Committente:
COMUNE DI NAPOLI
Servizio Controlli ambientali e Attuazione PAES Affidatario:
Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale dell'Università degli Studi della Campania "Luigi Vanvitelli"
Redazione della Mappatura acustica strategica per l’agglomerato di
Napoli e indirizzi per la redazione del Piano di Azione ai sensi del d.lgs. 194 del 19 agosto 2005”. Terza fase di attuazione (2017)
Contratto del 3 giugno 2020
CUP: B65D19000110004 - CIG: ZAF29F51A6.
Report sulle Fasi di lavoro
4. Indirizzi per la redazione del Piano di Azione
Il direttore del Dipartimento e Responsabile scientifico Prof. Ing. Luigi Maffei
Aversa, 9 ottobre 2020
1. I NTRODUZIONE GENERALE
L’agglomerato di Napoli, avente un numero di abitanti superiore a 100.000 unità ai sensi dell’Art. 2, comma 1, lettera a del D.Lgs. 194/2005, deve adempiere a quanto previsto dalla Direttiva 2002/49/CE e dalla Direttiva 2015/996/UE, redigendo con periodicità quinquennale la Mappatura Acustica Strategica ed il successivo Piano d’Azione.
In particolare, la Direttiva Europea 2002/49/EC “del Parlamento Europeo e del Consiglio, relativa alla determinazione e alla gestione del rumore ambientale" ed il successivo decreto attuativo D.Lgs. 194/2005 prevedono:
a) L'elaborazione delle Mappe Acustiche e delle Mappe Acustiche Strategiche per determinare l’attuale situazione acustica in termini di un indicatore acustico specifico, calcolando il numero di persone esposti a determinati livelli di rumore. Il decreto fissa la data del 30/06/2017 come scadenza per l’elaborazione della terza fase di attuazione delle Mappature Acustiche Strategiche per gli agglomerati con un numero di abitanti superiore a 100.000, con successivo aggiornamento quinquennale.
b) L'elaborazione e l'adozione di Piani d'Azione, volti ad evitare e a ridurre il rumore ambientale laddove necessario, nonché ad evitare aumenti del rumore nelle zone silenziose. Il decreto fissa la data del 18/07/2018 come scadenza per l’elaborazione della terza fase di attuazione dei Piani d’Azione per gli agglomerati con un numero di abitanti superiore a 100.000, con successivo aggiornamento quinquennale.
c) L'informazione e la partecipazione del pubblico in merito al rumore ambientale ed ai relativi effetti.
In questo report si indicano gli indirizzi generali per la redazione del Piano d'Azione, che dovrà essere elaborato mediante la simulazione dei livelli acustici in facciata di ciascun edificio, prodotti esclusivamente dalle sorgenti acustiche di pertinenza comunale (assi stradali non principali) e non configurabili come infrastrutture principali (attività industriale e portuale, rumore prodotto dalle Linee di Trasporto Pubblico Locale gestite da ANM S.p.A., come funicolari, tramvie e metropolitane).
Per quanto riguarda le infrastrutture di trasporto principali, devono essere acquisiti i Piani d’Azione di RFI, EAV, Autostrade per l’Italia, Autostrade Meridionali, Tangenziale di Napoli, GESAC, recependo all’interno del Piano d’Azione dell’agglomerato di Napoli gli interventi di mitigazione previsti in questi ultimi.
Vengono considerati per il calcolo dei livelli acustici le seguenti tipologie di edifici:
✓ ricettori residenziali;
✓ ricettori scolastici, ovvero scuole di ogni ordine e grado;
✓ ricettori sanitari, ovvero ospedali, case di cura e di riposo.
Le simulazioni vengono eseguite utilizzando gli indicatori acustici relativi allo standard italiano, definito ai sensi della legislazione nazionale vigente. Pertanto, rispetto alla fase di Mappatura Acustica Strategica, le simulazioni propedeutiche alla realizzazione del Piano dovranno essere ripetute, considerando gli indicatori acustici LAeq,diurno e LAeq,notturno e non più gli indicatori acustici europei Lden, Lnight.
2. M ETODO DI DEFINIZIONE DEL P IANO D ’A ZIONE
Il Piano d’Azione viene impostato sulla base di un puntuale confronto e concertazione con l’Amministrazione Comunale di Napoli, definendo preliminarmente le strategie di pianificazione che si intende seguire nel periodo di applicazione del Piano (strategie di breve e medio periodo, ovvero nelle annualità 2020-2023) e di lungo periodo (azioni che saranno recepite nella quarta fase di attuazione del Piano, la cui scadenza è fissata dal D. Lgs 194/2005 in data 18/07/2023).
Il Piano diventa pertanto uno strumento strategico di pianificazione a livello di agglomerato, in quanto vengono definiti gli interventi di riduzione del rumore ed anche le relative priorità di intervento, attraverso la definizione dei criteri che devono essere seguiti per stabilire l’ordine temporale di realizzazione di ciascun intervento inserito.
A livello procedurale, può essere definito un indice di priorità strategico, che permetta di stilare una graduatoria degli interventi, il cui calcolo sia basato sulla combinazione dei seguenti criteri:
✓ CRITERIO DI EFFICIENZA privilegiando gli interventi con i quali, a parità di risorse impiegate, si ottengono i risanamenti più consistenti;
✓ CRITERIO DI EFFICACIA privilegiando gli interventi che raggiungono il maggior livello di protezione dal rumore, inteso come eliminazione della criticità;
✓ CRITERIO DI URGENZA privilegiando gli interventi che possono essere realizzati in tempi brevi;
✓ CRITERIO DI OPPORTUNITÀ tenendo conto di considerazioni che rendono fortemente indesiderata la realizzazione di un determinato intervento o che ne suggeriscono la collocazione in una determinata finestra temporale, come impatto paesaggistico, criteri ecologici, qualità della vita, sicurezza infrastruttura ecc.
Alternativamente, a livello progettuale, la tempistica di realizzazione di ciascun intervento del Piano d’Azione può esser definita numericamente attraverso il calcolo di un indice di priorità standard, utilizzando l’indice P definito ai sensi del D.M. Ambiente 29/11/2000. Questo è dato dalla combinazione dei seguenti valori:
✓ numero di persone che beneficiano dell’intervento (ovvero, residenti, numero di iscritti per i ricettori sensibili di tipologia scolastica e numero di posti letto per i ricettori sensibili di tipologia sanitaria);
✓ valore del superamento dei livelli acustici rispetto ai relativi valori limite di riferimento.
La pianificazione delle strategie di intervento può essere estesa anche ad altri portatori di interesse (stakeholder) esterni all’Amministrazione Comunale, intesi come gestori di infrastrutture di trasporto principali e non principali, gestori di servizi pubblici quali raccolta dei rifiuti, pulizia delle strade, edilizia scolastica o sanitaria, trasporto pubblico locale, ed enti di controllo (ARPAC, ASL).
Potranno essere inseriti e messi a sistema nel Piano d’Azione non solo gli interventi e le attività direttamente incentrate sul fenomeno acustico (riasfaltature, installazione di barriere antirumore, interventi ai ricettori come sostituzione di infissi all’interno di ricettori sensibili, opere di riduzione della rumorosità del traffico veicolare ecc.) ma anche attività strategiche relative alla pianificazione urbanistica, alla mobilità, al traffico, tali da comportare un potenziale effetto, diretto o indiretto, di riduzione dell’emissione acustica delle sorgenti stradali relative alle infrastrutture di pertinenza comunale. A questo secondo gruppo appartengono interventi quali l’istituzione di zone a traffico limitato, zone con limite di velocità ridotto, zone ad accesso limitato, implementazione di sistemi di fluidificazione del traffico o di mobilità alternativa e sostenibile (bike e car sharing, piste ciclabili, nuove linee di trasporto pubblico locale ecc.).
Infine, vengono acquisiti i Piani d’Azione degli enti gestori delle infrastrutture di trasporto principale (nel caso dell’agglomerato di Napoli si fa riferimento ai seguenti enti gestori: RFI, EAV, Autostrade per l’Italia, Autostrade Meridionali, Tangenziale di Napoli, GESAC), recependo all’interno del Piano d’Azione gli interventi di mitigazione da loro previsti.
3. D EFINIZIONI
L’elaborazione del Piano d'Azione prevede la definizione delle aree acusticamente critiche e delle priorità di esecuzione degli interventi di riduzione del rumore, da mettere in opera al fine di risolvere le criticità emerse.
Inoltre, prevede la definizione delle aree quiete, secondo le seguenti definizioni:
INDIVIDUAZIONE DELLE AREE CRITICHE
L’individuazione delle criticità è finalizzata ad evidenziare le situazioni che richiedono un intervento di diminuzione dei livelli di inquinamento acustico. Essa viene effettuata a partire dai risultati ottenuti nell’ambito della precedente fase di mappatura acustica, in relazione ai ricettori e alle sorgenti di rumore.
Alla base delle procedure da mettere in atto per la redazione del Piano d’Azione c’è l’individuazione delle
“aree critiche”, intese in generale come le aree in cui risulta elevato non solo il livello sonoro, ma anche il numero di persone esposte al rumore. Queste vengono individuate attraverso la combinazione dei seguenti aspetti:
✓ indicatore di conflitto acustico, che tiene conto dell’entità del superamento dei valori limite previsti dalla vigente normativa in corrispondenza di ciascun edificio di calcolo (residenziale e sensibile);
✓ indicatore di criticità acustica, che non dipende soltanto dai livelli sonori e dalla conseguente entità del superamento dei valori limite fissati, ma anche dal numero delle persone esposte a tali superamenti:
individua le aree ad elevata densità di popolazione residente, o attribuibile a edifici di tipologia sensibile (ovvero, numero di iscritti per gli edifici scolastici, numero di posti letto per gli edifici sanitari).
DEFINIZIONE DEGLI INTERVENTI
Gli interventi di mitigazione da inserire nel Piano d’Azione sono definiti come le azioni atte a garantire una riduzione dei livelli acustici in corrispondenza delle aree critiche.
Propedeuticamente alla definizione di nuovi interventi di mitigazione, deve essere effettuata l’acquisizione puntuale di tutte le misure, attualmente in atto sul territorio comunale, che possano avere una incidenza sull’attenuazione della propagazione del rumore. Queste devono essere riferite non soltanto a quelle di pertinenza dell’Amministrazione Comunale, ma anche a quelle di pertinenza di altri gestori presenti sul territorio.
Nel Piano possono essere inseriti non solo gli interventi e le attività direttamente incentrate sul fenomeno acustico ma anche attività strategiche relative alla pianificazione urbanistica, alla mobilità, al traffico, tali da comportare un potenziale effetto, diretto o indiretto, di riduzione dell’emissione acustica delle sorgenti stradali relative alle infrastrutture di pertinenza comunale.
Per ciascun intervento di riduzione del rumore, il Piano d’Azione deve esplicitare i seguenti contenuti:
✓ definizione della priorità di intervento: indicazione della tempistica di realizzazione;
✓ valutazione dei vincoli ambientali e dell’impatto ambientale atteso dalla loro realizzazione e messa in opera, finalizzata alla verifica dell’assoggettabilità a VAS (Valutazione Ambientale Strategica) di tutto il Piano d’Azione o di una sua singola parte;
✓ stima dei costi attualizzati per la realizzazione degli interventi di mitigazione acustica presenti nel Piano d’Azione. I costi degli interventi, prettamente indicativi, possono riguardare anche solo il costo di fornitura e posa in opera del materiale richiesto (IVA esclusa). La stima degli oneri finanziari e dei mezzi economici necessari consentono, in considerazione dei tempi e delle priorità degli interventi previsti dal piano, di specificare gli impegni di spesa per anno, considerando il Piano d’Azione come strumento dinamico, sottoposto a verifica e revisione con scadenza prefissata. Queste verifiche permettono di valutare l’effettivo raggiungimento degli obiettivi prefissati e di aggiornare gli obiettivi stessi sulla base di eventuali mutate situazioni dell’ambiente acustico.
INDIVIDUAZIONE DELLE AREE QUIETE (O ZONE SILENZIOSE)
Perimetrazione delle aree scelte sulla base della fruizione presente e futura che l’Amministrazione intende pianificarvi, proponendo quindi un’individuazione non esclusivamente dipendente dai livelli sonori, ma anche
dalla destinazione d’uso e dalla pianificazione del territorio, dalla percezione del paesaggio sonoro, dall’aspettativa dei fruitori ecc.
Per l’individuazione delle aree deve essere fatto innanzitutto riferimento all’articolo 2, punto 1, comma a) del D.Lgs. 194/2005, nel quale si definisce come “zona silenziosa di un agglomerato” una zona delimitata dall'autorità comunale nella quale un descrittore acustico appropriato relativo a qualsiasi sorgente non superi un determinato valore limite. In realtà, nel citato decreto legislativo e nella successiva emanazione di linee guida proposte dai vari enti preposti, non vengono stabiliti né i descrittori acustici né i metodi da utilizzare per la definizione di tali aree.
Nel Piano d’Azione, l’Amministrazione Comunale può pertanto decidere, ad esempio, di procedere con l’individuazione di aree quiete scelte in relazione a opportune casistiche, in considerazione sia delle caratteristiche del territorio sia per rimarcare i valori testimoniali Parchi, giardini, aree naturali, aree di interesse storico ecc).
PROCEDURA APPROVATIVA DEL PIANO D’AZIONE (D. Lgs 194/2008, articolo 8)
✓ Redazione della proposta di Piano d’Azione;
✓ Periodo di 45 giorni di pubblicazione del Piano d’Azione sul sito istituzionale del Comune, per la presentazione di osservazioni, pareri e memorie da parte della cittadinanza;
✓ Recepimento e verifica delle osservazioni eventualmente ricevute, con eventuale modifica delle parti interessate del Piano;
✓ Redazione del Piano d’Azione definitivo;
✓ Presa in carico da parte dell’amministrazione del Piano d’Azione mediante approvazione/adozione della Giunta/Consiglio Comunale;
✓ Trasmissione del Piano d’Azione alla Regione Campania.
La scadenza per la trasmissione alla Regione competente è fissata dall’articolo 4, comma 3, lettera a del D.
Lgs. 194/2008 al 18 luglio 2018.
4. I NDICATORI ACUSTICI E VALORI LIMITE
Il Piano d’Azione dell’agglomerato di Napoli verrà effettuata mediante simulazioni acustiche, eseguite utilizzando gli indicatori acustici relativi allo standard italiano, definito ai sensi della Legge 447/1995 e dei suoi decreti applicativi:
✓ livello LAeq,diurno in dB(A), valutato nel periodo diurno (6.00 – 20.00);
✓ livello LAeq, notturno in dB(A), valutato nel periodo notturno (22.00 – 6.00).
Per quanto riguarda gli algoritmi di calcolo, devono essere utilizzati quelli raccomandati dalla Comunità Europea, facendo esplicito riferimento alla Direttiva 2015/996/UE del 19 maggio 2015, che stabilisce metodi comuni per la determinazione del rumore a norma della direttiva 2002/49/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, entrata in vigore il 1° gennaio 2020.
Tale Direttiva, secondo esplicite indicazioni del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, deve essere applicata anche alle Mappature Acustiche e ai Piani d’Azione della terza fase di attuazione qualora queste non siano state predisposte entro l’entrata in vigore della Direttiva stessa, come nel caso dell’agglomerato di Napoli.
Le simulazioni acustiche saranno pertanto effettuate utilizzando i metodi comuni per la valutazione del rumore nell’Unione Europea (standard di calcolo “CNOSSOS-EU”), per le seguenti componenti:
✓ rumore da traffico veicolare;
✓ rumore ferroviario;
✓ rumore delle attività industriali e portuali.
I Piani d’Azione predisposti negli anni 2016/2017 dagli enti gestori delle infrastrutture di trasporto principali, devono invece recepiti così come sono stati elaborati, con esplicito riferimento ai metodi provvisori di calcolo vigenti fino al 31/12/2019 e previsti dalla Direttiva Europea 2002/49/CE.
I risultati delle simulazioni vengono quindi utilizzati per il confronto con le fasce di esposizione, per la redazione delle mappe acustiche, per il confronto con i valori limite determinati ai sensi della legge 447/1995 e dei suoi decreti applicativi, nelle seguenti configurazioni di calcolo:
✓ stato ante-operam: situazione attuale, analoga a quella contenuta nella Mappatura Acustica Strategica dell’agglomerato;
✓ stato post-operam: risultati dell’aggiornamento delle simulazioni una volta inseriti nello scenario di calcolo gli interventi di mitigazione acustica previsti dal Piano d’Azione, con la possibile esclusione degli interventi di lungo periodo, i quali possono essere valutati nella successiva fase di attuazione del Piano stesso.
Come previsto dalla Direttiva Europea 2002/49/CE, vengono eseguite le seguenti metodologie di calcolo
✓ CALCOLO DEI VALORI ACUSTICI IN FACCIATA: i livelli sonori sono valutati come livelli massimi sulla facciata più esposta di ciascun edificio di tipologia residenziale e di tipologia sensibile (scuole, ospedali, case di riposo, case di cura) escludendo di fatto gli edifici non residenziali come le attività commerciali e/o produttive, i luoghi di culto, gli impianti sportivi ed i fabbricati per cui non è generalmente prevista la presenza di persone attribuibili specificatamente ad esso (baracche, tettoie, garage, ecc.). Le simulazioni sono effettuate a 4 m di altezza, ad una distanza di 1 m dalla facciata del ricettore, inserendo un punto- ricettore per ciascuna facciata di ogni edificio.
✓ CALCOLO DELLE MAPPE ACUSTICHE: viene definita una griglia di punti con passo di 10 m, posizionata ad un’altezza di 4 m dal suolo e comprendente l’intero territorio del Comune di Napoli.
I livelli acustici calcolati, vengono pertanto confrontati con i valori limite di riferimento, fissati, a seconda della tipologia di sorgente acustica, dalla seguente normativa:
SORGENTI ACUSTICHE STRADALI
✓ Strade di tipologia A/B/Ca/Cb/D: D.P.R. n. 142/2004;
✓ Strade di tipologia E/F e ricettori esterni alle fasce di pertinenza stradale: D.M. 14/11/1997 e valori limiti stabiliti dal Piano Comunale di Classificazione Acustica di Napoli.
SORGENTI ACUSTICHE FERROVIARIE
✓ ricettori interni alle fasce di pertinenza stradale: D.P.R. n. 459/1998;
✓ ricettori esterni alle fasce di pertinenza ferroviaria: D.M. 14/11/1997 e valori limiti stabiliti dal Piano Comunale di Classificazione Acustica di Napoli.
SORGENTI ACUSTICHE INDUSTRIALI
✓ D.M. 14/11/1997 e valori limiti stabiliti dal Piano Comunale di Classificazione Acustica di Napoli.
5. A BACO DEGLI INTERVENTI
ESEMPI DI INTERVENTI DIRETTAMENTE INCENTRATI SUL FENOMENO ACUSTICO
✓ Stesa di asfalto a bassa rumorosità su tratti di infrastrutture stradali ricadenti all’interno di aree critiche.
✓ Installazione di barriere antirumore in corrispondenza di edifici particolarmente esposti al rumore, sia ti tipologia residenziale che, soprattutto di tipologia scolastica e/o ospedaliera.
✓ Installazione di interventi di mitigazione acustica diretti ai ricettori, come sostituzione di infissi di ricettori sensibili.
✓ Installazione di interventi di mitigazione acustica in corrispondenza degli imbocchi dei tunnel cittadini, come il rivestimento delle pareti delle gallerie con materiale fonoassorbente.
✓ Realizzazione di opere di riduzione della rumorosità del traffico veicolare:
➢ realizzazione di varianti stradali;
➢ realizzazione di rotatorie;
➢ realizzazione di sottopassi.
✓ Interventi indirizzati sulla riduzione della rumorosità prodotta dalle attività industriali e/o portuali maggiormente critiche, compresa la stesura e la realizzazione dei Piani di Risanamento Acustico Aziendale di stabilimenti particolarmente rumorosi, anche su sollecito dell’Amministrazione Comunale.
✓ Interventi sui punti di attracco delle imbarcazioni nel porto turistico e industriale:
➢ modifica della dislocazione dei punti di attracco rispetto a ricettori potenzialmente impattati;
➢ mitigazione dell’impatto acustico prodotto dai punti di attracco mediante l’installazione di barriere antirumore;
➢ ridefinizione delle regole e delle tempistiche di stazionamento in porto delle navi a motore acceso.
✓ Interventi sui punti gru nel porto turistico e industriale:
➢ modifica della dislocazione dei punti gru rispetto a ricettori potenzialmente impattati;
➢ mitigazione dell’impatto acustico prodotto dai punti gru mediante l’installazione di barriere antirumore o mediante l’utilizzo di macchinari più moderni e meno rumorosi.
ESEMPI DI ATTIVITÀ STRATEGICHE
✓ Modifiche alla viabilità, in corrispondenza di situazioni particolarmente critiche dal punto di vista acustico:
➢ deviazione dei percorsi su viabilità alternative e meno impattanti;
➢ istituzione di sensi unici;
➢ istituzione di zone a traffico limitato (ZTL);
➢ istituzione di zone pedonali;
➢ istituzione di zone con limite di velocità ridotto (ZONE 30);
➢ istituzione di zone ad accesso limitato;
➢ regolamentazione degli accessi ad alcune zone cittadine, sulla base della tipologia di mezzo o sull’orario della giornata, permettendo ad esempio l’accesso ai mezzi pesanti per le sole attività di carico/scarico;
➢ interventi fluidificazione del traffico (semafori intelligenti, sistemi “onda verde”, allargamento di arterie stradali, riorganizzazione di incroci ecc.);
➢ installazione di limitatori della velocità (autovelox, dossi rallentatori, restringimenti della carreggiata ecc.);
➢ realizzazione di nuovi svincoli di accesso alle autostrade/tangenziale.
✓ Modifiche alla viabilità dei percorsi di imbarco/sbarco delle vetture dai traghetti in prossimità del porto turistico.
✓ Modifiche alla viabilità per i percorsi dei mezzi pesanti in prossimità del porto industriale.
✓ Implementazione di sistemi di mobilità alternativa e sostenibile:
➢ creazione o potenziamento dei servizi di bike, car ed electric scooter (monopattini) sharing;
➢ realizzazione di nuove piste ciclabili, percorsi pedonali, percorsi ciclopedonali e/o potenziamento di quelli esistenti;
➢ realizzazione di parcheggi scambiatori in luoghi periferici, per incentivare a raggiungere il centro cittadino con mezzi pubblici;
➢ realizzazione e/o adeguamento di percorsi protetti per favorire gli spostamenti casa-scuola e casa- lavoro a piedi e/o in bicicletta, tra cui le corsie ciclabili e le Zone 30;
➢ istituzione di nuove linee di Trasporto Pubblico Locale a bassa rumorosità (tramvie, funicolari, filovie, servizio su gomma su sede propria);
➢ realizzazione di programmi di formazione e educazione di sicurezza stradale e di guida ecologica;
➢ realizzazione di programmi di riduzione del traffico, dell’inquinamento e della sosta degli autoveicoli in prossimità degli istituti scolastici, delle università e delle sedi di lavoro, in particolare in corrispondenza degli orari di ingresso/uscita;
➢ creazione di incentivi e/o concessione di agevolazioni tariffarie relative a servizi pubblici o di incentivi monetari ai lavoratori e agli studenti che usano mezzi di trasporto a basse emissioni rispettivamente nel tragitto casa-lavoro e casa-scuola/università, sulla base degli accordi raggiunti dagli enti proponenti con i datori di lavoro o con le autorità scolastiche o accademiche competenti.
✓ Interventi di manutenzione sul parco vetture del Trasporto Pubblico Locale.
✓ Sostituzione degli attuali mezzi del Trasporto Pubblico Locale con vetture a metano/elettrici a ridotta rumorosità.
✓ Individuazione e potenziamento di aree del centro antico con vocazione di aree quiete (chiostri, androni, piccoli spazi all’aperto tra edifici)
6. M ODELLI DI APPROFONDIMENTO
La definizione degli interventi di mitigazione del rumore, da inserire all’interno del Piano d’Azione, può essere supportata da analisi acustiche di dettaglio, finalizzate ad approfondire le situazioni considerate acusticamente più critiche e a fornire le idonee soluzioni da adottare, oltre al dimensionamento degli interventi stessi.
Tale analisi dovrà essere effettuata mediante la costruzione di modelli di simulazione anche multi-sorgente, che siano strutturati in modo da rappresentare in modo approfondito gli scenari critici e che siano propedeutici alla definizione di scelte di dettaglio per il risanamento.
ESEMPI DI MODELLI DI APPROFONDIMENTO PER IL RUMORE STRADALE La procedura prevede:
✓ Individuazione degli scenari critici, sulla base dell’analisi del valore degli indici di criticità/priorità definiti nel Piano d’Azione, o sulla base di indirizzi di priorità concertati con l’Amministrazione Comunale (ad esempio, situazioni in cui sono presenti numerose segnalazioni da parte di cittadini inerenti alla rumorosità, situazioni interessate da interventi significativi di riduzione del rumore ecc.).
✓ Tali scenari possono riguardare specifici ricettori sensibili (scuole, edifici sanitari ecc.) o gruppi di ricettori sensibili e residenziali.
✓ Definizione delle sorgenti acustiche stradali significative presenti nello scenario, con suddivisione dei contributi al flusso totale di traffico dovuti alla viabilità privata o a quella del Trasporto Pubblico Locale su gomma e/o su ferro.
✓ Costruzione di un modello acustico multi-sorgente, implementando una sorgente acustica per ciascun contributo al rumore stradale, al fine di individuare i contributi maggiormente significativi alla definizione della criticità acustica.
✓ Definizione delle scelte di dettaglio per il risanamento, indirizzate in modo specifico sui contributi maggiormente significativi.
✓ Ad esempio:
➢ interventi sulla viabilità privata: limitazione dei transiti in funzione della dimensione dei veicoli e/o della fascia oraria della giornata, riduzione della velocità dei veicoli, definizione di viabilità alternative;
➢ interventi sul Trasporto Pubblico Locale su gomma: definizione di percorsi alternativi per le linee in transito, da concertare con l’ente gestore (ANM S.p.A.);
➢ interventi sul Trasporto Pubblico Locale su ferro: manutenzione dei veicoli della tramvia o della funicolare, atti a ridurre l’effetto di “squeal-noise” (rumore da sfregamento) in corrispondenza delle curve a ridotto raggio di curvatura;
➢ interventi sulla sorgente: stesa di pavimentazioni a bassa rumorosità;
➢ interventi lungo la congiungente sorgente-ricettore: installazione di barriere antirumore;
➢ interventi sul ricettore: sostituzione degli infissi.
ESEMPI DI MODELLI DI APPROFONDIMENTO PER IL RUMORE INDUSTRIALE
La modellazione di approfondimento dell’attività portuale deve essere riferita alle seguenti sorgenti sonore di diversa tipologia:
✓ attività navale (limitata alla permanenza delle imbarcazioni agli ormeggi, in quanto viene trascurato il contributo dovuto al transito delle navi nel porto);
✓ attività di carico/scarico merci, svolta mediante l’utilizzo di gru portuali, gru da impilaggio, gru per LO-LO, benne per la movimentazione della merce ecc.;
✓ traffico di mezzi leggeri e pesanti all’interno dell’area portuale;
✓ traffico ferroviario interno all’area portuale.
Mediante la definizione della potenza acustica di ciascuna delle sorgenti elencate è possibile costruire uno scenario multi-sorgente, identificando il contributo di ciascun elemento inerente all’attività portuale e definire di conseguenza le scelte del risanamento acustico.
Per quanto riguarda la caratterizzazione acustica dell’attività navale, può essere fatto riferimento ad una metodologia utilizzata per altre realtà portuali (Ravenna, Venezia) all’interno delle procedure di Mappatura Acustica Strategica e di Piano d’Azione dei rispettivi agglomerati. Questa è finalizzata alla definizione, per ciascun punto di attracco sulle banchine, di un livello medio di potenza sonora, riferito alle diverse tipologie e stazze delle navi in accosto, mediante una procedura di calcolo che necessita dei seguenti dati di input:
✓ traffici navali complessivi nell’anno solare di riferimento
✓ collocazione dei punti di attracco sulle banchine, sia per l’attività merci che passeggeri;
✓ definizione, per ciascuna nave, della stazza, del tempo di permanenza dell’imbarcazione nel Porto ed il punto di attracco e di banchina;
✓ per ciascun punto d’attracco vengono pertanto definiti i giorni complessivi di attracco nell’anno solare, il numero medio di giorni di attracco e la percentuale annuale dei giorni di attracco, valutando un tempo di permanenza di 24 ore per ciascun giorno;
I punti di attracco possono essere inseriti nel modello di simulazione mediante sorgenti puntiforme omnidirezionali.
Le attività portuali, dovute al carico/scarico delle merci dalle navi, sono da ritenersi sorgenti acustiche portuali in senso stretto. Tali sorgenti sono identificabili con i macchinari collegati alla movimentazione delle merci, ovvero gru portuali e da impilaggio, solleva containers, benne ecc.
Per quanto riguarda la caratterizzazione acustica di queste sorgenti, i dati di potenza acustica di tali macchinari possono essere desunti da letteratura, mentre devono essere reperiti i dati relativi alla localizzazione ed alla tipologia di tutte le gru presenti nell’area portuale aggiornate all’anno solare in corso.