RILIEVI RACCOLTI A CVRA DELLA
REALE ACCADEMIA D'ITALIA
FASCICOLO XIII
L'ARCO DI MARCO A VRELIO E DI L VCIO VERO IN TRIPOLI
Testo di
Salvatore Aurigemma
LA LIBRERIA DELLO STATO
ROMAI938 · A.XVIE. F.
LA CLASSE DELLE ART]
DELLA R. ACCADEMIA D'ITALIA- PROMOT RICE
CESARE BAZZANI - ARMANDO BRASINI - PIETRO CANONICA - FELICE CARENA FERRVCCIO FERRAZZI- VMBERTO GIORDANO - GVSTAVO GIOVANNONI PIETRO MASCAGNI - LOREN ZO PEROSI - MARCELLO P IACENTINI
ROMANO ROMANELLI - ATTILIO SELVA - ETTORE TITO
IL CONSIGLIO DI DIRE Z ION E
MARCELLO PIACENTINI - PRESIDENTE
GVSTAVO GIOVANNONI - GINO CHIERICI - VINCENZO FASO L O FERDINANDO FORLATI - BRVNO MARIA APOLLONJ, DIRETTORE
I MONVMENTI ITALIA I
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cit:d..ioco :~gl' iope: . .uori .)hrco _\urelio e Lccio Yero.
L· isc__--izione dedic-JtoriJ c1 accert:.1 che J · J.ICO iu e.recro nd- l'..mno I6) d. C .. e cne e$~0
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ricco pro- ,-inciale \Olle, erigendo dalle r'ond:lJilenra b solida mole marmore:t, dare alla C:~sa Impe- riale un artesraro di lealrà: arrestato che riuscì mnto più,-enno il loro m..t~..!Ì r lu~tn.""~
d.t ~~ulrure in .tlrorilieYo in ui si glorio .n-ano ~H dei mreltri delh 'cri Apollo e ~finerva.
e. con e·si. le r :-enti Y.Ìrrorie imperi.ili in _-\rmcni.l. ctù .ùlu- dono i tro.tè.i d',trm.i e i gruppi di b:ub.tri ai piedi dci trofèi.
L'ARCO DI M .• \. D; l'X.\ \b.Dl'T.\ DI TRIFOU DEL H~ll (~ .. ,.. rt-J:nra u::.r Biil. s"'. C1,;:r. ii Fi-Yc;:t)
Ddb p.ure strutrj,-J \"era t::
propria dell'edificio è .t ricord.ue .tn:cirutto Ll fond.lzione ben solid.1, cosciruirn da un d.1do irregolare di .llce:ittuno germro su una roccia a.ren!lcea rene.rn coscip.lm con p:ùi .t
rifiuto· tr,l il e1lcestru.z.zo e In mole sopr.t terrn è un plinto (solt.'1) in p:u:.ille.lepipecU d'.ue.tl.tritl. u cui si .ù1.wo quat- tro S\elci p.iedrirti in un mnrmo che h!l gnn.t crismllio.t di endenre a.nalogi.l coi m.umi dell'Imetto e di ~!lSSO.
fastoso e memorabile in quanto \enne accomp:tgnaro a spese di Calpumio Celso, da uno spett:lcolo d'lll1ireatro.
L'Ai co ha quattro fronti monumenmli, in ognuna delle quali sj apre un ampio fornice: esso appartiene pert:mco alla categoria dei Giani. Le più imporranti fra le qu:tttro fronti sono le fronti di le\ante e di ponente, che misurano al piede dello zoccolo m. 13,19; meno ampie sono le fronti di settentrione e di mezzogiorno, che misurano, sempre al piede dello zoccolo, m. ro,38. Dal piede dell'edi- ficio al sommo della cornice della grande tr:tbeaz.ione che corre al disopra dei fornici l'arco misura m. 10,25; ma sulla trabeaz.ione si clev-a\ano altri corpi struttin, dei quali purtroppo assai poco ci è superstite. Sul dado marmoreo di base è gettata una cupola ottagona, risultante anch'essa
I piedrirti sorreggono le .ucace .l pieno centro dci fornici, le quali hanno nelle fronti orienmle ed occiden-
f!lle una luce di m. 5·77 e un.l freccia di m. 2..73· men- tre hanno nelle fronti di tr.lmont:Ula e di n1ezzogiorno una luce di m. 4,9- e una freccia di m. 2,-f'Z.. L!l profon- dità delle arcate v-:uia in dipendenza dell'ampiezza dei fornici, risultando di m. 2.,90 pei fornici di nord e di sud, e di m. 1,90 pei fornici di est e di ovest.
Sul rettangolo di base si leva la cupola ottagona equi- latera. A superare la difficoltà opposta dalla diseguale larghezza delle fronti interne, l'architetto gettò sui fornici di tramontana e di mezzogiorno dei contro architravi a sbalzo; e a creare gli altri quattro lati dell'ottagono gettò in angolo, agli spigoli d'incontro delle fronti interne, quattro grandi piattabande. Sull'ottagono così formato voltò la cupola, che si svolge su tre anelli, dei quali il più basso è in blocchi, e i due seguenti in lastroni di marmo, che si chiudono al sommo in una lastra centrale di chiave; una fine decorazione a riquadri, losanghe, trian- goli - cassettonati e con rilievi fitiformi - aggiungeva eleganza e grazia alla robusta struttura.
Al disopra della trabeazione monumentale altri corpi struttivi si levavano. Quale fosse però il coronamento architettonico del fastoso giano di Tripoli non si può dire se non in via congetturale, per quanto con grado di verisimiglianza assai notevole.
Sulle quattro fronti, parallelamente e in ritiro di m. o,8o dal ciglio o filo di gronda della cornice di trabeazione, corre un doppio ordine di parallelepipedi d'arenaria, che si succedono in senso di profondità uno dietro l'altro, e recano al sommo le profonde incassature di una doppia catena lignea di legamento, intesa a rendere indeformabile il potente dado struttivo. In corrispondenza e all'interno delle traverse angolari di raccordo della doppia catena quattro grandi nuclei di calcestruzzo a pianta poligonale sono superstiti, dei quali lo scopo è chiaramente ricono- scibile dallo strapiombare della loro maggior fronte verso l'estradosso della cupola, e delle due testate minori verso le testate dei nuclei di calcestruzzo degli angoli contigui.
L'architetto volle indubbiamente da questi nuclei di cal- cestruzzo (i quali sormontavano anche i due ordini di paral- lelepipedi d'arenaria) voltare una controcalotta - anche essa in calcestruzzo -che servisse di protezione alla cupola marmorea, con interposto cuscino di sabbia. Ciascun nucleo di calcestruzzo fu poi unito ai due nuclei contigui mediante piccoli archi, così da costituire con la contro- calotta una massa unica, omogenea, atta a servire di base a un corpo struttivo soprastante.
Quale questo corpo struttivo?
Esclusa per ragioni varie l'esistenza di un attico del tipo consueto (l'iscrizione dedicatoria si sarebbe trovata incisa sull'attico, e non, come avviene per l'arco di Tripoli, sul fregio e sull'architrave della grande trabeazione) pos- siamo legittimamente sospettare, sulla base di testimo- nianze di taluni viaggiatori mussulmani e cristiani degli evi medio e moderno, e sulla fede di due raffigurazioni dell'arco su due stampe cinquecentesche, che sul dado marmoreo del giano dell'antica Oea si innalzasse una struttura muraria a pianta ottagona o rotonda, levantesi da un tamburo quadrilatero, e sormontata da una calotta.
Uno schema struttivo di tal genere, risultante del cubo, del cilindro e del cono sovrapposti, trova non solo la sua
lontana esemplificazione nel monumento cor~gi_co. ~ Lisicrate, ma si ricollega a numerosi monumenti similan
innalzati in vario tempo dagli architetti romani. Basterà ricordare il mausoleo dei Giulii in Saint-Rémy (che, al disopra dello zoccolo, ci mostra un vero piccolo gian~
quadrifronte sormontato da un tempietto rotondo pen- ptero cui sovrasta un coronamento conico), la tomba della Conocchia presso Santa Maria di Capua V etere, e tal une note figurazioni di tombe di Cristo su avori cristiani della tarda età imperiale (per esempio un dittico d'avorio del Museo Nazionale di Monaco di Baviera e un frammento
di dittico della collezione Trivulzio di Milano).
A quale categoria di monumenti è da assegnare l'Arco di Marco Aurelio? È esso un monumento onorario a solo carattere commemorativo, o ha anche una vera e propria funzione urbanistica?
Prima di chiarire questo punto è opportuno ricordare che altri archi quadrifronti esistono in un'altra città tripolitana, in Leptis Magna, e che detti archi di Leptis possono offrirei, meglio forse degli archi quadrifronti esi- stenti sia in Roma, sia in altri centri del mondo romano, elementi per rispondere al nostro quesito.
In Leptis Magna due sono gli archi quadrifronti sinoggi messi in luce: l'arco di T raiano e quello di Settimio Severo.
Di essi il primo che si riporta al 109- 1 IO d. C., sorge a cavaliere della cosiddetta" Via Trionfale, (la più impor- tante arteria cittadina, come quella che attraversa il quar- tiere dei mercati, e conduce al Foro Vecchio e al mare) e qui s'incrocia con la via che conduce da un lato al teatro, e dall'altro alla regione interposta fra le grandi terme e il luogo dove poi sorse il Foro Nuovo Severiano.
Quanto all'arco di Settimio Severo, dei primi anni del secolo III d. C., anch'esso sorge al punto d'incrocio di due grandi strade; e cioè della strada che diremmo la grande litoranea libica antica, e della " Via Trionfale , già ricordata, che, venendo dal Foro Vecchio, usciva dalla città, per divenire- già dall'età tiberiana, e per opera del proconsole Lucio Elio Lamia - la strada di penetrazione in mediterraneum e cioè verso il retroterra tripolitano per una profondità di 44 miglia (65 chilometri circa).
Anche per altri archi quadrifronti (per esempio per quello di Caracalla in Theveste (Tebessa ), e per quello detto
"di Giano quadrifronte, al Velabro in Roma), è grande- mente verisimile che essi sorgessero all'incrocio di grandi strade, piuttosto che in grandi aree libere: così come deve forse dirsi di buon numero di archi quadrifronti conosciuti del mondo romano.
Ond' è che in chi consideri la ubicazione- per lo meno frequente - dei giani all'incrocio di strade molto impor- tanti, non può non sorgere spontaneo il sospetto che gli archi quadrifronti abbiano oltrechè un carattere onorario, anche una più essenziale funzione urbanistica: e cioè che siano sorti, oltre tutto, per servire quale luogo di ritrovo dei cittadini, al coperto, nei punti di più vitale importanza
FUTURO PROSPETTO DELL'ARCO A LEVANTE
determinate magistrature municipali in Lecce), ed erano non transitabili ai carri, e talora accessibili mediante gradinate.
L'Arco di Tripoli era già non poco digra- dato quando nel dicembre I289 il viaggiatore mussulmano al-' Abdari iniziò il suo viaggio per la Mecca. La descrizione dell'Arco di cui siamo debitori ad a t-Tig'anì (il quale si fermò in T ripoli per diciotto mesi dal I 307 al I 309 d. C.) ci dà notizia non solo di tale stato di digradazione, ma dell'intenzione che altri aveva avuto di demolire completamente il monumento: distruzione da cui l'Arco si salvò solo per essere stato edificio a carattere religioso, anche se non proprio adibito al culto islamico. Nel Cinquecento il giano non aveva già più tale carattere; nel Seicento era adibito a conservarvi le vele e i cordami dei bastimenti; sulla fine dell'Ottocento, quando già dal I862 l'antico edificio era passato dal Demanio in proprietà della famiglia el-Ghér- gheni per la somma di 46.ooo piastre di Costantinopoli (circa L. 9200 in oro) l'Arco era in pietose condizioni di fatiscenza; nel I9II, al momento della occupazione italiana della Tripolitania, esso appariva internamente adattato a cinematografo.
DOPO IL COMPIMENTO DEL PROPOSTO RESTAURO ARCHITETTONICO
L'Italia lo ha restituito a nuova vita, lo ha fatto segno dell'onore, del rispetto, della fie- rezza degli eredi del nome romano. Tra il I9I2 e il I9I8 l'Arco è stato riscattato, è dei centri urbani. E il dubbio si avvalora se si pensa che
tal uni di questi archi non erano certo transitabili ai carri:
come avviene per esempio per l'arco di Settimio Severo in Leptis Magna, al quale da ogni lato si accedeva per una gradinata di tre scalini.
Gli archi quadrifronti avrebbero avuto, per tal modo, una funzione urbanistica analoga a quella che, in forma più grandiosa e con gli adattamenti imposti dalle neces- sità diverse, è affidata alle " gallerie , dei grandi centri urbani moderni (per esempio, in Italia, alle Gallerie di Napoli, Milano, Roma). E sopravvivenze medievali e moderne degli archi quadrifronti dovrebbero conside- rarsi i cosiddetti " sedili, di Napoli e di altre città del- l' Italia meridionale, e tal une specie di " loggie ,. Per i
" sedili, (un " sedile , superstite è in Lecce, di alcuni
" sedili, di Napoli possediamo vedute o piante) non possiamo non constatare che essi sorgevano in punti centrali della città, che avevan pianta quadrata o quadrila- tera che erano di dimensioni non molto diverse da quelle , degli archi di Marco Aurelio in T ripoli, di Settimio Severo in Leptis Magna, di Giano al Velabro, infine che servivano di luogo di convegno (di tal une categorie di cittadini per speciali quartieri o gruppi di quartieri in Napoli, di
stato liberato da ogni muratura moderna, è stato isolato sino a IO metri di distanza dalle varie fronti, sui lati di ovest, di nord, di est, sino a 4 metri di distanza sulla fronte sud. Nel I937 per volere di Italo Balbo, Governa- tore generale della Libia, è stato decorosamente sistemato così come oggi appare: primo, possente, augusto segno di romanità a chi entra dal porto in città.
Che esso sia oggetto di un'ultima testimonianza di onore noi vivamente auspichiamo; che cioè si imprenda il restauro architettonico delle varie fronti dell'edificio sino alla cornice di gronda della grande trabeazione, rifacendo in pietra similare, sui dati esistenti, con le cautele scien- tifiche consuete e sul modello del classico restauro del- l' Arco di Tito condotto dal Valadier, quegli elementi a carattere decorativo che per le vicende dei secoli non ci sono più superstiti. SAL v A TORE AURIGEMMA
N. B. - Le tavole di questo fascicolo sono state rielaborate e completate - specie nei particolari decorativi - per cura della redazione dei "Monu·
menti Italiani,, sui diligenti rilievi che negli anni 1914, 1915 ha condotto il perito edile cav. Luigi Turba sotto la guida del dott. Salvatore Aurigemma, cui spettò dal I 91 2. al I 9 I 9 la direzione dei lavori di sterro, d'isolamento e di sistemazione dell'Arco. L'attuale più ampia sistemazione, contemporanea al rafforzamento della cupola curato dal dott. Giacomo Caputo, è stata ese- guita d'ordine di S. E. Italo Balbo, Governatore Generale della Libia, su progetto dell'arch. Florestano Di Fausto.
BIBLIOGRAFIA
GLI STUDI DI MAGGIORE AMPIEZZA sull'Arco dj Marco Aurelio son quelli eli SALvATORE AuRIGEMMA, L'Arco di Marco Aurelio in Tripoli, in "Bol- lettino d'arte del Min. della Pubbl. Istr. ,, a. V (192.5-2.6), pp. 5 54-570, con 12. ill.; lo., Il coronamento architettonico dell'Arco di Marco .AIIre/io in T ripoli, in "Africa
Italiana, , riv. dì storia e d'arte a cura del Min. delle Colonie (Bergamo, V, 1933), pp. 135-16I, con 15 figg.
ALTRI SCRITTI da segnalare, oltre i cenni nell'articolo di Lucxo MARJANI, Gli Archi trionfali romani, in "Bollettino dell'Assoc. Archeol. Romana, , a. I918 (Grottaferrata, 192.0 ), sono i seguenti: S. AUR1GEMMA, L'Arco di Marco Aurelio in T ripoli, nel giornale "Il Marzocco,, Firenze, 16 giugno I 912.. - Io., L'Arco di Marco Aurelio in T ripoli, in "Libia,, Rassegna mens. ill. (T ripoli, Maggi), giugno 193 7· - GAETANO NAvE, L'arco quadrifronte di Oea, in "Rassegna d'arte, (Milano, Alfieri e Lacroix), XV (19I 5). - GIACOMO BoNI- LuciO MARIANI, Relazione intorno al consolidamento ed al ripristino dell'Arco di Marco .AIIrelio in Tripoli, in "Notiziario archeologico" del Min. delle Colonie, I (I9I5)·- RoDOLFO MI CACCHI, L'Arco di Marco Aurelio in T ripoli e la sistemazione della zona adiacente,
in "Riv. delle Colonie Italiane, , VIII (I934), con 8 ili. (Bologna, Cappelli). - Una particolare questione sull'epigrafe dell'Arco di T ripoli tratta Luoovrco
L AFFRANCHI nella nota Archeologia e Numismalica a proposito dell'Arco di Marco Aurelio a T ripoli, in "Boli. I t. di Nurnismatìca e di Arte della Medaglia, , a. I912..
NUMEROSI VIAGGIATORI e qualche atto pubblico ci forniscono descrizioni e notizie intorno all'Arco. Li elenchiamo qui per orcline cronologico:
AL-'ABDARi (Abu Mul)ammed Mul)ammed b. 'Ali b. Al)med b. Su'iid), ai-Rihla al-magk[ibìya (a. 12.89 e ss.).- AT-TìG'.!Nì, VfD!age du Scheich et-Tidjani dans la régence de T1mis, pendant /es années 706, 707 et 708 del'hégìre (a. 1306-1309 d. C.), traduit par M. Alphonse Rousseau, in "Journal Asiatique , , 18p (IVmo série, t. XX) et 185 3 cvm• serie, t. I).-NICOLAS DE NrcOLAY, Les qllatres prei!Jiers livres des navigations et pérégrinafions (Lyon, par Guillaume Roville, 1568). -ANONIMO, 1-listoire chronologique du RfD!anme de Tripoly de Barbarie, nella Bibl. Naz. di Parigi, Fonds français, codd. mss. nn. 12.2.19-Izzzo (L'autore fu schiavo in Barberia dal 1668 al I676). - AuGUSTUS HoLSTEYN, V'D'age to the Straits., 1675, in Sloan Mss. 2.755 nel Public Record Office di Londra, sezione Tripoli Archives.- A. DE LA MoTRAYE, VfD!ages du S'A. d. l. M. en Europe, Asie et Afrique etc., La Haye, T. Johnson et J. van Duren, 172.7. Il viaggio fu compiuto nel I 697.- [PÈRES GooEFROY, CoMELIN, PHILEMON DE LA MoTTE], Etat des RfD'm11nes de Barbarie, Tripoly, Trmis et Alger (Rouen, Guillaume Behourt, I703).- PAUL.LucAs,
VfD!age d11 SieJir P. L.,fait par ordre d11 RfD! dans la Grèce, l'Asie Mineure, la Macédoine et I'Afrique (Paris, Nicolas Simart, 1712.). - B. LODINGTON, Lettera a Lord Vere Beauclerke. (La lettera, oggi conservata a Wìndsor, Eton College, the Fellows Library, è datata da Tripoli, Iz giugno 172.6). - DE LA CoNDAMINE, Mss. della Bibl. N az. di Parigi, n. z 5 8z, io fol. (Giornale di un viaggio fatto neli73 1 ). Il passo relativo all'Arco è pubblicato in FERDINAND HoEFER, Etats tripo- litains, nella collez. L'Univers pittoresque. Histoire et description de tous les peuples, de leurs religions, moeurs, coutumes, industrie etc. (Parìs, Fìrmin Didot),
a. 1862.. - TOLLOT, Nottveau VfD!age fai t au Levant ès atmées 17 3 I et 17 3 2 (Parìs, Durand, I742. ). - JAMEs BRUCE, in R. L. PLAYFAIR, Travels in the footsteps of Bruce in Algeria and Ttmis (London, Kegan, I 877). (I viaggi del Bruce a T ripoli cadono negli anni 1765, 1766). - Narrative of a tett years residence al T ripoli in Africa, fro!IJ the originai correspondence in the possessiotJ of the fami!J of the late RICHARD TULLY (London, Colburn, r8r6). - ALI BBY EL ABBASSI, VfD'ages d'A. b. el-A. etJ Afriqlle et m Asie pmdant /es atmées I Ko 3, 1 Ko4, I Ko J, 1 Ko 6 et 1 Ko 7 (Paris, P. Didot l'ainé, I8I4).-J. D. DELAPORTE, Mémoire sttr /es mitJes de L~ptis Magna (rége11ce de T ripoli dc Barbarie), adressée en 1 Koo a M. le prince de Bénévmt, in "Journal Asiatìque, , avrìl I 836 (Parìs, Imprimerìe royale, 1836). - G. F. LYON, Narrative of lravels i11 Northern Africa, in theyears 1K1 K, 19 and 20 etc. (London, Murray, x8zi).- F. W. BEECHEY R. N. and F. W. BEECHEY, Esq., Proceedi11gs of the expedition lo explore the 11orthem coast of Africa, from T ripoli eastward, i11 rK21 a11d I K2 2, etc. (London, Murray, I 8z8). - EowARD VoGEL, Schildertmg der Reise11 u11d E11tdechmgen des D• E. V. in Centrai Africa, itt der grossen Wiiste, in dm Liindem des Suda11, etc. (Leipzig, Spanner, r86o). - FBRDINAND HoEPER, Etats tripofitai11s, nella collez.
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(London, Murray, 1877). - FRANK RrNGLER DRUMMOND-HAY, in R. LAMBERT PLAYFAIR, Travels in the footsteps of Bmce i11 Algeria and Ttmis(London, Kegan, I877). - MANFREDO CAMPERIO, Gita i11 Tripolitatria. Pubblicato nell' "Esploratore,, (Milano, I88o); poi in "Pionieri italiani in Libia, (Milano, Vallardì, 19I2.).- PARMENIO BETTOLI, T ripoli artistica e cot/J!IJerciafe (a. t88z). Ripubbl. in "Pionieri italiani in Libia,. - MARe FouRNEL, La Tripolitaine. Les routes du Soudan (Parìs, Challamel aìné, I887). - FERDINANDO BoRSARI, Geografia etnologica e storica della Tripolitania, Cirenaica e Fezzan (Napoli, Pierro, r888). - A. F. JACASSY, T ripoli of Barbary, in "Scribners Magazine"' vn (January-]une, I89o) (New-Jork, London).- GIUSEPPE AYRA, T ripoli e il SlfO cli!IJa (Torino, Roux Frassati, dopo il 1895 ). - LuiGI RoBECCHI BRICCHETTI, Tripolita11ia, in "Nuova Antologia , , 16 agosto 1896 (Roma, Forzani). - G. B. Rossr, Nei paesi d'ls/am. In Barberia, in Egitto, il Pellegrino d'Islam, el ]et11en (Rocca San Casciano, Cappelli, 1897).- H. S. CowPER, The hi/1 of the Graces (London, Methuen, r897).-L. H. GRo- THE, Tripolilallim, (Leìpzig, Seele, 1898). - HENRI MEHIER DE MATHUISIEULX, A travers la Tripolitaine, (Parìs, Hachette, 1903). - CHARLES WELLINGTON FuR- LONG, The gate1VtfY lo the Sahara (London, Chapman and Hall, 1909). - DoMENICO TuMIATI, Nell'Africa romana. Tripolitania (Milano, Treves, 1905; ristampa
del 192.8). - EwALD BANSE, Tripolis (Weimer, Duncker, 1912.).
UNA NOTIZIA D'INSIEME dà sull'Arco KAHLER s. v. Triumphbogen, in Pauly-Wissowa's "Realenzyklopadìe, (Stoccarda, Metzler), I 9 3 8.
PROGETTI DI SISTEMAZIONE dell'arco e delle sue adiacenze sono stati presentati dall'arch. MICHELE MARELLI, di cui v. Relazione al progetto di sistema- zione dell'arco di Marco Allrefio in Tripoli e di restallro dei fonducbi arabi, in (C Africa Italiana" (Bergamo, Ist. it. d'arti grafiche), v (I 933), e dall'arch. FLORESTANO Dr FAUSTO (progetto poi eseguito nel I 93 7), per cui v. Fforestano Di Fausto, con prefazione dì Michele Bìancale, 193 2. (Editìons "Les archìves internationales, ,
Série cles grands archìtectes, Genève), Tav. 6o. · UN VOLUME SULL'ARCO sarà prossimamente edito dall'autore di questo scritto.
INDICE DELLE TAVOLE CONTENUTE IN QUESTO FASCICOLO
I - Ubicazione dell'Arco dì M.A. in Oea romana.
II-III - Ubicazìone degli archi di T raiano e di Settimio Severo in Leptis Magna.
IV - Arco dì M. A. - Piante a diverse altezze.
V - Archi di Traiano e di Settimio Severo in Leptìs M. - Piante.
VI - Arco di M. A. - Pianta della platea, del basolato e delle fogne.
VII - Arco di M. A. - Pianta all'altezza della catena !ignea.
Vill - Arco di M. A. - Pianta della sistemazione urbanistica odierna.
IX - Arco di M. A. - Fronte settentrionale.
X - Arco di M. A. - Fronte meridionale.
XI - Arco di M. A. - Fronte occidentale.
XII - Arco dì M. A. - Fronte orientale.
XIIT - Arco di M. A. - Sez. e fronte sett. interna.
XIV - Arco di M. A. - Sez. e fronte meridionale interna.
XV - Arco di M. A. - Sez. e fronte occidentale . interna.
XVI - Arco di M. A.- Sez. e fronte orìent. interna.
XVII
xvm - Saggio d'integrazione della sezione.
- Saggio d'integrazione dei prospetti delle fronti minori.
XIX-XX - Assonometria.
XXI-XXII- Pìedritto, leseoe, trabeazìoni, archi- volto.
XXIII XXIV
xxv
XXVI XXVII
xxvm
- Nicchia e lesena.
Intradossi delle arcate.
- Ornati dì un peonacchio.
- Proiezione dell'imposta della cupola.
- Spicchio di cupola.
- Lastra di chiave della cupola.
UBICAZIONE DELL'ARCO DI M. AURELIO IN OEA ROMANA ( = OD. TRIPOLI)
(L'arco fu costruito all' incrocio del cardo maximtts con un decumano)
o 100
---
---
·---·-··-·---····---
•••••••
200
~ ~·
500 merr•
Strade odierne che ripetono, a un piano più alto, le vie dell'età romana Strade oggi non più esistenti o di dubbio andamento
Linea congetturale delle mura urbane nell'età romana. L'esistenza del "castello, è oltremodo incerta. Rinvenimenti recentissimi farebbero pensare all'esistenza di un edificio termale legato coi prossimi ruderi verso occidente.
'l w. I
N
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r-POitTlCATO
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UBICAZIONE IN
LEPTIS MAGN A
DEGLI ARCHI QUADRIFRONTI DI TRAIANO (5) E DI SEITIMIO SEVERO (r)(Gli archi sono qui pure ubicati all'incrocio di vie di preminente importanza)
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ARCO DI MARCO AURELIO
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PJ.\ TA DELL'r\RCO .\L PIANO STRADALE DELL'ETA RO~ft\NA
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PIANTA DELL'ARCO .\L PT \NO DELL\ C\TEN,\ LTGNEA GTA fNCAS~r\f,\
IN BLOCCHI D' \RI '\. \RL\ SOR\fO~T \NTl LA CORNICE DI GRO~D \
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ARCO DI MARCO AURELIO
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ARCO DI T RA IAN O 10: LEPTI S N IAGNA PIANTA
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ARCO DI SETTIMIO SEVERO IN LEPTIS MAGNA
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Resti di antiche fogne~(piano del soprazzoccolo)
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Limite della platea in gettoD
Frammenti architettoniciLimite di fabbricato esistente nell'anno rgr8 0 ~=='==='=--==-= _ _ _ _ _ J sm
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IN\.t\SSATURF PER LE CATENE. LlGNEEo oso 1
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PIANTA ALL'ALTEZZA DELLA CATENA LIGNEA SULLA CORNICE DI GRONDA
ARCO DI MARCO AURELIO
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ARCO DI MARCO AURELIO
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ARCO DI MARCO AURELIO
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FRONTE MERIDIONALE
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ARCO DI MARCO A URELIO
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SEZIO N E E FRO N TE SETTENTRIONALE I NTERN A
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SEZIONE E FRONTE ME RIDIONAL E INTERNA
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SEZIONE E FRONTE OCCIDENTALE INTERNA
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Calcestruzzo della cupola~ Sostruzione in calcestruzzo
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SEZIONE E FRONTE ORIENTALE INTERNA
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Basolato stradale o blocchi dell'arco in sezione
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TAV. XVI
ARCO DI MARCO AURELIO
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TAY. XVII
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