• Non ci sono risultati.

PESCA, PARLAMENTO UE APPROVA STRATEGIA IN ADRIATICO E IONIO

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "PESCA, PARLAMENTO UE APPROVA STRATEGIA IN ADRIATICO E IONIO"

Copied!
40
0
0

Testo completo

(1)

PESCA, PARLAMENTO UE APPROVA PROPOSTA DI MILANA SU STRATEGIA IN ADRIATICO E IONIO

I l P a r l a m e n t o U e a p p r o va con 485 voti favorevoli e 214 contrari la Proposta di risoluzione su una su una strategia per la pesca nel mare Adriatico e nel mar Ionio. La relazione – presentata da Guido Milana che ha voluto precisare prima della votazione in seduta Plenaria che “il rapporto è stato integrato prima che la Croazia entrasse a pieno titolo nell’Unione Europea e che quindi deve essere corretto” – vuole promuovere l’elaborazione di una nuova strategia comunitaria nel campo della pesca e dell’acquacoltura nel bacino dei mari Adriatico e Ionio, al

(2)

fine di dare un contributo sostanziale per lo sviluppo di attività sostenibili con ricadute positive sulle comunità costiere e il loro entroterra.

Il mare Adriatico e il contiguo mar Ionio costituiscono un’area marina importante che interessa sette paesi: tre Stati membri dell’Unione (Italia, Grecia e Slovenia), uno di prossima adesione (Croazia), un paese candidato (Montenegro) e due potenziali paesi candidati (Albania e Bosnia-Erzegovina).

Nonostante tra questi paesi vi siano sempre state interazioni economiche e sociali intense – ora ulteriormente rafforzate dal processo di adesione all’UE – l’area adriatico-ionica è rimasta eterogenea in termini economici, ambientali e culturali.

I paesi limitrofi si trovano oggi a condividere molte risorse, tra cui il patrimonio ittico, e si trovano quindi a dover affrontare diverse sfide direttamente o indirettamente legate allo sviluppo del settore della pesca e dell’acquacoltura, come l’inquinamento del mare, l’erosione costiera, le differenze nello sviluppo economico delle aree costiere, l’aumento dell’urbanizzazione ecc.

Sebbene alcuni paesi adriatici abbiano istituito delle zone s p e c i a l i , u n a considerevole parte del bacino del mare Adriatico continua a essere costituita da a c q u e

i n t e r n a z i o n a l i . L’assenza quindi di

“acque comunitarie” di là dei limiti delle acque territoriali degli Stati membri (cioè fino a un massimo di dodici miglia nautiche) incita a una più forte cooperazione internazionale con i paesi limitrofi, al fine di sviluppare una gestione

(3)

comune delle attività di pesca e garantire uno sfruttamento sostenibile.

Pur essendoci alcuni esempi di cooperazione interregionale di buon livello, i problemi della regione non sono ancora stati affrontati efficacemente. Alcuni modelli di cooperazione interregionale, per i quali la Commissione europea ha già proposto strategie a livello macro-regionale, hanno dimostrato come la promozione di buone pratiche e iniziative possano ripercuotersi in modo positivo assai rapidamente su altre zone, se non addirittura sull’intera regione.

La Commissione europea ha recentemente adottato una comunicazione che propone una strategia marittima per il mare Adriatico e il mar Ionio, di cui la promozione di una pesca sostenibile rappresenta uno dei quattro pilastri strategici.

Riteniamo opportuno attivarsi su questa base al fine di lanciare anche per il bacino adriatico-ionico una strategia comunitaria macro-regionale, che tenga conto, per il settore della pesca e dell’acquacoltura, delle specificità tipiche di questo bacino marino, della sua conformazione geofisica specifica, con fondali relativamente bassi e sabbiosi, delle sue lagune, isole e regioni costiere. Auspichiamo che la Commissione adotti quanto prima il relativo piano d’azione, nonché un regolamento proprio per la gestione delle attività di pesca in questa macro-regione.

(4)

Q u i d i s e g u i t o A G R I C O L AE riporta il testo integrale della proposta

Il Parlamento

– visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE),

– vista la comunicazione della Commissione “Una strategia m a r i t t i m a p e r i l M a r e A d r i a t i c o e i l M a r I o n i o ” (COM(2012)0713),

– visto il regolamento (CE) n. 1967/2006 del Consiglio, del 21 dicembre 2006, relativo alle misure di gestione per lo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nel mar Mediterraneo e recante modifica del regolamento (CEE) n.

2847/93 e che abroga il regolamento (CE) n. 1626/94(1) e successive modifiche (“regolamento sul Mediterraneo”),

– vista la sua risoluzione del 6 febbraio 2012 sulla politica

(5)

comune della pesca(2),

– vista la sua risoluzione del 22 novembre 2012 sulla dimensione esterna della politica comune della pesca(3),

– visti la direttiva 2008/56/CE e l’obbligo degli Stati membri di adottare le misure necessarie per conseguire o mantenere un buono stato ecologico dell’ambiente marino entro il 2020,

– vista la sua risoluzione del 3 luglio 2012 sull’evoluzione delle strategie macroregionali dell’UE: pratiche attuali e prospettive future, in particolare nel Mediterraneo(4),

– vista la sua risoluzione dell’8 marzo 2011 sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo a talune disposizioni per la pesca nella zona coperta dall’accordo CGPM (Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo)(5),

– vista la sua risoluzione del 21 ottobre 2010 sulla politica marittima integrata (PMI) – Valutazione dei progressi realizzati e nuove sfide(6),

– vista la proposta della Commissione concernente una direttiva che istituisce un quadro per la pianificazione dello spazio marittimo e la gestione integrata delle zone costiere (COM(2013)0133 definitivo),

– vista la sua risoluzione del 17 giugno 2010 su un nuovo impulso alla strategia per lo sviluppo sostenibile dell’acquacoltura europea(7),

– vista la direttiva sugli habitat(8),

– vista la dichiarazione dei Ministri europei responsabili per la politica marittima integrata e della Commissione europea, del 7 ottobre 2012, su un’agenda marina e marittima per la crescita e l’occupazione (“Dichiarazione di Limassol”),

– vista la comunicazione della Commissione dal titolo

(6)

“Crescita blu: per una crescita sostenibile dei settori marino e marittimo” (COM(2012)0494),

– viste le risoluzioni del Consiglio europeo del 23-24 giugno 2011,

– vista la Convenzione per la protezione del mar Mediterraneo dai rischi dell’inquinamento ed i suoi protocolli(9),

– vista la comunicazione della Commissione intitolata “EUROPA 2020 – Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva” (COM(2010)2020),

– visto il parere d’iniziativa del Comitato delle regioni, del 12 ottobre 2011, a sostegno dello sviluppo di una nuova macroregione adriatico-ionica(10),

– vista la Dichiarazione di Ancona, adottata il 5 maggio 2010, in occasione del 12° Consiglio ionico,

– vista la convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 10 dicembre 1982 (UNCLOS),

– visto il codice di condotta per una pesca responsabile della FAO, adottato il 31 ottobre 1995,

– vista la Raccomandazione 199 dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) sul lavoro nel settore della pesca,

– visto l’articolo 48 del suo regolamento,

– vista la relazione della commissione per la pesca (A7-0234/2013),

A. considerando che sette paesi hanno uno sbocco sul mare Adriatico o sul mar Ionio(11), tra cui tre Stati membri (Italia, Grecia e Slovenia), un futuro Stato membro dell’Unione (Croazia), un paese candidato (Montenegro) e due potenziali paesi candidati (l’Albania e la Bosnia-Erzegovina);

(7)

B. considerando che la cooperazione transfrontaliera è essenziale al fine di sviluppare una gestione comune delle attività di pesca e garantire uno sfruttamento sostenibile della risorsa ittica;

C. considerando che, sebbene alcuni paesi adriatici abbiano istituito delle zone speciali, una considerevole parte del bacino del mare Adriatico e del mar Ionio continua a essere costituita da acque internazionali;

D. considerando che il Parlamento, nella sua recente risoluzione sull’evoluzione delle strategie macroregionali dell’Unione, ha sottolineato come una strategia macroregionale adriatico-ionica costituisca un fattore significativo degli sforzi di riconciliazione tra i paesi dei Balcani occidentali e possa contribuire all’integrazione di questi paesi nell’Unione, consentendo così di condurre una politica d’insieme per tutto il bacino del Mediterraneo;

E. considerando che gli Stati firmatari della “Dichiarazione di Ancona” hanno chiesto alla Commissione di mettere a punto una strategia macroregionale per la regione adriatico-ionica, seguendo l’esempio delle strategie macroregionali da essa già proposte per il Baltico (2009), per il Danubio (2010) e per l’Oceano Atlantico (2011)(12);

F. considerando che, nella sua risoluzione del 23-24 giugno 2011, il Consiglio europeo ha invitato gli Stati membri “a proseguire i lavori, in cooperazione con la Commissione, sulle eventuali future strategie macroregionali, in particolare per la regione adriatica e ionica”;

G. considerando che, in un suo recente parere, il Comitato delle regioni ha invitato il Parlamento a sostenere la creazione di una strategia dell’Unione per una macroregione adriatico-ionica che tenga conto delle grandi sfide che questo bacino si trova ad affrontare, ed in particolare per i settori della pesca e dell’acquacoltura;

(8)

H. considerando che la pesca è tradizionalmente un settore importante per la maggior parte delle regioni che si affacciano sul mare Adriatico e sul mar Ionio, e che le attività di pesca in quest’area sono attualmente gestite in seno alla Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (CGPM) e alla Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi nell’Atlantico (ICCAT);

I. considerando che la conformazione geofisica, soprattutto nella parte nord, del bacino Adriatico è costituita principalmente da fondali bassi e sabbiosi, che arrivano a raggiungere profondità più elevate solo a molte miglia di distanza dalla costa, mentre la conformazione geofisica del bacino Ionico ha caratteristiche simili a quelle del resto del Mediterraneo, in particolare nelle GSA (sottozone geografiche CGPM) 18 e 19, che raggiungono profondità fino a 2000 metri;

J. considerando che la pesca nel bacino adriatico-ionico è una pesca multi-specifica, caratterizzata da attività che prevedono l’utilizzo di diversi attrezzi, dalla pesca artigianale su piccola scala alla pesca a strascico demersale, e dalla pesca pelagica a mezza altezza alla pesca ricreativa;

K. considerando che l’Adriatico risulta essere un’area molto attiva di endemismo per le specie di pesci, ma che l’aumento dello sforzo di pesca e/o dell’inquinamento ha portato a gravi problemi per gli stock ittici e per il settore della pesca in generale, specialmente sul litorale italiano del mare Adriatico settentrionale;

L. M. considerando inoltre che negli ultimi anni anche il bacino adriatico-ionico ha sperimentato un notevole sviluppo del settore della maricoltura, sebbene si trovi a far fronte a notevoli vincoli ambientali e spaziali, e al fatto che non tutte le zone sono adatte all’installazione di allevamenti offshore e/o compatibili con altre attività;

M. considerando che già esistono alcune valide iniziative di

(9)

cooperazione regionale per la promozione della cooperazione scientifica a supporto della pesca responsabile nel mare Adriatico, come ad esempio ADRIAMED(13);

N. considerando che molti paesi dell’Unione non sono dotati di un piano regolatore specifico – nazionale o regionale – che disciplini gli insediamenti in ambiti costieri e marittimi e definisca in modo trasparente le zone accessibili a insediamenti di acquacoltura, onde evitare conflitti d’interesse facilmente prevedibili con altri settori economici quali il turismo, l’agricoltura o la pesca costiera;

O. considerando il network di aree protette marine e costiere del mare Adriatico (AdriaPAN), un’iniziativa mirata a migliorarne l’efficacia gestionale e la capacità progettuale in partenariato;

P. considerando che lo sviluppo di un approccio integrato alla politica marittima nel mare Adriatico e nel mar Ionio deve essere accompagnato da un processo di dialogo e partenariato con tutti gli Stati costieri, vista la natura transfrontaliera delle attività marine e delle risorse condivise;

Considerazioni generali

1. rileva che, con l’entrata in vigore del trattato di Lisbona, il Parlamento è divenuto colegislatore a pieno titolo per il settore della pesca e dell’acquacoltura ed intende quindi svolgere appieno il proprio ruolo nella definizione

(10)

degli orientamenti in materia di pesca a livello comunitario, come pure a livello regionale e trans-regionale;

2. ritiene che una strategia per il mare Adriatico e il mar Ionio debba fare particolare riferimento alla crescita e allo s v i l u p p o s o s t e n i b i l e d e l s e t t o r e d e l l a p e s c a e dell’acquacoltura, compresa l’occupazione;

3. ritiene che una strategia per il mare Adriatico e il mar Ionio debba mirare a garantire la conservazione e la protezione dell’ambiente;

4. felicita la Commissione per l’adozione della comunicazione del 3 dicembre 2012 quale importante base per l’adozione di un quadro normativo che funga da catalizzatore per una più intensa cooperazione tra i paesi e le regioni che si affacciano sul mare Adriatico e sul mar Ionio a favore di una pesca responsabile ed economicamente sostenibile per le comunità costiere;

5. ritiene, in tale contesto, che la politica marittima integrata (PMI) debba svolgere un ruolo fondamentale nell’elaborazione di una politica strategica a lungo termine nel mare Adriatico e nel mar Ionio, al fine di conseguire una crescita sostenibile del settore marino e marittimo e la conservazione degli ecosistemi marini per le generazioni future;

6. sostiene inoltre che la pianificazione dello spazio marittimo quale processo pubblico per analizzare e pianificare la distribuzione spaziale e temporale delle attività umane nel mare Adriatico e nel mar Ionio – in particolare nell’Adriatico settentrionale – sia fondamentale per il futuro sostenibile del settore della pesca per quanto concerne altre attività correlate;

7. ribadisce il proprio impegno a favore dell’attuazione di una strategia macroregionale per questo importante bacino marittimo, al fine di affrontare le sfide e problematiche

(11)

comuni cui sono confrontati i cittadini delle regioni costiere interessate nonché promuoverne lo sviluppo economico e l’integrazione europea in tale settore;

8 . r i t i e n e c h e i t u t t i i p r o g r a m m i e s t r u m e n t i d i finanziamento dell’UE(14), come pure gli strumenti di assistenza di preadesione (IPA), concernenti le regioni del bacino adriatico-ionico debbano essere compatibili ed utilizzati nella maniera più efficace possibile, per apportare un reale valore aggiunto agli operatori ed alle imprese della filiera pesca presenti sul territorio;

9. esprime la forte convinzione che ogni sforzo a favore di una pesca responsabile e sostenibile all’interno del bacino adriatico-ionico possa fungere da catalizzatore allo sviluppo delle zone costiere e rurali dei paesi interessati e contribuire allo sviluppo di attività produttive integrative, come ad esempio il “pesca-turismo”, svolto da pescatori professionali, che consiste nell’imbarco, su navi da pesca, di persone a scopi turistico-ricreativi o di studio, sempre restando in piena sintonia con i principi di una pesca sostenibile che rispetti pienamente l’ecologia e la biodiversità del bacino stesso;

10. è del parere che la convenzione di Barcellona e il relativo protocollo sulla gestione integrata delle zone costiere, in vigore dal marzo 2011, potrebbero servire da modello per rendere obbligatoria una politica integrata per gli Stati membri che si affacciano sul mare Adriatico e sul mar Ionio;

11. ritiene che le informazioni disponibili riguardo agli stock ittici nel bacino adriatico-ionico, i loro movimenti e la loro distribuzione, come pure sull’attività di pesca ricreativa, non siano soddisfacenti, e invita quindi le autorità e gli istituti di ricerca competenti ad attivarsi prontamente per colmare le lacune esistenti;

(12)

12. invita la Commissione ad adottare ulteriori misure per promuovere i programmi di ricerca concernenti l’ambiente marino e la pesca, nonché a incoraggiare l’utilizzo e la diffusione dei risultati di tale ricerca;

13. ritiene che, in materia commerciale, esempi validi di cooperazione tra organi amministrativi di diverse regioni(15), possano fungere da “best practice” ed essere estesi ad altri c a m p i d i a p p l i c a z i o n e p e r g a r a n t i r e u n a m i g l i o r e tracciabilità, redditività e commercializzazione dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura, e in particolare del prodotto locale;

14. approva la partecipazione di tutti i soggetti interessati allo sviluppo di un settore della pesca sostenibile e produttivo in tale ambito;

15. ritiene che sia imprescindibile, per uno sviluppo sostenibile del settore della pesca e dell’acquacoltura in tutto il bacino adriatico-ionico, nonché per incrementare l’occupazione nelle comunità costiere, valorizzare il lavoro importantissimo delle donne nella filiera pesca, favorirne la qualifica professionale e l’inclusione nei gruppi d’azione costieri e nelle organizzazioni di produttori;

16. invita a fornire incentivi capaci di attrarre i giovani nel settore della pesca e dell’acquacoltura in tale area e di incoraggiarli a intraprendere tali attività;

17. osserva che il Parlamento ha già in passato richiamato l ’ a t t e n z i o n e s u l l a n e c e s s i t à d i u n a l e g i s l a z i o n e sull’acquacoltura più semplice, coerente e trasparente, che elimini gli ostacoli che hanno impedito finora lo sviluppo del pieno potenziale del settore dell’acquacoltura dell’UE, che necessita di normative comunitarie e nazionali chiare e non contraddittorie, nonché “piani urbanistici del mare” ben definiti dagli Stati membri, in linea con le indicazioni recentemente adottate in seno alla CGPM(16);

(13)

1 8 . r i c o r d a c h e u n o s v i l u p p o m i r a t o d e l s e t t o r e dell’acquacoltura potrebbe offrire alle regioni costiere del bacino adriatico-ionico, a forte vocazione turistica estiva, posti di lavoro non soggetti alle fluttuazioni stagionali, e quindi offrire un contributo significativo all’occupazione;

19. sottolinea che l’espansione delle attività di acquacoltura non deve compromettere il conseguimento di un buono stato ecologico di cui alla direttiva 2008/56/CE e deve avvenire nel pieno rispetto di tutta la legislazione pertinente dell’Unione in materia ambientale;

20. ricorda che la protezione degli stock ittici e dell’ambiente marino dall’inquinamento e dalla pesca eccessiva e/o illegale è possibile solo attraverso la creazione di una rete integrata di sistemi di informazione e sorveglianza delle attività marittime, in stretta collaborazione con gli Stati e le regioni costiere interessate;

21. esorta i paesi costieri del bacino adriatico-ionico a cooperare nell’elaborazione di una panoramica globale riguardante le peculiarità geomorfologiche e batimetriche specifiche della zona, la presenza e distribuzione delle varie specie marine e le diverse tecniche di pesca, al fine di ottenere una prospettiva generale che funga da fondamento per una migliore gestione della pesca e contribuisca a rafforzare le attività di pesca nel quadro di qualunque futura strategia macroregionale;

22. esorta quindi la Commissione ad adottare quanto prima, e comunque entro il 2013, il relativo piano d’azione per l’applicazione concreta della strategia marittima su base macro-regionale per il mare Adriatico e il mar Ionio, rilevando come il settore della pesca debba costituire una delle priorità all’interno di questa strategia, tenendo conto delle specifiche conformazioni geofisiche e collegando tale piano d’azione alla politica regionale, alla politica marittima integrata dell’Unione e al meccanismo per collegare

(14)

l’Europa, al fine di ottimizzare l’effetto leva di detto piano;

23. sollecita la Commissione a presentare in tempi ravvicinati una proposta di regolamento che definisca misure tecniche comuni in materia di pesca nel bacino adriatico-ionico, lo sforzo di pesca, i tempi di pesca e gli strumenti ammessi per l’attività di pesca nel bacino adriatico-ionico nonché altre misure di gestione pertinenti;

24. si rammarica che gli Stati membri non siano ricorsi maggiormente a tali piani di gestione individuali, che consentono di derogare a determinate norme generali per tener conto delle proprie caratteristiche specifiche; ritiene che ciò avrebbe agevolato in modo considerevole la gestione locale e avrebbe fornito dati preziosi sulla situazione reale delle diverse zone, consentendo gli adattamenti opportuni; chiede pertanto agli Stati membri costieri di collaborare in modo costruttivo, tra loro e con la Commissione, nell’aggiornamento e nell’adeguamento permanente delle misure di gestione della pesca;

25. invita la Commissione ad instaurare un dialogo permanente con i paesi terzi del bacino adriatico-ionico per giungere ad accordi bilaterali o multilaterali specifici finalizzati ad avanzare verso l’armonizzazione e la standardizzazione delle norme per la gestione della pesca onde conseguire gli obiettivi della politica comune della pesca dell’UE nel Mediterraneo, beneficiando nel contempo pienamente del quadro di collaborazione offerto dalle organizzazioni internazionali e regionali della pesca; osserva che una strategia per il mare Adriatico e il mar Ionio può garantire un valore aggiunto soltanto se saranno coinvolti tutti i paesi che vi si affacciano, tanto appartenenti quanto non appartenenti all’UE;

26. invita la Commissione a promuovere gli obiettivi della PCP, in particolare il raggiungimento del rendimento massimo sostenibile (MSY) per tutti gli stock ittici entro il 2020, e

(15)

a incoraggiare l’adozione di un approccio ecosistemico nei confronti dei paesi non appartenenti all’UE;

27. invita la Commissione a intensificare, con gli Stati costieri, lo scambio di buone pratiche di conservazione e a promuovere la creazione di zone marine protette (“recovery areas”) finalizzate al recupero delle specie più minacciate;

28 invita la Commissione a promuovere gli obiettivi della direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino nei confronti dei paesi non appartenenti all’UE che si affacciano sul mare Adriatico e sul mar Ionio, ovvero conseguire o mantenere un buono stato ecologico dell’ambiente marino entro il 2020;

29. invita a tale riguardo la Commissione a incoraggiare gli Stati membri che si affacciano sul mare Adriatico e sul mar Ionio ad elaborare e attuare strategie per l’ambiente marino che applichino un approccio ecosistemico e garantiscano l’integrazione delle questioni ambientali nelle diverse politiche aventi un impatto sull’ambiente marino, tenendo conto degli effetti transfrontalieri sulla qualità delle acque marine dei paesi terzi vicini;

30. ricorda che i finanziamenti esistono tanto nel quadro del futuro Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP), mediante i programmi di raccolta dei dati, quanto nel quadro dei diversi programmi di ricerca dell’Unione, sia per migliorare le conoscenze dell’ambiente marino, comprese le specie pescate, sia per introdurre una maggiore innovazione e migliori pratiche nelle attività di pesca; invita pertanto gli Stati membri a presentare progetti in tali senso e ritiene che la cooperazione preventiva tra i diversi paesi costieri, appartenenti e non appartenenti all’UE, possa portare a iniziative di grande interesse che, mediante i progetti presentati dagli Stati membri, possono giovare a tutto il bacino adriatico-ionico;

(16)

31. chiede alla Commissione di valutare l’opportunità di creare, di concerto con la Banca Europea per gli Investimenti (BEI) e sulla scorta dell’esperienza realizzata attraverso il FEMIP(17), una linea di finanziamento ad hoc per la realizzazione delle azioni e degli obiettivi della presente strategia; al fine di non creare strumenti di bilancio nuovi, fonte di complicazioni, invita altresì la Commissione a valutare l’opportunità di utilizzare le obbligazioni di progetto e i partenariati pubblico-privato quali strumenti di finanziamento privilegiati;

32. invita la Commissione a proporre la costituzione, all’interno del RAC per il Mediterraneo già costituito, di organi consultativi specifici, sia per il mare Adriatico sia per il mar Ionio, sulla base delle esperienze positive dei

«Distretti del mare» istituiti nelle acque italiane(18) (come ad esempio il distretto di Pesca Nord Adriatico istituito nel 2012 per la gestione condivisa e concertata del settore ittico alto Adriatico a livello politico, economico, sociale e ambientale);

33. invita la Commissione ad includere, nella futura proposta legislativa sulla pianificazione dello spazio marittimo, disposizioni che impongano agli Stati membri l’attuazione di misure utili al ricupero delle normative esistenti sul loro territorio in materia ambientale e di salvaguardia del turismo, e – per le zone non soggette a restrizioni – all’adozione di “pianificazioni urbanistiche del mare” che includano tutte le diverse tipologie del settore e i piani urbanistici indispensabili per la gestione delle zone marittime e costiere, in modo da definire l’ammissibilità e la compatibilità dell’uso e dell’occupazione di tali zone, onde facilitare l’accesso agli spazi adeguati all’insediamento di imprese del settore dell’acquacoltura;

34. invita la Commissione a stabilire uno specifico piano di lavoro per il mare Adriatico e il mar Ionio, che definisca gli obiettivi futuri in tale regione come avviene attualmente per

(17)

il Mediterraneo (politica marittima integrata – progetto MED);

rileva che occorre che tale piano di lavoro sia considerato come un progetto ammissibile al finanziamento nel quadro del FEAMP;

35. esorta la Commissione a istituire una serie di misure sanzionatorie finalizzate a garantire la possibilità di imporre sanzioni agli Stati membri che non rispettano gli obblighi in materia di raccolta e trasmissione di dati o che non sono in grado di risolvere i problemi riguardanti la pesca INN nelle proprie acque o causati dalla propria flotta peschereccia;

36. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.

alm

PESCA, PARLAMENTO UE APPROVA

PROPOSTA MODIFICA

CONSERVAZIONE RISORSE ITTICHE

MAR BALTICO BELT E ORENSUND

(18)

I l P a r l a m e n t o e u r o p eo in seduta plenaria approva, con 607 voti a favore e 14 voti contrari, la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 2187/2005 del Consiglio relativo alla conservazione delle risorse della pesca attraverso misure tecniche nel Mar Baltico, nei Belt e nell’Øresund. Il trattato di Lisbona ha introdotto una nuova gerarchia di norme che prevede tre livelli. Il primo è costituito dagli atti legislativi (direttive e regolamenti) che specificano dettagliatamente le politiche rientranti tra le competenze interne dell’Unione europea. Il secondo comprende gli atti delegati (definiti all’articolo 290, paragrafo 1, del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE)), ossia atti non legislativi di portata generale che integrano o modificano determinati elementi non essenziali dell’atto legislativo. Il terzo livello è invece formato dagli atti di esecuzione (cfr. articolo 291 del TFUE) ai quali può essere fatto ricorso per stabilire condizioni uniformi di esecuzione dei due tipi di atti dell’Unione sopra citati.

(19)

Gli atti legislativi sono adottati dal Parlamento europeo e dal Consiglio che decidono su un piano di parità in veste di colegislatori nel quadro della procedura legislativa ordinaria (cfr. articolo 294 del TFUE) oppure dal solo Consiglio qualora si applichi una procedura legislativa speciale per l’adozione dell’atto. Per quanto riguarda invece gli atti delegati e gli atti di esecuzione, entrambi i tipi sono adottati dalla Commissione dopo che il relativo potere le è stato conferito in un atto legislativo.

La scelta del tipo di atto da utilizzare non è sempre perfettamente ovvia. Gli atti delegati e gli atti di esecuzione, rispetto a quelli legislativi, presentano il vantaggio di offrire all’Unione l’opportunità di reagire rapidamente a una situazione nuova, a discapito, ovviamente, di una procedura legislativa più esaustiva. È di fondamentale importanza che tali atti non siano utilizzati in situazioni diverse da quelle previste dal trattato in quanto, in caso contrario, i cittadini dell’Unione potrebbero essere privati della qualità legislativa che hanno il diritto di attendersi.

La Commissione ha proposto di allineare il regolamento al nuovo quadro legislativo sostituendo le attuali decisioni del Consiglio con atti di esecuzione.

Il relatore Marek Józef Gróbarczyk osserva che esistono numerosi punti controversi in merito all’applicazione del presente regolamento, per quanto riguarda, ad esempio, la questione dei rigetti in mare dei pesci sottotaglia o le specifiche degli attrezzi da pesca. Il relatore ritiene tuttavia che in questa fase non sarebbe indicato spingersi al di là della procedura ordinaria che consiste nell’adeguare il regolamento alle modifiche introdotte dal trattato di Lisbona (nuova comitatologia), in considerazione dei negoziati attualmente in corso tra Commissione, Parlamento europeo e Consiglio sul futuro della politica comune della pesca.

L’adozione del nuovo regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sulla politica comune della pesca (detto regolamento

(20)

di base) avrà un impatto diretto sull’utilizzo delle misure tecniche nel Mar Baltico, nei Belt e nell’Øresund e implicherà la necessità di apportare modifiche sostanziali al regolamento in esame. Nella fase attuale dei lavori, la proposta di modifiche come quelle sopra indicate comporta il rischio che esse non siano poi conformi alle disposizioni del regolamento di base.

Il relatore ritiene comunque che la Commissione dovrebbe presentare una nuova proposta di regolamento, sostanzialmente modificata, relativamente all’utilizzo di misure tecniche nel Mar Baltico, nei Belt e nell’Øresund subito dopo la pubblicazione del testo del regolamento di base nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea. A tal fine, il relatore ha introdotto una disposizione che stabilisce l’obbligo per la Commissione di presentare una nuova proposta di regolamento in materia al più tardi un anno dopo la pubblicazione del regolamento di base nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea.

alm

LA UE INNALZA I LIMITI DELLE

YESSOTOSSINE PER I MOLLUSCHI

(21)

Accer tato, c o m e volev a s i dimos trare , che s i tratt a d i tossi n e innoc u e p e r la salute umana, finisce finalmente l’incubo delle yessotossine per i molluschicoltori adriatici, che negli anni passati hanno dovuto fronteggiare ripetute e prolungate chiusure degli impianti a causa di limiti oggi riconosciuti immotivatamente rigidi. Entra in vigore domani 6 settembre il nuovo limite massimo previsto nei molluschi per questo particolare tipo di biotossine marine (3,75 mg/Kg al posto del precedente 1 mg/kg), secondo l’attesissima modifica recentemente introdotta dal Regolamento Europeo n°786/2013 del 16 agosto 2013.

L’Alleanza delle Cooperative italiane della pesca (Agci Agrital, Federcoopesca Confcooperative, Lega Pesca), che ha fortemente perseguito questo obiettivo con il supporto tecnico di A.M.A (Associazione Mediterranea Acquacoltori), che, in particolare per i molluschi, è strumento unitario del movimento cooperativo, saluta l’innalzamento dei limiti come un importante traguardo per sostenere la qualità e la competitività l’acquacoltura italiana sul mercato europeo.

Le cozze e le vongole italiane arrivano a coprire il 30% del

(22)

valore delle produzioni UE di molluschicoltura, con produzioni che ammontano nel 2009 rispettivamente a circa 80 mila tonnellate per i mitili (Mytilus galloprovincialis) e 33 mila tonnellate per le vongole veraci (Tapes philippinarum) per un valore di 218 e 46 milioni di euro.

La decisione della UE giunge a conclusione di un lungo percorso, segnato prima dal parere favorevole dell’EFSA ( A u t o r i t à E u r o p e a p e r l a S i c u r e z z a A l i m e n t a r e ) sull’innalzamento dei limiti, espresso nell’agosto 2009, poi dalla decisione del Comitato CODEX (1-5 ottobre 2012) di escludere le yessotossine dal novero delle biotossine marine da tenere sotto osservazione, ed infine dal via libera giunto all’inizio di quest’anno dal Gruppo di Lavoro Europeo sulle biotossine (Bruxelles, gennaio 2013).

com

FEDERPESCA INCONTRA ASSOCIAZIONE NATI IN ADRIATICO

Il Direttore di Federpesca Corrado Peroni ha incontrato ieri presso il comune di San Benedetto del Tronto, alla presenza dell’assessore alle Politiche del Mare Fabio Urbinati, i responsabili delle locale associazione armatoriale “Ass. Nati in Adriatico” e il Dott. Alberto Felici, dell’Università di Camerino, ospite della suddetta associazione.

Durante l’incontro l’Associazione ha illustrato i contenuti del piano di gestione locale volto a disciplinare le attività

di pesca nell’area marina prospiciente il litorale di San Benedetto del Tronto.

(23)

“Si tratta di un’iniziativa molto interessante” ha dichiarato il Direttore Peroni “ che, seppur relativa a una zona di mare di dimensioni limitate, può rappresentare un banco di prova per la gestione delle attività di pesca direttamente da parte degli operatori dei diversi sistemi, in particolare strascico, piccola pesca, volante e turbosoffiante”

La discussione è quindi avviata e Federpesca si impegnerà a dare il suo contributo per l’individuazione di criteri e regole massimamente condivisi tra gli operatori dei diversi sitemi di pesca.

“Siamo convinti che il successo dell’iniziativa sarà

assicurato ottenendo la massima condivisione da parte dei diversi soggetti interessati” ha infine dichiarato il Direttore Peroni.

PESCA, AGCI: BENE RILASCIO PESCHERECCIO ITALIANO IN TUNISIA

Sta per rientrare in Italia il motopesca di Mazara del Vallo

“Pindaro”, sequestrato la settimana scorsa dalla guardia costiera tunisina che gli contestava un presunto sconfinamento di alcune centinaia di metri nell’area di mare del cosiddetto Mammellone.

Con il peschereccio rientrano tutti e sette gli uomini dell’equipaggio: il comandante Giuseppe Vito Perniciaro, altri due italiani e quattro tunisini.

“Esprimiamo la nostra viva soddisfazione per la positiva soluzione dell’incidente, avvenuta in tempi relativamente r a p i d i , g r a z i e a l l a p e r s o n a l e e d e f f i c a c e a z i o n e dell’ambasciatore italiano a Tunisi S.E. Raimondo De Cardona,

(24)

a cui va il plauso e il ringraziamento nostro, dell’equipaggio e dell’armatore del Pindaro. Grazie anche al Sottosegretario On. Giuseppe Castiglione, per il suo pronto interessamento”, ha dichiarato Giampaolo Buonfiglio, Presidente nazionale AGCI AGRITAL (Associazione Generale Cooperative Italiane – Settore Agro Ittico Alimentare).

“Nell’occasione, ribadiamo la necessità di una costante attività di collaborazione tra le forze navali dei due Paesi per evitare il continuo ripetersi di questi episodi e garantire alla flotta peschereccia italiana condizioni di maggiore certezza e un futuro alla loro attività. Ma, soprattutto – ha concluso Buonfiglio – considerata la situazione di instabilità politica di diversi Paesi nell’area e gli irrisolti problemi in materia di giurisdizione delle acque, che minano continuamente il diritto delle nostre imprese ad operare in mare, è urgente che il nostro Governo promuova una specifica azione presso l’unione Europea per una nuova Conferenza internazionale della Pesca in Mediterraneo, come da anni richiesto dalle Associazioni di settore dell’Alleanza delle Cooperative Italiane”.

com

COMMISSIONE UE PRESENTA PIANO

DI PESCA 2014 PER IL BALTICO

(25)

La Commissione europea ha presentato la sua p r o p o s t a s u l l e possibilità di pesca nel Mar Baltico per il 2 0 1 4 . Q u e s t a è l a proposta annuale per la quantità di pesci che p o s s o n o e s s e r e catturati dai pescatori d e l l ’ U E d a l l e principali stock ittici commerciali del Mar Baltico il prossimo anno. Le proposte si basano su pareri scientifici e mirano a rendere la pesca nel Mar Baltico, ambientalmente ed economicamente sostenibile a breve e lungo termine. Ciò è in linea con i principi fondamentali della riforma recentemente concordata della politica comune della pesca.

I più recenti pareri scientifici indicano che più scorte sono ora gestiti a livelli sostenibili – il livello del cosiddetto rendimento massimo sostenibile (MSY) – nel Mar Baltico. Per il 2014, il numero di titoli conosciuti che possono essere pescatI a livello di MSY è aumentato da tre a cinque rispetto al 2013. I tagli ai totali ammissibili di catture (TAC) adottate negli scorsi anni hanno dimostrato di essere una misura efficace per sostenere la sostenibilità nella pesca del Baltico.

La Commissione propone di aumentare il TAC di quest’anno per il merluzzo bianco orientale e stock di aringhe nel Baltico centrale e Golfo di Botnia. Decrementi per le restanti scorte ne riflettono le fluttuazioni naturali all’interno della gamma MSY o sono legati al miglioramento della percezione dello stato di scorte »a seguito della recente revisione dei dati.

La Commissione propone inoltre di ridurre il numero di giorni in mare per le navi da pesca del merluzzo bianco in conformità con il piano di gestione del merluzzo bianco del Baltico.

(26)

Le misure proposte si tradurrebbe in un aumento complessivo del 10% fino a 644 000 tonnellate di possibilità di pesca per i pescherecci dell’Unione nel Mar Baltico per tutte le specie tranne stock di salmone. Ciò aumenterebbe il valore delle possibilità di pesca per il 2014 di 12 milioni di euro ad un valore complessivo di circa € 412.000.000.

La presente proposta deve essere discussa dai ministri degli Stati membri al Consiglio di ottobre la pesca e si applica dal 1 ° gennaio 2014.

La Commissione propone di diminuire del 15% (a 17 037 tonnellate), il TAC per il merluzzo bianco del Baltico occidentale e di aumentare del 7% (a 65 934 tonnellate), il TAC per il merluzzo bianco del Baltico orientale. Questi cambiamenti sono dovuti alla revisione dei dati scientifici che si sono resi disponibili quest’anno.

Aringa

Per l’aringa stock occidentali, dopo aumenti di TAC per due anni di seguito, gli scienziati stanno consigliando alla Commissione di ridurre il TAC per il prossimo anno al fine di rimanere entro i limiti di produzione del MSY. Per il 2014 tale riduzione è del 23% (a 19 754 tonnellate). Per aringa centrale invece, dopo diminuisce adottati nel 2011 e nel 2012, la TAC può essere aumentato per il secondo anno di fila. Per il 2014 l’aumento proposto è del 59% portando a un totale di 143 500 t. Allo stesso modo, il TAC proposto per l’aringa nel Golfo di Botnia è pari a 142 662 tonnellate (aumento del 35%).

Non ci sono modifiche proposte alla TAC per l’aringa nel Golfo di Riga..

Salmone

Dopo la diminuzione della TAC adottati negli ultimi anni per il salmone nel bacino centrale del Mar Baltico, la Commissione può proporre di mantenere nel 2014 lo stesso livello del TAC per quest’anno. Il TAC proposto è in linea con i pareri

(27)

scientifici ricevuti ed è stato calcolato in base al tasso di mortalità obiettivo proposto nel piano di gestione del salmone del Baltico ha presentato al Consiglio e al Parlamento europeo. Al contrario, secondo gli scienziati vi è una necessità di ridurre il TAC per il salmone nel Golfo di Finlandia. Sulla base di considerazioni di precauzione, gli sbarchi commerciali da mare sono ridotti del 53%, al livello di 7 256 pezzi di salmone.

Spratto

La Commissione propone di ridurre il TAC per lo spratto del 11%, a 222 102 tonnellate.

Passere di mare

Gli scienziati hanno messo a punto una metodologia per stimare la dimensione dello stock di passera di mare per i quali i dati disponibili sono limitati. Sulla base di tale metodologia, che è stata applicata per due anni, il TAC proposto per la passera vede una proposta di riduzione del 12%, per un totale di 3 002 tonnellate.

La proposta della Commissione fa seguito dei pareri scientifici del comitato scientifico, tecnico ed economico per la pesca (CSTEP) e dal Consiglio internazionale per l’esplorazione del mare (CIEM). Il Consiglio del Mar Baltico consultivo regionale (BSRAC) è stato consultato sulla proposta tramite documento di consultazione della Commissione dal mese di maggio 2013.

com

(28)

COMMISSIONE UE ADOTTA MISURE PER PROTEGGERE STOCK ARINGHE

L a

Commissione e u r o p e a h a a d o t t a t o o g g i u n pacchetto di m i s u r e

i n t e s e a contrastare l o

sfruttamento indiscriminato dello stock di aringa da parte delle Isole Færøer. Si tratta, in particolare, del divieto di i m p o r t a r e a r i n g h e e s g o m b r i p r e l e v a t i d a g l i s t o c k atlantico‑scandinavi e catturati sotto il controllo delle Isole Færøer, nonché prodotti della pesca contenenti tali specie o da queste derivati. Sono inoltre previste restrizioni sull’uso dei porti dell’UE per le navi che pescano stock di aringhe e sgombri sotto il controllo delle Isole Færøer.

Questo significa che ad alcune navi delle Færøer sarà vietato l’accesso ai porti unionali, salvo in casi di emergenza.

Maria Damanaki, commissaria per gli Affari marittimi e la pesca, ha dichiarato: “L’adozione di misure di questo tipo è sempre l’ultima ratio. Le Færøer avrebbero potuto porre fine alle loro pratiche di pesca insostenibili, ma hanno deciso di non farlo. Ora nessuno può più ignorare che l’Unione europea è determinata a utilizzare tutti gli strumenti a sua disposizione per proteggere la sostenibilità a lungo termine delle risorse ittiche.”

Le misure entreranno in vigore 7 giorni dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale.

(29)

Fino al 2013 lo stock di aringa atlantico-scandinava è stato gestito congiuntamente da Norvegia, Russia, Islanda, Isole Færøer e Unione europea sulla base di un piano di gestione a lungo termine e di quote prestabilite del totale ammissibile di catture (TAC). Nel 2013, però, le Isole Færøer hanno deciso unilateralmente di svincolarsi da questo accordo e hanno istituito un contingente autonomo di oltre tre volte superiore alla quota precedentemente concordata.

Nonostante gli sforzi profusi dalla Commissione per giungere a una soluzione negoziata e i ripetuti avvertimenti circa la possibile adozione di misure, le Isole Færøer hanno rifiutato di porre fine alla pesca indiscriminata di questo stock.

Avendo esaurito tutti gli altri mezzi, la Commissione ha deciso di avvalersi dei poteri che le sono conferiti dallo strumento commerciale per incoraggiare le Færøer a contribuire alla conservazione dello stock. Tali misure hanno ricevuto fermo sostegno dagli Stati membri nel comitato per la pesca e l’acquacoltura riunitosi il 31 luglio 2013.

Una controversia simile è in corso con l’Islanda in relazione alla gestione dello stock di sgombro dell’Atlantico nord- orientale, ma Commissione non ha ancora adottato provvedimenti al riguardo. Anche in questo caso, però, essa si appresta a prendere le prime misure per applicare lo strumento commerciale.

com

FLOTTA ANTINQUINAMENTO,

MAREVIVO: ESEMPIO GRANDE

(30)

RESPONSABILITA’ PER SALVAGUARDIA DEL MARE

Civitavecchia – Dopo aver assistito all’esercitazione di stamattina predisposta dal Ministero dell’Ambiente a Civitavecchia, Marevivo esprime grande soddisfazione per la convenzione stipulata tra Ministero dell’Ambiente e consorzio Castalia per la dotazione di una flotta di 35 navi contro l’inquinamento: un modello di grande responsabilità e in linea con le più avanzate ricerche sul fronte della salvaguardia marittima.

Un Paese come il nostro, con quasi otto mila km di costa da proteggere, non può non disporre di una rete di prevenzione e di contrasto all’inquinamento e di immeditato intervento in caso di incidenti, di malaugurati e imprevisti sversamenti di idrocarburi in mare.

E’ fondamentale mettere in campo ogni strumento per prevenire il verificarsi di eventi altamente rischiosi per la salute del m a r e e d i t u t t i i s u o i a b i t a n t i e l e c u i e v e n t u a l i ripercussioni sarebbero altissime, non solo in termini di impatto ambientale ma anche sociale ed economico.

DECRETO FARE, ACI PESCA:

(31)

PERSE MOLTE OCCASIONI

“Con il decreto del fare abbiamo perso una buona occasione per rilanciare l’economia ittica.” Questo il commento del coordinamento pesca dell’alleanza delle cooperative italiane sugli esiti dei lavori parlamentari che stanno per licenziare il decreto legge 69.

“È un peccato che fra le circa 70 modifiche che il testo ha subito in parlamento, non si sia ritenuto opportuno accogliere le proposte avanzate dal mondo della pesca. Si va dal rilancio della pesca scientifica e della ricerca applicata per attuare modelli di gestione europei e recuperare antichi mestieri, altrimenti destinati a scomparire per effetto di norme comunitarie, al rafforzamento degli strumenti di intervento nazionale, al tema delle concessioni demaniali per acquacoltura, per finire con le esenzioni per l’attività in acque interne.

Speriamo di poter recuperare quanto prima, ma non attraverso lo strumento della legge delega. I tempi sarebbero troppo lunghi, mentre occorrono risposte ravvicinate.”

COMUNICATO ALLEANZA PESCA SU DECRETO DEL FARE

> “Con il decreto del fare abbiamo perso una buona occasione per rilanciare l’economia ittica.” Questo il commento del coordinamento pesca dell’alleanza delle cooperative italiane sugli esiti dei lavori parlamentari che stanno per licenziare il decreto legge 69.

> “È un peccato che fra le circa 70 modifiche che il testo ha

(32)

subito in parlamento, non si sia ritenuto opportuno accogliere le proposte avanzate dal mondo della pesca. Si va dal rilancio della pesca scientifica e della ricerca applicata per attuare modelli di gestione europei e recuperare antichi mestieri, altrimenti destinati a scomparire per effetto di norme comunitarie, al rafforzamento degli strumenti di intervento nazionale, al tema delle concessioni demaniali per acquacoltura, per finire con le esenzioni per l’attività in acque interne.

> Speriamo di poter recuperare quanto prima, ma non attraverso lo strumento della legge delega. I tempi sarebbero troppo lunghi, mentre occorrono risposte ravvicinate.”

PESCA, COMMISSIONE UE

ANNUNCIA DETRAZIONI QUOTE

2013

(33)

L a C o m m i s s i o n e e u r opea ha annunciato oggi le detrazioni dal 2013 delle quote di pesca per gli Stati membri che hanno dichiarato di aver superato le rispettive quote nel 2012. Questo esercizio di deduzione annuale consente alla Commissione di affrontare immediatamente il danno arrecato agli stock pescati in eccesso nell’anno precedente e garantire un uso sostenibile da parte degli Stati membri delle risorse comuni della pesca. Maria Damanaki, commissaria per gli affari marittimi e la pesca, ha dichiarato: “Come abbiamo ora lavoriamo per l’attuazione della riforma della politica comune della pesca, la nostra priorità è quella di garantire che le norme siano rigorosamente e correttamente applicate per tutto quello che notare la riduzione del totale. quantità di pesca eccessiva rispetto allo scorso anno e mira a garantire una tendenza a lungo termine in questo senso. Ciò farà parte del nostro continuo impegno per far rispettare le disposizioni di controllo, il che è fondamentale per fermare la pesca eccessiva e raggiungere la sostenibilità a lungo termine delle nostre azioni”.

Le deduzioni di quota vengono attuate sugli stessi stock che

(34)

sono stati sottoposti a eccessivo sfruttamento dal precedente esercizio, con ulteriori deduzioni effettuate per la pesca eccessiva consecutiva, la pesca eccessiva di sopra del 5% o se i l t i t o l o i n q u e s t i o n e è o g g e t t o d i u n p i a n o pluriennale. Tuttavia, qualora uno Stato membro non abbia quota di reintegrazione del capitale investito a disposizione, le quantità relative alla sua pesca eccessiva saranno detratte in alternativa dalla stessa area geografica, tenendo conto della necessità di evitare i rigetti nella pesca mista.

Detrazioni sulle scorte alternative vengono decise in consultazione con gli Stati membri interessati e saranno pubblicate in un regolamento separato entro la fine dell’anno.

La base giuridica per le detrazioni è il regolamento (CE) n 1224/2009. incarica la Commissione ad operare detrazioni dai contingenti futuri degli Stati membri che hanno pescati in eccesso. Alcuni fattori di moltiplicazione applicano, come previsto all’articolo 105 (2) e (3) del regolamento, al fine di garantire la sostenibilità degli stock.

red

ACQUACOLTURA, API

(CONFAGRICOLTURA): LA

PRODUZIONE DI PESCE

D’ALLEVAMENTO SUPERA QUELLA

DELLA CARNE ROSSA

(35)

“L’acquacoltura è sulla cresta dell’onda, con la produzione di pesce di allevamento che ha superato, nel mondo, quella di carne bovina:

6 6 m i l i o n i d i tonnellate di pesce, contro 63 milioni di tonnellate di carne rossa. Le prospettive per gli allevatori ittici sono buone. Le ‘fish farm’ sono cresciute, a livello globale, sei volte negli ultimi venti anni. Entro il 2015 si consumerà più pesce d’allevamento che pescato”. Ne dà notizia l’Api, l’associazione che riunisce i piscicoltori di Confagricoltura sulla base dei dati diffusi da un rapporto dell’Earth Policy Institute e uno studio dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.

Per l’Api è questo il miglior riconoscimento dell’importanza dell’acquacoltura all’interno del settore agroalimentare. “In Italia questa è tra le attività più vitali del settore primario – sottolineano i piscicoltori di Confagricoltura – nonostante ciò non si è sviluppata quanto avrebbe dovuto, malgrado le ottime caratteristiche del nostro prodotto nazionale che, dal punto di vista nutrizionale, ha qualità paragonabili e, in molti casi, addirittura superiori a quelle del prodotto selvatico, perché contiene elevati quantitativi di elementi nutritivi, come gli acidi grassi e gli omega 3, ottimi per la salute umana”.

Il settore, oggi, sfiora 525milioni di euro di giro d’affari, la filiera occupa 15.000 addetti, produce 195.000 tonnellate tra pesci e molluschi, distribuiti in ottocento siti produttivi concentrati per il 60% al nord, il 18% al centro e il 22% al sud. Il primato, tra i pesci, spetta alla trota, che

(36)

con 38.000 tonnellate ha raggiunto un valore di 138.000 euro, seguita dall’orata e dalla spigola, con circa 20.000 tonnellate, pari a 133.400 euro. I piscicoltori italiani sono impegnati da sempre per garantire ai consumatori prodotti di altissima qualità, sani e nutrienti, fondamentali anche nelle diete dei più piccoli e a prezzi decisamente accessibili.

Per i piscicoltori di Confagricoltura è giunto il momento di attribuire all’acquacoltura il suo rilievo all’interno del settore agroalimentare. Gli appuntamenti più urgenti sono la riforma della politica comune della pesca e la revisione dell’Organizzazione comune di mercato (OCM) del settore.

“Fondamentale – ricorda l’Api – è anche la definizione dei nuovi strumenti di sostegno 2014/2020 del Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura (FEAMP). E’

urgente avviare, a livello nazionale, le procedure attuative e definire gli obiettivi strategici per gli allevamenti ittici italiani”.

com

PESCA: VENETO; FEDERCOOPESCA BENE ATTIVAZIONE CABINA DI REGIA SU CONCESSIONI DEMANIALI

“Abbiamo appreso con soddisfazione, che le nostre Istituzioni regionali e territoriali hanno attivato una cabina di regia sul problema delle concessioni di pesca: un tema sentito dagli operatori che da tempo chiedono attenzione per la loro difficile situazione e che ci auguriamo così possa trovare

(37)

finalmente una conclusione rapida ma, anche e soprattutto, positiva.” Così Marco Spinadin, presidente regionale di Federcoopesca nella nota con cui la Federazione della pesca di Confcooperative commenta l’incontro tra Regione, Provincia e Prefettura per affrontare la questione delle concessioni di specchi d’acqua in Polesine.“Rimaniamo in attesa di essere coinvolti come rappresentanze per quanto riguarda le metodologie di affidamento – evidenzia Simone Brunello, direttore provinciale di Confcooperative – in quanto in un recente seminario che abbiamo organizzato sulla normativa Bolkestein applicata alla pesca ed acquacoltura, con i massimi esperti su questo argomento, è stato evidenziato come si possa coniugare il rispetto dei principi generali dell’ordinamento con la salvaguardia del benessere delle comunità territoriali e di chi già lavora in questo settore facendo sacrifici ed investimenti.”Quello che preoccupa infatti Federcoopesca è che le procedure ad evidenza pubblica siano fatte con modalità di affidamento, cioè gare, che non tengano conto della complessità della situazione territoriale: “E’ un aspetto a cui assistiamo già da anni a proposito del bando che dovrebbe assegnare nuove aree in concessione a Caleri ma che nonostante tavoli di lavoro ed impegni istituzionali ancora non ha consentito di mettere a disposizione le aree per gli operatori di un settore in forte crisi, che aspettano da tempo questa opportunità per fare impresa.”Federcoopesca evidenzia quali secondo gli operatori locali debbano essere le vere priorità:

quello della messa a disposizione di nuove aree, anche per sostituire quelle improduttive o a continuo rischio di morie di prodotto come anche recentemente è successo; la questione della demanialità al fine di concludere finalmente un iter che consenta di fare acquacoltura su specchi d’acqua di cui è stata da tempo accertata la natura pubblica; la questione, appunto, delle gravi morie che sempre più frequentemente colpiscono le produzioni sia in Marinetta che in altre lagune polesane: “Chiediamo alle nostre Istituzioni di affrontare e risolvere queste tematiche, queste priorità che da anni poniamo – concludono Spinadin e Brunello – per quanto invece

(38)

riguarda le aree già concesse e da riaffidare mediante “gare”, potrebbero essere in questo momento un ulteriore e grave problema, se non ben gestito, invece che un’opportunità:

contiamo di poter presto portare queste nostre considerazioni alla cabina di regia che si è appositamente costituita.”

ECOFRIENDLY DEI MOLLUSCHI E LA BIRRA CON IL PESCE NON E’

PIU’ UN TABU’

Pesci, molluschi e crostacei sono alimenti sani, con pochi grassi, ricchi di proprietà benefiche per la salute, e per tradizione si confermeranno la bandiera della gastronomia estiva, nonostante la significativa riduzione dei consumi dei primi 5 mesi dell’anno ( – 4,4% in quantità, – 16% in valore).

Due le curiosità che accompagnano quest’anno la tendenziale ripresa dei consumi ittici nel periodo vacanziero, segnalate dal Centro Studi di Lega Pesca.

Mangi molluschi? Salvi il pianeta! Specie estiva per eccellenza, i molluschi (tra cozze, vongole e ostriche, se ne allevano 113 tonnellate per un valore della produzione di 264 milioni di euro) nelle loro prelibate varianti, la fanno da padroni negli acquisti domestici, dove pure si registra la positiva riscossa di alici e calamari, che nei primi mesi avevamo registrato riduzioni più marcate. Accanto all’economicità prezzo, quest’anno arriva anche la scienza a confermare un inedito valore aggiunto che ne accompagna il consumo: quello di contribuire sensibilmente alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera. Ciò grazie alla capacità delle conchiglie di assorbire CO2 mediante il processo chimico del biosequestro, che consente di

(39)

fissare il carbonato di calcio di cui sono composti i gusci.

Uno studio, condotto sulle cozze, ha accertato che ammonta a circa 1 tonnellata la CO2 fissata nei gusci di 3 tonnellate di mitili freschi. Su questa base Lega Pesca, in collaborazione con l’Associazione Mediterranea Acquacoltori (AMA) ha avviato un progetto che consentirà alle imprese di acquacoltura di entrare nel mercato dei carbon credit. Insomma, suggerisce Lega Pesca, un motivo in più per apprezzare i molluschi, per promuoverne il consumo anche come alleati dell’ambiente.

Dopo quello del vino rosso, si infrange, secondo l’analisi del Centro Studi dell’Associazione, anche il tabù sull’abbinamento pesce-birra. Accanto alla scoperta del ruolo ecofriendly dei molluschi contro le emissioni di CO2, l’altra novità che si registra per la stagione estiva 2013 quanto a consumi di prodotti ittici è l’accostamento con la birra. Un abbinamento tutto nordeuropeo, che, in particolare, la tradizione belga codifica con grande dovizia per le cozze e la tradizione anglosassone per i crostacei. Tutti da sperimentare, secondo i suggerimenti degli appassionati, i connubi tra lager e i sapori delicati di spigole e orate, tra PILs e fritture, fino a quello tra le bok, di maltatura e alcolicità più spiccata, ed i sapori più decisi delle grigliate miste. La cultura enogastronomica mediterranea sarà pronta a mettere in discussione il primato del vino negli abbinamenti con il pesce? Per ora siamo di fronte ad un fenomeno nuovo, dettato forse dalla moda, di cui occorre seguire l’evoluzione per capire se si tratterà di una stabile conquista nell’evoluzione del gusto, o piuttosto di una scorribanda cui seguirà una pronta ritirata sulle più stabili certezze offerte dal vino, istituzione della nostra millenaria cultura alimentare.

com

(40)

PESCA, ASSOCIAZIONI LAZIO INCONTRANO ASSESSORE RICCI

Le rappresentanze regionali delle associazioni del mondo c o o p e r a t i v o d e l l a p e s c a d e l L a z i o ( A g c i A g r i t a l , Federcoopesca/Confcooperative, Lega Pesca) hanno presentato all’Assessore Regionale all’Agricoltura, Foreste, Caccia e Pesca, On. Sonia RICCI, una articolata piattaforma di rilancio e sviluppo dell’economia ittica regionale.

Nel documento, oltre a tracciare un quadro, purtroppo preoccupante, sullo stato di crisi del settore, le Associazioni individuano quelle che sono le criticità sulle quali dovrà essere incentrata la politica regionale di rilancio della pesca; si parla di Piani di Gestione Locali, di razionalizzazione dei fondi per la promozione, di rilancio del pescaturismo e dell’ittiturismo, di interventi normativi volti all’adeguamento delle attuali leggi regionali e il ruolo di ARSIAL.

Aspettiamo ora la traduzione in fatti concreti delle nostre proposte e siamo pronti, in caso dell’avvio di politiche serie ed efficaci a sostegno del settore, a sostenere l’operato dell’assessorato.

com

Riferimenti

Documenti correlati

La conferenza comunitaria si è svolta a Bruxelles sotto l’egida della DG Research and Innovation della Commissione Europea e ha riunito oltre un’ottantina di rappresentanti di

LA STRATEGIA PER SUPERARE l’INTERMODAL DIVIDE – RETE DEGLI HUB INTEGRATI DI CORRIDOIO 2.. • Capacità della galleria: fino a 260 treni merci e 65 treni viaggiatori

Il settore della pesca e i rifiuti in mare: strumenti e iniziative | Venezia | 30 maggio 2019.3. I rifiuti marini

Scopo principale delle borse di mobilità extra UE nel quadro di accordi bilaterali è di consentire agli studenti di svolgere parte del proprio corso di studi all'estero, sostituendo

Erano decenni caratterizzati dalla crescita di Pola e Capodistria, sull’onda di una ripresa economica sentita nell’Adriatico dopo la prima crociata; tant’è che nel 1145 abbiamo

Vassilyos Chryssicopoulos, Rettore Ionian University Phivos Mylonas, Project manager Polysemi IURC Stefano Bronzini, Rettore Università di Bari Aldo Moro Giulia Dell’Aquila,

ORE 15.00 - 21.30/3.00 - 9.30 PM Un mare di idee/A sea of ideas Laboratori per bambini e famiglie ispi- rati alla ricca tradizione storico culturale delle marinerie dell’Adriatico

2 C. Flamigni, Roma, Uff. Storico della Marina Militare, 1994.. 4 Secondo la teoria di Mahan, lo stato con la flotta più grande avrebbe avuto la più alta probabilità di vincita