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Assembramento in chiesa, intervengono i carabinieri

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Academic year: 2022

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Assembramento in chiesa, intervengono i carabinieri

Si e’ reso necessario l’intervento dei carabinieri della tenenza di Scafati ieri sera per interrompere la veglia pasquale che era in corso nella parrocchia Santa Maria delle Vergini di piazza Vittorio Veneto. Al rito religioso, infatti, stavano partecipando una quarantina di persone che sono state identificate dai militari dell’Arma. “Va censurato e condannato categoricamente il comportando di tutti coloro che hanno violato le disposizioni in vigore, creando un assembramento che non puo’ essere giustificato a nessun livello, anche se motivato da esigenze di tipo spirituali e religiose”, ha detto attraverso i social il sindaco Cristoforo Salvati che ha annunciato che tutte le persone che hanno partecipato “saranno sanzionate e sottoposte a quarantena domiciliare per quattordici giorni”, come prevedono le norme vigenti in Campania. Per il primo cittadino non e’ possibile

“ammettere comportamenti irresponsabili che rischiano di vanificare tutto quanto e’ stato fatto fino a questo momento”.

Riapertura delle

cartolibrerie? Non in Campania. De Luca firma l’ordinanza

In Campania cartolerie e librerie non riapriranno martedi’

prossimo ma resteranno chiuse fino al 3 maggio: lo stabilisce un’ordinanza appena firmata dal presidente della Regione

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Vincenzo De Luca, il quale ricorda che “risultano diffusi sul territorio nuovi e diversi cluster familiari e locali, presumibilmente originati dalla inosservanza delle misure di distanziamento sociale prescritte, che destano notevoli preoccupazioni”. Quanto ai negozi che vendono abbigliamento per bambini e neonati, riaperti dal Dpcm nazionale, De Luca stabilisce che in Campania potranno operare solo due mattine a settimana, il martedi’ e il venerdi’ con orario 8,00-14,00.

Nella settimana del 1 maggio 2020, l’apertura e’ consentita nelle mattinate del martedi’ e del giovedi’, sempre dalle 8 alle 14.

Apre il Ps Covid manca parte del personale

di Rosa Coppola

Apre il Pronto soccorso Covid dell’ospedale scafatese “Mauro Scarlato”: nel Percorso, però, manca la squadra deputata a trasportare i pazienti nei reparti o negli ambulatori dove eseguire gli esami. In realtà le unità ci sarebbero, come spiegano dal nosocomio individuato quale Coronavirus Hospital, mancherebbero le definizioni economiche. Forse in via di risoluzione. I tempi prevedono qualche giorno per approntare una determina che autorizzi unità di società esterne, già presenti in ospedale per altri servizi, a poter svolgere tale tipo e specifico servizio. In un quadro più generale, il cronoprogramma stilato dall’Asl Salerno, riportato in un comunicato ufficiale con date precise, prevedeva entro marzo la concretizzazione anche di altre iniziative. La seconda terapia intensiva e la lungodegenza: la prima ha quasi tutto, all’appello non ci sono gli arredi e il personale va

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riorganizzato; la seconda invece, in dirittura d’arrivo, registra ritardi sui lavori di riqualificazione. Malattie infettive, da Nocera Inferiore, è invece stato trasferito.

Ricapitolando: posti letto disponibili, attivati, li troviamo in Infettivi, nella già presente Terapia intensiva (cinque) nella sub intensiva. La lungodegenza ne prevede una sessantina, quando sarà ultimata. Tornando al Pronto soccorso Covid, sarà coordinato dal chirurgo Rino Pauciulo coadiuvato da una squadra multidisciplinare di validi professionisti provenienti anche da altri ospedali, che hanno chiesto volutamente il trasferimento momentaneo per poter dare una mano.

Clima di terrore al Ruggi?

Licenziato il dottor Greco

Sono passati solo pochi giorni dalla chiamata del Ruggi d’Aragona al noto infettivologo salernitano Luigi Greco.

Entusiamo alle stelle e tanta voglia di fare, almeno da parte di Greco. Qualcosa però sembra essere andato storto: verso le 15 di oggi, il commissario straordinario dell’azienda ospedaliera universitaria Ruggi d’Aragona avrebbe contattato Greco per comunicargli l’imminente licenziamento. Alla base della scelta, destinata a far discutere, le dichiarazioni del noto infettivologo salernitano. A breve dovrebbe infatti arrivare anche la comunicazione per iscritto.

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Portarono via 13mila euro ad un commerciante: in tre in manette

di Pina Ferro

Rapina aggravata, simulazione di reato, porto abusivo di arma comune da sparo e ricettazione. Sono i reati di cui devono rispondere a vario titolo tre persone, arrestate, ieri mattina tra Nocera Inferiore e Pagani dai carabinieri del reparto territoriale, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Nocera Inferiore, Gustavo Danise. Le manette sono scattate ai polsi di: Raffaele Rossi, 22 anni di Pagani;

Sandro Scarpati 40 anni di Nocera Inferiore e Mario Rossi, 30 anni di Pagani. La richiesta di custodia cautelare è stata chiesta dal magistrato titolare del fascicolo investigativo a conclusione di un’indagine dei carabinieri avviata a seguito di una rapina avvenuta a San Valentino Torio lo scorso 2 dicembre ai danni di A.F. un commerciante 72enne di ortofrutta. L’uomo, in pieno giorno, nei pressi di una banca dove stava per andare a versare del denaro contante, era stato costretto da due persone con il volto coperto e armate di pistola a consegnare l’incasso di 13.000 euro. Poco dopo la denuncia, in un parcheggio di San Marzano sul Sarno fu trovata una vettura a noleggio con targhe alterate, poi risultata essere quella utilizzata dai rapinatori nella fuga. Gli accertamenti su quell’auto portarono poi, anche attraverso l’escussione di testimoni e l’acquisizione di immagini da impianti di videosorveglianza, a individuare fotograficamente i componenti della banda; all’inchiesta hanno contribuito anche intercettazioni telefoniche che hanno portato alla misura restrittiva. Indagato un quarto uomo che sarebbe responsabile del noleggio dell’auto utilizzata dai tre arrestati, che poi ne ha denunciato falsamente il furto. Prima

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di mettere a segno il colpo, la vittima era stata seguita dal mercato ortofrutticolo di Nocera-Pagani fino all’istituto di credito in cui avrebbe versato il denaro; i rapinatori si sono anche serviti anche di una abitazione di San Marzano sul Sarno, all’insaputa del proprietario, per cambiarsi indumenti nel tentativo di allontanare possibili eventualità di una identificazione. Ad uno dei tre, l’ordinanza è stata notificata nel carcere di Salerno dove è detenuto per altri reati. Gli altri due sono stati associati alla casa circondariale di Salerno al termine dell’espletamento delle formalità di rito e dove saranno interrogati nelle prossime ore.Le indagini sono ancora in corso e potrebbero avere ulteriori sviluppi.

L’Audi A4 Sw noleggiata con il reddito di cittadinanza

Erano le Il.45 dello scorso 2 dicembre quando A.F.. viene rapinato della somma di 13mila euro corrispondente al ricavo relativo alla sua attività commerciale. La rapina si consuma nei pressi della filiale della Banca di Credito Popolare di San Valentino Torio. Ai carabinieri la vittima, in sede di denuncia, racconta che ad entrare in azione erano stati più

soggetti con volto travisato e armati di pistola. Un testione riferì ai carabinieri quanto era riuscito a vedere dal balcone della sua abitazione. L’uomo era stato indotto ad affacciarsi da alcune urla che arrivavano dalla strada. Il testimone riferì anche di aver visto i malviventi a bordo di una Audi A4 SW della quale era riuscito a memorizzare la targa. Poco dopo l’automobile fu ritrovata in un parcheggio di San Marzano sul Sarno. L’auto recava una targa contraffatta che nascondeva quella reale come poi dimostreranno i documenti rinvenuti nell’abitacolo insieme a all’interno dell’autovettura anche un passamontagna di colore nero, una pashmina a quadri bianchi, blu e neri. Successivamente che la targa contraffatta apparteneva ad una Fiat Punto che era stata oggetto di furto commesso ad Angri nello scorso agosto. Dai controlli emerse

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che l’autovettura era era di proprietà della società “Milion’s Multiservice”, società cooperativa attiva nel settore del noleggio con sede a Castel San Giorgio. L’auto era stata noleggiata da un soggetto non raggiunto da ordinanza, il quale disse che doveva effettuare un viaggio. Il noleggio fu pagato con una carta postepay predisposta per l’accredito del reddito di cittadinanza e intestata ad una donna, ovvero alla compagna di Mario Rossi. . Insieme a costui vi erano altri soggetti successivamente identificati, tra cui Mario Rossi.

Mario Rossi pianifica il colpo ma non ne prende parte in quanto ristretto agli arresti domiciliari

Ad ideare il colpo sarebbe stato Mario Rossi il quale non vi avrebbe partecipato materialmente in quanto ristretto al regime degli arresti domiciliari. Deputati mettere a segno la rapina erano il fratelloRaffaele e con Sandro Scarpati. Il

“colpo” è stato pianificato nei minimi dettagli: gli indagati avevano evidentemente delle “fonti confidenziali” alI’interno del mercato ortofrutticolo di Pagani, dai quali sono venuti a conoscenza delle abitudini e gli spostamenti quotidiani della della vittima. Individuata la vittima “migliore” da colpire – dal momento che era in possesso di un quantitativo di denaro liquido notevole e significativo , i tre coindagati hanno ideato di compiere il colpo con un’autovettura da noleggiare a nome di un terzo che non destasse sospetti e soprattutto per celare la propria responsabilità. Dopo il compimento del fatto, i tre uomini, che nei giorni precedenti avevano avuto continui contatti telefonici per pianificare il colpo, improvvisamente spengono i telefoni cellulari. Nel pianificare e mettere a segno il colpo sono stati commessi tanti piccoli errori che gli investigatori hanno utilizzato per la loro identificazione: hanno pagato il noleggio con una carta postepay – reddito di cittadinanza dal cui numero era possibile risalire all’intestatario, Rossi si è recato insieme

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a colui che ha noleggiato la vettura presso la “Milion’s Multiservice” per cui è stato identificato facilmente. Prima del colpo il gps della vettura ha rilevato che la stessa si è fermata sotto l’abitazione di Rossi. E ancora, dopo il colpo, i due esecutori si sono recati dopo il colpo nel luogo meno opportuno, ovvero presso il domicilio di una donna con la quale Raffaele Rossi non aveva buoni rapporti. La donna infatti poco dopo denuncerà “l’intrusione in casa dello stesso”.

Il 40% dei salernitani è asintomatico

di Rosa Coppola

Il 40% della provincia salernitana è risultata asintomatica.

E’ il numero che balza agli occhi nel dettagliato grafico preparato dal Dipartimento di Prevenzione- Servizio epidemiologico dell’Asl Salerno che analizza i dati per un periodo di trenta giorni: dal 6 marzo al 7 aprile. Gli esperti prendono in considerazione tutte le sfaccettature del fenomeno epidemiologico analizzandolo per sesso, età, forma di patologia. Il numero di pazienti analizzato è di 489. Come dicevamo, il 40% di questi( 197 casi) risulta asintomatico, ovvero vuol dire aver contratto il virus, ma non manifestare i sintomi della malattia. Il 30% è pauci sintomatici in isolamento domiciliare (144 casi), cioè presentano sintomatologia lieve; il 17% (83 casi) è ricoverato in reparto; il quasi 3% in Terapia intensiva (12 casi). I guariti, rappresentano il 4% e sono 20; mentre i deceduti, pari al 7%, sono 33. Questo ultimo aspetto viene ulteriormente declinato. Il 33% dei decessi abbraccia una fascia di età che

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va dagli 80 ai 90 anni (11 casi); il 34% invece (11 casi) vede una forbice tra i 70 e gli 80. Segue il 15% con 5 casi per una età da dai 51 ai 60. Il 9% rappresenta i tre casi per i 60/70 anni; il 6%, con due casi, per i 40/50enni. Infine, un caso, pari al 3% per i 30/40enni. L’età media dei deceduti, ricapitolando, è di 71 anni. Sono i maschietti, con il 76% ad avere la peggio mentre, secondo i dati Asl, le donne morte sarebbero pari al 24%. La statistica riporta anche i picchi registrati in questi trenta giorni, ovviamente quasi sempre in crescita. Solo a metà mese scorso, in verità, si è avuto un brusco calo con una discesa improvvisa di contagi. Vero è che bisogna anche tener conto del numero di tamponi eseguiti capaci di cambiare il verso.I dati sono in continuo aggiornamento con una notevole mole di lavoro affrontata, quotidianamente, dal Dipartimento/ Servizio.

Ruggi, prelievo di organi su una donna

di Cinzia Ugatti

Un prelievo multiorgano è stato eseguito ieri all’ospedale Ruggi di Salerno su una donna di 49 anni. Un intervento che, in questo periodo di grande disagio, ha ridato speranza a persone che, fino a ieri, vivevano nell’incertezza del domani, e non per l’insidiosità del Covid, ma per le patologie che li affliggevano da anni. Una vita che per loro non aveva radici solide, ma che si traduceva in cura e attenzione per non danneggiare quanto i medici avevano fatto per loro. E proprio nel momento meno propizio per queste operazioni, ecco il dono inatteso, quello che ti cambia la vita. A rendere possibile tutto, la grande sensibilità della famiglia della donatrice,

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una donna di Avellino giunta al Ruggi il 3 aprile a seguito d e l l ’ o c c l u s i o n e t o t a l e d e l l a c a r o t i d e d i d e s t r a e d e l l ’ o s t r u z i o n e a l 7 5 % d i q u e l l a d i s i n i s t r a . U n trasferimento preceduto da non pochi dubbi, per il quale erano state richieste tutte le garanzie inerenti lo stato di salute della donna, primi fra tutti gli accertamenti inerenti il Coronavirus, esami sierologici e tampone. Tutto negativo, nessun problema, e così è cominciato il viaggio che ha portato la paziente a Salerno dove i medici hanno fatto di tutto per cercare di strapparla alla morte. Poi, purtroppo, il quadro clinico si è aggravato, i trombolitici non hanno avuto l’effetto desiderato e la donna è entrata in coma. Mercoledì sera i medici della rianimazione di Salerno hanno avviato l’osservazione di morte, dopo che i familiari, informati dell’irreversibilità delle condizioni, hanno acconsentito alla donazione. Ieri mattina, quando è uscita dalla Rianimazione per entrare nella sala operatoria, la sorella le ha dato un ultimo bacio sulla fonte, un addio pieno di dolcezza nel momento in cui il filo che le legava stava per essere reciso per sempre. Tristezza? Certo, ma anche serenità, quella che viene dalla consapevolezza che mentre la sorella andava via per sempre due persone stavano ricevendo una telefonata,

“quella” telefonata, che avrebbe cambiato la loro vita. I primi ad entrare in sala operatoria i medici dell’ospedale Cardarelli di Napoli giunti per prelevare il fegato. Poi al tavolo operatorio hanno preso posto il dottor Giovanni Valeriani, del centro Trapianti del Ruggi, e personale della Chirurgia Generale diretta dal dottor Puziello che hanno prelevato i reni per consegnarli alla Federico II°.

Inizialmente era stato ritenuto possibile anche il prelievo del cuore ma l’equipe cardiochirurgica non ha ritenuto ottimali le condizioni dell’organo. Nel primo pomeriggio di ieri tutto è terminato, le porte della sala operatoria si sono chiuse, ma andando via il personale si guardava sorridendo.

C’era una strana euforia: la consapevolezza che riuscire ad effettuare un prelievo di organi nelle condizioni in cui ci si ritrova a causa di questa pandemia è stato un piccolo

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miracolo. Si, un miracolo compiuto dagli uomini e dalle donne della Rianimazione che stanno lavorando instancabilmente su più fronti. Occorre assolutamente ricordare, infatti, che attualmente al Plesso Ruggi vi sono due Rianimazioni, una Covid ed un’altra No Covid. Già, perché per poter continuare a dare necessarie risposte a tutti coloro che giungono in ospedale, bisognava creare un doppione. E così al terzo piano, vicino al plesso operatorio, è stata ripristinata la vecchia terapia intensiva cardiochirurgica che con qualche modifica è stata trasformata in Rianimazione per i No Covid, mentre al piano terra, nella Rianimazione adiacente la piastra d’emergenza, vengono ricoverati tutti i pazienti gravi affetti da Coronavirus. Il personale, però, non è stato raddoppiato.

Il doppione è stato fatto dei letti, dei macchinari, della sala, ma non degli uomini. Quelli non li puoi clonare! Eppure, nonostante l’esiguità di personale, riescono ogni giorno ad occuparsi di entrambi i reparti, addirittura, da ieri, riescono anche ad andare a controllare la situazione al Da Procida. E non perdono mai di vista il loro obiettivo principale: la vita. Quando purtroppo, poi, questa sfugge, trovano anche la forza di impegnarsi al massimo per far emergere un risvolto positivo in una tragedia, anche se questo costerà loro altro lavoro, anche se significherà non tornare a casa, nemmeno questa notte, anche se i muscoli bruciano e la schiena è a pezzi. E quando gli organi volano a destinazione perché qualcuno è pronto per riceverli, ecco, allora sanno di aver dato veramente il massimo e che la vita, anche questa volta, ha vinto!

Cani e gatti non

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rappresentano un veicolo di trasmissione del virus

di Antonio Iovino

Quattro casi accertati di animali risultati positivi al Covid-19 a fronte di un milione e duecentottantamila contagi umani: questa è la statistica aggiornata al 5 aprile sulla quale, il presidente dell’Ordine dei Medici Veterinari della Provincia di Salerno, il dottor Orlando Paciello, si basa per spiegare che, ad oggi, gli animali non rappresentano assolutamente un pericolo per l’uomo. Durante queste settimane non sono state poche le persone che hanno cominciato ad avere paura anche del proprio amico a quattro zampe, complici anche alcune notizie circolate in rete. Nonostante ci si trovi ad affrontare un’emergenza in continua evoluzione, per evitare inutili allarmismi e gesti ingiustificabili come l’abbandono, è infatti consigliabile non farsi

prendere dal panico e basarsi su ciò che, almeno ad oggi, la scienza e le statistiche ci mostrano. Proprio in merito ai casi documentati, il presidente Paciello afferma: “Ad essere contagiati sono stati due cani ed un gatto ad Hong Kong, ed un gatto in Belgio. Quest’ultimo ha avuto problemi respiratori e gastroenterici mentre i primi tre non hanno mostrato sintomi.

In tutti e quattro i casi, il contagio è avvenuto tramite il contatto con i proprietari ammalati, quindi possiamo dire con certezza che nei rarissimi episodi documentati, il passaggio è avvenuto dagli uomini agli animali”. Paciello, dopo aver sottolineato che ad

esempio, anche nel caso della Sars, non è stata mai confermata scientificamente l’ipotesi secondo la quale gli animali domestici possano infettare le persone, prosegue sciorinando alcune raccomandazioni: “In questo periodo, così come si cerca di adottare delle misure igieniche più rigide con i nostri simili, va fatta la

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stessa cosa anche con gli amici a quattro zampe. Ad esempio, quindi, bisogna evitare di condividere il cibo con quest’ultimi (non andava fatto prima, tantomeno adesso) e non ci si deve far leccare”. Il presidente dell’Ordine dei Medici Veterinari della Provincia di Salerno, poi, continua soffermandosi sui benefici che possono scaturire dalla presenza di un animale in casa: “Ci sono molte evidenze scientifiche che dimostrano che un rapporto corretto con un cane o con un gatto, sia molto importante come forma di supporto sociale. Esso, infatti, porta una serie di benefici, sia per la salute psicologica che per quella fisiologica dell’essere umano. Un animale, inoltre, ci aiuta tantissimo nei momenti, come quello che stiamo vivendo adesso, di isolamento sociale. Aggiungo che un gruppo di ricercatori italiani, ha osservato che vi sono molte similitudini tra il Covid-19 e alcuni virus che sono presenti nei nostri animali, per quanto riguarda la capacità di stimolare il sistema immunitario. È stato addirittura ipotizzato che, per esempio, la presenza di un cane in famiglia possa aiutare il sistema immunitario a difendersi dal nuovo Coronavirus. Nonostante sia solo una supposizione, è comunque una notizia confortante rispetto a quelle negative che circolano in rete. Bisogna ovviamente considerare che le informazioni su questo nuovo virus sono in rapida evoluzione e tutti devono contribuire a rafforzare le conoscenze scientifiche”. Il dottor Paciello prosegue anticipando le linee guida tracciate insieme all’Asl – al momento in via di definizione – dedicate a coloro i quali posseggono un animale da compagnia e risultano positivi al nuovo virus: “Quando un proprietario contrae il Covid-19 deve rispettare delle regole ben precise: deve evitare di avere contatti stetti con il proprio compagno a quattro zampe, così come fa con gli altri componenti della famiglia, per evitare che l’animale diventi un veicolo passivo del Coronavirus; nel c a s o i n c u i s i t r a t t i d i u n a p e r s o n a s o l a c h e , malauguratamente, si trova costretta ad andare in ospedale, la stessa può telefonare all’Asl che, insieme ai Comuni, si attiverà per fornire all’animale un’ospitalità temporanea,

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sino al momento in cui potrà essere riconsegnato al proprietario”. Ha fornito il suo punto di vista sulla situazione anche il dottor Antonio Cantarella, il quale dichiara: “Sembra che nel gatto ci siano dei recettori polmonari analoghi a quelli umani e quindi sembra possibile la trasmissione.

Ciò si è però verificato in ambienti nei quali vi è una grande presenza del virus.

Attualmente non è stato assolutamente dimostrato né che i gatti né che i cani (quest’ultimi risultano meno sensibili) p o s s a n o e s s e r e v e i c o l i d e l v i r u s . È c h i a r o c h e l a preoccupazione sorge nel momento in cui una persona infetta, con un animale in casa, si libera di quest’ultimo. Qual è il suo destino? Non è stato dimostrato scientificamente e ovviamente paliamo solamente di ipotesi, ma un animale del genere, per

esempio, se tornasse in una colonia, potrebbe trasmettere il virus”. È solo sui dati certi che però è possibile basarsi ed infatti, il dottor Cantarella, ci tiene a spazzare via ogni dubbio: “Bisogna tranquillizzare lepersone: allo stato attuale, né il cane né il gatto, rappresentano un veicolo di trasmissione”.

L’associazione Iperion scende in campo: al via “scontrino sospeso” sul territorio

Molto più della spesa sospesa. I cittadini non dovranno scegliere un prodotto tra tanti, lasciato in un carrello da una persona di buon cuore ma potranno comprare ciò di cui hanno bisogno. È questa, in sintesi, l’idea dell’associazione

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culturale Iperion che ha lanciato “lo scontrino sospeso”.

Un’iniziativa necessaria mai come in questo periodo perché l’emergenza sembra aver messo in ginocchio l’economia di una città, già provata da una crisi mai superata davvero. Il presidente Gianluca Cammarano e il suo vice Vittorio Cicalese – ideatore e promotore dell’iniziativa – con l’ausilio del Movimento nazionale di Difesa del Cittadino lanceranno proprio in questi giorni su tutto il territorio di Salerno città, da estendere su tutta la provincia e regione Campania l’iniziativa dello scontrino sospeso. «E’ un po’ diverso dalla concezione della spesa sospesa perché cerchiamo di aiutare le persone non soltanto adesso ma anche in futuro – ha dichiarato il presidente Cammarano – Le persone che vanno al supermercato possono lasciare una piccola donazione e il gestore dell’attività che ritira questa quota può decidere di cumulare fino al raggiungimento dei 20 euro, tetto massimo proposto per una spesa di beni di prima necessità in un nucleo familiare composto da 3 persone». Chi fa la donazione attesterà su una tabella la donazione effettuata, mentre chi usufrirà dello s c o n t r i n o s o s p e s o d o v r à c o m p i l a r e e f i r m a r e un’autocertificazione dichiarando di ritirare questo scontrino sospeso. Un primo step, insomma, perché successivamente – e anche una volta terminata l’emergenza Coronavirus – l’aiuto continuerà, grazie ai dati già raccolti durante questa prima fase grazie alla compilazione dell’autocertificazione.

«L’associazione Iperion scende in campo perché cerchiamo di d a r e u n a m a n o i n q u e s t o m o m e n t o d i s a s t r o s o . A n c h e un’associazione culturale come la nostra può muoversi per dare una mano concreta in questa fase particolare – ha poi aggiunto Gianluca Cammarano – Per noi la cultura è a 360 gradi e non può non comprendere l’umanità». Vittorio Cicalese – in questa fase – è al lavoro in una duplice veste: vicepresidente di Iperion e delegato del Movimento nazionale di Difesa del Cittadino. Lo scontrino sospeso è «un procedimento semplice, che tutela la privacy del cittadino e consente a chi ne ha bisogno di fare la spesa con un ammontare economico predefinito (20 euro a settimana) frutto delle donazioni

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effettuate dai clienti che ne hanno volontà – ha spiegato Cicalese – Proprio come accade per il caffè sospeso, infatti, ogni cliente potrà donare una cifra dai due euro in su per poter consentire al punto vendita di avere a disposizione uno o più scontrini sospesi da poter spendere nel medesimo esercizio commerciale». Come funziona? «Ogni cliente potrà donare liberamente, inserendo il suo nome e cognome su una tabella donatori che sarà presente sia per ringraziare il donatore, sia per censirlo e poterlo ringraziare a bocce ferme per il gesto compiuto, sia per avere una più rapida rendicontazione delle donazioni ricevute. Ogni cliente bisognoso potrà usufruire dello scontrino sospeso a due condizioni: 1. che la cifra sia stata già raggiunta dal punto vendita (se non ci sono scontrini sospesi non è possibile effettuare la spesa, altrimenti il punto vendita ci andrebbe a perdere e non è assolutamente nostra intenzione); 2. che compili un modulo di autocertificazione attestante la necessità di utilizzo di tale servizio». A cosa serve l’autocertificazione? «Rispetto al medesimo progetto attivato in altre regioni d’Italia dal Movimento Difesa del Cittadino, noi abbiamo snellito la procedura (si prevedeva la necessità di fornire copia del documento d’identità, copia dello stato di famiglia e liberatoria per la privacy) grazie al fondamentale supporto del responsabile provinciale e vicepresidente nazionale di Mdc, Peppino Nuvoli. Questo documento serve per certificare lo stato di bisogno del cliente e per verificare che non venga utilizzato lo stesso servizio in più punti vendita aderenti sul territorio.

Personale addetto delle associazioni di supporto e del Movimento Difesa del Cittadino, avrà cura di verificare eventuali “frodi” e segnalarlo ai punti vendita per evitare che nei giorni successivi si possa verificare nuovamente questo atto d’ingiustizia verso chi ne ha realmente bisogno».

Qual è la differenza rispetto alla spesa sospesa? «Ce ne sono molte. La prima è che non c’è un limite ai pezzi prelevabili.

C’è un limite di spesa, per beni di prima necessità, che consente alla famiglia di avere un discreto budget a

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disposizione per provvedere al sostentamento di base del proprio nucleo familiare. La seconda è che c’è il rispetto della privacy: il documento viene rilasciato direttamente in cassa e successivamente viene consegnato un normale scontrino fiscale, come quando si effettua la spesa con denaro proprio.

La terza è che si limitano i gesti di furbizia di alcuni: con la spesa sospesa non è possibile prevedere quante volte la stessa persona o una persona del medesimo nucleo familiare si recherà in uno o più punti vendita a prelevare vari articoli dal carrello. Grazie all’autocertificazione, sì». Chi informa del servizio? «Ogni punto vendita aderente avrà dei mini- manifesti affissi alle casse e all’ingresso per spiegare come funziona il servizio. Sul manifesto sono presenti due numeri di telefono: il mio e quello del responsabile provinciale di Salerno del Movimento a Difesa del Cittadino. Ogni cassa avrà a disposizione una tabella compilabile per i donatori, per ogni cliente che intenda effettuare una donazione. Ogni persona potrà scaricare dai siti internet e sui nostri canali social il modulo di autocertificazione, o provvedere alla compilazione dopo averne ritirato uno in copia presso il punto vendita aderente. Stiamo fornendo in prima persona il materiale in formato cartaceo, per evitare di creare ulteriori incombenze ai punti vendita aderenti. Qualora altri punti vendita intendessero aderire, possiamo distribuire noi il cartaceo presso ogni attività commerciale del territorio». Le donazioni vanno “battute” a scontrino? «No, altrimenti non è possibile per il cliente bisognoso avere il suo scontrino.

Ogni donazione sarà raccolta in un banale contenitore e, al raggiungimento della cifra, si provvederà a recuperare dal medesimo contenitore la cifra utilizzata per lo scontrino sospeso utilizzato».

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Chirurgo positivo, reparto chiuso

di Rosa Coppola

Il chirurgo risulta positivo al tampone e il reparto nocerino viene chiuso, con relativo trasferimento di pazienti contagiati a Eboli. Che non sarebbero gli unici. All’appello infatti ci sarebbero anche infermieri e un operatore socio sanitario. Dunque, il reparto è da sanificare e, ieri, si è reso momentaneamente off limits. Le procedure da seguire prevedono dei tempi e i pazienti devono essere messi in luoghi idonei. Le direttive hanno indicato il trasferimento presso l’ospedale di Eboli dove c’è la chirurgia Covid. Ma l ’ a t t e n z i o n e r e s t a a l t a s e s i p e n s a c h e a N o c e r a , nell’ospedale Umberto I, il più grande della Asl Salerno, risultano, al momento, circa dieci operatori, a vario ruolo, contagiati dal Covid. Una media ufficiosa che comunque non piace. I test rapidi sono partiti, procedono, e stamani vedranno gli operatori della Rianimazione, Pronto soccorso, Radiologia, Blocco operatorio, Chirurgia d’urgenza, Emodinamica e Utic sottoporsi al prelievo. Un momento particolare, delicato, che vede gli stessi protagonisti del mondo sanitario preoccupati. Non sempre si sentono messi in condizioni di lavorare nel migliore dei modi. La direzione sanitaria ospedaliera, intanto, ha stilato le Linee guida per i Percorsi ad hoc.

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