16/6/2014 JOBS ACT/ Così lavoratori e imprese possono "guidare" la riforma di Renzi
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LAVORO
JOBS ACT/ Così lavoratori e imprese possono
"guidare" la riforma di Renzi
Francesco Seghezzi
dom enica 1 5 giugno 201 4Che conseguenze av rà la v ittoria di Matteo Renzi alle elezioni europee sul tem a del lav oro? Com e si ev olv erà il rapporto tra le parti sociali e un gov erno legittim ato da una m aggioranza “storica”? Il cantiere del Jobs Act potrà finalm ente chiudersi positiv am ente e senza i com prom essi al ribasso della prim a parte del prov v edim ento? Alcuni com m enti a caldo hanno già m ostrato com e parte dei v oti ricev uti da Renzi sia giunta per la prim a v olta da categorie solitam ente lontane dalla sinistra italiana. A distanza di qualche settim ana possiam o riflettere m eglio sugli esiti di questa tornata elettorale. Il fatto che lav oratori autonom i e com m ercianti abbiano scelto il Partito dem ocratico indica
chiaram ente com e l'Italia sia orm ai entrata in uno scenario politico post-ideologico. Se letto dal punto di v ista delle relazioni tra gov erno e parti sociali, questo dato offre div ersi spunti di riflessione. Tutti ricordiam o le parole dure usate da Renzi nei confronti tanto del sindacato quanto di Confindustria. Il binom io parti sociali-conserv azione è una costante nei discorsi del prem ier ed è div entato spesso un criterio di azione per l’attiv ità dell’esecutiv o. Pensiam o all’iter che ha portato all’approv azione del decreto Poletti con una sv olta radicale sulla flessibilità in entrata nel m ercato del lav oro. “Se il sindacato non è d’accordo ce ne farem o una ragione”, ha subito detto il Presidente del Consiglio. I risultati delle urne sem brano av er prem iato questa posizione. Infatti, in un m ondo del lav oro in
trasform azione, il m odello conflittuale di relazioni industriali su cui si fonda la m aggior parte dell’azione sindacale è sem pre più lontano dai lav oratori. Non è paradossale quindi per un Prem ier che attacca sindacato e Confindustria essere sostenuto con m ilioni di v oti di im prenditori e lav oratori.
I num eri sono dalla parte di Renzi e consentirebbero ora all’azione di gov erno di dirigersi v erso un m ercato del lav oro m oderno. Il recente decreto Poletti m ostra, al contrario, com e si cerchi ancora di costruire il futuro del lav oro con lo sguardo riv olto al passato, a quel m odello di lav oro subordinato che è stato superato dalla fine della centralità della fabbrica fordista. Per non parlare dei num erosi difetti tecnici del decreto che, alm eno da questo punto di v ista, non ha beneficiato del m ancato coinv olgim ento delle parti sociali e di chi dunque dov rà poi applicare le nov ità delle riform e.
Riducendo il sindacato alla v ecchia concertazione Renzi rischia però di trov arsi in un v icolo cieco. L’utopia di gov ernare senza la collaborazione delle parti sociali porta alla lunga ad av ere una v isione lim itata della reale situazione del m ondo del lav oro italiano, che nessuna statistica oggi è in grado di leggere. È il m om ento di un cam bio di passo e se il lungo silenzio dei sindacati e di Confindustria dopo il risultato elettorale è sintom o della consapev olezza di una perdita del loro potere politico e di v eto, può essere allo stesso tem po una salutare pausa di riflessione. È necessario, anche per la loro soprav v iv enza, iniziare a superare ideologie e paradigm i del passato. La pubblicazione da parte di Confindustria di un docum ento con div erse proposte (sebbene già av anzate in passato) relativ e al m ercato del lav oro può essere letto com e un prim o segnale di collaborazione.
Il concetto di sussidiarietà ha m olto da insegnare tanto alle relazioni industriali quanto a quelle tra gov erno e parti sociali. Per far questo occorre guardare al bene com une quale punto di equilibrio tra gli interessi del lav oratore e quelli dell’im prenditore, in una logica di partecipazione che è orm ai la nuov a frontiera delle relazioni industriali. Si pensi al ruolo che possono av ere gli enti bilaterali, se ben
utilizzati, m a anche la tradizione del sistem a cooperativ o genuino, da cui prov iene lo stesso m inistro del Lav oro, che bene indica la possibile coesistenza tra im presa e partecipazione.
Difficile che un gov erno, soprattutto in tem pi in cui l’antipolitica è ben presente sullo scenario europeo, abbia ancora un consenso così am pio. La v era sfida da cogliere è quella di elaborare una nuov a idea del lav oro, che lasci alle spalle gli schem i del passato. È una m issione tanto sem plice quanto
apparentem ente im possibile. Difficile perché significa av ere il coraggio di progettare un m odello nuov o, sem plice perché si tratta solo di seguire la Grande trasform azione in corso, interpretandola, senza
16/6/2014 JOBS ACT/ Così lavoratori e imprese possono "guidare" la riforma di Renzi
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È quello che chiedono oggi lav oratori e im prese a cui le prom esse e i tanti annunci della politica non bastano dav v ero più. È qui che Renzi gioca ora la sua sfida che pare appena iniziata.