTORI SOTTO I RIFLETTORI SOTTO I RIFLETTORI

Molte volte mi sono soffermata a riflettere sull’essere cristiani nel nostro mondo, dove vige ancora la legge del più forte, dove la logica della sopraffazione regna sovrana, dove essere cristiano significa quasi essere “fesso”, dove vivere nella legalità, essere coerenti, avere ancora ideali di pace e rispetto, convinzioni morali salde fa parte di un comportamento trasgressivo, contro corrente.

Molte volte mi sono fermata a pensare a quegli uomini che credono in un Dio diverso e che fanno dei principi religiosi le leggi dello Stato: estremisti, fanatici, integralisti. Forse. E noi? Ci professiamo cristiani, perché Dio ci rende suoi figli con il battesimo, ma improvvisamente quando si tratta di

La Chiesa ci attende in questo periodo di Quaresima appena cominciato e ci

dà una nuova possibilità, un’opportunità per riflettere sulla nostra vita e rafforzare il nostro impegno cristiano. È un momento per incontrare Dio nostro Padre e riconciliarci con Lui. Quest’anno l’esempio è arrivato dall’alto, dall’arcivescovo Crescenzio Sepe.

Fin dal principio del suo mandato è sceso in piazza, per stare con la sua gente, vedere da vicino i luoghi della violenza, toccare con mano le ferite lasciate ogni giorno da chi fa del sopruso l’unica ragione di vita. Una missione, una scelta di vita, un esempio: presenza forte sul territorio e gesti simbolici accompagnano l’operato del cardinale Sepe. Dall’asta di beneficenza alla veglia di preghiera contro la violenza, dalla giornata della vita all’appello ai giovani a lasciar cadere dalle mani i coltelli, segno di contraddizione e violenza. Un’idea, la Lectio Divina in cattedrale, per un incontro privilegiato con la sua diocesi, fatta non solo da sacerdoti e suore ma soprattutto da gente, uomini e donne, anziani e giovani, che ancora sperano, che ancora sognano e che ancora lottano per una Napoli migliore.

In questo tempo forte in preparazione alla Pasqua si rende necessario intensificare l’incontro con Dio e la sua Parola, affinché anche di noi, cristiani del terzo millennio, si possa dire “erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nell’unione fraterna”. La Lectio si articola in cinque momenti (lectio, meditatio, comtemplatio, oratio, actio) che si susseguono in un clima di silenzio e serenità. Il cardinale si sofferma su alcuni passi dell’Antico Testamento per scoprirne l’attualità di temi come il rispetto per il creato, l’eguale dignità di uomo e donna come sue creature unite nella diversità, l’idea dell’uomo come custode umile del Creato e non seminatore di violenza e dominio sui fratelli, il

monito ad essere umili (humiles), parola che ha in latino la stessa radice di terra (humus), proprio a ricordarci le nostre radici di creature di Dio. Tra le mani una preghiera di Papa Benedetto XVI:

“La fede non è morta del tutto, il sole non è del tutto tramontato.

Quante volte sembra che tu stia dormendo. Come è facile che noi uomini ci allontaniamo e diciamo a noi stessi: Dio è morto. Fà che nell’ora dell’oscurità riconosciamo che tu comunque sei lì. Non lasciarci soli quando tendiamo a perderci d’animo. Aiutaci a non lasciarti solo”.

Non lasciamo solo Dio nostro Padre, ci ha donato suo Figlio per riscattarci dal peccato e allontanarci dalle tenebre. Accogliamo l’invito del cardinale Sepe che offre spunti per la riflessione e il cambiamento personale durante i mercoledì di Quaresima alle ore 20 in Cattedrale. E se vogliamo sostare davanti a Gesù, fratello e amico, vi invito a raccoglierci tutti i giovedì alle 18:30 nella parrocchia dei SS. Apostoli:

un’ora del nostro tempo dedicata al Signore per pregare e incontrarlo. Cogliamo l’occasione di avvicinarci a Dio, partiamo da Lui per ritornare a noi, umili creature che tendono le mani verso il suo abbraccio misericordioso e benevolo, affinché possiamo arrivare alla Pasqua con la consapevolezza che non è importante preoccuparsi di fare ma piuttosto occuparsi di essere.

VIRGINIA BRANCATO

Riscopriamoci cristiani Riscopriamoci cristiani Riscopriamoci cristiani Riscopriamoci cristiani

scendere in campo, di mostrare al mondo la nostra cristianità, il nostro senso di appartenenza, siamo bravi a nasconderci dietro a parole… siamo bravi a lamentarci di una società poco meritocratica, illegale, poco attenta alle

esigenze dei più deboli… ma noi, Cristiani, dove siamo? Quanti veramente vivono una vita secondo i principi del Vangelo, unico vero codice di comportamento?

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ACCADDE DOMANI ACCADDE DOMANI ACCADDE DOMANI ACCADDE DOMANI

Sei giovane… un ragazzo tutto “sprint” che ama andare controcorrente e non ha paura di guardarsi dentro? Benissimo! Questo è l’articolo che fa per te!!!

UN INVITO X TE!

Lectio divina… attraverso le Icone

per incontrare la Bellezza che ha solo un nome:

Cristo! Dice S. Giovanni Damasceno: “Dio si è incarnato e nella sua carne è stato visto sulla

terra… ha preso la natura, la consistenza, la figura e il colore della carne, allora noi non sbagliamo nel fare la sua immagine, noi desideriamo vedere la sua figura, anche se ora lo vediamo come in uno specchio e in enigma”.

Attratti dalla Bellezza, allora, l’Icona, immagine pregata per pregare e accogliere la Buona Novella della Pasqua, può essere di grande aiuto per percorrere senza stancarsi quel cammino di fede verso la conversione personale che dona pace e voglia d’amore.

A te, giovane, spetta una risposta: se vuoi puoi cogliere questa occasione!

Tutti stiamo aspettando te: NON MANCARE!!!

Suor Cristina

W IL CARNEVALE

Sono stati i ragazzi del catechismo a chiederci di organizzare una festa di carnevale, e ricevuta l'approvazione di Padre Ciro ci siamo messi all'opera.

Tutti i

locali dove facciamo il catechismo si sono

trasformati in sale per feste addobbate con festoni, maschere e stelle filanti. Anche noi catechiste per l'occasione ci siamo vestite:

Stefania da pittrice, io e Rosaria da infermiere di sala operatoria, mentre Francesca ha sfoggiato la sua bella divisa da poliziotta. Quando sono arrivati i ragazzi, sono rimasti meravigliati nel vederci e qualcuno una risatina sotto i baffi se l'è fatta.

Indossavano tutti maschere delle più disparate:

principesse, poliziotti, mostri, infermiere, zorro etc.

La festa è iniziata con giochi vari ed è stata allietata dalla presenza della bravissima Sara Rotondo che con i suoi balli ha mandato tutti in estasi. Nell'occasione abbiamo scoperto che Renato (uno dei ragazzi) è un abile ballerino. A tutti sono stati distribuite stelle filanti e trombette facendoli scatenare in una vorticosa gara di lanci e suoni. Arrivato il momento del buffet la loro attenzione si è spostata sulle varie leccornie presenti: sanguinaccio, chiacchiere, biscotti, patatine, pop-corn, coca-cola etc., scatenando una vera gara all'ultimo dolcino e alla fine tutti stanchi, ma felici e sazi sono ritornati alle loro case. Noi catechiste rimaste sole, felici e soddisfatte della riuscita della festa e guardando le sale che sembravano un vero campo di battaglia ci siamo trasformate in quattro piccole Cenerentole che stanche ma felici rassettavano...

pensando già al prossimo ballo.

PASQUALINA COTENA Ciao, sono suor Cristina. Forse, tu ancora

non lo sai, ma c’è un invito che è rivolto proprio a te:

ti aspettiamo ogni martedì sera alle ore 20.00 presso la comunità “San Giovanni a Carbonara” per una lectio divina attraverso le Icone. Come mai questa proposta? Parole, rumori… ci distolgono quotidianamente da quello che in questo periodo quaresimale siamo chiamati a celebrare: un ritorno sulla strada del

Padre, che è la nostra strada pensata da sempre per noi e che domanda incessantemente un cammino interiore. Avvolti, troppo spesso, da una mentalità fortemente razionale che domanda sempre il perché di ogni cosa, siamo diventati incapaci di accogliente silenzio per un vero ascolto interiore. L’Icona, dunque, diventa per noi via silenziosa

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P P P

P RIMAVERA DELLO SPIRI RIMAVERA DELLO SPIRITO RIMAVERA DELLO SPIRI RIMAVERA DELLO SPIRI TO TO TO

Il Vangelo di oggi ci presenta una delle parabole più belle e suggestive, quella dove maggiormente Gesù ci svela il cuore di Dio Padre. Dio non guarda affatto con indifferenza l’uomo che con volontà ostinata e suicida si scava, con le proprie mani, la fossa dell’infelicità e della morte; Egli, anzi, ne sollecita con ardore il ravvedimento, proprio perché gli appartiene e non lo vuole perdere: “Dio vuole l’uomo felice”. Gesù ci mostra il meglio della rivelazione, in quanto svela chiaramente il meraviglioso segreto che comanda i rapporti di DIO con gli uomini, cioè l’Amore! Nel contesto della parabola prendono particolare luce la preghiera del Padre Nostro e tutte le altre affermazioni, pure bellissime, fatte in altre occasioni da Gesù sulla paternità divina. Ma il suo tratto più commovente, illustrato intenzionalmente da Cristo con la parabola, è quello riferito all’uomo che si distacca da Dio e l’abbandona, ferendolo proprio nel più intimo della sua tenerezza.

L’uomo abbandona Dio, ma Dio, invece, ricerca ansiosamente l’uomo e, quando lo riconquista, fa grande festa. Anche la seconda lettura mette in evidenza l’amore misericordioso di Dio per i peccatori, un Dio che nella sua paternità infinita,

dona il Cristo Gesù perché, col suo sacrificio, diventi il tramite della “riconciliazione” per tutto il genere umano. Questo ministero di riconciliazione di Gesù, per mezzo dei sacerdoti, col sacramento della confessione-conversione, viene esteso alla Chiesa che, prolungamento di Cristo, fa continuamente questa opera di ricongiunzione del peccatore con Dio!

Alla luce di quanto detto fino ad ora, si può ancora meglio comprendere la bellezza, l’altezza, la forza della celebrazione eucaristica. Nell’introduzione al rito della penitenza n.2 così si recita: <<Nel sacrificio della Messa viene ripresentata la passione di Cristo:

il suo corpo dato per noi e il suo sangue per noi sparso in remissione dei peccati, nuovamente vengono offerti dalla Chiesa a Dio per la salvezza del mondo intero come “sacrificio di riconciliazione” e perché il suo Santo Spirito ci riunisca in un solo corpo…>>. I nostri fratelli ebrei celebrano la Pasqua all’inizio e alla fine del loro pellegrinaggio nel deserto. Anche per noi c’è all’inizio e alla fine una

“Pasqua”. La prima Pasqua del cristiano è l’EUCARESTIA, l’ultima Pasqua è il banchetto raffigurato dall’Eucarestia, cioè quello eterno.

EDUARDO, diacono

Si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano:«Costui riceve i peccatori e mangia con loro». Allora egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio.

Trattami come uno dei tuoi garzoni.

Partì e si incamminò verso suo padre.

Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse:

Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Ma il padre disse ai servi:

Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. Il servo gli rispose: E' tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso. Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato» Lc 15,1-3. 11-32

PADRE MISERICORDIOSO

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FRAMMENTI DI VITA FRAMMENTI DI VITA FRAMMENTI DI VITA FRAMMENTI DI VITA

Mi sono più volte chiesta quale sia, in fondo, il vero ruolo del catechista: se sia necessario, semplicemente, dare ai bambini delle nozioni della vita di Gesù Cristo, o se si debba andare oltre, cercando di toccare le loro piccole coscienze.

La risposta mi è stata sempre chiara: non volevo che i “miei” bambini mi ritenessero una sorta di cantastorie, volevo essere di più. Volevo creare tra di noi un legame vero e sincero, di dialogo, di crescita comune.

Fare di quell’ora a settimana una piccola scuola di vita, che funzionasse attraverso gli occhi di Cristo: questo era il mio vero obiettivo.

Una volta chiariti i miei dubbi, spontanee gratificazioni si sono susseguite in maniera naturale. Capire di essere diventata per quei bambini un punto di riferimento comunque importante, un punto funzionale alla metamorfosi delle loro perplessità mistiche, produce un senso di appagamento molto forte, che ti arricchisce e ti rende consapevole di aver contribuito, insieme al contesto di famiglia e scuola, al loro lungo cammino verso la maturità cristiana. Un cammino tante volte pieno di difficoltà e di distrazioni, un cammino tortuoso, che, con la forza che solo il Signore sa dare, spero, ancora per molto, di rendere il più agevole possibile.

SILVANA PORZIO

CHI E’ IL CATECHISTA?

PUNTO DI RIFERIMENTO LUNGO IL CAMMINO

E’ sera inoltrata e sono davanti ad una tazza di the fumante per combattere la stanchezza di una giornata intensa e il freddo della notte che sta per arrivare e mi pongo una domanda…

Alcuni giorni fa mi è stato chiesto, dalla redazione del nostro giornalino parrocchiale, un articolo che delineasse il profilo del catechista. Ho pensato che tale richiesta, inserita nel tempo quaresimale,

Egli deve sforzarsi ogni giorno di orientare le negli avvenimenti umani. Il catechista deve sentirsi pienamente e interamente coinvolto nell’ arte della comunità parrocchiale e nei momenti di preghiera comunitaria come momenti privilegiati di dialogo con Lui. Deve riconoscere, nei momenti di riflessione personale e nei colloqui spirituali le

proprie mancanze e debolezze ma anche il bisogno della misericordia di Dio. Il catechista deve sentire il desiderio continuo di conoscere Gesù, di averlo come compagno di viaggio e per questo affidarsi al sostegno spirituale del parroco e divenire la sua voce che raggiunge ogni gruppo di catechizzandi. Sono catechista da tanti anni e mi sforzo ogni giorno. “Parla Signore che il tuo servo ti ascolta” ma riconosco che non ho ancora imparato a vedere sempre nel ragazzo un fratello da servire, ad avere la pazienza di aspettare i suoi tempi di crescita, a saper attendere e rispettare l’azione dello Spirito Santo che agisce al di là delle mie povere parole. Spesso prevale lo sconforto, la sfiducia, la stanchezza, l’inadeguatezza ma, all’improvviso, ritorna il sereno e la consapevolezza di essere chiamata e mi ricordo che… come l’acqua delle piogge scende dal cielo sotto un’ unica forma e produce effetti molteplici, così… lo Spirito Santo, pur essendo unico, semplice e indivisibile, a ciascuno distribuisce la Grazia come vuole.

RITA VITIELLO potesse essere un ulteriore occasione di

riflessione interiore e quindi di conversione e rinnovamento. Ma chi è il catechista? E’

una domanda la cui risposta dovrebbe essere pronta e simultanea, eppure mi ritrovo impreparata , dubbiosa, forse anche un po’ spaventata. Il catechista è un cristiano che risponde alla sua vocazione in maniera personale, direi unica, portando la propria storia come contributo al piano di salvezza. Ma ecco che subito sorgono i dubbi. Non bastano le “nozioni”, sia pure trasmesse in una forma didattica perfetta,

per indirizzare i bambini, gli adolescenti o i giovani a te affidati, farli progredire verso il bene. Ciò che qualifica il catechista è la sua capacità di testimoniare, realizzare, nella sua vita di tutti i giorni, quel messaggio d’amore che porta agli altri. Il catechista dovrebbe portare, ad ogni incontro, la sua vita come un libro aperto e comprensibile a tutti e far leggere la sua esperienza religiosa come fonte di luce e certezza.

Quindi il catechista deve testimoniare con la sua arte la gioia di annunciare non parole ma la persona Gesù. Deve saper ascoltare la voce del Signore ed essere disponibile a dedicargli del tempo.

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MARZO 2007

SCELTI PER VOI SCELTI PER VOI SCELTI PER VOI SCELTI PER VOI

PENSA!!!

…Ci sono stati uomini che passo dopo passo

Hanno lasciato un segno con coraggio e con impegno E' nostra... la libertà di dire Che gli occhi sono fatti per guardare

La bocca per parlare le orecchie ascoltano...

Idee di uguaglianza idee di educazione Contro ogni uomo che eserciti oppressione Contro ogni suo simile contro chi è più debole Contro chi sotterra la coscienza nel cemento Ma nessuno potrà fermare mai la convinzione Che la giustizia no... non è solo un'illusione Pensa prima di sparare

Pensa prima di dire e di giudicare prova a pensare Pensa che puoi decidere tu

Il male nel mondo esiste ed ha innumerevoli facce.

Cammina al nostro fianco, talvolta attraversa le nostre esistenze, lasciandoci impassibili o scuotendoci. In questo grigio susseguirsi di eventi, fanno luce uomini che non per gloria personale, ma per amore degli altri non hanno avuto paura di morire anche quando tutto intorno era bruciato, anche quando sono rimasti soli perché forti della consapevolezza che gli uomini passano ma ciò che resta è il coraggio di battersi per la giustizia.

Dipende da che punto di vista ci si rapporta alla propria vita. Se si ha l’idea di possesso di essa, allora nasce in noi la paura di perderla e si resta attaccati ad essa in modo egoistico. Se si guarda alla vita come dono di Dio, con coraggio e con impegno la si mette a servizio degli altri, senza temere di essere vittima dell’oppressione ma vincitori anche attraverso la morte. La canzone che ha vinto la sezione Giovani a Sanremo 2007 non è solo un appello contro la criminalità organizzata, ma è un monito ad essere liberi di denunciare parlando ad alta voce! La prospettiva poi si sposta dalla parte di chi è strumento del male, per una scelta di convenienza o perché costretto da una società che non garantisce una vita dignitosa. Un appello a fermarsi a riflettere, a riconoscersi capaci di pensare in autonomia, un appello a non sparare. Un appello a ciascuno che si trova dalla parte di chi giudica e condanna. Un appello a pensare prima di lanciare sentenze impulsive ma a contare fino a 10, perché si sa che la parola può essere più tagliente di una lama affilata.

VIRGINIA BRANCATO

POTERTI AMARE…

Per Simone Cristicchi, vincitore del Festival di San Remo 2007, sembrano lontani i tempi di Vorrei cantare come Biagio Antonacci, il singolo che lo ha reso famoso. O forse no? Già…

perché tutte le canzoni di Cristicchi sembrano leggere e orecchiabili ma, in realtà, hanno sempre un contenuto profondo e un messaggio mirato e, come nella sua canzone d’esordio Simone si divertiva a lanciare accuse pungenti ma raffinate all’industria discografica, così in Ti regalerò una rosa ha scelto di portare sotto i riflettori dell’Ariston il dramma della malattia mentale. E di malattia mentale Cristicchi se ne intende perché, come obiettore di coscienza, al posto della leva ha svolto il servizio civile nel Centro di Igiene Mentale di Roma e da allora continua ad interessarsi ai problemi dei suoi

“amici”. Non solo parole, dunque, nella sua canzone, ma concreto impegno a favore di una categoria di persone considerate “spazzatura” dalla “società dei sani”. Un matto è “come un pianoforte con un tasto rotto”, “un punto di domanda senza frase”, “un accordo dissonante”…, canta Cristicchi, e nell’ascoltare la sua melodia serrata, quasi parlata, non si può non provare una certa inquietudine nella coscienza per le storie quotidiane di queste persone.

Dei malati di mente, infatti, si parla poco e sempre sottovoce, perché questo tipo di malattia fa paura e manda in frantumi tutte le nostre sicurezze; scardina la logica delle cose che conosciamo e comprendiamo e ci costringe a guardare nel vuoto… o meglio, nell’oltre.

Le persone con problemi mentali sono “persone” a tutti gli effetti, esseri umani, non “pupazzi”, involucri senz’anima e senza sentimenti. E qui ci attende Cristicchi, qui vuole portarci… e nel ritornello della sua canzone ci propone più volte la “cura” che lui ha trovato vincente per queste persone, che non sono certo, come lui provocatoriamente afferma, “apostoli di un Dio che non li vuole”.

No, i matti sono amati in modo specialissimo da Dio, siamo noi, purtroppo, che non li vogliamo. Preferiremmo non vederli, non parlarne, non essere costretti a pensarci… ma loro sono lì e sono testimoni incompresi dell’amore.

In fondo, “matti siamo” anche “noi quando nessuno ci capisce”, quando reclamiamo amore, attenzione, comprensione… e ad ognuno di noi, matto o meno, Cristicchi canta “Ti regalerò una rosa… per poterti amare”. Questa è la cura per tutti: l’AMORE.

SR SILVIA MATTOLINI, fps

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INGREDIENTI (6 persone): 700 g di cozze, 300 g di riso, 1 cipolla, 300 g di pomodorini, 5 patate, 1 spicchio di aglio, 1 ciuffo di prezzemolo, 1 gambo di sedano, Olio d'oliva, Sale, Pepe

PREPARAZIONE: Lavate le cozze strofinando i gusci fra loro sotto l'acqua corrente, poi togliete le barbe e con un coltellino aprite le valve eliminando quelle senza mollusco.

Sbucciate la cipolla e formate un trito unitamente al

prezzemolo all’aglio e al sedano.

Ungete d'olio una teglia (tiella) a bordi alti del diametro di 26 cm, coprite il fondo insaporendo con il trito di prezzemolo, aglio e cipolla , spargetevi sopra la metà dei

pomodorini a tocchetti, e pepate.

Distribuite sui pomodorini la metà delle patate (crude) sbucciate e affettate ( non molto sottili), adagiatevi sopra le cozze (precedentemente aperte e lasciate crude)

TUTTI A TAVOLA!!! TUTTI A TAVOLA!!! TUTTI A TAVOLA!!! TUTTI A TAVOLA!!!

a cura di STEFANIA DESIDERIO

UN PO’ DI RELAX UN PO’ DI RELAX UN PO’ DI RELAX UN PO’ DI RELAX

appoggiandole dal lato del guscio, coprite con il riso crudo, e insaporite ancora con il trito di prezzemolo, sedano, cipolla e aglio rimasto. Sopra il tutto disponete i pomodori a tocchetti e le patate affettate avanzate.

Regolate il sale (ricordate che ci sono le cozze),spolverizzate con una macinata di pepe, condite con olio e i pomodorini

rimasti, coprite il tutto con acqua. Cuocete in forno preriscaldato a 180 gradi per 40 minuti circa. Prelevate la teglia dal forno e accertatevi che il riso sia cotto al dente, in caso contrario proseguite la cottura in forno per il tempo necessario, eventualmente ammorbidendolo con qualche cucchiaio d'acqua. Potete anche prendere la patata come punto di riferimento per la cottura.

Se non riuscite ad aprire le cozze a crudo, provate a farlo sul fuoco per pochissimi minuti, mantenendo metà della valva con il mollusco per la preparazione.

FRANCESCA ARMENTI

Minicruciverba con coriandoli

TIELLA PATATE RISO E COZZE

L B I V I O E O B L M A U A C S O T A A A X V A N U N A U P R M I I M N A C M A I O U M T A D N I R A R N S A A A O L A N O L I I D S C V N G N P S T C R U A Z E R E A I S A A B A L L E B T N E I U I A T E V L E V N N G T M E N E G U Z Z I A O P M E T O H N O N N

CRUCIPUZZLE CANORO

CHIAVE (7): Si canta la Notte di Pasqua

SANREMO 2007:

Ama Baroni Baù Bella Bivio Concato Grè Guardami La paranza La vita subito Luna in piena

Mariangela Meneguzzi Milva Moro Musica Nada Ninna nanna Non ho tempo Rossi

Tosca Velvet

1 2 3 4 5 6

Sistemare nel diagramma sei parole secondo le definizioni e riportare per ciascuna parola la 1^ e l’ultima lettera

rispettivamente nelle due colonne grigie. Le lettere delle due colonne evidenziate daranno la ricorrenza del 19 Marzo.

DEFINIZIONI: 1. Bruno, arcivescovo di Chieti-Vasto - 2. Distribuisce energia elettrica - 3. Un negozio a Londra - 4.

Copricapo papale - 5. Consente di viaggiare gratis - 6. Una ministrante di S. Giovanni a Carbonara.

L’INCOLONNAMENTO

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- Chiesa SS. Apostoli Largo SS. Apostoli,9

Indirizzo e-mail:

redazionesicar@virgilio.it - Chiesa S. Giovanni a

Carbonara

Via S. Giovanni a Carbonara, 5

Sedi della redazione:

Virginia Brancato

Eloisa Crocco

Salvatore D’Andrea

Stefania Desiderio

Caporedattore

Marco Maraniello

Webmaster

Grafica e impaginazione

Lucio Vitiello

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