Rassegna del 11/07/2018
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Rassegna del 11/07/2018
Pagina I Agricoltura Scenario Nazionale
LA DOMANDA
Corriere Della Sera 11/07/2018 p. 31 1
Alimentare
ANCHE BARILLA ENTRA NEL REGIME DI COLLABORAZIONE CON IL FISCO
Sole 24 Ore 11/07/2018 p. 1 MOBILI MARCO 2
CREMONINI FA SHOPPING NEL MERCATO POLACCO
Sole 24 Ore 11/07/2018 p. 8 VESENTINI
ILARIA
3
Unione Europea
"LA LEGA CAMBI LA POLITICA ECONOMICA MA QUESTO GOVERNO NON DURERA'"
Corriere Della Sera 11/07/2018 p. 13 DI CARO PAOLA 4
CORRIERE DELLA SERA
Pagina 31Foglio i
La domanda di latte extra Ue
Il rapporto sulle prospettive a breve dei mercati agricoli della Commissione Ue stima nel 2018 una crescita della domanda di latte interna Ue dello 0,7% e fuori dall'Ue dei 4%
In battaglia per il mnuollo Carigc
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Agricoltura Scenario Nazionale Pagina 1
D So1e28
0IS
Adempimenti Anche Barilla entra nel regime
di collaborazione con il Fisco
Mobili e Parente -a pagina 21
Testimoniai. Roger Federer dalla terra rossa agli spaghetti al pomodoro nella pubblicità Barilla
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Compliance Tra Barilla e Fisco siglato il «patto
collaborativo»
La cooperative compliance apre le porte anche a Barilla. Salgono così a il le società ammesse al regime collaborativo con l'agenzia delle Entrate.
-apagina 21
Il gruppo Barilla entra nel regime di collaborazione con il Fisco
GRANDI CONTRIBUENTI
Salgono a u le società che sono state ammesse alla cooperative compliance Tra gli obiettivi dell'Agenzia:
coprire il 35%
della platea entro fine anno
Marco Mobili Giovanni Parente ROMA
La cooperative compliance apre le porte anche a Barilla. Salgono così a u le società ammesse al regime di adempimento collaborativo con l'agenzia delle Entrate (a fronte di 23 istanze che risultavano presentate alla fine del 2017) riservato per ora alle imprese di grandissime dimen- sioni. Un regime che punta a preve- nire il rischio fiscale in piena colla- borazione con l'amministrazione fi- nanziaria. Di fatto, il rischio fiscale
Pagina Foglio
viene inserito tra i rischi aziendali da monitorare secondo logiche si- mili a quelle del decreto legislativo 231/2001 in materia di responsabili- tà amministrativa degli enti. Con una serie di vantaggi e semplifica- zioni per chi vi entra: procedura ab- breviata di interpello preventivo con risposta entro 45 giorni; applicazio- ne di sanzioni ridotte alla metà, e comunque in misura non superiore al minimo edittale, con sospensione della riscossione fino alla definitivi- tà dell'accertamento, per i rischi co- municati in modo tempestivo e completo, qualora l'agenzia delle Entrate non condivida la posizione dell'impresa; esonero dal presenta- re garanzie per i rimborsi delle im- poste dirette ed indirette per tutto il periodo di permanenza nel regime.
Un meccanismo, però, con porte di ingresso molto limitate. Allo stato attuale la cooperative compliance è accessibile a tutti i soggetti che con- seguono un volume di affari odi ri- cavi non inferiore a lo miliardi di euro, ridotto a un miliardo di curo per coloro che abbiano presentato
istanza di adesione al progetto pilo- ta sul regime di adempimento colla- borativo. Un'altra modalità d'in- gresso è rappresentata dall'inter- pello peri nuovi investimenti (è ne- cessario investire in Italia importi non inferiori a 3o milioni di euro as- sicurando significative ricadute oc- cupazionali), in questo caso a pre- scindere dal volume d'affari o ricavi.
Secondo le stime delle Entrate, la platea dei potenziali interessati è li- mitata ad appena 74 società di capi- tali. Tra i target indicati nell'ultimo piano delle performance dell'Agen- zia, c'è quello di arrivare al 35% di accessi rispetto a questa platea en- tro la fine del 2018 (a conti fatti si tratterebbe di 26 soggetti) e al 50%
entro il 2019.1 numeri poi dovrebbe- ro cambiare con la fine del regime transitorio di ingresso. A partire dal 2020, infatti, la cooperative sarà ac- cessibile a tutti i soggetti con volu- me d'affari e ricavi superiore a Zoo milioni di euro. In pratica, base dei potenziali interessati si allarghe- rebbe a 3.200 imprese.
Intanto, l'ammissione al regime
(con decorrenza dall'anno d'impo- sta 2017) è stata salutata con molta soddisfazione da Barilla. «L'obietti- vo raggiunto rappresenta per Barilla un traguardo in linea con le strate- gie aziendali e costituisce una tappa fondamentale del percorso di ac- countability a livello internaziona- le», ha spiegato il group tax vice pre- sident Gianluca Tagliavini. Anche perché il gruppo emiliano è in prima linea nell'adozione di strumenti di cooperazione internazionale con le autorità fiscali dei Paesi in cui opera nel mondo, considerando che 14 delle 28 unità produttive sono ubi- cate oltreconfine e che esporta in più di Zoo Stati.
Barilla non è l'unica grande azienda del food a essere entrata nella cooperative compliance. La
"tessera numero l" del regime ap- partiene, infatti, a Ferrero che è en- trata sia con la capogruppo che con quattro controllate già a inizio del 2017. Ma nel parterre figurano an- che Unicredit, Finecobank, Leonar- do, Prada e Shell Italia.
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Alimentare Pagina 2
D Sole28
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PaginaFoglioCremonini fa shopping nel mercato polacco
FOOD
Acquisito il 6o% di Mille Sapori, distributore leader di prodotti italiani
Ilaria Vesentini
Dopo l'Australia e Hong Kong è la Polonia a entrare nel mirino delco- losso modenese del food Cremoni- ni, che ha annunciato l'acquisizione del 60%, attraverso la controllata Inalca, di Mille Sapori Plus. L'opera- tore di Varsavia è leader nella distri- buzione di prodotti alimentari ita- liani nel mercato polacco, con circa 20 milioni di euro di fatturato, un portafoglio di 1.300 referenze made in Italy, una flotta di automezzi pro- pri che raggiunge in maniera capil- lare oltre 1.ooo ristoranti nel Paese baltico e con accordi di esclusiva in cinque città chiave della nazio- ne(Danzica, Cracovia, Lublino, Poz- nan e Breslavia).
LaPolonia è stato fin qui un mer- cato strategico per Cremonini per l'importazione di carni bovine, tan- to che il gruppo di Castelvetro sta costruendo a 70 chilometri da Var- savia, a Socochin, un grosso im-
pianto di macellazione che a regime (già dalla fine del 2019) darà lavoro a 400 persone con una capacità pro- duttiva di 15omila capi. Ora il leader delle carni (16mila dipendenti e ol- tre 4miliardidi euro di fatturato, per il 35% export, tra produzione , distri- buzione e ristorazione) parte invece alla conquista dei consumatori po- lacchi, che sempre più mangiano fuori casa (6,5 miliardi di business stimato) e la cui spesa in consumi è cresciuta nel 2017 del 4,7%.
Un'operazione, quella di Mille Sapori, che prosegue nel solco sia delle precedenti acquisizioni fatte da Inalca Food & Beverage tra Far East, Usa, Messico e Nord Africa (e porterà il fatturato oltre i loo mi- lioni di euro nel 2018) sia delle strategie di Cdp Equity , entrata a fine 2014 nel capitale di Inalca (at- traverso IQ Made in Italy Invest- ment Company, socio al 28,4% di Inalca) proprio per rafforzare l'at- tività di distribuzione estera del- l'agrifood made in Italy e favorire l'internazionalizzazione dei picco- li produttori.
Il fondatore di Mille Sapori, l'ita- liano Luciano Pavone, resterà socio con il 4o% delle quote e manterrà la guida operativa a Varsavia, come ceo.
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Alimentare Pagina 3
CORRIERE DELLA SERA
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Foglio
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«La Lega cambi la politica economica Ma questo governo non durerà»
Il vicepresidente FI: il nostro pressing li ha già costretti a pensare alcune modifiche
di Paola Di Caro
ROMA Il governo «comincia a traballare», anche sotto la spinta «delle nostre critiche, che hanno portato la Lega a farsi sentire su un decreto di- gnità totalmente sbagliato. E una nostra grande vittoria».
Lo dice Antonio Tajani, vice- presidente di Forza Italia e presidente del Parlamento europeo. Che agli alleati man- da un avvertimento: «Questo governo non dura. Non ha una politica economica, non ha un progetto coerente per il Paese, non ha visione». E un invito: «Dovrebbero tornare a pensare a come dar vita a un governo di centrodestra, per- ché gli elettori che hanno mandato in Parlamento i rap- presentanti di Lega, FI e Fdl vogliono politiche di centro- destra, non un libro dei sogni irrealizzabile e pericoloso per gli effetti che potrebbe avere sul Paese».
Convinto che per il suo par- tito esista «un grande spazio politico da occupare che non è quello della Lega, perché esistono praterie di elettori che chiedono cose diverse da quello che ci sta facendo ve- dere questo governo», Tafani insiste sulle contraddizioni
interne alla maggioranza per far ritrovare centralità a FI. E respinge i dubbi di chi vede nelle nomine dall'alto, la sua e quella di Galliani, l'ennesima mossa per non cambiare dav- vero: «Io e Adriano non aspi- riamo a fare i delfini in un mare dove non c'è da saltare e nuotare perché il leader c'è e resta Berlusconi: siamo qui per lavorare, non per i gallo- ni».
La vostra linea oggi è con- testare il governo e mettere in difficoltà la Lega?
«L'obiettivo è fare quello che serve agli italiani, e i pri- mi risultati si vedono: la no- stra battaglia per il reinseri- mento dei voucher in settori chiave come l'agricoltura, il turismo, la nostra pressione perché si cambi un decreto che non sta in piedi, ha già co- stretto la Lega a chiedere mo- difiche. Ed è un nostro merito se il decreto Di Maio fa marcia indietro, così come se si trova una linea utile sulla politica industriale, altro che chiusu- ra dell'Ilva».
Crede che la Lega sia trop- po remissiva?
«Alla Lega chiediamo che porti avanti la politica del centrodestra. Sappiamo tutti che non è possibile fare la flat tax, il reddito di cittadinanza, la riforma della Fornero senza sforare il 3%. E non ci permet-
teranno di farlo, perché è pos- sibile chiederlo solo se si chiede lo sforamento per pa- gare i debiti della pubblica amministrazione. Perché non ci si muove in quella direzio- ne, contestualmente riducen- do il debito pubblico, unica via per varare la flat tax?».
Che dovrebbe fare Salvini?
«Pretendere una politica economica diversa da quella che stiamo vedendo. `I ria dice una cosa, Di Maio l'opposto, così si va a sbattere, e si capi- sce dalla preoccupazione che si respira nell'aria, anche Dra- ghi lo ha fatto intendere. A questo punto chiediamo che la Corte dei Conti si esprima in Parlamento sulle coperture per fare reddito di cittadinan- za, Fornero, flat tax. Non vo- gliamo che il Paese sia messo a rischio».
Pensate così di risalire nei consensi? A guardare ai sondaggi, la Lega è al 30% e voi al io%...
«Non guardo ai sondaggi, e non guardo in casa d'altri.
Non soffro di invidia, voglio che il mio partito prenda più voti, non che loro che sono i nostri alleati ne prendano di meno.
Ognuno ha il suo elettorato e ognuno ha i suoi temi forti sui quali lo conquista. Noi siamo un partito liberai-democrati- co ed è quello lo spazio politi-
co che dobbiamo occupare.
Certo dobbiamo farlo con le idee e con la presenza sul campo, altrimenti resta uno spazio vuoto».
Più volte Toti ha detto che, se non si cambia davvero de- mocratizzando il partito, non si va da nessuna parte. E un rischio?
«Guardi, Giovanni è il pri- mo con cui ho parlato dopo la mia nomina. E un dirigente importante, una persona che stimo, la mia idea è che la de- mocratizzazione passa per i congressi locali - che fare- mo -, per l'allargamento alla società civile, per il coinvolgi- mento nei nuovi organi ai quali stiamo lavorando - i dipartimenti, la Consulta -, per il lavoro sul territorio, in tutti i luoghi di aggregazione e approfondimento».
Ma i dirigenti sono sempre scelti dall 'alto...
«Ma la legittimazione viene anche da quello che si fa e che si è fatto in una vita politica:
Toti è stato eletto con succes- so, io ho fatto tutto, dal consi- gliere comunale come da eletto quattro volte al Parla- mento europeo con le prefe- renze... Detto ciò, io e Galliani non siamo i leader del partito e non aspiriamo ad esserlo, perché lo è Berlusconi. C'è la- voro per chiunque voglia far- lo, le nostre porte non sono chiuse a nessuno, mai».
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Unione Europea Pagina 4
CORRIERE DELLA SERA
L1 J
Salvini dovrebbe tornare a pensare a come dar vita a un governo di centro- destra I nostri elettori non vogliono un libro dei sogni pericoloso per gli effetti che potrebbe avere sul Paese
Per Forza Italia esistono praterie di elettori che chiedono cose diverse da quello che fa il governo Io e Galliani non
aspiriamo a fare i delfini Non c'è da nuotare perché il leader resta Berlusconi
Chi è
• Antonio Tajani, 64 anni, giornalista, è presidente dei Parlamento europeo e vicepresidente di Forza Italia, partito che ha contribuito a fondare nel 1994
o t stato eletto per la prima volta euro- parlamentare nel 1994. Ha ricoperto l'incarico di commissario europeo per i Trasporti (2008/09)e l'Industria (2010/14). Nel 2014 è stato eletto vicepresidente del Parlamento Ue, carica ricoperta fino al 2017, quando è diventato presidente 0 È del 5 luglio la nomina a vicepresidente di Forza Italia, nell'ambito dei rilancio del partito voluto da Silvio Berlusconi dopo il 4 marzo
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