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Andare in bici: 5 regole per i ciclisti

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Andare in bici: 5 regole per i ciclisti

Autore: Mariano Acquaviva | 11/10/2020

Velocipedi: quali sono le norme fondamentali da rispettare in strada?

Segnaletica, pista ciclabile, regole di condotta, equipaggiamento e parcheggio.

Comoda, leggera, veloce ed ecologica: la bicicletta è un veicolo che mette

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d’accordo praticamente tutti. Si inizia per necessità (brevi spostamenti in città) e poi si prosegue imperterriti per passione: per molti comincia così la storia d’amore con la propria bicicletta, la quale finisce per diventare compagna inseparabile di tanti viaggi. Con questo articolo vedremo quali sono le 5 regole fondamentali per i ciclisti, ovviamente alla luce di ciò che dice la legge.

Si tratta di indicazioni che possono essere molto utili per tutti coloro che si spostano con la bicicletta, anche se non si tratta di ciclisti in senso stretto, cioè di persone che praticano con assiduità questo sport. Le regole per i ciclisti si desumono principalmente dal codice della strada: devi infatti sapere che la bicicletta è un veicolo come gli altri e, pertanto, deve rispettare le regole contenute in questo codice. Se sei un appassionato della bicicletta o semplicemente un amatore, oppure solamente ti incuriosisce il titolo di questo articolo, prosegui nella lettura: vedremo insieme le 5 regole più importanti da rispettare per andare in bici.

Segnaletica per ciclisti

Come appena detto in chiusura di premessa, i ciclisti devono rispettare la segnaletica esattamente come i conducenti di qualsiasi altro mezzo di trasporto.

A tal proposito, la legge prevede appositi segnali stradali per ciclisti.

Rimandandoti alla lettura dell’articolo dedicato a questo specifico tema, qui è appena il caso di ricordare che, nelle intersezioni, esiste un apposito semaforo per ciclisti.

Per la precisione, il codice della strada dice che le luci dei semafori per velocipedi sono a forma di bicicletta colorata su fondo nero; i colori sono rosso, giallo e verde; il loro significato è identico a quello delle luci utilizzate per le automobili, ma limitatamente ai velocipedi provenienti da una pista ciclabile[1].

In assenza di semafori per velocipedi, i ciclisti sulle intersezioni semaforizzate devono assumere il comportamento dei pedoni. Questo significa che chi si trova in bicicletta dovrà rispettare le stesse norme dettate per chi è a piedi, compreso il rispetto della lanterna semaforica “classica”, cioè quella non dedicata ai velocipedi.

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L’equipaggiamento della bicicletta

Il codice si occupa di disciplinare accuratamente anche l’equipaggiamento della bicicletta, cioè le caratteristiche e i dispositivi che deve possedere.

Secondo il codice della strada, ogni velocipede deve essere munito di un campanello per le segnalazioni acustiche mentre, per quelle visive, le bici devono essere dotate anteriormente di luci bianche o gialle, posteriormente di luci rosse e di catadiottri rossi; inoltre, sui pedali e ai lati devono essere applicati catadiottri gialli [2].

I dispositivi per le segnalazioni visive ed acustiche non si applicano ai velocipedi durante competizioni sportive.

Regole fondamentali di circolazione dei velocipedi

Molto importanti sono le disposizioni riguardanti la circolazione dei velocipedi quando non si ha a disposizione una pista ciclabile.

Il codice della strada afferma che i ciclisti devono procedere su unica fila in tutti i casi in cui le condizioni della circolazione lo richiedano e, comunque, mai affiancati in numero superiore a due; inoltre, quando circolano fuori dai centri abitati devono sempre procedere su unica fila, salvo che uno di essi sia minore di anni dieci e proceda sulla destra dell’altro.

Ai ciclisti è vietato trainare veicoli e farsi a loro volta trainare, salvo specifiche eccezioni; è vietato altresì trasportare altre persone sullo stesso mezzo, a meno che non si tratti di bambino fino a otto anni di età: in questo caso il trasporto può avvenire soltanto posteriormente e sempre in totale sicurezza. I ciclisti, poi, devono condurre il veicolo a mano quando, per le condizioni della circolazione, siano di intralcio o pericolo per i pedoni; in tal caso sono assimilati ai pedoni in tutto e per tutto.

I velocipedi devono comunque transitare sulle piste loro riservate quando esistono, salvo il divieto per particolari categorie di essi. Il ciclista che circola fuori dai centri abitati da mezz’ora dopo il tramonto del sole a mezz’ora prima del suo

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sorgere o che circola nelle gallerie ha l’obbligo di indossare il giubbotto o le bretelle retroriflettenti ad alta visibilità [3].

Da mezz’ora dopo il tramonto, durante tutto il periodo dell’oscurità e di giorno, qualora le condizioni atmosferiche richiedano l’illuminazione, i velocipedi sprovvisti o mancanti degli appositi dispositivi di segnalazione visiva non possono essere utilizzati, ma solamente condotti a mano.

I ciclisti che marcino su strade ordinarie devono evitare improvvisi scarti, ovvero movimenti discontinui, che possono essere di intralcio o pericolo per gli altri veicoli.

Nel caso di attraversamento di carreggiate a traffico particolarmente intenso e, in generale, dove le circostanze lo richiedano, i ciclisti sono tenuti ad attraversare tenendo il veicolo a mano.

In ogni caso, i ciclisti devono segnalare tempestivamente, con il braccio, la manovra di svolta o di fermata che intendono effettuare.

La pista ciclabile

La legge provvede a definire la pista ciclabile e a indicarne gli aspetti fondamentali. Sebbene la pista ciclabile rientri tra i diritti del ciclista, purtroppo in molti Comuni essa è ancora una illustre sconosciuta.

Secondo il codice della strada, la pista ciclabile è quella parte longitudinale della strada, opportunamente delimitata, riservata alla circolazione dei velocipedi [4].

Le piste ciclabili dovrebbero essere progettate in modo da far circolare liberamente e in sicurezza ogni tipo di velocipede e non soltanto la bicicletta standard presente nell’immaginario di tutti. Velocipede è anche un tandem, che chiaramente è più ingombrante ed occupa maggiore spazio.

Per consentirne un utilizzo sicuro anche la sera o la notte, le piste ciclabili dovrebbero avere segnali riflettenti ai bordi, in modo da indicarne il percorso.

Inoltre, i ciclisti dovrebbero essere protetti dall’abbagliamento dei fari delle auto provenienti dal senso opposto: questo problema si pone soprattutto quando la pista è costruita immediatamente a fianco del senso inverso di marcia della carreggiata, oppure quando essa è sfornita di adeguate protezioni visive, come, ad

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esempio, le siepi.

Per la circolazione dei velocipedi sulle piste ciclabili si applicano, ove compatibili, le norme di comportamento relative alla circolazione dei veicoli. Ove le piste ciclabili si interrompano, immettendosi nelle carreggiate a traffico veloce o attraversino le carreggiate stesse, i ciclisti sono tenuti ad effettuare le manovre con la massima cautela evitando improvvisi cambiamenti di direzione.

Inoltre, si badi bene a una regola fondamentale: se è presente una pista ciclabile lungo la strada che si sta percorrendo, è obbligatorio il suo utilizzo, mentre non è obbligatorio l’utilizzo delle ciclopedonali, cioè di quel percorso pedonale in cui è consentito il passaggio delle biciclette.

Bici: dove si parcheggia?

Se si vuole parcheggiare, non si può lasciare la bici ovunque: una bicicletta può essere “messa in sosta” regolarmente solo nelle apposite rastrelliere. È tuttavia tollerato legare la bicicletta a un palo sulla sede stradale.

Essendo un veicolo a tutti gli effetti, la bicicletta non può sostare sul marciapiede.

Note

[1] Art. 41 d. lgs. n. 285/1992 (Codice della strada). [2] Art. 68 Codice della strada. [3] Art. 182 Codice della strada. [4] Art. 3 Codice della strada. Autore

immagine: Depositphotos.com

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