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Resoconto sullo stato delle risorse idriche al 30 settembre 2018

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Academic year: 2022

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Resoconto sullo stato delle risorse idriche al 30 settembre 2018

Torrente Avenale a Castelfranco Veneto (TV).

Fiumicello Tergola a San Giorgio delle Pertiche (PD).

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Premessa:Il comprensorio di Acque Risorgive è solcato da un sistema idrografico complesso, in parte a deflusso naturale e in parte a scolo meccanico, che comprende corsi d’acqua arginati e una fitta rete secondaria consortile. Esso interessa principalmente il bacino idrografico direttamente scolante in Laguna di Venezia (86,7%), ed in misura minore i bacini del fiume Brenta (7%) e del fiume Sile (6,3%).

Per quanto riguarda l’irrigazione il Acque Risorgive si avvale sia di fonti di approvvigionamento da acque superficiali che da falda freatica. Le fonti di prelievo di acqua superficiale sono rappresentate da un notevole numero di opere di presa che interessano sia dei corsi d’acqua regionali di II categoria, non gestiti dal Consorzio (Fiume Brenta, Naviglio Brenta, Taglio di Mirano, Idrovia, Fiume Sile, Torrente Muson dei Sassi), sia dei corsi d’acqua di III categoria su cui opera il Consorzio in forza della delegazione amministrativa attivata nel 2005 (Fiumicello Muson Vecchio e Fiumicello Tergola). A queste fonti si aggiunge la risorsa idrica derivante dalle risorgive, presenti in numero molto elevato nel comprensorio consortile.

Nei distretti irrigui Marzenego, Dese e Zero una consistente fonte d’acqua deriva dal cosiddetto schema interconsortile Fener che trae origine dalla presa irrigua del canale Brentella di Pederobba a Fener (BL) tramite la quale vengono prelevati dal Piave oltre 30 m³/s. Una piccola parte di tale dotazione, stimabile in circa 2-3 m³/s, per lo più derivante da scarichi in eccesso, si rende disponibile ad Acque Risorgive tramite una serie di rogge (Musonello, Musoncello, Acqualonga e Brenton del Maglio), da cui originano i fiumi Marzenego e Dese e Zero.

Nella parte nord occidentale del comprensorio (meglio evidenziata nella mappa), nel distretto denominato Bacino Nord, ricadente nei Comuni di Cittadella, Tombolo, San Martino di Lupari e Castelfranco Veneto, l’attività irrigua interessa un’area attrezzata di circa 700 ha nell’ambito della quale sono dislocati 4 impianti pluvirrigui alimentati da altrettanti pozzi freatici (pozzo Sansughe, pozzo Castellan Nuovo, pozzo Castellan Sperona e pozzo Poisolo); accanto a questi 4 pozzi ne esistono altri che invece vengono impiegati come pozzi di emergenza allo scopo di integrare la dotazione idrica dei sistemi Tergola - Vandura e Acqualunga - Muson Vecchio (pozzo Rizzetto, pozzo Fosse e pozzo Sansughe Tergola).

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Precipitazioni: [FONTE: ARPAV “Rapporto sulla risorsa idrica in Veneto al 30 settembre 2018”]. Nel mese di settembre 2018 nella Regione Veneto sono caduti mediamente 81 mm di pioggia contro una media 1994 – 2017 di 112 mm, ossia il 28% in meno. Rispetto alla media 1994-2017, si riscontra una situazione di deficit pluviometrico del 50% nel bacino del fiume Sile, del 46% nel bacino del fiume Piave, del 40% nel Bacino Scolante in Laguna di Venezia e del 18% nel bacino del fiume Brenta.

Facendo riferimento al periodo ottobre 2017 – settembre 2018, la precipitazione media complessiva nella Regione Veneto ammonta a 1107 mm, contro una media 1994-2017 di 1117 mm; gli apporti sono pertanto nella media (-1%). Considerando i bacini idrografici che interessano il territorio di Acque Risorgive si rileva, rispetto alla media 1994-2017, un ammanco quantificabile nel -6% sul Sile e nel - 5% nel Bacino scolante. Per quanto riguarda invece il bacino Piave gli apporti pluviometrici risultano essere superiori alla media del periodo del 4%, mentre per il bacino del Brenta non si osserva alcuno scostamento rispetto alla media.

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Riserve nivali: [FONTE: ARPAV “Rapporto sulla risorsa idrica in Veneto al 30 settembre 2018”]. Le riserve idriche sul bacino del Piave, relative ai sottobacini di interesse per il sistema idroelettrico Piave-Boite- Maé, sono ancora irrilevanti ai fini della risorsa idrica.

Serbatoi: [FONTE: ARPAV “Rapporto sulla risorsa idrica in Veneto al 30 settembre 2018”]. Alla fine di settembre il volume totale invasato nei serbatoi del Piave (Lago di Santa Croce, Lago di Mis e Lago di Pieve di Cadore) viene quantificato in 83 Mm3, ossia il 50% del volume massimo invasabile. Si tratta di un valore di poco inferiore alla media del periodo (-13%), in linea con quello registrato negli ultimi anni e pari a 3 volte il minimo del 2003. La forte riduzione (-46 Mm3) rispetto al dato rilevato a fine agosto, è dovuta alla necessità di raggiungere la quota di laminazione imposta per ogni bacino.

Per quanto riguarda il bacino del Corlo, a fine settembre risultano invasati 9.5 Mm3 (contro i 26.2 di fine agosto) un valore pari al 25% del volume massimo invasabile (-40% rispetto alla media del periodo). Si tratta di un dato vicino a quello del 2016 e superiore solamente a quello minimo raggiunto nel 2003 (+50%).

Falda: Prendendo in considerazione i livelli della falda, rilevati nei pozzi freatici consorziali dislocati nell’alta padovana (tra Cittadella e San Martino di Lupari) e a Castelfranco Veneto (TV), si evidenziano, a inizio ottobre (01/10/2018), valori in lieve aumento (dai +11 ai +17 cm) nella zona di San Martino di Lupari e Galliera Veneta, o in lieve calo (dai -8 ai -9 cm) nella zona di Cittadella, rispetto a quelli registrati a inizio settembre (03/09/2018). Gli attuali livelli freatimetrici rimangono comunque ancora inferiori a quelli medi attesi per il periodo.

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Portate: La portata dei maggiori fiumi veneti, in calo dalla metà del mese, al 30 settembre, si attesta su valori inferiori a quelli delle medie storiche. Considerando la portata media del mese di settembre

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