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L’invisibile e il tangibile

Francesco Pezzuco

Direttore Artistico Vincenzo Morra Catalogo a cura di:

Morra Arte Studio Testi critici:

Vera Pitzalis Anna Mola

Progetto grafico:

pensierodesign Stampa

Grafica Metelliana SpA www.graficametelliana.com In copertina:

Dettaglio da: L’invisibile e il tangibile 01, 2017 Tel. 081.818.63.25 info@morraartstudio.It www.morraartstudio.it

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L’invisibile e il tangibile

Francesco Pezzuco

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5 Rettangoli di 50x25 cm in tecnica mista su tavola si stagliano davanti ai nostri occhi in una apparentemente insondabile cripticità. Una verti-

cale - che sembrerebbe corrispondere al “confine filosofico” cui allude l’artista Francesco Pezzuco nella breve didascalia a questo suo corpus di opere - ripartisce ciascuno di essi in due superfici equivalenti: quella sinistra appare popolata da una successione alfanumerica, mentre quella destra destabilizza il fruitore con la sua iniziale neutralità bianca. Ma poi ecco una sequenza di trattini che, invitandoci al gioco e ad una conquista non solo sensoriale e precognitiva dell’opera ma anche intellettuale, lasciano intuire la presenza di un titolo. Quest’ultimo si rivela a noi, assieme alla porzione destra del quadro, in maniera progressiva e sorprendente come in una lanterna magica, attraverso la pigiatura dei numeretti siti nella superficie sinistra: siamo quindi autorizzati dall’artista ad una intromissione diretta nel compiersi del processo artistico, che suscita in noi uno sguardo benevolmente interrogativo e famelico di risposte. Il meccanismo a cui le ultime opere di Pezzuco - raccolte sotto il titolo paradigmatico di “L’Invisibile e il Tangibile” - soggiacciono è, a mio avviso, sottilmente e squisitamente filosofico. Lo è nella misura in cui, richiamandosi alla teoria degli opposti già postulata da Pitagora, i presocratici e da successive scuole filosofiche, rivela (come un moderno vaso di Pandora) la natura organica e inestricabile della realtà, fatta di entità antinomiche come il visibile e l’intelligibile da una parte e l’invisibile, il misterioso dall’altra. Credo poi non sia da sottovalutare la preferenza accordata dall’artista al termine “tangibile” piuttosto che al ben più prevedibile e inflazionato “visibile”: favore, questo, che conferma certamente l’irruzione del tatto nell’operazione di pigiatura dei numeretti ma che riabilita anche, ad un livello concettuale più profondo, il ruolo di questo senso nella prassi artistica a fronte di una ipertrofia visiva oramai imperante. Un senso quello del tatto che, per i filosofi francesi e tedeschi del Settecento e dell’Ottocento, era veicolo del sublime e quindi di una realtà potenziata all’ennesimo livello rispetto alla semplice registrazione visiva dei fenomeni naturali e non.

Ma torniamo al discorso precedentemente enunciato sugli opposti che sostanziano tanto il mondo quanto, nello specifico, le ultime opere di Francesco Pezzuco.

Al primo dei concetti enunciati, ossia il “visibile”, l’artista fa corrispondere la superficie alfanumerica precedentemente ricordata, che racco- glie le coordinate logiche, convenzionali per la scoperta dell’”invisibile” iniziale da cui siamo assaliti nell’altra metà dell’opera, prima che ci accingiamo ad assecondare il ludus dell’autore. Ma, a ben vedere, questo “invisibile” è - prendendo a prestito le parole sibilline di Merleau Ponty - “quel tessuto che fodera il visibile, lo sostiene, lo alimenta e che, dal canto suo, non è cosa, ma possibilità, latenza e carne delle cose”.

L’invisibile è nutrimento del reale tanto quanto ciò che è visibile, esperibile attraverso tutti e cinque i nostri sensi: entrambi sono i fili legittimi di un fitto ordito chiamato esperienza, realtà. Senza di esso, che è arcano e conoscenza in potenza, non è possibile determinare la “tangibilità”

delle cose. Ma il discorso ha validità biunivoca d’altro canto, se è vero che gli opposti danno corpo alle sfumature, alle possibilità diverse e tutte ugualmente valide del mondo. Tali possibilità, che passano per la sollecitazione dei numeretti e l’identificazione dei lacerti di immagini che si vengono componendo come un puzzle nella porzione destra dei pannelli, conducono alla risoluzione del rebus in cui di fatto consiste il titolo.

“Noi possiamo comunicare con la terra, la terra è viva, la terra può parlarci, basta cominciare ad ascoltare... gli strumenti li abbiamo... la terra si offre alla nostra comprensione, ci chiama perché noi ci prestiamo all’ascolto”.

(J. Beuys)

L’invisibile e il tangibile

di Vera Pitzalis

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Quest’ultimo, troppo spesso sottovalutato da addetti ai lavori e non in un primo accostamento ad una qualsivoglia opera d’arte, riveste qui un molo fondamentale e indicativo del sostrato filosofico che ho argomentato poco sopra. Che dire poi di quelle

uova, di quelle lune, di quelle sagome di alberi, di farfalle e di parti anatomiche umane che connotano in senso stretto il suo repertorio iconogra- fico e che vediamo rigidamente incasellate entro una inappuntabile partitura geometrica fin dalle precedenti serie pittoriche dell’artista?! Come lascerebbero presagire le sue stesse parole nella prefazione a “L’Invisibile e il Tangibile”, esse sanciscono l’incontro e(s)tetico tra altre due polarità costitutive della nostra realtà: il macroscopico - esemplificato dagli schizzi anatomici di sapore leonardesco o dalle sagome d’albero rese come in un negativo fotografico sporcato di colore - e il microscopico - reso visibile attraverso degli ingrandimenti stranianti e non sempre di immediata leggibilità, come attesta “Amazzonia Day” -. Ma questo dispiegamento di figure, così declinato e combinato, fa affiorare un’altra diade fondamentale di cui sono chiara estrinsecazione soprattutto le opere del 2008 e del 2010, con particolare riferimento a “COGNIZIONI IPC”

ed “ESTENS10NE ORIZZONTALE”: quella formata da uno sguardo assieme analitico e sintetico alla realtà, ad un tempo intellettuale e sensoriale.

Il peso del

primo traspare inequivocabilmente dal sistema di pesi, di linee vettoriali, proiezioni ortogonali e di solidi geometrici costruiti rispettivamente attorno alla sagoma dei quadri e a determinati elementi compositivi; la componente più smaccatamente percettiva e antropocentrica emerge nell’impiego continuativo di colori saturi e dalla costante dell’anatomia umana, variamente delineata: o con il tratto sintetico che rievoca antiche pitture rupestri e incisioni antiche, o con la precisione scientifica di un illustratore di libri di medicina ma anche di un miniaturista (si osservi

“Corpo Progetto”, appartenente al corpus “L’Invisibile e il tangibile”).

Quale il percorso evolutivo di questa iconografia e quale il suo carico simbolico, alla luce di una carriera prolifica e quantomai eclettica come quella di Francesco Pezzuco? Il primo muove dalle premesse di una pittura informale materica che, come suggerisce un’importante serie di opere quale “Organika” del 2004, si arricchisce di oggetti prelevati dal mondo naturale e riconsegnati ad una seconda vita: ecco quindi appari- re, specie in rapporto ai lavori del biennio 2004-2006, i ben noti rami levigati dal mare, che assurgono a “metonimie simboliche” di quel tutto che è la Natura (Physis), ricollocata in una meritata centralità da cui meccanizzazione e società di massa l’hanno quasi del tutto estromessa.

Affianco ad essi, balenano le sagome antropomorfe e le teste profilate accompagnate da numeri e volatili e investite da una fitta trama segnica di ancestrale memoria, così come pure la evocativa ricorrenza dell’uovo cosmico e della luna, referenti di una forte fascinazione dell’artista per il misticismo e la cosmologia. Se accanto a queste considerazioni ne operiamo una ulteriore - peraltro corroborata dallo stesso Pezzuco con il suo “Omaggio a J Beuys” (2006) e da altri contributi critici anteriori al mio -, relativa al forte apprezzamento per l’artista tedesco

delle Neo-avanguardie, il mosaico composito della sua poetica acquisisce una sorprendente coerenza e una altrettanto chiara vocazione etica.

E perché mai, si domanderà il lettore avveduto e incuriosito? Perché quanto finora argomentato per l’artista laziale (nel merito dei rapporti tra visibile e invisibile, materiale e immateriale, funzione totemica di alcuni elementi naturali riconfigurati in chiave artistica, riflessione sul rapporto tra uomo e natura e conseguenti implicazioni ecologiche, ricerca di un’armonia ancestrale e assoluta), ha avuto il suo epicentro sismico proprio in Beuys, soprannominato dalla stampa del suo tempo “lo sciamano dell’arte” (basti richiamarsi, per esempio, alla celebre performance del maggio 1974 “I like America and America likes me”, per comprenderne le ragioni). Sciamano nella misura in cui ha fatto rivivere - attraverso non dei quadri ma delle performance piuttosto dissacranti e catartiche - la tensione mistica tra le polarità del mondo, invitando i fruitori ad auto-responsabilizzarsi e a prendere coscienza del proprio status sociale e antropologico.

Anche le opere di Francesco Pezzuco sono, a mio avviso, latrici di questa filosofia tesa alla ricomposizione organica ·dei dualismi interni ed esterni all’uomo, ma anche allo squadernamento di quei meccanismi che ne presiedono la percezione del mondo e di cui proprio l’ultimo cor- pus, “L’Invisibile e il Tangibile”, è paradigma oscillante tra l’archetipico e l’analitico: un’immersione panica nel mondo che ha nella ‘pelle’ delle tavole una porta di accesso privilegiata e senza tempo.

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7 Rectangular boards 50 x 125 cm in mixed technique hang before our eyes in an apparently fathomless crypticity. A vertical one – which would

seem to correspond to the “philosophical boundary” to which Francesco Pezzuco alludes in a brief introductory caption – divides each work into two equivalent parts: the left hand side appears populated with an alpha-numerical succession, while the right hand side destabilizes the viewer with an initial white neutrality. Then, a series of hyphens, signs, invite us to play and to embrace the work not only in a sensorial way, pre-cognitive- ly, but also intellectually, allowing us to discover its name. The latter is revealed to us, together with the right hand side of the work, in a progressive and surprising way, functioning as with a magic lantern, through the pressing of numbers on the left hand side: we are therefore authorized by the artist to a direct involvement in the completion of the artistic process, which leaves us questioning and hopeful for answers. The mechanism functioning in Pezzuco’s latest work - grouped under the paradigmatic title of “L’Invisibile e il Tangibile”- is, in my opinion, subtly and exquisitely philosophical. Evoking the theory of opposites already hypothesized by Pythagoras, the pre-Socratic and other schools of philosophy, this mecha- nism reveals (like a modern Pandora’s box) the organic and inextricable nature of reality, made up of incongruous entities such as the visible and the intelligible on the one hand and the invisible, the mysterious on the other. I also think that one should not underestimate the term chosen by the artist, preferring ‘tangible’ to the more predictable and inflated ‘visible’: a preference which confirms the irruption of touch in the pressing of num- bers but which also, on a more profound conceptual level, rehabilitates the role of this sense into artistic practice, now that the hypertrophy of the visual is all-prevailing. The sense of touch had been considered, by French and German philosophers of the eighteenth and nineteenth centuries, vehicle of the sublime and therefore of reality brought to the its utmost revelation, and beyond comparison with the simple visual registration of natural phenomena and non.

But let us return to our former discussion on the existence of opposites, as much in the world as in the latest work of Francesco Pezzuco. The first concept, that is the “visible”, is conveyed by the artist with the alpha-numeric surface previously mentioned, which collects all the logical, conven- tional coordinates for the discovery of the initial “invisible” which assails us in the other half of the work, before we are drawn to participate in the artist’s ludus . But actually, the “invisible” – borrowing Merleau Ponty’s sybilline words – “is that fabric which lines the visible, upholds it, nurtures it and is in itself, not ‘thing’ but possibility, latency and the flesh of things”. The invisible is the nourishment of reality just as much as is the visible, as is that which can be experienced by all five senses: both are legitimate threads of the dense matrix called experience, reality. Without it, being arcane and powerful knowledge, the “tangible” in things cannot be determined. But this idea is two way, as it is true that opposites can give shape

“We can communicate with the earth, the earth is alive, the earth can talk to us, we just have to listen…. we have the means… the earth lends itself to our comprehension, calls to us so that we may listen”

(J. Beuys)

L’invisibile e il tangibile

di Vera Pitzalis

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to shades, to degrees of possibility, all equally valid in the world. Such possibilities, which go from the solicitation of the numbers to the identifi- cation of fragments of images, combining as for a puzzle in the panels on the right hand side, lead to the solution of the rebus which is in fact the work’s name. The latter, too often underestimated even by the experts when first experiencing a work of art, here plays a fundamental role which is indicative of the philosophical strains mentioned above. And what can we say about those eggs, those moons, those figures of trees, butterflies and parts of the human body which connotate Pezzuco’s iconographic repertoire and which we have seen fitted into an organized geometric matrix throughout his preceding pictorial series?! His own words in the preface to “L’invisibile e il Tangibile” seem to describe these elements as estab- lishing an aesthetic convergence between two other polarities which make up reality: the macroscopic – exemplified by Leonardo type sketches of anatomy or by photographic negative type trees dirtied with colour – and the microscopic – rendered visible by unexpected enlargements, not immediately apparent, as for “Amazzonia Day” -. But this unfolding of figures, so tuned and combined, bring up another fundamental dyad from which stem the works of the years 2008 and 2010, in particular “COGNIZIONI IPC” and “ESTENSIONE ORIZZONTALE”: that is the coupling of the analytical with the synthetic in viewing reality, at one time both intellectual and sensorial. The weight of the first transpires unequivocally through the constructs of weight systems, of vectors, of orthogonal projections and of solid geometric shapes placed outside the borders of the paintings and of specific compositions; the second, the more perceptive, anthropocentric component, emerges through several elements: through two constants – saturated colour and images of human anatomy, through the use of brief strokes which evoke ancient rock paintings or inscriptions, or through lines of scientific precision, belonging to the illustrator of medical books or to the miniaturist (see “Corpo Progetto”, part of the corpus of “L’invisibile e il tangibile”).

What is the evolutionary path of this iconography and what is its symbolic load, seen in the light of a prolific and eclectic career such as that of Francesco Pezzuco? The former starts with the motions of an informal, material pictorial work which, as suggested by the series of works entitled

“Organika” in 2004, is enriched by objects taken from the natural world, brought to a second life: here appear, particularly in reference to the works of the years 2004-2006, the wooden flotsam sculpted by the sea, which serve as “symbolic metonyms” of all that is Nature (Physis), re-collocated to that centrality from where mechanization and mass society have banished it. Alongside these, arise the anthropomorphic shapes and again heads accompanied by numbers and birds, all invested by a dense matrix of signs of ancestral memory, also evoked by the recurring cosmic egg and moon which stand for the fascination of the artist for mysticism and cosmology. If we also make a further consideration – supported by Pezzuco himself with his “Omaggio a J.Beuys” (2006) and by the contributions of other critics before mine -, that is, his strong admiration for this German avant-garde artist, then the composite mosaic of his work acquires a surprising coherence and clear ethical vocation. But why so, will a curious reader wonder? Because everything that has been discussed concerning Francesco Pezzuco (regarding the relationship between the visible and invisible ,the material and immaterial, regarding the totemic function of certain natural elements reconfigured in an artistic view, regarding nature and man and its implications for ecology, regarding the quest for an ancestral and absolute harmony), has had its seismic epicenter in Beuys, dubbed by the contemporary press as the “Shaman of Art” ( the famous performance of May 1974 “I like America and America likes me” suffices to explain the label). A Shaman, in that he reproduced – not through paintings but through cathartic and irreverent performances – the mystic tension between the polarities of the world, pushing spectators to be responsible and become aware of their social and anthropological status.

The work of Francesco Pezzuco is, in my opinion, conveyor of this philosophy which tends to an organic re-composition of dualisms internal and external to man, but also to a explication of those mechanisms which uphold man’s perception of the world and of which this latest corpus of work,

“L’Invisibile e il Tangibile”, is a paradigm, oscillating between the archetypical and the analytical: a Panic immersion into the world across the surface or ‘skin’ of each work, a privileged portal of access out of all time.

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9 Le opere che andrò ad analizzare costituiscono il proseguimento della serie “L’invisibile e il Tangibile” e sono state realizzate tra il 2016 e il 2017.

La prima differenza riscontrabile – a mio avviso fondamentale – rispetto alle opere precedentemente create è il cambio di dimensioni: da pan- nelli verticali piuttosto stretti, al punto da diventare “strisce”, si passa a rettangoli orizzontali molto più proporzionati, fino ad arrivare alla forma quadrata.

I motivi di questo cambiamento di “inquadratura” (usando un termine proprio dell’arte fotografica) possono essere molteplici: potrebbe esserci una volontà – conscia o inconscia – a infondere un maggior senso di equilibrio, di familiarità volendo, nel fruitore e forse nell’autore stesso.

Ipotizzando, si può pensare a una corrispondenza tra le nuove dimensioni fisiche dell’opera e un rinnovato approccio verso i soggetti delle stesse e a quello che io definirei un avvicinamento a un certo tipo di realismo. Soggetti che ora andrò ad analizzare.

La divisione della tavola in più zone, la ricerca sulle forme geometriche di base (come la linea e il cerchio), l’abbozzo di figure umane e naturali e l’inserimento di lettere e simboli matematici sono elementi costanti nella ricerca artistica di Pezzuco, la sua firma. Ciascuno di essi viene però riformulato e riproposto.

Il cerchio innanzitutto: da semplice foro, apertura diventa prima di tutto molto più grande, andando a ricoprire i ¾ della superficie totale. La sua trasformazione definitiva è quella in forma cosmica, come si nota con evidenza in “Nexus T2/1”, “Nexus T2/2” e in “Elogio delle apparenze”. In tali opere è possibile osservare, infatti, un geoide costellato di continenti immaginari, sospeso nel vuoto nero e sdoppiato - in “Nexus T2/2” - in quella che potrebbe essere la sua formula matematica corrispondente.

Anche le linee, sempre confrontando con i lavori precedenti, si modificano e vanno ora a suddividere lo spazio in scomparti e in sotto-scomparti, formando pannelli rigati come venature legnose (vedi “Corpoprogetto/1”). Di legno vero e proprio sono, poi, i rametti dipinti e applicati sulla superficie; a rendere l’opera più materica. Possiamo osservarli in “Natura e Psyche” (2 e 3).

Ma è nella parte figurativa di Pezzuco che io rintraccio il più grande sviluppo nelle fasi artistiche del pittore. Se, infatti, fino a questo momento la figura umana o animale è semplicemente sagoma, tratteggio, incisione “rupestre”, ora essa acquista spessore e tridimensionalità, fino a instaurare un rapporto dialettico, come in “Natura e Psyche/1” e “Natura e Psyche/2”.

La tematica dell’“invisibile e tangibile” acquista quindi nuovi significati. Vediamo infatti come i volti raffigurati siano in un rapporto dialogico tra loro, almeno apparentemente. Pezzuco pone infatti questi soggetti anonimi e totalmente decontestualizzati uno di fronte all’altro ma li rappresenta bendati, dando vita a ciò che viene perfettamente espresso nel titolo, ovvero un “Paradosso della visibilità”. Seguendo quell’analisi

“L’ansia generata dall’incertezza è la materia prima che rende fertile la società individualizzata a scopi di consumo.”

da: “La società sotto assedio” di Zygmunt Bauman

Paradossi visibili

di Anna Mola

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sociologica della società contemporanea, che ha come fondatore e massimo esponente lo studioso Zygmunt Bauman: i rapporti sociali sono sempre più labili, incerti, soggetti a repentini cambiamenti, a fronte però di una crescente voglia di rendersi “visibili” (che non è ovviamente sinonimo di “veri”) e di un’altrettanto crescente e illusoria pretesa di conoscere e controllare il mondo circostante. Si innesca quindi un paradosso, perfettamente leggibile in questo ciclo di opere, tra la necessità di tutti gli uomini di mettersi in relazione con i propri simili (già Aristotele definiva l’uomo un “animale sociale”), la voglia ossessiva – molto più recente – di essere presenti e notabili in qualche modo e infine l’incapacità sconfortante di osservare l’altro ed essere osservati profondamente e consapevolmente.

Sullo sfondo, per concludere, vediamo coerentemente un mondo in cui le parole ormai hanno perso il significato e anche l’ordine logico:

sono infatti disposte come lettere in ordine sparso e casuale.

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The artworks that I will analyze are the continuation of the series “L’invisibile e il Tangibile” (“The Invisible and the Tangible”) and

were realized between 2016 and 2017.

The first difference - in my opinion, fundamental - compared to the works previously created is the change of dimensions: from narrow vertical panels, becoming “strips” in some cases, to horizontal rectangles, much more proportional, finally arriving to the square form.

Reasons of this different “framing” (to use a proper term of photographic art) can be many: there may be a will - conscious or un- conscious - to infuse a greater sense of equilibrium and familiarity into the user and perhaps in the author himself.

By hypothesizing, we can think of a correspondence between the new physical dimensions of the paintings, a renewed approach to their subjects and further an approach to a certain kind of realism. Subjects that I’m going to analyze now.

The division of the table in several areas, the search for basic geometric shapes (such as the line and the circle), the sketching of hu- man and natural figures and the insertion of mathematical letters and symbols are constant elements in Pezzuco’s artistic research:

his signature. Each of them, however, is rephrased and re-proposed.

The circle first: from a simple hole and opening becomes much larger, until cover ¾ of the total surface. Its definitive transformation is in cosmic form, as evidenced by “Nexus T2/1”, “Nexus T2/2” and “ Elogio delle apparenze” (“Praise of Appearances”). In these artworks, it is possible to observe a geoid sprinkled on imaginary continents, suspended in black void and doubled - in “Nexus T2/2”

- in its possible corresponding mathematical formula.

Even the lines change, always comparing with the previous works, and now divide the space into compartments and sub-com- partments, forming striped panels comparable to woody veins (see “Corpoprogetto/1” (Body-project/1). In real wood are the sprigs painted and then applied on the surface; they make the painting more material. We can observe them in “Nature and Psyche” (2 and 3).

But it is in the figurative part of Pezzuco that I trace the greatest development in the artistic phases of the painter. Infact, if until now

Visible paradoxes

by Anna Mola

“Anxiety caused by uncertainty Is the raw material that makes society fertile Individualized for consumer purposes.”

by: “Society under Siege” Zygmunt Bauman

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the human or animal figure is simply a cutout, hatching, “parietal” engraving, now it acquires thickness and three-dimensionality, in order to establish a dialectical relationship, how we can see in both “Nature and Psyche/1” and “Nature and Psyche/2”.

The theme of the “invisible and tangible” acquires, then, new meanings. We see the depicted faces in dialogic connection between them, at least apparently. Pezzuco puts these anonymous subjects – completely decontextualized – one in front of the other but he represents them bandaged, giving rise to what is perfectly expressed in the title: a “Paradox of Visibility”.

Following the sociological analysis of contemporary society, which has as founder and exemplary exponent the researcher Zyg- munt Bauman: social relations are more and more labile, uncertain, subject to sudden changes, but in the face of an increasing desire to make themselves “visible” (which Is obviously not synonymous for “true”) and of an equally growing and illusory pretense of knowing and controlling the surrounding world. A paradox is triggered in this sense, perfectly legible in this cycle of artworks, between the necessity of humans to connect with your own (Aristotle defined man as a “social animal”), the obsession – much more recently – to be present and notable in some way, and ultimately the discomforting inability to observe the other one and to be watched profoundly and consciously.

In the background, to conclude, we consistently see a world in which words have now lost meaning and also the logical order: in

fact they are arranged as scattered and randomized

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Labirinto mentale, 2016 Tecnica mista su tavola. 110 x 100

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Corpoprogetto, 2017 (collezione privata) Tecnica mista su tavola. 120 x 100

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Corpoprogetto, 2008

Tecnica mista su tavola. 180 x 40

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Corpoprogetto, 2009

Tecnica mista su tavola. 40 x 50

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Parola chiave 04, 2016 Tecnica mista su tavola. 40 x 27

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Contaminazione 02, 2017 Tecnica mista su tavola, 90 x 115

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Parola chiave 01, 2016 Tecnica mista su tavola. 40 x 27

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Parola chiave 03, 2016 Tecnica mista su tavola. 40 x 27

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Parola chiave 03, 2016 Tecnica mista su tavola. 40 x 27

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Contaminazione 03, 2017 Tecnica mista su tavola, 90 x 115

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Gioco di specchi 02, 2017 Tecnica mista su tavola, 90 x 115

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Natura e Psyche 01, 2016 Tecnica mista su tavola. 40 x 30 cm

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Natura e Psyche 02, 2016 Tecnica mista su tavola. 40 x 30 cm

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Natura e Psyche 03, 2016 Tecnica mista su tavola. 40 x 30 cm

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Natura e Psyche 04, 2016 Tecnica mista su tavola. 40 x 30 cm

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Natura e Psyche 05, 2016 Tecnica mista su tavola. 20 x 30 cm

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Corpoprogetto 01, 2017 Tecnica mista su tavola, 40 x 50

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La luce dell’ombra, 2017 Tecnica mista su tavola, 40 x 60

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Natura e Psyche 06, 2016 Tecnica mista su tavola, 40 x 30

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Contaminazione 01, 2017 Tecnica mista su tavola, 40 x 30

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Corpoprogetto 02, 2017 Tecnica mista su tavola, 40 x 30

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L’invisibile e il tangibile 01, 2017 Tecnica mista su tavola, 40 x 30

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Global warming 01, 2017 Tecnica mista su tavola, 60 x 40

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Global warming 02, 2017 Tecnica mista su tavola, 60 x 40

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Natura e Psyche 07, 2017 Tecnica mista su tavola, 30 x 40

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Natura e Psyche 08, 2017 Tecnica mista su tavola, 30 x 40

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Nexus T2 01, 2017

Tecnica mista su tavola, 58 x 50

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Natura e Psyche 09, 2017 Tecnica mista su tavola, 30 x 40

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Global warming 03, 2017 Tecnica mista su tavola, 40 x 80

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L’invisibile e il tangibile 02, 2016 Tecnica mista su tavola, 30 x 80

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Elogio delle apparenze, 2017 Tecnica mista su tavola, 100 x 100

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Gioco di specchi 01, 2017 Tecnica mista su tavola, 40 x 25

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L’assenza di equilibrio 01, 2016

Tecnica mista su tavola, filo a piombo. 25 x 60

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L’assenza di equilibrio 02, 2016

Tecnica mista su tavola, filo a piombo. 25 x 60

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arthink-editions.com

Arthink-book is born from an in- tuition.

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87 Luigi Pensiero

Pittura di parole, libri di pittura

La pittura di Francesco Pezzuco ha un legame profondo e ineludibile con la parola, intesa come segno carico di un significato in sé, quasi mistico.

Il suo rapporto con la scrittura spesso è espresso in modo diretto attraverso la rappresentazione di lettere e numeri sganciati dal loro significato semantico, ma carichi di un profondo valore evocativo.

Dal connubio tra una “pittura di parole” e i nostri Arthink-Book, che sono “libri fatti di pittura” nasce questa collezione di 12 opere, libero adattamento dell’autore di lavori provenienti dal ciclo “L’invisibile e il tangibile”

realizzati tra 2015 e 2016.

Ed è proprio per il forte legame della sua pittura con la parola ho voluto la sua presenza nella collana editoriale Arthink-Book.

I frame sovrapposti dell’Arthink-Book creano una tessitura nuova, obbligano l’osservatore ad una chiara presa di posizione percettiva rispetto ai quesiti formali dell’autore. Trasformano la pittura di Francesco in un percorso di episodi circoscritti, iperdefiniti, in contrasto poetico con l’evanescenza e lo spaesamento che l’artista vuole comunicare.

The painting of Francesco Pezzuco has a deep and inextricable connection with the ‘word’ - and seeing the

‘word’ as a mystical sign loaded with importance in its own right.

His relationship with writing is often expressed directly through the representation of letters and numbers discharged by their semantic meaning, but loaded with profound evocative value.

Out of the union between a “painting of words” and our Arthink-Book - which are “books made of painting”- this collection of 12 works was born, free adaptation of the author of works from the cycle “The Invisible and the Tangible” made between 2015 and 2016.

And it is precisely because of the strong bond of his painting with the word that I wanted his presence in the Arthink-Book editorial necklace.

Arthink-Book’s superimposed frames create a new texture, which require the observer to have a clear perceptual position of the author’s formal questions. They transform the painting of Francesco into a path of circumscribed episodes, hyperdefinited, in a poetic contrast with the evanescence and the disenchantment that the artist wants to communicate.

Painting of words, painting books

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ABook 003. Natura e Psyche quattro Stampa fine art Hahnemühle Turner 310gr su supporto telato, 18x65 cm.

Basata su opere della collezione:

“L’Invisibile e il tangibile”, 2016/2017 Prima edizione luglio 2017 - 120 copie

(arthink-editions.com)

ABook 004. L’invisibile e il tangibile uno Stampa fine art Hahnemühle Turner 310gr su supporto telato, 18x65 cm.

Basata su opere della collezione:

“L’Invisibile e il tangibile”, 2016/2017 Prima edizione luglio 2017 - 120 copie

(arthink-editions.com)

ABook 005. Global Warming due Stampa fine art Hahnemühle Turner 310gr su supporto telato, 18x65 cm.

Basata su opere della collezione:

“L’Invisibile e il tangibile”, 2016/2017 Prima edizione luglio 2017 - 120 copie

(arthink-editions.com)

F R A N C E S C O P E Z Z U C O Eco discordante 2 da: Global warming

009

#VinylArthink Music to watch. Shape and colour your musical feelings.

Sample of the 1th Arthink-Book Contest, August 25, 2017 Illustration by Elena Pensiero for the first Arthink Book Contest

A-Book 33/4 - Copy SA/20 Cod: SA01-1/20

© Arthink, 2017 - www.arthink-editions.com

www.arthink-editions.com

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Sample of the 1th Arthink-Book Contest, August 25, 2017 Illustration by Elena Pensiero for the first Arthink Book Contest

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ABook 006. Natura e Psyche sei Stampa fine art Hahnemühle Turner 310gr su supporto telato, 18x74 cm.

Basata su opere della collezione:

“L’Invisibile e il tangibile”, 2016/2017 Prima edizione luglio 2017 - 120 copie

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ABook 007. Natura e Psyche tre Stampa fine art Hahnemühle Turner 310gr su supporto telato, 18x74 cm.

Basata su opere della collezione:

“L’Invisibile e il tangibile”, 2016/2017 Prima edizione luglio 2017 - 120 copie

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ABook 008. La luce dell’ombra Stampa fine art Hahnemühle Turner 310gr su supporto telato, 18x74 cm.

Basata su opere della collezione:

“L’Invisibile e il tangibile”, 2016/2017 Prima edizione luglio 2017 - 120 copie

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ABook 009. Natura e Psyche otto Stampa fine art Hahnemühle Turner 310gr su supporto telato, 31x95 cm.

Basata su opere della collezione:

“L’Invisibile e il tangibile”, 2016/2017 Prima edizione luglio 2017 - 90 copie

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ABook 010. Natura e Psyche nove Stampa fine art Hahnemühle Turner 310gr su supporto telato, 31x95 cm.

Basata su opere della collezione:

“L’Invisibile e il tangibile”, 2016/2017 Prima edizione luglio 2017 - 90 copie

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ABook 011. Corpoprogetto uno Stampa fine art Hahnemühle Turner 310gr su supporto telato, 31x95 cm.

Basata su opere della collezione:

“L’Invisibile e il tangibile”, 2016/2017 Prima edizione luglio 2017 - 90 copie

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ABook 012. Global Warming due Stampa fine art Hahnemühle Turner 310gr su supporto telato, 31x126 cm.

Basata su opere della collezione:

“L’Invisibile e il tangibile”, 2016/2017 Prima edizione luglio 2017 - 90 copie

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ABook 013. La luce dell’ombra Stampa fine art Hahnemühle Turner 310gr su supporto telato, 31x126 cm.

Basata su opere della collezione:

“L’Invisibile e il tangibile”, 2016/2017 Prima edizione luglio 2017 - 90 copie

(arthink-editions.com)

ABook 014. Natura e Psyche due Stampa fine art Hahnemühle Turner 310gr

su supporto telato, 31x126 cm.

Basata su opere della collezione:

“L’Invisibile e il tangibile”, 2016/2017 Prima edizione luglio 2017 - 90 copie

(arthink-editions.com)

(92)
(93)

93 Francesco Pezzuco

phone: +39 334 774 5296 e-mail: f.pezzucoart@gmail.com www.francescopezzuco.it

Francesco Pezzuco, classe 1957, nasce a Sperlonga, incantevole borgo marinaro sulla costa laziale, dove tuttora vive e lavora.

Le rocce, le spiagge, la campagna e il mare sono il DNA dell’artista, la cui opera si interroga continuamente sul rapporto tra uomo e natura, appare legato alle radici della sua terra d’origine.

Riconosciuto pittore dal linguaggio calibrato ed elegante. Lavora con la pittura da oltre vent’anni, Molto attivo in ambito espositivo sia nazionali che internazionali. Alla fine degli anni ‘90 nasce una proficua collaborazione con lo storico dell’arte Giulia Sillato, che culmina nel vasto ciclo di rassegne itineranti “L’arte contemporanea nelle antiche dimore”.

Francesco Pezzuco, classe 1957, nasce a Sperlonga, incantevole borgo marinaro sulla costa laziale, dove tuttora vive e lavora.

Le rocce, le spiagge, la campagna e il mare sono il DNA dell’artista, la cui opera si interroga continuamente sul rapporto tra uomo e natura, appare legato alle radici della sua terra d’origine.

Riconosciuto pittore dal linguaggio calibrato ed elegante. Lavora con la pittura da oltre vent’anni, Molto attivo in ambito espositivo sia nazionali che internazionali. Alla fine degli anni ‘90 nasce una proficua collaborazione con lo storico dell’arte Giulia Sillato, che culmina nel vasto ciclo di rassegne itineranti “L’arte contemporanea nelle antiche dimore”.

L’artista

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1992 Palazzo del Comune di Sperlonga (Latina) 1992 Galleria Il Collezionista, Tarquinia (Viterbo)

1992 XXVI Biennale d'Arte Contemporanea, Alatri (Frosinone) 1993 Everart Galerie. Parigi

1994 Fiera d'Arte Moderna Contemporanea, Roma 1994 Torre dei Templari, Circeo (Latina)

1995 Galleria La Sfinge, Formia (Latina) 1995 Spazio 37, Sperlonga (Latina) 1996 Miart, Milano

1996 Flash Art Museum, Trevi (Perugia) 1997 Caet Gallery, Londra

1997 Flash Art Museum, Trevi (Perugia) 1999 ArtExpo, New York

2000 Galleria Alphacentauri, Parma 2000 GNG Galerie, Parigi

2000 Studio d'Ars, Milano 2000 Galleria 9 Colonne, Ferrara 2001 White Box Gallery, New York

2001 The Church Gallery Alive, Orlando (Florida) 2002 Banca Popolare di Milano, Monza 2002 Torre Truglia, Sperlonga (Latina) 2003 Banca Popolare di Milano, Roma

©1999 Rocca di Giovanni della Rovere, Senigallia (Ancona)

© 1999 Palazzo Ducale, Mantova

©1999 Fortezza Spagnola, L'Aquila

©1999 Villa Parlotti Caprino, Verona

©2000 Palazzo del Popolo, Ascoli Piceno

©2000 Rocca di Caterina Sforza, Forlì

©2000 Palazzo dei Priori Assisi, Perugia

©2000 Abbazia di San Nilo, Grottaferrata (Roma)

©2001 Antico Castello sul Mare, Rapallo (Genova)

©2001 Ville Tuscolane, Tuscolo (Roma)

©2002 Palazzo Rospigliosi Pallavicini al Quirinale, Roma

©2002 Cripta della Basilica di Santa Croce, Firenze

©2002 Casina Pompeiana a Riva di Chiana, Napoli

©2003 Maison Fleur, Courmayeur (Aosta)

©2003 Il Vittoriale di G. D'Annunzio, Gardone Riviera (Brescia)

©2004 Rocca del Cardinale Albornoz, Viterbo

©2004 Loggia dei Mercanti, Genova (progetto "Genova 2004" Capitale Europea della Cultura)

©2004 Casa Romei, Ferrara

©2004 Palazzo Valentini, Roma

2004 Genova Galleria b2 "Attraverso il Filo"

2004 Firenze BPM "Omaggio alla Luna"

2004 Bologna sede: Il Resto del Carlino "Attraverso il Filo"

2004 Torino CITIFIN "Omaggio alla Luna"

2004 Studio d'Ars, Milano "Attraverso il Filo"

2005 Studio d'Ars, Milano "Love Is In The Air"

2005 Antico Caffè San Marco, Trieste "Omaggio a James Joyce"

2005 Shakespeare And Company, Parigi "Omaggio a James Joyce"

©2005 museo d'Arte Moderna "V. Colonna", Pescara - "Artis Recensio"

2005 Cina "Pickeld Arts" Center Beijiin, Pechino "Rolled Up"

2006 Lecce "Premio Rembrandt 400°" Università di Lecce. Dipartimento Scienza dei Materiali

2006 Crema, Monastero di S. Agostino, Artis Recensio 2006 Foggia, Palazzo Dogana "N'Uovo"

2006 Londra, Galleria the Empire 33 Wadeson Street E 29 DR 2006 Morra Arte Studio, Napoli

2006 Salerno, Galleria barbato "N'Uovo"

2007 Foggia, Università di Foggia Ateneo Scienza della Comunicazione 2010 Domus Arte, Napoli

2010 Morra Arte Studio "Natura e Psyche", Napoli 2011 Onishy Gallery "What Reality", New York 2012 Palazzo Ducale "Il Metaformismo", Urbino 2013 Galleria Civica "Earth Day XXI", Padova

2015 Naf Napoli Arte Fiera, Mostra d’oltremare , Napoli 2014 Festival dei Due Mondi - V. Sgarbi, Spoleto 2017 Arte Borgo Gallery - Roma

2017 Studio Martucci 56 - Napoli

Mostre

(95)

95

ABook 003. Natura e Psyche quattro 88 ABook 004. Natura e Psyche nove 88 ABook 005. Corpoprogetto uno 88 ABook 006. Natura e Psyche sei 89 ABook 007. Natura e Psyche tre 89 ABook 008. La luce dell’ombra 89 ABook 009. Natura e Psyche otto 90 ABook 010. L’invisibile e il tangibile uno 90 ABook 011. Global Warming due 90 ABook 012. Global Warming due 91 ABook 013. La luce dell’ombra 91 ABook 014. Natura e Psyche due 91

Contaminazione 01, 2017 58

Contaminazione 02, 2017 26

Contaminazione 03, 2017 34

Corpoprogetto 01, 2017 52

Corpoprogetto 02, 2017 60

Corpoprogetto, 2008 18

Corpoprogetto, 2009 20

Corpoprogetto, 2017 (collezione privata) 16

Elogio delle apparenze, 2017 80

Gioco di specchi 01, 2017 82

Gioco di specchi 02, 2017 38

Global warming 01, 2017 64

Global warming 02, 2017 66

Global warming 03, 2017 76

Labirinto mentale, 2016 14

La luce dell’ombra, 2017 54

L’assenza di equilibrio 01, 2016 84

L’assenza di equilibrio 02, 2016 85

L’invisibile e il tangibile 01, 2017 62

L’invisibile e il tangibile 02, 2016 78

Mostre 94

Natura e Psyche 01, 2016 42

Natura e Psyche 02, 2016 44

Natura e Psyche 03, 2016 46

Natura e Psyche 04, 2016 48

Natura e Psyche 05, 2016 50

Natura e Psyche 06, 2016 56

Natura e Psyche 07, 2017 68

Natura e Psyche 08, 2017 70

Natura e Psyche 09, 2017 74

Nexus T2 01, 2017 72

Parola chiave 01, 2016 28

Parola chiave 03, 2016 30

Parola chiave 03, 2016 32

Parola chiave 04, 2016 24

Elenco opere in catalogo

Arthink-Book

1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) 9) 10) 11) 12) 13) 14) 15) 16) 17) 18) 19) 20) 21) 22) 23) 24) 25) 26) 27) 28) 29) 30) 31) 32) 33) 34) 35) 36) 37) 38) 39) 40)

1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) 9) 10) 11) 12)

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Finito di stampare nel mese di Luglio 2017

Riferimenti

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