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Ricerche micoecologiche sugli ectosimbionti del Pino uncinato nel Parco Naturale del Mont Avic

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Academic year: 2022

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RE\!. VALDÒTAJNE Hl T. 'AT. -53: 63-8-1 (1999)

Ricerche micoecologiche sugli ectosimbionti

del Pino · uncinato nel Parco Naturale del Mont Avic

- FCDERICO PERETTI - FRANCE C:O iVlEOTTO

;, ALf'REDO VJZZINI ,., G10Rc10 BuffA

- Centro di Studio sulla Micologia del Terreno, C.N.R., Viale Mattia/i 25, Torino .

. ,, Dipartimento di Biologia \legetale, Università di Torino.

F. Pcretti, F /\!corro. A. Vizzini, G. Buffa. Mycoecological investigations on Pinus uncinata ectomy- corrhizal symbionts in the Mont Avic Natural Park (Aosta Valley, ltaly). Rev. \laldo1ai11e Hisl. Nat. 53:

63-8-i, 1999.

The authors present a list of 100 species symbionts of Pi1111s 1111ci11ata Miller in rhe NatL11«d P,1rk of LVlont Avi e (Aost<I Vallcy, l raly), obtainccl Fro111 fie!J observations Juring Summer ancl Aurumn seasons in the ycars 1997-98-99. The Pine stands are prcviously analysed looking vegetation typcs, soil charac- tcrs and climate. The high number of funga! partncrs recorJed, the abundant sporophorc producrion, the presence of a close net of hyphac in the organic laycrs of the soil point at the imporrnnce of ec- tomycorrhizal symbiosis for growrh, viabiJity and ecological amplirude oi the host species. Pi1111S 1111ci- 11ata is a cold-loving tree adapred to unferrile conditions, able ro compete against othcr subalpine co- nifer species on soils and/or at topographic posirions hard for rhe growrh of trees.

Key words: Pi1111s 1111ci11ata. ectosymbionts fungi, L\lont Avic Natural Park (Champdepraz, Aosta. ltaly)

II TRODUZIONE

Il presente lavoro si propone di fornire un primo contriburo alla identificazione dei funghi ectosimbionti di Pinus uncinata Miller. Vengono inoltre messe in luce le potenzialità che la simbiosi ecromicorrizica può offrire, nei confronti della crescita, della vitalità e dell'ampiezza ecologica della pianta ospite, in determinate situazioni pedo-ambientali.

Si è rudiaro il popolamenro di Pino uncinato presente nel territorio del Parco Naturale Regionale Mont Avic (AO), procedendo anche ad un inguadramenro ve- getazionale, pedologico e climatico dell'area. Sono stati effettuati rilievi in campo per tre sragioni vegetative (1997, 1998, 1999), che hanno evidenziaro l'interazione di Pinus uncinata con una micoflora notevolmente complessa.

Perry et al (1987) hanno suggerito come una notevole ricchezza di specie fun- gine possa essere un modo di opporsi alla presenza di fattori ecologici di disturbo, proprio grazie alla capacità del sistema radicale di un singolo albero di essere co- lonizzaro da differenti sin1bionri. In particolare Pinus uncinata, essenza spiccata- mente microterma e frugale, esprime la propria capacità competitiva nei confronti delle altre conifere montane e subalpine in condizioni pedologiche e/o geomorfo- logiche che possono essere definite «difficili» per l'insediamento della componente arborea.

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F. PrRElTI. F. ~IEOlTO. ,\ VIZZI~!. G. BUffA

Ii QUADRA iE1 TO ECOLOGICO DEL PINO UNCI l ATO

Pinus uncinata Miller è una specie presente sulle Alpi nella fascia montana e su- balpina (subatlantica e boreale sensu Pignatti 1979), a partire da una quota variabile tra i 1300 m s.l.m. (per le esposizioni più fresche), 1500 m s.l.m. (per i versanti più soleggiati), fino al limite della vegetazione arborea. Le formazioni boschive nelle quali è presente possono essere strutturate secondo diverse tipologie. A quote inferiori il bosco è denso ed a struttura disetanea che si evolve al tipo monostratificato, con al- tezza media delle piante di 10-15 m a maturità. Salendo, il Pino uncinato assume una struttura a collettivi, con alberi di altezza generalmente minore di 10 m ed ampi spazi tra un collettivo e l'altro. Tali spazi sono colonizzati da vegetazione erbacea ed arbustiva. Alle quote massin1e que ta essenza può assumere portamento prostrato, formando ora macchi più dense, ora formazioni più rade, spingendosi oltre il li- mite dei «krummholZ» a colonizzare con alberi isolari microsrazioni con caratteri- stiche morfologiche rali da offrire un certo riparo dal freddo e dal vento (a quote anche superiori ai 2200-2300 m). Il Pino uncinato sostituisce in quota le formazioni a Pino silvestre (Pinus sylvestris L.) con il quale può ibridarsi avendo un'affinità molto pronunciata (Bernerti, 1995). La caratteristica principale del Pino uncinato può essere sinterizzata dall'estrema frugalità e plasticità che la specie dimostra, con uno spinto adattamento a situazioni eco-pedologiche difficili. Ha capacità di colo- nizzare materiale detritico, caratterizzato da una elevata percentuale di scheletro e ralvolra da roccia affiorante, spesso dorato di orizzonti organici scarsi o subnulli: raie tipo di suolo è, per molti aspetti, prossimo a condizioni di sterilirà microbiologica. E' indifferente al substrato, al pH del terreno, potendo insediarsi su ossature di cal- care (alta Val di Susa, Val Roja) così come può tollerare uoli derivanti da rocce verdi, serpentiniri, anfiboliti, prasiniti, (Val Chisone, Val d'Aosta) (Giordano, 1940), caratterizzati da scarsa fertilità e da un rapporto molare Ca/Mg sul complesso di scambio molto basso, rispetto alla media delle esigenze nutrizionali (Alexander er al., 1989). I suoli serpeminirici, inoltre, presentano tassi elevati di cromo e nichel che talvolta po sono determinare siruazioni di to sicità per molte specie arboree ed er- bacee (Alexander et al., 1989). Anche per quanto riguarda le esigenze idriche il Pino uncinato, dotato di apparato radicale robusto e fittonante, è da considerarsi specie piuttosto plastica. E so dimostra una notevole capacità nel vegetare in siruazioni evi- dentemente xericbe, resistendo ali' aridità più del Pino silvestre (Bernetti, 1995). È altresì capace di sopportare lunghi periodi di sommersione radicale formando, in tal caso, popolamenti radi e pressochè puri in zone di torbiera di alra quota.

Per quanto riguarda la distribuzione del Pino uncinato, l'areale attuale si col- loca nell'Europa Centro Occidentale. Secondo Christensen (1987) Pimts mugo Turra ssp. uncinata (DC.)Donin è presente nella Sierra Cebollera e nella Sierra de Gudar

nel lord-Est della Spagna, nei Pirenei (dove si hanno quasi -10000 ha cli pinete

pure), nel Massiccio Centrale, nella Giura Franco-Svizzero e nelle Alpi, con im- portanti superfici tra il passo del Monginevro e Briançon, in Svizzera con estese fo-

reste nel Parco J azionale dell'Engaclina, nei Vosgi, in Boemia e nella zona cli con- fine nord-occidentale rra la Repubblica Ceca e la Germania. Secondo Ledgard ed Ecroyd (1988) trova in Europa il proprio limite orientale intorno ai 12° cli longi-

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TAVOLA

Sporocarpi di alcune specie simbionti del Pino uncinato

1. Suillus /11teus 2. Suillus gra11u/a111s

3. Lactarius deliciosus 4. Cor1i11ari11s saginus

5. Rozites caperatus 6. Ca111harellus a11rorn

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RICERCI IE ,\JICOCCOLOGICHE SUGLI ECTOSJ,\IBIO:\TI DEL PINO UNCINATO

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tudine Est. In Italia il Pino uncinato si localizza in stazioni subalpine poco piovose, in zone prossime alle cenosi d'oltralpe: V. Chisone, V. di Susa, V. d'Aosta e poi nell'alta Valtellina (Valdidentro e nel Livignasco); tuttavia può essere presente an- che in località a clima più umido come ad esempio in Piemonte nell'Ossolano. Gior- dano (1940) fornisce dettagliate indicazioni sulla distribuzione del Pino uncinato in Piemonte e Val d'Aosta segnalandone la presenza in Valle Gesso, Valle Stura di De- monte, Val Maira, Val Chisone, Val di Susa, Val d'Ala, Val di Cogne, tutti i valloni posti sulla destra idrografica della Dora Baltea fra Donnaz e Nus, Val Formazza, Val Vigezzo, Valle Cannobina e Val Grande.

Per le caratteristiche evidenziate i boschi di Pino uncinato esplicano una fun- zione naturalistica, paesaggistica e proteniva preponderante, mentre è scarso l'in- teresse produttivo. Il Pino uncinato è presente in rimboschimenti a scopo protet- tivo nella fascia subalpina in consociazione con larice ed abete rosso. In queste formazioni, con una tipica struttura a collettivi, esso esplica un efficace tratteni- mento del terreno, mentre l'abete rosso mostra un più rapido sviluppo, ed il larice una preponderante funzione di ancoraggio. Più controverso è l'utilizzo della spe- cie in impianti puri a protezione dalle valanghe, sia in relazione alla lenta crescira giovanile, sia per la possibilità che le piante prostrate, dotate di elevata elasticità, possano favorire il distacco del manto nevoso.

MATERIALI E METODI

Lo studio dei funghi ectosimbionti è stato effettuato nel bosco di Pino uncinato del Parco Naturale Regionale Mont Avic sito nel comune di Champdepraz in Valle d'Aosta e nei territori limitrofi; tale formazione boschiva si estende su una super- ficie di 1100 ha. Sono state scelte le aree di indagine, per un'estensione totale com- plessiva di circa 40 ha., in base a parametri quali differente esposizione, umidità e quota, che mostrano peraltro differenze floristiche e vegetazionali significative. Sono state individuate 4 aree in cui effettuare i rilievi (Fig. 1), che avessero la maggior purezza possibile nella composizione dello strato arboreo e rappresentativa delle differenti condizioni di umidità e quota. Sono state ulteriormente suddivise le aree a seconda dell'esposizione, fattore di particolare rilevanza sul territorio in questione: ZONA A: Quora compresa tra i 1450 medi 1600 m s.l.rn., suddivisa nelle sottozone:

Al ad esposizione Sud.

A2 esposta a Nord.

ZONA B: Quota compresa tra i 1350 medi 1700 m s.l.m., suddivisa nelle sottozone:

Bl da 1350 a 1400 m s.l.m., di fondovalle.

B2 da 1450 a 1700 m s.l.m.

ZONA C: Quota compresa tra i 1700 m ed i 2000 m s.l.m. in località denominata

«Teste di Leser».

ZONA D: Quota compresa tra i 1750 m ed i 2100 m s.l.m ..

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E PERETTI, F. MEOTTO. A. VIZZINT, G. BUFFA

Fig. 1 - Ubicazione delle aree di studio. (Dai tipi dell'archivio topocartografico della Amministrazione Regionale, aut. in data 4-11-2000).

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RICERCHE ~1IC0[C0LOGICHE SUGLI ECTOSii\IBIONTI DEL PINO UNCINATO 67

Considerando il ritardo della stagione vegetativa in quota, i rilievi sono stati ef- fettuati a partire dalla metà del mese di giugno negli anni 1998 e 1999 e conclusi dopo le forti gelate del mese di novembre che provocano l'arresto dell'emissione dei corpi fruttiferi. lell'anno 1997 il campionamento è iniziato a fine agosto.

Sono stati prelevati sistematicamente i corpi fruttiferi dei funghi ectosimbionti escludendo dalla raccolta quei campioni ritrovati a distanze da piante arboree estra- nee inferiori a 2 volte l'altezza di queste e comunque mai inferiori a 15 m. Per ogni specie è stata rilevata la zona di prelievo, la quota e l'abbondanza relativa rispetto alle altre specie presenti.

La determinazione è stata fatta osservando i caratteri morfologici macroscopici e microscopici mediante l'uso del microscopio stereoscopico e ottico con preparati in acido lattico al 90%. Per mettere in evidenza l'amiloidia delle spore delle specie dei generi Russula e Lactarius è stato utilizzato il reattivo di Melzer (l,5g di ioduro di potassio, 0,5g di iodio, 20cc. di cloralio idrato, 20 ml. di H20).

Per la determinazione degli sporocarpi si è fatto riferimento alla «Guida alla determinazione dei funghi» (Moser, 1980), a «Champignons du Nord et du Midi»

(Marchand, 1971) ed a «Champignons de Suisse» (Breitenbach & Kranzlin, 1984), utilizzando inoltre per i singoli generi «li genere Amanita in Italia» (Traverso, 1999),

«Monografia illustrata del genere Russula in Europa» (Sarnari, 1998), «I Boleti»

(Galli, 1999), «Lactarius Pers.» (Basso, 1999).

Sono stati utilizzati i dati termo-pluviometrici rilevati da una centralina posta al- l'interno del territorio del parco e funzionante dall'anno 1994. Essa è sita in loca- lità denominata «Prà Oursie» a quota 1850 m s.l.m. con esposizione Sud.

Sono stati eseguiti due profili pedologici e due analisi chimiche del terreno in località denominata «Magazzino» alla quota di 1550 m s.l.m. nella zona Al. I pH dei profili pedologici sono stati misurati con un pHmetro colorimetrico da campo.

Il primo rilievo (Tab. 4) è stato operato in una zona a pendenza media del 20%

in cui si verifica un accumulo di orizzonti minerali tale da costituire un substrato edafico di una certa profondità.

Per il profilo seguente (Tab. 5) si è invece scelta un'area di versante, con pen- denza dell'80%, a rappresentare una situazione in cui il Pino uncinato vegeta su un suolo ad orizzonti meno potenti. In quest'ultimo caso gli scavi non hanno po- tuto approfondirsi oltre i 50-60 cm, evidenziando che l'apparato radicale fittonante del pino ha la possibilità di raggiungere tali livelli solamente incuneandosi tra le grosse rocce presenti in questi tipi di suolo.

È stata utilizzata, per la classificazione del tipo di suolo, la «Tassonomia del suolo» del Soil Survey Staff (1975). E' inoltre stata effettuata, in corrispondenza dei due profili, la determinazione del tipo di humus secondo la classificazione delle forme di humus di Green et al. (1993).

Per l'analisi chimica sono stati prelevati campioni di terreno di 1500 g di peso ciascuno: il primo (Tab. 6) tra i 10 ed i 20 cm di profondità, il secondo (Tab. 7) tra i 30 ed i 50 cm.

È stata infine effettuata l'analisi vegetazionale in due aree in cui è stato ritro- vato il maggior numero di funghi ectosimbionti del Pino uncinato.

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F. !'ERETTI. E 1\IEOTTO. A \llZZINI. G. BUFF,\

RISULTATI

I rilievi effettuati nelle tre stagioni vegetative (1997, 1998, 1999) hanno messo il luce l'esistenza di 100 specie considerate ectosimbionti: è stato quindi evidenziato per Pinus uncinata l'interazione con una micoflora notevolmente complessa. Le spe- cie di macromiceti rilevate sono tutti basidiomiceti appartenenti prevalentemente alle famiglie delle Cortinariaceae, Russulaceae e Boleraceae (Sui/lus variegatus, Suzl- lus luteus e Suzllus bovinus); queste ultime sono le più abbondanti quanto a numero di sporocarpi individuati sul territorio. È stata altresì rilevata una discreta presenza di Amaniraceae e Tricholomataceae. Le altre famiglie sono rappresentate da poche specie, in alcuni casi piuttosto abbondanti come numero di corpi fruttiferi (Tab. 1, 2, e 3).

ELENCO DELLE SPECIE FUNGINE IN ORDINE SlSTEMATlCO CLASSE J3asidiomyceres

Ord. Boletales Fam. Boletaceae

Boletus edulis Bui!.: fr.

Boletus pi11ophilus Pilar & Derrnek Suzllus bovinus (L.: Fr.) Roussel Suillus granulatus (L.: Fr.) Roussel Suillus luteus (L.: Fr.) Roussel Suillus variegatus (Sw.: Fr.) Kuntze Xerocomus /errugineus (Schaeff.)Alessio Fam. Gomphidi(fceae

Chroogomphus helveticus (Singer) M.M. Moser Chroogomphus rutilus (Schaeff.: Fr.) O.K.

Miller

Gomphidzus glutinosus (Schaeff.: Fr.) Fr.

Gomphidius roseus (Nees: Fr.) fr.

Ord. Russulales

Fam. Russulace(fe

Lacf(frius deliciosus (L.: Fr.) Gray Lactarius hepaticus Plowr.

Lactarius mitissimus (Fr.:Fr.) Fr.

Lactarius picinus Fr.

Lactarius ru/us (Scop.: Fr.) Fr.

Russula adusta (Pers.: fr.)Fr.

Russula amara Kucera Russula amethysti11a Quél.

Russula badia Quél.

Russula cessans A. Pears.

Russula chloroides (Kromb.) Bres.

Russula emetica (Schaeff.: Fr.) Pers.

Russula integra (L.) Fr.

Russula risiga!Lina (Batscb) Sacc.

Russula sang11i11ea (J3ull.) Fr.

Russula sa11gui11ea (Bui!.) Fr. f. alba Russula sardonia Fr.

Russul(f vinosa Lindblad

Russula xerampelina (Schaeff.) Fr.

Ord. Agaricales fam. Amanitaceae

Amanita crocea (Quèi.) Singer Amanita gemmata (Fr.) Bertillon Amanita muscaria (L.: Fr.) Lam.

Amanita muscaria var. reg(/lis Fr.

Anwnita porphyrià Alb.&Schwein.: Fr.

A11wnita rubescens Pers.: Fr.

Amanita rubescens var. a1111ulosulphurea (Gil- let)

J

.E. Lange

Fam. Tricholomatace(fe

Laccarla bicolor (Maire) P.D.Onon Lyophyllum dernstes (Fr.: Fr.) Singer Tricholoma arvemense (Bon) A. H.iva & Bon

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RICE!{Cl IE ,\IICOECOLOGICHE SUGLI ECTOSli\IBIONTf DEL PINO UNCINATO

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var. discolor Marchand Tricholoma colossum (Fr.) Quél.

Tricholoma equestre (L.: Fr.) P. Kumm.

Tricholoma imbricatum (Fr.: fr.) P. Kumm.

Tricholoma pessundatum (Fr.: Fr.) Quél.

Tricholoma portentosum (Fr.: Fr.) Quél.

]ìicho!oma saponaceum (Fr.: Fr.) P. Kumm.

Tricholoma scalpturatum (Fr.) Quél.

Tricholoma sejunctum Q. Sowerby: Fr.) Quél.

'Jìicholoma slam (Fr.) Sacc.

Tricholoma vacc111um (Schaeff.: Fr.) P.

Kumrn.

Tricholoma virgatt11n (Fr.: Fr.) P.Kumm. Fam. f-lygrophoraceae

Hygrophorus agathosmus (Fr.) Fr.

I-lygrophorus chrysodo11 (Batsch: Fr.) Fr.

Hygrophorus hvpothejus (fr.: Fr.)Fr.

Fam. Cortinariaceae

Corli11arius· a11omalus (Fr.: Fr.) Fr.

Cor!i11C1rius armeniacus (Schaeff.: Fr.) Fr.

Cortinarius brlllmeus (Pers.: Fr.) Fr.

Cortinarius bulbosus (Hu<ls.: Fr.) Fr.

Corli11arius ca!listeus (Fr.: Fr.) Fr.

Cortinarius camphora/us Fr.

Cortinarius ci11namomeoluteus P.D. Orton Cortinarius citri110/u!vesce11s M.M. Moser Corti11arius claricolor (Fr.: Fr.) Fr.

Corti11arius clancolor var. subturmalis Bon &

Gauguè

Cortinarius collinitus (J. Sowerby: Fr.) Fr.

Cortinarius colus Fr.

Cortinarius crassus Fr.

Corti11arius epipoleus Fr.

Cortinarius glaucopus (Schaeff.: Fr.) Fr.

Cortinarius hefpeticus Fr.

Corlinarius hinnuleus Fr.

Corti11arius i.rnbellinus (Batsch: Fr.) Fr.

Cortinarius mucosus (Bull.) Kickx Cortinarius napus Fr.

Cortinarius obtus11s (Fr.:Fr.) fr.

Cortùwrius phoeniceus (Bull.) Maire Corti11arius pu1purasce11s (Fr.:fr.) Fr.

Corti11arius semisa11gui11eus (Fr.: Fr.) Giller Cortinarius spilomeus (Fr.: Fr.) Fr.

Cortinarius saginus (Fr.; Fr.)Fr.

Cortinarius torvus (Bull.: Fr.) Fr.

Cortinarius tnformis F r.

Corti11arius variecolor (Pers.: Fr.) Fr.

Cortinarius variegatus Bres. Cortinarius varius (Schaeff.: Fr.) Fr.

Corlinarius venetus (Fr.:Fr) Fr.

Cortinarius vibratilis (Fr.: Fr.) Fr.

Hebeloma versipelle (Fr.) Quél.

Rozites caperatus (Pers.: Fr.) P. Karst.

Ord. Camharellales

Fam. Cantharellaceae

Cantharellus aurora (Batsch) Kuyper Cantharel!us cibarius Fr.: Fr.

f.am. Hyc!naceae

I-lydnum repandum L.: Fr.

Fam. Clavu!inaceae

Clavulina coralloides (L.: Fr.) Schroet.

Clavulina rugosa (Bull.:Fr.) Schroet.

Ord. Thelephorales Fam. Bankeraceae

Bankera /uligineoalba Q.C.Schrnidt: Fr.) Pou- zar

Phellodon tomentosus (L. ex Fr.) Banker Fam. Thelephoraceae

F-lydnellum ferrugineum (Fr.: Fr.) P.Karst ..

Sarcodon imbricatus (L.: Fr.) P. Karst.

Ord. Polyporales Fam. Albatre!laceae

Albatrellus con/luens (Alb.& Schwein.: Fr.) Kotl.&Pouzar

Albatrellus ovi11us (Schaeff.: Fr.) Kotl. &

Pouzar

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Tabella n° 1 -PRESENZA DT SPOROCARPI DURANTE LA STAGIONE VEGETATI\//\ 1997 l'IJNGID F.CTOS!MBIONTI GIUGNO LUGLIO AGOSTO SETIEMBRE OTIOBRE NOVEMBRE ANNOI991 1619 19~ l4~ l619 1110 ~IO 15110 l5110 2111

• · ···

-~-"-"' '"'"-n

.. _

'"" SuillwluteMS A ISOO+ BI 1400 ABI n2100 A ISOO+ ABl AB2 A Bl 1500 Su1/fus oranulahLS A 1100 AB! A2 lli00+ Suil!US\'orieroha '1100 Bl C 1400 BI I""" D 1850 A 1500+ ABl A 1500 Suillus bovinus A 1500 BI 1400 + ARI A )VVlH AB' ABl A 821500 Xerocomus ferruo111t1U D-1900 Al.1550 Canthartllus cibarius Al 1700 e 1800 8' 1500 Canthorellus aurora BI 1500 A 1500 Bl 8l AB2 A B2 1350 Amanila muscaria AB2 Amanita ,.,._,1..,,;o Al 1500 "1800 Amanita rubescen.t BI 1400 Ili 1450 A 1500 Bl laçfariw:s delicimws '"00 BI 1600 A 1500+ Al 1550 A1500 A 1550 Lactariws henn#cus Al 1500 loctoriws nicimLJ Al 1500 Al 1600 AlB> /,actarusrufiu e 1900 Russula xeram,.,,fina •11500 A"I D 1850 Al'-A 1550 Russula chloroides A 1500 A 1500 A 1500+ "1600 A ISOO++ A B2 llOO Russula badia Al 1500 Russulaviokir111e 1900 Rwsufo sardnt ia e 18<11 Russulavi1101a BI 1450 R"rsulo risiaa/lina A 1500 Rus.,ula sant:>11/nea OllOO A 1500 A ISSO+ AB 1500 Russwla ametlMtiria A-i Il"' r-.:-Nrius crasnu BI 1450 Cortinarius claricolor BI 1450 Al 1550 Cortinarius Wlrius BI 1450 A2 ll<li rortinariw isabcllinws e 1900 Comnariw soilomellS BI 1450 "--'nariu:t variecolnr "I 1450 -,,-,000 C"tinariustorvus O 1880 Coninariuscolus O 1900 Cnrrinarius nam1t A" 15 o Al 1550 Chr,..,.._.-.. husrutilllS Al 1500 A 15"' A 1500 A 1500 A 821500 r .. ,,, .. nhidius~lutillOSu.s RI 1450 rJ.rf'Y""'--hu.shtlvttiCTLf A' 1500 Hwlnum renandum BI 1450 1-f,,!Hloma ~rsiDt/k 011500 Sorcodon imbricatu.s 01850 A 1500 Rozitesrnrwrahl.J A 1500 Tncholoma vi"'°atum O 1850 Tricholoma colosswm O 1850 Sono stati indicati, in corrispondenza della data di rilievo, con: A, Al, A2, B, Bl, B2, C, D le zone di prelievo degli sporocarpi; la quota di ritro- vamento degli stessi e con il segno+ l'abbondanza relativa di una specie rispetto alle altre presenti, con un N° di esemplari rilevati maggiore di 10.

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Tabella n° 2 -PRESENZA DI SPOROCARPI DURANTE LA STAGIONE VEGETATIVA 1998 FUNGID ECTOSIMBIONTI GIUGNO LUGLIO AGOSTO SLTIEMBRE OITOBRE OVU.IBRE ANN01998 2616 1617 11/I 91'! 1&'9 241'! JOl9 6110 IS'JO 21110 21/10 10/11 ·~

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Tabella n° 3 -PRESENZI\ DI SPOROCAWI DUR/\N'J'E L/\ ST/\GJONE VEGET/\TIV1\ 1999 GIUGNO LUGLIO AGOSTO 2416 1017 2518 119 "" " 17."'++ n &OOi+ n "M ., ·~., 41]7 ) 1100-1 .. "' n K"" "' ,. ,,, "'1800 500 n 11100° '"" O IKSO ··~ ., Al ><OO A7 l"'O D 750 A'~ n 1750 JIJ<n, '"" DillOO "00 " A , .. n ., •«o l)l~o-; n 800 <ti() .... 800 J. 800 A 1<00 n 800

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OTl'OURi;; NOVEMIJRE: Sono stati indicati, in corrispondenza della data di rilievo, con: A, Al, A2, B, Bl, B2, C, D le zone di prelievo degli sporocarpi; la quota di ritro- vamento degli stessi e con il segno+ l'abbondanza relativa di una specie rispetto alle altre presenti, con un N° di esemplari rilevati maggiore di 10.

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RICERCHE ,\lICOECOI.OCJCl-!E SUGLI ECTOSl1\IB!Oi\TI DEL 1'17\0 U'.'Cli\ATO

73

I dati della stazione termo-pluviometrica nelle stagioni vegetative 1997, 1998 e 1999 sono stati messi in confronto con i ritrovamenti dei corpi fruttiferi degli ec- tosimbionti (Tab. 1, 2, 3).

Nell'anno 1997 si è avuta una modestissima presenza di basidiocarpi dal mese di agosto fino al rilievo operato il 3 settembre, e solo dopo le piogge del 2-3/9 e del 13/9 i corpi fruttiferi hanno fatto la loro comparsa risultando molto abbondanti il giorno 16 dello stesso mese, a 3 giorni dal verificarsi delle ultime precipitazioni.

Le piogge del 28/8 non sono state seguite dalla fuoriuscita dei primi sporocarpi, probabilmente a causa dell'abbassamento delle temperature minime di quei giorni e dei giorni seguenti. Durante la stagione vegetativa considerata, nei mesi di set- tembre-ottobre sono state registrate nella zona temperature massime ancora elevate, con punte fino a 20 C0' alternate a giorni più freschi in cui, soprattutto in ottobre, la temperatura minima può scendere al di sotto degli

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C0. Il rilievo operato il 15/10/1997 è stato effettuato immediatamente dopo una nottata in cui la T min.

ha raggiunto i -3 C0Le specie che patiscono meno i primi freddi risultano Russula delica che cresce parzialmente interrata e Cantharellus aurora, che si sviluppa in for- mazioni di più individui coibentato da spessi strati di lettiera. Anche Amanita mu- scaria e Russula sanguinea sono presenti con basidiocarpi non congelati, manife- stando una certa resistenza alle basse temperature.

Il giorno 28/10/1997 sono state raggiunte T min. di -10 C0 che banno arrestato lo sviluppo delle fruttificazioni di tutte le specie tranne di Cantharellus aurora, la cui crescita awiene sotto la protezione del!' abbondante vegetazione muscinale pre- sente sull'area. Nell'anno 1998 a partire dal mese di giugno fino al rilievo del 24/9 è stata rilevata solamente la comparsa di sporadici basidiocarpi dei funghi simbionti del Pino uncinato. Nel mese di settembre 1998 non sono registrate precipitazioni fino al 30/9, fatto che, unito alla presenza di forte vento per diversi giorni conse- cutivi, ha ritardato una abbondante fuoriuscita degli sporocarpi fino ai primi giorni del mese di ottobre. In questo mese il fattore limitante è risultato essere la tempe- ratura minima, tendenzialmente più bassa dell'anno precedente per cui i corpi frut- tiferi delle specie fungine sono risultati meno abbondanti rispetto alla stagione ve- getativa 1997 sia come numero di specie, sia come numero di esemplari rilevati.

Per Cantharellus aurora si è potuto rilevare una discreta presenza dei basidiocarpi fino al 10/11, confermando la notevole resistenza al freddo di tale specie per quanto attiene la formazione degli sporocarpi.

Nell'anno 1999 si è avuta una notevole abbondanza di fruttificazioni di molte specie a partire dalla fine del mese di agosto fino all'ultimo rilievo operato 1'8/10.

La stagione vegetativa 1999 è stata caratterizzata da una buona piovosità nei mesi giugno-novembre, (577,3 mm complessivi rispetto ai 316,8 111111 del 1998 e ai 410,4 mm del 1997) e gli eventi piovosi si sono distribuiti in modo più omogeneo rispetto agli altri anni.

Per quanto riguarda il regime di temperatura, il 1999 è caratterizzato da un an- damento della temperatura media giornaliera piuttosto stabile (da luglio a metà set- tembre) con un valore oscillante attorno ai 10-15 °C, mentre nell'anno 1998 è stata notata la presenza di picchi di temperatura più elevata.

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Fig. 2 - Diagramma ombrotermico di Pra Oursie.

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Fig. 3 - Temperature e precipitazioni durante la stagione vegetativa 1997.

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