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Il TFR è un diritto, perchè ai dipendenti pubblici viene sequestrato per anni? : petizione e sit-in davanti sede del Governo

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Academic year: 2022

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“Il TFR è un diritto, perchè ai dipendenti pubblici viene

“sequestrato” per anni?”:

petizione e sit-in davanti sede del Governo

VARESE, 8 ottobre 2020-Noi siamo alcuni firmatari delle petizioni nate spontaneamente l’anno scorso ed alle quali nel frattempo, hanno aderito più di 2400 famiglie.

Con riferimento al Trattamento di fine servizio (TFS) per i dipendenti pubblici che vanno in pensione, in attuazione del decreto legge sulla Quota 100 ed in modo particolare all’articolo 23 D.l. n.4 /2019, nonostante i ripetuti annunci agostani, televisivi e mediatici ed i continui proclami fuorvianti sull’operatività del provvedimento, presenti in internet, su siti più o meno collegati al governo, ad oggi, prima decade di ottobre 2020

CONSTATIAMO CHE:

1) dopo un anno e mezzo di attesa,l’ottenimento del proprio TFS/TFR (liquidazione) è ancora impossibile per ogni ex lavoratore del Pubblico Impiego.

2) Nulla è stato chiarito dal governo circa il perfezionamento del Fondo di Garanzia per gli istituti bancari,che sta provocando un ennesimo blocco nell’attuazione del provvedimento di legge e che, per tutti i pensionati con quota 100, si traduce in un grave danno economico ed in un forte disagio esistenziale.

3) Continua la ingiusta discriminazione verso i lavoratori del pubblico impiego rispetto a quanto avviene nel privato,si

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perpetua cosi una disparità di trattamento,con pesanti conseguenze ,per noi,per le nostre famiglie e per quei lavoratori che andranno in pensione dopo di noi in futuro! Chi è andato in pensione con quota 100 ha già dovuto metabolizzare l’idea di dover pagare un interesse alle banche, un obolo per l’anticipo di soldi già nostri! Ma nemmeno cosi otteniamo quanto ci spetta, non potremo, a nostra volta, sanare situazioni debitorie né sostenere spese mediche o famigliari.

Non siamo in condizioni di agiatezza e, nel difficile momento attuale, aggravato dal Covid, la situazione diventa per noi ancora più insostenibile!

Osserviamo inoltre come, tra le stringenti condizioni per poter ottenere il prestito sia presente un ulteriore ostacolo, ne vengono esclusi infatti quei richiedenti già segnalati negli Archivi della Centrale Rischi della Banca D’Italia, in relazione a debiti scaduti o sconfinanti! Non è questa una pesante contraddizione?

In quale Stato si deve attendere 6 anni per ottenere il proprio Tfs/Tfr?

Tacciono i ministri coinvolti nella legge per l’anticipo del TFS, dopo essersi presi il merito della realizzazione di un dispositivo di legge, che però continua ad essere rimandato nella sua esecutività!

Tace la ministra Dadone che ad agosto, e già prima, si intestava i meriti del provvedimento e tacciono gli altri ministeri coinvolti nell’operazione, dal MEF di Gualtieri al Ministero del Lavoro della ministra Catalfo.

Il pantano burocratico è diventato un tunnel senza fine: la mancanza di firme al testo di legge, il non perfezionamento del Fondo di Garanzia, l’assenza di banche nazionali aderenti all’Accordo Quadro sulla piattaforma online producono ritardi su ritardi da 18 mesi: quale interpretazione dare a questo stallo se non la precisa negazione di un diritto che non si

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vuole tradurre nei fatti? L’obiettivo non dichiarato pare proprio sia quello di ostacolare il più possibile un provvedimento di legge, nato già dal precedente governo 5 Stelle/Lega, poi continuato da questo attuale e che tutti avevano definito “URGENTE”: non fosse che la situazione è per noi dura a sopportarsi ci sarebbe da ridere, pensando all’enormità di tempo trascorso!.

CI SIAMO STUFATI di doverci sentire rassicurati di fronte a questa continua dilazione nel tempo per l’ottenimento del nostro diritto, lottiamo per noi ORA e per tutti i lavoratori del pubblico impiego che andranno in quiescenza dopo noi!

Per sollecitare l’ottenimento del nostro diritto, abbiamo perciò deciso di indire un sit-in, pacifico e nel rispetto delle norme sanitarie

MERCOLEDI 21 OTTOBRE 2020 DALLE ORE 11,30 DI FRONTE ALLA SEDE DEL GOVERNO PALAZZO CHIGI A ROMA

Siamo cittadini che, insieme ai propri doveri, sentono fortemente l’esigenza di difendere i propri diritti!

Chiediamo ospitalità agli organi di stampa ed alle redazioni di alcune trasmissioni televisive, a cui viene inviato questo testo per la diffusione. Lanciamo al contempo un appello per l’apertura di un dibattito sul continuo peggioramento delle pensioni pubbliche, come si evince dalla loro mancata rivalutazione, per la necessaria separazione tra spese per la previdenza ed assistenza nei bilanci Inps e contro lo svantaggioso ricalcolo contributivo delle pensioni pubbliche per i futuri pensionati.

ALCUNI FIRMATARI DELLE PETIZIONI:

Bacco Andrea, Padova; Luciano Leone, Novara; Daniela Piemontesi, Trieste; Claudio Coccia, Spoleto; Rodolfo Giannattasio, Busto Arsizio; Anna Lo Piccolo Palermo; Attilio Zuccarello Catania; Fontò Claudio Gallipoli; Erina Braghese

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Roma; Mina Guido Cuneo; Lucia Rubino Palermo; Maria Cristina Arena Catania; Mauro Esposito Genova; Rita Talarico Oleggio;

Rosario Romeo Genova; Salvatore Cesarini Pesaro; Claudia Bazzani Ravenna; Luigi Insanguine Novara ; …..Seguono firme….

Arrestato Comandante Polizia Locale di Ponte Tresa per corruzione. Indagate altre 4 persone

PONTE TRESA, 8 settembre 2020-Arrestato per reato di corruzione il Comandante Polizia Locale di Ponte Tresa, ora ai domiciliari.

L’ordine eseguito dalla Guardia di Finanza di Luino, è stato emesso dall’ufficio del G.I.P. del Tribunale di Varese, su richiesta della locale Procura della Repubblica.

Coinvolte altre 4 persone e l’applicazione dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria .

Le attività investigative, svolte mediante l’acquisizione di documentazione amministrativa e contabile tipiche della polizia economico-finanziaria, indagini tecniche, appostamenti e pedinamenti, hanno permesso di porre fine a ipotesi corruttive che duravano da anni.

Secondo le ipotesi investigative il pubblico ufficiale avrebbe sfruttato il ruolo ricoperto come una posizione di potere in favore di commercianti e ambulanti, nei confronti dei quali veniva, a seconda dei casi, omesso di contestare diverse

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violazioni, incassando solo una parte delle infrazioni contestate, in cambio di beni materiali e di consumo ceduti gratuitamente.

Il pubblico funzionario in particolare, si sarebbe prestato a piegare la propria funzione al servizio di commercianti di etnia straniera, per i quali era diventato un vero e proprio punto di riferimento anche per il disbrigo di pratiche amministrative, organizzando riunioni nel proprio ufficio e ricevendo in cambio la sistematica somministrazione di pasti gratuiti sino a venire soprannominato con l’appellativo “il mangione”.

Lo stesso, inoltre, in occasione del mercato settimanale, si sarebbe prestato a controlli meno rigidi nei confronti degli ambulanti a lui “vicini”, omettendo di rilevare diverse irregolarità nell’occupazione delle aree pubbliche in cambio di prodotti commercializzati dagli stessi commercianti, dal prelievo in maniera sistematica di interi borsoni di prodotti alimentari senza pagare nulla, sino a vacanze gratis all’estero, effettuando controlli più rigorosi nei confronti di ambulanti che non si prestavano a tali comportamenti di favore.

Riflessioni: “Natale con i suoi sepolcri imbiancati”

VARESE, 30 dicembre 2020-di VINCENZO ANDRAOUS-

Me ne stavo in disparte, nelle ultime file della Chiesa, perché volevo ascoltare un po’ di silenzio senza rumore, quando poco distante da me, alcune persone stavano parlottando del Papa, di come a volte, “secondo loro”, Francesco usi toni

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ricattatori, di rimprovero, nei riguardi di chi invece “come loro” non meritano di essere tirati per la giacchetta. Si riferivano alle parole pronunciate dal Pontefice durante la Messa della Notte di Natale: Gesù è nato scartato per dirci che ogni scartato è figlio di Dio”.

Non riesco a trovare una sola prevaricazione alla coscienza di chicchessia nelle parole pronunciate da Francesco, se non l’intenzione di fare convergere la testa al cuore e magari anche alla pancia, affinché l’azione morale di ognuno sia sinonimo di libertà di ciascuno. Mentre quel Bimbo nasce, significando una ri-nascita per tutti e non certamente il passaggio di una mera ricorrenza, ebbene, poco più in là da quella mangiatoia, qualcuno s’accalorava per fare emergere la propria ineccepibile condotta sociale e fede cattolica profonda. Al punto da ribadire che Francesco non può rivolgersi in quella maniera alle persone per bene, dunque sarebbe più consono che rivolgesse tali giudizi verso i soli malfattori e delinquenti all’intorno.

Insomma una notte di Natale dei lunghi coltelli, una notte di parole buttate lì come cluster bombs, come a volere nascondere da una parte il proprio analfabetismo emotivo, dall’altra il proprio domicilio coatto con ben conosciuti sepolcri imbiancati. Personalmente nelle parole di Francesco sento il cuore della speranza e della rinascita, per chi è autorevole a sufficienza per non ritenersi coinvolto in piroette intellettuali di così poco conto, ma anche nei riguardi di chi ha sbagliato, di quanti hanno tradito il patto sociale, di coloro che in galera o nella vita pagano il proprio debito con la collettività, tentando di riparare con dignità al male fatto, anche da dentro una cella, dove Dio c’è, e non è morto come qualcuno vorrebbe che sia.

Papa Francesco non ha mai inteso confondere il giusto dallo sbagliato, il male dal bene, perché questo discernere è il respiro indistruttibile della fede che sorregge la nostra esistenza. Forse come ha ben detto qualcuno, dimentichiamo

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troppo velocemente che per sperare occorre avere fatto un grande incontro, quel Bimbo spogliato di tutto. La Messa volgeva al termine, con profondo rammarico non sono riuscito a trovare quel silenzio che cercavo, in questa notte di passi in avanti, di orme digitali, di quiete e di amore, la sensazione è di essere sempre più inadeguati, di non farcela a scavalcare le intemperie delle commiserazioni, mentre Dio con la nascita di quel bambino ci dice: “Coraggio, sono con te”.

redazione@varese7press.it

Vedano Olona, mascherine alle

famiglie offerte

dall’industria LATI

VEDANO OLONA, 6 aprile 2020-Il Comune di Vedano Olona ha ricevuto una consistente donazione di mascherine da parte di LATI Industria Termoplastici S.p.A., importante e storica azienda del territorio.

Si tratta di 7.000 mascherine di tipo chirurgico che la Dott.ssa Michela Conterno (AD Lati) ha consegnato al Sindaco Cristiano Citterio, il quale le ha prontamente affidate al Gruppo locale di Protezione Civile, i cui volontari sono impegnati dall’inizio dell’emergenza per supportare gli uffici comunali nella prevenzione e sostegno ai cittadini.

Le mascherine saranno quindi imbustate per essere restituite alla Protezione Civile, la quale nei prossimi giorni provvederà a distribuirle nelle cassette delle lettere delle famiglie vedanesi (2 mascherine per famiglia). Ciò è stato possibile grazie ad altre due realtà del territorio: la ditta

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CELSA s.r.l., che fornisce gratuitamente le buste in cellophan, e la cooperativa B.Plano, i cui volontari provvederanno al confezionamento. Si può quindi dire che Vedano ha messo in campo una vera e propria rete di solidarietà!

“Siamo tutti orgogliosi e riconoscenti di avere sul territorio realtà produttive come queste che collaborano tra loro e si prodigano per il loro paese, – commenta il Sindaco Cristiano Citterio – . Ogni gesto di generosità è significativo in un momento di emergenza come questo ed indica quale sia la via per vincere la guerra contro l’epidemia: combattere tutti insieme, aiutandoci gli uni con gli altri. Ricordo l’invito comunque a tutti i cittadini a rimanere a casa e a non uscire se non per necessità di lavoro, sanitarie o per fare la spesa (limitatamente però ad un solo componente del nucleo familiare, una sola volta alla settimana). A Vedano oltretutto non mancano i servizi a domicilio: contattando B.Plano (al 388 8 8 9 5 5 4 7 d a l l e 1 0 a l l e 1 4 , o v i a m a i l : cooperativab.plano@gmail.com) potrete richiedere il servizio di spesa a domicilio attivato dai Commercianti Vedanesi.”.

Nuovo caso di coronavirus in provincia di Varese: un uomo di 74 anni ricoverato al Circolo

VARESE, 7 marzo 2020- di ELENA MONTI-

Nuovo caso di coronavirus in provincia di Varese.

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Si tratta di un 74enne risultato positivo dopo un controllo effettuato all’ospedale di Tradate, dove si era recato oggi per effettuare alcuni accertamenti.

Sequendo le nuove regole protocollari, il personale sanitario ha effettuato la prova del tampone, risultando appunto positivo al coronavirus.

L’uomo é stato trasferito al reparto infettivi dell’Ospedale di Circolo di Varese, mentre il figlio é tuttora sottoposto ad accertamenti.

Con quello di oggi i casi accertati salgono a 24, tra i quali vi é da registrare il primo decesso avvenuto la notte scorsa all’ospedale di Busto Arsizio.

Si tratta di un uomo di 86 anni ricoverato martedí scorso, 3 marzo, dopo essersi presentato spontaneamente al Pronto Soccorso del nosocomio bustocco presentando alcuni malesseri.

Non ancora chiaro come l’86enne avesse contratto il virus (primo caso accertato in provincia di Varese), ma fino a pochi giorni prima di accusare febbre e atri sintomi, l’uomo conduceva una vita piuttosto dinamica nonostante la non piú giovane etá.

redazione@varese7press.it

Dipendenza da gioco

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d’azzardo: come viene curata?

Lo spiega un seminario a Varese

VARESE, 18 novembre 2019-Negli ultimi 15 anni il mercato del Gioco d’Azzardo è cresciuto grazie a una colossale opera di legalizzazione.

L’azzardo entra sempre più nel nostro quotidiano, è entrato negli ambienti in cui viviamo mimetizzandosi negli spazi frequentati abitualmente, diventando parte dell’arredamento dei contesti quotidiani, nei centri commerciali, nei supermercati, in metropolitana, in autogrill, perfino in alcune erboristerie.

Il seminario sul Gioco d’Azzardo Patologico (GAP), organizzato per il 25 novembre (che verrà riproposto ancora a gennaio e a febbraio per poter raggiungere il maggior numero possibile degli operatori dell’ASST Sette Laghi) nasce proprio dalla esigenza di perfezionare le conoscenze in merito al Disturbo da Gioco d’azzardo patologico del personale sanitario, socio sanitario e socio assistenziale operante nei presidi ospedalieri e nelle strutture territoriali dell’ASST dei Sette Laghi.

Questo seminario è stato anticipato dalla richiesta a tutto il personale dell’ASST di compilare un questionario anonimo proposto dal Servizio di Prevenzione e Cura delle Dipendenze del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze. Il questionario si propone di rilevare la percezione degli operatori sanitari di fronte al fenomeno del gioco d’azzardo ed è già stato compilato da 740 operatori.

“I pazienti con un disturbo da gioco d’azzardo difficilmente riescono a riconoscere il proprio problema e quindi a chiedere aiuto – specifica Ivan Mazzoleni, Direttore Socio Sanitario

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d e l l ’ A S S T S e t t e L a g h i – G r a z i e a l c o n t r i b u t o d e i professionisti della salute operanti nei presidi ospedalieri e territoriali, la ASST Sette Laghi vuole approfondire l’osservazione e la raccolta di elementi utili a verificare quale approccio sia più efficace, al fine di garantire una precoce presa di coscienza della problematica e favorire una continuità di cura tra ospedale e territorio”

“Il Gioco d’Azzardo Patologico non è solo un problema sanitario. Riguarda aspetti sociali e culturali. – specifica Isidoro Cioffi, Direttore del Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze dell’ASST Sette Laghi – Entrare nella m e n t e d e l g i o c a t o r e r i c h i e d e u n m o d o d i p e n s a r e irrazionale. Il giocatore d’azzardo che perde molti soldi vive davanti ad una slot un’esperienza emotiva intensa e fortemente spiacevole che tenterà di compensare con l’unico mezzo che conosce: continuare a giocare. La velocità del gioco è spesso il fattore che ne determina la maggiore pericolosità: non c’è spazio per riflettere e pensare, la persona agisce sulla spinta delle sue emozioni. È capitato tutto sotto i nostri occhi, lentamente ma in modo progressivo e paradossalmente invisibile”.

“L’azzardo ha invaso e avvelenato i nostri territori, rendendoli terre di conquista sotto gli occhi ciechi delle persone che assistevano, senza rendersene conto, a questa irrefrenabile usurpazione. – illustra Claudio Tosetto, responsabile del Servizio di Prevenzione e Cura dell’ASST dei Sette Laghi – I nostri giovani ce lo ricordano continuamente quando li incontriamo all’interno degli Istituti scolastici:

se fa così male perché è legale? Dove sta, in tutto questo disegno di lucro, lo Stato che dovrebbe tutelare il cittadino e provvedere al suo benessere?”

“Nel 2017 gli italiani hanno speso per giocare d’azzardo 101,8 miliardi di euro, – continua Tosetto – oltre 5 miliardi in più rispetto al 2016, qualcosa come quattro manovre finanziarie messe insieme. Il 2018 ha segnato un altro inquietante

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record: per il gioco sono stati bruciati 107,3 miliardi di euro, con un incremento del 5,6 per cento rispetto all’anno precedente. È molto di più di quanto spende lo Stato italiano per sanità e istruzione. E non c’è crisi economica che tenga.”

Per fronteggiare tutto questo, nel 2018 la Regione Lombardia ha promosso un Piano di Intervento specifico per contrastare il fenomeno del gioco d’azzardo (DGR XI/585 del 1 ottobre 2018), che prevede, tra le altre azioni, una formazione rivolta agli operatori sanitari e psicosociali per favorire un approfondimento clinico, psicologico e sociale sul Disturbo da gioco d’azzardo.

L’obiettivo prioritario è quello di incentivare lo sviluppo di strategie efficaci per intercettare il più precocemente possibile le persone coinvolte in questi comportamenti di dipendenza.

Per informazioni sul Disturbo da Gioco d’Azzardo così come sulle altre Dipendenze da Sostanze o Comportamentali, è possibile rivolgersi al Servizio di Prevenzione e Cura delle Dipendenze dell’ASST dei Sette Laghi (Varese, Via Ottorino Rossi 9), anche telefonando allo 0332 277410 oppure al numero verde 800 018280 (Centro per le Dipendenze Giovanili – Con- t@tto).

Legionella a Busto Arsizio:

16 casi tra cui una persona deceduta

BUSTO ARSIZIO, 5 settembre 2020-Sono stati accertati nelle scorse ore 16 casi di legionella a Busto Arsizio.

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Una delle persone coinvolte è deceduta”. Ne dà notizia l’assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera.

“Le autorità sanitarie territoriali – continua Gallera – si sono attivate immediatamente e hanno realizzato i prelievi e la campionatura delle acque nelle abitazioni di residenza, il controllo degli impianti idrici (acquedotto) e delle torri di raffreddamento. Le analisi di laboratorio sono in corso. In via precauzionale è stata altresì eseguita una iperclorazione dell’acqua”.

“Sto seguendo con le autorità sanitarie il caso di Legionella a Busto Arsizio.

La situazione è sotto controllo, il primo caso alcuni giorni fa e tutti i 16 contagiati non sono in condizioni gravi, nessuno è ricoverato. Si è provveduto alle sanificazioni dell’area. Il decesso registrato non è attribuibile con certezza alla legionella trattandosi di un paziente pluripatologico e anziano”, dice Emanuele Monti (Lega), Presidente III Commissione Sanità e Politiche Sociali di Regione Lombardia

“Teniamo altissima l’attenzione e ringrazio gli operatori s a n i t a r i i m p e g n a t i i n q u e s t e o r e c o n g r a n d i s s i m a professionalità” conclude Monti.

Varese, slitta l’apertura Ponte di via Giordani

VARESE, 1 ottobre 2020-L’apertura del ponte di via Giordani a Varese è programmata, salvo ulteriori imprevisti, nel periodo compreso tra il 17 e il 21 ottobre e non tra il 7 e l’11 come precedentemente comunicato.

Il collaudo definito dell’impalcato si terrà nella notte tra l’8 e il 9 ottobre come in precedenza stabilito.

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La causa dello slittamento – non imputabile a Ferrovienrod – è il protrarsi delle operazioni di spostamento dei sottoservizi (acqua, gas, fibra ottica, bassa e media tensione), a cura delle aziende titolari dei servizi stessi, dalla posizione provvisoria attuale al nuovo impalcato.

Ambulanza anti contagio in dotazione al Sos di Malnate:

la prima in provincia di Varese

MALNATE, 24 novembre 2020- Una nuova speciale ambulanza in dotazione del Sos Malnate.

Delta, questo il nome, non è un automezzo come tutti gli altri: sarà la prima ambulanza anti-infettivi della provincia di Varese.

Su questa ambulanza verrà installato un sistema di protezione

“a pressione negativa”: è un presidio essenziale per contrastare la diffusione dei virus, specialmente nelle fasi di trasporto di pazienti potenzialmente infetti da sintomatologie respiratorie e infezioni polmonari con alto rischio di contagio.

«Quando abbiamo dovuto progettare l’acquisto di una nuova ambulanza abbiamo pensato che questo presidio non poteva mancare. La pandemia ha cambiato il nostro modo di lavorare:

dobbiamo proteggerci per proteggervi», dichiara il presidente Massimo Desiante che sottolinea come serva l’aiuto dei cittadini per coprire costi di acquisto.

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«Con le vostre donazioni ci aiuterete a proteggere i nostri volontari e soccorritori, che potranno operare senza rischi e in massima sicurezza».

redazione@varese7press.it

Sequestrati al valico di Gaggiolo orologi di lusso destinati a fiere di settore

GAGGIOLO, 22 febbraio 2020 – I militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Gaggiolo ed i funzionari dell’Agenzia delle Dogane, nell’ambito dell’attività di vigilanza doganale presso il valico di Gaggiolo, hanno sequestrato 34 orologi di lusso trasportati a bordo di un’autovettura di grossa cilindrata proveniente dalla Svizzera e diretta a Parma.

Prima che venisse formulata la domanda di rito sulla linea doganale, il conducente, un italiano da anni residente in Svizzera, dichiarava l’intenzione di voler importare temporaneamente in Italia 10 orologi di pregio per esporli presso uno stand fieristico. Il regime doganale della

“temporanea importazione” prevede l’esonero dal pagamento dei diritti doganali (dazi ed IVA) ma l’obbligo in seguito di riesportare la merce nel paese di provenienza.

I finanzieri, insospettiti da alcune anomalie rilevate dal raffronto tra il numero di serie degli orologi indicati nel documento presentato (Carnet A.T.A. rilasciato dalla Camera di Commercio del Cantone Ticino di Lugano) e gli orologi esibiti, procedevano ad un accurato controllo dell’autovettura.

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Durante l’ispezione veniva rinvenuta una valigetta riposta dietro al sedile del conducente con ulteriori 24 orologi di marchi prestigiosi da collezione (ROLEX, PATEK PHILIPPE, AUDEMARS PIGUET), estremamente costosi, tanto che il valore complessivo degli stessi è stato quantificato in oltre un milione e mezzo di euro.

La merce è stata sottoposta a sequestro ed il responsabile denunciato all’A.G. per il reato di contrabbando aggravato in quanto i diritti evasi superavano la soglia di 49.993 euro.

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