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AMICO DENTISTA. E si pensa anche che il primo incontro tra un dentista ed un bimbo (specialmente se molto piccolo) sarà per forza drammatico.

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Academic year: 2022

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AMICO DENTISTA

Cari genitori, spesso vi sarete chiesti quando il vostro bimbo debba essere visitato per la prima volta da un pedodontista (l’odontoiatra pediatrico) e come far si che sia un incontro piacevole e senza ansia.

Generalmente, si pensa che finché un bambino ha una dentatura formata esclusivamente da denti decidui (comunemente noti come

“denti da latte”), non sia necessaria una visita presso lo studio dentistico, se non in caso di urgenze, che possono essere rappresentate dal dolore acuto o da un trauma.

E si pensa anche che il primo incontro tra un dentista ed un bimbo (specialmente se molto piccolo) sarà per forza “drammatico”.

Questo è vero solo in parte e dipende anche dall’età di vostro figlio:

bambini molto piccoli, fino a due anni di età, non possono certo stabilire un dialogo con l’operatore e siete voi genitori gli interlocutori principali del pedodontista.

In questi casi, l’intervento si relega a controlli periodici che aiutano il bambino a conoscere l’ambiente e gli operatori e a non temere il contesto o a situazioni di urgenza (che, escludendo i traumi, posso essere evitate proprio grazie a questi controlli periodici).

Tralasciando queste situazioni particolari, è possibile far si che il vostro bambino non debba provare ansia né al primo incontro con l’odontoiatra né successivamente, se dovessero rendersi necessarie delle terapie.

Ma prima di tutto:

Perché il vostro bambino dovrebbe aver paura del dentista, partendo dal presupposto che non abbia mia avuto mal di denti o che non abbia

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3 mai avuto brutte esperienze?

Non lo conosce e non ci è mai stato.

Perché dovrebbe aspettarsi qualcosa di negativo?

Perché la cavità orale è un simbolo di situazioni che si sono verificate in tenera età. Se l’esplorazione del cavo orale evoca ricordi negativi, il bimbo lo rifiuterà.

Perché tra i tre ed i sei anni, i bambini passano da un’esperienza ludica, l’asilo alla scuola: questi cambiamenti possono creare delle difficoltà che interferiscono anche con il dentista.

Perché è un qualcosa di nuovo.

Perché il bimbo classifica il mondo in bene e male, se percepisce il dentista come una cosa negativa, ovviamente non lo accetterà.

Ma soprattutto, perché gli hanno raccontato che il dentista fa le punture o che fa male.

Quindi, a casa non parlate in toni negativi dell’esperienza odontoiatrica,il bimbo vi ascolta e assorbe le vostre paure! Se vi sentiranno parlare tra di voi o con i parenti e gli amici del mal di denti che avete avuto o del dolore che il dentista vi ha provocato, partiranno prevenuti!

La cosa migliore sarebbe che il piccolo paziente venga a contatto con l’ambiente odontoiatrico verso i tre anni in una situazione senza traumi.

Il vostro bambino non dovrebbe aver avuto precedenti esperienze odontoiatriche negative, né aver già provato il mal di denti, così che non faccia una connessione diretta tra i denti ed una situazione di dolore.

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4 Così per il vostro piccolo è possibile stabilire un rapporto disteso sia con l’operatore che con l’ambiente e gli strumenti da utilizzare durante le terapie, che gli verranno presentati sotto forma di un gioco.

All’aumentare dell’età aumenta la capacità di comprensione e di comunicazione, ma anche la paura e l’ansia. In questo senso, voi genitori potete essere i migliori alleati del pedodontista e i primi a garantire un approccio sereno con i trattamenti per i vostri bimbi.

In primis, il pedodontista vorrà una vostra valutazione sull’ansia che potrebbe avere vostro figlio in relazione ad un eventuale trattamento, per poter capire quale può essere il grado di collaborazione.

Oltre a questo, ci sono altre cose che potete fare per rendere da subito ottimo il rapporto tra l’odontoiatra ed il vostro bambino.

Rassicurate sempre vostro figlio circa la visita o eventuali terapie, ma evitate di parlare del trattamento in sé.

BANDITE le parole come ago, puntura, dolore e simili.

Se non sapete affrontare l’argomento, piuttosto non dite nulla, sarà poi il pedodontista che si approccerà al meglio con il vostro bambino ed affronterà con positività la seduta.

Altra cosa importante, è non parlare del dentista in tono punitivo (“se non fai il bravo ti fa la puntura”).

In studio, siate collaborativi, il pedodontista cerca il vostro aiuto.

Voi genitori, non il dentista, siete la guida del bimbo poiché se il piccolo vi percepisce tranquilli e sicuri, sarà di certo ben disposto verso l’operatore.

Al contrario, se vi sente insicuri o timorosi, lo sarà anche lui.

Se avete dei dubbi nei confronti delle terapie che si sono programmate, non esitate a parlane con il pedodontista, ma non di fronte al vostro bimbo. Questo serve sempre per evitare di creare ansia o timore nel piccolo paziente verso la terapia.

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5 Non cercate di “forzare” vostro figlio al trattamento perché l’odontoiatria pediatrica è pazienza. I bambini hanno una percezione del tempo tutta loro, in cui cinque minuti sono un’ora.

Ogni bambino, poi, è diverso. C’è che si siede in poltrona e si fa fare qualsiasi cosa dall’operatore per tutto il tempo necessario e chi si stanca molto presto.

Questo può significare che vi dovrete recare più volte dall’odontoiatra, perché magari l’operatore svolge una prestazione alla volta, ma questo è sempre nell’ottica di mantenere un ottimo rapporto con il piccolo e di non spaventarlo.

Il vostro atteggiamento influenza molto la reazione di vostro figlio ed il suo comportamento verso il dentista e la terapia.

I bambini acquisiscono da voi le reazioni emozionali ed i imitano i vostri comportamenti.

I bimbi meno collaboranti hanno genitori che provano anch’essi ansia e paura del dentista.

Quindi, supponiamo che la prima visita del vostro bambino sia andata bene, si è avvicinato all’ambiente odontoiatrico senza ansia e ha costruito un primo buon rapporto con l’operatore. Non ha mai avuto mal di denti, ma comunque deve affrontare qualche piccolo trattamento.

L’approccio è graduale. Gli si può far vedere qualche altro bimbo durante un trattamento, e poi si parte con l’igiene, così il piccolo entra a conoscenza di rumori, sensazioni e sapori. Poi si inizia con la cura più facile.

La tecnica seguita è in genere Tell – Show – Do, ossia spiegare, mostrare e fare.

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6 Prima quindi spieghiamo al bambino che cosa si fare in seduta, poi gli mostriamo gli strumenti descrivendoli con nomi fantasiosi, evitando quelli che possono far insorgere la paura e glieli facciamo toccare.

Il pedodontista decide con il bimbo una serie di segnali che servono a fargli capire come sta il suo paziente. Ad esempio, tramite le mani può far capire se va tutto bene o se è stanco.

Il piccolo così si sente parte di una squadra, capisce che ha un ruolo e può avere il controllo della situazione. Solo a questo punto si inizia con il trattamento.

A questo si associa una comunicazione non verbale, ovvero l’insieme di postura, di espressione facciale, del modo di muoversi e del tono della voce, importante per catturare l’attenzione e sottolineare le cose più importanti.

Più questi comportamenti sono coerenti, più è facile avere una risposta positiva dal piccolo paziente.

Altra metodica che il pedodontista metterà in atto è quello della

“distrazione”.

Una serie di pause durante il trattamento così da far riposare il piccolo paziente e far si che ci racconti qualcosa di lui o dei suoi hobbies.

È un modo anche perché il bimbo percepisca che è lui come persona il nostro interesse, non solo le cure da eseguire.

Al termine, se il bambino è stato bravo, merita un premio

( il cosiddetto “rinforzo positivo” ), mentre se ci sono state difficoltà, non bisogna insistere sui questi lati negativi, per evitare di far insorgere un senso di disagio e vergogna. L’obiettivo è quello di far acquisire a vostro figlio fiducia in se stesso.

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7 E voi? Dovete stare in ambulatorio oppure fuori e lasciare solo vostro figlio con l’odontoiatra?

Anche qui molto dipende dall’età del bimbo.

Tra i 2 ed i 3 anni i bambini dipendono strettamente da voi genitori, quindi è meglio che rimaniate in ambulatorio, in modo tale che si sentano più sicuri.

Dai 5 anni in su invece, possono cominciare a rimanere soli con l’operatore, si rapportano meglio con gli estranei (hanno iniziato l’asilo) ed inoltre sono orgogliosi della loro indipendenza.

La cosa fondamentale rimane sempre il rapporto pedodontista – bambino ci deve essere fiducia, capacità di limitare e contenere le emozioni sgradite ma soprattutto collaborazione.

Si deve creare e far funzionare una collaborazione in modo tale da avere una relazione positiva e avere un bambino collaborante.

Nel caso di ansia, bisogna individuare cosa la provoca.

Vanno quindi identificati i momenti e gli oggetti che la scatenano, così da dimostrare poi che da queste cose non c’è nulla da temere.

Dunque, cari genitori, voi a casa potete fare molto per evitare l’ansia nei vostri bambini!

E non da soli, sempre supportati dal vostro pedodontista, formerete un’ottima squadra a salvaguardia della salute orale dei vostri piccoli!

Due di certo sono le cose più importanti:

1. Va eliminata “l’ansia vicaria”:

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8 Ovvero quella provoca dai terribili racconti sul dentista. Non parlatene mai come una esperienza negativa, ne ai vostri figli, né tra di voi (almeno quando avete a portata di orecchio il vostro bambino).

2. Cercate di evitare di portare vostro figlio dal dentista solo quando la situazione è già grave e il bambino ha male.

Questo secondo punto è molto importante. In queste situazioni ovviamente non rientra il trauma, che è un evento imprevedibile e che non può spesso essere evitato dai genitori.

Sulla salute orale dei vostri figli avete voi il controllo, perché i bimbi non si rendono conto dell’importanza di avere una dentatura sana e non hanno le capacità per mantenerla tale da soli.

Oltre ai controlli periodici già citati, avete la possibilità di controllare l’igiene orale dei vostri bambini, la loro alimentazione e le loro cattive abitudini.

Lavate voi i denti ai vostri figli, anzi fatelo assieme!

Diventa un gioco, il bimbo la assume come abitudine e cominciano ad accettare le mani di qualcun altro nella loro bocca.

Evitare le bevande zuccherate e continui stuzzichini dolci ( caramelle, ciucci o cioccolatini) che creano un ambiente ostile per lo smalto dei denti.

Prima di andare a dormire, lavare sempre bene i dentini!

Non fate addormentare i vostri bambini con il biberon del latte o attaccati al seno. Anche in questo caso i denti si ritrovano in un ambiente acido per l’intera notte, così da corroderli.

Usare un dentifricio al fluoro adatto all’età del vostro piccolo, così da

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9 rafforzare la struttura dello smalto.

In realtà questi accorgimenti elencati sono piccole cose che se diventano abitudine di tutti i giorni possono divenire fondamentali per un’ottima situazione del cavo orale del vostro bambino.

La salute si traduce in una diminuzione dell’ansia del vostro bimbo nei confronti dell’odontoiatra.

Questo perché? Perché il vostro piccolo non sa che cosa vuol dire avere mal di denti.

Perché quando si recherà dall’odontoiatra si sottoporrà a semplici visite e l’operatore avrà la possibilità di istaurare con calma un rapporto sereno con il vostro bambino, al di fuori di una situazione di urgenza.

Perché si sottoporrà a trattamenti molto semplici come un’igiene o le sigillature, che non comportano stress né ansia.

La diminuzione dell’ansia e della paura del vostro bambino è nelle vostre mani e di quelle del pedodontista!

Se doveste avere dei dubbi, non esitate a contattare un pedodontista e a confrontarvi.

Un bambino sereno è un adulto che non vivrà mai con paura il rapporto del dentista!

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