Direzione Affari Economici e Centro Studi
ANALISI DELLA LEGGE DI STABILITA’
2012 (Legge 183/2011)
Il quadro delle risorse per nuove infrastrutture dopo le “Manovre
d’estate” (DL 98/2011 e DL 138/2011) Le misure economico-finanziarie di interesse per il settore delle
costruzioni
21 novembre 2011
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Sintesi ... 3
Le risorse per le infrastrutture ... 5
Il Fondo per le Aree Sottoutilizzate ... 8
Il Piano Cipe delle opere prioritarie del 26 giugno 2009 ... 9
Ferrovie dello Stato ... 11
Anas ... 12
Le misure economico-finanziarie di interesse per il settore delle costruzioni ... 13
Disposizioni in materia di dismissioni dei beni immobili pubblici (Art. 6) ... 13
Disposizioni in materia di debito pubblico degli enti territoriali (art. 8) ... 13
Certificazione dei crediti (Art. 13) ... 14
Finanziamento di infrastrutture mediante defiscalizzazione (Art. 18) ... 15
Finanziamento opere portuali (Art. 21) ... 16
Fondo di rotazione per le politiche comunitarie (Art. 23) ... 16
Patto di stabilità interno (Art. 30, 31 e 32) ... 17
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Sintesi
Sul Supplemento Ordinario n. 234 alla Gazzetta Ufficiale n. 265 del 14 novembre 2011 è stata pubblicata la Legge 12 novembre 2011, n. 183 recante
“Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2012)”.
Il testo definitivo non modifica in modo sostanziale l’analisi delle risorse per nuove infrastrutture nel 2012, effettuata all’indomani della presentazione del Disegno di legge.
Dall’analisi della Legge di stabilità per il 2012 emerge , infatti, un pesante calo delle risorse per nuove infrastrutture, che si attesta al 12,1%, in termini reali rispetto all’anno precedente considerando lo stanziamento aggiuntivo di 200 milioni di euro per interventi in materia di messa in sicurezza degli edifici scolastici e di difesa del suolo, inserito nell’articolato durante l’esame parlamentare,. In questo modo, rispetto al 2008 le risorse per nuove opere pubbliche subiscono una contrazione del 43%.
E’ il risultato del recepimento delle manovre d’estate (DL 98/2011 e DL 138/2011) e, in particolare, delle misure di contenimento della spesa pubblica che, come già avvenuto in passato, impongono alla spesa in conto capitale il sacrificio maggiore.
Il risultato negativo per il 2012 dipende principalmente dal pesante taglio al Fondo aree sottoutilizzate (-9,5 miliardi di euro nel periodo 2012-2015), a causa del quale rischiano di essere definanziate molti interventi del Piano Cipe delle opere prioritarie del 26 giugno 2009, finanziate dal cosiddetto “Fondo Matteoli”.
Si tratta di interventi già finanziati che, in alcuni casi, hanno visto anche la firma di contratti con le imprese.
Al momento è possibile stimare un taglio dei finanziamenti del Fondo Matteoli destinati al Piano Cipe di 5,5 miliardi di euro. In altre parole si prevede un dimezzamento del Programma infrastrutturale del 26 giugno 2009 che, si ricorda, prevede investimenti per 11,3 miliardi di euro.
A parziale compensazione di tale taglio si segnala il rifinanziamento del FAS, per 2,8 miliardi di euro nell’anno 2015, da destinare tra l’altro alla messa in sicurezza degli edifici scolastici, al dissesto idrogeologico e ad interventi, già previsti nell’ambito dei programmi nazionali per il periodo 2007-2013, che abbiano un contratto sottoscritto, alla data del 30 settembre 2011.
Appare opportuno, inoltre, ricordare che nell’analisi delle risorse si è considerata la prima annualità, pari a 930 milioni di euro, del “Fondo infrastrutture stradali e ferroviarie”, istituito dalla manovra di luglio, con una dotazione complessiva di 4,9 miliardi di euro dal 2012 al 2016 (930 milioni per il 2012 e 1.000 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2013 al 2016).
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Si tratta di risorse aggiuntive che in parte potranno compensare i tagli al Piano Cipe che subirà comunque un ulteriore, e importante, slittamento dei tempi di realizzazione.
In merito alla destinazione di tali risorse, si ritiene fondamentale garantire il finanziamento non solo dei grandi interventi infrastrutturali ma anche di opere medio piccole destinate alla messa in efficienza del territorio e al miglioramento della qualità della vita.
Il documento, oltre a fornire il quadro degli stanziamenti per i principali enti e programmi di spesa, illustra le novità di carattere economico e finanziario di interesse per il settore delle costruzioni.
Si evidenzia, in particolare, la norma che rende obbligatoria la certificazione dei crediti delle imprese verso regioni ed enti locali, anche per la loro cessione pro soluto a favore di banche o intermediari finanziari, già prevista come facoltà nel DL 185/2008, cosiddetto “anticrisi”, ma poco diffusa a causa della scarsa disponibilità degli enti locali a rilasciare la certificazione.
Il giudizio sulla modifica introdotta nella Legge di Stabilità per il 2012 non può che essere positivo poiché risponde ad una delle proposte dell’Ance per accelerare i pagamenti alle imprese a fronte di lavori regolarmente eseguiti.
La Legge di Stabilità apporta, inoltre, dei cambiamenti significativi al processo di dismissione del patrimonio immobiliare pubblico: nell’intento di accelerare il processo, infatti, il legislatore sembra prestare la massima attenzione all’aspetto finanziario della cessione dei cespiti, cercando di incassare il prima possibile i proventi derivanti dall’alienazione degli asset. In questo modo, però, è assolutamente improbabile che riesca a massimizzare il valore dei beni e a compiere la tanto ricercata, ma a questo punto solo a parole, massimizzazione del valore del territorio.
Vi sono forti timori, quindi, che questa operazione si riveli solo una mossa di ingegneria finanziaria, senza alcun risultato tangibile per il territorio e per gli operatori del settore.
Tra le altre disposizioni si evidenziano quelle relative alla riduzione del cofinanziamento nazionale dei fondi strutturali, al Patto di stabilità Interno e al finanziamento di opere infrastrutturali mediante defiscalizzazione.
* * *
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Le risorse per le infrastrutture
La Legge di stabilità per il 2012 (Legge 183/2011) recepisce le misure di contenimento della spesa disposte dalle manovre d’estate (DL n. 98/2011 e n.
138/2011), secondo l’articolazione stabilita dal DPCM del 28 settembre 2011.
Con il taglio agli stanziamenti dei Ministeri si è andati, ancora una volta, a colpire la spesa in conto capitale. Infatti, circa il 69% della riduzione delle spese finali previste per il 2012, riguarda la componente più virtuosa della spesa che, tra l’altro, registra rispetto al 2011 una contrazione del 17,8% a fronte di un ulteriore incremento della spesa corrente (+2,2%).
Tra le spese in conto capitale, inoltre, il taglio maggiore è quello subito dagli stanziamenti per nuove infrastrutture. Dall’analisi della Legge di stabilità 2012 emerge, infatti, una riduzione delle risorse per nuove opere pubbliche nel 2012 del 19,3% in termini reali rispetto all’anno precedente1.
1 l risultato deriva dal confronto delle risorse iscritte nel bilancio dello Stato per il 2011 con quelle che, sulla base delle previsioni contenute nella legge in oggetto, saranno iscritte nel 2012.
Nel calcolo si è ipotizzata l’invarianza dei capitoli di bilancio che non sono stati modificati dalla manovra. Inoltre, analogamente al passato nel calcolo delle risorse non viene considerato il finanziamento dell’Alta Velocità, in quanto il contributo dello Stato attraverso il bilancio costituisce solo una parte dei finanziamenti destinati al programma.
2011 2012 var. % 2012/2011
Spese correnti (netto interessi) 367.587 375.854 2,2%
Interessi 78.102 88.892 13,8%
Spese in conto capitale 42.839 35.234 -17,8%
TOTALE SPESE FINALI 488.528 499.980 2,3%
Fonte: Elaborazione Ance su DDL di stabilità 2012 - Allegato 4 BILANCIO DELLO STATO 2012 - PREVISIONI DI COMPETENZA
milioni di euro
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Tale quantificazione, che potrà essere puntualmente definita solo con l’analisi completa del Bilancio dello Stato per il 2012, deve essere corretta in considerazione dell’istituzione del “Fondo infrastrutture ferroviarie e stradali”, disposto dalla Manovra di luglio (DL 98/2011, art. 32, co.1) e contenuto nel Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2012, che presenta una provvista finanziaria complessiva di 4.930 milioni di euro in 5 anni (930 milioni per il 2012 e 1.000 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2013 al 2016).
Considerando, quindi, la prima annualitàdel “Fondo infrastrutture ferroviarie e stradali”, pari a di 930 milioni di euro, le risorse per nuove infrastrutture previste per il 2012 subiscono una contrazione del 12,1% in termini reali rispetto all’anno precedente.
2008 2009 2010 2011 2012
Risorse a legislazione vigente * 4.199 2.473 1.996 1.509 1.509 Consistenza dei capitoli secondo la
Tabella E 14.708 14.005 13.220 11.157 8.722
Articolato ** 200
Totale risorse 18.907 16.478 15.216 12.666 10.431
Variazioni in termini nominali -12,8% -7,7% -16,8% -17,6%
Variazioni in termini reali *** -10,4% -9,5% -18,4% - 19,3%
MANOVRA DI FINANZA PUBBLICA PER L'ANNO 2012 Risorse per nuove infrastrutture (1)
milioni di euro
(1) Al netto dei finanziamenti per la rete ad Alta Velocità/Alta Capacità
* Nel 2012 le risorse a legislazione vigente si suppongono costanti rispetto al 2011
** Art. 33, comma 9 Legge di stabilità 2012
*** Deflatore del settore delle costruzioni: 2% per il 2012
Elaborazione Ance su Bilancio dello Stato - vari anni e su Legge di Stabilità 2012
7 Elaborazione Ance su Bilancio dello Stato - vari anni
0 10.000 20.000 30.000 40.000 50.000 60.000 70.000 80.000
1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012
RISORSE DISPONIBILI PER NUOVE INFRASTRUTTURE Milioni di euro 2012
Competenza TAV Residui Passivi
La pesante riduzione delle risorse per nuove opere pubbliche, prevista per i 2012, segue tre anni di tagli altrettanto significativi, (-10,4% nel 2009, -9,5% nel 2010 e -18,4% nel 2011). Complessivamente, tra il 2008 e il 2012 le risorse per nuovi investimenti infrastrutturali subiscono una contrazione in termini reali del 43%.
2008 2009 2010 2011 2012
DDL di stabilità 2012 18.907 16.478 15.216 12.666 10.431
Fondo per le infrastrutture ferroviarie e
stradali * 930
Totale risorse 18.907 16.478 15.216 12.666 11.361
Variazioni in termini nominali -12,8% -7,7% -16,8%
Variazioni in termini reali ** -10,4% -9,5% -18,4% - 12,1%
Elaborazione Ance su Bilancio dello Stato - vari anni, Legge di Stabilità 2012 e DL 98/2011
** Deflatore del settore delle costruzioni: 2% per il 2012
MANOVRA DI FINANZA PUBBLICA PER L'ANNO 2012 Risorse per nuove infrastrutture (1)
milioni di euro
* In attuazione dell'art.32, co.1 del DL 98/2011
(1) Al netto dei finanziamenti per la rete ad Alta Velocità/Alta Capacità
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Il Fondo per le Aree Sottoutilizzate
Dall’analisi delle componenti che, più di altre, hanno subito l’effetto dei tagli emerge che il risultato negativo per il 2012 può essere attribuito principalmente al pesante taglio del Fondo Aree Sottoutilizzate, ridotto di 3.351 milioni di euro, in seguito alle riduzioni al bilancio del Ministero dello Sviluppo economico, disposte dalle manovre d’estate.
Si ricorda, infatti, che le Manovre di Luglio e Ferragosto hanno imposto al Ministero dello sviluppo economico una riduzione di circa 7,7 miliardi di euro nel triennio 2012-2014. I tagli, che in base al Ddl di Stabilità raggiungeranno i 9,5 miliardi di euro fino al 2015, riguardano solo il FAS nazionale. I finanziamenti FAS regionali, infatti, sono stati esclusi.
Ciò si traduce, come già segnalato dall’Ance, in un taglio di 9,5 miliardi di euro ai due fondi pluriennali finanziati dal FAS nazionale: il Fondo della Presidenza del Consiglio2, dotato complessivamente di 8,3 miliardi di euro, e il Fondo infrastrutture e trasporti3 dotato complessivamente di 12,2 miliardi di euro.
In questo modo, verranno definanziate molte opere del Piano Cipe delle opere prioritarie per le quali il Fondo infrastrutture e trasporti, noto come
“Fondo Matteoli”, ha già previsto l’assegnazione delle risorse e, in molti casi, si è verificata anche la firma di contratti con le imprese.
Quanto detto appare confermato da quanto disposto all’articolo 33, comma 3 della Legge di stabilità 2012, che assegna al FAS – ora denominato Fondo per lo sviluppo e la coesione – 2,8 miliardi di euro per l’anno 2015. Tali risorse, oltre che alla prosecuzione di interventi infrastrutturali, alla messa in sicurezza degli edifici scolastici, all’edilizia sanitaria e al dissesto idrogeologico, verranno destinate anche ad interventi, già previsti nell’ambito dei programmi
2 Fondo istituito dall’art. 18, co. 1 del DL 185/2008, convertito dalla legge 2/2009.
3 Fondo istituito dall’art. 6-quinquies del DL 112/2008, convertito dalla legge 133/2008.
2011 2012 2013 2014 2015 e
successivi
Totale 2012- 2015
Legge di stabilità 2011 (A) 9.074 7.138 13.900 7.683 7.122 35.843
Legge di stabilità 2012 (B) 3.787 11.366 5.881 5.319 26.353
Differenza (B-A) -3.351 -2.534 -1.803 -1.803 -9.490
LA MANOVRA DI FINANZA PUBBLICA 2012 PER LE AREE SOTTOUTILIZZATE (FAS) valori in milioni di euro
Elaborazione Ance su Leggi di Stabilità 2011 e 2012
Per la stima si considera il 30% degli importi indicati in tabella
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nazionali per il periodo 2007-2013, che abbiano un contratto sottoscritto, alla data del 30 settembre 2011.
In altre parole, Il provvedimento sembra offrire una parziale compensazione al taglio di fondi FAS, operato dalle manovre estive, con un finanziamento aggiuntivo (2,8 miliardi) destinato, in particolare al Fondo infrastrutture e trasporti (il cosiddetto "Fondo Matteoli").
Il Piano Cipe delle opere prioritarie del 26 giugno 2009
Il Piano delle opere prioritarie, approvato dal Cipe il 26 giugno 2009, prevede investimenti pubblici per un importo pari a 11,33 miliardi di euro. Si tratta di un programma pluriennale di interventi infrastrutturali che comprende grandi opere già inserite nel Programma della Legge Obiettivo e 5 programmi di opere medio piccole (piano di opere medio-piccole, edilizia scolastica, rischio idrogeologico, edilizia carceraria, ricostruzione in Abruzzo per un importo totale di 3,4 miliardi di euro).
Il Piano risulta finanziato dal Fondo Matteoli (FAS) per il 77%, dalla Legge Obiettivo per il 19% e per il restante 4% dal Fondo della Presidenza del Consiglio (FAS) e dal Contratto di Programma RFI.
La pesante contrazione delle risorse FAS comporterà una riduzione delle risorse del Fondo Matteoli destinate al Piano Cipe delle opere prioritarie del 26 giugno 2009.
La quantificazione del taglio alle risorse del Piano Cipe sarà definita mediante delibera del Comitato solo dopo l’approvazione della Legge di Stabilità, non prima, quindi, del 2012. Con la stessa delibera verranno individuate le opere da definanziare.
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Al momento è possibile stimare un taglio dei finanziamenti del Fondo Matteoli destinati al Piano Cipe di 5,5 miliardi di euro4. In altre parole si prevede un dimezzamento del Piano Cipe delle opere prioritarie che, si ricorda, prevede investimenti per 11,3 miliardi di euro (cfr. schema allegato).
A questo proposito si ricorda che, ad oggi, 3,7 miliardi di euro del Piano Cipe delle opere prioritarie risultano da confermare, mentre i finanziamenti confermati ammontano a 7,6 miliardi di euro.
I tagli al Fondo Matteoli (5,5 miliardi), quindi, colpiranno non solo le risorse ancora da confermare (3,7 miliardi di cui circa 1,9 per opere medio piccole) ma provocheranno sicuramente anche il definanziamento di opere per le quali sono state già assegnate le risorse e, in molti casi, si è verificata anche la firma di contratti con le imprese.
Per salvaguardare tali contratti è stato previsto, come sopra descritto, un finanziamento del FAS di 2,8 miliardi di euro nel 2015.
Inoltre, a parziale compensazione di tali tagli si ricorda l’istituzione del “Fondo infrastrutture stradali e ferroviarie” disposto dalla Manovra di luglio (DL 98/2011, art. 32, co.1) che, con una dotazione complessiva di 4.930 milioni di euro in 5 anni (930 milioni per il 2012 e 1.000 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2013 al 2016), finanzierà, secondo l’Allegato infrastrutture presentato a fine settembre:
i lotti costruttivi ferroviari del Terzo Valico dei Giovi (1.100 milioni di euro) e della Treviglio-Brescia (919 milioni di euro), per 2.019 milioni di euro;
4 Per la stima si è ipotizzato una ripartizione proporzionale del taglio di 9,5 miliardi di euro ai Fondi pluriennali finanziati dal FAS nazionale, al netto del cosiddetto Fondo “Sacconi” destinato agli ammortizzatori sociali in deroga: il Fondo della Presidenza del Consiglio, dotato complessivamente di 8,3 miliardi di euro, e il Fondo Matteoli, dotato complessivamente di 12,2 miliardi di euro. Per quest’ultimo si è ipotizzato che dal taglio siano escluse le spese correnti di gestione (Contratti di servizio 2009-2011 e acquisto treni di Trenitalia, Tirrenia finanziate con il Fondo). Di conseguenza la stima considera che il taglio riguardi solo le spese per investimenti infrastrutturali.
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gli interventi di manutenzione della rete ferroviaria di RFI e stradale dell’ANAS, nell’ambito dei rispettivi Contratti di programma, per circa 600 milioni di euro;
interventi urgenti nel Mezzogiorno, per 1.400 milioni di euro;
interventi nelle aree metropolitane, per 200 milioni di euro;
interventi nel settore della logistica per 100 milioni di euro.
E’ opportuno ribadire la necessità che una quota di tali risorse sia destinata ad opere di dimensione più contenuta in modo da ridurre i tagli ai programmi di opere medio-piccole previsti nel Piano Cipe delle opere prioritarie oltre che garantire la messa in efficienza del territorio e il miglioramento della qualità della vita.
Ferrovie dello Stato
Per le Ferrovie dello Stato la Legge di Stabilità per il 2012 assegna fondi ordinari per 1.601 milioni di euro, riducendo di 500 milioni di euro lo stanziamento già previsto dalla Legge di Stabilità 2011 per l’anno prossimo (2.101 milioni di euro). Un ulteriore taglio di 150 milioni di euro è previsto per il 2014.
A parziale compensazione del taglio triennale di 650 milioni di euro, però, la Legge di stabilità, all’articolo 33 co.1, prevede che i 1.235 milioni di euro, stanziati per il 2012 per il “Fondo interventi urgenti e indifferibili”, di cui al DL 5/2009, siano destinati anche agli investimenti del contratto di programma RFI.
Le Ferrovie dello Stato potranno, inoltre, contare su una quota del “Fondo per le infrastrutture ferroviarie e stradali” che, come ricordato in precedenza, è dotato di 4.930 milioni di euro nel quinquennio 2012-2016. Come precedentemente ricordato, secondo l’aggiornamento dell’Allegato infrastrutture al Documento di economia e finanza, presentato a fine settembre, questi fondi dovrebbero essere destinati, tra l’altro, a:
2011 2012 2013 2014 2015 e
successivi
Legge di stabilità 2011 (A) 2.086 2.101 2.101 2.015 0
Legge di stabilità 2012 (B) 1.601 2.101 1.865 0
Differenza (B-A) -500 0 -150 0
LA MANOVRA DI FINANZA PUBBLICA 2012 PER LE FERROVIE DELLO STATO Valori in milioni di euro
Elaborazione Ance su Leggi di Stabilità 2011 e 2012
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lotti costruttivi ferroviari del Terzo Valico dei Giovi (1.100 milioni di euro) e della Treviglio-Brescia (919 milioni di euro) per 2.019 milioni di euro;
interventi di manutenzione della rete ferroviaria di RFI e stradale dell’ANAS, nell’ambito dei rispettivi Contratti di programma per circa 600 milioni di euro.
Anas
Si segnala, infine, che per il terzo anno consecutivo, la legge di Stabilità per il 2012 non prevede stanziamenti per l’Anas.
Sono tre anni, dunque, che l’Ente per le strade è privo delle risorse destinate alle opere ordinarie, per lo più di piccola e media dimensione, e all’attività di manutenzione straordinaria, prevista nel Piano investimenti Anas 2007-2011.
Vale la pena ricordare che in merito al finanziamento dell’Ente l’art.15 del DL 78/2010 e ss.mm. ha previsto l’introduzione di pedaggi sulle autostrade e sui raccordi autostradali gestiti dall’Anas, nonché una maggiorazione tariffaria provvisoria fino all’entrata a regime del pedaggiamento, previsto non prima del 2012.
Secondo le stime del Governo, il meccanismo avrebbe reso disponibili 200 milioni di euro nel 2011 e 315 milioni di euro annui a partire dal 2012 da destinare alla realizzazione di investimenti infrastrutturali da parte dell’ente stradale.
Tuttavia, il meccanismo ha subito numerosi ritardi poiché il DPCM attuativo, emanato il 25 giugno 2010, è stato annullato dal TAR Lazio e successivamente dal Consiglio di Stato.
Analogamente alle Ferrovie dello Stato, anche l’Anas potrà contare su una quota dei 600 milioni di euro del “Fondo per le infrastrutture ferroviarie e stradali” che, secondo l’Allegato infrastrutture dovrebbero essere destinati, nel quinquennio 2012-2016, ad interventi di manutenzione della rete ferroviaria di RFI e stradale dell’ANAS, nell’ambito dei rispettivi Contratti di programma.
2009 2010 2011 2012
Finanziaria 2009
Finanziaria 2010
Legge di Stabilità 2011
Legge di Stabilità 2012
Contributo in
conto capitale 1.205 0 0 0
Elab orazione Ance su Legge Finanziaria - vari anni - Leggi di Stab ilità 2011 e 2012 LA MANOVRA DI FINANZA PUBBLICA 2012 PER ANAS Spa
valori in milioni di euro
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Le misure economico-finanziarie di interesse per il settore delle costruzioni
Disposizioni in materia di dismissioni dei beni immobili pubblici (Art. 6) In base all’art. 6, il Ministero dell’Economia è autorizzato a conferire i beni immobili non residenziali dello Stato ad uno o più fondi immobiliari oppure ad una o più società. I beni oggetto di dismissione saranno individuati tramite appositi decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, il primo dei quali dovrà essere emanato entro il 30 aprile 2012. Della prima tranche di asset farà parte anche almeno il 20% delle carceri inutilizzate e delle caserme in uso alle forze armate.
Nei decreti del Ministero dell’Economia, inoltre, saranno stabiliti i criteri e le procedure per l’individuazione o l’eventuale costituzione delle Sgr o delle società incaricate della dismissione.
Le quote del Fondo dovranno essere collocate sul mercato mediante offerte pubbliche di vendita e il Ministero dell’economia potrà accettare come corrispettivo anche titoli di Stato.
Nel caso in cui gli immobili ceduti siano liberi, i proventi netti derivanti dalle dismissioni confluiranno nel Fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato.
Negli altri casi, invece, i proventi della vendita andranno all’Agenzia del Demanio per l’acquisto sul mercato di titoli di Stato che saranno detenuti fino a scadenza; con gli interessi derivanti dai titoli, l’Agenzia pagherà i canoni di locazione e gli oneri di gestione connessi.
Il comma 7 apporta una modifica all’Art. 33 del DL 98/2011: il fondo nazionale istituito dalla Sgr del Ministero dell’Economia potrà acquistare immobili uso ufficio degli enti territoriali qualora essi siano già stati inseriti nei programmi di valorizzazione.
La norma apporta dei cambiamenti significativi al processo di dismissione del patrimonio immobiliare pubblico: nell’intento di accelerare il processo, infatti, il legislatore sembra prestare la massima attenzione all’aspetto finanziario della cessione dei cespiti, cercando di incassare il prima possibile i proventi derivanti dall’alienazione degli asset. In questo modo, però, è assolutamente improbabile che riesca a massimizzare il valore dei beni e a compiere la tanto ricercata, ma a questo punto solo a parole, massimizzazione del valore del territorio.
Vi sono forti timori, quindi, che questa operazione si riveli solo una mossa di ingegneria finanziaria, senza alcun risultato tangibile per il territorio e per gli operatori del settore.
Disposizioni in materia di debito pubblico degli enti territoriali (art. 8)
La norma prevede un irrigidimento delle condizioni che gli enti locali (Comuni, Province e Regioni) devono rispettare per potere contrarre nuovi mutui o accedere ad altre forme di finanziamento reperibili sul mercato.
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Per poter contrarre nuovi mutui, i Comuni e le Province dovranno verificare che l'importo annuale degli interessi da pagare a seguito della sottoscrizione del nuovo mutuo, sommato all’importo dei mutui precedentemente contratti, a quello dei prestiti obbligazionari precedentemente emessi, a quello delle aperture di credito stipulate ed a quello derivante da garanzie, ridotto dell’importo dei contributi statali e regionali in conto interessi, non supera l’8%
per cento delle entrate relative ai primi tre titoli delle entrate per l’anno 2012.
Per il 2013, il limite è fissato al 6% per cento e a decorrere dall’anno 2014, il limite è fissato al 4% (I valori da applicare prima dell’approvazione della Legge di stabilità erano pari al 10% nel 2012 e all’8% nel 2013 a partire dal 2013).
Per poter contrarre nuovi mutui, le Regioni a Statuto ordinario dovranno verificare che l'importo complessivo delle annualità di ammortamento per capitale e interesse dei mutui e delle altre forme di indebitamento in estinzione nell'esercizio considerato non superano il 20 per cento dell'ammontare complessivo delle entrate tributarie non vincolate della regione (I valori da applicare prima dell’approvazione della Legge di stabilità era pari al 25%).
L’irrigidimento delle condizioni che gli enti locali (Comuni, Province e Regioni) devono rispettare per potere contrarre nuovi mutui o accedere ad altre forme di finanziamento reperibili sul mercato non potrà che limitare ulteriormente la loro capacità di effettuare investimenti in conto capitale, già fortemente ridotta dal Patto di Stabilità Interno.
Certificazione dei crediti (Art. 13)
La norma rende obbligatoria la certificazione dei crediti delle imprese per somministrazioni, forniture ed appalti verso regioni ed enti locali anche per la loro cessione pro soluto a favore di banche o intermediari finanziari, già prevista come facoltà dall’articolo 9, comma 3 bis del DL 185/2008, come modificato dalla legge 2/2009.
La norma limita l’applicazione ai soli enti territoriali escludendo gli enti del servizio sanitario nazionale.
Inoltre, la certificazione non può essere rilasciata dagli enti locali commissariati e dalle regioni sottoposte ai piani di rientro dai deficit sanitari.
Nello specifico l’emendamento prevede che regioni ed enti locali certifichino entro il termine di sessanta giorni dalla data di ricezione dell’istanza da parte delle imprese creditrici, se il relativo credito sia certo, liquido ed esigibile, anche
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al fine di consentire al creditore la cessione pro soluto a banche o intermediari finanziari.
La norma prevede, inoltre, che in caso di scadenza del termine provvede, su una nuova istanza del creditore, la Ragioneria territoriale dello Stato competente per territorio.
Poiché la certificazione deve comunque rispettare il patto di stabilità interno, l’ente territoriale, nel certificare il credito, dovrà indicare anche l’anno in cui, in base ai vincoli di finanza pubblica, provvederà ad effettuare il pagamento.
Le modalità attuative sono rimandate ad un decreto del Ministero dell’economia e delle finanze, da adottare entro 90 giorni dall’entrata in vigore della Legge di stabilità 2012. Fino ad allora restano valide le certificazioni in essere in applicazione del decreto del Ministero dell’economia e delle finanze del 19 maggio 2009.
Il giudizio su tale disposizione non può che essere positivo poiché risponde ad una delle proposte dell’Ance per accelerare i pagamenti alle imprese a fronte di lavori regolarmente eseguiti.
La norma sulla certificazione dei crediti ai fini della cessione pro soluto alle banche, infatti, fin dalla sua introduzione, si è rivelata inefficace. Gli enti territoriali si sono dimostrati poco disponibili a rilasciare la certificazione, non essendo obbligati.
Desta preoccupazione l’esclusione delle regioni in deficit sanitario dalla possibilità di certificare il credito. In questo modo sarebbero escluse le imprese creditrici nei confronti delle regioni: Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Molise, Piemonte, Puglia, Sicilia.
Finanziamento di infrastrutture mediante defiscalizzazione (Art. 18)
La norma prevede, in sostituzione parziale od integrale del contributo pubblico a fondo perduto, la possibilità di una “defiscalizzazione” (IRES, IRAP ed IVA) del reddito delle società di progetto costituite per la realizzazione in project financing di nuove infrastrutture autostradali.
In particolare, la norma si riferisce alle nuove infrastrutture autostradali, le cui procedure sono state avviate e non ancora definite alla data di entrata in vigore della legge.
A favore delle società di progetto costituite ad hoc (ai sensi dell’art.156 del D.Lgs. 163/2006), possono essere riconosciute:
a) l’esenzione dall’imposizione IRES ed IRAP dei redditi prodotti durante il periodo di concessione, in sostituzione totale o parziale del contributo pubblico a fondo perduto;
b) l’assolvimento del versamento dell’IVA mediante compensazione con l’importo del contributo pubblico riconosciuto, fermi restando gli obblighi comunitari;
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c) il riconoscimento di un contributo in conto esercizio corrispondente all’ammontare del canone annuo corrisposto allo Stato dagli enti concessionari di autostrade.
L’efficacia di tali disposizioni è subordinata all’emanazione per singolo progetto di un decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze che ne deve determinare la quote di ammortamento differenziato (di cui all’art.104, co.4, TUIR-D.P.R. 917/1986) .
L’importo del contributo pubblico a fondo perduto, le modalità e la misura delle defiscalizzazioni, che potranno essere utilizzate anche cumulativamente, vengono posti a base di gara per l’individuazione del concessionario, e successivamente riportati nel contratto di concessione.
La misura massima del contributo, ivi incluse le suddette defiscalizzazioni, non potrà comunque superare il limite massimo del 50% del costo dell’investimento.
In ogni caso, negli aggiornamenti periodici del piano economico-finanziario, le misure di defiscalizzazione potranno essere rideterminate anche in base delle stime di traffico registrate a consuntivo.
Finanziamento opere portuali (Art. 21)
La norma intende destinare le risorse del Fondo per le infrastrutture portuali, di cui all’art.4 del DL 40/2010, alimentato attraverso la revoca delle risorse destinate alla realizzazione della metro di Parma, alla realizzazione di investimenti con contratti già sottoscritti o con bandi di gara già pubblicati alla data del 30/09/2010, a quelli localizzati in porti con prevalente attività di transhipment e a progetti immediatamente cantierabili.
Fondo di rotazione per le politiche comunitarie (Art. 23)
La norma prevede che le risorse derivanti dalla riduzione del tasso di cofinanziamento nazionale dei programmi dei fondi strutturali europei relativi al periodo 2007-2013 siano destinate ad interventi di sviluppo socio-economico concordati con la Commissione Europea nell'ambito del processo di revisione dei programmi.
I programmi dei fondi strutturali europei relativi al periodo 2007-2013 finanziano numerosi interventi in infrastrutture e costruzioni. Circa la metà delle risorse di questi programmi, infatti, sono destinate a misure di interesse del settore.
La riduzione (dal 50% al 25%) del tasso di cofinanziamento nazionale determinerà una riduzione delle risorse disponibili nell’ambito dei programmi dei fondi strutturali e quindi, in particolare, una diminuzione dell’ammontare delle risorse destinate da questi programmi ad interventi in infrastrutture e costruzioni.
Per compensare questa diminuzione, la norma in esame prevede che le risorse derivanti dalla riduzione del tasso di cofinanziamento (circa 8 miliardi di euro,
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secondo le stime del Governo) siano ridestinate ad interventi di sviluppo socio- economico concordati con la Commissione Europea.
A questo proposito, occorre evidenziare che il 7 novembre 2011, il Governo e la Commissione europea hanno sottoscritto un accordo che prevede la ridestinazione delle risorse derivanti dalla riduzione del tasso di cofinanziamento a favore dei seguenti settori: trasporti e ferrovie/reti, istruzione, banda larga e occupazione.
Da una prima analisi, emerge che un’attenta riallocazione delle risorse liberate tra i suddetti settori potrebbe consentire di compensare il taglio operato attraverso la riduzione del tasso di cofinanziamento.
Tuttavia, occorre evidenziare che nella lettera di chiarimenti inviata l’11 novembre 2011 alla Commissione Europea, il Governo ha indicato che “la riduzione del cofinanziamento nazionale sarà utilizzata per finanziare un programma ferroviaria da realizzare nel prossimo decennio, ben oltre il 2015, termine fissato per la spesa dei fondi strutturali 2007-2013. Di conseguenza, la spesa pubblica nazionale prevista per il periodo 2012-2015 sarà ridotta attraverso uno slittamento della spesa negli anni successivi, come previsto nel cronoprogramma di realizzazione dei progetti programmati.”
In altre parole, la riduzione del cofinanziamento nazionale dei programmi dei fondi strutturali determinerà un slittamento di almeno 4-5 anni nella spesa di una parte rilevante dei fondi destinati ad infrastrutture e costruzioni.
Inoltre, le risorse derivanti dal definanziamento di molte opere medio-piccole diffuse sul territorio sarebbero riutilizzate per finanziare esclusivamente grandi opere.
Patto di stabilità interno (Art. 30, 31 e 32)
L’Art. 30, definisce il riparto tra regioni, comune e province della riduzione complessiva di 1.800 milioni di euro della manovra a carico degli enti territoriali connessa alla cosiddetta Robin tax, come previsto dalla manovra di Ferragosto.
L’art.31, invece, definisce nel dettaglio le regole di funzionamento del Patto di stabilità interno per gli anni 2012 e successivi attuando, il forte irrigidimento del Patto di stabilità interno per gli enti locali, operato dalle manovre estive ((DL 98/2011 e DL 138/2011).
Si ricorda che l’irrigidimento, sommato a quello introdotto un anno fa con la Manovra d’estate 2010 (D.L. n°78/2010 convertito con la legge n°122/2010) ammonta complessivamente a 6,4 miliardi di euro nel 2012 e a 23,6 miliardi di euro nel triennio.
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Il forte irrigidimento del Patto provocherà un’ulteriore e vigorosa riduzione della spesa dei Comuni che verrà operata ancora una volta sulla componente in conto capitale.
La norma conferma, inoltre, le disposizioni vigenti riguardanti le esclusioni dal Patto di stabilità Interno (interventi per la protezione civile, fondi comunitari, …) e prevede una deroga (Art. 31, comma 16) in base alla quale, negli anni 2013 e 2014, sono esclusi dai saldi utili ai fini del Patto di stabilità interno, le spese per investimenti infrastrutturali definiti con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.
La formulazione della norma appare poco chiara e lascia intendere che tale deroga sia limitata alla quota del Fondo infrastrutture e trasporti, pari a 250 milioni di euro per ciascuno degli anni 2013 e 2014, che la manovra di Ferragosto (DL 138, art. 5, comma 1) aveva già destinato, in deroga al Patto di stabilità interno, ad investimenti infrastrutturali effettuati dagli enti territoriali che procedano, entro il 31 dicembre 2012 ed entro il 31 dicembre 2013, alla dismissione di partecipazioni in società esercenti servizi pubblici locali di rilevanza economica, diversi dal servizio idrico.
Si tratterebbe, quindi, della conferma di una deroga già prevista che, peraltro, rischia di essere molto contenuta visti i pesanti tagli al Fondo infrastrutture e trasporti, determinati in seguito alle misure di contenimento della spesa pubblica delle manovre estive.
L’art.32, oltre a definire le regole di dettaglio del Patto di stabilità interno delle regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano, conferma per il 2012 le disposizioni relative alla regionalizzazione del patto regionalizzato, sia verticale che orizzontale di cui alla Legge 220/2010 art.1, commi da 138 a 143.
La norma, inoltre, prevede che, a partire dal 2013, le regioni e le province autonome possano concordare con lo Stato le modalità di raggiungimento dei propri obiettivi e di quelli degli enti locali del proprio territorio, previo accordo con il Consiglio delle autonomie locali e, dove non previsto, con i rappresentanti dell’ANCI e dell’UPI regionali.
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In tema di Patto di stabilità interno, l’art. 33, comma 37, della Legge di stabilità 2012 prevede un alleggerimento delle sanzioni in caso di sforamento del Patto per la provincia e il comune di Milano coinvolti nell’organizzazione dell’EXPO 2015.
In particolare, vengono escluse dal blocco all’indebitamento, che colpisce chi sfora il Patto di stabilità interno, quello determinato per la realizzazione delle opere essenziali connesse al grande evento.
21 novembre 2011
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Fondo Presidenza del Consiglio dei Ministri
8,3 miliardi di euro
Fondo Matteoli 12,2 miliardi di euro
Fondo Sacconi 2,8 miliardi di euro
Ricostruzione Abruzzo 4 miliardi
Varie destinazioni 4,3 miliardi
Spese correnti e di gestione 3,5 miliardi
Piano delle opere prioritarie 8,7 miliardi
Ammortizzatori sociali in deroga
2,8 miliardi
FAS NAZIONALE PIANO CIPE DELLE OPERE PRIORITARIE
A fronte di un taglio di 9,5 miliardi al FAS nazionale, si stima:
una riduzione di 5,5 miliardi di euro del Fondo Matteoli destinato al Piano Cipe delle opere prioritarie e, quindi, un dimezzamento dei finanziamenti del Piano Cipe (da 11,3 a 5,8 miliardi)
una riduzione di 4 miliardi del Fondo Presidenza del Consiglio dei Ministri
IMPIEGHI FONTI