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Ufficio statistico

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Academic year: 2022

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Ufficio statistico

La mobilità della magistratura italiana sul territorio dal 1965 al 2018

Maria Filomeno, Irene Rocchetti

INDICE

1. Introduzione ... 1

2. Analisi esplorativa dei dati ... 1

3. I cambiamenti di distretto ... 5

4. I cambiamenti di sede ... 13

5. I cambiamenti di tipologia di ufficio ... 15

6. I cambiamenti di funzione ... 16

7. La mobilità distrettuale e le altre tipologie di cambiamento: il modello statistico ... 22

8. La mobilità delle donne con figli ... 24

9. Il turn over ... 25

Riferimenti Bibliografici ... 33

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1. Introduzione

L’art. 107 della Costituzione stabilisce che ‘I magistrati sono inamovibili. Non possono essere dispensati o sospesi dal servizio né destinati ad altre sedi o funzioni se non in seguito a decisione del Consiglio Superiore della Magistratura, adottata o per i motivi e con le garanzie di difesa stabilite dall'ordinamento giudiziario o con il loro consenso’. Di regola pertanto il magistrato può essere trasferito presso altra sede o destinato a svolgere altre funzioni solo con il suo consenso, previa deliberazione del Consiglio. In ipotesi tassativamente previste è eccezionalmente consentito il trasferimento di ufficio.

L’obiettivo dello studio è quello di analizzare la mobilità del personale di magistratura sul territorio, considerando i cambiamenti di funzione, di ufficio, di sede e di distretto. Nello specifico si possono verificare:

• cambiamenti di funzione e/o di sede all’interno dello stesso distretto o in distretti diversi,

• cambiamenti di distretto mantenendo o meno le stesse funzioni,

• cambiamenti di ufficio all’interno dello stesso distretto o in distretti diversi,

• passaggio tra funzioni giudicanti e requirenti.

2. Analisi esplorativa dei dati

I dati analizzati1 si riferiscono ai soli trasferimenti successivi all’attribuzione della prima sede, che è assegnata al magistrato a seguito dell’attività di tirocinio, e non comprendono gli spostamenti che comportano un fuori ruolo per il magistrato (ovvero lo svolgimento di funzioni non giudiziarie).

Si è valutata l’esclusione dei trasferimenti per fuori ruolo in quanto richiesti per motivazioni differenti.

I dati relativi all’anagrafica dei magistrati e ai loro spostamenti sono stati informatizzati a partire dal 1991, quando sono stati inseriti tutti i trasferimenti dei magistrati allora in servizio dall’inizio della carriera.

Volendo effettuare confronti per genere, sono stati esclusi dall’analisi tutti i magistrati assunti prima del 1965: il collettivo fino a tale anno era costituito esclusivamente da uomini. Infatti, solo nel 1963 (L.66/1963) è stata introdotta la legge che consente l’accesso delle donne a tutte le cariche ed impieghi pubblici, compresa la magistratura; le prime 27 donne sono entrate nel 1965 e rappresentavano il 6% dei vincitori del concorso.

1 I dati sono stati tratti dalla banca dati del CSM gestita dall’Ufficio informatico del Consiglio. In particolare la disponibilità di tali dati è dovuta alla professionalità e cortesia dell’assistente Silvia Dini.

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A seguito del controllo di qualità dei dati sono stati quindi inclusi nell’analisi finale il 98% dei magistrati assunti dal 1965 al 2017, anche se i trasferimenti successivi all’assegnazione della prima sede hanno riguardato magistrati assunti prima del 2015.

Pertanto, come è illustrato nella tabella sottostante, il database di partenza è costituito da 41.242 record che riportano informazioni relative a 12.212 magistrati, di cui 5.321 donne (43,6%) e 6.891 uomini (56,4%).

Tabella1: Distribuzione assoluta e percentuale del numero di record e di magistrati per genere Genere Magistrati % sul totale Record % sul totale

Donne 5.321 43,6% 15.256 37,0%

Uomini 6.891 56,4% 25.986 63,0%

Totale 12.212 100,0% 41.242 100,0%

La tabella seguente riporta invece la distribuzione del personale di magistratura considerato per genere e per anno di nascita. L’effetto del blocco all’accesso delle donne in magistratura risulta evidente, soprattutto guardando le prime due classi. La maggiore percentuale di donne presenti in magistratura dal 1965 fino ad oggi sono nate a partire dagli anni 60; il quinquennio di nascita più rappresentato è quello del 1974-1986 per le donne e del 1921-1948 per gli uomini.

Tabella 2. Distribuzione assoluta del numero di magistrati considerati per genere e anno di nascita

Anno di nascita Genere

Totale

Donne Uomini

1921-1948 250 2.076 2.326

1949-1959 937 1.562 2.499

1960-1965 1.159 1.165 2.324

1966-1973 1.275 1.065 2.340

1974-1986 1.573 956 2.529

1987-1990 127 67 194

Totale 5.321 6.891 12.212

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3

In media i cambiamenti che comportano la mobilità di un magistrato, così come sopra definita, nel periodo analizzato sono circa 2 - 3 procapite e variano da un minimo di 1 ad un massimo di 10.

Guardando alla distribuzione del numero totale di cambiamenti per anno di trasferimento, prima generale e poi divisa per genere (Grafico 1 e Grafico 2), si nota il picco nell’anno 1989 conseguente alla norma di costituzione delle Preture circondariali, e quello nell’anno 1999 conseguente alla loro soppressione e all’istituzione del giudice unico.

Grafico 1. Distribuzione del numero totale di cambiamenti per anno di trasferimento

Le distribuzioni dei cambiamenti delle donne e degli uomini seguono un trend simile (fatta eccezione per i primi anni) ma l’intensità è diversa, anche perché la parità tra i generi all’interno del personale di magistratura si è ottenuta nelle assunzioni soltanto a partire dal 1987.

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Grafico 2. Distribuzione del numero di cambiamenti per anno di trasferimento divisi per genere

Guardando al complesso dei cambiamenti considerati (tipo ufficio, funzione, sede, distretto), emerge quanto segue.

I magistrati di genere maschile cambiano ufficio o funzione più delle donne: l’86,2% degli uomini ha effettuato un cambiamento di attività, rispetto alle donne per cui tale percentuale è pari al 76,4% (vedi Tabella 3).

Tabella 3. Distribuzione percentuale dei magistrati per genere e cambiamenti complessivi

Genere Cambiamenti

Totale Nessuno Almeno 1

Donne 23,6% 76,4% 100%

Uomini 13,8% 86,2% 100%

Totale 18,1% 81,9% 100%

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Per gli uomini che hanno effettuato almeno un cambiamento, i trasferimenti hanno comportato nel 72,8% un cambiamento di distretto, nel 19,3% un cambiamento di sede all’interno dello stesso distretto, nel restante 7,9% un cambiamento di funzione nell’ambito della stessa sede.

Per le donne che hanno effettuato almeno un cambiamento, i trasferimenti hanno comportato nel 65,7% un cambiamento di distretto, nel 22,6% un cambiamento di sede all’interno dello stesso distretto, nel restante 11,7% un cambiamento di funzione nell’ambito della stessa sede.

Tali dati mostrano come, sia per le donne sia per gli uomini, il tipo di cambiamento prevalente sia quello di distretto.

I magistrati che non hanno effettuato alcun cambiamento (tramutamento) nel periodo considerato sono principalmente di genere femminile (56,9% contro il 43,1% degli uomini) e di recente assunzione (nel 71,4% dei casi sono stati assunti nell’ultimo decennio 2007-17), come emerge dalla tabella seguente.

Tabella 4. Distribuzione per genere e anno di assunzione dei magistrati che non hanno cambiato distretto, sede, ufficio o funzione nel periodo considerato. Valori assoluti e percentuali

Anno di assunzione Valori assoluti Valori percentuali Donne Uomini Totale Donne Uomini Totale

1965-1974 4 23 27 0,2% 1,0% 1,2%

1975-1984 14 36 50 0,6% 1,6% 2,3%

1985-1994 54 93 147 2,4% 4,2% 6,7%

1995-2004 212 196 408 9,6% 8,9% 18,5%

2005-2017 974 603 1.577 44,1% 27,3% 71,4%

di cui 2007-12 233 160 393 10,5% 7,2% 17,8%

di cui 2013-17 741 443 1.184 33,5% 20,1% 53,6%

Totale 1.258 951 2.209 56,9% 43,1% 100,0%

Di seguito si riportano le analisi approfondite per ciascuna tipologia di cambiamento dovuto al trasferimento.

3. I cambiamenti di distretto

Il 42,7% dei magistrati analizzati non ha cambiato distretto nel periodo in esame. Il 34,9% dei magistrati è stato interessato da un solo cambiamento di distretto, mentre due o tre cambi hanno

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riguardato il 19,8%. La Tabella 5 riporta la distribuzione dei magistrati per numero di cambi di distretto dei magistrati.

Tabella 5. Distribuzione dei magistrati per numero di cambiamenti di distretto N° di cambi

distretto

Valori assoluti Valori percentuali Donne Uomini Totale Donne Uomini Totale

0 2.652 2.564 5.216 49,8% 37,2% 42,7%

1 1.862 2.400 4.262 35,0% 34,8% 34,9%

2 573 1.178 1.751 10,8% 17,1% 14,3%

3 168 500 668 3,2% 7,3% 5,5%

4 49 168 217 0,9% 2,4% 1,8%

5 14 62 76 0,3% 0,9% 0,6%

6 3 14 17 0,1% 0,2% 0,1%

7 0 5 5 0,0% 0,1% 0,0%

Totale 5.321 6.891 12.212 100% 100% 100%

Tra le donne il cambiamento di distretto si è verificato per il 50,2% di esse; tra gli uomini tale percentuale sale al 62,8%. La distribuzione per genere è rappresentata dal grafico sottostante, da cui emerge come per le donne è molto più bassa la frequenza del numero di cambiamenti.

Grafico 3. Distribuzione del numero di cambi di distretto distinta per genere.

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I trasferimenti più frequenti riguardano magistrati provenienti dai distretti di Milano (1287 trasferimenti nel periodo considerato), Torino (881), Catanzaro (731), Napoli (663), Palermo (631), Roma (626), Caltanissetta (501). I distretti più richiesti sono quelli di Roma (1663 trasferimenti nel periodo considerato), Napoli (1221), gli uffici a giurisdizione nazionale ovvero la Corte Suprema di Cassazione, la Procura Generale presso la Corte di Cassazione, la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche (960 trasferimenti), i distretti di Firenze (680), Milano (659), Bologna (581).

Il numero maggiore di spostamenti si è verificato dal distretto di Roma agli uffici a giurisdizione nazionale (304 trasferimenti), dal distretto di Milano a quello di Roma (226 spostamenti), da Torino a Genova (180), da Catanzaro a Napoli (166), da Napoli agli uffici a giurisdizione nazionale (161), da Milano a Napoli (155), da Potenza a Napoli (149), da Torino a Milano (146), da Salerno e Napoli (137), da L’Aquila a Roma (130), da Napoli a Roma (129), da Lecce e Bari (123), da Napoli a Salerno (122).

La distribuzione dei trasferimenti è rappresentata nelle mappe che seguono; non sono rappresentati i trasferimenti da e per gli uffici a giurisdizione nazionale. La mappa a sinistra rappresenta i distretti di origine, quella a destra i distretti di destinazione: si notano in particolare i trasferimenti effettuati dalle Isole e dalla Calabria a vantaggio di altri distretti del Centro o del Sud, come ad esempio quello romano e napoletano. Molti trasferimenti si registrano anche dalle aree del Nord verso altri distretti, ad esempio dal Piemonte alla Liguria e dalla Lombardia (in particolare dal distretto milanese) ai distretti di Roma, Napoli, Firenze, Bologna e Torino.

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Mappa 1. Spostamenti tra distretti

La mappa successiva mostra il saldo netto degli spostamenti, ottenuto dalla differenza tra il numero di arrivi (nei distretti di destinazione) e il numero di partenze (dai distretti di origine). Nelle diverse tonalità del rosso sono mostrati i distretti con differenze negative, mentre nelle tonalità del blu i distretti con saldi positivi.

L’analisi grafica suggerisce che alcuni distretti con un numero basso di “arrivi” (inferiore ai 500 nel periodo considerato) - come ad esempio Ancona, L’Aquila, Salerno, Bari, Lecce, Perugia e Genova (Mappa 1) - in realtà registrano comunque un saldo positivo tra arrivi e partenze (Mappa 2).

Il distretto di Roma è quello con il saldo positivo più elevato (1.037 arrivi in più rispetto alle partenze); gli uffici a giurisdizione nazionale, non rappresentati nella mappa, si posizionano al secondo posto con un saldo positivo di 828 arrivi in più. Napoli si posiziona al terzo posto in questa speciale graduatoria con un saldo positivo di 558. Il distretto di Milano è quello con il saldo negativo più elevato (628 arrivi in meno rispetto alle partenze), seguito da Catanzaro e Torino con poco più di 500 arrivi in meno.

I distretti di Messina, Campobasso e Trento sono quasi in equilibrio con un saldo negativo inferiore a 20 trasferimenti.

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Mappa 2. Saldo netto degli spostamenti di distretto (arrivi – partenze)

L’elevato turn over presente in alcune aree territoriali non determina necessariamente alte vacanze di organico nei distretti di origine, poiché tali posti sono spesso coperti dalle nuove assunzioni. La mappa che segue (Mappa 3) mostra la distribuzione delle prime sedi assegnate ai magistrati dopo il tirocinio, con tonalità crescenti per intensità.

In effetti, i distretti con intensità maggiore corrispondono quasi sempre a quelli che fanno registrare saldi negativi, tra arrivi e partenze. Il maggior numero di assegnazioni di magistrati di prima nomina riguarda nell’ordine i distretti di Milano, Torino, Catanzaro, Palermo, Napoli (con saldo positivo), Cagliari, Venezia, Reggio Calabria, Catania, Caltanissetta, Brescia e Bologna (con saldo positivo).

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Mappa 3. Assegnazioni della prima sede per distretto

La probabilità di cambiare distretto, all’interno della stessa area geografica o in aree geografiche diverse, è legata a vari fattori che possono essere sia misurabili, come ad esempio il genere, l’età etc., sia latenti, cioè non osservabili, come ad esempio la diversa propensione (soggettiva) allo spostamento dei singoli magistrati.

Si è voluta stimare la probabilità di cambiare distretto condizionatamente al genere per il sottoinsieme dei magistrati assunti prima del 1987 e per il sottoinsieme di quelli assunti a partire dal 1987, anno del cosiddetto ‘Sorpasso’ femminile nelle assunzioni, a partire dal quale le donne hanno cominciato a ricoprire ruoli di magistratura in misura uguale o superiore agli uomini. L’ODDS Ratio (OR)2 stimato conferma l’ipotesi deduttiva legata al sorpasso femminile: la probabilità di cambiare distretto per gli uomini assunti prima del 1987 è 1,6 volte circa quella delle donne; tale probabilità si riduce significativamente nel collettivo dei magistrati assunti dopo il 1986 per il quale l’ODDS Ratio è pari a 1,2 circa. L’andamento decrescente del rapporto degli ODDS tra uomini e

2 Si definisce ODDS Ratio il rapporto tra il rischio (dove per rischio si intende il rapporto tra la probabilità di un evento e la probabilità del suo evento contrario) che si verifichi un evento in un gruppo e il rischio che si verifichi lo stesso evento in un altro gruppo; nel caso specifico è, ad esempio, il rapporto tra il rischio di cambiare distretto nel gruppo degli uomini rispetto al rischio dello stesso evento nel gruppo delle donne.

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donne è ancora più evidente se si calcolano le stime suddividendo la popolazione di riferimento secondo il decennio di assunzione (1965-1974, 1975-1984, etc.).

Al fine di stimare la probabilità di cambiare distretto per gli uomini e le donne a seconda dell’anno di Sorpasso, è stato stimato un modello logistico che considera come variabile esplicativa la variabile combinata “Sesso-Sorpasso”. Tale modello si distingue da quello descritto in precedenza che invece stima la probabilità di cambiare o meno distretto per gli uomini e per le donne all’interno dei due periodi di Assunzione (<1987, >=1987).

Dai risultati del modello logistico stimato sulla variabile combinata genere e assunzione avvenuta prima o dopo il 1987, risulta che:

• La probabilità di cambiare distretto per le donne assunte prima del 1987 è di circa 2 volte più alta della probabilità delle donne assunte dal 1987 e di 1,65 volte più alta di quella degli uomini assunti dopo il ‘Sorpasso’.

• La probabilità di cambiare distretto per le donne assunte dal 1987 è 0,83 volte quella degli uomini assunti dopo l’anno del ‘Sorpasso’.

• La probabilità di cambiare distretto per gli uomini assunti dal 1987 è 0,38 volte circa quella degli uomini assunti prima di tale anno.

La probabilità più alta di cambiare distretto per i magistrati assunti prima del 1987 può sembrare una conseguenza ovvia del più lungo periodo di osservazione a cui essi sono sottoposti – è più alto il “rischio” di trasferimento – ma ciò ci suggerisce che la propensione allo spostamento dei magistrati sembra non dipendere dall’età o meglio dall’anzianità in ruolo, in quanto tali spostamenti si verificano durante tutta la carriera del magistrato e non solo nei primi anni.

Al fine di verificare tali ipotesi nonché i risultati ottenuti a livello aggregato dal modello statistico, è stata effettuata una Analisi di Sopravvivenza attraverso il metodo non parametrico di Kaplan Meier (KM) (Dudley et al. 2016). Tale approccio permette di analizzare la distribuzione del tempo, dell’intensità e della velocità di comparsa di un dato evento nel collettivo in esame. Nello specifico, si tratta di una modalità di analisi per dati provenienti da studi di coorte che consente di stimare la probabilità che un dato evento si verifichi in un certo istante temporale e perciò la probabilità per la/e coorte/i considerata/e di ‘sopravvivere’ all’evento stesso. Nel nostro caso l’evento considerato è il cambio di distretto, la curva di sopravvivenza è costruita stimando le probabilità individuali di sopravvivere al cambio di distretto delle coorti di magistrati assunti prima e a partire dall’anno di Sorpasso (1987); la velocità con la quale la curva decresce riflette la propensione della popolazione considerata a riscontrare l’evento di trasferimento.

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I Grafici 4 e 5 mostrano le curve di sopravvivenza delle coorti assunte prima dell’anno di sorpasso e dopo l’anno di sorpasso nel tempo che intercorre tra l’anno di assunzione fino ad oggi, rispettivamente non distinte e distinte per genere. L’evento considerato è il cambio di distretto.

Grafico 4. Curve di Sopravvivenza (KM) delle Coorti di magistrati assunti prima del 1987 e a partire dal 1987

0 5 10 15 20 25 30

0.00.20.40.60.81.0

Survival curve KM

Tempo(anni)

Probabilità

<1987

>=1987

Il Grafico 4 mostra una curva di sopravvivenza che decresce più rapidamente per la coorte assunta prima del 1987, la quale perciò si caratterizza per una maggiore propensione a cambiare distretto rispetto alla coorte di assunti successivamente all’anno di sorpasso. Il Rischio Relativo (RR) di avere l’evento stimato sull’intero periodo considerato è 1,33 volte maggiore per la coorte assunta prima del 1987 rispetto a quella di magistrati assunti dopo l’anno di sorpasso. Il tempo mediano di sopravvivenza all’evento è pari a 6 anni per gli assunti prima del 1987 e 12 anni per gli altri.

L’andamento delle curve di sopravvivenza delle due coorti di assunti cambia se si distingue per genere (Grafico 5): la curva degli uomini assunti prima del 1987 decresce più rapidamente di

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quella degli uomini assunti dopo l’anno di sorpasso indicando pertanto una maggiore propensione all’evento di cambio distretto.

Lo stesso avviene per il collettivo femminile; inoltre le curve degli uomini decrescono più rapidamente di quelle delle donne confermando così una maggiore propensione al cambio distretto.

Il rapporto tra i rischi relativi conferma quanto appena detto; si ha, infatti, un rapporto tra i rischi pre-1987 e post-1987 pari a 1,37 per gli uomini e circa pari a 1,15 per le donne. In entrambi i casi sussiste una non proporzionalità delle curve delle diverse coorti statisticamente significativa come risulta dal Log-Rank Test applicato (Dudley et al. 2016), almeno sull’intero periodo di tempo considerato.

Grafico 5. Curve di Sopravvivenza (KM) delle Coorti di magistrati assunti prima del 1987 e dal 1987 distinte per genere

0 5 10 15 20 25 30

0.20.40.60.81.0

Survival curve KM Uomini

Tempo(anni)

Probabilità

<1987

>=1987

0 5 10 15 20 25 30

0.20.40.60.81.0

Survival curve KM Donne

Tempo(anni)

Probabilità

<1987

>=1987

4. I cambiamenti di sede

I cambiamenti di sede variano da un minimo di 0 (26% dei magistrati) a un massimo di 8 per magistrato. Il 74% dei magistrati ha cambiato sede almeno una volta; il 33% ha cambiato sede una sola volta, il 32,7% ha cambiato sede 2 o 3 volte.

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Tabella 6. Distribuzione dei magistrati per numero di cambiamenti di sede N° di cambi

sede

Valori assoluti Valori percentuali Donne Uomini Totale Donne Uomini Totale

0 1.741 1.433 3.174 32,7% 20,8% 26,0%

1 1.934 2.119 4.053 36,3% 30,8% 33,2%

2 1.062 1.652 2.714 20,0% 24,0% 22,2%

3 393 891 1.284 7,4% 12,9% 10,5%

4 128 459 587 2,4% 6,7% 4,8%

5 47 206 253 0,9% 3,0% 2,1%

6 14 89 103 0,3% 1,3% 0,8%

7 2 34 36 0,0% 0,5% 0,3%

8

0 8

8 0,0% 0,1% 0,1%

Totale 5.321 6.891 12.212 100% 100% 100%

Tra le donne il cambiamento di sede si è verificato nel 67,3% dei casi; tra gli uomini la percentuale sale al 79,2%. La distribuzione per genere è descritta dal seguente grafico.

Grafico 6. Distribuzione del numero di cambi di sede distinta per genere.

Considerando insieme il trasferimento di sede e l’eventuale cambiamento di distretto, il collettivo dei magistrati considerati – 12.212 – risulta così suddiviso: il 26% non ha mai cambiato

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sede, il 17% ha cambiato sede ma è rimasto all’interno dello stesso distretto e il restante 57% ha cambiato anche distretto.

5. I cambiamenti di tipologia di ufficio

I cambiamenti di tipologia di ufficio (procura, tribunale, procura generale, corte d’appello, ecc.) variano da un minimo di 0 (37,9% dei magistrati) a un massimo di 9. Il 62,1% dei magistrati ha cambiato ufficio almeno una volta; il 22% ha cambiato ufficio 1 sola volta, il 30% ha cambiato da 2 a 3 volte.

Tabella 7. Distribuzione dei magistrati per numero di cambiamenti di tipologia di ufficio N° di cambi

ufficio

Valori assoluti Valori percentuali Donne Uomini Totale Donne Uomini Totale

0 2.491 2.143 4.634 46,8% 31,1% 37,9%

1 1.145 1.556 2.701 21,5% 22,6% 22,1%

2 875 1.339 2.214 16,4% 19,4% 18,1%

3 478 980 1.458 9,0% 14,2% 11,9%

4 236 530 766 4,4% 7,7% 6,3%

5 69 236 305 1,3% 3,4% 2,5%

6 20 84 104 0,4% 1,2% 0,9%

7 6 14 20 0,1% 0,2% 0,2%

8 1 6 7 0,0% 0,1% 0,1%

9

0 3

3 0,0% 0,0% 0,0%

Totale 5.321 6.891 12.212 100% 100% 100%

Tra le donne il cambiamento di tipologia dell’ufficio si è verificato per il 53,2% dei magistrati; tra gli uomini la percentuale sale al 68,9%.

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Il grafico sottostante mostra la distribuzione dei magistrati per numero di cambiamenti di tipologia di ufficio distinta per genere; come si può notare sono gli uomini a effettuare più cambi di ufficio e le due distribuzioni tendono a convergere al crescere del numero di cambi.

Grafico 7: Distribuzione dei magistrati per numero di cambi di tipo ufficio, per genere.

6. I cambiamenti di funzione

Per quanto concerne il numero di cambiamenti di funzione per magistrato, esso varia da un minimo di 0 (per il 34,5% dei magistrati analizzati) a un massimo di 10. Il 65,5% dei magistrati ha cambiato funzione almeno una volta; il 19% ha cambiato funzione 1 sola volta, il 30,2% ha cambiato funzione 2 o 3 volte.

Tabella 8. Distribuzione dei Magistrati per numero di cambiamenti di funzione.

N° di cambi funzione

Valori assoluti Valori percentuali Donne Uomini Totale Donne Uomini Totale

0 2.325 1.892 4.217 43,7% 27,5% 34,5%

1 1.055 1.291 2.346 19,8% 18,7% 19,2%

2 867 1.188 2.055 16,3% 17,2% 16,8%

3 572 1.070 1.642 10,7% 15,5% 13,4%

4 313 698 1.011 5,9% 10,1% 8,3%

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N° di cambi funzione

Valori assoluti Valori percentuali Donne Uomini Totale Donne Uomini Totale

5 137 457 594 2,6% 6,6% 4,9%

6 35 192 227 0,7% 2,8% 1,9%

7 15 81 96 0,3% 1,2% 0,8%

8 2 16 18 0,0% 0,2% 0,1%

9 0 4 4 0,0% 0,1% 0,0%

10

0 2

2 0,0% 0,0% 0,0%

Totale 5.321 6.891 12.212 100% 100% 100%

Tra le donne il cambiamento di funzione si è verificato per il 56,3% dei magistrati; tra gli uomini la percentuale sale al 72,5%. La distribuzione per genere è descritta dal seguente grafico.

Grafico 8. Distribuzione dei magistrati per numero di cambi di funzione, per genere

Il cambio di funzione spesso è conseguenza della richiesta di cambiare tipo di ufficio (procura, tribunale, ecc.) e, in effetti, sui 7.995 magistrati che hanno cambiato funzione, solo 417 non hanno cambiato ufficio. Tra questi ultimi, emerge una prevalenza dei cambiamenti tra funzioni ordinarie e funzioni semidirettive o direttive e tra la funzione di giudice e la funzione di giudice del lavoro.

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18

Le tipologie di cambiamento di funzione maggiormente richieste sono rappresentate nella tabella seguente che riporta il numero di trasferimenti più frequenti (NB: non il numero di magistrati ma il numero di cambiamenti effettuati). Escludendo i trasferimenti effettuati dagli uffici soppressi (come ad es. dalla Pretura o Procura della Repubblica presso la Pretura), dal 1965 al 2017 il numero maggiore di passaggi si è verificato da giudice a consigliere di corte d’appello, da sostituto procuratore a giudice, da giudice a presidente di sezione e da giudice a sostituto procuratore.

Tabella 9. Cambiamenti di funzione più frequenti

Funzione (da) Funzione (a) Numero

Pretore Giudice 2.736

Giudice Consigliere di Corte di Appello 1.831

Sostituto Procuratore della

Repubblica Giudice 1.094

Giudice Pretore 934

Giudice Presidente Sezione di Tribunale 680

Sostituto Procuratore della

Repubblica presso la Pretura Sostituto Procuratore della Repubblica 639

Giudice Sostituto Procuratore della Repubblica 600

Pretore Sostituto Procuratore della Repubblica 429

Giudice Giudice Sezione Lavoro 398

Consigliere di Corte di Appello Presidente Sezione di Tribunale 383 Sostituto Procuratore della

Repubblica Pretore 303

Sostituto Procuratore della Repubblica

Sostituto Procuratore Generale presso

la Corte di Appello 284

Pretore del Lavoro Giudice Sezione Lavoro 269

Giudice Giudice Tribunale per i minorenni 256

Giudice Magistrato di Sorveglianza 242

Consigliere di Corte di Appello Presidente Sezione di Corte d'Appello 241

Pretore Sostituto Procuratore della Repubblica

presso la Pretura 238

Pretore Pretore del Lavoro 219

Sostituto Procuratore della

Repubblica presso la Pretura Giudice 212

Presidente Sezione di Tribunale Giudice 210

Giudice Sezione Lavoro Consigliere sezione lavoro 209

Pretore Consigliere di Corte di Appello 202

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Tra coloro che hanno cambiato funzione, da ordinaria a direttiva o semidirettiva, il 77% è di genere maschile – 2.129 su 2.767 magistrati con funzioni semidirettive e direttive - e il 23% donne, pari a 638 magistrati (vedi Tabella 10).

Tabella 10. Cambiamenti di funzione – Frequenze assolute.

Cambi vs Funzioni direttive e semidirettive

Genere

Totale Donne Uomini

NO 4.683 4.762 9.445

SI’ 638 2.129 2.767

Totale 5.321 6.891 12.212

Tra le donne, la percentuale di magistrati che ha svolto una funzione direttiva o semidirettiva è pari al 12% (638 su 5.321), mentre tra gli uomini tale percentuale sale al 31% (2.129 su 6.891).

Considerando, però, che solo nel 1987 nelle nuove assunzioni si è raggiunto un equilibrio per genere, e considerando che il passaggio a funzioni direttive e semidirettive avviene dopo almeno 11 anni dall’assunzione, il campo di osservazione si ristringe notevolmente. Tra i magistrati assunti dal 1987 ad oggi, hanno esercitato funzioni direttive o semidirettive il 6% di essi, di cui 181 donne e 272 uomini.

Il passaggio ad una funzione direttiva o semidirettiva, nel complesso, incrementa la probabilità di cambiare distretto (OR= 1,99; IC3=1,82-2,18): chi ha un passaggio ad una funzione direttiva o semidirettiva ha una probabilità di cambiare distretto più alta di 1,99 volte rispetto a chi non ha effettuato passaggi verso tali funzioni.

Tale probabilità è maggiore tra gli uomini (OR=1,91; IC=1,71-2,13) rispetto alle donne (OR=1,55; IC=1,31-1,84) e, se si restringe il dataset ai magistrati assunti a partire dal 1987, non cambia di molto, anche se si riduce per entrambi i due generi (OR rispettivamente pari a 1,65 e 1,40).

I cambiamenti dalle funzioni requirenti alle funzioni giudicanti e viceversa hanno riguardato il 25,9% dei magistrati e tale percentuale è maggiore tra gli uomini (vedi Tabella 11 e Grafico 9): esso infatti è pari al 30,8% tra gli uomini e al 19,5% tra le donne. Il 51,6% di tali cambiamenti ha riguardato il passaggio dalle funzioni requirenti a quelle giudicanti.

3 L’intervallo di confidenza (IC) è l’insieme di valori che contiene con una probabilità pari ad almeno il 95% il valore vero del parametro; nel caso in questione l’intervallo 1.72-2.208 comprende al 95% il valore vero del rapporto tra rischi, stimato al valore 1,89. Tale stima risulta perciò adeguata.

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Tabella 11. Distribuzione dei magistrati per numero di cambiamenti di funzione da giudicanti a requirenti e viceversa.

N° di cambi da funzione requirente a giudicante e viceversa

Valori assoluti Valori percentuali

Donne Uomini Totale Donne Uomini Totale

0 4.282 4.766 9.048 80,5% 69,2% 74,1%

1 737 1.213 1.950 13,9% 17,6% 16,0%

2 244 664 908 4,6% 9,6% 7,4%

3 50 184 234 0,9% 2,7% 1,9%

4 7 52 59 0,1% 0,8% 0,5%

5 1 8 9 0,0% 0,1% 0,1%

6 0 3 3 0,0% 0,0% 0,0%

7 0 1 1 0,0% 0,0% 0,0%

Totale 5.321 6.891 12.212 100% 100% 100%

Grafico 9: Distribuzione dei magistrati per numero di cambiamenti di funzione da giudicanti a requirenti e viceversa.

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Il numero maggiore di magistrati che hanno cambiato funzione da requirente a giudicante e viceversa è stato assunto dal 1965 al 1994.

Tabella 12. Distribuzione dei Magistrati per numero di cambiamenti da funzioni giudicanti a requirenti e viceversa per decennio di assunzione

Decennio di assunzione

Magistrati per numero di cambiamenti da funzioni giudicanti a

requirenti e viceversa

Totale magistrat

i con cambiam

enti

Totale

0 1 2 >2

1965-1974 1.091 421 287 143 851 1.942

1975-1984 1.181 365 280 114 759 1.940

1985-1994 2.122 703 320 49 1.072 3.194

1995-2004 2.182 417 20 0 437 2.619

2005-2017 2.472 44 1 0 45 2.517

Totale 9.048 1.950 908 306 3.164 12.212

Il passaggio dalle funzioni requirenti a quelle giudicanti e viceversa è stato disciplinato con il D.Lgs 160/2006 che prevede: “il mutamento delle funzioni da giudicanti a requirenti e viceversa deve avvenire per posti disponibili in ufficio giudiziario avente sede in diverso distretto, con esclusione di quello competente ai sensi dell'articolo 11 del codice di procedura penale” (art. 15).

Interessante è quindi verificare se l’introduzione dei limiti previsti (anche con gli articoli 13 e 14 del decreto legislativo) abbia modificato l’intensità delle richieste di spostamento.

La tabella seguente mostra il numero di passaggi di funzione per decennio di trasferimento.

Nella prima colonna di dati (giudicante) sono riportati i magistrati che sono passati dalle funzioni requirenti a quelle giudicanti; nella seconda (requirente) i magistrati passati alle funzioni requirenti.

Si può notare che nel decennio 2006-2014 il numero di passaggi è ridotto e la tendenza alla diminuzione si registra già a partire dal decennio precedente, 1996-2005.

È interessante notare che i magistrati che hanno effettuato il passaggio dalle funzioni giudicanti a quelle requirenti, nel complesso numericamente simili agli altri (2.310 rispetto ai 2.464 che sono passati alle funzioni giudicanti), nel decennio 1996-2005 si riducono percentualmente in misura maggiore rispetto ai magistrati che passano alle funzioni giudicanti: probabilmente i

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magistrati con funzioni giudicanti non hanno richiesto il passaggio alle funzioni requirenti anche per via delle eventuali restrizioni a ritornare a svolgere le funzioni giudicanti.

Particolarmente elevato il numero di passaggi dalle funzioni giudicanti alle requirenti nel decennio 1986-1995, pari al 44% di tali passaggi avvenuti nell’intero periodo considerato.

Tabella 13. Distribuzione del numero di passaggi da funzioni giudicanti a requirenti e viceversa, distintamente per decennio del trasferimento.

Decennio di trasferimento

Funzione giudicante o

requirente di arrivo Totale Giudicante Requirente

sino al 1975 196 174 370

1976-1985 367 368 735

1986-1995 586 1025 1.611

1996-2005 867 435 1.302

2006-2014 448 308 756

Totale 2.464 2.310 4.774

7. La mobilità distrettuale e le altre tipologie di cambiamento: il modello statistico

Nell’ambito dell’analisi della mobilità territoriale è significativo il cambiamento che determina uno spostamento geografico importante, quale può essere quello distrettuale. Proprio per tale ragione si è concentrata l’attenzione sull’analisi dei potenziali fattori che possono influire sulla decisione di cambiare distretto.

Si è voluta verificare, nello specifico, l’ipotesi verosimile, per cui un passaggio di funzione, di ufficio e di sede si verifichi con maggiore probabilità al di fuori del distretto iniziale; in particolare si è voluto verificare se e quanto le altre tipologie di cambiamento influiscono sul numero di cambi di distretto. A tal proposito è stato utilizzato un modello logistico multinomiale che stima la probabilità, per i magistrati considerati, di cambiare distretto una volta o almeno due rispetto a non cambiarlo affatto, in funzione del genere e delle variabili prima descritte. La tabella sottostante mostra gli ODDS Ratio stimati significativamente dal modello.

Tabella 14. Risultati del modello multinomiale sul numero di cambi distretto, ODDS Ratio Cambi di

distretto Intercetta Genere M

Cambio Funzione

Cambio Ufficio

Cambio Giud/Req

Solo 1 0,395*** 1,149** 1,883*** 1,482*** 1,352***

Almeno 2 0,048*** 1,858*** 4,496*** 2,659*** 1,985***

N.B. il valore riportato con *** indica una significatività statistica delle stime al 99%, il valore** al 95%

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23

Si può notare che:

La probabilità di cambiare distretto più di una volta, rispetto a non cambiarlo affatto, per i magistrati uomini è quasi due volte quella delle donne (1,86).

La probabilità di cambiare distretto una sola volta, rispetto a non cambiarlo affatto, è per i magistrati uomini 1,15 volte più grande di quella dei magistrati donna.

La probabilità di cambiare almeno due volte distretto, rispetto a non cambiarlo affatto, è 4,5 volte maggiore per i magistrati che hanno cambiato funzione almeno una volta; è di circa 2,6 volte maggiore per i magistrati che hanno cambiato ufficio almeno una volta e di circa 2 volte per i magistrati che sono passati almeno una volta da funzioni giudicanti a requirenti e viceversa.

La probabilità di cambiare distretto più di una volta, rispetto al cambiarlo una sola volta, è 2,4 volte maggiore per chi ha avuto almeno un cambio funzione; 1,79 volte per chi ha cambiato ufficio almeno una volta; 1,5 circa volte maggiore per chi è passato da funzioni giudicanti a requirenti e viceversa almeno una volta.

Si può pertanto concludere che i magistrati uomini sono più propensi delle donne a cambiare distretto, soprattutto quando il numero di movimenti è superiore o uguale a 2. Inoltre, non solo chi ha cambiato funzione, sede e/o ufficio almeno una volta ha una probabilità maggiore di cambiare distretto, ma ha una probabilità ancora più elevata di effettuare più cambi di distretto.

Si è voluta inoltre analizzare la variabile relativa alla tipologia di trasferimento (a domanda, d’ufficio, etc.), e alla sua relazione con le variabili di mobilità per distretto e per funzione; si sono potuti considerare in questo caso i soli dati riferiti al periodo di trasferimento successivo all’anno 2001, in quanto l’informazione non è disponibile per il periodo precedente.

A tal proposito sono stati applicati due modelli logistici volti a stimare rispettivamente la probabilità di cambiare distretto e quella di cambiare funzione condizionatamente al genere e alla tipologia di trasferimento.

Tabella 15. Risultati (ODDS Ratio) del modello logistico sul cambio distretto per tipo trasferimento e per genere

Parameter ODDS Ratio

Intercetta 0,375***

Genere M 1,020

Tipotrasf domanda (cat. rif=ufficio) 1,919***

N.B. il valore riportato con *** indica una significatività statistica delle stime al 99%; non viene riportato alcun asterisco se la stima non è significativa

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24

Tabella 16. Risultati (ODDS Ratio) del modello logistico sul cambio funzione per tipo trasferimento e per genere

Parameter ODDS Ratio

Intercetta 1,195**

Genere M 1,418***

Tipotrasf domanda (cat. rif=ufficio) 1,205**

N.B. il valore riportato con *** indica una significatività statistica delle stime al 99% mentre ** al 95%

Dalle tabelle su riportate si può notare che:

Il cambio distretto è 1,92 volte più probabile per chi effettua un trasferimento a domanda piuttosto che un trasferimento d’ufficio; non cambia tra i generi (Tabella 15).

I magistrati che si trasferiscono ‘a domanda’ hanno una probabilità 1,20 volte maggiore di cambiare funzione rispetto ai magistrati che si trasferiscono per motivi di ufficio; la probabilità di cambiare funzione è circa 1,4 volte maggiore per i magistrati uomini rispetto ai magistrati donne (Tabella 16).

8. La mobilità delle donne con figli

Nell’ambito della mobilità del personale femminile di magistratura, si è ritenuto opportuno concentrare l’attenzione sugli spostamenti delle donne con figli, al fine di verificare se queste hanno una propensione a spostarsi diversa rispetto a quella delle altre donne magistrato.

L’informazione sul numero di figli per magistrato non è sistematicamente raccolta dal Consiglio Superiore, pertanto è stato necessario integrare i dati del numero dei figli dichiarato al momento dell’assunzione al fine della scelta della sede (dato disponibile solo dagli anni ’90 in poi) con i dati relativi ai congedi per maternità richiesti successivamente all’assunzione.

Restringendo l’analisi a tale dataset, tra le donne con figli, i cambiamenti hanno comportato:

Nel 65% dei casi un cambiamento di distretto,

Nel 25% un cambiamento di sede all’interno dello stesso distretto,

Nel restante 10% un cambiamento di funzione o di ufficio nell’ambito della stessa sede.

Tali percentuali sono simili a quelle del collettivo femminile della magistratura nel suo complesso per il quale, come sopra menzionato, si rilevano i seguenti cambiamenti: di distretto nel 65% dei casi, di sede all’interno dello stesso distretto nel 22%, di funzione o di ufficio nell’ambito della stessa sede nel restante 13%. Anche utilizzando modelli di regressione logistica, finalizzati a stimare la probabilità delle donne magistrato di cambiare distretto in funzione anche della presenza/assenza di figli, non emerge una diversa propensione tra i due collettivi e il rapporto tra i

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25

rischi degli stessi non è statisticamente significativo. E’ necessario in ogni caso monitorare tale risultato per verificarlo quando si disporrà di informazioni relative ad un collettivo più numeroso.

9. Il turn over

Le richieste di tramutamento dei magistrati, da una sede all’altra o da un ufficio all’altro, produce un avvicendamento all’interno degli uffici. Tale turn over entro certi limiti può considerarsi fisiologico, ma in determinate sedi può risultare particolarmente elevato, producendo inevitabili effetti nell’efficienza e nella produttività degli uffici.

Si è cercato, quindi, di misurare l’avvicendamento all’interno degli uffici giudiziari nel periodo 2014-2018, ovvero successivamente all’ultima modifica della geografia giudiziaria avvenuta nel 2013 attraverso la soppressione di alcune sedi. È stato calcolato un indicatore del turn over che misura il numero di ‘uscite’ avvenute nel quinquennio 2014-8 in rapporto all’organico. A differenza di quanto fatto in precedenza, nel conteggio del turn over sono stati considerati anche i casi in cui al magistrato è stata autorizzata l’uscita dal ruolo organico della magistratura (cosiddetto fuori ruolo) per lo svolgimento di funzioni diverse da quelle giurisdizionali.

Tale indicatore è pari a 0 quando nessuna uscita è avvenuta nel quinquennio 2014-8 nell’ufficio considerato e cresce all’aumentare del numero di uscite; quando è pari a 100 significa che ci sono state nel quinquennio tante uscite quanti sono i magistrati in organico. Per semplicità possiamo, quindi, dire che rappresenta la percentuale di magistrati, rispetto all’organico, che si è avvicendata in un determinato ufficio e in una specifica sede giudiziaria. È stato preferito un indicatore quinquennale, anziché annuale, per evidenziare la rotazione complessiva avvenuta in un periodo più lungo, rendendo più interpretabili i risultati.

Per il quinquennio analizzato l’indicatore varia da 0 a 121.43, anche se la distribuzione si differenzia per tipologia di ufficio. Nella tabella seguente sono riportati i valori medi, mediani4, minimi e massimi; per gli uffici a giurisdizione nazionale il dato medio non cambia rispetto a quello mediano, minimo e massimo essendoci un’unica sede. Nelle altre tipologie di ufficio, sono sempre presenti sedi con indicatore nullo (cfr. minimo) e che quindi non hanno registrato alcuna uscita nel quinquennio.

4 La mediana è un indice di posizione di una distribuzione statistica di caratteri quantitativi (o qualitativi ordinabili) che assume il valore dell’unità che si trova nel mezzo della distribuzione.

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Tabella 17. Indicatore quinquennale del turn over per tipo ufficio. Valori medi, mediani, minimi e massini

Media Mediana Minimo Massimo

Corte Suprema di Cassazione 8 8 8 8

Procura Generale presso la Corte di Cassazione 22 22 22 22

Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo 40 40 40 40

Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche 0 0 0

Corte di Appello 28 27 0 55

Procura Generale presso la Corte di Appello 25 25 0 75

Tribunale 46 43 0 113

Tribunale per i minorenni 27 25 0 75

Procura della Repubblica presso il Tribunale 47 44 0 121

Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni 31 50 0 100

Tribunale di sorveglianza 21 100 0 100

Ufficio di sorveglianza 39 50 0 100

Totale complessivo 39 42 0 121

Tipo ufficio Indicatore quinquennale

Il grafico seguente (boxplot5), mostra, invece la variabilità nelle sedi dell’indicatore tra le diverse tipologie di ufficio. Sono stati esclusi gli uffici a giurisdizione nazionale e i Tribunali di sorveglianza nei quali, essendo l’organico pari a 1 unità, l’indicatore può assumere solo valori pari a 0 e 1. La linea interna alla “scatola” rappresenta la mediana della distribuzione, mentre le linee estreme della scatola rappresentano il primo ed il terzo quartile, all’interno delle quali si trovano il 50% delle osservazioni; all'aumentare della distanza tra terzo e primo quartile (e quindi dell’altezza della scatola) aumenta la dispersione delle osservazioni intorno alla mediana. Inoltre, tra le due linee fuori dalla scatola sono collocati la maggior parte degli uffici (circa l’80%). I punti esterni alle linee rappresentano i valori anomali della distribuzione.

L’indicatore mediano è più basso negli uffici di secondo grado (Corte d’Appello e Procura Generale) e nei Tribunali per i minorenni; negli uffici di sorveglianza la ‘scatola’ è più appiattita, infatti la mediana coincide con il terzo quartile.

Valori anomali della distribuzione si presentano in Procura Generale, Tribunale, Procura della Repubblica e Ufficio di sorveglianza.

5 Il boxplot è un metodo grafico per rappresentare una distribuzione statistica.

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Grafico 10. Boxplot dell’indicatore quinquennali del turn over per tipologia di ufficio

Al fine di rappresentare graficamente l’indicatore quinquennale del turn over e facilitare il confronto tra uffici è stata creata una classificazione univoca per le diverse tipologie di ufficio basata sulla percentuale di ‘uscite’ nel quinquennio. La tabella seguente mostra la classificazione e il numero di uffici che hanno registrato nel quinquennio tale dimensione del turn over. Gli uffici analizzati sono 487: 4 uffici a giurisdizione nazionale, 29 Corti d’appello, 29 Procure Generali, 140 Tribunali, 140 Procure, 29 Tribunali per i minorenni, 29 Procure per i minorenni, 29 Tribunali di sorveglianza e 58 Uffici di sorveglianza. Il 14% degli uffici non ha avuto turn over nel quinquennio considerato.

Tabella 18. Classi di turn over e loro numerosità.

Dimensioni del turn over

N° di Uffici e sedi

% sul totale

Turnover nullo 66 14%

Turnover sino a 20% 54 11%

Turnover sup. a 20% e sino a 40% 150 31%

Turnover sup. a 40% e sino a 60% 115 24%

Turnover sup. a 60% e sino a 80% 65 13%

Turnover sup. a 80% e sino a 100% 31 6%

Turnover sup. a 100% e sino a 122% 6 1%

Totale complessivo 487 100%

(29)

28

Le Mappe che seguono rappresentano la distribuzione dell’indicatore di turnover per ciascun ufficio giudiziario giudicante e requirente di primo e secondo grado.

Mappa 4: Il turnover nei Tribunali

0 20 40 60 80 100 122

I Tribunali con valori dell’indicatore pari a 0 sono Aosta e Urbino, mentre gli uffici di Bolzano e Verbania presentano valori pari rispettivamente a 7,7 e 7,1. I Tribunali con valori più elevati dell’indicatore sono quelli di Caltagirone (112,8), Lagonegro (109,4), Barcellona Pozzo di Gotto, Rieti e Sciacca (100), Crotone (94).

Mappa 5: Il turnover nei Tribunali per i minorenni

0

20

40

60

80

100

122

(30)

29

Per quanto concerne i Tribunali per i Minorenni, gli uffici con turnover pari a 0 sono quelli di Bolzano, Cagliari, Palermo, Perugia, Sassari e Taranto. Tra gli uffici con turnover minore vi sono Torino (10) e Catania (11); mentre gli uffici con turnover maggiore sono quelli di Caltanissetta (75), Bari e Trento (66,7), l’Aquila e Salerno (60).

Mappa 6: Il turnover nelle Corti di Appello

0 20 40 60 80 100 122

La Corte di Appello di Bolzano presenta un turnover nullo, mentre Messina presenta un valore pari a 3,7. Gli uffici giudicanti di secondo grado con i valori maggiori dell’indicatore sono quelli di Sassari e di Caltanissetta (l’indicatore è pari a circa 54). La minore intensità della colorazione, rispetto agli uffici giudicanti di primo grado, evidenzia un più basso turn over in appello.

Le Procure della Repubblica con valori nulli del turnover sono quelle di Lucca, Pisa, Rovereto e Sulmona; la Procura di Modena si caratterizza per il valore del turnover più basso, dopo i nulli, e pari a 7,7. Al contrario i valori più elevati dell’indicatore si registrano negli uffici di Crotone, Paola (121,4 in entrambi i casi), Gela (116,7), Fermo (110), Lanciano e Vibo Valentia (100).

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30

Mappa 7: Il turnover nelle Procure della Repubblica presso i Tribunali

0 20 40 60 80 100 122

Mappa 8: Il turnover nelle Procure della Repubblica presso i Tribunali per i minorenni

0 20 40 60 80 100 122

Le Procure della Repubblica presso i Tribunali per i Minorenni che si caratterizzano per un valore nullo dell’indicatore sono quelle di Ancona, Bari, Bolzano, Cagliari, Caltanissetta, Campobasso, Catania, Lecce, Perugia, Salerno e Venezia, mentre l’ufficio di Roma ha un turnover pari a 12,5, il più basso esclusi gli zeri. La Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Potenza presenta il valore massimo del turnover pari a 100, seguita dagli uffici di Brescia, Palermo, Torino e Trieste (66,7) e di Bologna (60).

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Mappa 9: Il turnover nelle Procure Generali

0 20 40 60 80 100 122

Per quanto concerne le Procure Generali, gli uffici con valori dell’indicatore pari a 0 sono quelle de l’Aquila, Messina, Perugia, Reggio Calabria e Torino; le Procure Generali di Bologna, Catania e Milano si caratterizzano per un valore dell’indice pari a 7,7. Gli uffici requirenti di secondo grado con un valore maggiore del turnover sono quelli di Campobasso (75), Catanzaro (70) e Firenze (65,4).

I Tribunali di Sorveglianza hanno in organico la sola figura del Presidente; le sedi nelle quali vi è stato un avvicendamento sono Ancona, Caltanissetta, Campobasso, L'aquila, Salerno e Trieste.

Negli Uffici di Sorveglianza, le sedi con valori nulli dell’indicatore sono: Agrigento, Ancona, Livorno, Mantova, Massa, Palermo, Pavia, Reggio Calabria, Salerno, Siena, Spoleto, Trieste, Viterbo. I valori massimi si riscontrano presso gli Uffici di Sorveglianza di Cosenza, Cuneo, Foggia, Varese e Verona (100).

La tabella seguente riporta l’indicatore quinquennale, raggruppato per classi, rilevato presso gli Uffici di Sorveglianza.

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Tabella 19. Turn over negli Uffici di Sorveglianza.

Classi di turn over quinquennale

Numero di

Sedi Sedi

Turnover nullo 13

Agrigento, Ancona, Livorno, Mantova, Massa, Palermo, Pavia, Reggio Calabria, Salerno, Siena, Spoleto, Trieste, Viterbo

Turnover sino a 20% 2 Bologna, Torino

Turnover sup. a 20% e sino a 40% 13

Brescia, Cagliari, Catania, Catanzaro,

Firenze, Genova, Pescara, Santa maria Capua Vetere, Siracusa, Taranto, Udine, Venezia, Vercelli

Turnover sup. a 40% e sino a 60% 21

Alessandria, Avellino, Bari, Bolzano, Campobasso, Frosinone, L'Aquila, Lecce, Macerata, Modena, Napoli, Novara, Nuoro, Padova, Perugia, Pisa, Potenza, Roma, Sassari, Trapani, Trento

Turnover sup. a 60% e sino a 80% 3 Caltanissetta, Messina, Milano Turnover sup. a 80% e sino a

100% 6 Cosenza, Cuneo, Foggia, Reggio Emilia,

Varese, Verona

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Riferimenti Bibliografici

1. Agresti A (20017), An Introduction to Categorical Data Analysis, Second Edition. Wiley &

Sons.

2. Dudley WN, Wickham R and Combs N (2016), An Introduction to Survival Statistics: Kaplan- Meier Analysis. Journal of the advanced practitioner in oncology Jan-Feb; 7(1): 91-100.

3. McCullagh P (1980), Regression Models for Ordinal Data. Journal of the Royal Statistical Society, Series B (Methodological) ; 42(2): 109-142.

Riferimenti

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