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volume 20, numero 3, 2005 Microbiologia Medica 120

S8.2

AGGIORNAMENTO SULLA IMMUNOPATOGENESI DELLE INFEZIONI DEL SNC

Blasi E.

Università di Modena e Reggio Emilia, Dip. Sc. Igien., Microbiol., Biostat., Via Campi, 41100 Modena

Batteri, funghi, virus e protozoi invadono il distretto cerebrale attraverso meccanismi molto complessi e diversi a seconda dei microrganismi. Il cervello, come ogni altro organo, è in grado di esprimere un’immuno-reattività mirata ad eliminare il patogeno invasore ed eventuali cellule infettate e/o danneggiate

indiretta-RELAZIONI

relazioni

SESSIONE 8

Aggiornamento sulle infezioni

del sistema nervoso centrale

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volume 20, numero 3, 2005

Microbiologia Medica 121

mente dalla presenza del microrganismo e quindi desti-nate a subire un processo di apoptosi. A differenza di organi e tessuti periferici, il cervello ha però sviluppa-to un proprio sistema immunitario, deputasviluppa-to alla difesa del SNC stesso, basato sull’attivazione di cellule resi-denti, le cellule gliali, localizzate in siti strategici e particolarmente vulnerabili del cervello. Tra le diver-se sottopopolazioni gliali, la microglia costituisce un elemento particolarmente interessante. Definita come cellula quiescente nel SNC di un adulto sano, essa svolge in realtà una sofisticata e continua azione di sor-veglianza del tessuto cerebrale ed è in grado attivarsi in maniera rapida nel caso in cui sia stato registrato un segnale di “allarme”. Attraverso il ripristino della pro-pria funzione fagocitica e il rilascio di molecole solu-bili (citochine, specie reattive dell’ossigeno, ecc..), la microglia dà l’inizio ad una cascata di reazioni immu-ni, che coinvolgono oltre alla microglia anche altre cel-lule e fattori solubili sia del SNC che del periferico, che insieme contribuiscono all’espletamento delle difese antimicrobiche. Questo ideale sistema di prote-zione del SNC presenta in realtà due punti deboli: 1) nel caso in cui lo stimolo microbico persiste a lungo e le molecole secrete dalla microglia attivata superano i valori di tolleranza da parte dell’ospite, allora l’immu-noreattività del SNC diventa deleteria contribuendo pesantemente alla patogenesi della malattia, attraverso la mediazione di fenomeni di neurotossicità, con con-seguente disfunzione e morte neuronale; 2) molti pato-geni hanno elaborato complesse strategie di resistenza attraverso le quali il loro riconoscimento e/o elimina-zione da parte dell’immunità cerebrale risulta inibito; sfuggendo alla sorveglianza immunologica locale essi si garantiscono la sopravvivenza e quindi la replicazio-ne all’interno del SNC. L’esito di una infezioreplicazio-ne del SNC pertanto dipende sia dalla rapidità con cui le dife-se locali agiscono che dalla abilità del patogeno di elu-dere eventualmente tali sistemi antimicrobici. Una più approfondita comprensione dei complessi meccanismi che caratterizzano la patogenesi delle infezioni del SNC consentirà di disegnare interventi di profilassi e terapeutici capaci di ottimizzare la immunoreattività cerebrale salvaguardando nello stesso tempo l’omeo-stasi neuronale e quindi la funzionalità del SNC.

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