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REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 40/35 DEL

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DELIBERAZIONE N. 40/35 DEL 22.7.2008

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Oggetto: Procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, ai sensi dell’art. 31 della L.R.

18.1.1999 n. 1 e s.m.i. e della L.R. n. 15/2002, art. 8, comma 2, relativa al progetto “Prosecuzione ed ampliamento dell'attività di cava di materiali per uso civile denominata Sa Grutta e Su Sparau”, in comune di Serdiana. Proponente:

Calcestruzzi S.p.A.

L'Assessore della Difesa dell'Ambiente riferisce che la Società Calcestruzzi S.p.A. ha presentato, il 21 novembre 2002, l’istanza di valutazione di impatto ambientale relativa al progetto “Prosecuzione ed ampliamento dell'attività di cava di materiali per uso civile denominata Sa Grutta e Su Sparau”, in comune di Serdiana, ascrivibile alla categoria di cui all’allegato B1 della Delib.G.R. n. 5/11 del 15.2.2005, punto 17, “cave e torbiere con più di 500.000 m3/a di materiale estratto o di un'area interessata superiore a 20 ettari”. Il progetto è stato sottoposto alla procedura di VIA in adempimento all’art. 8, comma 2, della legge regionale n. 15/2002 in quanto attività autorizzata dopo l’entrata in vigore del DPCM 3 settembre 1999 e della legge regionale 18 gennaio 1999, n. 1.

L’Assessore fa presente che la cava in esame è in esercizio dal 1977 ed è localizzata a circa 3 Km a Nord degli abitati di Dolianova e Serdiana.

Il progetto di coltivazione, datato 2007, interessa, con scavi e impianti, una superficie di 33 ettari, su 42 complessivi oggetto della richiesta di autorizzazione. In base alla revisione progettuale del luglio 2008, le superfici interessate dall’attività estrattiva sono pari a 26,3 ettari, incluso l’ampliamento proposto di 8,4 ettari da realizzarsi nella fase finale di coltivazione.

La volumetria stimata nel progetto originario, datato 1994, era pari a 2,7 Mm3, di cui 1,7 Mm3 già coltivati e 1,0 Mm3 da estrarre. Con l'ampliamento di 8,4 ettari, proposto con il progetto datato 2007, risultano disponibili complessivamente 2,0 Mm3 di materiali, ai quali vanno sommati ulteriori 1,1 Mm3 di sabbie e ghiaie, recuperabili in seguito allo smantellamento e demolizione dell’esistente impianto di frantumazione e successiva installazione di un nuovo impianto in settori di cava già coltivati. Pertanto, la volumetria complessiva è di circa 3,0 Mm3 di materiali coltivabile nell’arco di un ventennio.

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La coltivazione del giacimento avviene mediante abbattimento meccanico, impiegando escavatori idraulici, su trance discendenti orizzontali di altezza media pari a 5-6 metri e configurazione finale a fossa. Il fronte di cava, finora coltivato, ha un'altezza totale di circa 20 metri e una lunghezza di circa 50 metri, con scarpate caratterizzate da inclinazioni comprese tra 40° e 45°.

Il progetto di recupero inizialmente proposto prevedeva lo sbancamento parziale della collina, di proprietà del proponente, per una superficie di circa 8,7 ettari, con lo scopo di reperire i volumi di materiali necessari per il riempimento degli scavi e per la successiva riqualificazione ambientale.

In merito all’iter, l’Assessore fa presente che il procedimento è stato avviato a gennaio 2003, in seguito al deposito della prescritta documentazione e alle pubblicazioni di rito. A gennaio 2005, sono pervenute le osservazioni di un anonimo comitato di cittadini di Serdiana che ha evidenziato criticità connesse all’ampiezza e altezza degli scavi, all’alterazione del paesaggio anche in considerazione dell’assenza di adeguate attività di recupero. A tale segnalazione anonima ha fatto seguito un sopralluogo congiunto da parte del Servizio Attività Estrattive e del Corpo di Polizia Municipale competente per territorio a seguito del quale è risultata la coerenza con le previsioni del progetto di coltivazione a suo tempo presentato.

L’Assessore prosegue riferendo che il Servizio Sostenibilità Ambientale e Valutazione Impatti (SAVI), valutati gli elaborati tecnici e lo SIA trasmessi dalla Società, a seguito del sopralluogo effettuato in data 17 aprile 2007 e della conferenza istruttoria tenutasi in data 14 giugno 2007, ha rilevato criticità in merito alla proposta di recupero ambientale, in accordo con le osservazioni del Servizio Tutela del Paesaggio di Cagliari (ora Servizio governo del territorio e tutela paesaggistica) che ha valutato il suddetto progetto di recupero in contrasto con le vigenti prescrizioni del PPR. Il proponente, invitato a riformulare e ripresentare il progetto di recupero, ha provveduto a trasmetterlo in data 15 ottobre 2007, integrandolo ulteriormente nel luglio 2008.

Detto progetto, volto alla conservazione dell'area collinare seminaturale e delle colture olivicole adiacenti alla cava, prevede il riempimento dei vuoti di cava principalmente con materiali inerti provenienti da scavi autorizzati nella provincia di Cagliari e, in misura minore, con i materiali sterili non commerciabili derivanti dalla stessa attività di cava, oltre al rimodellamento morfologico di raccordo con i terreni circostanti per consentire la restituzione delle aree all'attività agricola preesistente.

In merito all’iter della pratica, l’Assessore fa presente che il Servizio SAVI, tenuto conto della preliminare istruttoria della Progemisa e della comunicazione del Servizio Governo del Territorio che attesta la coerenza del nuovo progetto di recupero alle prescrizioni del PPR, ha concluso l’istruttoria con un parere tecnico positivo in merito alla compatibilità ambientale dell’intervento, a

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condizione che siano rispettate le seguenti prescrizioni, da recepire nel progetto da sottoporre ad autorizzazione:

1.

il progetto di coltivazione e recupero ambientale dovrà essere realizzato secondo le modalità tecniche e il cronoprogramma descritto in progetto, così come modificato ed aggiornato a luglio 2008, in cui sono previste 4 fasi temporali, rispettivamente di 5,5 e 6,5 anni (breve e medio termine) e di 6,5 e 1,5 anni (fasi finali e di post coltivazione), limitatamente ai primi 10 anni di attività;

2.

il completamento del recupero ambientale dell’area denominata A dovrà essere realizzato entro i primi tre anni di attività;

3.

sono escluse le attività estrattive o di modificazione del suolo in aree attualmente integre, con particolare riferimento all'area denominata E di 8,4 ettari e dell’area F, come delimitate nel progetto modificato ed aggiornato a luglio 2008;

4. allo scopo di mitigare gli effetti sul paesaggio e di limitare gli effetti cumulativi con altre cave vicine, si dovrà dare priorità d'esecuzione agli interventi di riempimento dei vuoti di cava, di rimodellamento morfologico e di riqualificazione ambientale delle aree di cava dismesse, da attuarsi contestualmente e funzionalmente alle fasi di sfruttamento del giacimento;

5.

i materiali inerti, le terre e le rocce da scavo da utilizzarsi per il riempimento degli scavi dovranno essere preventivamente caratterizzati sotto l'aspetto geomeccanico e chimico-fisico, al fine di confermare l'idoneità all'uso previsto e di accertare l'assenza di contaminazioni, alterazioni o mineralizzazioni secondarie; il riutilizzo di tali materiali dovrà essere obbligatoriamente autorizzato dagli Enti competenti, nel rispetto dell'art. 186 del D.Lgs. n.

152/2006 e s.m.i. e delle eventuali prescrizioni di altre Autorità competenti;

6. dovrà essere predisposto, sino alla conclusione dell’attività estrattiva autorizzata, un accurato piano di monitoraggio ambientale in cui siano rilevate e descritte le fasi e attività di utilizzazione del giacimento, con indicazione dei quantitativi di materiali estratti e da estrarre e, per le fasi di recupero ambientale, dei volumi e tipologie di materiali utilizzati per il riempimento degli scavi, con precisa indicazione della loro provenienza e periodo di utilizzo; inoltre, la prosecuzione dei lavori dovrà essere documentata con periodicità semestrale mediante fotografie panoramiche e di dettaglio;

7. al fine di consentire il riscontro periodico delle previsioni progettuali, i dati e le informazioni inerenti al monitoraggio ambientale dovranno essere trasmesse con periodicità biennale e in forma di “Relazione di monitoraggio ambientale e stato di avanzamento dei lavori” al Servizio Sostenibilità Ambientale e Valutazione Impatti, oltre che agli Enti competenti;

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8.

al fine di mitigare gli impatti visivi, gli impatti acustici e la dispersione di polveri, dovranno essere realizzate opportune "barriere verdi" di larghezza non inferiore a 3 metri lungo le porzioni perimetrali dell'area di cava adiacenti a strade e piste;

9.

per la realizzazione delle barriere verdi, dovranno essere utilizzate piantine arbustive ed arboree autoctone, anche di carattere agrario, di altezza iniziale non inferiore a 1 metro, da posizionare alternativamente in termini di specie vegetali e su distinti filari; durante la realizzazione delle barriere verdi, si dovrà aver cura di mantenere e conservare le siepi spontanee eventualmente presenti;

10. al fine di garantire la massima sicurezza dell'area, dovrà essere posta in opera una adeguata recinzione perimetrale alla cava, oltre alla collocazione, lungo la recinzione, di un appropriato numero di cartelli ammonitori di pericolo;

11. dovrà essere evitata ogni interferenza dell'attività estrattiva con falde idriche profonde e superficiali, con i corsi d'acqua e i compluvi principali prossimi alla cava; inoltre, dovrà essere escluso qualsiasi scambio reciproco o diretto tra acque di dilavamento dei piazzali di cava e di lavaggio degli inerti nelle fasi di lavorazione con le acque di scorrimento dei corsi d’acqua;

12. al fine di evitare l'accumulo d'acqua nelle aree di scavo, dovrà essere realizzato un appropriato sistema di drenaggio e convogliamento delle acque meteoriche verso la rete idrografica naturale, anche mediante canali di guardia e di intercettazione dei deflussi superficiali;

funzionalmente al sistema di drenaggio dovrà essere predisposto un bacino di dimensioni idonee, finalizzato alla decantazione e chiarificazione delle acque prima della loro immissione finale nei corpi idrici naturali;

13. al fine di assicurare la funzionalità del sistema di regimazione idraulica dell'area di cava, dovrà essere periodicamente effettuata la necessaria manutenzione del sistema di drenaggio, delle canalette e della vasca di decantazione, inclusa la rimozione del carico solido depositatosi e il riutilizzo dei sedimenti nei lavori di recupero morfologico;

14. la pendenza conferita ai piazzali di fondo, sia durante le fasi di coltivazione sia all’atto del recupero morfologico e ambientale, dovrà essere tale da impedire la formazione diffusa di aree acquitrinose e assicurare il normale deflusso delle acque dilavanti; inoltre, la configurazione dell'area di cava dovrà garantire il corretto drenaggio delle acque superficiali verso i collettori naturali;

15. dovranno essere contenuti al minimo indispensabile gli spazi destinati alle aree per lo stoccaggio temporaneo del materiale movimentato e per le piste di stretta pertinenza dei cantieri, oltre agli ingombri di piste e strade di servizio esistenti;

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16. dovranno essere messi in atto gli accorgimenti tecnico-progettuali e le più efficaci misure di mitigazione al fine di:

− garantire la massima tutela di suolo, sottosuolo, acque superficiali ed atmosfera e minimizzare gli effetti ambientali indotti dal rumore e dalle vibrazioni;

− controllare la stabilità dei terreni per prevenire scoscendimenti e smottamenti di ogni genere;

contenere le polveri dovute alla movimentazione dei macchinari in fase di escavazione, carico e trasporto, sui piazzali e sulle aree potenzialmente polverose, soprattutto durante le stagioni secche e le giornate ventose;

− mantenere in perfetta efficienza gli impianti di lavorazione, anche mediante l'adozione di idonei sistemi di depolverizzazione;

− mantenere in perfetta efficienza la strada che conduce all'area di cava;

17. la verifica di stabilità dei fronti di scavo, ai sensi della normativa vigente, dovrà essere ripetuta con cadenza annuale e, in ogni caso, ogni qual volta possano essere modificati i principali parametri utilizzati nel progetto;

18. in fase di cantiere dovrà essere garantita ed accertata:

− la periodica revisione e la perfetta funzionalità di tutte le macchine ed apparecchiature di cantiere, in modo da minimizzare i rischi per gli operatori, le emissioni anomale di gas e la produzione di vibrazioni e rumori non a norma, anche mediante l’adozione di misure gestionali che obblighino i conducenti allo spegnimento dei mezzi durante il non utilizzo;

− il rapido intervento per il contenimento e l’assorbimento di eventuali sversamenti accidentali interessanti acqua e suolo;

− lo smaltimento in conformità alle leggi vigenti in materia dei materiali inquinati e di tutti i rifiuti prodotti durante l’esecuzione delle attività e opere;

19. tutte le aree di cava dovranno essere tenute in modo decoroso, evitando la creazione di discariche, l'accantonamento di mezzi e attrezzature in disuso e quanto altro non necessario alla conduzione dell'attività che possa creare un ulteriore impatto visivo negativo;

20. i muri a secco di separazione tra i terreni eventualmente interessati dall'intervento dovranno essere disfatti, il pietrame dovrà essere accumulato in luogo idoneo e funzionale alla prosecuzione dei lavori di coltivazione; a fine lavori i muretti a secco divisori delle proprietà

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dovranno essere ricostituiti, per forma e sezione, secondo la tradizione locale e restituiti ai limiti catastali originari;

21. preventivamente all’avanzare dei fronti di cava e alla rimozione degli strati superficiali di terra agraria, dovranno essere rimossi tutti gli esemplari vegetali autoctoni di qualsiasi specie arbustiva e arborea, meritevoli di conservazione per dimensioni e portamento; le piante, dovranno essere asportate con idoneo pane di terra, evitando di arrecare danni irreversibili agli individui o a parti degli stessi, e accuratamente reimpiantate nei settori in fase di recupero;

22. preliminarmente alla fase di coltivazione e allo scopo di favorire il successivo recupero dei suoli, il terreno agrario dovrà essere asportato avendo cura di selezionare e stoccare separatamente gli orizzonti superficiali ricchi di humus (primi 50 cm) e quelli più profondi e argillosi (oltre 50 cm di profondità);

23. l'asportazione degli strati superficiali di suolo dovrà essere effettuata attraverso l'uso di macchinari idonei al fine di minimizzare la compattazione del terreno; qualora fosse necessario lo stoccaggio temporaneo, il suolo asportato dovrà essere accumulato ordinatamente in aree idonee, prestando particolare attenzione alla direzione del vento dominante in modo da ridurre la potenziale dispersione della frazione fine del terreno;

24. sui cumuli di terreno vegetale asportato e stoccato dovranno essere realizzate idonee semine protettive con miscugli di specie erbacee ad elevato potere aggrappante, allo scopo di conservare la fertilità e di limitare l'inaridimento, il dilavamento e la dispersione di polveri;

25. nelle zone di raccordo dei settori di cava dismessi con le aree attigue non modificate, dovranno essere adottati criteri e tecniche di transizione graduale sotto l'aspetto morfologico, agronomico e pedologico, al fine di evitare variazioni nette tra le aree di cava e quelle mantenute allo stadio originario;

26. al fine di consentire il riutilizzo dei suoli per scopi agricoli, tutte le superfici pianeggianti e sub- pianeggianti, recuperate mediante il riempimento dei vuoti di cava, dovranno essere adeguatamente rigenerate sotto l'aspetto pedologico mediante lo stendimento della terra asportata secondo la stratificazione originaria del suolo; inoltre, dovrà essere evitata la formazione di un'eccessiva pietrosità superficiale;

27. qualora il terreno vegetale asportato ed accantonato in precedenza non dovesse essere sufficiente al completo ripristino del suolo agrario, i volumi mancanti dovranno essere compensati mediante apporti di terreno con caratteri chimico-fisici coerenti con i suoli originari dell'area e con le semine e piantagioni previste in progetto;

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28. dovranno essere adottate le migliori pratiche agronomiche al fine di ricostituire i caratteri e la fertilità originaria del terreno; inoltre, per la ricostituzione di adeguati tenori in sostanza organica ed elementi nutritivi del suolo, dovranno essere utilizzati esclusivamente ammendanti, concimi organici o compost di qualità, privi di materiali non conformi (vetro, plastica, rifiuti metallici, ecc.);

29. tutte le aree residuali che, per acclività, rocciosità, pietrosità o altri fattori limitanti non risultassero recuperabili sotto il profilo agricolo, dovranno essere opportunamente riqualificate mediante appropriati interventi di rinaturalizzazione e reinserimento vegetazionale, in coerenza con la vegetazione potenziale del sito;

30.

durante l’esecuzione degli interventi di recupero ambientale, la Direzione Lavori dovrà essere supportata da personale esperto in discipline agronomico-forestali e tecniche vivaistiche, al fine di verificare la coerenza agronomica ed ecologica e la corretta esecuzione pratica delle opere a verde; inoltre, tutti gli interventi dovranno essere effettuati in accordo con il Servizio Territoriale Ispettorato Ripartimentale del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale;

31. per almeno due anni dall’impianto del materiale vegetale vivo, e comunque sino al completo affrancamento delle piantine e delle erbe introdotte artificialmente, si dovrà provvedere alle necessarie cure colturali, alle irrigazioni periodiche e di soccorso e, qualora si riscontrasse uno scarso attecchimento, agli interventi di infittimento delle superfici inerbite e di risarcimento delle fallanze tra le specie arboree e arbustive;

32. dovrà essere predisposto un organico piano di gestione, manutenzione e messa in sicurezza dei luoghi, al fine di garantire nel tempo l’efficienza degli interventi di recupero ambientale ed evitare il deterioramento delle condizioni di protezione e stabilità ambientale raggiunte; in particolare, dovrà essere evitata ogni forma di pascolamento sino a completo recupero pedologico, agronomico e naturalistico dei luoghi;

33. al termine delle attività e delle operazioni di recupero, il cantiere dovrà essere completamente smantellato, dovrà essere effettuato lo sgombero dai macchinari e lo smaltimento dei materiali utilizzati, evitando la creazione di accumuli permanenti in situ; dovranno altresì essere recuperate, rinaturalizzate e rinverdite anche le aree delle piste di servizio, dei piazzali di stoccaggio e accumulo, della vasca di decantazione e ogni eventuale area dismessa compresa all’interno dell'area di cava.

Tutto ciò premesso, l'Assessore della Difesa dell'Ambiente, constatato che il Direttore Generale ha espresso il parere favorevole di legittimità, propone alla Giunta regionale di far propria la proposta del Servizio Sostenibilità Ambientale e Valutazione Impatti.

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La Giunta regionale, condividendo quanto proposto e rappresentato dall'Assessore della Difesa dell'Ambiente

DELIBERA

− di esprimere, per le motivazioni indicate in premessa, un giudizio positivo sulla compatibilità ambientale per il progetto “Prosecuzione ed ampliamento dell'attività di cava di materiali per uso civile denominata Sa Grutta e Su Sparau”, in comune di Serdiana, proposto dalla Società Calcestruzzi S.p.A., a condizione che siano rispettate le prescrizioni descritte in premessa, sull’osservanza delle quali dovranno vigilare, per quanto di competenza, il Servizio Attività Estrattive dell’Assessorato regionale dell’Industria, la Provincia di Cagliari, il Servizio Ispettorato Ripartimentale del C.F.V.A. di Cagliari e l’ARPAS;

− di stabilire che la durata dell’autorizzazione da rilasciare dal Servizio Attività estrattive dell’Assessorato regionale dell’Industria non potrà avere durata superiore a 10 anni;

− di stabilire che, fermo restando l’obbligo di acquisire gli altri eventuali pareri e autorizzazioni previsti dalle norme vigenti, la presente deliberazione ha validità coincidente con il periodo di vigenza dell’autorizzazione dell’Assessorato regionale dell’Industria.

Il Servizio SAVI provvederà alla comunicazione della presente deliberazione ai soggetti interessati al procedimento, a tutte le Amministrazioni competenti, anche in materia di controllo ambientale, e alla pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Autonoma della Sardegna (BURAS).

Il Direttore Generale Il Presidente

Fulvio Dettori Renato Soru

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