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QUATTRO MOTORI PER ROSINA

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Academic year: 2022

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QUATTRO MOTORI PER ROSINA

Lei è una vecchia Lancia Beta Coupè.

Lui è una faccia nota, molto nota nell’ambiente motociclistico. Loro sono sedici cilindri Yamaha.

E il resto della banda non è meno pericoloso.

di Loris Reggiani

BIG MOTORS

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L

a “Rosina” nasce nell’inverno tra l’88 e l’89, in un bar dove mi trovo spesso coi miei più cari amici: quelli del “motore”.

“Rosina” - Breve cronistoria.

Una sera arriva uno e fà:

- Hanno costruito una macchina da autocross con due motori da moto: uno davanti e uno dietro.

- Come cazzo hanno fatto coi diffe- renziali!? - chiedo io a Petracci (mio primo meccanico da corsa).

Dopo mezz’ora di discussione sia- mo comunque dell’idea che è più facile farla con 4 motori anziché con 2 e allora qualcuno fa:

- I soliti “sboroni”...

- Non è mica difficile - dico io - È una cazzata - dice Petracci - È facilissimo - dice Albano - Non siete capaci

- Sì - No

- Scommettiamo?

Ora è finita ma è stata dura!

Alla fine del 4° inverno (il solo pe- riodo dell’anno che dedichiamo a

“Lei”), la meritata soddisfazione di sentirla in moto e di provarla:

Terrificante, mai provato tanto gusto, forse nemmeno scopando Bo Derek! E un’altra cosa incredi- bile: non si è rotto niente dopo 7- 8 partenze da fermo, questa è la cosa che più mi ha impressionato;

sì, perché ero matematicamente sicuro che i semiassi sarebbero colati via subito (segno tangibile

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che “non ci prendo mai”). Oltre noi tre (Orlando Petracci, Albano Fab- bri, e il sottoscritto), che siamo stati ideatori, progettisti, disegna- tori e costruttori, ci hanno aiutato un sacco di amici senza i quali si- curamente non saremmo riusciti a f a r l a .

In ordine di apparizione:

-“Paquito”, ha montato in mezza giornata un telaietto anteriore della Beta compreso di sospensioni, al re- trotreno, così da poter montare i motori anche dietro;

-Siro (ex MV Agusta), che ci ha co- struito in due settimane tutti i tubi

di scarico (lavoro mostruoso) che aveva fatto vacillare la “Rosina”;

-“Enriquez” Klun che ci ha insegna- to a costruire il modello dei para- fangoni che ci sono ora montati;

-Nino Bandiera (computers Aprilia), che si è degradato ad elettrauto e ci ha fatto, in un giorno e mezzo, tutto Drudi, oltre a essere una grande amico

di Reggiani, è anche un affermato desi- gner (famosi i suoi lavori per la Daine- se abbigliamento per moto). Nell’adesi- vo appositamente realizzato ha così im- maginato Rosina, una severa e procace romagnola con tanto di mattarello e si- garetta.

A parte ciò che rimane di una vecchia Lancia Beta Coupè, la Rosina è soprat- tutto un concentrato motociclistico.

Sotto i suoi cofani albergano infatti centinaia di cavalli, quelli sviluppati da quattro motori Yamaha FZR 1000, una delle moto giapponesi più sportive e performanti mai prodotte.

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- dalla A alla Z - l’impianto elettrico della Rosina (cosa che aveva già fat- to fuggire atterriti una buona dozzi- na di elettrauti).

Ci hanno altresì aiutato:

-Carlo e “Gagìn” autodemolizioni:

fornitori ufficiali di pezzi di ricam- bio gratis per la Rosina;

-Gandolfi della Prosimet, che ci ha costruito 6 ruote “apposta”;

-l’ing. Emiliani e tutto il reparto cor- se Minardi, che ci ha aiutato a tro- vare soluzioni tecniche e materiali adatti;

-Gianni Civita, che ha fatto stampi e pezzi in vetroresina di tutta la car- rozzeria;

-Renato “Perrone” che tra una cena e l’altra ci ha costruito i “passaruo- ta”;

-il mitico “Ferrara” Daniele, Carroz- Nel più puro stile racer a stelle e stri - scie, a fianco del 13 portafortuna (il numero che Loris Reggiani voleva sulle sue Aprilia ufficiali quando era pilota) l’elenco dei tre disperati che una tan - tum si alternano alla guida della Rosi- na nelle uscite sul circuito di Misano Adriatico.

Adesso che lo sappiamo siamo più tranquilli: non è turbo. Ha solo sedici cilindri e un’ottantina di valvole. E tut- ti si augurano di non dover mai dare una smerigliatina alle sedi. O peggio una “pelatina” ai condotti...

Sul cofano rimaneggiato, oltre ai nomi delle aziende “amiche” che hanno aiu - tato la banda delle Rosina, sono state applicate delle prese d’aria aggiuntive per le esigenze dei due motori anteriori.

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zeria Estense, che tra mille lacrime ha speso un sacco di tempo fra stuc- chi e vernici della Rosina;

-il sig. Ognibene, che ci ha regalato tutte le trasmissioni comprese coro- ne e pignoni fatti a controllo nume- rico;

-i f.lli Poggipolini, che si mettevano le mani nei capelli tutte le volte che gli facevo fare dei pezzi o delle viti per la Rosina;

-Saraghina (comunemente detto

“pesce azzurro”), che ci ha dato l’au- tobloccante anteriore;

-“Fragolino” (preparatore di Meldo- la), ci ha regalato le cinture;

-“Pateta” ha saldato la Rosina a filo per sei ore di fila;

-la Dunlop ci ha mandato le gom- me;

-Aldo Drudi e la Neon Studio hanno dato (in un paio di nottate) il tocco di classe.

Nel cofano anteriore sono stati montati due dei quattro Yamaha FZR 1000. In evidenza gli otto depressori delle due bat - terie dei carburatori Mikuni originali.

La disposizione dei due basamenti è trasversale frontemarcia, così come quella dei due motori posteriori. Una soluzione resa possibile dalla tipica compattezza dei propulsori motocicli - stici.

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Infine, ma non ultima, Barbara, che nonostante fosse un po’ gelosa della Rosina, mi ha lasciato fare, non ha

“rotto” più di tanto tutte le volte che, invece di uscire con lei, lavora- vo sulla creatura.

E non dimentichiamoci degli spon- sor che insieme a Paolo Bonora

hanno permesso, con il loro contri- buto, di ottenere presentazioni de- gne di una supercar: Giannelli e Ce- bora che, oltre a sponsor, sono so- prattutto dei cari amici.

Un grosso contributo l’hanno co- munque dato quegli amici che, di tanto in tanto, ci venivano a trovare

la sera mentre si lavorava e ci sor- reggevano psicologiamente, dandoci anche loro la forza per non mollare nei momenti più duri; un grazie an- che a loro.

Avrò sicuramente dimenticato qual- cuno, lo faccio sempre, non me ne

vogliate. ■

Considerando che la scocca della Beta Coupè era nata per dei tranquilli qua - dricilindrici di 1300, 1600 e 1800 cm3, e che comunque la Casa madre aveva applicato nell’ultima versione Volumex un 2000 con compressore volumetrico, alla Rosina si è giustamente irrigidito il telaio. Qui vediamo l’artigianale barra duomi.

Anche all’interno dell’abitacolo è stata inserita una struttura di rinforzo: un classico roll-bar. Completamente rifatti plancia, cruscotto e comandi.

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Dopo le note autobiografiche del pro- tagonista di questa impresa tecnica ri- mane ben poco da aggiungere. Reg- giani oltre a essere un grande manico motociclistico (e, qualcuno aggiunge, anche automobilistico) è pure un’otti- ma “penna”. Accidenti a lui che gli viene bene tutto ciò che fa e, nono- stante dichiari di “non prenderci mai”, con le moto, le auto e le donne, ci prende eccome. Volendo metterci un pizzico d’invidia, forse è un po’ esa- gerato, ma senza raggiungere i fre- quenti eccessi romagnoli. E, in fin dei conti, Loris dimostra di essere un buon- gustaio nelle sue scelte, motoristiche e

non. Possiede una splendida Chevrolet Corvette Sting Ray biancorossa (la ver- sione più attraente e significativa), una Porsche di quelle giuste e tante belle moto.

Più obiettivamente Reggiani è un per- sonaggio carismatico, che riesce a coinvolgere le persone attorno a sé in

imprese disperate, in puro stile filmico Fitzcarraldo.

Ecco spiegato come Reggiani è riusci- to a realizzare questa sua sfida, che nelle prove estemporanee sul circuito Santamonica di Misano Adriatico ha veramente stupito per le prestazioni raggiunte. D’altronde 560 CV non so- I due motori posteriori sono stati fissati

in posizione centrale, praticamente al posto del sedile posteriore. La trasmis - sione ai due semiassi è a catena.

La trasmissione a terra di così tanti ca- valli, e con una configurazione mecca- nica decisamente inconsueta, ha richie- sto alcuni pezzi speciali come il diffe - renziale di Formula della Minardi e una laboriosa messa a punto.

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no uno scherzo, è in pratica la poten- za di un Formula Uno di qualche anno fa. Solo il peso notevolmente superiore e la mancanza di una raffinata areodi- namica non consentono prestazioni paragonabili a quella di una monopo- sto di Formula, ma non importa. Le sensazioni sono probabilmente uni- che. Anche sotto il profilo acustico, perché il rombo di sedici cilindri a scarico libero è assolutamente in- confondibile.

Adesso che la Rosina è ormai finita da tempo e Reggiani è ormai un ex pilota e disoccupato di lusso. Speriamo che sfrutti parte del suo tempo libero in una nuova idea. Loris e i suoi amici sono dei grandi appassionati; certa- mente gente della loro pasta non può non avere un cassetto pieno di progetti e sogni da realizzare. Se verrà aperto, vedremo cosa ne verrà fuori la prossi-

ma volta. ■

Lo stesso schema meccanico è stato utilizzato per la trasmissione sull’assale anteriore. Infatti la Rosina è anche una quattro ruote motrici.

DIMENSIONI E PESO

Carreggiata 1930 mm

Passo 2360 mm

Larghezza max 1950 mm

Lunghezza max 4230 mm

Altezza max 1210 mm

Peso in ordine di marcia 1250 kg

PRESTAZIONI

Potenza max 560 CV a 10.000 g/m

Coppia max non pervenuta

Velocità max non si sa

Accelerazione da 0 a 100 km/h molto rapida

Consumo elevato (anche in città)

TRASMISSIONI

A catene con autobloccante post. 85%, ant. 85%

Pneumatici 240/605-16 post. e ant.

Cerchi Tecnomagnesio canale da 10”

MOTORI

Quantità motori 4 (come le ruote)

Totale cilindri 16

Totale valvole 80

Totale turbocompressori 0

costo totale della Rosina 16.360.000 lire Perché Rosina?

Esprime tutta la grinta che ha dentro.

Rosina 4x4 = 1 6 (80 valves - no turbo)

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