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Struttura del corso

• Svolgimento della tematica

• Link ai pdf scaricabili

• Bibliografia/sitografia

• Link di approfondimento (articoli del blog o altro)

• Slides scaricabili (da cui puoi consultare tutti i link)

• Questionario di gradimento + codice sconto (20% su altra data di

#logopediainpratica)

Eventuali pdf scaricabili sono coperti da copyright, come tutti i pdf.

(3)

Mi presento

Eleonora La Monaca, logopedista

Per 15 anni dipendente del SSN presso Npi del territorio.

2012 – Nasce il blog Mamma Logopedista inizialmente rivolto alle famiglie

2015 – passo alla libera professione: Logopedia Parma

Mamma Logopedista si rivolge maggiormente ai colleghi:

#professionelogopedista – tematiche inerenti alla professione

Formazione in aula – Formazione online

(4)

Premessa: preconcetti duri a morire.

Perché nasce questo corso

Le conoscenze sullo sviluppo fisiologico del linguaggio nei primi anni di vita sono ormai molto avanzate; sappiamo che un bambino con acquisizione normale del linguaggio, a 3 anni parla sostanzialmente bene, seppure con alcune differenze qualitative tra bimbo e bimbo.

Inoltre, la letteratura scientifica disponibile sul tema dell’intervento precoce è ormai tantissima, così come sono molto chiare le tappe minime di sviluppo linguistico che un bambino dovrebbe raggiungere, in particolare entro i 24 mesi.

Tra i 24 e i 36 mesi il bambino si trova in genere inserito nell’ultimo anno di

Nido o nel primo anno di Scuola Materna; perciò è proprio con questa fascia

d’età che il Logopedista deve imparare a dialogare e deve cercare di incidere.

(5)

Premessa: preconcetti duri a morire.

Perché nasce questo corso

Ciò che vorrei ottenere dal dialogo con gli insegnanti/educatori che si occupano delle fasce d’età 2-3 anni, è incentivare la conoscenza di una funzione molto importante della professione del logopedista:

▪ Fare prevenzione: famiglia, pediatri, scuole – valutazioni e trattamenti precoci (entro i 36 mesi)

▪ Valutare

▪ Riabilitare

(6)

Premessa: preconcetti duri a morire.

Perché nasce questo corso

Tra i 24 e i 36 mesi, tuttavia, è opinione comune considerare i bambini ancora molto piccoli e l’assenza o la carenza o le alterazioni linguistiche speso non vengono vissute come «emergenze».

Inoltre sia le famiglie, sia la Scuola così come spesso anche i medici, tendono a non considerare un ruolo molto importante della disciplina logopedica che è:

▪ Fare prevenzione: famiglia, pediatri, scuole

La logopedia, in genere, viene identificata come una disciplina puramente riabilitativa e quindi nei soli aspetti di:

▪ Valutare

▪ Riabilitare

(7)

Premessa: preconcetti duri a morire.

Perché nasce questo corso

Quanto esposto finora è già di per sé un ottimo motivo per giustificare

questo corso e per dire che ogni logopedista dovrebbe assumersi un

obiettivo molto importante all’interno della propria attività, cioè quello

di fare divulgazione e prevenzione verso famiglie e scuola.

(8)

Premessa: preconcetti duri a morire.

Perché nasce questo corso

Purtroppo questo è davvero un compito complesso perché non sempre la mancanza dello «strumento linguaggio» è vissuta come un disturbo e, anzi, il più delle volte viene sottovalutata perché il bambino è intelligente e capisce tutto (definizione di DL primario).

Vedremo più avanti, come questo sia un grosso fraintendimento che sta spesso alla base di grandi ritardi nell’invio dei bambini alle prime valutazioni.

In questo corso ci concentreremo sul versante Scuola, sia in termini di

divulgazione delle conoscenze, sia in termini di attivazione dei giusti

comportamenti di intervento in fasce d’età così basse e delicate.

(9)

Il Logopedista cosa deve trasmettere alla Scuola?

Sintetizzando:

1. Divulgazione delle conoscenze: punti chiave dello sviluppo fisiologico – riconoscere la presenza di un disturbo o di un ritardo significativo rispetto alla norma.

2. Padroneggiare un metodo osservativo per meglio comprendere la situazione del bimbo che manifesta difficoltà linguistiche

3. Conoscere i possibili percorsi che la famiglia può avviare e con che modi e tempi si possono realizzare

4. Come e quando comunicare alla famiglia le difficoltà

5. Quali comportamenti adottare in sezione per facilitare il bambino

(10)

1. Divulgazione delle conoscenze: tappe

minime di sviluppo linguistico

(11)

Dare le giuste informazioni

Le conoscenze sullo sviluppo del linguaggio nei primi anni di vita sono ormai molto avanzate.

Il ruolo della logopedia

▪ Fare prevenzione: famiglia, pediatri, scuole

▪ Valutare

▪ Riabilitare

(12)

Divulgazione delle conoscenze: tappe minime di sviluppo linguistico

Il primo punto da affrontare in qualsiasi opera di divulgazione svolta per

facilitare gli interventi precoci è saper trasmettere i concetti fondamentali delle finestre minime dello sviluppo linguistico.

Deve essere chiaro che, seppure sia vero che ogni bambino può avere i propri tempi, certe competenze devono comunque svilupparsi entro dei limiti precisi.

Questo è fondamentale perché nella comune opinione è ancora considerato normale che un bambino di 3 anni parli male o poco.

Il mio suggerimento è utilizzare sempre dei riferimenti che derivano dalla letteratura. Di seguito vedi il supporto che utilizzo io per mostrare le tappe minime di sviluppo linguistico (scaricabile anche nella sezione dedicata).

Nella sezione scaricabili, invece, puoi trovare un PDF sullo sviluppo linguistico 0-

2 anni che può essere un altro valido supporto.

(13)

FINESTRE TEMPORALI: alcuni riferimenti MINIMI

4-12 mesi: entro i 12 mesi il 95% dei bambini fa la lallazione

9-12 mesi: passaggio comunicazione intenzionale

10 – 16 mesi: avvio della fase lessicale (almeno 15 parole usate stabilmente)

18 – 24 mesi: esplosione lessicale e avvio della

GESTI/INDICARE LALLAZIONE

COMBINATORIA

PRIME PAROLE

(14)

Tappe minime di sviluppo linguistico:

precisazioni

Mi preme specificare alcuni concetti.

Le tappe minime sono sintetizzate per la Scuola, ma il logopedista deve conoscere approfonditamente lo sviluppo linguistico, in particolare il linguaggio in fase d’esordio.

Trasmettere conoscenze non è semplice: bisogna padroneggiare i contenuti e poter fare molti esempi concreti per assicurarsi che abbiano ben capito.

Inoltre, sebbene sappiamo che il linguaggio è fatto anche e soprattutto del canale recettivo, come puoi vedere, le finestre temporali fanno riferimento ai soli comportamenti espressivi (gesti, suoni, parole);

questo perché è

molto più semplice osservare l’epifenomeno

ossia la manifestazione espressiva, piuttosto che ciò che il bambino comprende. Questo è ancora più vero per gli insegnanti, quindi cerchiamo di puntare su questo.

Nella maggior parte dei casi il canale recettivo è conservato (se non fosse così, la famiglia si muoverebbe

comunque subito), mentre è deficitario solo quello espressivo.

(15)

Esordio del Linguaggio

Se sei un logopedista ancora poco esperto nell’ambito dei

piccolissimi, potrebbe esserti utile questo video – corso:

Esordio del Linguaggio espressivo e correlazioni con la pratica

logopedica

(16)

Parlato – 2 anni

• Come dicevamo è molto importante avere

un’idea precisa di come si dovrebbe esprimere un bambino tra i 24 e 36 mesi con sviluppo

fisiologico (attenzione: il logopedista può

tendere a non riconoscere bene la norma avendo a che fare con bambini che parlano male)

• In questo esempio vediamo una bambina di 24 mesi con un linguaggio non chiarissimo, ma in norma.

• Target - ultimo anno di nido

Vediamo nel filmato successivo, come si sviluppa

velocemente al compimento dei 36 mesi (1° anno

Scuola Infanzia)

(17)

Il parlato - 3 a 3m

• Questa bambina è al primo anno di Scuola dell’Infanzia

• Compaiono alcune esitazioni e riformulazioni, ma nel

complesso le frasi sono

complete e ben strutturate, con

uso adeguato di verbi, lessico e

funtori.

(18)

Divulgare: supporti scritti

È sempre consigliabile accompagnare i contenuti che vogliamo trasmettere con quanto più materiale informativo possibile.

Per esempio è una buna idea predisporre delle proprie brochure o materiale informativo con il taglio che meglio ci aggrada a seconda della nostra formazione e/o modalità d’intervento.

Ecco alcuni esempi (troverai tutto anche nella sezione bibliografia di questo corso):

PDF: I luoghi comuni più diffusi sul linguaggio dei bambini

Provocazione strategie comunicative

(19)

Bibliografia utile alla Scuola

Crescere parlando nella scuola dell’infanzia, L.Girolametto, L. Marotta, D. Onofrio (USA IL CODICE SCONTO LOGPR)

Diario del Linguaggio (ebook) – una guida dettagliata sullo

sviluppo linguistico nei primi anni di vita

Strategie utili al

benessere comunicativo

(ebook)

(20)

Perché e come tenere un Diario del Linguaggio

L’idea è nata dalle molte richieste dei genitori in età precoce

Il rimando delle famiglie è stato positivo: meno ansia, aiuta a focalizzare meglio le reali abilità del bambino

Grazie mille, mi sento già più tranquilla. Sto facendo il diario e in effetti noto che "lalla" di più di quanto mi fossi accorta.

Praticamente lo fa ogni giorno ma poco. (Tipo ma ma na e basta, non dura a lungo). Volevo sapere se tra le parole il "da" lo devo contare una volta sola o quattro, perché lui lo usa per 4 termini (giù, su, dammi e tieni). E poi se i versi degli animali non essendo suoni usati nel linguaggio, sono da considerarsi anche quelle parole o no.

Grazie ancora, Mamma L.

• Il diario aiuta a tracciare lo sviluppo del linguaggio e con che tempi avviene/è avvenuto; potrebbe essere utile nel caso di sospetto disturbo

{Aiuta a verificare le finestre temporali}

(21)

Aiuta a focalizzare il problema

Martina oggi ha 21 mesi, di certo continua ad essere indietro rispetto ad altri bimbi della sua età perché di parole vere non se ne sentono ... parla a modo suo (cocu, cacca, tata, pata...) quando gioca da sola e quando indica qualcosa che ci vuole fare vedere o che vuole che le diamo però, come ti dicevo l'altra volta, non associa le cose che dice sempre alla stessa cosa per cui non sono delle vere parole. Ho parlato con la sua educatrice del nido che ancora non mi consiglia di andare a sentire una logopedista (così come la pediatra che dice che è piccola) e dice che questo suo ritardo nel linguaggio potrebbe anche essere dovuto al blocco motorio ... più incerta anche nel movimento (è una bimba molto prudente e forse è anche un po' paurosa) alla quale le serve un po' più di tempo prima di buttarsi e forse questo tempo in più le serve anche nel linguaggio. Mangia di tutto e mastica bene, beve anche con la cannuccia, sa soffiare nel fischietto per fischiare, soffia nel cucchiaino per raffreddare la pappa ...

Mamma L

(22)

Costruisce la storia linguistica del bambino

(23)

Questo è fondamentale per affrontare il tema della segnalazione alla famiglia (come e quando farlo?)

2. Padroneggiare un metodo

osservativo per meglio comprendere la situazione del bimbo che manifesta

difficoltà linguistiche

(24)

Partendo dalle finestre temporali

4-12 mesi: entro i 12 mesi il 95% dei bambini fa la lallazione

9-12 mesi: passaggio comunicazione intenzionale

10 – 16 mesi: avvio della fase lessicale (almeno 15 parole usate stabilmente)

18 – 24 mesi: esplosione lessicale e avvio della combinatoria (due parole insieme)

GESTI/INDICARE LALLAZIONE

COMBINATORIA

PRIME PAROLE

(25)

Cosa può fare l’insegnante? Nido

AZIONE SCOPO

Osservare il bambino per un periodo di 3 mesi Segnare i progressi e le novità principalmente sul piano comunicativo e nel gioco

Come interagisce tra i pari? Qual è la qualità del suo stare in sezione?

Intervistare:

Come sta a casa? Si arrabbia se non capito? Come

state voi genitori?

(26)

Cosa osservare?

Aree critiche

Com’è la comprensione del linguaggio?

Usa i gesti a supporto del linguaggio?

Che tipo di gesti?

Quali sono i suoni presenti?

C’è famigliarità per difficoltà di linguaggio?

Soffre di frequenti raffreddamenti e/o otiti ricorrenti? Com’è la qualità del suo udito ed in generale il sistema naso orecchie bocca

Comportamenti

In due bambini di 24 mesi Parlatori Tardivi (circa 20 parole) Condizione ad alto rischio

Scarsa

NO

Inventario ridotto ma tipico SI

Sì, raffreddamenti

Irritabile, poco gestibile

La combinazione dei fattori di rischio può portare a

prendere diverse decisioni a livello clinico

(27)

Cosa osservare?

Aree critiche

Com’è la comprensione del linguaggio?

Usa i gesti a supporto del linguaggio?

Che tipo di gesti?

Quali sono i suoni presenti?

C’è famigliarità per difficoltà di linguaggio?

Soffre di frequenti raffreddamenti e/o otiti ricorrenti? Com’è la qualità del suo udito ed in generale il sistema naso orecchie bocca

Comportamenti

In due bambini di 24 mesi Parlatori Tardivi (circa 20 parole)

Condizione ad alto rischio Condizione a basso rischio

Scarsa Buona

NO SI

Inventario ridotto ma tipico Inventario ridotto ma tipico

SI NO

Sì, raffreddamenti Sì, raffreddamenti

Irritabile, poco gestibile Disponibile al gioco, buoni tempi di attenzione, non irritabile

La combinazione dei fattori di rischio può portare a

prendere diverse decisioni a livello clinico

(28)

Cosa può fare l’insegnante? Materna

• Osservare il bambino per un periodo di 3 mesi

• A partire dai 36 mesi è già possibile fare una diagnosi: la differenza rispetto al nido è che i bambini oltre i 36 sono già passibili di diagnosi

• Segnare le aree dove fatica di più: comunicazione? Ascolto? Gioco?

Espressione verbale? Organizzazione motoria?

• Come interagisce tra i pari? Qual è la qualità del suo stare in sezione?

Intervistare:

• Come sta a casa? Si arrabbia se non capito? Come state voi?

(29)

Scheda di osservazione

• Nella sezione «scaricabili» troverai una scheda preimpostata che potrai usare come modello e modificare a tuo piacimento.

• È suddivisa in aree per aiutare l’insegnante a distinguere le diverse abilità

• ATTEGGIAMENTO COMUNICATIVO/PRAGMATICA

• ASCOLTO/COMPRENSIONE LINGUAGGIO

• PRODUZIONE LINGUISTICA

(30)

Noi consigliamo questo…..

• Tra i 24 e 36 mesi: Tenere monitorata l’evoluzione della

comunicazione e del linguaggio dei bambini dopo avere valutato se sono presenti i prerequisiti di cui abbiamo parlato (Approccio Wacht and see… Paul, 1996)

Per capire il profilo del bambino e i fattori di rischio

(31)

Comunicare con la Scuola:

bambini già in carico

In alcune occasioni, per i bambini più grandi, il trattamento logopedico potrebbe essere già in atto.

In questi casi le difficoltà di relazione con la Scuola potrebbero essere legate a richieste particolari che vengono fatte in merito

all’applicazione di strategie in sezione o di esonerare il bambino da alcune attività o di inserirlo in piccolo gruppo.

Di nuovo si tratta di insediare un certo tipo di dialogo «non giudicante»

e di far trasparire la volontà di collaborare al meglio, ognuno per la propria parte, per il bene del bambino.

Riprenderemo questi concetti nella sezione dedicata al bambino DL in

sezione.

(32)

3. Conoscere i possibili percorsi che

la famiglia può avviare e con che

modi e tempi si possono realizzare

(33)

3. Conoscere i possibili percorsi

La Scuola deve conoscere i possibili percorsi che la famiglia può avviare quando si rende necessario indagare il versante linguistico.

Ogni Regione ha una organizzazione sanitaria differente, perciò a

secondo di dove ti trovi, le cose possono cambiare anche di molto.

(34)

Inviare agli approfondimenti

Conoscere per indirizzare

Mettersi nei panni dei genitori Smontare i preconcetti

Informare correttamente

Sono molti passaggi difficili per chi non conosce la materia

(35)

Conoscere per indirizzare: SSN - privati

• Chi informa gli insegnanti/educatori su cosa è possibile fare?

• Quali specialisti/servizi è necessario contattare?

• Qual è il ruolo del pediatra?

• Quale percorso deve affrontare la famiglia?

• Quale specialista incontra in prima battuta?

• Qual è il ruolo del logopedista?

• Come avviene la presa in carico?

(36)

Conoscere per indirizzare: Logopedia

• Qual è il ruolo del logopedista?

• Differenze tra pubblico e privato/modalità e costi

• Valutazione – monitoraggio – trattamento abilitativo sul linguaggio

• Tempi e modi del trattamento logopedico

(37)

Mettersi nei panni dei genitori: ostacoli che possono presentarsi

• Preconcetti iniziali - confusione - troppo piccolo - neuropsichiatra - essere etichettati – essere giudicati – informazioni contrastanti

• Difficoltà col pediatra

• Sensi di colpa

• Scarsa fiducia nel Servizio Pubblico – tempi d’attesa

• Costi dei servizi privati

(38)

Mettersi nei panni dei genitori: confusione.

«Mi hanno detto che …» (da una richiesta ricevuta)

«Avrei bisogno di qualke consiglio ho una bimba di due anni e mezzo nn va all asilo quindi tra lavoro ecc ecc cerchiamo di farla crescere in

famiglia me la tiene o mia mamma o mia sorella sono un po preoccupata perke la pediatra ieri mi ha detto ke ha un comportamento troppo

infantile nn adatto alla sua età e ke ancora nn si esprime in modo corretto lei dice tante parole ma ancora nessuna frase io sn nello

sconforto più assoluto è la mia piccolina la amo qualkuno ha avuto qst tipo di problema? Mi ha consigliato due visite dalla genetista e da uno psichiatra infantile? Io per stare più tranquilla a breve la pediatra mi

fissera gli incontri intanto se qualkuno può raccontarmi la sua esperienza

la ringrazio anticipatamente

(39)

Mettersi nei panni dei genitori: confusione.

«Mi hanno detto che …»

• XXX: cambia pediatra, a due anni e mezzo che dicono frasi??..mah, ogni bambino hai i suoi tempi....a due anni che ha un comportamento infantile??ma xkè ha mica 20 anni???...stai serena xkè io nn ci trovo niente di preoccupante

• XXX: … molti sottovalutano i problemi legati al linguaggio.... É vero che ogni bambino ha i suoi tempi ma per una scala della crescita si dovrebbero fare determinate cose ad ogni fascia d'età quindi se la pediatra ...

• XXX: rimango basita, ma stai tranquilla..ke dovrebbe dire a 2 anni e mezzo??? mio figlio ha due anni e ancora non parla, ogni bambino ha i suoi tempi chi e piu precoce e chi invece lo fa dopo. Cambia pediatra! !!!!!!!

• XXX: Tante mamme contro i pediatri! Ma scusate, i vostri figli, chi li cura? Chi li osserva oltre voi? Se un pediatra è attento: non va bene! Se non lo è:(secondo i vostri criteri!)peggio ancora!...credo che in questo caso, si siano osservati dei comportamen...

• XXX: Scusa ma che ti costa portare la bimba dal neuropsichiatra? Se la pediatra ti ha dato questo consiglio perché tacciarla subito per incompetente anziché cogliere il consiglio? ?? Spesso per essere troppo protettivi si rischia di fare gli struzzi e non...

• XXX: Io invece ringraz la pediatra.... Farei intanto subito una visita col neurops... E con qus sei tranquilla ed un altro consiglio mandala subito all asilo!!!!!

• XXX: Ma leggo cose raccapriccianti.... lascia stare il neuropsichiatra è un trauma?? Ma.scherziamo??? Come si puo nel 2014 non avere la cultura della prevenzione e dell efficacia degli interventi precoci!!! Non vi lamentate mamme poi, e nn lo auguro a nessu...

• XXX: mio figlio ha parlato a quasi 3 anni. ora ne ha quattro fa discorsi completi ragionamenti sensati anzi è scioccante che fino ad un anno e mezzo fa nn. dicesse nulla.secondo me è presto x gli accertamenti,ma nn sono medico. io aspetterei a dopo i tre anni

• XXX: Oramai siamo arrivati a mandare i figli da psicologi logopedisti o neuropsichiatri x ogni minima cazzata! Non parla, parla

troppo, è troppo attivo, non è attivo è vivace, non sa colorare, é infantile ecc ... la cosa brutta poi è che sn le maestre a spedirti da

qst xsone e a farti preoccupare, il + delle volte senza motivo!!! Ma lasciamoli vivere a sti figli!!

(40)

Mettersi nei panni dei genitori - preconcetti

«è troppo piccolo» - «è pigro»

• Domanda del mese: è troppo presto per preoccuparmi se il mio bambino non parla?

• Difficoltà di linguaggio nel bambino piccolo: la differenza tra preoccuparsi e attivarsi

• Il linguaggio del bambino 18-30 mesi. Cosa fare se il tuo bambino parla poco?

• I bimbi pigri non esistono: “mio figlio non parla perché è pigro”

(41)

Mettersi nei panni dei genitori: preconcetti

«aspetto che si sblocchi»

• Dalla mia esperienza non accade mai uno sblocco improvviso che porti il bambino a un recupero totale

• Possono presentarsi periodi di miglioramento a picco, in genere seguiti da plateau

• Se un bambino a 24 mesi dice ancora pochissimo (meno di 15 parole) difficilmente recupererà del tutto la forbice rispetto ai coetanei senza un aiuto specifico; anche con un grosso miglioramento, probabilmente permarrà un distacco su almeno uno dei livelli del linguaggio:

• Suoni

• Lessico

• Morfo-sintassi

• Capacità narrative

(42)

Mettersi nei panni dei genitori: preconcetti

«la logopedia/valutazione è traumatica»

• Certamente non è un gioco = non dire al bambino che va da un’amica della mamma/papà

• Certamente sarà un momento impegnativo

• Certa fonte di ansia per il genitore

MA

• Approccio ludico

• Presenza del genitore

• Adattato a ciò che il bambino dimostra di poter affrontare

Fondamentale rivolgersi a chi si occupa di questa fascia d’età in modo

specifico perché la logopedia è un campo molto vasto

(43)

Mettersi nei panni dei genitori: preconcetti

«trattamento logopedico faticoso e sovraccarica»

• Logopedia con i piccolissimi: i giochi che utilizzo di più durante il trattamento

• Giocare non è uno scherzo: prerequisiti alla comunicazione e all’apprendimento.

• Trattamento logopedico dei disturbi del linguaggio: il ruolo del gioco

(44)

Il pediatra e l’invio agli specialisti

• Il pediatra ha ruolo importante, spesso la decisione se inviare o meno a uno specialista, si basa sullo sviluppo pregresso del bambino

• Quando il bambino è sano e comunicativo, la tendenza è di aspettare e di non preoccuparsi

Possono nascere due problemi:

1. Il genitore che è preoccupato continuerà ad esserlo e inizierà a «fare qualcosa»

per stimolare il bambino a parlare che nella maggioranza dei casi peggiorerà la situazione – colloquio logopedico per ricevere le prime indicazioni su come

stimolare il bambino

2. Il genitore si sente dire che il bambino è sano e intelligente e quindi pensa che parlerà di certo (cosa che succede, ma probabilmente parlerà male).

Fraintendimento: che i bambini intelligenti e con normale sviluppo generale non

possono sviluppare problemi di linguaggio

(45)

Il pediatra

Fraintendimento: che i bambini intelligenti e con normale sviluppo generale non sviluppano problemi di linguaggio

Definizione di disturbo specifico del linguaggio

È una difficoltà sul versante linguistico (espressivo o recettivo o

entrambe) in assenza di altre condizioni di patologia e/o alterazione

sensoriale, dove cioè non si individua altra causa che possa provocare il disturbo

Il mio bambino capisce tutto ed è intelligente, allora perché non parla?

(46)

Cosa suggeriamo?

Tra i 24 e 36 mesi

Tenere monitorata l’evoluzione della comunicazione e del linguaggio dei bambini dopo avere valutato se sono presenti i prerequisiti di cui abbiamo parlato (Approccio Wacht and see… Paul, 1996)

Per capire il profilo del bambino e i fattori di rischio

A partire dai 24 mesi quando non ci sono i prerequisiti

• Valutazione eseguita da NPI o Psicologo dello sviluppo sugli aspetti generali e dalla logopedista sul versante comunicazione e linguaggio.

• Il pediatra indirizza al Servizio Pubblico della zona che procederà alla presa in carico e alla valutazione delle difficoltà

Dopo i 36 mesi

A partire dai 36 mesi in genere si propone il trattamento sul linguaggio (sempre previa valutazione) a meno che il distacco dai pari sia lieve e il bambino si mostri in una fase di forte espansione

linguistica.

Sempre importante sentire il punto di vista dei care givers

(47)

4. Comunicare alla famiglia

(48)

Cosa dire/proporre alla famiglia?

Quando possibile tenere in conto:

• Stile comunicativo

• Attenzione all’ascolto

• Se c’è famigliarità (per esempio fratelli o genitori stessi)

• Se altre condizioni associate (per esempio otiti ricorrenti, difficoltà di alimentazione, impaccio motorio)

• Se sembra in evoluzione o se invece sembra «bloccato»

(49)

Cosa dire/proporre alla famiglia?

Quando si rende necessario un invio, quali sono le possibilità? È importante che l’insegnante conosca le diverse prestazioni professionali che un

logopedista può mettere in atto, che principalmente sono:

• Consulenza

• Valutazione

• Monitoraggio

• Trattamento logopedico (indiretto oppure diretto)

(50)

Comunicazione alla famiglia

Diventa più semplice comunicare la necessità di un approfondimento se l’insegnante ha messo in atto prima tutte le modalità riportate.

Quindi:

• Ha comunicato alla famiglia che si è preso qualche mese per osservare i suoi comportamenti comunicativi e linguistici

• Ha fatto domande su famigliarità

• Ha chiesto se a casa tali modalità sono similari oppure differenti

• Ha condiviso le strategie utilizzate in sezione

• Sfrutta schede osservative condivisibili con i genitori

(51)

Cosa dire/proporre alla famiglia?

Noi Logopedisti dobbiamo fare attenzione al nostro ruolo

clinico/riabilitativo e a non «cadere»

in interventi di tipo educativo che sono aspecifici e non dettati

dall’evidenza scientifica.

Se questi concetti non ti sono chiari, può esserti utile questo video –

corso:

Disturbi del Linguaggio: tempi e

modi del Trattamento Logopedico

(52)

Cosa aspettarsi da un trattamento logopedico per DL: parlerà bene un giorno?

• Se l’intervento è nei giusti tempi e con obiettivi specifici, ci si attende una risoluzione completa in quei casi in cui il disturbo non dipende da altre condizioni.

• Sono piuttosto rari i disturbi del linguaggio così gravi da non risolversi con un buon trattamento riabilitativo (durata e modalità differenti a seconda della severità)

• L’ideale sarebbe intervenire non oltre i 3a – 3a e mezzo così da risolvere entro la fine del secondo anno di materna.

• L’ultimo anno della scuola dell’infanzia, infatti, dovrebbe essere quello in cui il bambino sviluppa le sue competenze metalinguistiche, cioè di ragionamento sul linguaggio, fondamentali per gli apprendimenti scolastici.

Nei casi in cui il disturbo del linguaggio dipende da altre condizioni (ritardi

cognitivi, sindromi, disturbi generalizzati dello sviluppo), i miglioramenti

saranno correlati alla gravità della condizione primaria.

(53)

5. Quali comportamenti adottare in sezione per facilitare il bambino

IL RUOLO DEI CARE GIVERS

▪ Capire l’importanza di alcuni fattori esterni

▪ Conoscere come si sviluppa il linguaggio

Essere un modello comunicativo e linguistico

(54)

Comunicazione e linguaggio non sono la stessa cosa

Per prima cosa è necessario trasmettere una informazione fondamentale quanto SCONTATA

Genitori/insegnanti NON possono sostituirsi alla figura del logopedista

• L’approccio educativo è differente da quello clinico/riabilitativo

• NE CONSEGUE che anche il logopedista non deve svolgere un ruolo educativo, ma specifico professionale

• Non è una ovvietà, purtroppo ancora oggi vedo da parte di alcuni

logopedisti, approcci molto generici che non aiutano la nostra professione

(55)

Comunicazione e linguaggio non sono la stessa cosa

• Per fare interiorizzare questo, è necessario che i care givers

conoscano davvero la differenza tra comunicazione e linguaggio e che, sebbene si influenzino ovviamente, il ruolo del care giver è di compiere azioni positive comunicative (e non linguistiche) che

andranno poi ad avere un effetto positivo anche sul linguaggio che, nel frattempo, sarà riabitato dal logopedista.

• Le due forze andranno a sommarsi e a creare così un effetto a cascata molto ampio, non sommatorio, ma esponenziale.

• Per questo è fondamentale che scuola/famiglia creino un terreno fertile per il lavoro specifico del logopedista

NON è AFFATTO FACILE!!!

(56)

COMUNICARE E PARLARE

(osservazione)

(57)

Comunicare senza parole

Nel costruire uno scambio comunicativo non sono necessarie le parole:

• Intenzionalità

• Gestualità

• Mimica

• Prosodia

• Prossemica

• Contatto oculare

• Turno

L’adulto spesso è erroneamente concentrato sull’uso delle parole da parte del

bambino, dimenticando l’importanza delle competenze comunicative.

(58)

BENESSERE COMUNICATIVO

Il logopedista deve chiarire molto bene questo punto e far capire che l’ambito

«linguaggio» è specifico logopedico, mentre genitori/insegnanti possono efficacemente occuparsi degli aspetti comunicativi.

• L’adulto deve prendersi cura del

benessere comunicativo fornendo in modo naturale circoli di rinforzo positivi e virtuosi che gettano le basi per il futuro ed armonico sviluppo di linguaggio.

• Partire dal bambino, sintonizzarsi e fargli

sperimentare il successo comunicativo

creando dei circoli virtuosi.

(59)

Circoli virtuosi - comunicazione non intenzionale

Il logopedista deve spiegare cosa si intenda per corretta

comunicazione, eventualmente lasciando anche materiale schematico, tipo questo:

Età del bambino Cosa fa il bambino Cosa fa/dovrebbe fare l’adulto (piccola esercitazione) 9-12 mesi Usa gesti - indica

12 mesi Usa gesti

Dice onomatopee Prime parole 14-18 mesi Usa gesti

Dice onomatopee Prime parole 18 – 20 mesi Paroline

Parlotta

Prime combinazioni con gesti

20-24 mesi Paroline

(60)

Buona comunicazione: quando qualcosa va storto …

• Se un bambino ha una difficoltà linguistica, qualcosa si altera nei naturali equilibrii.

• Il genitore o chi sta con il bambino perde di vista il suo ruolo perché tutta l’attenzione è concentrata su come il bambino parla.

• Più o meno consapevolmente l’adulto mette in atto delle strategie facilitanti o stimolanti per il bambino di vario tipo.

• Si alzano i livelli di attenzione al verbale del bambino

• Famigliari ed amici dicono la propria.

(61)

Buona comunicazione: quando qualcosa va storto …

• Il focus dovrebbe restare cosa il bambino dice.

• Mantenere i circoli virtuosi di rinforzo

• Occuparsi del benessere comunicativo

Eventualmente

Attivare un intervento specifico di stimolazione del linguaggio

(62)

Il circolo vizioso

• Può ostacolare la naturale evoluzione comunicativa e ha un effetto negativo anche sulle prestazioni verbali del bambino.

• Esempi:

• Scarsi scambi – scarso contatto oculare.

• Risposte mancate

• Assenza di conferme

• Disconferme

• Scarsa mimica – il bambino si disorienta

• Concentrarsi unicamente sulle parole

• Questo può accadere quando :

• c’è una devianza di sviluppo: bambini che parlano poco, bambini che guardano poco il volto, bambini con patologie

• funzione deviante

• anche in condizioni fisiologiche

(63)

Strategie comunicative utili

Il logopedista dovrebbe illustrare i principali atteggiamenti comunicativi

facilitanti, facendo molti esempi concreti/pratici perché sono informazioni difficili da capire e interiorizzare.

Spesso i concetti che sembrano compresi, sono poi di difficile attuazione all’interno delle sezioni, per questo:

• Possono essere utili allo scopo materiali di supporto preparati ad hoc o da voi stessi.

• Possono essere utili rimandi ad articoli/siti/blog che trattano del tema in modo serio:

• Stimolare lo sviluppo del linguaggio: strategie utili. Eloquio lento, latenze e

pause sono un buon modello comunicativo

(64)

Strategie comunicative utili

Se hai poca esperienza potrebbe esserti utile questo ebook che è particolarmente indicato per

genitori e insegnanti:

Strategie utili al benessere comunicativo

Cosa sì Cosa no

Cosa fare se …

(65)

Strategie comunicative utili

COSA SÌ

Sono riassunte le principali strategie utili a sostenere il linguaggio e la comunicazione, come per esempio:

• modello e rimodellamento

• dirgli come si chiamano le cose

• eloquio lento – pause

• Ripetere/riformulare la produzione del bambino

• Fare domande chiuse

(66)

Strategie comunicative utili

Come già accennato sarebbe utile insistere principalmente sugli

atteggiamenti comunicativi e sulle modalità comunicative del singolo

insegnante adattandole anche allo stile personale che può essere più o meno direttivo.

In alcune occasioni, tuttavia, può essere molto utile approcciare alle prime strategie verbale, cioè modalità di stimolazione più focalizzate sul parlato.

Prima di fare questo sarà però necessario, da parte del logopedista,

assicurarsi che l’insegnante sia in grado di padroneggiare una buona

comunicazione, altrimenti il rischio è che queste stimolazioni vengano

eseguite su un terreno non fertile e il b. non le recepirà a pieno (se non

addirittura essere controproducenti).

(67)

Stimolazioni focali sul linguaggio

Passare al versante specifico linguistico è sempre un rischio: è diffusa infatti l’idea che il personale non clinico possa in realtà «sostituirsi» al Logopedista, soprattutto quando il bambino è molto piccolo.

Questo NON è MAI VERO, perché l’attività del Logopedista è altamente

clinica e specifica, tarata in modo molto preciso sulle abilità linguistiche del bambino dopo un’accurata valutazione del Linguaggio.

È molto importante spiegare questo punto fondamentale che distingue il

nostro lavoro clinico-riabilitativo da quello di tipo educativo-globale che può essere attuato da un non-logopedista.

Articoli di approfondimento:

Valutazione logopedica: come avviene e perché non temerla

La valutazione del Linguaggio nel bambino piccolo: cosa fa la Logopedista?

(68)

Stimolazioni focali sul linguaggio

Una volta chiariti questi concetti con la Scuola, è possibile suggerire due

strategie focali sul linguaggio applicabili da parte degli insegnanti, che a loro volta, dopo averle attuate, potranno anche decidere di condividerle con la famiglia (se il bambino non è carico), o che noi condivideremo anche la famiglia (se il bambino è già in carico).

• Parole target: diverse volte al giorno per alcune settimane

• Lettura dialogica (per approfondimenti è meglio descritta nel libro Oltre il Libro)

Queste strategie derivano dall’approccio dei Modelli socio-interazionisti,

vedi Interact e Oltre il Libro (vedi bibliografia in fondo alla presentazione)

(69)

Stabilizzare le nuove parole.

Piccolo decalogo

IL TUO BAMBINO PARLA POCO? PICCOLO DECALOGO PER STABILIZZARE LE NUOVE (POCHE) PAROLE CHE GLI SENTI DIRE

I bambini che hanno un lento sviluppo linguistico

necessitano di sentire una parola molte più volte perché il sistema

linguistico è “un po’ lento”.

(70)

Il bambino che parla poco

«a scuola»

(71)

Essere incentrati sul bambino (interessi – iniziative)

• Anche il bambino che parla poco o che non parla può avere dei punti di forza/interessi

• Tenere il focus - Cambiare focus

• l’adulto riprende le produzioni verbali, ma anche gestuali del

bambino e le riformula e arricchisce fornendo in questo modo un buon modello

• Adattamento dell’adulto che mantiene attivo il canale verbale

(72)

Ricordarsi di mantenere i circoli virtuosi non verbali e verbali

• Rinforzare gli scambi conversazionali riprendendo le parole che il bambino dice e ampliando.

• Non fare cadere nel nulla le parole; la mancata risposta non rimanda al bambino il valore comunicativo delle sue parole

• L’adulto tende ad interpretare come comunicativi più i segnali verbali di quelli gestuali.

• Sarebbe utile dalla prima comparsa dei gesti, rinforzare gli scambi

comunicativi accogliendo ogni gesto e riproponendo al bambino la parola

• In contesti quotidiani , accogliere ogni indicazione-richiesta elogiandolo e

consegnando l’oggetto pronunciandone il nome.

(73)

Piccoli trucchi

• Giochi/libri in cui può inserirsi con unica parola (es: sì-no): libri ripetitivi

• Giochi/libri con onomatopee in cui ha la possibilità di verbalizzare

• Piccolo gruppo/diade: in cui ha la possibilità di prendere il turno e avere un modello fornito dall’altro: es: gioco fattoria, cucina,

bambolotti …

(74)

Mani addosso/morsi/lanciare oggetti

• Sono comportamenti frequenti perché si sostituiscono alle parole per immediatezza/efficacia

• Sono più facili di un NO per un bambino che non parla

• Sono cioè economici

Come fare a Scuola e a casa?

• Abituarsi a verbalizzare sempre il motivo: «ti sei arrabbiato perché

…»

• Dare piccoli compiti di «responsabilità» in routine stabili: pasto –

bagno

(75)

Strategie per sostenere

• Continua per qualche settimana con le parole target: quando il bambino inizia ad usare parole nuove che per qualche giorno hai

stimolato in modo speciale, allora quello è il momento per continuare a usarle e proporle, infatti per essere certi che queste nuove parole diventino stabili è bene continuare a contestualizzarle per lungo

tempo.

• IL TUO BAMBINO PARLA POCO? PICCOLO DECALOGO PER

STABILIZZARE LE NUOVE (POCHE) PAROLE CHE GLI SENTI DIRE

(76)

Un libro adatto al tuo bambino

0-1 anno

• Libro come oggetto da manipolare, mangiare ed esplorare.

• Libri in stoffa o spugna

• Libri finestrella

• Libri con onomatopee

• Libri con semplici filastrocche o rime 1-2 anni

• Libri finestrella

• Libri cucù

• Libri con onomatopeiche

• Libri con testo semplice (Giulio coniglio, comparsa del testo) 2-3 anni

• Libri con sequenze routine

• Libri con causa-effetto

• Libri con testo semplice affiancato a immagine: Giulio Coniglio

• Libri con testo semplice, ma non banale, ben strutturati ed accompagnati

(77)

Conclusioni

Come spesso succede, una buona parte del nostro lavoro di logopedisti non è solo quella clinica, ma anche quella che riguarda la capacità di comunicare e trasmettere concetti a favore della prevenzione e degli interventi precoci.

Queste competenze, che possiamo generalmente chiamare di counseling, sono fondamentali per il Logopedista e sono un ambito su cui dobbiamo formarci molto.

Lo sforzo di ognuno di noi è certamente quello di combattere

false credenze e preconcetti, a favore di atteggiamenti più

propositivi e meno di «passiva attesa».

(78)

Link di approfondimento

Conoscere per indirizzare

Differenze tra pubblico e privato/modalità e costi Tempi e modi del trattamento logopedico

Domanda del mese: è troppo presto per preoccuparmi se il mio bambino non parla?

Difficoltà di linguaggio nel bambino piccolo: la differenza tra preoccuparsi e attivarsi

Il linguaggio del bambino 18-30 mesi. Cosa fare se il tuo bambino parla poco?

Stimolare lo sviluppo del linguaggio: strategie utili. Eloquio lento, latenze e pause sono un buon modello

comunicativo

(79)

Pdf scaricabili

Puoi scaricare dalle slides o nella descrizione di questo video-corso alcuni pdf gratuiti che potrai usare come riferimento quando dovrai dialogare con la scuola. Ecco quali:

• Finestre temporali - tappe minime linguaggio

• Sviluppo linguaggio 0-2 anni - schema

• I luoghi comuni più diffusi sul linguaggio dei bambini

• Provocazione strategie comunicative

• Scheda di osservazione per l'insegnante

(80)

Bibliografia

Crescere parlando nella scuola dell’infanzia, L.Girolametto, L. Marotta, D. Onofrio (USA IL CODICE SCONTO LOGPR)

Diario del Linguaggio (ebook)

Strategie utili al benessere comunicativo (ebook)

L'intervento precoce nel ritardo di linguaggio. Il modello INTERACT per il bambino parlatore tardivo

Parent-coaching per l'intervento precoce sul linguaggio. Percorsi di lettura dialogica nel programma «Oltre il

Libro»

(81)

Questionario di gradimento + codice sconto del 20%

Al termine del corso ricordati di compilare l'unità 2 con il QUESTIONARIO per esprimere il

tuo giudizio sull'evento.

Potrai anche dare suggerimenti e proporre nuove idee.

Il questionario è anonimo e non è obbligatorio, ma se lo compili possiamo rispondere meglio

alle tue esigenze e riceverai il codice sconto

(82)

Come funziona il codice sconto del 20%

• Rispondi alle domande del questionario e al termine ricevi il codice

• Ogni codice è valido per un unico utilizzo

• Il codice può essere utilizzato per una sola data a tua scelta

• Vai sullo Shop, scegli la data e mettila nel carrello, PRIMA di pagare inserisci il codice nello spazio apposito e l’importo viene

riconteggiato.

(83)

Altri corsi utili per

completare il tema di oggi

Esordio del linguaggio espressivo e correlazioni con la pratica logopedica

Bambini Parlatori Tardivi: gestione del primo colloquio

di consulenza

(84)

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