.ANNO
II. 1° Maggio 1876 N
'M.5 •
L' INGEGNERIA CIVILE
E
LE ARTI INDUSTRIALI
PERIODICO TECNICO MENSILE
Ogni
numeroconsta
di 16 paginea due colonne
in-4° grande, concoperta
stampata,con
incisioni nel testoe
disegni litografati in tavolea parte.
r
Le lellere eù i manoscrilli relaliri alla compilazione"ru
ti ..,,rezzo d' associazione · ·"r
Per _le associazioni, le inserzioni, i pagam'eoli, ecc."
del Giornale vogliono essere inl'iali alla Direzione . . P~R u:-; A;'.\'o . riro!aersi a"li En1TORt Camilla e BertolePo
e d1 Lire 12 m Itaha . " . . 0 • • in Torino, '1ia Carlo Alberto, 4. d"
1. ,
5 Il' E t 10 Torino, Piazza
' '•tt.
En1anuele, I,..._ .J "-e i ire , a s ero._; "- - .J
lfon si restituiscono gli originali ne si ?"icevono lettere o pieghi non af(rnncati.
Si annunziano nel Giornale tulle le ope1'e e gli opuscoli spedili fransbi alla Direzione dai loro Autori od Editori.
SOMMARIO.
LA OUESTIONE FERROVIARIA.
COSTRUZIONI METALLICHE. - La teLLoia dei conrngli nella stazione di Foggia (con una tavola).
SUNTO 01 LAVORI DI ASSOCIAZIONI SCIENTIFICHE. - lslilulo Yeneto di scienze, lellere ed arti. - Accademia delle scienze di Parigi.
NOTIZIE. -- Il vento a Torino (con incisione nel lesto). - L'industria del sapone in Italia. - Le~a magnelica inos_ich1bile. - L'Esposizione universale del 1878. - ìVecrologia: Severino Grattoni.
LA QUESTIONE FERROVIARIA
I.
" L' llalia a!Tronla con ardirè un problema gra1 issimo, cl1e già da lungo tempo occupa i Go\'erni ed i Parlamenti delle l'iazioni più civili ,,.
I. - Il
probl
ema delle ferroYie èdi
.natura complessa
ed esigerebbe, inogni
singolocaso,
un esameegualmente ponderato
ecosc
ienziosocli tutte
le questioni essenzialinelle q
ualiil problema
sirisolrn, e che ne riflettono la costru- zione,
laro Jrietà
e l'esercizio. -l non avere
soventetra
rnilo ilproblema fe
rroviario nel suo
complesso, l'avern e con po
co accorgimento trascurataques
tao
quell'altra parte e l'arnranzi
alcuna voltamesso innanzi una sola
questione
indip
endentemente dalle
altrefurono
causeprecipue dell
e soluzioni tanto tra lorodirerse nei divers
i Stati, soventeancora dell
'averpreferito in uno
stesso Slato, ed in dirnrsi tempi, soluzionieconomiche le une
alle altre direttamente opposte.2. - Se
prendesi a
considerare
unafe
rroviadal primo punto cli Yisla
della suaco
struzione, stanle ilprin
cipiodi
tutte le legislazionid'Europa per cui è richiesto un
DecretoGove:nalivo di espropriazione per utilita
pubblica,uo
y'1rnd_ubb10 che,
per questofatto
solo, l'industria ferroriaria esce g1~dalla ristretta cerchia di
un'intrapresaprivata per rire-stire
uncaratt ere a sè, d'ordine pubblico e più elevalo.
Or bene, lo
Stato il cui intervento
ècosì re so necessario
può riseryare a sè il privilegioche deve concedere altrui pe~·
la costruzione della
ferrovia ed imprenderla in suo
nome;
-:- . ovvé~o può. trasmettere in tutta lasua estensione
quel dmtlo di premmenza ad unaSocietà
privata,quasi abdicando
in
suo farore; --puo
111 ultimo attenersiad
unaYia in termedia
ed egualmente lontana dacodesti estremi.
Ne
sorgono così
tresistemi diversi i quali trornrono,
al-meno
in mas ·ima,
la loro rispellirn applica zione in varii pae i;
il primo essendo
statoadottato dal Belgio
eda alcuni Stati minori della Germania;
ilsecondo dalla Gran Bretagna (so- pratutto
anteriormenteall'Atto del ' 1844) ;
ilterzo infine dal-
l'Italia, dallamaggior parte degli allri Stati d'Europa e da lla
ste~sa
In
ghilterra nei possedimenti dell'India.
E di naturale conseguenza
che la soluzionedi questo primo prob
lemari
guardante la costruzioned' una ferro
ria,eserciti un'influenza massima
nella soluzione degl
i altri duenon meno importanti;
ed èperciò che la proprietà
e l'eserciziodelle ferroYi e
si devo!reranuo
per lo più alloStato
nel primo sistema chechiameremo belga: costituiranno
un diritto per-petuo ed irr
erncabile dellaSocietà
prirntaconcessionaria nel
regimeinglese (sempre anteriormente al '1844); e darann
oluogo nel terzo sistema ad una convenzione
che regoli ire-
ciproci rnntaggied oneri dell o Stato e della Società conce - sionaria,
come inFrancia, in
Italia e
Yia dicendo
.--3, -
Notiamo anzitutto una differenza essenzi
ale fra il si-stema
seguito in Inghilterra da un latoed
idue sistemi ri
spet-tirnmente adottati nel Belgio ed in llalia da
ll'altro; chèmentre il primo
erasi fonùato quasi del tutto
~ulla libera ed illirnitala concorrenza di Società rirnli e di linee spesso parallele,
neglialtri due inrece si cerca
diimpedirla, per quanto almeno
è possibile, preferendosi avere una sola e ben distribuita re
tedi
linee principali, a cuiuna buona disposizione di
linee secondarie apporli alimento evita
.All'epoca
incui
sorsero,questi diYersi
sistemitrorarono
la loroampia giustificazion
enelle
circostanze,e nelle diverse
condizioni industrialied econom
ichedei
YariiStati.
Sembrava,
infatti, che
si po-tesse lib
eramente abbandonare
leferroYi e all'a ltiYità prira
tain quei paesi in cui
essaera tale da promett
erebuoni risul- tali : e che imece fosse non solo un diritto, ma ben anche
undove
re, l'inlerrentodello Stato per fomenta
re ed occorrendo sostituirel'
attivitàpri\·ata, in quei paesi in cui la
grandezz~de
i commerci
e l'estens
ionecieli' industri a
nonerano
talianco
ra dadar origine a quelle potenti
societànazionali che inspirale alcuna
Yolta dall e più
sublimi idee discienza
si ap-palesano
idonee e destinatea porre
inatto
le innornzioni
1più gra
ndiosee
più fecondedi
risultalieconomici. Tale
fu lapratica
inmo
lti paesiseguila,
tale I' ins~g~amentocon- corde degli
uominidi Stato e
degliEcononmt1.
II.
4. -
Sventµratamente
un'esperienzadi mezzo
secoloal
piùè ancor
troppobreve
perchè ci possaadditare quella
soluzione
pratica ed assolutache
tuttivorrebbero.
66 L'INGEGNERIA CIVILE E LE ARTI INDUSTRIALI
Ma intanto non è possibile negare un fatto ben grave e inaspeltato che non lardò a preoccupare seriamente coloro
che adun problema sì difficile ri,· olgevano i loro studi
:J)~dustria
ferroviaria in se stessa considerata mostrò d' e· sser
euna tra le
~piùcatlive e più dannose speculai-ioni finanziarie nel ,·eì'o senso·ctella parola. - Ai facili entHsiasmi, ai sogni di vasti 11uadagni tènnero dietro ben presto il disinganno e la realtà più sconfortante: alle ingenti somme sprecale da mani inesperte, o peggio, s'aggiunse benanco il guaio di capilali
enormiinvestiti in ferrovie eternamente passive. Nè l'avve- nire presentava speranze migliori; chè una volta tentate le regioni più popolate o più industri'ali, dovevansi di necess.ilà
collegarefra loro regioni più povere o meno vaste, pegg10- rando le già poco floride condizioni economiche delle società e rendenclo sempre maggiore lo squilibrio delle finanze loro.
Ciò
èampiamente dimostralo dai bilanci della maggior
partedelle Società ferroviarie.
JNè acl attenuare così grave inr.onveniente bastava il fatto
chele ferrovie schiudessero vasto orizzonte di ricchezza e prosperità commerciale ai paesi segnati
sul loro passaggio.Essendochè ciò che risolvesi in un benefizio d'ordine gene- rale non
conferisceancora un vantaggio dirello a coloro che
sipropongono alcuna cosa più del mcrale e
gloriosissimo còmpito di riuscirecoi loro mezzi pecuniari e colle loro fa-
tichea così difficili risultamenti.
5. -
l\è ciòbasta. Chè l'esperienza ha parim
enteaddi- r
tato il fatto, nonmeno grave ed importante, essere le aspet-
\ tative degli azionisli e
quelle del pubblico tanto meno cor- ri
sposle quanto p\ùin materia di ferrovi
efu visto abban- donato il sistema di 4uasi assoluto monopolio per attenersi
aquello di ampia e liber::i concorrenza.
Nel Belgio, dove circostanze politiche ed
economiche spe- cialiaYevano determinato l'ardita iniziativa di Re Leopoldo, - il 1 Prussia ed in altri Stati della Germani::i, dove vigevano
gli insegnamentid'una Scuola che diceva doversi considerare ie ferrovie. come un
grande avvenimento dieconomia so-
ciale ('l)ecl un pubblico benefizio, anzichè come un cespite d'entrate per l'erario od una fonte sicura e perenne di pin
gui guac13gniper gli azionisti, - le ferrovie
costmtte ed esercitatedallo Stato si estesero di anno in anno con
semprepiù prospere sorti. E le più autorevoli testimonianze franc
esi ed in
glesiconcordano nell'ammettere che le ferrovie belghe
esercita tedallo Stato nel modo il più proficuo ed
economico occupano il primo posto per sicurezzae modicità di prezzi, e sono appena
seconde alleinglesi nella celerità dei trasporti; v'ha pure chi assicura che le ferrovie nel Bad
en esercitale dallo Stato diano un profitto non minore del15 010.
6. -
A fronte di questi buoni risultati fanno invece assai
cattivoriscontro quelli, a mo' d'esempio, ottenuti sulle fer- roYi
edella Gran Bretagna. Ed invero le linee ingl
esi costa-rono in media lire it11liane 5:>0 mila circa al chilometro,
edella
somma totale di'13 miliardi e 750 milioni già inve- stita nel 1873 in costruzioni ferrodarie, per oltre ad
'l mi-liardo e
2v0milioni
gliazionisti non ricevono alcun divi- dendo, e gl'interessi pagati
sul rimanentecapitale diminui- scono di anno in anno e sono già in buona parte al disotto del tasso comune. E che ne avvenne?
\
Le Compagnie che mosse da falsi crilerii s'erano, lasciate tra- scinare a costrurre linee rivali o parallele, cominciarono a
I
muoversi guerra tra loro, abb::indonandosi alla più sconside- rata concorrenza. Durante questo periodo buona parte di esse si aggravarono d'un debito galleggiante sì grande, e contratto a si cattive condizioni da rendere assai dubbiosa la possibilità di
soddisfare aiproprii impegni; e per ::iltra parte codeste gare a vicendevole rovina, e le insostenibili tariffe variabili ad ogni istanle, ad ogni tratto di ferrovia, e le coincidenze a bello studio trascurate o soppresse, ridon- davano a danno dell'interesse pubblico.
Di qui la rovina di parecchie Società, e la riunione pro- miscua di altre fra le migliori superstiti che compera_rono a prezzi d'occasione le linee di quelle cadute. E questo non ben definibile amalgama di ferrovie e di Società ferroviarie
(i) RAu. Finanzenwiss. Leipzig, f8ti9.
continua a grandi passi, e minaccia di trasformarsi in un monopolio gigante, contrario all'interesse generale dei cit- tadini non meno che alla libertà d'azione dello Stato. Basti osservare che dal 186'1 a'l
'1868, non meno di 500
billsdi fusione si sono approvati;
ech
etre anni dopo, cioè nel
'1871 le linee di ben 450 Società originarie erano cadute nelle mani di
sole 103Societi1
cl' esercizio,28 dell
equali prese insieme esercitavano già ventimila chilometri di ferro- vie, più dei 415 dell'intiera rete.
,Con tutto ciò vediamo gl
'interessi delpubblico seriament
emanomessi; e vediamo inoltre che le più energich
e rimostranzefatte sorgere in Parlamento e fuori di esso non
sono cheinutili lamenti i quali vanno a infran
o-ersi controla oramai p:o:erbiale onnipotente influenza cieli~
grandi Societàferro- viarie.
Oggidì la questione ha assunto un grado di importanza
dapreoccupare fortemente la pubblica opinione ·
egli inglesi scontano già da più anni, e dovranno scont;re ancora per molto tempo, con tariffe elevate i benefizi loro conferiti
daun breve periodo di tariffe state eccezionalmente rid
ottedalla più rovinosa concorrenza delle Società rivali.
? . - Nè miglior prova avrebbe fatto finora il terzo
si·stema,o sistema misto, che combina insieme l'intervento dello Stato e l'iniziativa privala, e che si presenta per lo più sotto la forma di garanzia d'un determinato prodotto chilometrico, o d'un interesse minimo. Le passività sempre maggiori di molte Società ferroviarie a mano a mano che crescer:rno le
spesedi manutenzione e di rinnovamento d'un mat
erialefi
sso emobile che sempre pìù si logorava - i rapporti non ben
de-finiti, fra lo Stato e le Società, e che davano origin
e a con-teslazioni e litigi noiosi ed importuni - gli urti
edisac- cordi e1· entuali fra il Governo
ele
Societàe sopratutto fra queste ed il
' pubblico -hanno resa necessaria una nuora soluzione del problema ferroviario, come bastano a farn
e fedein Francia le recenli discu
ssioni al congressodi Lille,
e comene danno prova indiscutibile in Italia le comenzi
oni presen-tate al Parlamento.
-Noteremo solo di passaggio come a noi sembri poco espli- cabile che abbia potuto preval
erein tani i paesi un
sistema' ilcui effetto
immedi~to fudi estin
guere almenoper l'eserciz
ioquella forza di iniziativa che si credeva di promuovere, come
siasi potuto ripromettere unguadagno da Soci
età eh~non hanno interesse a farne, e siasi introdollo un principio
così strano nell'economia pubblica,in virtù del quale lo
Statosopporta le perdite che possono essere cagionate da una
ca t-tiva amministrazione
.in cui non ha ch
e un'in~erenzain- diretta e fittizia, una sorveglianza imposs ibile, ed un'auto- rità
spessevolte contestala!
III.
8. - I suesposti fatti parevano intanto accennare come
,in materia di ferrovie l'3mministrazione diretta dello Stato facesse miglior prova del libero regime inglese non meno che del
sistemanostro di Soci
etàcon garanzia , e non
po-tev:rno a meno che fortemente impressionare gli studiosi del problema ferroviario, e ricondurli a nuoYe investigazio
ni icui risultati non si trovarono sempre in accordo coi prin- cipii
economicida cui erano pril)lieramente partili.
Bentosto
si riconobbeche vi sono certi grandi pubblici
er-vizii i quali non riescono solo a vantaggio di coloro ch
e sene valgono, ma .inoltre conferiscono un benefizio indiretto
enon calcolabile a tutta quanta la società presso cui
sonoinstituiti; e che fra ess i doveYansi in primo luogo annoverare tutti i mezzi di
' viabilità, eprincipalmente le ferrovi
eri- guardo all
equali accettossi senza riserva il principio
giàproclamato dal Rau eh' esse sono e saranno sempre bene- fiche per quanto riescano passive.
E niuno certo vorrà disconoscere l'impulso che la civilta
ricevette nell'ordine tanto morale che materiale da codesti
importanti mezzi di comunicazione, per cui allo scambio
delle idee tenendo dietro più rapido quello dei prodotti, ten-
dono ad eliminarsi le differenze segnate da natura o create
dall'industria dell'uomo. Riavvicinati fra loro, i p6poli meno
favoriti da natura, e più tardi nel cammino della civiltà,
son chiamati a goderP- dei benefizii di quelli più ricchi o
L' IN G EGNERI A CIV ILE E LE ARTI IND USTRIALI 67
più fortun ati nell e fe conde_ballaglie del genio e della s_cienza:_
ed è sopralullo nell a stona della grandezza commerciale dei po poli che Fult on e Cobden si dann o la mano.
Apprezzando tutta
l'impo~·ta1:1za. di codesti vantaggi , gli studiosi del problema ferro viario n cercarono ancora le cause del fa llo
sì luminosamente alles tato dall 'es perienza, seco ndo cui le fe rrovie difficil mente riesco no attive. E viddero conco r- rere a ciò Y ari e ragioni, fr a le quali non dobbi amo solamente ascri vere - la grandezza d'un capitale fi sso in vestilo in una costruzione perpetu a cli cui god ranno anche l'età fu ture, me ntre imece gl'interessi pesa no qu asi esclu
sivamente sull a generazion
epresen te - e la qu antità d'un materiale mobile cos toso, facile a lo gorarsi e con tinuamenl-e rinnovabile onde tener dietro ai progress i dell a
scienza e rispondere alle esi- genze del com mercio e dei maggiori bisogni sociali - ma
ancora, e
sopratullo, la duplice natura elci vantaggi indi relli e direLLi dall e fe rrovie apportati, dei quali i primi benchè im portanti,
gratuiti; ed
isecond i i nad
eguatamente corri-sposti con pro ven ti che cop rono ap pena le spese d'esercizio ; - essendochè è
solament e quando i prezzi di trasporlo
sonotenui, che le ferro vie apportano veri he ncfizii crescenti in
mgione .inversa e multipla della tenuità dei prezzi stessi, ed è ap punto in un ben coordina to sistema di tariffe no n elevate che sta il segreto della r icchezza naz ionale, ed il pro- gressivo benessere di tut te le class i sociali.
Or bene
èmanifesto che, r ichieclen dosi al conseguimento di codesti vantaggi d'ordin e generale u n
sacrificio, spetti ilfa rlo a tultn la cittad inan za chiamata a raccogliern e i benefizii.
E qu ando in obb edienza all e idee
economiche prevalenti erasi creduto cli dover sos tituire l'i niziativa pri vala all'azion e del potere so ciale, non s'era pos lo mente
eh~a ndavasi incon tro all 'uno o :i ll'a llro cli due in conveni
entiegualmenle dann osi.
9. - Pongasi infa tti ch
epe r
circostanzele qual i non esitiamo
achi amare eccezionali
,l'esercizio d' una fe rrovia presenti un guadagno netto. In lai caso la Società concessio-
naria~
investita com'è di un monopolio di dirillo e pi ù an- cora di fa ll o
sene potr à servire a detri mento cli coloro che dovrebbero invece ritrarne va ntaggio, e preferirà sem pre di distribuire larghi diri dendi ad az iouisLi
spesse volle stranieri , anzi chè ridurre le pro prie tariffe e fa vorire lo svilu ppo dell e fo rze produ tli,·e del paese.
N è a co tes ti mali si posso no apporlare gli usuali rim edi:
chè a moderare i profitti eccezionali non giova per certo ricorrere all a con correnza, e ripelerc il più grave errore econ omico che siasi po Lu L o fare, quell o delle linee parallele, sicco me lo prova no
gliesempi succennati de ll'In ghilterra.
Qualora invece, come per lo pili accade, le ferrovie eser- cita te siano passi v e, lo Stato da
cuiè
em~natala conces- sione, qu an tu nque no n chiamalo a partecipare dei guadagni direlli , si trova pur
semprein ullima ana lisi rido tto a sop- portarne le perdile.
Ed inrero nel caso cl i ferrovie passive,
sottraendosi le me-desime all'impero del diritto
comune cheregola in mate ria co mmerciale le Societ!r per azion i in fa llime nlo (e non e3sen- cl osi nella pratica comune ado ttalo il procedimento
caldeg-giato dal Pa lterso n ('1) di porle in inca nto a carati per fa r l uogo :dia fo rma zione cl i un nuovo consorzio); nè potendosi evidentemente ammellere in Yia economica l'abb and ono, nè perm ellcrc in via ili fa llo la distr uzione della linea già cos trullil, anc he perchè essa rires te il ca rattere cl i opera inta ngi bile
eperpelua, ne Y iene cli inevitabil e
conseguenza che all'i ni- ziativa priva ta debb a
subentrarel' azione del potere
sociale.. Du ra_
~ecess!tà,cli
cuipur troppo no n manca no esem pi
rntutti i paes i!
_ 10. -
Diqu i ebbe durìque origine quella grande ernlu-
z~on~ s~ientifìca
i cui
effetti praticidoveva no fars i sentire
a~
g1 or111 noslri. Partendo dai falli allestati dall'esperi
enza,ri guard o all'incl_ole generalmente passi1·a dell e ferrovie,
edal _ Io_ro. sottrarsi alle leggi della co ncorrenza, alcun i eco nò- m1st1 ri conobbero come all'industria ferrovi aria manchino in tal modo i caratteri essenziali della produzione industriale, la quale tende ad un lucro ed ha per forz a regolatrice la
(i) PATTERSON. Tlte scicnce of fina11ce. - (Railway finance).
concorr enza; e quindi s' indussero a considerare le ferrovie ed alcuni altri grandi pubblici servi o-i come un' industria
sui generis_cli caratteri speciali , e ~ui essi qu alifica rono col nome di lllonopolii indusfriali
.Codes ti monopolii non solo l)er le rarr ioni ora accenna te
h 1 . " '
m~
anc_ e pe r a grave importanza dei
serrigi che sono
c~1am_ati
a
~restare,per i grandi vantaggi diretti ed in- cl11'ell1 ch'es.s1 _ ap_portano_
anch~ qu~n~opa,ssivi, per I' inter - vento da essi richiesto dei poteri sociali per 1 espropriazi one rlcl terreno o per l'occupazion e d i
suolo pubblicoed esclu- de ndo essi s~p ra~ull_o l'idea. del guada~no, non'possono più essere affida li ali azione pri vata che s1 propone un lucro ma dernno necessa riamen te fa r capo a quella dei pu bblici poteri. Qu indi essi Y engo no dislinti in monopolii d' interesse
specialmentelocale, ed in monopolii d'in te resse generale i pri mi rnlenclo essere affida li
alle autorità locali
(Comunie ProYin cie), i secondi all'azione
generale dello Stato.
l l. -
ln an alogia a qu este idee il Rau aveva
giàin-
se~nalo
in Germa_nia che
n~lle ferrovi~non ri
sulta troppo en dcnte la rnagg10r co1 nen1 en za del
sistema dell e Società prirate a fronte dell'amministraz ione diretta de llo Stato: che
lascia~e
a
quest'~ltiinoesse presentano inoltre nntaggi cli pubblica
economia e d'ordine politico-milita re in discutibili , e
che quantunque non si debba in esse arnr di mira nn gua - dagno diretto, lutlaria qualora se ne abbia, è bene
ch'esso si facciadallo
Stato, in tal moùo ottenendosi che anche il progressivo reddito delle ferroYie nda a beneficio del- l'inticra
società.Ed a ques ti principii lia fa tto omaggio in Inghilterra il M ili
scrivendo suimonopol ii pratici ( P1'atical
11Jonopolies)q~elle
famose _pagine
('1),_ chediedero il punto di partenza di nuove do tlrme economi che, e che
segnalarono qual dif -
fere~wa ~i ~orra
tra le specul azioni ideali
ela rea ltà; esempio lum mos1
ss1model come anche i principii teorici più accla - mati riescano nella loro pra tica
applicazione aYice ndernl- rnente modifica rsi.
ff.
1 2 . -
Èbe llo vedere,
SO\Ta tutto in Inghilterra,
comela pratica tenda a conformarsi
acodesle ded uzioni de ll
'eco- nom ia applica ta, e come questa dal ca nto suo rifuggendo da diffici li as tra zi oni e di
scordie e pedanterie di sé uole, non
si con lent i cl i. nom i vuoti o cl i colore oscuro, ma 1
,niri ::id un o
scopopiù pratico cercand o una
soluzione buona ed eflìcace dei probl em i che l'oècupano. Già da lun go tempo l'a ttenzione
d~l
Parlamento in glese si rivo lse ai novelli principii, ed il
biltdi G ladslo ne del
·1844 abo lin1 il
sistema di conèessioni non riscattabi li, dando faco ltà al Gorerno cli acquistare le fer- ro rie coslrutle dopo la nu ova legge, decorsi 21 anni dall a loro cos truzion e: e Robe rto Peel, lo strenuo pro puo-nalore d~ l non _i n te~vento .~ elio S~a to !lelle inlraprnse pri vate, "a ppog- giando 11
bzlllascio persrno mtrared ere non essere nè im- probabile nè lonta na l'opportu nità di dorersene sen ire.
D'all ora in poi il Parlamen to, ma lgrado l'opposizi one delle
Società priYate,continu ò la
sua operaripa ra trice con lu nga
serie di at~i(fra gli altri qu elli del ' 1846, '1854, ' 1858, '1 873) e fece ben p1 u ancora colla procedu_ra
speciale stabilita per le
Società ferroviarie in fa llimento. E iu omaggio agli stess i prin-
cipii cheY edemmo emanati
gliatti che limitano il dividendo cieli.e Compagni e per la co ndotta del gaz, e che regolano le
Società per lecond qlle d'acqua potabi le, tratta ndosi cli mo- nopolii in dustriali . E poi
sopratutto col
General Tmmways Act del1870 che ri ass umendo i risultali d'una lun
gaes pe- rienza ed info rmandosi a nuori prin
cipii,fu preferita l'a- zione dell
epubbliche autorità a quell a dei pri,·a ti, e fu rono acco rdate ai mu nicipii facoltà spec iali per la cos truzione e l'
esercizio dei Tramways.Intanto il pubbli co Inglese, pure cosi gelos o delle sue pre- roga tive,
segueil fa llo del Parlamento, ed iqcoraggiato dai bu oni frutt i raccolti dall o Sta to nel!' amministrazion e clèlle Post e dei Telegrafi , più che l'estendersi dell
'azionedel pot ·e dello Stato , pave nta imece l'influ enza sempre più
__J~~~~~~~
(I) MILL. Princ. of Pol. Eco110111y. (it11• edition. - Book I, eh. Ix,
§ ::.!. - Book V. eh.
v1
, § H.68 L'INGEGNERIA CIYILE E LE ARTI ll'ìDUSTRIALI
crescente delle grandi compagnie sul Parlamento e sull e Au- to rità loca li , e teme che abbia ad ass umere il carattere d'una calamità nazion ale. Quind
i il riscatto e l'eserciziodelle ferrovie trova a dife nsori uomini autorevoli e competenti
- .im
i, quali il Graves, chefu a
lungo direttore d'una delle più impor
tanti Compagnie ferroviarieprivale, -
ilBen son da mollo tempo direttore del London and .North-Western Raihray, - il Tyler c he, per oltre a Y ent'anni ispetto re al
Boanl of Tmde,proclama che
« l'esercizio dello Stato, se abilmente condotto, sm·ebbe più efficace ed economico e non pot1·ebbe avere altro scopo che il bene comune. ))13. -
Simili fa tti accadono pure nella SYizzera, O Y e in
materia diferrovi e erasi lasc iato libe ro il cam po all'azione dei pri vat i. L'opera lenta e gradu ale della legislazione tend e ora
atra
sforma1Ti l'attu ale regime ferroYiari o, e ad acco-
starsi all'opi nione di coloro che co nsiderano le ferrovie come un
serv izio pub blico regolato da
lGoverno
('I).14 .. -
Qu este
ideetrovano perO no numerose adesioni al di là dell
'Oceano, negli Stati Uniti,
ilpaese per eccellenza dell
'iniziati1·a privala. La Commissione inst ituita nel M assa
- chusetts, nel suo rappo
rtodel '1874, non solo osserv a com e in
ogni paese sia stata abbandona ta l'idea della libertà di
costruzione nelle ferrovie, per assogge ttarl e in vece a dispo- izioni legislative, ma fo ancora un passo di pi ù e nota come
codesta e1·oluzione ha invariab ilmente cond otto a r iconoscere
chele ferrov ie dcrnno essere una delle funzi on i del G overn o.
15. -
Anche nell'impero Gcrrna nico la qu estione delle f
errovie èall
'ordinedel giorno. E no lo come le linee le
- tleschc sidi Lingua no in
tre categori e: le ferro vie drll' Im- pero
(Reichseisenbahnen)esercitate dallo Stat o ; - le ferro vie dell o la to
(Staatseisenbahnen)cos trultc in parte dai Go
- rcrni, in pa r
te da Società,ccl ese rcitale pure dai varii Sta
ti;- e le ferroYi c private
(Privateisenbalmen)esercitale da C
ompagnie investile della concessione.A qu anto pare, si lra l-
erebbe di
tra forma re, medi ante il ri sca llo, tulle quante le linee in f
erroYicdell'Impero. A
ciò guiderebb e un duplice
concetto politico-militare ed economico .
Non sp
ella anoi di giudica re il primo, nè di spiegare l'opposizi one che so tto questo rispetto
sor~edagli Stati minori tlell
'Impero;ma non dobbiamo tacere
cbe l'idea economicaha un impo rtanza che non si pu ò discono cere. Trovandos i la G
ermanianel centro d'Europa, le
sue grandi linee fcr- roYiarie correnti in tulle
le direzioni potrebbero facilmente
ervi re come mC;zzo di comun
icazionefra !'e l e l'ovest, il
. ettentrione e il mezzodì, e quindi attrar buona parle dcl
commerciodi transito del continente. Basterebbe co mpletare ra zionalmente la rete ed applicarl'i un bu on si tema di ta- rill'e e cli ora ri. E questo, di c
ei, sia il concetto che con- durr
ebbe ad assicurare, mediante il ri callo, l'esercizio dell e fe rroYie all'Impero, il qu ale Yi applicherebbe uniform e- mente le tari(Te già con _ olli mi r
isultatiado ttate per
le linee cieli ' Alsazia e Lorena
.E certo che in c aso di perdita non
andrebbein
controa passil'ità maggiori di quell e che pos-
ono
sorgere nel
sistemaallu ale in cui lo Sta
to esercita aproprio risc hio parte delle linee
esovvenziona le altre se
passi1:e,non proponendosi, come già non si propone Eel- l'ammi nistrazione de
lle Poste e dei Teleg Tafi, un guac lagno diretto , ma solo un benefizio
indiretto;ed è certo alt re
i chenel caso cl
iutil
inelli essi non giovere bbero solo a poch i azionist i, m a verrebbero tolti a speculatori ed a paesi spesse volte stranieri per essere ri volti a benefizi o de lla pubb lica fin anz a e del paese.
Noti si ancora ch e in quella stessa G ermania in cui , con
·istema oppos
to a quello di altri paesi, erasi affid ala
la co-truz
ionecl
im· o1te
linee a priv ati ed il
loro eerciz
ioallo Stato, si considera presentemente
l'esercizio da parte dellolato come scopo, e
l'acquisto dellaproprietà solo come mezzo a co nseguirlo. Ciò pure s'accorda coll'opinione di coloro
iqual
iconsiderano
la proprietàe
l'esercizio delloStato come
inseparabili.16.
- In ta
lmodo l'idea di considerare le ferrovie come
(I) Questi falli furono bellamente illustrati dal!' Onor. Luzzalli negli articoli sollo il titolo " Lo Stato e le Ferrovie » pubblicati nel giornale Il Sole, ~lilano, novembre 18711. -- Anche lo Schiiffie li accenna.
un 'a ttribuzi one dello Stato, sor
e ematurossi, non qu ale concetto sboccialo d' un tratto da una mente quals
iasi, maqual e lenta elaborazione a cui c oncorsero ora
le ricerchesc
ientifiche,ora
lepratiche applicazioni. Si considerarono i diversi regimi fe
rroviarii deivar
ii Stati,come altrellanle grandi esperienze: e dal
loroconfronto parall elo, e da una osse
rvazione sçria e continua trassero gli
studiosi del pro- blema fe rroviario i dati più necessarii alla sua soluzi one.
Quand o in Inghilterra cominciò qu
ella
grande fusion
edi Società fe rroviarie che dimostrò inefficace la concorrenza, sorsero a combatterla
uominie
scrittoriauloreY oli
, i qualifa cendos i eco delle pubbliche
lagnanze, domandaron o che lo Sta to ri sc attasse le
loro lince.E la questione è tuttodì
allo studioe trattasi cli sa pere chi debba prel'a lere , se lo lat o le Compagni e; ma il sistema di
libertà assoluta
èdai più condann ato, e
laprop ri età e
l'ingerenzadell
o Stato nell
efe rrov ie è riconosciuta sempre più ne
cessaria ('l ).
F
usegnatamente quando i rovesci d
i numeroseCompagnie priv ale segnavano
i gi01·ni ne1'idella speculn
ionc ferrol'iaria,che si riconobbe l'amminist razione dell e grand
iSoci
età nonessere m igli ore di qu ell a dell o Sta lo; e fu dim ostrato ch
e el'az ione dello Staio stimasi pro1 ·erbialmentc trascurala e poc eflìcace, quell a delle grandi ociet:ì per azioni lo è pu r sempre stata altrettanto.
Inesse s'affierol isce e manca del lutto qu ell o spirito allivo ed operoso, e qu ello stimolo dell a respon
sabilità e dell'interesse person!lle che militano a fa
rnredell 'amminislra zi one dei prirnli in confro11lo di quella dei poteri soci:ili. Fu visto altresl che all'infu ori di qualche for- tun ata
evenienza,il principio pure
insè così buono della associazion
edei c apitali , tostochè assume
la forma di Società anonim e, tanto più
perde della sua effi cac ia , quanto più la C ompagnia
sifa grande e giga nte. Ed è ciò che accade ap- pun to a tutte le So. cietà ferroviarie dei di ve rsi paesi, ta
ntopi ù presto quanto più sono rese irresponsabili dalla garanzia dell o St ato. E qneslo attestano i più autorernli scrittori
,qualunque sia
la loro opinionein materi a di fe rrol'Ìe,
e.tra essi coloro stessi che pur giu dicarono troppo scyero il
pro-nunciato di Adamo Smith sufl a quasi assolut a inca
pacitàammin
istrativa dell e Società per :iz ioni (2)
.Qu esto fo llo
ètanto più importan te, inquantochè cade
conesso l'ultimo baluardo di etro cui
·i riducono coloro che ri- masero fedeli alla bandiera delb libertà in diridualc assoluta in materia di ferro vie. Se
l'amministrazione diretta
delloStato riesce genera
lmentemigliore di qu
ella cl' ?lle
.~randiSocietà per azion
i, non v'bapiù r agione
e.conom1~acl
i a~dare alle medesim e
l'esercizio tielle ferrovie,
ed1 confenre ad e se un ingiusto monopolio in tutto il paese : ma i pu acce ttare
il principio del Mili, che l'ope~·a c~el ~o.verno è, se non migliore, almeno uguale a qu
ella dei pn rnl1 , rn
quelle imprese chelasciate ad ess i non posso no essere co ndotte che da grandi Società anonime, e si può quindi_ facil mente
am-mellere per le ferroYi e non
solo lapropri età , ma
anchel'esercizio da parte dello Stato (3).
17. -
N on ci fe rmeremo nep pure all
'obbiezione di color. i quali acce nnano all a poca co nvenienza politica di porre aglt ordini elci gove rn o e sotto l'inllu enza dell e sue
~deeun
nrn.11~rostraordi
nario d'impiecrati poichè ocraid
ì la scwnza del dm tlo costit
uzionale èa bba~ta~za progredita, s pec in l~1 1e nt?. cl~
noi, da non poter discono scere che i
p~b)Jlici f~nz1?nm~ s1 pos-ono sempre circond are di guarent1 g1 c
co~t1luz1onahalte ad assicurarne l'
indipendenzéi, comea
defi~1r~1e. laresronsa
-bilità. E poi
lastessa obbi ezione si rimp1 cc.iol1 sce e
d1~·entaeyanescente ove
inoti che nessuno ha ma i pensato d1 to- gliere allo Stato al cune delle su e più
impor.t.a1~li att~·ibuzioni,quali la difesa interna ed esterna
el' amrnm1slr:
:1Z1one dell
a{l) M1LL. Princ. of Pot. Economy. Boock v. Cli. x1 §Il. - Quarterly Review, 1873, Railways w1d the S~ate. - ScAFFLll Ka- 71italismus und Socialismus. 4 Vortra!!. pag. 75. .
(2) MILL. Opera e brani citati. - ScAFFLE. Op. c1t., 14 Vor rag, ll3g. 547, :)49 e pag. ·~6;). - TuoRNTO:-i. 011 labour, 2d edition, Book.
111, cli. 11. - Li:zznn. Lo Stato e le Ferrovie 1.
(3) WEsnuNSTER. Re,·iew ·187;). Railway reg1dation and railway p11rchase. - Q11arlerly Review, '1868. 1'he great railway 11w11opoly.
- Id. rn11. Jnd11strial iUonopolies.
L'
INGEG~ERIACIVILE E LE ARTI INDUSTRIALI 69
giu stizia, solo perchè richieggono un grande numero di fun- zionari.
Nè per altra parte
i~1ter:diamo dis,cuter~!'opinione di
c~1i,·o rrebbe consid erare il risca tto e
1 e-erc1Z10 delleferroy1e da parte dello Sta to come mezz? d'un'eccellente operazion
efinanziaria a ristoro delle pu bbl1che finanze, ossenando che
iGo\·erni, per la
Jìdu~~ain loro
ripost~_ e
p~r l'a!ltorit~ mo~ra ie di cui
sono r1vest1t1, trovanobu om 1mpiegat1 a sl1pendt min ori e
credito apiù modico interesse di quel che nY- venga
~Società prirnte, ed eYitano
inoltr~ molte_di _quelle
spese oregalie
c_h~ adotlene_re autorevoli
pr~tezI?Ill.e at!
influire
sull:i op11110nepubblica pesano enormi
smbil anci
clicerte Società ferrovia rie.
Crediamo
solo di doYer not are come in varii paesi la teoria
ela pratica
s'accordino nel respingere il sistema che
separa la
proprietà
dall'eserci~ioe che .
atncl~!a rrima allo . lato,
edil
secondo a
grandiCompagme pnvilegwte, perche con
essosi inaugura del pari un re
gimecli monopolio in cu i si
riproducono gli inconYenienti dell
eSocietà ano11ime, e
siin
correnel pericolo che le Compagni e d'
esercizio sfruttino nealiultim i anni delle loro co ncessio ni il materiale fisso e
ma"bile siccome si sfruttaun
campo presoin affitto.
In
t~lmodo, noi
siamoslali gradatamente indotti ad
am-
mettere chetra
iregimi ferr oviarii da noi esaminati, quello
dell'azionediretta dello Stato ha dato i migliori elfetti pr;itici,
nel tempo stesso che troppo non ?U:ende i principii
t_eo~ici:e
così re tano in buona parte leg1lt1male le co nclus10m d1
coloroche in attesa di nuova e migli ore soluzione, ma
con
franchezza e cominzione, acceLLano senza
enlusiasmola pro- prielà e l'esercizio da parte dello Staio, riconoscendo in ciò,
adonta degli inconvenienti da cui può esse re accompagna to, un progresso fata le,
mia d1t1Yt ma spesse volte inevitabile necessità.V. •
18. - Esposte le ra
gioniche militano in farnre dell'in-
gerenza diretla dello Stato nelle ferro Yie, ci resta ancora a
-egnareuna duplice corrente di idee che si manifesta nel- l'applicnz ion
eprati ca dei prin
cipiisovra esposti. G li uni
, imero, silimitano a ch iedere che lo Stato possegga ed eser-
citile
ferrovie
sostituendosi semplicemente
edin Lutto alle
ocielàprivate che lo precedettero. A ltri inv ece più _ard!ti, lanciano animosi lo
sguardoal futuro, e risalendo a1 pnn-
cipii fondamentalidella pubblica econom ia che ebbero
giàil
sulfragiodella pratica in alcuni casi an aloghi, invocano
• una
soluzione radicale,più grandiosa e conforme allo sp irito
deitemp i.
Essi
cidicono che il problema delle ferrov ie non è che
uncaso particolare ciel problema che riguarda tutte in ge- nerale le Yie cli comun icazione, e non a torto riconoscono
chele medesime rivestono bensì il
caratteredi monopolii industriali nella
proprietà,non già
nell'ttsoloro.
La pro Jrietà delle ferrovie soLLraenclosi alle leggi della con-
correnzanon deve essere sorgen te di lucri per una Società
privataa danno ciel pubblico; cd è bene che nell 'interesse
generalespelli al potere centrale o locale.
L'.!!2.Q. del le f
erroviepotendo invece essere in formato ai prin-
cipii della libera concorrenza non può più rivestire il ca raLLere
cli monopolio, bensì quello di un'industria in genere, r iguardo
alla quale '\'.ige
sempre la massima.-.che il priYato può tro-
varene l proprio interesse lo stimol o ad un'azione più ener- ica, fo rs'anche più eco nomica ed oculata cli qu ella di pub-
blicifunz ionarii.
Codesti principii trovano la loro pratica applicazione in
luttii paesi ci\'ili, presso i quali nella ma ggior pari.e dell
e opere 1Jnbblicheil clirillo cli proprietà, cli cui sono ri vestite le ammini
strazioni ce ntrali o locali, si concilia perfellame nte
C?l pubblico uso a cui le medesime sono destinate. I por ti d1 mare, i fiumi navigabili, i ca nali dello Stato e le strade
ordinarieso no tutte opere pubbliche nelle quali la co ncor-
r~nza
tro rn la sua più ampia applicazione, non già per mezzo di una inutile e poco men che ridicola creazione cli due porti co ntigui, o di un fiume artificiale accanto a qu ello
lÌcreato da
n~tura,o cli due strade parallele, ma nell a facoltà data a tutti della libera circolazion e sotto l'osservanz a dei debiti regolamenti.
~ar~enclo
da
qi:es~e i~eealcuni
studiosi del problema fer-r0Ytar10 trov:rno rn g1ust1fìcata l'eccezione ri
<>uardantele fer- rovi
ee domandano che il loro esercizio s i~ inform:ilo ao-J i
ste~si pri~1cipii delle altre ~·ie
di comunicazione. A tal uopo
ess i
cons1der:inola strada
111sè ed il m:-iteriale fìsso incl i- pe nclentemenle dal materiale mobile; dichiarano che la
co-struzione, la proprietò e la qia nutenzione della s trad:i fe rrala
-1 spea :ri le pu6blich
eamministrazioni;
.e cheimece il ma-
- teriale mobile debba essere somministraloda quei priYali
'-cl1e in u
nregime di li bera circolazione e so llo l'osserya nza dei deb iti regolamenti, intendano di fa r correre i loro tren i a
s.ervizio delle merci o dei passeggieri.
E questa una soluzio ne granclio a e senza dubbio la più liberale, la più coordinata ai principii che informano l'am- mini
. trazione delle opere pubbliche e quell a essenzialmente
chepiù ci
sipresenta come feconda cl i utili risu ltali . Essa infatti non
soloLrO\'a ca ldi propugnatori fra
ipi ù dili
gentistudiosi del pro blem a ferroviario (q uali il Le Ifarcly de Be:iu- Jieu),
ma,a quanto clicesi, già a\TCbbe il Y :inlaggio di lun ga e fe li
cee perienza in varie parti degli Stati Unili e, egna- tam
cnle in Pensilvani a, oye si offrir:\
come bella opportunilù di stud io a Lutti coloro che pigliano interesse nello sciogli- mento d'una qu
estione cosi importante per l'econoinia sociale.
19. Dinnanzi ad u na soluzione cosi innoYall'i ce e di fronte all e
condizioni finanziarie dci Y
ari Stati, noi co mprendiamo beni
simo
che sipossa alquanto esi tare; ma non ci
sembra che l'clfettuare cola le idea presenti troppo
gravi difficoltàpoich
è essa è suscetli\'a cl;unagradu ale att uazione e si da
rebb~pe rciò al pae e una Y
era scuolad'inizi;ili\·a e d'opero. ità pri- vata:
essanon esclude punto l'iclen dr Il' esercizio anche dii pari
edello Sta to e neppu r quella di un
senizio militare;men tre
conduce in pari tempo ad una lenta
eprogressi\'
atra formazione dei
sitemi fc1T0Y iar ii Yigen ti.
Tutlochè poi alcuni non rifuggano dall'accordare :ilio Sta io anche il dirillo d'esi
gere ped:iggiallo
scopo cli p:igare gli intere si delle somme impi
egale nell'acqu isto della proprietà, a noi pare invece ··che qu
estonon debba essere che un assai povero esped ien te del tutto temporario; poichè il sistema
,ora propugnai.o noù
sarò fecondo di lutti isuoi benefici
frutti,
senon quando sari1
stato portato alle sue ultime
epiù naturali conseguenze. Quel medesimo progresso
storicoche in
egnanclonon dover le pubbliche :imrnini trazion i ri- tirare un vantaggio diretto cd immed iato da lle strade ordi - nari
e,ebbe a felice
conseguenza l'abolizione be~1efìcadei diritti cli pecbggio, deve poter trovare la sna app licazione pili ampia
epiù feconda cli risultali economici sull
efcrro Yie, oYe :il principio di lib ero esercizio dovrà far degno riscontro qu
ellodella circolazione gr:ituila.
Pare ad ogn i modo che
codesta
soluzione dell'aneni re porli
seco vantaggi -uperioria quelli cli ogni :iltro
sistema sinoraes:i minato. Si fra zionerà in certo modo l'esercizio ; ma l'operosità dei privati e di numerose e più modeste Com- pagnie fornite cli sufficiente cap itale, ed inspirate dai grandi osi e fecondi principii dell e societù
cooperatiYee della pa rtecipa- zione al profitto, s:irò la più bella gar:i nzi;i cli u n' :izione operos:i, efficace ed alt:nnenle economica, e gli interess i del pubblico saranno indubbi amente meglio tutelati d:i quella
concon·enza effettiva e vmftcna,sempre impossibile linchè l'esercizio dell e ferrovie sarù a torlo co nsiderato come un monopolio cli diritto, e finchè il medesim o ri chi ederà l'inter- vento di enormi capitali stran ieri , a cletrimenl.o delle fo rz
eeconomiche del paese.
Per ultimo, codesta soluzion e non potrebbe nuocere agli interessi priv:iti dello Stato. Sciolto dal!' obbligo di prestar ga ranzie, esso si troYerebb e ben presto in grado cli far fronte al pagamento degli interessi del capitale fisso inv estito nell
eferroYie, coi maggiori proventi delle impo le già esisten ti, rese più proficue dall'accresciut:i prosperità nazionale, dovuta :illa riduzione delle tariffe ferroviarie sollo un regime di possi- bile e proficua concorrenza: - colle tasse perce pite sugli im- prenditori cli trasporli in fe rroYia, i quali rimango no assog- gettati alle imposte che colpiscono le industrie in genere:
- e fin almente col mezzo di leggiere contribuzioni ferro-
viarie che, solo nella peggiore eYenienza, lo Stato potrebbe
imporre a tutto il paese, essenclochè la bontà e liberl:ì dei
ìO L' INGEGNERIA CIVILE E LE ARTI INDUSTRIALI
trasporli
è cosad.linteresse generale,
e i cittadini troverebberoil loro tornaconto a sottostare a codesti aggravi, i quali d'a l- tronde diminuirebbero costantemente colla graduale e ne-
cessaria amorlizzazione dei capitali impiegali nelle costruzioniferroviarie; alla cui amortizzazione vuolsi sempre prone- rlere in modo pronto ed
efficace.20. - Al poslulto
èforza ammettere che il sistema di libera
circolazione
èil solo tra quelli esaminali che ri
salga esi
conformi alle pure e sernre tradizioni della
scienza economica. Oggidì le ferrovie presentano quello
stessopro-
blema checinquant'anni or
sono glieconomisti cercavano risolvere per riguardo
alle stradeordinarie ed
aicanali.
Appunto in allora
scrittori illustri di diversi paesi, quali loSchmalz
(1)in Germania, ed il
Say (2)in Francia, inse-
gnavanoche le
strade ed i canali si devonocostruire
·a spesedel pubblico, e lamentavano che codesti prin
cipii nonfossero universa lmente accolti nella pratica dei loro rispelli>i paesi. E mentre il primo proclam
a checodeste opere de- vono
servire all'usopubblico e gratuito
e s'innalzacorag-
gioso contro lafiscalità dello
Stato, le lasseed i privilegii, il Say rigetta l'opinione d'Adamo Smith ed il regime inglese
che s'affidano del tutto alla liberaazione dei privati,
enel
caso specifico di un canale osserva come spetti alla nazione il
costrurlo, perchè esso sarà solo realmente proficuo, quan do
si consentaa perdere l'interesse de i capitali impi
egati.Ai
giorni nostri, in cui leferrovie si sono vittoriosamente
sostituiteai
canali, si possono
considerare come veri
con-tinuatori dell
eantiche tradizioni economiche coloro
chearn-
canoallo Stato la proprietà delle ferrovie, e che sopratutto vogliono il
sistemadi li
bera circolazione qui propugn
ato, e chefu offuscamente cliYinalo dal Mili nel confronto che
egliinstituira fra un canale ed un
a ferrovia.Come mezzo
secolo fa,
si combatte oggidì una nuova battaglia contro il mono- polio
ed il privilegio, eda favore della libera concorrenza.
Noi ci auguriamo
che l'esitopossa esserne ugualm
ente felice,ed anzi
fermam~ntecrediamo
che l'azrone nonsempre stret- tamente economica dello
Statoe tanto meno qu
ella dissipa- trice di Società rese stran
amente irresponsabili, non po!ranno reggere gran
che afronte di cotesto
sistemache
sifonda
:mll' amministrazionediligente ed
oculata dei priv
atio
di picco le associazioni cooperative. ' Non escludiamo
con lutto ciòin modo
assoluto la possi- bilitàdi un buon esercizio da parte dello Stato (come nel l'.elgio
):-oJ anche da
part~di
gr~ndi Sociel~private, le quali rives tano per un
certo per10dod1 tempo più la natura di vere Is!iluzioni nazionali
,_che di speculazioni private,
comene abbiamo
avutofin q. u1 nell
e fe1·1·ovie 111e1·idionali d'Italiauno
splendido esempio.VI.
21. - . Ria
ssum_endo , troYeremo facilmente una guidaalla
soluz10neprati
caciel problema ferroviario quale ci si presenta in Italia e doYe più che negli altri paesi ha rirnstito il
c~ralleredi urgenza .
. Ab~iamo ~isto
clapprim.a qu
an.to benela scienza e la pra- tl
ca s accordmo nel resprngere rn generale il sistema dellegrandi Società ferroviari
ele quali oltre all'essere in Yia definitirn poco abili
amministratrici, oltre ad escludere la
concor.r~nza?
traggono
c~nloro
,almeno presso di noi, la
nec~s~1ta cl~una
garan~iadello Stato che può togliere loro ogm .effica.c1a_, ed ?gm responsabilità
edi cui possono :inche servJrs1 a detnmenlo degli interess i nazionali.
Avvertimmo in
seguito come codesti fatti abbiano indottoa
studiare le ferroviesotto l'as petto di monòpolii industriali
d'int~resse
generale
edabbiano ora perciò determinato pro-
g_r~ss1vamente,
nel
11ia1·e magnumdell'economia e della po- litica , una porlerosa corrente favorevole all'azione diretta dello Stato_, il quale
a~sume~clola proprietà
el'esercizio delle ferrovie, malgrado l esclus10ne della libera concorrenza vi
inaugure~ebbe ce~tamenleun regime più economico ed equo, perche
solo 1111surato alla stregua decrli interessi na-zionali, e circondalo di garanzie costiluzio~ali,
sotto il ri-(1) ScuMALz, Èconomie 71olitique. Tomo 11, libro 1.
(2) S.n", Cour$ complet d'écono111ic politique. Cap. 23, 24.
go
roso e ben piu facile
controllo del Parlam ento e della Na- zione.
Parlammo in ultimo d'una soluzione in più lontano oriz- zonte
e secondo cui le ferrovie sottoposte al regime propriodegli altri mezzi di comunicazione, costituirebbero un mo-
no~ol!o
nella
solaproprietà
che spetta
didiritto
ai poteri socrnh, enon più nell'esercizio che dev'essere di
chiarato di pubblico dominio e governalo dalle leggi della libera con-
correnza.Questo
sistema sarebbe il
soloil qu
ale permetta
alla iniziativa edoperosità privata un
'azione efficace ed eco- nomica , nel tempo
stessoche
assegnerebbe
allo Stato unamissione
p~ù conforme alle
sue attribuzioni, espunterebbe lo
strale cliqu
ella mente argutache
ebbe adire non spel- lare allo
Stato difare il carrettiere o il baro
cciaio.22~
-
Nell'indicare quest'ultima soluzione come lameta a cu.i
~rriraree nel ri
chiamare su di essal'attenzione degli
stud10s1 delproblema ferroviario in Italia notiamo
come idi versi
sistemi fin qui propo
stialtro non'
sianoche
altret-tant~ stazioni success
iYe di quella
graduale trasform
azione
a cuirnnno
soggelle le umane istituzioni .. Ciascuno di ques ti
sistemi segna pertanto un progresso sudr quello
anterioreed uno
stadiocli preparazione
adaltro più perfezionato; e
cosi si comprende come ciascuno di essi possa trovare
la suaapplicazione in uno stesso paese in di- versi tempi,
od anchenello
stessotempo ma in parli diffe - renti d'uno stess o paese ,
aseconda delle varie condizioni
economiche. ·
Epperò nel consid
erare la libertà dellacircolazione come la soluzione più
sicura egeneral
edel problema ferroviari
o anche presso di noi,non
domandi
amo
chela medesima
siapplichi immedi
atamentee
su tullele linee, m
aci teniamo paghi a
cheil Governo ed il Parlamento cominciando dal- l'arncare a
sèla proprietà
el'esercizio, e poi approfittando delle occasioni propizie, spianino la via
ad un'attuazioneper
gradidi una soluzione cosi raziona
le e conforme ai prin- cipii generali di libertàche nella politica e nei commerci non meno
chenell'industria
sonoil portalo e la gloria del- l'epo
ca nostra.Ed
ècerto da bene augurare
chel'opera de i nostri le-
gislatorinel preparare all
eferrovie una
soluzioneeconomica buona
eliberale, non voglia essere da meno di quella degli ingegneri
cheid
earonoed
eseguirono in Italiaopere ferro- viarie
si grandi e decantale.Possano
cosi l'Ingegneria el'Arte di Stato continuare a darsi
concordila mano, e ridonare alla patria quella flori-
6dezza
equella prosperità commerciale
che sonouna delle nostre più gloriose tradizioni nazionali!
COSTRUZIONI METALLICHE
LA TETT OIA DELLA S TA ZIONE DI F OGGIA<»
Memoria dell'Ingegnere OTTAVIO i\foREM, capo-servizio della frazione e del matei·ùtle della Società Italiana delle fei·- rovie llfe1·idionali.
( Veggasi la tamia VI).
I.
Teoria delle travi a falce.
I. - La
tettoiadella
stazionedi Foggia
èlun
gam. 145, 40
circa,larga m.
38,ed
è sostenuta da 38 centine,le due
estreme chiuseda invetriate.
(") La tettoia per i convogli ferroviarii, di cui la benemerita Società italiana per ·1e strade ferrate Meridionali dotava nel 1872 la stazione di Fogi:ia, fu progettata in Inghilterra dal distinto ingegnere Moreno e colà costruita. Noi richiamiamo particolarmente l'attenzione di Ingegneri e Profes ori sulla presente relazione dall'egregio Moreno indirizzala al cav.
Giulio Marche i, che lo ebbe ad allievo nella scuola di Ar•plicazione degli Ingegneri di Torino, e dal quale ci è stat;r cortesemente favorita per la stampa. Pregevole dal la10 teorico, essa è più commendevole ancora per le molle considerazioni e conseguenze pratiche ùi cui il suo egregio autore
seppe a dovizia fornida. G. S.
L' INGEGNERIA CIVILE E
LEARTI INDUSTRIALI 71
La form a adottata per
lece_nline è
.conosciuta col
no~euenerico di Bow string ti'uss
rn Inghilterra, dove ebbe ori- gine, e
d~ve fu applica
ta con _bell'e!Tettoin
parec~hicasi, a Birmin gham (New Stree.t Stat10n,
lnrg~ezzamassima n! e - tri
64,35);a Liverpo ol_ (Lrn:ie Street Slat10n ,
~rnova t~Ltoia,modificazion e del tipo
111discorso, larghezza circa m.
10);a Londra (Ch arin g-Cross Station, la!ghezza m. 50 , e Cannon Street Station,
larghezzaf!1.
57,4?)ed
allr~re.La stessa centina fu chiamala
rnGermama
trave a. (alce, edi mi
o-Jiori '.esempi sono qu elli dell a Borsa di Berlin o, e della
~Lazionedella fe
rrovia dellabassa Silesia, anche a Berlin o, larga m.
37,66.La cen tina della tettoia di Foggia è rappresentata nella
Jìu. Pall a scala di
3: '1000,e si compone d'un arco pa ra-
b~lico esterno , d'un arco, o piuttos to poligono parabolico interno riunito al prim o per mezzo di
otto aste verticn li,
equidistantifra cli
loro edagli es tremi, e da quatt ordici diagonali .
La fo rma di queste cen tine è molto più soddisfacente al- l'occhio non solo che
la centina triango lare delta alla
Po- loncean, laquale fra
le centinea fal de piane è certamen te la più gra ziosa, ma ancora che l'arco circolare con tirante rettilineo, perchè
l'insiemedi molti ti ranti
inun a
tettoia molto
lunga sopratutto, se gli appogg i non sono molto alti, produce l'e!T etto di un sollìtto piano: i tiranti poligo nali, inv ece, dell a centi na a falce, anche num erosi producono l'ef-
· fetto qu asi
Li'una volta, o scompaion o da
llarista, e quan- tunque il loro oggetto sia anzitutto di neutralizzare la sp inta
orizzontale, come nella centi na circolare ordinaria , in qu ell a appari sce subito, che per mezzo delle diagonali e dell
e rer-tica
licontribuiscono a fornire all'arco esterno
lari
gidezzanecessaria per opp orsi all e deformazi oni, ch e un'in
egualedistri buzione del carico accide nta
letend
ea produrre; non i è quindi disposti a supporre, come avviene nelle teCto ie
adarco, con tirante rettilineo, che si potrebbero convenien-
temente soppri mere, con molto guadagno nell'apparenza ri- portando
la spinta sugliappoggi.
La forma parabolica dell 'a rco e del tirante dell e
centine
afa lce è de terminata da una considerazione teorica,
che si può accennaàe in poche parole.
Immaginiamo. (fi g. 2) un arco rigido A B C, J.!ni fo rrne-
rnente caricato secondo la proiezione
AC,
laspinta oriz- zontale ess endo vinta da due fo rze eguali Q: sia
2 lla corda,
ed
s
lasa etta di que sto arco
. -Partendo dal pun to più alto B, consid
eriamo
staccatoun
archetto A'B'(fi g.
·3.) e sostituite du e fo
rze He
Tper ristabilire l'equilibrio, ambe necessari amente tangenti ::i lle
estremitàdell'a rchetto, perciò
Horizzontale. -
Essendo
xe v
le coordinatedel punto A' ri
spelloall'o- rigine B , e
pil pes o uni fo rm emente di stribuito sull 'unil à
di lunghezza, l' equazione de' momenti rispetto al punto
A'si rid urrà a
H _l 1
Y- 2PX
e face ndo
x=l, s'avrebbe per l'es tremità A:
HS="2pl
1 2e
dividendo membro amembro le due
eguaglianze,
s1ot- tiene:
Y x2
s--l~
cioè. il
pu nto A' apparti ene ad
unap::i rabola
~rdinaria, eper·~~ò, af~nchè
lutti i punti dell'arco ABC siano in equilibrio nell
'1pol es1 d'un carico uniform emente distribuito
luno-o la sua ~roiezione,deve pure esser parabolico l'arco
stes~o. Ev id entemente larchetto
A' B' puòsupporsi scomposto
11~ u~
n _ umero qualunque cli archetti minori, ed il peso d1stribmto sull a proiezione di caduno di essi concentralo n,el suo punto di mezzo se uza che l'equilibrio sia disturbato:
s avrebbe allora una porzion e di poli gono,
icui vertici ca- dono.
~ull_aparabola, e si può facilmente dimostrare che per l'eq?1hbr10
.no_n
ènecess ario che il punto più elevato
Bdcli arco comc1da con un verti ce del poligono.
. Quanto
_si è del-lo per un carico , il quale agisce dall'alto m basso, è pur vero per tensioni
che agisc::rno dal bassoin alto, bas tando mutare
i segni dip e di Q.
La forma parab?lica conviene alle centine a falc e e gene- ralm ente alle ce ntme curve, perchè in pratica si verifica co n
sufficient~
esatlez7>a, che _tanto
ilpeso proprio, qu anto il pes?
~cc1dentalesono urnformemente di stribuiti
lungo la pro1ez10n e.
I~.
- Ecco ora in qual modo si può spi egar l'origin e della centma a falce:
Se un arco o poligono parabolico rigido AB C (fì g.
4)è cari calo a punti equidistanti, da pesi eguali, ciò ch e corri- sponde ad un carico uniform emente ri pa rtito sulla proi ezione, esso sarà in equilibri o coll'aggiunta di du e forze eg uali Q sufficienti per vincere
laspinta orizzon tale: e se un poligono parabolico
A'B' C' è teso dal basso in allo (fì g.
5)da forze eguali applicate a distanze eguali, esso sa rà in equilibrio coll'aggiunta di due forze orizzontali
Q' egualialla compo- nente orizzontale dell a tensione
sviluppatanel poli gono stess o.
Se poi la cord::i dell '::irco è eguale a quella del poligono,.
e
sesi Y erifica:
è evidente che se sovrappo ngons i
le estremità dell'arco a qu elle del poligono, se cioè si fa coincide re A' co n A
e-C ' co n C, s'o tlerrà una fi gura composta, in equili bri o senza l'a pplicazion e di forz e es terne, rapp resentata nell a fi gura
6.Le tensioni che agisco no
sui vertici del poligo no interno si possono trasmettere all'arco es terno per mezzo
cl'altrettan ti fili verti cali di sezion e conve niente e l' equilibrio conti nuerà a. sussistere, avvertendo che si svilupperanno nell 'arco ri- gido dell e forze eguali all e tensi oni
stesse, dirette ver ola
concavit:ì,le quali s'::iggiungono perc iò al cari co
esterno: la compress ione dell'arco ri
gido
sicompo rrù quindi di due parli: una corri
spondentealle pressioni esterne (compreso nell a
medesima il peso proprio della
slruttur~),l'altra cor- rispondente alla te11sion e del tir::inte verti
cale.Si ottiene cos
ì la centina rappresent ala nella fìg.
7,la quale
èin equili brio senza il
sussidio cl' ::ilcuna diagonale : ma ciò è vero nell 'ipotesi
cheil cari co esterno sia u nifo r- memente di stribuito su tutta
laproiezi one orizzontale.
In realtà,
invece,si sa benissimo che in ness un caso,
icarichi esterni
(adeccezion
edel peso proprio)
sono uni for- memente distribuiti su tulla la cord a, e perciò
la centina, ca ric::ila in egualmente sulle due falde (su pposta inoltre sno- data ne' vertici de' due poli goni) do\Tehbe necessariamente ro vinare,
senon si ristabili
sse l'equilibrio per mezzo di diagonali ,
latendenza essend o ap punto di alt erare la fo
rmacli quadrilateri el ementari, in,cui si può
supporre scompo-sta
la struttura.Se un quadrilatero qualunqu
e, sotto l'influenza del carico inegualm ente distribuito, tend e a prendere la forma AB CD, fig . 8, si vincerà tale tend enza ap plica ndo un
tiranteAD, oppure un
saettone C B (fìg.
9):il primo, reagendo per ten- sioge,
ilsecondo
~~ercompressione, servirebbero se parata- mente allo scopo d'opporsi ad ogni defo rmazion e, si po- tre bbero anche applica re co ntemporaneamente il
tirante edil sae ttone: siccom e però in pratica sa rebbe imposs ibile cosi aggiu stare le
lunghezze, che caclun o contri bui sca per la sua parte a mantenere l'equilibrio, così un
talesistema deve es- ser. rigett ato.
E poi evidente ch e se la cl eformnzion e temlesse
;:iprod ursi nel senso opposto a quello rappresentato nella fig.
8,il ti- rante AD si convertirebb e in un saettone, ed il sae ttone BC si convertirebbe
inun tirante : cioè se si nppli casse un
a sola diagonaleper ogni quadril atero, ess a dovrebbe esser e cli form a e di materia tale, che possa re::i gire tanto per co m- pressione, quanto per tension e.
Risulta intanto dalle precedenti osservazioni che :
1°Per mantenere
l'equilibriodelle centine basta un solo sistema cli diagonali purchè suscettibili di prestarsi ad
un~ sforzo di compressione, oppure