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NEGOZI DI VICINATO: CON LA PANDEMIA PIÙ CLIENTI PER UN IMPRESA SU DUE

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Academic year: 2022

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NEGOZI DI VICINATO: CON LA PANDEMIA PIÙ CLIENTI PER

UN’IMPRESA SU DUE

Osservatorio Fida-Confcommercio sul ruolo della distribuzione alimentare al dettaglio nell’emergenza economica e sanitaria. Accelerati i processi d’innovazione del settore, sei imprese su dieci prevedono una situazione stazionaria.

24 settembre 2020 Un’impresa su due (esattamente il 47,3%) attiva nella distribuzione alimentare al dettaglio ha rilevato un aumento di nuovi clienti durante la pandemia in corso, soprattutto nei mesi del lockdown.

Il dato è contenuto nell’Osservatorio realizzato dalla Fida, la Federazione Italiana

Dettaglianti dell’Alimentazione aderente a Confcommercio, realizzato in collaborazione con Format Research. In epoca Covid-19 i punti vendita sono stati in prima linea per assicurare la spesa e continuare ad erogare, in condizioni di difficoltà, un servizio fondamentale per i cittadini facendo così riscoprire, come afferma il 70% delle imprese, anche il ruolo dei negozi di vicinato.

Tra gli altri dati, si scopre che quasi il 31% prevede comunque un peggioramento della propria attività economica nei prossimi tre mesi, mentre per il 59% la situazione rimarrà stazionaria. L’emergenza sanitaria ha d’altronde accelerato i processi di innovazione nel settore: il 40,7% ha iniziato a fare consegne a domicilio, il 32,2% ha intensificato il servizio e il 14,2% ha attivato servizi di asporto. Anche sul fronte digitale crescono le imprese che hanno avviato servizi che prima non offrivano, come la prenotazione della spesa tramite email (il 13,1%) e social network (il 9%), il click & collect (7,1%) e la vendita per mezzo di

piattaforme online (per il 4,7%).

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https://www.confcommercio.it/-/osservatorio-fida-settembre-2020

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Con la pandemia gli italiani hanno riscoperto i negozi di quartiere

Un esercizio commerciale su due ha aumentato la clientela.

L'Osservatorio Fida-Confcommercio: le imprese si sono

adeguate con successo e tempestività alle nuove disposizioni sanitarie e di sicurezza. Accelerati i processi d’innovazione

24 settembre 2020 AGI - Con il Covid-19 le imprese delle distribuzione alimentare al dettaglio sono state messe a dura prova e, soprattutto durante il lockdown, i punti vendita sono stati in prima linea per assicurare la spesa e continuare ad erogare, in condizioni di difficoltà, un servizio fondamentale per i cittadini facendo riscoprire anche il ruolo dei negozi di vicinato (come afferma il 70% delle imprese) e quasi un’impresa su due (47,3%) ha rilevato un aumento di nuovi clienti. È quanto emerge dall’Osservatorio della Fida, la Federazione italiana dettaglianti dell’alimentazione aderente a Confcommercio, realizzato in collaborazione con Format Research.

Secondo l'analisi, il 31% delle imprese prevede un peggioramento della propria attività economica nei prossimi tre mesi, mentre per il 59% la situazione rimarrà stazionaria. Principalmente all’inizio e nella fase più acuta della pandemia le impresehanno dovuto risolvere problemi di carattere organizzativo mai affrontati prima, con dispendio di energie e risorse, come il reperimento dei dispositivi di protezione individuale, ma si sono adeguate con successo e tempestività alle nuove

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disposizioni sanitarie e di sicurezza: dalla pulizia e sanificazione quotidiana di ambienti e strumenti, all’installazione dei pannelli separatori in plexiglass tra dipendenti e clienti.

L'emergenza sanitaria ha accelerato i processi di innovazione nel settore: il 40,7% delle imprese ha iniziato a fare consegne a domicilio, il 32,2%, di quelle che già lo facevano, ha intensificato questo servizio e il 14,2% ha attivato servizi di asporto. E anche sul fronte digitale crescono le imprese che hanno avviato servizi che prima non offrivano come la prenotazione spesa tramite email (per il 13,1%), tramite Social Network (per il 9%), il click & collect (per il 7,1%) e la vendita per mezzo di piattaforme online (per il 4,7%). Le imprese della distribuzione alimentare al dettaglio in Italia sono oltre 140 mila, pari a circa il 4% del totale complessivo delle imprese, di cui il 60%

'specializzate'.

https://www.agi.it/economia/news/2020-09-24/coronavirus-affollamento-negozi-di-quartiere-9747823/

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ROMA 24 settembre 2020 20:38 - I pesanti impatti della pandemia di Coronavirus sul tessuto economico si traducono anche in cambi delle abitudini dei consumatori, delle modalità di acquisto e consumo. L'Osservatorio della Fida, la Federazione italiana dettaglianti dell'alimentazione aderente a Confcommercio, realizzato in collaborazione con Format Research, ha rilevato come i cittadini abbiano riscoperto i negozi di vicinato.

Quasi un'impresa su due (47,3%) ha segnalato infatti un aumento di nuovi clienti. La cautela negli spostamenti, il distanziamento sociale e le altre misure per arginare la pandemia, inducono i consumatori a comprare maggiormente vicino casa oppure online.

E le imprese si adeguano: il 40,7% ha iniziato a fare consegne a domicilio, il 32,2%, di quelle che già lo facevano, ha intensificato questo servizio e il 14,2% ha attivato servizi di asporto. Sul fronte digitale invece crescono le imprese che hanno avviato servizi che prima non offrivano, come la prenotazione spesa tramite email (per il 13,1%), tramite social network (per il 9%), il click & collect (per il 7,1%) e la vendita per mezzo di piattaforme online (per il 4,7%). Le imprese della distribuzione alimentare al dettaglio in Italia sono oltre 140mila, pari a circa il 4% del totale complessivo delle imprese, di cui il 60% "specializzate".

Di fronte a questo cambio di paradigma anche la grande distrubuzione sembra muoversi nella direzione del "negozio di quartiere", intensificando gli investimenti. Un caso è quello di Esselunga, che a giugno ha inaugurato il secondo store laEsse a Milano, una nuova proposta di negozio "di vicinato" per pasti rapidi e piccole spese. Ci prova anche Eni con il progetto "Eni Emporium", che prevede l'integrazione di nuovi servizi in alcuni dei 600 Eni Café già presenti nelle Eni Station di tutta Italia.

Stazioni di servizio dunque che diventano anche negozi di vicinato. Forse è davvero presto per parlare di fine dei grandi centri commerciali, di crisi della grande distrubuzione, ma la crescita dell'e-commerce e la riscoperta della spesa vicino casa stanno comunque imponendo ai grandi gruppi di adattarsi, rimodellando le proprie strategie. .

https://www.ansa.it/canale_lifestyle/notizie/societa_diritti/2020/09/24/il-quartiere-torna-ad-essere-centro-la-riscoperta-dei-negozi-di-vicinato_42a4f3fe-6194-4a8d-8daa-0ad63396136b.html

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In pandemia si riscopre la vendita a dettaglio

redazione | venerdì 25 Settembre 2020 -

ROMA – In quarantena “le imprese delle distribuzione alimentare al dettaglio sono state messe a dura prova e, soprattutto durante il lockdown, i punti vendita sono stati in prima linea per assicurare la spesa e continuare ad erogare, in condizioni di difficoltà, un servizio fondamentale per i cittadini”. È uno degli elementi che emerge dall’Osservatorio della Fida, la Federazione Italiana Dettaglianti dell’Alimentazione aderente a Confcommercio, realizzato in collaborazione con Format Research, che evidenzia la riscoperta del ruolo dei negozi di vicinato (come afferma il 70% delleimprese) mentre quasi un’impresa su due (47,3%) ha rilevato un aumento di nuovi clienti. Si tratta di un settore che conta oltre 140 mila imprese della distribuzione alimentare al dettaglio, pari a circa il 4% del totale complessivo delle imprese, di cui il 60% ‘specializzate’. Nonostante questo dato il 31% delle imprese prevede un peggioramento della propria attività economica nei prossimi tre mesi, mentre per il 59% la situazione rimarrà stazionaria. L’Osservatorio segnala come principalmente all’inizio e nella fase più acuta della pandemia le imprese hanno dovuto risolvere problemi di carattere organizzativo mai affrontati prima, con dispendio di energiee risorse, come il reperimento dei dispositivi di protezione individuale, ma si sono adeguate con successo e tempestività alle nuove disposizioni sanitarie e di sicurezza. Insomma, si segnala da Fida, “l’emergenza sanitaria ha accelerato i processi di innovazione nel settore: il 40,7% delle imprese ha iniziato a fare consegne a domicilio, il 32,2%, di quelle che già lo facevano, ha intensificato questo servizio e il 14,2% ha attivato servizi di asporto.

https://qds.it/in-pandemia-si-riscopre-la-vendita-a-dettaglio/

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Il Rinascimento del dettaglio tradizionale

Venerdì 25 Settembre 2020 Quasi un’impresa della distribuzione alimentare al dettaglio su

due (il 47,3%) ha rilevato un aumento di nuovi clienti durante la pandemia, soprattutto nei mesi del lockdown: il dato, che conferma quanto emerso durante l'ultima edizione di Think Fresh, è contenuto nell’Osservatorio realizzato dalla Fida, la Federazione Italiana Dettaglianti

dell’Alimentazione aderente a Confcommercio, realizzato in collaborazione con Format Research. In epoca Covid-19 i punti vendita sono stati in prima linea per assicurare la spesa facendo così riscoprire, come afferma il 70% delle imprese, anche il ruolo dei negozi di vicinato.

L’emergenza sanitaria ha inoltre accelerato i processi di innovazione nel settore: il 40,7% ha iniziato a fare consegne a domicilio, il 32,2% ha intensificato il servizio e il 14,2% ha attivato servizi di asporto.

Anche sul fronte digitale crescono le imprese che hanno avviato servizi che prima non offrivano, come la prenotazione della spesa tramite email (il 13,1%) e social network (il 9%), il click & collect (7,1%) e la vendita per mezzo di piattaforme online (per il 4,7%). Tra gli altri dati, emerge che quasi il 31% prevede comunque un peggioramento della propria attività economica nei prossimi tre mesi, mentre per il 59% la situazione rimarrà stazionaria.

Dal food in generale al nostro settore, il Monitor Ortofrutta presentato a Think Fresh ha messo in luce come il dettaglio tradizionale ortofrutticolo abbia consolidato il plus competitivo conseguito durante la fase clou della pandemia, restando in terremo positivo anche a giugno: "I dettaglianti ortofrutticoli si sono mossi sul fronte del servizio - aveva detto nell'occasione il managing director di Agroter e Italiafruit News Roberto Della Casa - e hanno saputo utilizzare bene gli strumenti di comunicazione innovativi".

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Durante la pandemia l’82% dei dettaglianti ortofrutticoli ha fatto consegne a domicilio. Per farsi conoscere e per dare la possibilità ai clienti impauriti di non uscire dalle proprie abitazioni, il 68% dei fruttivendoli ha utilizzato strumenti multimediali di promozione della propria attività. I più diffusi sono stati i social network,come Facebook, e l’app di messaggistica istantanea Whatsapp.

Durante il lockdown, inoltre - stando sempre al Monitor Ortofrutta - sono aumentati i consumatori che dichiarano di essere andati al supermercato (40%) e dal fruttivendolo (22%). I discount sono rimasti stabili, mentre gli ambulanti e tutto il canale diretto sono diminuiti.

La spesa media dai dettaglianti tradizionali dell'ortofrutta durante la pandemia è aumentata del 63%, perché le persone potendo uscire meno e non potendosi spostare dal proprio comune hanno riscoperto i piccoli negozi. Ed è significativo il fatto che mentre la Gdo ha assorbito l'incremento dei costi del mondo produttivo nella fase più critica (a marzo l'inflazione è stata pari a zero), il canale tradizionale ha visto viceversa lievitare i listini.

Copyright 2020 Italiafruit News

http://www.italiafruit.net/dettaglionews/56505/lapprofondimento/il-rinascimento-del-dettaglio-tradizionale

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La pandemia fa riscoprire agli italiani i negozi di quartiere

24 Settembre 2020 by redazione Il 40,7% delle imprese ha iniziato a fare consegne a domicilio, quelle che già lo facevano hanno intensificato questo attività e il 14,2% ha attivato servizi di asporto

Con il Covid-19 le imprese delle distribuzione alimentare al dettaglio sono state messe a dura prova e, soprattutto durante il lockdown, i punti vendita sono stati in prima linea per assicurare la spesa e continuare ad erogare, in condizioni di difficoltà, un servizio

fondamentale per i cittadini facendo riscoprire anche il ruolo dei negozi di vicinato (come afferma il 70% delle imprese) e quasi un’impresa su due (47,3%) ha rilevato un aumento di nuovi clienti. È quanto emerge dall’Osservatorio della Fida, la Federazione italiana dettaglianti dell’alimentazione aderente a Confcommercio, realizzato in collaborazione con Format Research.

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IL 31% DELLE IMPRESE PREVEDE UN PEGGIORAMENTO DELLA PROPRIA ATTIVITÀ Secondo l’analisi, il 31% delle imprese prevede un peggioramento della propria attività economica nei prossimi tre mesi, mentre per il 59% la situazione rimarrà stazionaria.

Principalmente all’inizio e nella fase più acuta della pandemia le imprese hanno dovuto risolvere problemi di carattere organizzativo mai affrontati prima, con dispendio di energie e risorse, come il reperimento dei dispositivi di protezione individuale, ma si sono adeguate con successo e tempestività alle nuove disposizioni sanitarie e di sicurezza:

dalla pulizia e sanificazione quotidiana di ambienti e strumenti, all’installazione dei pannelli separatori in plexiglass tra dipendenti e clienti.

IL 40,7% DELLE IMPRESE HA INIZIATO A FARE CONSEGNE A DOMICILIO

L’emergenza sanitaria ha accelerato i processi di innovazione nel settore: il 40,7% delle imprese ha iniziato a fare consegne a domicilio, il 32,2%, di quelle che già lo facevano, ha intensificato questo servizio e il 14,2% ha attivato servizi di asporto. E anche sul fronte digitale crescono le imprese che hanno avviato servizi che prima non offrivano come la prenotazione spesa tramite email (per il 13,1%), tramite Social Network (per il 9%), il click

& collect (per il 7,1%) e la vendita per mezzo di piattaforme online (per il 4,7%). Le

imprese della distribuzione alimentare al dettaglio in Italia sono oltre 140 mila, pari a circa il 4% del totale complessivo delle imprese, di cui il 60% ‘specializzate’.

https://www.sudefuturi-magazine.it/2020/09/24/la-pandemia-fa-riscoprire-agli-italiani-i-negozi-di-quartiere/

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https://www.qresearch.it/2020/09/24/con-la-pandemia-gli-italiani-hanno-riscoperto-i-negozi-di-quartiere/

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L’emergenza coronavirus ha fatto riscoprire i negozi di vicinato

Con la pandemia di Covid-19 i cittadini hanno riscoperto i negozi di vicinato. Quasi

un'impresa su due (47,3%) ha rilevato infatti un aumento di nuovi clienti. È quanto emerge dall'Osservatorio della Fida, la Federazione italiana dettaglianti dell'alimentazione aderente a Confcommercio, realizzato in collaborazione con Format Research. All'inizio e nella fase più acuta della pandemia, rileva l'Osservatorio, le imprese hanno dovuto risolvere problemi di carattere organizzativo mai affrontati prima, con dispendio di energie e risorse, come il reperimento dei dispositivi di protezione individuale, ma si sono adeguate con successo e tempestività alle nuove disposizioni sanitarie e di sicurezza. L'emergenza sanitaria inoltre ha accelerato i processi di innovazione nel settore: il 40,7% delle imprese ha iniziato a fare consegne a domicilio, il 32,2%, di quelle che già lo facevano, ha intensificato questo servizio e il 14,2% ha attivato servizi di asporto. E anche sul fronte digitale crescono le imprese che hanno avviato servizi che prima non offrivano, come la prenotazione spesa tramite email (per il 13,1%), tramite social network.

https://www.fanpage.it/live/coronavirus-ultime-notizie-24-settembre/

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Con la pandemia gli italiani hanno riscoperto i negozi di quartiere

24/09/2020

AGI – Con il Covid-19 le imprese delle distribuzione alimentare al dettaglio sono state messe a dura prova e, soprattutto durante il lockdown, i punti vendita sono stati in prima linea per assicurare la spesa e continuare ad erogare, in condizioni di difficoltà, un servizio fondamentale per i cittadini facendo riscoprire anche il ruolo dei negozi di vicinato (come afferma il 70% delle imprese) e quasi un’impresa su due (47,3%) ha rilevato un aumento di nuovi clienti. È quanto emerge dall’Osservatorio della Fida, la Federazione italiana dettaglianti dell’alimentazione aderente a Confcommercio, realizzato in collaborazione con Format Research.

https://cittadi.it/con-la-pandemia-gli-italiani-hanno-riscoperto-i-negozi-di-quartiere-2/

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Giovedì, 24 Settembre 2020 16:03

Con la pandemia gli italiani hanno riscoperto i negozi di quartiere

Un esercizio commerciale su due ha aumentato la clientela. L'Osservatorio Fida- Confcommercio: le imprese si sono adeguate con successo e tempestività alle nuove disposizioni sanitarie e di sicurezza. Accelerati i processi d’innovazione.

http://www.agoramagazine.it/index.php?option=com_k2&view=itemlist&task=tag&tag=Negozi%20vicinato&Itemid=628

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L'altra faccia della crisi da pandemia: riscoperti i negozi di quartiere, uno su due ha raddoppiato la clientela

L'Osservatorio Fida-Confcommercio: le imprese si sono adeguate con successo e

tempestività alle nuove disposizioni sanitarie e di sicurezza. Accelerati i

processi d’innovazione

Settembre 24, 2020 Con il Covid-19 le imprese delle distribuzione alimentare al dettaglio sono state messe a dura prova e, soprattutto durante il lockdown, i punti vendita sono stati in prima linea per assicurare la spesa e continuare ad erogare, in condizioni di difficoltà, un servizio fondamentale per i cittadini facendo riscoprire anche il ruolo dei negozi di vicinato (come afferma il 70% delle imprese) e quasi un’impresa su due (47,3%) ha rilevato un aumento di nuovi clienti. È quanto emerge dall’Osservatorio della Fida, la Federazione italiana dettaglianti dell’alimentazione aderente a Confcommercio, realizzato in collaborazione con Format Research.

Secondo l'analisi, il 31% delle imprese prevede un peggioramento della propria attività economica nei prossimi tre mesi, mentre per il 59% la situazione rimarrà stazionaria.

Principalmente all’inizio e nella fase più acuta della pandemia le imprese hanno dovuto risolvere problemi di carattere organizzativo mai affrontati prima, con dispendio di energie e risorse, come il reperimento dei dispositivi di protezione individuale, ma si sono adeguate con successo e tempestività alle nuove disposizioni sanitarie e di sicurezza: dalla pulizia e sanificazione quotidiana di ambienti e strumenti, all’installazione dei pannelli separatori in plexiglass tra dipendenti e clienti.

L'emergenza sanitaria ha accelerato i processi di innovazione nel settore: il 40,7% delle imprese ha iniziato a fare consegne a domicilio, il 32,2%, di quelle che già lo facevano, ha intensificato questo servizio e il 14,2% ha attivato servizi di asporto. E anche sul fronte digitale crescono le imprese che hanno avviato servizi che prima non offrivano come la prenotazione spesa tramite email (per il 13,1%), tramite Social Network (per il 9%), il click

& collect (per il 7,1%) e la vendita per mezzo di piattaforme online (per il 4,7%). Le imprese della distribuzione alimentare al dettaglio in Italia sono oltre 140 mila, pari a circa il 4% del totale complessivo delle imprese, di cui il 60% 'specializzate'.

https://www.ilcomizio.it/attualita/author/1201-fabiopasini

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25 settembre 2020

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