• Non ci sono risultati.

Capitolo VI Considerazioni e confronti sul materiale ceramico di Cala Giovanna Piano

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Capitolo VI Considerazioni e confronti sul materiale ceramico di Cala Giovanna Piano"

Copied!
16
0
0

Testo completo

(1)

Capitolo VI

Considerazioni e confronti sul materiale ceramico di Cala Giovanna Piano

Sulla base dell’analisi tipologica si può tentare di esaminare il complesso ceramico dell’insediamento di Cala Giovanna Piano come omogeneo e coevo, con l’esclusione di pochi frammenti che sembrano riconducibili a frequentazioni successive che rientrano nell’Età dei Metalli; quest’ultima è ben documentata in particolare nella vicina Grotta Giovanna con forme vascolari riferibili sia all’Eneolitico che al Bronzo antico (BONATO et al. 2000; COLOMBO, GRIFONI CREMONESI 2007). L’esiguo spessore del livello archeologico, dovuto anche a bioturbazioni, non ha permesso comunque di identificare una chiara successione stratigrafica e di conseguenza non è stato possibile attribuire i frammenti privi di elementi diagnostici a una precisa facies culturale.

Inoltre, il grosso limite dei materiali ceramici di Cala Giovanna Piano è dato dalle piccole dimensioni dei frammenti e dalle incrostazioni calcaree che hanno reso difficile la lettura e l’interpretazione dei motivi decorativi e ridotto pertanto la possibilità di fare confronti.

L’analisi in sezione sottile degli impasti delle ceramiche si è rivelato per questo lavoro un campo indagine molto utile: attraverso la determinazione della provenienza delle ceramiche è stata individuata una produzione fittile prevalentemente esterna all’isola (vedi Capitolo III, par. 4). Risulta comunque problematico determinare con precisione – nel caso in cui la materia prima sia diffusa in un’ampia zona che comprende sia il continente sia le Isole – da quali giacimenti provengano i degrassanti riconosciuti nell’impasto (Tab. 1, Capitolo III).

I dati più interessanti sono forniti dai frammenti decorati ad impressione e ad incisione, riconducibili alle correnti culturali della Ceramica Impressa medio-tirrenica e della Ceramica Lineare.

(2)

L’esistenza di elementi cardiali nella ceramica impressa medio-tirrenica, già precedentemente riconosciuti (BONATO et al. 2000; CAPONI, RADI 2007) e che potrebbero rappresentare la fase più antica dell’insediamento, è confermata da frammenti di piccole dimensioni recanti una decorazione a linee dentellate che si sviluppa in fasci e bande marginate, bande di linee dentellate alternate a bande risparmiate che sembrano formare motivi angolari, motivi geometrici costituiti da triangoli campiti di linee dentellate; le linee dentellate sono talora affiancate a una fila o a file parallele di punti impressi (vedi Capitolo V, par.1.1.1) (tavola). L’attività sperimentale (vedi Capitolo IV) ha permesso di riconoscere l’utilizzo esclusivo della conchiglia per la decorazione “cardiale”: le linee dentellate sono state ottenute con Laevicardium oblungum (Fig. 26), Acanthocardia tubercolata (Fig. 25), Glycymeris glycymeris (Fig. 27), Mysia undata (Fig. 28); nella maggior parte dei casi è stato utilizzato il bordo inferiore dei bivalvi mentre pochi frammenti riportano linee prodotte con il margine dorsale dell’Acanthocardia. I punti impressi sono ottenuti con l’apice di gasteropodi quali Columbella rustica (Fig. 30) e Conus mediterraneus (Fig. 31), mentre soltanto in un caso i punti, peraltro molto diversi dagli altri, sembrano prodotti con l’umbone di Laevicardium (Fig. 57).

I motivi descritti trovano confronto nell’Arcipelago Toscano con il materiale fittile rinvenuto nel vicino Isolotto de La Scola (DUCCI, PERAZZI 1998; 2000, fig. 4; 2002b) sia per le bande, marginate e non, di linee dentellate, sia per i punti impressi e la loro disposizione rispetto alle linee dentellate.

I frammenti con linee dentellate sono invece rari alle Secche, nell’Isola del Giglio, dove prevalgono soprattutto impressioni semplici non marginate e coprenti a trattini (BRANDAGLIA 1991; BRANDAGLIA 2002) che trovano ben pochi confronti con la ceramica di Cala Giovanna Piano ma che si ricollegano piuttosto alla Impressa meridionale e di tipo ligure.

Gli schemi più semplici come le linee dentellate disposte in fasci e disegni marginati a bande e triangoli che lasciano ipotizzare motivi più complessi, ricorrono in contesti cardiali dell’areale tirrenico: nell’alto Lazio sono presenti a La Marmotta (FUGAZZOLA DELPINO et al. 1993, Tav. XIX; FUGAZZOLA

(3)

DELPINO 2002), San Pietrino (Tolfa) (FUGAZZOLA DELPINO et al. 2000; 2002) nella Grotta di Settecannelle (UCELLI GNESUTTA, BERTAGNINI 1993) e a Poggio Olivastro (BULGARELLI et al. 2000a; 2002); più all’interno, nel territorio senese sono presenti nel sito all’aperto di Pienza (CALVI REZIA 1980; GRIFONI CREMONESI 2000; CALVI REZIA, SARTI 2002).

Gli stessi temi decorativi presentano analogie anche con il materiale fittile della vicina isola della Corsica: ceramiche decorate con linee dentellate, marginate e non, sono presenti nei siti di A Petra e di Strette nel nord dell’isola (LANFRANCHI DE, WEISS 1997, Fig. 99, 100, 101), di Basi (BAILLOUD 1969) e di Renaghju (D’ANNA et al. 2001) nella Corsica meridionale. Nei siti di Basi e di Renaghju si riscontra il motivo a linee dentellate e punti presente anche a La Scola, che non sembra molto diffuso.

In Sardegna, ceramiche con fasci di linee dentellate talvolta marginati o formanti motivi geometrici ricorrono nel Neolitico antico I della Grotta Filiestru (TRUMP 1983; 2002), della Grotta Su Coloru (FENU et al. 1999-2000), nel sito di Su Stangioni (USAI 2002) e nel vicino Su Carroppu di Sirri (ATZENI 1987) nel Sud dell’Isola, e nel Neolitico antico II della Grotta Sa Korona in provincia di Sassari. La decorazione in questi siti sembra essere ottenuta prevalentemente con il Cardium.

Per quanto riguarda l’arco ligure provenzale, i confronti più stretti si possono individuare con il materiale fittile del Riparo di Pendimoun nella zona costiera della Francia meridionale, dove frammenti recano fasci di linee dentellate, marginate e non, disposte in allineamenti coprenti (BINDER et al. 1993, Fig. 18).

La ceramica impressa medio-tirrenica di Cala Giovanna Piano è rappresentata inoltre da un numero limitato di frammenti che riporta una decorazione a impressioni varie e a sillons (vedi Capitolo V, par. 1.1.2) (Tav. X): nel primo caso si tratta di reperti decorati con una fila o con file parallele di impressioni a trattini, rettangolari, sub-rettangolari e sub-circolari molto ravvicinate, dalle dimensioni troppo ridotte per permettere la ricostruzione del

(4)

motivo decorativo completo. Gli unici confronti individuati riguardano quattro elementi che presentano file di trattini ondulati (tavola), ottenute con un segmento di valva di conchiglia dentellata o con altro strumento, molto simili alle decorazioni riscontrate al Giglio (BRANDAGLIA 1991, Fig. 29 n. 10, 11, 18; Fig. 31 n. 1) e alle Arene Candide (BERNABÒ BREA 1946, Tav. XXIV, n. 6, 7, 11, 15; MAGGI 1997; TRAVERSO 1999).

Anche la tecnica a sillons, attestata a Cala Giovanna Piano soltanto in pochissimi frammenti (Tavola), è documentata al Giglio e alle Arene Candide, e nell’arco provenzale, in particolare nei siti di Peiro Signado, dove costituisce la tecnica decorativa predominante, e di Pont de Roque (MANEN 2002; MANEN 2007).

Un discreto numero di frammenti è ornato con punti o impressioni circolari ottenute con punzone a estremità stondata o con l’apice di gasteropode, disposti in un’unica fila, in file parallele, in motivi angolari (vedi Capitolo V, par. 1.1.3)(tavola): questo tipo di decorazione, definita a poinçon (MANEN 2002), sembra rappresentare un aspetto diverso e più tardo dell’Impressa medio-tirrenica e trova confronto con la fase Cardiale recente/Epicardiale del Mediterraneo occidentale, in particolare nel Midi francese (MANEN 2002), e nella Corsica con il materiale fittile appartenente alla fase poinçonné dei siti di Curacchiaghju e di Araguina-Sennola (LANFRANCHI DE, WEISS 1997, Fig. 114, 118; COSTA 2004, pag. 49).

La decorazione a punti impressi e a impressioni circolari, che si dispongono al di sotto dell’orlo, sugli elementi di presa o in prossimità di questi, sembra presentare analogie anche con la Ceramica Lineare, in particolare con l’aspetto di Fiorano (PESSINA 1998): questo tipo di decorazione è presente in Toscana nel sito di Casa Querciolaia presso Livorno (IACOPINI 2000a; 2000b; IACOPINI, GRIFONI CREMONESI 2000, Fig. 3, n. 3; Fig. 4, n. 8, 9).

L’analisi mineralogico-petrografica effettuata sulle ceramiche attribuite all’Impressa medio-tirrenica (BOSCHIAN, GABRIELE 2007; GABRIELE 2008) ha evidenziato una notevole variabilità degli impasti, che indicano diverse aree di

(5)

provenienza o di approvvigionamento, con una forte correlazione tra gli impasti gabbroidi e a sanidino e biotite e la decorazione cardiale; nella decorazione a poinçon, a impressioni varie e a sillons predominano invece impasti granitico e dacitico (vedi Capitolo V, par. 1.1.4).

Purtroppo la ceramica impressa di tipo “cardiale” è stata raramente oggetto di indagini mineralogico-petrografiche. Dai risultati a disposizione, nei siti tosco-laziali è evidente l’utilizzo di materie prime di origine vulcanica (a sanidino e biotite) nel sito di Grotta di Settecannelle (UCELLI GNESUTTA, BERTAGNINI 1993), di Pienza e di Grotta dell’Orso (1 campione di ceramica impressa) (MARTINI et al. 1996) anche se vi sono differenze nella composizione con gli impasti di Cala Giovanna Piano; non si evidenzia invece l’utilizzo di impasti gabbroidi e di impasti granitici.

Questi due gruppi d’impasto sembrano essere presenti invece nei livelli del Neolitico antico di siti della Corsica (PAOLINI-SAEZ 2002): le analisi effettuate nelle ceramiche degli strati IIc/IId del Neolitico cardiale di A Petra riportano l’utilizzo di materie prime granitiche, mentre nei siti di Basi e Curacchiaghju risultano predominanti gli impasti gabbroidi rispetto ai granitici, con un cambiamento di tali proporzioni nei livelli successivi (GABRIELE 2008).

Considerando la parziale affinità degli impasti e delle caratteristiche stilistiche e tipologiche nelle ceramiche di Pianosa e dei siti corsi sopraccitati, si potrebbe supporre l’appartenenza delle suddette ceramiche ad un unico insieme culturale; ciò nonostante, a livello composizionale, gli impasti presentano notevoli diversità (GABRIELE 2008).

Affioramenti di gabbri sono presenti anche in Toscana nella zona a sud dell’Arno di Rosignano, Castellina Marittima e Gabbro; considerate le affinità più stringenti con gli impasti gabbroidi dei siti a Ceramica Lineare della Toscana continentale, quali Casa Querciolaia (BOSCHIAN 2000b), Mileto, San Rossore e Grotta dell’Orso (MARTINI et al. 1996), si potrebbe ipotizzare una provenienza continentale dei frammenti cardiali di Cala Giovanna Piano, anche sulla base dei ritrovamenti di queste ceramiche in tutta la fascia costiera toscana; si tratta

(6)

purtroppo di rinvenimenti di superficie e soltanto indagini più approfondite potranno confermare questa ipotesi.

Inoltre, sono stati recentemente individuati nel contesto delle ceramiche del Neolitico antico iniziale della Caverna delle Arene Candide impasti di tipo gabbroide (CAPELLI et al. 2007, in GABRIELE 2008): si tratta di impasti non locali che potrebbero provenire, secondo gli autori, dalla Liguria di Levante, dall’Arcipelago Toscano o dalla Toscana.

Allo stato attuale delle ricerche i dati a disposizione sono scarsi: pur essendo numerosi i rinvenimenti, esistono poche analisi di dettaglio dei materiali ceramici, in particolare nella Toscana centro-occidentale (GABRIELE 2008).

La decorazione a sillons e a impressioni varie di Cala Giovanna Piano sembra avvicinarsi dal punto di vista degli impasti alla decorazione a poinçon con prevalenza degli impasti granitico e dacitico, che indicano una provenienza più occidentale (Arcipelago Toscano, Corsica, Sardegna). Le analisi degli impasti delle ceramiche poinçonné dei siti di Curacchiaghju e Araguina-Sennola in Corsica sembrano confermare l’affinità stilistica e tipologica con la ceramica di Cala Giovanna Piano: in particolare a Curacchiaghju «alla decorazione a poinçon sembra corrispondere in modo preferenziale l’impasto di tipo granitico» (PAOLINI-SAEZ 2002 : 304, in GABRIELE 2008). La produzione di questi due gruppi decorativi sembra essere pertanto insulare.

Un numero abbastanza consistente di frammenti ceramici recanti una decorazione a linee incise appartiene alla Corrente Culturale della Ceramica Lineare (vedi Capitolo V, par. 1.2): le incisioni, da poco marcate a solcature ampie e profonde, si sviluppano in motivi semplici costituiti da una linea incisa o da due linee parallele o divergenti che talvolta scendono oblique dall’orlo oppure sono disposte in prossimità degli elementi di presa. Questo tipo di decoro è comune a tutta la Ceramica a Linee Incise; la decorazione a semplici linee incise è inoltre attestata da recenti ritrovamenti anche in Corsica, nel sito di A Guaita (LORENZI 2007).

(7)

Alla Ceramica Lineare sono attribuiti anche elementi diagnostici come i frammenti di carena, decorati con una linea incisa orizzontale o ad andamento curvilineo, un frammento di collo decorato con una linea incisa obliqua che sembra appartenere ad una tazza carenata, forma tipica di tutta la Corrente Culturale della Ceramica a Linee Incise (GRIFONI CREMONESI 1996a; GRIFONI CREMONESI, RADMILLI 2000-01); un frammento di tazza parzialmente ricostruito con carena a spigolo vivo e una coppia di linee incise disposte a losanghe riproduce uno schema ricorrente nella Ceramica Lineare che presenta analogie con gli aspetti di Sasso e di Sarteano; altri elementi come cordoni o elementi di presa, pur non presentando una decorazione incisa, rientrano tipologicamente nella corrente della Ceramica Lineare e saranno descritti più avanti.

L’analisi degli impasti ha evidenziato una predominanza di materie prime granitiche ed un numero ridotto di frammenti con impasti di tipo gabbroide, (vedi Capitolo V, par. 1.2.1) (GABRIELE 2008). I risultati delle indagini mineralogico-petrografiche condotte su materiale lineare in Toscana e nel Lazio evidenziano l’utilizzo di impasti diversi tra cui impasti gabbroidi a Casa Querciolaia (BOSCHIAN 2000b), Mileto, San Rossore e Grotta dell’Orso (MARTINI et al. 1996), che trovano nelle analisi di dettaglio affinità con gli impasti gabbroidi di Cala Giovanna Piano (GABRIELE 2008). Nella produzione continentale di ceramiche lineari gli impasti granitici non sembrano presenti. Tuttavia questo tipo di impasto comprende elementi di sicura attribuzione alla Ceramica Lineare, come il frammento di tazza carenata con decorazione a losanghe.

Il quadro delineato fa supporre che l’insediamento di Cala Giovanna Piano sia stato frequentato da gruppi diversi appartenenti alla Cultura della Ceramica Lineare, probabilmente arrivati in momenti diversi sull’Isola di Pianosa fino a raggiungere anche la Corsica, come dimostrano i recenti rinvenimenti di ceramica decorata a linee incise (LORENZI 2007). Allo stesso modo, si può ipotizzare un primo arrivo verosimilmente dal continente con prodotti finiti o con degrassanti reperibili sul continente (gabbri), e un utilizzo in un secondo momento di

(8)

materiali disponibili in prossimità del sito, come le isole circostanti Pianosa dove è presente sia il granito che il gabbro.

Un discreto numero di frammenti del complesso ceramico di Cala Giovanna Piano è decorato a impressione e incisione (vedi Capitolo V, par. 1.3): il decoro è costituito da punti impressi, impressioni circolari, impressioni sub-circolari e linee incise disposte in semplici linee parallele o divergenti, bande, motivi angolari o geometrici (tavola). Questi temi trovano confronto in aspetti recenti dell’Epicardiale nel Midi francese (MANEN 2002, Fig. 22, 23); sono inoltre attestati nel Neolitico antico II della Grotta Sa Korona di Monte Majore (FOSCHI NIEDDU 1987; FOSCHI NIEDDU 2002). Analogie si riscontrano anche con frammenti ceramici provenienti da recenti raccolte di superficie a Paduletto (Castagneto Carducci), nella zona costiera toscana (SAMMARTINO 2007, Fig. 2, n. 8,9; Fig. 3, n. 1; Fig. 4, n. 4).

Di particolare interesse è un frammento con orlo recante una decorazione “a note musicali” con due linee incise parallele terminanti in tre punti impressi (tavola) che si ricollega piuttosto alla Cultura di Fiorano (BAGOLINI, BIAGI 1976; PESSINA 1998) ed è presente in Toscana nel sito di Mileto (SARTI et al. 1991). All’aspetto di Fiorano possono essere ricondotti anche altri frammenti a decorazione impressa e incisa che si organizza in motivi angolari e geometrici; i confronti, individuati sulla base dei disegni riportati (PESSINA 1998), comprendono reperti con motivi diversificati tra cui la semplice linea incisa con fila di punti affiancata (tavola), presente a Grotta del Leone (Fig, 102, n. 2 da D’EUGENIO 1990), la fila di punti impressi sotto l’orlo e due linee incise oblique (tavola) presente a Fiorano Modenese, a Savignano sul Panaro e a Chiozza (Fig. 13, n. 13; Fig. 89, n. 8 da BERNABÒ BREA et al. 1990), il motivo a file parallele di punti con linea incisa divergente (tavola) che ricorre a Fiorano Modenese (Fig. 16, n. 20; Fig. 18, n. 26), motivi con due linee incise angolari e una fila di punti al centro o punti impressi in ordine sparso (tavola) presenti a Lugo di Grezzana (Fig. 56, n. 2, 4, da MOSER e PEDROTTI 1990), a S. Giustina di Baldoria (Fig. 60 n.

(9)

16, da SALZANI 1990) e a Riolo Terme (Fig. 98, n. 5, 7, 12 da PACCIARELLI e VON ELES 1994), dove ricorre anche la decorazione a banda di linee incise campita di punti (Fig. 98, n. 11 da PACCIARELLI e VON ELES 1994). È necessario precisare come questi motivi decorativi nella Cultura di Fiorano non siano particolarmente rappresentati nei materiali ceramici; inoltre, le analogie sono talvolta individuate con disegni di frammenti di dimensioni ridotte, come peraltro lo sono i reperti di Cala Giovanna Piano. È sembrato comunque opportuno riportare i confronti.

Gli impasti identificati nella ceramica decorata a impressione e incisione sono prevalentemente di tipo granitico, in minima parte dacitici e gabbroidi (vedi Capitolo V, par. 1.3.1) (GABRIELE 2008). Questo gruppo decorativo potrebbe rappresentare la fase di contatto tra la Ceramica Impressa medio-tirrenica e la Ceramica Lineare, contatto che si manifesta con questa caratteristica decorazione; senza tralasciare le affinità rilevate con la Cultura di Fiorano e con il Cardiale recente/Epicardiale francese, dall’analisi degli impasti la produzione risulta essere prevalentemente insulare.

Sembrano appartenere invece ad una fase più recente tre reperti che mostrano una decorazione costituita da bande di linee incise campite di punti impressi articolate in motivi geometrici (tavola): questi elementi differiscono dagli altri oltre che per il decoro anche per il colore della superficie ceramica e lo spessore dei frammenti; sembrano pertanto ricondurre ad una fase antica dell’Età del Bronzo: il motivo infatti ricorre nei siti di Poggio Olivastro (BULGARELLI et al. 2000b) e Torre Crognola (D’ERCOLE, PENNACCHIONI 1977).

La decorazione plastica del complesso ceramico di Cala Giovanna Piano è costituita da un numero abbastanza elevato di cordoni e di bugne (vedi Capitolo V, par. 1.4) (Tav. X): i cordoni, in genere applicati e poco rilevati, presentano nella maggior parte dei casi una decorazione impressa a punti, a tacche e a impressioni digitali più o meno profonde, ma sono presenti anche cordoni lisci.

(10)

I dati a disposizione sui siti a ceramica impressa dell’area tosco-laziale riflettono in generale una scarsa presenza della decorazione plastica a cordoni e bugne (GRIFONI CREMONESI, CALVI REZIA 1996; FUGAZZOLA DELPINO 2002) mentre ricorre più spesso nella corrente culturale della Ceramica a Linee Incise, in particolare nella Cultura di Fiorano (PESSINA 1998).

L’alta percentuale di decorazione plastica trova corrispondenza anche con la fase recente del Cardiale e con l’Epicardiale antico della Francia meridionale (MANEN 2002).

In particolare, cordoni orizzontali decorati con impressioni a tacche e a punti (tavola) ricorrono nell’ambito della Ceramica a Linee Incise nella Toscana settentrionale a Piano di Cerreto e a Muraccio (LU) (BONATO et al. 2000; TOZZI, ZAMAGNI 2000), ma sono presenti anche in Corsica nel sito di A Petra, nella Caverna delle Arene Candide (BERNABÒ BREA 1946; MAGGI, STARNINI 1997; TRAVERSO 1999) e a Suvero (MAGGI, 1983) in Liguria orientale, nella Grotta Pollera (ODETTI 2002) nella Liguria occidentale, e nella Francia meridionale (MANEN 2002).

Cordoni obliqui che producono un rilievo sopra l’orlo (tavola) si riscontrano in contesti del Cardiale recente e dell’Epicardiale antico nella Francia meridionale (MANEN 2002, Fig. 15; Fig. 18, n. 3, 4); sono altresì attestati nelle forme della Cultura di Fiorano (PESSINA 1998, Fig. 5, n. 19; BAGOLINI, BIAGI 1976).

I due cordoni paralleli che scendono obliqui dall’orlo (tavola) sono presenti nella Ceramica a Linee Incise, in particolare nella Cultura di Fiorano (PESSINA 1998): un frammento simile ricorre nel sito di Casa Querciolaia (IACOPINI 2000a, Fig. 5, n. 1, 2; 2000b; IACOPINI, GRIFONI CREMONESI 2000).

Il frammento di parete con due cordoni tra loro perpendicolari e impressi a tacche (tavola) era stato precedentemente attribuito all’Eneolitico (CAPONI, RADI 2007), in particolare erano state individuate analogie con il materiale della Grotta dell’Orso (CREMONESI 1968). Questo tipo di decorazione plastica è presente tuttavia anche nei livelli a ceramica impressa della Caverna delle Arene Candide

(11)

(BERNABÒ BREA 1956, Tav. 10, n. 16; MAGGI, STARNINI 1997; Fig. 4, n. 11), come ho potuto constatare personalmente attraverso l’osservazione diretta del materiale ceramico conservato nella Soprintendenza Archeologica della Liguria e nel Museo di Archeologia Ligure di Genova Pegli.

I cordoni perpendicolari ricorrono inoltre nel Cardiale recente della Francia meridionale (MANEN 2002, Fig. 10, n. 10; Fig. 15, n. 6).

I cordoni a impressioni digitali o a punzone sono stati a loro volta a loro volta attribuiti a culture eneolitiche o dell’Età del Bronzo (CAPONI, RADI 2007); tuttavia cordoni con impressioni così larghe e profonde sono presenti anche alla Caverna delle Arene Candide negli strati 15-14 del Neolitico antico (TRAVERSO 1999; Tav. XXXII) e nella Grotta Pollera presso Finale Ligure (ODETTI 2002).

Le bugne nel complesso di Cala Giovanna Piano hanno forma conica e emisferica, soltanto in un caso il profilo è triangolare (tavola); in alcuni frammenti sono impostate poco al di sotto dell’orlo.

Il frammento attribuito alla Ceramica Lineare con bugna emisferica a fianco della quale partono due linee incise è frequente nella Cultura di Fiorano (PESSINA 1998; Fig. 8, n. 12); si deve tuttavia sottolineare come le bugne in questo caso siano di solito impostate sulla carena (PESSINA 1998).

L’analisi mineralogico-petrografica ha evidenziato per questo gruppo decorativo una predominanza di impasti granitici ma è ben rappresentato anche l’impasto dacitico (vedi Capitolo V, par. 1.4.3): la produzione sembra essere pertanto prevalentemente insulare. Gli impasti gabbroidi caratterizzano soprattutto i cordoni a impressioni digitali o a punzone che trovano confronto con la Caverna delle Arene Candide, come precedentemente indicato. Questo dato si può ricollegare alle recenti indagini effettuate su campioni ceramici del Neolitico antico delle Arene Candide (CAPELLI et al. 2007) in cui sono stati riconosciuti impasti gabbroidi non locali provenienti dalla Liguria di Levante o dalla Toscana o dall’Arcipelago Toscano. Inoltre, gli impasti gabbroidi presentano affinità stringenti con gli impasti gabbroidi di siti a Ceramica Lineare del

(12)

continente (vedi sopra). Si potrebbe pertanto trattare, in questo caso, di una produzione continentale.

Di impasto gabbroide risulta essere anche il cordone con sopraelevatura sull’orlo che trova confronto con la Cultura di Fiorano, dato che sembrerebbe confermare la sua attribuzione alla Ceramica Lineare.

Gli orli di Cala Giovanna Piano sono prevalentemente di tipo non distinto con labbro arrotondato, ma sono presenti anche labbri appiattiti, assottigliati, svasati ed in pochissimi casi distinti estroflessi (vedi Capitolo V, par. 2).

I frammenti sono in genere di dimensioni molto ridotte: gli unici elementi di particolare interesse sono quattro reperti con orlo impresso a tacche (tavola), che ricorre in tutta la Ceramica Impressa medio-tirrenica (GRIFONI CREMONESI, CALVI REZIA 1996; FUGAZZOLA DELPINO 2002), nell’Impressa ligure in particolare alle Arene Candide (MAGGI, STARNINI 1997, Fig. 1, n. 4; Fig. 2, n. 8; Fig. 3, n. 6; Fig. 4, n. 6); TRAVERSO 1999; Tav. XXXIV, a; Tav. XXXIV, a, d), e nell’Epicardiale antico e recente della Francia Meridionale (MANEN 2002, Fig. 18, n. 2; Fig. 22, n. 6); frammenti con orli impressi a tacche ricorrono anche in Corsica nel sito di A Petra (LANFRANCHI DE, WEISS 1997, Fig. 103, n. 7) e in Sardegna nella Grotta Sa Korona (FOSCHI NIEDDU 1987, Fig. 1, n. 3).

Per quanto riguarda l’analisi degli impasti, la maggior parte degli orli presenta un impasto granitico, ma sono presenti anche impasti gabbroidi, dacitici, gabbroide-granitico e un solo frammento a sanidino e biotite (vedi Capitolo V, par. 2.1). Si tratta pertanto di una produzione prevalentemente insulare. Il gruppo a sanidino e biotite trova confronti, come precedentemente detto, con gli impasti vulcanici presenti nei siti tosco-laziali a Ceramica Impressa medio-tirrenica, come la Grotta di Settecannelle (UCELLI GNESUTTA, BERTAGNINI 1993), Pienza e Grotta dell’Orso di Sarteano (1 campione di ceramica impressa) (MARTINI et al. 1996), e nei siti a Ceramica Lineare di Grotta dell’Orso, Grotta del Beato (MARTINI et al. 1996) e Grotta Patrizi (BOSCHIAN 2000-01).

(13)

Gli elementi di presa del complesso ceramico di Cala Giovanna Piano sono rappresentati da anse a nastro, anse a bastoncello e prese forate di vario tipo; i reperti sono generalmente frammentati e soltanto in pochi casi è stato possibile individuare la disposizione dell’elemento sulla superficie del vaso (vedi Capitolo V, par. 3).

Le anse a nastro e a bastoncello semplici, talvolta impostate al di sotto dell’orlo, ricorrono indistintamente sia nei siti a Ceramica Impressa (GRIFONI CREMONESI, CALVI REZIA 1996; FUGAZZOLA DELPINO 2002) che nei siti della Ceramica a Linee Incise (GRIFONI CREMONESI 1996a). Tra queste si possono distinguere gli elementi che riportano una decorazione a file di impressioni circolari, in un caso profonde e di forma poco regolare, disposte sui margini dell’ansa (tavola). Anse a nastro decorate sono presenti anche al Giglio (BRANDAGLIA 1991) ma differiscono da quelle di Cala Giovanna Piano sia per la decorazione che per la forma.

Le prese forate, di orientamento orizzontale, sono rappresentate da elementi a contorno semicircolare, rettangolare e triangolare di dimensioni variabili e talvolta con superficie superiore appiattita e quella inferiore convessa (tavola): confronti si possono istituire con contesti “cardiali” tosco-laziali come San Pietrino, La Marmotta (FUGAZZOLA DELPINO et al. 1993; 1999), la Grotta di Settecannelle (UCELLI GNESUTTA, BERTAGNINI 1993), Pienza (CALVI REZIA 1972; 1973); sono presenti inoltre in Corsica (LANFRANCHI DE, WEISS 1997), in contesti del Neolitico antico I e II della Sardegna (TANDA 1999), in siti liguri come la Caverna delle Arene Candide (MAGGI, STARNINI 1997; TRAVERSO 1999) e in Provenza. In particolare, prese forate con decorazione a punti o bande che si dispongono ai lati e prese con impressioni sul bordo ricorrono nell’area tosco-laziale ma soprattutto nell’arco ligure-provenzale: alla Caverna delle Arene Candide, come ho potuto osservare direttamente, e nella fase a Ceramica Impressa della Francia meridionale, in particolare al Riparo Pendimoun (BINDER et al. 1993). Sono altresì attestate in Corsica nei siti di A Petra e di Strette (LANFRANCHI DE, WEISS 1997) e in Sardegna nei siti del Neolitico antico I di

(14)

Grotta Filiestru (TRUMP 1983; 2002), di Su Stangioni (USAI 2000) e nel Neolitico antico II di Grotta Sa Korona (FOSCHI NIEDDU 1987; 2002).

Alcune prese forate a contorno triangolare presentano un foro più largo rispetto alle altre e si avvicinano maggiormente alle anse definite “a maniglia” da R. GRIFONI CREMONESI, P. PERAZZI, P. UCELLI GNESUTTA (1999), anche per la disposizione più obliqua sulla parete del recipiente: questi elementi trovano confronto con gli aspetti di Sasso e di Sarteano della Ceramica Lineare e ricorrono nei siti di Grotta dell’Orso (GRIFONI 1967) e Grotta Patrizi (GRIFONI CREMONESI, RADMILLI 2000-01).

Il frammento con presa forata e cordone impresso obliquo impostato a fianco, che reca un segmento di linea incisa poco al di sotto del cordone (tavola), sembra presentare analogie con la Cultura di Fiorano (PESSINA 1998) e con gli aspetti Cardiale recente ed Epicardiale antico della Francia meridionale (MANEN 2002), dove l’associazione di questi elementi è molto frequente. Si deve tuttavia sottolineare che le anse nei contesti sopraccitati sono del tipo a nastro, decisamente diverse da quella di Cala Giovanna Piano.

Prese forate associate a cordoni impressi a tacche ricorrono nel Neolitico II della Sardegna, in particolare nei siti di Grotta Filiestru (TRUMP 1983) e di Grotta Verde (LO SCHIAVO 1987); a Grotta Filiestru «(…) sono stati rinvenuti tre vasi integri quadriansati di forma strettamente paragonabile a questo della Grotta Verde, uno dei quali presenta anche un cordone plastico di collegamento tra le quattro ansette a maniglia (TRUMP 1983, p. 28, fig. 11 A)» (LO SCHIAVO 1987 : 854). L’associazione di questi elementi si trova anche a Su Stangioni (USAI 2002).

Si deve comunque evidenziare che nei siti succitati i cordoni sono disposti orizzontalmente sulla superficie del vaso.

L’analisi degli impasti evidenzia ancora una volta la predominanza dell’impasto granitico in tutti i vari tipi di anse; ben rappresentato è l’impasto dacitico mentre il tipo gabbroide caratterizza soltanto pochi elementi. Anche in questo caso la produzione risulta essere prevalentemente insulare.

(15)

Le forme vascolari ricostruite nel complesso di Cala Giovanna Piano non sono numerose e nella maggior parte dei casi si tratta di ricostruzioni parziali o di forme desunte dai soli frammenti di parete con orlo (vedi Capitolo V, par. 4). Si sono comunque distinte forme aperte, rappresentate da vasi emisferici, globulari e troncoconici e forme chiuse rappresentate da vasi a fiasco, vasi con collo, vasi ovoidali, vasi carenati e tazze carenate (figura Capitolo V). Le basi sono tutte del tipo non distinto, sia piatte che convesse.

Le forme vascolari identificate rientrano nel patrimonio tipologico vascolare del Neolitico antico dell’area tirrenica. In particolare, le forme aperte come i vasi troncoconici, i vasi emisferici anche con anse impostate sull’orlo, i vasi globulari e le forme chiuse tipo vasi a fiasco e vasi a collo possono essere inserite nella produzione fittile della corrente culturale dell’Impressa medio-tirrenica (GRIFONI CREMONESI, CALVI REZIA 1996; FUGAZZOLA DELPINO 2002), tuttavia sono presenti anche in produzioni ceramiche della Ceramica Lineare (GRIFONI CREMONESI 1996a).

Le forme carenate, vasi e tazze, trovano confronto soprattutto con le tipologie vascolari della Ceramica Lineare (GRIFONI CREMONESI 1996 a). In particolare, il frammento di tazza carenata con decorazione a losanghe disposte sulla carena presenta forti analogie con gli aspetti Sasso di Grotta Patrizi (GRIFONI CREMONESI, RADMILLI 2000-01) e Sarteano di Grotta dell’Orso (GRIFONI 1967). Anche i frammenti di carena con decorazione incisa orizzontale o curvilinea al di sopra di questa, sembrano avvicinarsi ai siti sopraccitati; non è tuttavia possibile ricostruire il motivo decorativo completo.

L’analisi degli impasti (vedi Capitolo V, par. 4.1) indica per le forme aperte un utilizzo predominante dell’impasto granitico ma sono tuttavia presenti anche i tipi gabbroide e dacitico, quest’ultimo nel frammento di vaso emisferico con ansa sull’orlo. Tra le forme chiuse è da evidenziare la produzione dei vasi a fiasco che ha impasto prevalentemente dacitico e dei vasi a collo, dove il tipo dacitico si equivale con l’impasto gabbroide; nei vasi e tazze carenate domina l’impasto gabbroide. Quest’ultimo dato può essere relazionato con i risultati delle indagini

(16)

mineralogico-petrografiche effettuate su ceramiche lineari nei siti di Casa Querciolaia presso Livorno (BOSCHIAN 2000b), di Poggio di Mezzo (San Rossore), di Mileto e Grotta dell’Orso (MARTINI et al. 1996).

La distribuzione degli impasti nelle varie tipologie vascolari individua produzioni insulari e continentali e potrebbe, in via preliminare, suggerire anche l’ipotesi della scelta di un determinato tipo d’impasto per la produzione delle diverse forme vascolari.

Riferimenti

Documenti correlati

Wassily Kandinsky arriverà al Bauhaus statale di Weimar nel 1922 e rimarrà a insegnarvi per undici anni, fino alla chiusura definitiva della scuola nell’aprile del 1933. A

Targeting government funding at students rather than universities suggest higher attainment, higher dropout rates, slightly shorter study duration for those who graduate and lower

I find that while institutional quality does not a↵ect the behavior of Northern participants, Southern participants are significantly more likely to report corruption under a

The classic monograph by Gary Minda on Postmodern Legal Movements 31 does not mention queer legal discourse among the five leading schools of legal postmodernism; namely,

KEY WORDS European Central Bank; accountability; euro area; central bank independence; monetary policy; national

Aft er an in-depth analysis of the preliminary questions addressed by domestic courts on the right to eff ec- tive remedy in return procedures and the answers given by the CJEU,

Shared rule Shared rule The authority exercised by a regional government or its representatives in the country as a whole Law making The extent to which regional representatives

La metafora utilizzata più frequentemente in occasione di incontri pubblici di vario grado di formalità e partecipazione, cui ho preso parte nell'arco dei tre mesi di ricerca, è