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IL NUOVO QUADRO MACROECONOMICO DEI CONTI FORESTALIIN ITALIA: L’INTRODUZIONE DELL’IEEAF E DELL’ATECO 2007

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– L’Italia Forestale e Montana / Italian Journal of Forest and Mountain Environments 68 (2): 75-83, 2013

© 2013 Accademia Italiana di Scienze Forestali doi: 10.4129/ifm.2013.2.02

DOMENICO CIACCIA (*) - FABIO BONCINELLI (**) (°) - EDOARDO PIZZOLI (*)

IL NUOVO QUADRO MACROECONOMICO DEI CONTI FORESTALI IN ITALIA: L’INTRODUZIONE DELL’IEEAF E DELL’ATECO 2007

(*) ISTAT, Conti ambientali e sistema dei conti satellite, Via Cesare Balbo 16, 00184 - Roma.

(**) Dipartimento di Gestione Sistemi Agrari, Alimentari e Forestali, Università degli Studi di Firenze, Sez. Economia, Piazzale Cascine 18, 50144 Firenze.

(°) Autore corrispondente; fabio.boncinelli@unifi.it; tel. 055 3288410.

1. IntroduzIone

La revisione delle statistiche macroeconomi- che dei conti forestali in ambito europeo, con il passaggio dai Conti Economici per la Silvicol- tura (CES) (euroStAt, 2000) ai nuovi conti ambientali ed economici integrati della selvi- coltura (Integrated Environmental Accounting for Forestry o IEEAF), seppur ancora in corso d’implementazione (euroStAt, 2002) e l’in- troduzione della nuova classificazione delle attività economiche denominata ATECO 2007 (ISTAT, 2009), comporterà sostanziali modifiche nella rappresentazione economico- contabile del settore forestale in Italia (CIACCIA

e PIzzolI, 2010). Tali cambiamenti riguarde- ranno sia l’introduzione di nuovi conti nel si- stema di contabilità forestale, con variabili in quantità e valore, sia lo spostamento di alcuni valori economici dai conti dell’agricoltura a quelli delle foreste.

Le principali modifiche apportate da questi cambiamenti riguarderanno: l’introduzione nei conti forestali della stima dello standing tim- ber e cioè del valore degli accrescimenti netti in foresta; la stima del valore delle attività di forestazione e riforestazione, distinta per desti- nazione produttiva degli alberi, e infine la mi- grazione dai conti agricoli a quelli forestali del valore dei conti di alcuni prodotti non legnosi

Alcune novità intervenute nelle classificazioni statistiche delle attività economiche (ATECO 2007) e del quadro contabile economico del settore forestale (IEEAF) comporteranno un significativo cambiamento del quadro macroeconomico del settore forestale. In particolare, tali novità riguarderanno l’introduzione di nuovi conti i quali dovranno essere misurati con metodologie adeguate per fornire un quadro completo e veritiero del settore. La principale difficoltà di calcolo deriva dalla valutazione dello standing timber poiché le informazioni necessarie per una stima diretta non sono disponibili. Pertanto devono essere implementate metodologie di stima efficaci per una sua corretta valutazione. La completa introduzione di queste novità mostra che il settore forestale ha un peso maggiore nell’economia nazionale ma al contempo mostra il perdurare delle difficoltà di questo settore nel generare redditi adeguati.

Parole chiave: conti economici forestali; integrated environmental accounting for forestry;

classificazione ATECO; standing timber.

Key words: economic accounts for forestry; integrated environmental accounting for forestry; NACE classification; standing timber.

Citazione - CIACCIA d., BonCInellI F., PIzzolI e., 2013 – Il nuovo quadro macroeconomico dei conti forestali in Italia: l’introduzione dell’IEEAF e dell’ATECO 2007. L’Italia Forestale e Montana, 68 (2): 75-83. http://dx.doi.org/10.4129/ifm.2013.2.02

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delle foreste come gli ortaggi e i fruttiferi non coltivati dei boschi. Mentre le novità apportate dall’ATECO 2007 sono state già introdotte dall’ISTAT attraverso la ricostruzione delle serie storiche, l’introduzione dello IEEAF av- verrà non prima del 2015.

Lo scopo di questo lavoro è duplice. Prima di tutto è quello di proporre una metodologia di stima dei nuovi aggregati economici richie- sti dalla IEEAF. Secondo, valutare l’impatto di queste novità sui conti forestali, sui conti della branca agricoltura nel suo insieme e sui conti nazionali. L’obiettivo è di valutare il nuovo quadro macroeconomico dei conti forestali che scaturirà dall’introduzione delle novità sopraelencate e comprendere quali fe- nomeni economici il nuovo quadro statistico mette in luce.

Quest’articolo è organizzato nel modo se- guente: nel secondo paragrafo sarà descritta la fonte dei dati e la metodologia di stima dello standing timber. Nel terzo paragrafo saranno calcolate le grandezze economiche che sa- ranno inserite nelle voci di conto. Nel quarto paragrafo saranno descritte le novità intro- dotte dal passaggio alla nuova ATECO 2007.

2. metodologIAeStImAdellostandingtimber

La fonte d’informazioni sulle foreste utiliz- zata è la pubblicazione euroStAt Pocketbo- oks Forestry Statistics (2009) che raccoglie le informazioni principali su quantità fisiche ed economiche dei settori forestali nei paesi dell’Unione Europea. I dati italiani contenuti nella pubblicazione euroStAt sono stati sti- mati a partire dall’Inventario Nazionale delle Foreste e dei serbatoi forestali di Carbonio (INFC) condotto dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e dal Corpo Fo- restale dello Stato.

Le valutazioni per i conti economici fore- stali sono fatte a partire dalla superficie fore- stale destinata totalmente, o potenzialmente, all’impiego produttivo. Questo tipo di super- ficie prende il nome di Forests Available for Wood Supply (FAWS) cioè le foreste dove non esistono vincoli o restrizioni di tipo legale,

ambientale o economico alla produzione del legno o di altri prodotti1. Le FAWS sono un insieme più piccolo della superficie forestale to- tale, chiamata Forest and Other Wooded Land (FOWL), che invece comprende anche le su- perfici non sfruttabili economicamente. In que- sto lavoro con il termine foreste faremo sempre riferimento alle FAWS. Gli incrementi (I) degli stock forestali invece sono la crescita media del volume legnoso (compreso la corteccia) nell’anno di riferimento nelle foreste al netto delle perdite naturali e viene stimato attraverso l’auxometria. Infine, per Prelievi in Foresta (PF) s’intende il volume di legno abbattuto e prelevato in foresta, compresi i diradamenti selvicolturali e pre-commerciali lasciati nella foresta e le perdite naturali, come ad esempio gli alberi abbattuti dal vento raccolti a scopo commerciale.

La valutazione dello standing timber è neces- saria per il completamento della tabella 3c dello IEEAF, intitolata Economic accounts for forestry and logging. Questo nuovo sistema dei conti ri- chiede che debba essere incluso nel computo del valore aggiunto del settore forestale anche il valore degli accrescimenti naturali in volume del legno che avviene nelle FAWS, assimilando questi incrementi al concetto di work in pro- gress del SEC 95. In particolare il valore dello standing timber rientra nella tabella 3c sotto tre conti chiamati item.

Il primo item (indicato nello IEEAF con la sigla OUT1_11), ricade tra le voci che vanno a comporre il valore della produzione, e riguarda il valore degli incrementi forestali annui. Se- condo le note esplicative di euroStAt ai nuovi conti IEAAF, il metodo con cui valu- tare lo standing timber è il cosiddetto stumpage value method, utilizzando come prezzo di rife-

1 Le restrizioni legali o ambientali dell’attività di taglio possono essere motivate da esigenze di protezione della fertilità del suolo e dal dissesto idrogeologico, dalla conservazione della biodiversità o la protezione di siti particolarmente importanti per motivi scientifici, storici, culturali o religiosi. Mentre, i vincoli economici emergono quando in una certa area forestale la produttività delle specie arboree o la qualità del legno sia troppo bassa o i costi di taglio e trasporto siano troppo alti (OECD, 2007).

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rimento lo stumpage price (SP). Lo stumpage price è il prezzo pagato dall’utilizzatore al pro- prietario della foresta per il taglio. In pratica lo standing timber è valutato rispetto ai redditi futuri e quindi andrebbe utilizzato un sistema di sconto di questi redditi futuri, tuttavia se si ipotizza che il tasso di sconto sia uguale al tasso di crescita della foresta si può evitare l’uso dello sconto così da ottenere il valore dello standing timber semplicemente moltiplicando il volume corrente in foresta per lo stumpage price (un, 2003).

In formula:

Totale OUT1_11 = I · SP (1) Il secondo item (IC1) è inserito tra i consumi intermedi e rappresenta il valore del legno pre- levato, anche per autoconsumo, dalle foreste.

Anche in questo caso il prezzo da utilizzare per la stima è lo stumpage price:

In formula:

Totale IC1 = PF · SP (2) Infine il terzo item (CI1) ricade nel conto della formazione del capitale ed è la variazione del valore (valutato sempre con lo stumpage value method) del legno disponibile nelle fore- ste in attesa di essere tagliato e non è altro che il valore della differenza tra gli incrementi e i tagli.

In formula:

Totale CI1 = OUT1_11 - IC1 (3) Dalla (3) è facile intuire che il valore dello standing timber non è altro che la variazione del work in progress al netto dei costi.

Se volessimo calcolare correttamente, con le informazioni a oggi disponibili, i tre item (OUT1_11, IC1, CI1) riferiti allo standing timber della tabella 3c dello IEEAF teori- camente sarebbe necessario un dettaglio dei dati molto spinto per fare una stima puntuale di questi valori. Per esempio, sarebbero ne- cessari i dati per gli incrementi suddivisi per specie arborea, età, posizione altimetrica e geografica. Questo vale anche per i valori economici, come i prezzi alla produzione o i costi di produzione. Ad esempio, come rileva l’un (2003), il prezzo medio dello stumpage price dipende dall’età e l’assorti- mento in foresta, dove in genere i tagli più

Tabella 1 – Alcune misure forestali.

Grandezze Volumi (Milioni di m3)

Incrementi dello stock forestale* 38,320

Prelievi in foresta* 10,105

Quantità vendute** 8,397

Fonti: * euroStAt, 2009; ** ServIzIo StAtIStIChe AgrI-

Colee ForeStAlI/CeS (2009).

giovani valgono meno di quelli più vecchi.

Ne consegue che il valore dello standing tim- ber varia nel tempo per cause anche molto diverse tra loro. Per esempio può diminuire a causa di un eccessivo taglio d’alberi maturi oppure come risultato di un programma di rimboschimento che utilizza specie più gio- vani. In assenza di stime sui valori di mer- cato cui fare riferimento lo stumpage price può essere stimato attraverso un approccio di contabilità nazionale sottraendo dal prezzo di macchiatico i costi di taglio, trasporto ed esbosco della foresta (FAo, 2004; un, 2003).

Il valore di macchiatico è pari alla differenza tra il prezzo di mercato degli assortimenti le- gnosi e la somma dei costi per ottenere gli assortimenti. I costi comprendono le spese di taglio, allestimento, esbosco e di trasporto del materiale all’imposto, comprese le spese per direzione e sorveglianza, anticipazioni, interessi, noleggi, ed eventuali quote di am- mortamento per l’attrezzatura necessaria a eseguire le varie fasi del processo produt- tivo (gAllerAnI et al., 2004; PettenellA e toFFAnIn, 2008). Tuttavia, non avendo tale dettaglio, dovranno essere stimati dei valori, e dei prezzi medi, per il computo delle cifre che andranno a comporre il sistema dei conti.

Per prima cosa dovrà essere stimato lo stum- page price a partire dalle quantità riportate in Tabella 1. Per far questo è necessario compiere la stima sia di un prezzo medio di vendita al produttore (d’ora in poi chiamato prezzo di vendita) che di un costo medio dell’attività forestale. Per ottener il prezzo medio di ven- dita, il valore del forestry good output ricavato dal CES, pari a 499 milioni €, deve essere di- viso per i prelievi totali (ipotizzando che tali

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quantità siano state tutte interamente vendute nell’anno di riferimento):

Prezzo medio di vendita = 499,9 milioni di € / 10,1 milioni di m3 = 49,5 €/m3 (4)

In questo modo otteniamo un prezzo di mer- cato medio per la vendita del legno pari a 49,5

€ al m3.

Successivamente, è possibile ricavare un costo medio delle tagliate dividendo il consumo intermedio ripreso dal CES per le quantità dei prelievi in foresta:

Costo medio del taglio = 109,4 milioni di €/ 10,1 milioni di m3 = 10,8 €/m3 (5)

Ora per ottenere una stima dello stumpage price basta sottrarre dal prezzo medio di ven- dita il costo medio del taglio:

Stumpage price = 49,5 €/m3 – 10,8 €/m3 =

= 38,7 €/m3 (6)

Attraverso lo stumpage price è possibile valu- tare gli item da inserire nella tabella 3c:

Totale OUT1_11 = 38,3 milioni di m3 · 38,7 €/

/m3 = 1.481,2 milioni di € (7) cioè gli incrementi dello stock forestale valutati allo stumpage price.

Totale IC1 = 10,1 milioni di m3 · 38,7 €/m3 =

= 390,6 milioni di € (8) cioè i prelievi in foresta moltiplicati per lo stum- page price.

Totale CI1 = 1.481,2 milioni di € - 390,6 milioni di € = 1.090,6 milioni di € (9) Con quest’ultimo passaggio otteniamo le

Tabella 2 – Confronto del conto produzione tra CES e IEEAF (Milioni di €).

Descrizione CES Simulazione IEEAF Fattore di cambiamento

Forestry goods output 499,90 1.981,10 296%

Standing timber 1.481,20

Saw logs 155,00 155,00

Fuel wood 299,60 299,60

Pulp wood 24,70 24,70

Other forestry products 20,60 20,60

Forestry services output 14,00 14,00

Other services related to forestry and logging 14,00 14,00

Forestry output at basic prices 513,90 1.995,10 288%

Non-forestry secondary activities (inseparable) 1,10 1,10

Output of the forestry ‘industry’ at basic prices 515,00 1996,20 288%

informazioni necessarie per la compilazione dei conti riguardanti lo standing timber della tabella 3c.

3. SImulAzIonedell’economic accounts

for forestryand loggingdello IeeAF Per comprendere l’effetto dell’introduzione dello standing timber sui conti forestali attuali è stata simulata la compilazione della tabella 3c2 che nel sistema IEEAF è quella destinata a rac- cogliere i conti economici: produzioni dei beni e servizi della selvicoltura e dell’utilizzazione delle aree forestali, i consumi intermedi, gli in- vestimenti lordi, gli ammortamenti, i redditi da lavoro dipendente, le imposte e contributi alla produzione, i fitti e gli interessi attivi e passivi, la variazione delle scorte e i trasferimenti in conto capitale.

Supponendo la correttezza dei dati calcolati nel paragrafo precedente, è possibile inserire tali valori nella tabella 3c per valutare l’impatto dell’introduzione delle nuove voci sui princi- pali aggregati del conto. Impatto comunque parziale perché la Tabella 2 presentata in que- sto paragrafo è incompleta, laddove devono essere ancora inserite alcune voci.

Incominciando ad analizzare la parte del

2 Relativa all’anno 2008, quello con dati definitivi più recente.

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conto relativa solo alla produzione si può ve- dere come l’introduzione del valore degli incre- menti annui comporti un aumento dell’output totale delle foreste del 296% rispetto al vecchio sistema, passando da quasi 500 milioni a più di 1.980 milioni di €. Lo standing timber diventa così la principale voce del conto della produ- zione forestale, essendo la voce in assoluto più elevata e con il maggiore peso, pari al 75% del totale dell’output.

Il valore dello standing timber così elevato è dovuto principalmente dagli esigui prelievi fo- restali rispetto alla crescita naturale. Dal con- fronto con le quantità tagliate negli altri paesi europei, risulta che l’Italia ha un rapporto crescita-tagli molto alto pari a 3,8. Cioè, in media solo il 26% della crescita viene tagliato in Italia, quando la media UE 25 si aggira in- torno al 65%. Dalla Figura 1 si può notare che escludendo paesi come l’Islanda e Cipro, che possono essere considerati casi singolari date le loro particolari condizioni ecologiche ed eco- nomiche, l’Italia risulta essere il paese che in assoluto rispetto alla crescita, ha la più bassa quota di prelievi in foresta rispetto ai paesi eu- ropei. L’Italia ha un rapporto crescita-taglio circa il doppio se confrontata con altri paesi come la Francia, che ha un rapporto pari a 1,8;

o la Germania e il Regno Unito, con un rap- porto di circa 2 (euroStAt, 2009).

Se invece si confronta l’Italia con paesi come la Finlandia o la Svezia, dove il settore forestale riveste un ruolo di primaria importanza nella branca agricoltura, si può notare che il gap è ancora più ampio: il rapporto crescita-tagli è di quasi 3 volte inferiore. Un rapporto così sbi- lanciato non può essere attribuito ad un incre- mento naturale particolarmente sostenuto poi- ché è inferiore alla media EU, pari a 6 m3 per ettaro, mentre in Italia le foreste crescono in media di 4,3 m3 per ettaro l’anno (circa il 40%

in meno). Questo pone l’Italia in una situazione del tutto particolare rispetto agli altri paesi eu- ropei che invece mostrano una certa omoge- neità in questo rapporto: se si escludono Cipro e Islanda, i due outlier, e l’Italia, la deviazione standard dell’indice è pari 0,51 con media 1,8.

Se completiamo la tabella 3c dello IEEAF, inserendo anche nella sezione riguardante i consumi intermedi la voce riferita allo standing timber, otteniamo la Tabella 3. Anche in que- sto caso l’inserimento dello standing timber nei conti ha provocato un aumento consistente dei consumi intermedi che passano da 109 milioni di € a 499,9 milioni di €, con un incremento del 357%. L’aumento così consistente del va-

Figura 1 – Rapporto Crescita/Prelievi in Europa.

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lore della produzione e dei consumi intermedi inevitabilmente comporta un aumento notevole del valore aggiunto lordo del settore forestale che passa da 405 milioni di € a quasi 1.500 mi- lioni di €. In pratica la selvicoltura vede più che triplicare la propria importanza in termine di valore aggiunto, nonostante che ben più del 72% del valore sia rappresentato da prodotti work in progress che ancora non sono entrati nel circuito economico.

Infine, sempre nella tabella 3c, è stato inserito lo standing timber nel conto della formazione del capitale tra le variazioni delle scorte: in pra- tica è stato inserito il valore della differenza tra la crescita naturale e i prelievi. Tale differenza è descritta come work in progress associando concettualmente la massa legnosa in accresci- mento nelle foreste al valore di un magazzino di prodotti semilavorati. Anche in questo caso lo standing timber rappresenta la principale voce del conto della formazione del capitale, essendo le scorte propriamente dette solamente l’8% del prelievo totale dalle foreste.

Il calcolo della variazione delle scorte (escluso il work in progress) è stato compiuto utiliz- zando contemporaneamente i dati del CES e dell’euroStAt. Dal CES si ricava che nel 2008 sono stati venduti o autoconsumati circa 8,4 milioni di m3 di prodotti legnosi, mentre se-

Tabella 3 – Confronto dei conti forestali (escluso la produzione) tra CES e IEEAF (Milioni di €).

Descrizione CES Simulazione IEEAF Variazione

Total intermediate consumption 109,30 499,90 357%

Standing timber 390,60

Energy, lubricants 49,80 49,80

Financial intermediation services indirectly measured 4,70 4,70

Other goods and services 54,80 54,80

Gross value added at basic prices 405,70 1.496,30 269%

Fixed capital consumption 80,70 80,70

Equipment and buildings 80,70 80,70

Net value added at basic prices 325,00 1.415,60 336%

Other taxes on production 25,80 25,80

Factor income 299,20 1.389,80 365%

Gross fixed capital formation (excluding deductible VAT) 79,8 79,80

Afforestation and reafforestation 1,50 1,50

Equipment and buildings 72,60 72,60

Other 5,70 5,70

Net fixed capital formation (excluding deductible VAT) -0,90 -0,90

Changes in inventories 1.188,10

Of which: work in progress 1.090,60

condo euroStAt, sono stati prelevati circa 10,1 milioni di m3 dalle foreste. La differenza è stata supposta essere una buona proxy3 della variazione delle scorte intervenuta nel periodo.

Il prezzo per valutare le scorte è stato ripreso dal CES che è servito a calcolare il valore della produzione, cioè il prezzo medio di mercato annuo pari a 57,06 € al m3. In questo modo è stato stimato un valore delle scorte di circa 97,50 milioni di €.

4. lenovItàdell’AteCo 2007

In Tabella 5 è riportata la simulazione com- pleta dei nuovi conti macroeconomici intro- ducendo i cambiamenti apportati dalla nuova classificazione delle attività economiche. Se- condo la nuova ATECO la voce, denominata

“forestazione e riforestazione”, riguarda il va- lore della produzione delle aziende che hanno svolto tale servizio in aree non agricole e sola- mente se hanno impiantato alberi generatori di reddito come ad esempio, i noccioli o i sugheri.

Mentre devono essere esclusi dal conto il va-

3 Essendo parte di questa differenza dovuta alle perdite intervenute durante le fasi di lavorazione del legno.

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lore dei servizi di forestazione o riforestazione relativi ai soli alberi da legno. Poiché ad oggi da nessuna indagine italiana è possibile rica- vare quest’informazione è stato utilizzato come proxy il totale del fatturato delle imprese nel settore ATECO 02.100.00 – Silvicoltura e altre attività forestali – utilizzando i dati contenuti in ASIA-Agricoltura4. In questo modo è stato stimato un valore della produzione di foresta- zione e riforestazione pari a 64 milioni di € che andrà a sommarsi al valore della produzione.

Sotto la voce altri prodotti delle foreste, sono compresi il valore dei prodotti dei boschi come ad esempio fragole, funghi, tartufi, castagne e

Tabella 4 – Cambiamenti per effetto della riclassificazione ATECO 2007.

Descrizione prodotto Importi (Milioni di €)

Industriali dei boschi 1,55

Ortaggi dei boschi 72,53

Fruttiferi dei boschi 146,67

Totale 220,75

Fonte: Servizio Statistiche Agricole e Forestali/CES (2009).

Tabella 5 – Conto economico forestale completo (milioni di €).

Descrizione CES Simulazione IEEAF

Forestry goods output 499,90 2.201,80

Standing timber 1481,20

Saw logs 155,00 155,00

Fuel wood 299,60 299,60

Pulp wood 24,70 24,70

Other forestry products 20,60 241,30

Forestry services output 14,00 78,00

Afforestation and reafforestation 64,00

Other services related to forestry and logging 14,00 14,00

Forestry output at basic prices 513,90 2.279,80

Non-forestry secondary activities (inseparable) 1,10 1,10

Output of the forestry 'industry' at basic prices 515,00 2.280,90

Total intermediate consumption 109,30 499,90

Standing timber 390,60

Energy, lubricants 49,80 49,80

Financial intermediation services indirectly measured 4,70 4,70

Other goods and services 54,80 54,80

Gross value added at basic prices 405,70 1.781,00

Fixed capital consumption 80,70 80,70

Equipment and buildings 80,70 80,70

Net value added at basic prices 325,00 1.700,30

Other taxes on production 25,80 25,80

Factor income 299,20 1.674,50

Compensation of employees 286,60

Operating surplus / mixed income 1.387,90

Gross fixed capital formation (excluding deductible VAT) 79,80 79,80

Afforestation and reafforestation 1,50 1,50

Equipment and buildings 72,60 72,60

Other 5,70 5,70

Net fixed capital formation (excluding deductible VAT) -0,90 -0,90

Changes in inventories 1.188,10

Of which: work in progress 1.090,60

Labour input (in 1000 AWU) 31,90

altri frutti di bosco, nel caso in cui non siano coltivati ma prodotti spontaneamente dalla fo- resta e raccolti per l’autoconsumo o la vendita sul mercato. Nella Tabella 4 sono riportate in dettaglio le voci che andranno ad aumentare il valore del conto. Tali importi, a differenza dello standing timber, non aumenteranno il valore aggiunto lordo della branca agricoltura, perché sono frutto di un effetto di riclassifica-

4 Asia-Agricoltura è l’archivio statistico delle imprese attive in agricoltura. Tra le informazioni contenute in archivio c’è il fatturato aziendale.

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zione dovuta al passaggio dalla ATECO 2002 a quella 2007.

Con la nuova ATECO 2007, il criterio di selezione diventa la spontaneità della produ- zione e non la natura del prodotto: se il pro- dotto è coltivato andrà a formare il valore ag- giunto dell’agricoltura, altrimenti sarà incluso nei conti forestali. In pratica i prodotti che nella vecchia ATECO 2002 si trovavano sotto il codice 01.12.1 (prodotti orticoli dei boschi), il codice 01.13.4 (fruttiferi dei boschi) e il co- dice 01.11.6 (industriali dei boschi) sono stati riclassificati tutti sotto il codice 02.30.00 (rac- colta di prodotti selvatici non legnosi) della nuova ATECO 2007. Con l’inserimento del valore dei prodotti del bosco nella tabella 3c il valore aggiunto della selvicoltura aumenterà di ulteriori 220,7 milioni di € e la simulazione dei nuovi conti macroeconomici, può dirsi completata (Tabella 5).

5. ConCluSIonI

Dal quadro macroeconomico dei conti fore- stali, con l’introduzione dell’IEEAF e dell’A- TECO 2007, emerge che lo standing timber sarà la principale voce della formazione del valore aggiunto. Questo fatto è indicatore della debolezza strutturale di cui soffre il settore in Italia. Il basso rapporto tra tagli e crescita potrebbe essere originato dalla scarsa redditività delle attività selvicolturali, dovuta a sua volta dalla bassa qualità dei prodotti forestali. Infatti, circa il 66% della produ- zione forestale è rappresentata da legna per uso energetico: prodotto con minore qualità e con i prezzi di mercato più bassi. La qua- lità degli assortimenti, determinata principal- mente dalle condizioni ambientali, non è la sola causa delle difficoltà della selvicoltura.

Infatti, anche le condizioni economiche non sono tra le più favorevoli. La concorrenza degli altri produttori UE contribuisce a com- primere i prezzi alla produzione e contem- poraneamente i costi elevati frenano le po- tenzialità del settore. La minore qualità e gli alti costi sono ulteriormente evidenziati dalla bassa redditività della produzione nazionale.

I dati di EUROSTAT (2009) mostrano che il valore aggiunto lordo per ettaro della selvicol- tura italiana è pari a 40,9 € contro i 168,7 € della Francia o i 158,3 € della Germania o i 115 € del Regno Unito.

Bisogna sottolineare che, laddove non si possa in qualche modo intervenire per ridurre il rapporto taglio/crescita, le possibilità di sfruttamento economico delle risorse forestali non si esauriscono con la sola attività di taglio.

Il mercato offre anche delle alternative di im- piego produttivo delle foreste, come esempio quello dell’utilizzo a scopo ricreativo. Inoltre, bisogna aggiungere che i conti economici non prendono in considerazione, e quindi non mostrano, l’enorme valore delle funzioni non di mercato delle foreste, come quella idroge- ologica, della difesa della biodiversità o della funzione di serbatoi di carbonio. Tali attività, di mercato e non, devono essere attentamente pianificate, incentivate e governate per impe- dire che prevalga l’abbandono come “metodo di gestione” delle foreste nazionali.

Apportando tutte le modifiche richieste dalla IEAFF e dalla ATECO 2007 il quadro strutturale macroeconomico vede il valore aggiunto della sevicoltura aumentare di circa 1,4 miliardi di € con un aumento dello stesso importo del valore aggiunto lordo totale della branca agricoltura, selvicoltura e pesca che passerebbe dai 28.330 milioni di € ai 29.750 milioni di € (IStAt, 2010a). Tale aumento è dovuto principalmente all’inclusione dello standing timber, mentre il contributo delle modifiche agli altri conti è trascurabile. La selvicoltura vede aumentare il suo peso rela- tivo nei confronti dell’agricoltura, passando dal rappresentare l’1,4% del valore aggiunto al 6% (ISTAT, 2009). Se si prende in con- siderazione l’intera economia nazionale, il contributo della selvicoltura alla formazione del valore aggiunto rimane trascurabile, passando dallo 0,03% allo 0,13% del pro- dotto interno lordo (ISTAT, 2010b). Infine bisogna notare che l’aumento del valore ag- giunto della selvicoltura di circa 1,4 miliardi di € porterebbe il valore aggiunto per ettaro molto basso, ad allinearsi con i livelli degli altri paesi europei.

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SUMMARY

The new macroeconomic framework of the forest accounts in Italy:

the implementation of the IEEAF and ATECO 2007 Some innovations introduced by the new statistical classification of economic activities (NACE Rev. 2) and the new economic accounting framework for forestry (IEEAF) will result in a meaningful change in the macroeconomic structure of forestry. In particular, these innovations include the introduction of new accounts which should be measured by an appropriate approach to provide a complete and accurate structure of this sector.

The main difficulty is the valuation of standing timber since the information necessary for a direct estimate are not available. Therefore an indirect methodology should be implemented for estimating the value of standing timber. The full introduction of these features shows that forestry has a greater weight in the national economy but at the same time shows the inability of forestry to generate adequate income.

BIBLIOGRAFIA

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Riferimenti

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