• Non ci sono risultati.

MEMORIA SOPRA I VANTAGGI INCOMPARABILI CHE... Luca Donati. Digitized by Google

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "MEMORIA SOPRA I VANTAGGI INCOMPARABILI CHE... Luca Donati. Digitized by Google"

Copied!
56
0
0

Testo completo

(1)

MEMORIA SOPRA I

VANTAGGI

INCOMPARABILI

CHE...

Luca Donati

DigitizedbyGoogle

(2)

DigitizedbyGoogle

(3)

INTRODUZIONE

fin

dell'

Epota,

nellaquale

fu

itrotfodo

il

Mercurio

è stato sempre riscontrato(co e per un corso di varj anni, io stesso h» rile- vato

J

che amministrato sotto qualunque spe~

ce di preparazione ha vinta quasi semrpe la lue

A

questo vantaggio, si sono nella plu- ralità dei casioppostiglisconcerti, chenella

maggior

parte dele cure produce il medesi-

mo

, per cui tanti affettidi lug., non possono

*

ripristinarsi in salute, restando vittime di questo potente distruttore dell'umanità.

Mio

scopo non è didilungarminella re*

petizione delle varie maniere di preparare questo fluido metallo, poiché temerei d*

of

fendere i mìei benigni lettori, ben istruiti

per

mezzo

di tante opere celebri delle varie

forme,

e maniere di prepararlo in medicina,

DigitizedbyGoogle

(4)

Alieno ancora dalla presunzione dispie*

gare la maniera, colla quale corregga,e di- strugga il veleno venereo, passar voglio a dimostrare puramente , che questo benefico metallo, preparato coli9

Oppio,

e Canfora, produce effetti mirabili nel vincer la lue, senz'apportare il minimo danno alle Fauci, e sue parti adiacenti.

Se V

impostura, ed il ciarlatanismo fos- sero statimiei retaggi, avereiformato un se*

greto di questa mia ricetta, per venderla a caro prezzo,

come

fece il Chirurgo Keiser a Luigi

XF^ Re

di Francia*

Alieno da tutto ciò, che disonorailRi- spettabil Ceto

Medico

-Chirurgico, ascrivo

a

Olio sacro dovere, di produrreal Pubblico quest'utilissima scoperta, che se non sarà compensata

da

quelVinteresse,che poteva es*

ser frutto d'un'arcano, piò, largamente ne sarò premiato, se incontrerà

(come

spero

)

nell'universale quel fortunato successo, che

ha

incontrato,

ed

incontra sotto la mia scor- ta, curando con piacere, e felicità i miei tonsinxili, per i quali tutti noi ci

dobbiamo

impiegare col maggior disinteresse.

Digitizedby

(5)

Guidato adunque

da questo desiderio;

comincerò il mio dettaglio dal dimostrare

,

primieramente la depurazione, e preparazio- ne del Alercurio'

Secondariamente descriverò la maniera d*adoprarlo, indicando tutti gl'effetti, che produce, istituendo così regolatamente ilpia- no di cura.

In terzo luogo senza repetere, quanto avrò detto de' suoi effetti, descrivendo la cura (eccettuate alcune particolarità necessw

rie rimarcarsi), passerò

ad

autenticarla con una serie di casi pratici.

Spero , che se i miei consimili saranno fedeli esecutori, di quanto sarò per descri- vere, non mancheranno d' autenticare con la loro saviezza questo vantaggioso

metodo

, non desiderando

da

loroin

rùompenza

delle mie fatiche, che

t

estenzione di questo utile ri-

trovato; di cui L'umanità languente ci sarà sempre tenuta*

DigitizedbyGoogle

(6)

DigitizedbyGoogle

(7)

I

Depurazione

E MANIERA D* ADOPR ARE

IL MERCURIO

E SUOI EFFETTI,

Il Mercurio

reputato, e riscontrato il p\ì vantaggioso inArte

Medica

j è quello re-

vilificato dal Cinabro. 1

Ognuno

sà però, che tal

Mercurio

è d' una spesa

non

piccola,

onde dovendone

fare grand' uso per gli Spedali , e per la po- vera gente, ottenendosi 1'istesso intento dal Mercurio

meno

costoso, sarà

sempre

prefe- ribile,

venendo

così evitato tutto quel lavo- ro

Chimico,

necessario per la di lui purifi- cazione, che

non

in tutti i luoghi

può

ese- gJirsi.

Che

però in

mancanza

dei necessari co-

modi

, ed a scanso ancora d'una spesa gra- va

> tanto più, che l'effetto è il

medesimo,

DigitizedbyGoogle

(8)

8

io

mi

servo del

Mercurio

depurato con

P

a- equa recente di Calce.

i

La

sua depurazione rilevasi dalla puri- dell'acqua, che ne sorte limpida,

dopo

aver fatte varie lozionial

Mercurio

suddetto.

Allora prendo questo

Mercurio

, e pas- satolo piùvolte per panni lini

mondi

, loso- prappongo ad un vaso coperto di pelle,adat- tata ad uso di recipiente.

Concesso a detto Mercurio il

tempo

ne- cessario per passare nel vaso sottoposto per filtrazione, fo prendere una libbra del me-

desimo,

e lo fo estinguere con tre oncedi sego di Castrato, o sia Caprino'estinto cesi, aggiungo un'oncia e

mezzo d'Oppio

pove- rizzato, ed una mezz'oncia di Canfora; per

mezzo

di una continuata macinazione fo ani- re questa polvere al

Mercurio

, facilitavio- ne insensibilmente 1" unione, coli'aggiunta graduata di

nove

once di grasso porcino.

È

prova costante, che v'abbisognar»

quattro giorni di lavoro assoluto, per ridur- re 1'unguento perfettissimo,che

come ogntm

,

non

deve avereatomidi sorte alcuna ri- sibili

.

Preparato così, lo pratico nella dos# di

due

ottave per unzionefche a seconda delle

Digitizedby

(9)

'9

regole già prescritte da tutti i Professori più, cel bri di Medicina, e Chirurgia, fo dall'e- stremità inferiori, fino alle superiori l'unzio- ni, che generalmente ascendono al

numero

di

XVI.

Rare

volte premetto una purga, o mis- sione di sangue,

non

essendo frequenti tali

occorrenze; Premetto bensì Pablozione con acqua calda, e sapone della parte da unger- si, qual abluzione con spugna, fo repetere più volte nel corso dellacura, e specialmente

quando

pratico le unzioni locali

.

Disposto cosi 1*Infermo, nella primase- ra gli prescrivo

due

grani d'

Oppio

;

Una mezz'ora dopo

gli fo fare l'unzione.

Dopo

la terza, o quarta unzione, sogliono

compa-

rire i sudori , ed alle volte

,

dopo

pure la

seconda.

Nei

deboli per effetto di costituzione, o sia per malattia febbrile, prescrivo P uso della

China

, in dose di

due

ottave, per ogni presa, replicare mattina, e sera; a questa unisco la dose suddetta dell'Oppio. Incon- trando debolezze di

stomaco

, tutte le volte che

non

disturba l'Infermo, fo diluire detta China in once quattro di vino generoso, e nei casi di

non

poter amministrare laChina

DigitizedbyGoogle

(10)

i

io

in sostanza, «io la decozione di essaf fetta

però con dose doppia di

China

, della solita consumarsi nell'ordinarie decozioni.

Qesta decozione nello stato di debolez- 4 za T avvaloro con discreta dose di liquore

anodino, e

Laudano

liquido, prescrivendola nel peso d' una libbra,

metà

la mattina,

a metà

la sera , e nelle

massime

debolezze,ol- tre l'aumentodelle solite dosi di liquore

Ano-

dino, e

Laudano

liquido, prescrivo farsi ta!

decozione con

Vino

generoso,

non

trascu- rando di far nutrire

P ammalato

a proporzio-

ne

desuoi bisogni, facendogli far uso di

mo-

derata quantità di

Vino buono

, nelle ricor- renze de Pasti.

Fuori delle citate combinazioni , inco- mincio

P

unzioni assolate,

accompagnate

sol-

tanto dall'uso dell'

Oppio

, ricorrendoaisud- * detti presidj, nel puntosolo, in cui PInfer-

mo

principia ad essere alquanto abbattuto

dai sudori, e dall'uso dei purganti necessari

come

appresso.

Nella pluralità de' casi,

dopo

la sesta ,o

j

gettiraa unzione, risvegliasi

una

sensazione dolorosa allo stomaco.

Alla comparsa di questo sintonia, pre- scrivo un'ottava di Sciarappa, unita a tre

DìgitizedbyGoogle

(11)

ottave dì

Zucchero

, chesi diluiscein

Acqua,

Caffè,

o Brodo,

a piacimento dell'Infermo, facendoloin appresso soprabbevere varietaz-

ae di

Brodo

lungo di Castrato;

Al

muoversi lo sgravio fecale, svanisce subito il sintonia suddetto, e persistendof il che è raro, ri- chiede il presidio della decozione di China,

come

sopra composta

Sospendo

per

un

giorno,

o due

V un- zione, proseguendoperaltronell'uso dell'Op- pio, oppure nei casi suddivisati, nell'altro della

China, o

sivvero della decozione sopra espressa

.

Ogni

quarto,

o

quinto giorno,

aumento

le dosi dell'Oppio, che in

non

rari casi,

ho

praticato a dosi molto generose» .

I sudori nel corso di detta cura s'au-

mentano

in copia, equesti nella maggiorpar- te dei casi, sono più copiosi nelle parti gii state soggette alle unzioni, nelle quali l'In- fermo risente manifestamente

un grado

di ca- lore aumentato; seguendo per altro nelle sta- gioni fredde l'opposto; mentre allora invece di questi, fluiscono in abbondanza le orine,

,

cariche

d'un

rilevante, quasi marcioso sedi-

mento,

qual sedimento comparisce ancora,

DigitizedbyGoogle

(12)

12

ma

in

minor

dose nel caso favorevole dei 1 suddetti copiosi sudori

.

Questa èV epoca del miglioramentodell»

Infermi,

avendo

veduto da questo punto in 4 avanti, svanire a gran passi tutti i sintomi,

che

accompagnavano

le diverse malattie

Ve-

neree da

me

curate.

A

vista di ciò, sospendo

nuovamente

le unzioni, e replico la purga sopradescritta

,

che

deve

reiterarsi quante viIte s'affaccino gl'incomodi di stomaco, ed anche al solo comparire d'uno scioglimento di corpo., che in qualche caso

ho

veduto affacciarsi senza l'incomodo suddetto;

Comincio

allora a di- minuire la dose dell'Oppio sera, per sera, continuando per altro Vuso degL' eccitanti

,

relativi alla

China

e dell'Oppio, talché ri-

dotto l'Oppioalla prima dose dei

due

grani , <

termino la cura con una generale abluzione fatta con la sopradescritta tepida saponata

.

Il

numero

delle unzioni è indetermina- to,

mentre me

ne sono occorse le dodici

,

le ventiquattro,le quaranta, lecento, e cen- to venti ancora, per vincere una lue confer-

mata

, che aveva prodotti dei

Tumofi

, do- lori pertinaci, carie d' ossa, corrorsoni id-

DigitizedbyGoogle

(13)

>s cerose ec.

eome

dalle seguenti osservazioni pratiche sarà rilevate».

Non mi

è

mai

occorso doverpraticareil

fcagno tepido universale, se

non

nei casi di forti dolori, e nell'Inverno,

come

dall'Os-

servazione di

numero

VI., e dall'altra di

numero XIL

rilevasi.

Nella bella stagione mai

ho

ristrettii miei Infermi in

camere

serrate, ne a loro

ho

so- prapposti dei mezzi pereccitarli i sudori, esr

sendosi stati alcuni, ed alcune, che, o pex circostanza dei loro bisogni ,o per occultare le loro malattie, che

non

gì'obbligavano per imponenti concomitanze a stare in letto, si

sono prodotti nel corso della loro cura al .

Pubblico; questi per altro

non hanno

avuti, che dei

madori

notturni, ottenendo in segui- to la loro crise dal favore dell'orine,

come

accadde in special

modo

all'Infermo ripor- tato nell'Osservazione di

numero X.

ed alla

Femmina

descritta nell'altra di

numero XI.

Compite

queste cure, ho rivolte le

mie

mire alle località, praticando le Iniezioni

Toniche

negli scoli Gonorrici , i Caustici nelle Ulceri, che

non

eransi abolite, ed il

ferro, per estirpare ciò, che avea cambiata

DigitizedbyGoogle

(14)

natura,

come

dalP Osservazionedi

numero X.

apparisce

ProntissimesonoState le guarigioni,co-

me ognuno

ae resterà persuaso , leggendo quei casi pratici; che

mi

è stato lecito de- scrivere con l'impressione de propri

nomi

degl'Infermi, e gl'altri senza tal impressio-

ne

,restringendomi per

non

rendermi tedioso ad una limitata quantità, essendo sopra il

numero

di cento icasi, che potrei addurre

,

come

verrà rilevato dalla

Firma

dell'Erudi- tissimoSignore Dottore

Giovan

Battista Deir- nich

Medico Regio

di questa Città, testimo- ne de vi u delle

mie

cure, fin dal

momen-

to, che le principiai con questo sistema da esso applaudito, e confermato per vantag- gioso per cui animato dalla sua autorità

,

non

per effetti d'ambizione,

o

vana gloria;

ma

per solo fine da

me

protestato di ren-

dermi

utile alla Società,

sonomi

determinato a dare alle stampe questa

mia

tenue si,

ma

interessante

memoria,

parto dalla pura ve- rità, assicurando il Pubblico di

non

aver

mai

veduti i miei Infermisottoposti, se

non

a quei sintomi, che

ho

descritti,

ed

agi' al- tripropri delle lororespettive malattie, esenti

Digitizedby

(15)

i5 costantemente dal Flagello delTialismo, che

non

si è presentato

mai,

ne in veruna cir- costanza

A

bella posta

mi

procurai delleoccasio- ni, per mettere in pratica detta cura nei ri- gori dell'Inverno.

Nel

corsodiquestecure,

non ho

fatte

mai

riscaldare oltre natura le

Camere

con

Fuo*

co,

come

dalPOsservazione di

numero XII.

rilevasi, e dall'altre, che vedonsi registrate nella classe di quelli curati nello Spedale.

Nel

caso accadutomi fuori delloSpedale dell'Osservazione suddetta, dovei praticare

il bagno, per dar urto ai sudori, ed Orinef

che non

si affacciavano ad onta d'aver già consumate sei once del

mio

unguento: Il polso era frebbrile, e molto urtante: L'In- fermo

non

riposava, a fronte d'un uso gran-

de d'Oppio, onde

passai al réfugio del Ba-

gno

,

da

cui ottenuti grandi sudori, e copio- se orine, l'ammalato restò libero dai sinto-

mi

suddetti,

come

meglio potrà riscontrarsi dall'istoria già indicata.

Sembrava

,chein quest'Individuo,si do- vesse affacciar la salivazione,per la soppres- sione dell'Orine, che tale

può

chiamarsi,

quando non

fluiscono indose maggioredell'or-

DigitizedbyGoogle

(16)

iC

dinaria, e senza

cambiamento

alcuno,

ed

in rapporto alla

non

aumentata traspirazione.

Eppure

, con tuttoquesto,le faucisi

man-

tennero sanissime, e se i di lui interessi,

non

lo richiamavano allaPatria, era in gra-

do

di subire molte più unzioni per vincere

una

lue dalla quale

non

rimase subito libe*

rato affatto per essere stato costretto di rim- patriare,

ma

riassunte leunzioni col

mio me*

todo, ha riacquistata perfetta salute

.

(17)

SERIE

D

X

CASI PRATICI.

osservazione

i.

Girolamo

Bellini, Soldato del Battaglione dei Volontari di questa Città, fino dal

due Gennaro

dell'anno 1806. vennea questoSpe- dale per causa d'una artritide,

accompagna,

ta da una remittente, che referivasi alla di lui stazione fatta per il corso d'anni tre alla

Torre

di

Burano,

situata in luogo palustre, e per conseguenza

umido,

e malsano.

Dall'epoca suddetta fu tenuto in questo

Regio

Spedale d'Orbetello fino al 10.

Marzo

dell'istesso

anno

sottolacura medica;efinal-

mente dopo

tutti glisforzi dellamedicina,di- chiaratala stia malattiaper

un

Cronicismo in- superabile dall'arte salutare, fu licenziato.

Nel mese

d'Aprile successivo

mi

si pre- sentò per mostrarmi

un Tumore

natogli nella

a

DigitizedbyGoogle

(18)

Il

volta Palatina dicendomi , che la febbre dall'epoca suddetta,

non

l'aveva

mai

abban- donato, e che erasi esacerbata alla comparsa di detto

Tumore

.

L'esortai a far uso

d'un

Idrolatte, ed a costituirsi

nuovamente

nello Spedale, giac- ché l'osservai molto inoltrato in manifesto

marasmo,

e pieno di dolori.

Nel

giorno ventisei Aprile ridetto sico- ttimi

nuovamente

nello Spedale, ponendolo direttamente sotto la cura Chirurgia.

Suppurato il

Tumore,

resultò una piaga sordida del genere dette Depascenti , ed in seguito, eblji luogo distrarre cariata tutta la volta palatina.

Nel tempo d'un

tale devasto, si pre- sentò un'infiammazioneesterna,chedalpunto inferiore dell'ossa unguis, s'estendeva sino alla

sommità

del naso

.

Tal'Infiammazione in breve terminò in

una

suppurazione di carattere analogo alla sopradescritta

.

Temendo

un'imminente disfacimentoge*

aerale della faccia,allora fu, che

mi

deter- minaia farloil soggetto dell'Unzioni

Mercu-

riali; fiacche

non

potea dubitarsi, che la sua malattia

$oa

fosse una lue confermata , cj>p-

(19)

pinati con una artntide, facile acquistarsi nei luoghi suddetti Palustri, specialmente

da

quelli, che in tutte le ore

devono

stare all'in-

temperie dell'aria,

come

sono i Soldati.

In

tempo adunque,

che l'Infermo ridot- to in stato deplorabile, faceva temere della di lui sollecitaperdita,furono cominciate le T^nzioni , con tutto il treno di cura, già in- dicato per gl'estremi stati di debolezza.

Dopo

la quarta unzione, cominciarono a fluire i sudori in gran copia, e l'Infermo dallo stato

massimo

di debolezza, invece di peggiorare, incominciòadar segni di patente miglioramento, e tale fu, che sotto il di dodici

Maggio

fu capace di alzarsi dal letto, per affacciarsi ad una eminente Loggia di questo Spedalé,

onde

vedere una Corsa di Cavalli, solita farsi inquesta Città, solenniz- zandosila festadi San Biagio Protettoredella

medesima

.

In tal circostanza,nel ritirarsi al letto, cadde, e per quanto cadesse in piano tavo- lato, incontrò la frattura del

Femore

in vi- cinanza del gran Trocantere.

In mia assenza fu curato dal Sig. Chi- rurgo Biondi condotto di questa Città, ed essendomi trattenuto in Grosseto per affari

(20)

ì*

di Spedale,

non

ebbi luogo di vederlo, ché

dopo

sedici giorni.

Ritornato, ed osservato questo caso,ri- levai, che l'Articolo erasi molto accorciato, e qhe il gran Trocantere era tirato all'indie- tro dai Glutei, per cui il piede estremo, veniva forzato a guardare la parte esterna.

Turgida

era la coscia, minacciata

da

grand' infiammazione,

cnde

dubitando

d'un

male maggiore,sottoponendol'Infermoa nuo-

ve

violenze, credei bene, ecosa più vantag- giosa, di mantenere la coscia in sito, nella migliorformapossibile,sostenendoilpaziente con

buon

vitto, e decozione di China sopra espressa,

non

tanto per uso interno,che per fomento esterno.

Con

tal

metodo

,

dopo

sessanta giorni

,

ebbi il piacere di veder nata la coalescenza della parte fratturata, irregolarmente ,

ma

in

modo

, da poter V Infermo fare i suoi moti per il letto, e sostenersi ancora in oc- casione di doverlo cambiare di biancherie.

Nel

tratto di questo

tempo

,

non

mancai di fargli ogni

due

giorni un*unzione

mercu-

riale alla parteopposta sana,

onde

farfronte al male, che lo distruggeva.

Air

epoca delbenefizio suddetto,furono

Digitizedby

(21)

«I riassunte le unzioni universali, e continuate fino alla distruzione dei sintomi più rilevan-

ti, quali erano l'ostinazione delle piaghe so- pra descritte, e la febbre lentaetico-gallica

.

Più volte si affacciarono l'incomodi di stomaco, che sempre furono superati dalla purga descritta nella narrativa dei sintomi concomitanti la presente cura mercuriale

Centodieciunzioni furono impiegatepri-

ma

di giungere all'epoca della dileguazione dei sintomi suddetti, e tale fu il

tempo,

che v'occorse per

compire

tutto questo^paziente lavoro, che fino al successivo Settembre,

non

ebbi il piacere, di vedere sparita la febbre, e risaldata la piaga del palato, econ- vertita quella esterna della faccia in uu er- pete

gemente

un'

umore

icoroso, da cui ad onta di tutta la pulizia praticata, venivano periodicamente infiammate le particontigue»

Refrigerate queste con bagnoli di

com- muneposca,

e svanita V infiammazione,

me-

dicai

sempre

quest'erpete coli'unguento di biacca,

combinato

con la polvere di

mercu-

rio dolce; con questo

mezzo

finalmente si dissipò, lasciandotutta quella parte di faccia inarcata dalle tracce d'una vasta cicatrice

% di recente seguita.

(22)

li

Questo militare, per quanto ridotta flet

sopraddescritto stato deplorabile di debnlez*

za, non salivò

mai, come mai non

risentì

il più benché

minimo incomodo

di fauci.

Principiò a nutrirsi bene, e per quanto qualche volta soggetto a dei dolori artritici

,

combinati

come

sopra dissi, con la lue, passò felicemente

lMnverno

in questoSpedale, sor- tendodal

medesimo

il vent'otto Febbrajodel 1807. essendo stato giubilato, esercitando di presentela professione di Sarto,in stato

bed

plausibile-di salute.

OSSERVAZIONE

II.

Un

Cadetto della

Compagnia decima

de?

Reggimento

Real Carlo

Lodovico,

fu porta- to a questo Spedale,affetto di lue, che ave*

vagli prodotto

un

deposito nell'estremità in*

feriori edematoso, per cui del tutto eransi rese inabili dette parti a sostenere il peso della

macchina.

Oltre all'esistenza di questo vasto turno- re, che gli rendeva quelle mostruose, era patente Vingtossamento di tutteleossa,coro>

ponenti i piedi estremi, e

cominciando

tal Carso, e metatarso,fino alle falangi,

ben

ve-

1

DigitizedbyGoogle

(23)

devasi, che per tale ingrossamentodettepar-

ti,

non

erano più capaci delle loro articola- zioni

Per

il corso di quattro mesi era stato curato infruttuosamente nella Sui camera dì questo quartier militare.

Affidato alla

mia

cura, e trasportato,

come

sopra dissi a questo

Regio

Spedale4 intesa la causa della stia rhalattia, lo sotto- posi alle unzioni mèfcuriali, alle quali per altro repugnava, per aVere a/Itra volta sof- ferti dei gravi disastri,fàcenéò tal cura,pet

effetto d'eccessivo ftialisìrio

.

Animato

però dalP

esame

fatto agl'altri^

che

avevano

subito il rtietctìriò,senza gl'in-

'

comodi

da lui temuti, si sottopose di buort

ànima

a miei voleri

.

Quaranta furono le» unzioni impiegate la detta cura; occorse iti questa ptite ficorréfé ài presidj della purga, e deflé decozioni to- niche, in veduta del suo ètità dì debolezza

massima, ma

ad onta di tutto Ciò", pér

mez-

zo di puri copiosi sudori, gotto il dì Venti Lugliodel 1806. parti da questoSpedaleper- fettamente guarito, esséndosi io seguitò,

ed

in breve

tempo

ottimamente ristabilito ih

stato perfettissimo di salute.

DigitizedbyGoogle

(24)

»

m

OSSERVAZIONE

Ili.

Un

giovaneChirurgo di talento nonor- dinario,

non

per effetto di libertinaggio, ina per

mera

lecita accidentalità, restò affettodi lue, in seguito d'essergli stata comunicata

una

gonorrea , che sembrava in principio estremamente benigna, e per quanto

non

fossero preesistiti sintomi da far temere

una

malattia di rimarco, all'improviso fu sor- preso da febbre, dolori

degP

arti, manife- standosi in seguito un tofo nella diafisi della tibiadestra, e

due

rilevanti

gomme

, unanel ginocchio, e Valtra nell'

omero

, corrispon- denti a detto lato destro.

Veduta

questa trista conseguenza,

mio

parere fu, che nel

momento

s'assumessero leunzioni universali,quali replicate

due

vol- te, e molto più reiterate nei luoghi affetti dagli sconcerti suddetti,prescindendodagl' in-

comodi

già enunziati di stomaco, che inlui s'affacciarono in grado eminente,

ma

che cederono nel

momento

dell' amministrazione della purga ,

dopo

sessanta giorni di cura

,

restò perfettissimamente ristabilito in salute.

DigitizedbyGoogle

(25)

il

»

OSSERVAZIONE

IV.

Un

soldato della

Compagnia decima

del già citato

Reggimento

, attaccato da quantità grande di porri venerei, che dal

membro,

e scroto,eransi estesi lungo iltrat- to del perineo, fino all'ano; medicato con i

caustici, restava tormentato da piaghe ribel-

li, alla cura ordinaria dimercurio dolce, ed

al contatto del nitrato d'argento ( pietra in- fernale ); veduta una causa forte venerea in- superabile da una medicatura locale, assunta le unzioni mercuriali,

dopo

venti di esse,

andò

senz'altriajuti a liberarsi da tutti isuoi

incomodi

.

OSSERVAZIONE

V

Un

vice-caporale della

Compagnia

no-

na

del suddetto Regginiento , setto il di sei Aprile dell'anno citato

,

# venne a que- sto

Regio

Spedale per malattia di petto;

ristabilitosida questa,

mi

pregòvisitargli una piaga inveterataerpetica della

gamba

destra, dalla quale risentiva grand'incomodi, e sic-

come

era conseguenza di vaxj insulti vene-

DigitizedbyGoogle

(26)

rei, per i quali avea subite sopra cinquanta unzioni mercuriali nello SpedalediLivornof state fatte in pia tempi per riparare all'ec- cessivo Ptialismo, che più volte gli si pre- sentò nel corso di detta cura , e

non

ostante"

queste,

non

eragli stato possibile di ottener^

la guarigione del

male

suddetto; erano pas- sati degl'anni, che cositribolava. Fatto sog- getto delle unzioni mercuriali locali, a secon- da del

mio metodo,

nel corso di giorniven-

ti, per quantoesercitasse Tarte sua di

Tape-

ziere, e

non

riposasse, che nel tratto della notte; il ventidue

Maggio

sorti perfettamente guarito,

come

si mantiene di presente, es- tendo

sempre

di questa guarnigione.

ossi rvazione

TÌ.

Giovan

Battista Triviero, Soldato del già citato

Reggimento

, sotto il di sei

Mag-

gio, fu tradotto a questo Spedale, per causa

d

fun*artritide universale.

Istituita lacura generale del

bagno

,dell*

Oppio, e di quant'altro I*Arte

Medica

pro-

pone

, riscontrata quésta inutile per il corso

d'un

mese

, e crescendo la malattia ,assalito da una continua lenta remittente, consti

man-

DigitizedbyGoogle

(27)

I

-

*r

dositempre

pM

di giorno in giorno, ad ontar del

buon

vitto,che venivaglisomministrato4

mi

diede motivo d' esaminarlo sopra la sua Vita passata ,

onde

rilevare, se mài avevago- duti dei piaceri venerei, e se in seguito ne>

iveà riportati degl'incomodi.

Deposto

d'essere stato pur troppo mal-

trattato da

Venere,

in

Un

epoca assairemo-

ra , tenni per dato certo,che tutto fosse

una

conseguenza di ciò, per cui

non

esitai asta- bilire per specifico la cura mercuriale.

Aggiunse per altro , che anche in

Gae-

ta, era stato assalito

da

stmil malattia, e di èsser stato colà per lungo

tempo

inutilmente curato.

Asserì, che trasportato in Napoli, éWfc guarito coli'ajuto delle pure forze naturali

,

e che quindi passato nelle guarnigioni di Li- forno, Firenze, è Siena, per un corto di vaij anni, avea goduto d'un'ottimo stato di saluteè

Distaccato in questa Capitale dei Reali Presid), senz'aver dato motivo alcuno alta sviluppo di tal malattia, restava maraviglia- to, coinè gli si fosse riprodotti, simife a»' altra sofferta nel già detto Porto di Gaeta.

Fermo

nella

mia

opinione,gli feci assu-

DigitizedbyGoogle

(28)

tft

mere

le unzioni universali, col pieno treno di cura , già stabilito, per le

massime

debo- lezze.

Compite

queste senz'effetto, per quanto

i sudori fluissero in eminente grado, furono riassunte per la seconda,terza,e quarta vol-

ta^, di

modo

che dall'epocasuddetta, fino al trenta d'Agosto, furono impiegatecentoventi unzioni,dalle quali

non

potei ottenere altro profitto, che la dileguazione della febbre, e

la reduzione dei doloriuniversali,chesicon- centrarononeir ossa destre della pelvi,esten- dendosi daqueste a tutto iltrattodellacoscia

.

Furono

parzialmenterinnuovate delleun- zioni a tutta la partedolente, e

non

ostante questo , il dolore della parte si rise di tutti i miei sforzi,restando permanente,soffribile nel giorno,

ma

atroce nella notte.

Concludendo

pertanto, che questa fosse

una

vera ischiade, combinata con una lue, già vinta, per la cura fatta; dietro le pre- ghiere dell'infermo, che

bramava un cam-

biamento d'aria, ritrovata altre volte van- taggiosa,

mi

determinai far delle

premure

ai suoi superiori,per la grazia bramata,parten-

do

in seguito

da

questa Città, per la guar*

. nigione di Siena^

DigitizedbyGoogle

(29)

Siami permesso qui far rilevare in eroi*

Beute grado i vantaggi del

Mercurio

, pre- parato con questo

metodo

, -mentre

ognuno

deve restar sorpreso nel sentire, che in

un

caso cosi di rimarco,

non

sia

mai

comparsi

la salivazione;enell'atto, che tal cura esser deve,

come

lo è di carattere debilitante,at- tesi gl'eccitanti continuati, che l'accompa-

gnano,

nasce il bel

fenomeno

divederegl'in- fermi resistere a tante perdite, senza es>er foggetti al ptialismo

.

« M *

OSSERVAZIONE

VII.

Per

brevità,e per

non

tediare i lettori ,

colla repetizione inutile, di tante cure fatte di rogne galliche erpetiche, che aveano ri- dotti taluni, pococuranti la loro salute, og- getti di schifenza, e vittime del loro liber- tinaggio;

mi

restringerò per necessità d'au-.

tentica,anominare alcuui statiaffetti daque-

sta specie di malattia, dalla quale circa

ad

ottanta ne sono stati maltrattati, e curati da

me

felicemente col mercurio, da loro subito in dose alle volte discreta,

ed

altre eccessi- va,

onde

giungere a liberarli da questa sdii-

DigitizedbyGoogle

(30)

[osa.ipalattia,dalla quale in particolar

modo

restaronooffesimoltisoldati

ni

più voltecitato

Reggimento. £

molti altri, che

come

sopra

non

si

nominano, comepure non

si

rammentano

tantiammalati civili,che per quantorigettati dal

Regolamento

di questo

Luogo

Pio, sono

stati

ammessi

per causa di malattie fisiche, dalle quali, n'èvenuta la necessità didoverli curare

,percuituttisonostatida

me

medicati, e guariti perfettamente coirunzioni

mercu-

riali, le quali,

come

sopra dissi, sono state in alcuni limitate alle dodici, in altri alle diciotto;

ma

in

non

rari casi, vi sono oc- corse le trentasei, e le quaranta; servito es-

sendomi

nellerogne mistpdi carattere ,d'una discreta dose di zolfo vergine, unito al sud- divisato unguento; in qualche caso di rogna costante,e ribelle,

ho

dovuto ricorrere,oltre alla suddetta composizione, alla combinazio- nedelmercurio sublimato corrosivo, che

non

ha fallito

mai

, e siccome adoprato colle de*

bite cautele,

non

ha

mai

prodottoilpiù,bear

<chè

minimo

inconveniente.

Serva questa

, per

non

più

nominare

tal

classe dimalattie, che descritta separatamen- te , averebbe apportato seco un' inutile vo-

lume.

(31)

ÒSSER V AZIONE

Vili.

PasqualeScipionid*anni quarantaseidell'

Abbadia

Petraglia , massaro nella

maremma

Maglianese, fluente una gonorrea virulenta,

venne

assalito da malattia febbrile estiva, e da vasto ascesso del piede estremo destro, quale dal tarso di detto piede s'estese in se*

guito alla

metà

della

gamba

corrispondente.

Fu

curato da vari Professori, in quella maniera,

che

a loro parve conveniente.

Furongli fatti diversi tagli, per«dar esito

•He marce.

Dopo

una lunga , dispendiosa, enel tem-

po medesimo

inutile cura, ritrovossi cronico febbricitante, ed

ammalato

difistola, chedal malleolo esterno descendeva verso la cavità scafoidea della tibia. Assalito da un'anchilosi dell'articolo di tal parte, per

non

soffrire al- tri tagli proposti, e per la necessità d'atten- derea suoi interessi,sifece trasportare a

Ma-

gliaio, dalluogof

ove

erasi trasferitoperfarsi furare.

Nel

Settembre dell'

anno

scorsof

mi

prer

d'ima visita.

Posatomi

4 compiacerlof e riscontra**

(32)

3i

quanto sopra, gli dimostrai i pericoli, che egliincontrava

permanendo

cosiincurato

,pa-

tente essendo V ingrossamento delle ossa di dettoarticolo, divenute sede d'atroci dolori, e lanecessità didover assumere una cura

mer-

curiale, unica speranza, se

n^n

del suo per- fetto risorgimento,

almeno

sufficiente per ar- restare i progressi del suo minacciante

male,

colla veduta, di questo fissare, e renderlo in qualche

modo

, atto ad accudire a suoiaffari

di

campagna

.

Il di

primo

Ottobre sopraa materassosi fece trasportare ben adagio a questa Città % ponendosi sotto la

mia

cura.

Cinquanta quattro unzioni formarono la tua cura, che accompagnata dalle diligenze, già tante volte indicate, fu valevole a libe- rarlo dallafebbre, dalla fistola, ed a ridurre

V

articoloquasi connaturale all'altro sano,re- standoperò inatto a suoi moti, per cui carni- nava con pena.

Giunto

in questo stato, e conosciuta

da

me

l'inutilità d'altre

premure

curative,l'esor- tai, a partire, consigliandolo, a suoi debiti tempi di far uso dei bagni minerali

.

E

a

mia

notizia,che presentemente,senza

incomodi

di saluta,attendeliberamenteagi' af-

(33)

lari di

campagna,

avendo avuto il vantaggio io

medesimo

d'averlo veduto in ottimo sta-

to di salute.

OSSERVAZIONE

IX.

Un

Giovanetto d'anni sedici dell'Isola dell' Giglio , sotto la protezione di quello zelantissimo, e dotto Arciprete Signor

D.

Girolamo Maj,

sotto il dì ventisei Ottobre 1806.,

mi

si presentò a questo

Regio

Spe- dale, per causa d'un Pedartrocace, forma- tosi nel ginocchio sinistro.

Tal

malattia riconosceva

un

epoca di tre anni.

Nel

corso di questi, il Giovanetto, an-

sottoposto a varie suppurazioni, ed in conseguenza a vari tagli;il resultato di que-

sti,furonoalcunisenifistolosicomunicanti fra loro dalla parte esterna, e

media

della co- scia, alla parte interna Poplitea della

mede-

sima, il che bensi rilevava dai regurgiti delle materie, che dietro le pressioni, dall'alto venivano al basso, e viceversa.

La

costituzione del

Femore

dalla Dia-

fisi in giù, e la

sommità

della Tibia era

molto

alterata,presentando dell'ineguaglian- ze, e tumefazioni, da far temere

una

dege-

3

DigitizedbyGoogle

(34)

fi

iterazione della loro sostanza in rapporto

ali*epoca della malattia,

non

plausibilmente condotta fino a quel punto.

'

Poco

di

buono

travi da prognosticare in circostanze cosi luttuose, ed

opponendomi

alla

non

benragionata propostadidemolizione della parte, m'accinsi a tentar delle strade di giovare a quest'infelice.

A

qualunque cura preferiiquelladel

Mer»

curio

;giacché ero sicuro, chese non po.evo giovargli

non

potevo nuocerli.

Sotto questa curaeprecisamente

dopo

ven-

ti unzioni, che dall'estremità inferiore della parte affetta fino agl'Inguini, viddi abolirsi tre prorondi seni fistolosi,esistentinella parte esterna di dettacoscia,restando apertol'altro seno fistoloso, che dalla parte interna

Top

i- tea, corrispondeva ai condili del

femore,

che patentementecollo specillo sentivasi sco- perto.

Questo

seno per altro,

dopo

aver spur- gata gran quantità di marcia sciolta, e san*

guinolenta

, procurava

una

marcia all'epoca dell'abolizione suddetta, compatta, e bian- ca, seducente a segno,da fare sperare il di- leguamento di esso

, già ripieno di globuletti dicarne vermiglia, che presentavaall'aspetto ana piagadelle piò semplici

.

DigitizedbyGoogle

(35)

t

Otto giorni

durò

lo stato lusinghiero di questa piaga, e

dopo

questi accesasi una feb- bre,conseguenza<i'undolore suscitatosiperil

tratto delle fìstole abolite s'intumidì la paite

con grado rilevante di calore,enelbrevespa- zio di tregiorni, si riaprirono, e

dopo uno

spurgo di materia corrotti sanguinolenta

, si

dichiararono del carattere primiero.

Per la terza volta purgatoquesto Giova- netto, e svaniti i sintomi suddetti; per lase-

conda

voltafurono riassuntele unzioni, e pro- tratte al

numero

suddetto.

Compite

queste, e fatta un'abluzione ge- nerale alla parte , vedutele ridotte in

uno

statodi perfettasemplicità,prevalendomidella fasciatura

cop

pressiva,in pochi giorui otten- ni la riabolizione di tutte le suddette piaghe

,

con la pura distinzione, che le tre esterne della coscia, eranoperfettamente cicatrizzate, e la quarta Poplitea, per quanto ripiena di

buona

carne, che

non

permetteva più il pas- saggio dello specillo, erasi resa

un

poco ba- vosa, per cui la sottoposi al contatto della Pietra Infernale.

Neil'atto, chequesta

mi Dimetteva

per

il corso di quindici giorni, una stabile Cica- trice; sopraggiunta la solitafebbre,col treno dei dolori*, e tumefazioni delle fistole a boli-

DigitizedbyGoogle

(36)

3*

te, nate con

mia

sorpresatante suppurazióni*

la malattiasi ricostituì dell'istessissimo carat- tere primiero.

Ajutata la parte,con ipresidj dell'arte, svaniti tutti i sintomi dell'infiammazione, e compita la suppurazione,

mi

feci ad esami- nare iltratto del fremore, alterato

come

so- pra, e rilevando l'abolizioneperfetta di tante tumefazioni, ed ineguaglianze,chepresentava in principio della malattia, niente scoraggi- tomi dell'inutili intraprese, fattecol

Mercu-

rio,

mi

determinai, a riassumere l'unzioni per la terza volta.

Trenta furonoleultimepraticate coll'aju- v to di tutti gl'eccitanti già descritti, e neces- sarinelle circostanze di salute diquesto sven- turato Infermo.

Al termine delleunzioni rinnuovai la fa- sciatura compressiva, e riottennf per la terza volta l'abolizione di tutte le fistole;

come

nel secondocaso si narra

.

Sotto ildi sette Febbrajo, questo

Giova-

nettofu visitato dal diluiPadre,edesternando-

mi

ilvivo desiderio di ricondurlo alla propria

madre

,giàsmaniante per questounicoFiglio,

c^n mio

dispiacere doveiannuirea questasua richiesta,nell'atto però,che

camminava

fran-

co con

detto articolo , nel quale patente-

(37)

37

mente

rilevavasiilconcentramentodelle ossa,

come

sopra dissi, per essere tanto alterate.

Stimo

superflua ogni meditazione sopra la dose del Mercurio, praticato nel Giova- netto sopra descritto, rilasciando questa al

Savio Lettore della presente Osservazione,il

quale

può

star sicuro, che

non

accadde

un atomo

di più, di quello, che fedelmente è stato descritto.

OSSERVAZIONE

X.

Virgilio Sensi diViterbo, esercente Par*, te di Facchino in questa Città, acquistò del

mal

venereo, ed oltre

una Gonorrea

Pre- puziale

,gli

comparve

un

Bubbone

all'Inguine sinistro

.

Fu

curato per il corso di più mesi, e

dopo

questi

mi

si presentò, dimostrandomi

un

Ulcera vasta,e callosa nella parte interna9 c superiore del Prepuzio, avente qualcheade- sione ai corpi cavernosi del

Pene

, ed oltre a ciò veniva

incomodato

da vari seni Fisto- losi nella circonferènza del

Bubbone

sopra de- scritto,egià da gran

tempo

suppurato.

Specillati questi,li ritrovai assai profon- di, ed indolenti,

mi

pregò ad aprirli, lusin- gato

d'una

sollecita guarigione.

Ben

alieno dal compiacerlo,lisostennid'es-

(38)

ss

•ere di preferenza vantaggioso Vuso dell'un- zioniMercuriali,dapraticarsi

non

tantoalT In- guine affetto,

come

ancor a tutta la circon- ferenza del Prepuzio, molto

tumido

, ed in- farcito.

Descrittagli la maniera di praticare

un

tal rimedio,

gP

ordinai di farsi rivedere ad ogni evento.

Esercitando la sua professione, e prati-

cando sempre

le unzioni prescritte, riveden- dolo di tanto in tanto, conobbi un patente miglioramento, ed al termine di

due

mesi, sotto l'uso di dette continuate unzioni, si

abolirono perfettamente tutti i seni fistolosi sopra descritti.

Osservato il Prepuzio, per quanto del tutto stumidito nella sua circonferenza, pre- sentava oltre ladescritta Ulcera, un

Tumo-

re molto

compatto,

e duro,della figura

d'un Amandorla

, situato obliquamente nel pun- to dell'Infossatura dei corpi cavernosi, alla base del glande, interessando per altro due terzi avvantaggiati della sostanza Prepuziala

Dall'esame di ciò, dedussi la necessità dell'insistenza della cura mercuriale, ed in- tanto per vedere, se quest'ammasso

sene-

scente, obbediva all'azione dei caustici, lo sottoposi ali'asperzione dellapolvere di

Mer-

(39)

curio dolce, giacché nella parte iuperiore del Prepuzio, e

sommità

di detta durezza

,

aveva posto foce 1'ulcera, che ia avanti era puramente interna e Prepuziale

A

questa pratica

non

tralasciai di racco-

mandare

al paziente l'uso della soprapposi- zione

d'un

ammolliente,

c me

èil cataplasmo

di pane, e latte, o pure in deferto del

mede-

simo, di malva, e midolla di pane.

Non

fu

mancato

d'eseguire quant'

avevo

ordinato;

ma

ad onta diquesto,lapartesiesa- cerbò a segno, che sotto il di undici

Lu-

glio1806.il paziente fuobbligato a costituirsi in letto.

Continovati gì'ammoglienti in stato di riposo, nel corso di sei giorni , tutto si

riordinò, e sotto ildi diciotto del

mese

sud- detto, ritornò all'esercizio della sua Profes- lione , facendo costante e giornaliero uso dell'unzioni mercuriali.

Dopo

novanta diqueste, è lidie il per- suadersi, che da quest'individuo, si fossero allontanati tutti i sospetti di qualunquecausa venerea, giacché oltreisudori, eh' erasipro- curati in una stagione cosicalda, coli'eserci- zio della sua professione confessava, che in seguito delle Pillole, che gli facevoprendere

-nella sera ( e

composta

di

Oppio

) , aveva

DigitizedbyGoogle

(40)

4*

goduti copiosissimi sudori, ed eccessivi sgra- vi d'orine.

Persistente la durezza già descritta, e di- Tenutasede di qualche puntura,

non

esitai a credere, checiò non fosse un puroeffettodel

cambiamento

di natura di tal parte

, già di-

sposta allo stato canceroso.

Dimostratoal paziente questo

mio

giudi- zio, l'esortai a costituirsi in letto, per sotto- porsi all'estirpazione della parte affetta, lu- singandolo,

dopo

tuttelepremessecure,d'

una

sollecita guarigione.

Obbediente amieicenni

, perchè

bramo-

so di guarire, costituitosi in letto, tentai

un nuovo

escarotico,

ma

essendo il male di ca- rattere maligno, subito s'esacerbò, per cui esaminato lo stato degl'Inguini, e delle Pro- strate, riscontrato tutto in ottimo stato natu- rale, m'accinsi all'abolizione di tutto il cat- tivo.

Tagliato lateralmentedalbasso, in alto il

Prepuzio, edosservataconchiarezza la base di tuttaladurezza,

come

pure rilevata la suali-

mone,

demoliicon

due

tagliobliqui terminanti sella solcatura longitudinale, tutto ciò

che mi

si presentòdi duro, edassicuratomi del-

la perfetta estirpazione di tutto il cattivo, feci l'opportunafasciatura compressiva, co*

Digitizedby

(41)

piuma

resultata dalla raschiaturadi pezza fi-

ne

e cosi

m*

opposiall'

Emorargia

,senza ri- correrealla

Cannula

ead altre cose*

Passati otto giorni, rimossi Vapparec- chio, e quindi praticando una semplice

me-

dicatura,

con

Pajuto della Pietra Infernale, nel corso di vent' otto giorni restò perfetta-

mente

guarito.

-

OSSERVAZIONE

XI.

* * *

Una

giovane vedova di delicatissima co- stituzione, ebbe in retaggio dal di lei de- funto marito

un

complesso di Gallicismo, consistente in Gonorrea , molte Ulcerif e

Poni-

Venerei, che la resero infelice per il

corso di tre Anni.

Restata in libertà,

non ommesse

tuttele

premure

per ristabilirsi in salute

.

Non mancarono

zelanti Professori, che

s'impiegassero per il suo ristabilimento, e preferendo questila cura internaMercuriale, forse più per compiacerla, che per crederla più efficacedell'esterna,fatta per

mezzo

delle unzioni, gli furon datesessanta pillole, senza che sia a

mia

notizia, di quale spece fossero fra le Mercuriali.

So

dicerto, che

dopo

1*uso di venti di esse, gli si presentò

un

orribil incalorimento

DigitizedbyGoogle

(42)

4t

di fauci,e

dovè

molto patire per

V

eccessiva

salivazione. r :

Cessato questosin

toma

,fu riassuntoV usa di tali pillole, le quali sconcertandogli Io stomaco, gli produssero un'avversione tale, a loro

medesime

, dal

non

esserlepiùpossibile dipoterle vedere.

Intrapresa la cura locale,furon praticati gì*Escarotici, e le Iniezioni, li primi per.

distruggere l'escrescenze sopra descritte , e cambiarela superficie ulcerosa*delle piaghe

,

e le seconde, per sopprimere quello scolo

Gonorrico,

già da gran

tempo

inveterato.

Per quanto impegnosa fosseuna tale in- trapresa, ad onta della lunga costanza, fu

d'uopo

di desisterci, restando cosi, questa afortunata

Giovane

senza speranza di poter guarire

.

Dopo

del

tempo

fui consultato da

uno

di detti Signori Professori, e quindi passati alla visita della

medesima,

in

un

Gallicismo cosi ostinato,

non

seppi dimeglio progettaret che

un

corso d'unzioni universali, per quia- di passareallamedicaturalocale,diquel tanto, che la

incomodava.

Stabilito il piano di cura, furon

compi-

te le suddette in

numero

di diciotto, senza

che mai

dettaSignorina si situasse in letto»

DigitizedbyGoogle

(43)

43

A.questa fu frequente il maldi stomaco;

chesi dissipò tutte le volte, ch'apparve, col

metodo

della purga.

Godè

pochi sudori,

ma

copiose orine, cariche d'

un

sedimento rilevante, e

dimo-

strando nel suo universale un grado più,

cho

suflìcente di salute, restando,

onninamente

le malattielocali,

m'

accinsiallacura partico- lare.

Cominciando

questa, mattina, e sera, Facevo precedere alla medicatura

un

ora di

Bagno Marino

che diversi

hanno

proposto

con

qualche speranza di

giovamento,

evolli sperimentare l'effetto delle iniezzioni incul- cate dall'

Alyon,

e composte di Zulfato di

Zingo,

o siadi Vetriolo bianco, sciolto nell'

acqua, e combinata con miele, e spirito di

Vino

Canforato,

come

meglio resulta dalla di lui ricetta, e per quanto queste fossero proseguire per lungo

tempo,

e reiterate nel corso del giorno, più spesso di quello,

eh»

raccomanda

il prefato Autore,

non

ostante

non

fu possibile di liberarla da

uno

scolo, che perquanto denoti esser di carattere in-

S

Docente, 1

incomoda,

qual

incomodo

giudi- candolo incurabile, lo abbandonaiase stesso, Jasciandola per altro peifettamente guarita da tutti gì' altri, raccomandandogli 1' uso

DigitizedbyGoogle

Riferimenti

Documenti correlati

La nominata tuba d' Eustachio, ed il suo condotto possono essere semplicemente ostrut- ti, e ciò come considera Saissy, può dipen- dere i.° da quel umcco, che al feto riem- pie

Il secondo simbolo è la squadra o piramide , alla quale sogliono dare o di durabilità , o di gtoria il significamento; ed io per le ragioni, che più in- nauei addurrò, voglio a

addotto Autore ) sono indecentilfimc^e grandemente pregiudicia li ad ogni forte digentcj pvche.moÙo poche fono quelle , cho non fieno di cofe lalciuc » c di Amori ditone fti .ili

no sempre le migliori di tutte l'altre attesa la quantità degli ossidi di ferro che esso contiene, tirando la paglia più morvida, di collo più svel- to, e meno organata di tutte

Il primo volume corrispon- de per lo più al corso del 1833, e contiene dieci lezioni di prolegomeni intorno alle vicende letterarie della Divina Commedia, allo stato poli- tico

cade , di star così dubbiosi su questa pittu- ra ; imperciocché molti ancora de’ paesani non sanno che significhi. Nè già è un’ obla- zione cittadinesca; ma è gran tempo venne

piccoli molari dietro i canini della mascella superiore, giacché quantunque di rado, nonostante qualche volta, corno ho detto, si trovano i piccoli molari della mascella inferiore

rotti , e Dott. Antonio Frizzi l’esisten- za de’ primi nostri Vescovi per tre se- coli e più nel Vico- Aventino , detto poscia volgarmente Voghenza^ mi cre- dei , che dimostrata