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PATRIZIA MANGANARO, FLAVIA MARCACCI (a cura di), Logos e Pathos. Episte- mologie contemporanee a confronto, Edizioni Studium, Roma 2017, pp. 176.

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PATRIZIA MANGANARO, FLAVIA MARCACCI (a cura di), Logos e Pathos. Episte- mologie contemporanee a confronto, Edizioni Studium, Roma 2017, pp. 176.

Nella sua strtutura e articolazione sistematica, il volume si compone di una prima parte intitolata Status quaestionis, che ospita gli interventi di Patrizia Manganaro (Epistemologia e complessità: un percorso nel pensiero contemporaneo) e di Flavia Marcacci (Scienza, tecnologia, iconofilia: per un’estetica della scienza), curatrici del volume, di una seconda parte intitolata Epistemologie contemporanee a confronto, con interventi di R. Lanfredini (Morfologia del sentire: un punto di vista fenomenologico), G.I. Bischi, F. Grassetti (Il logos delle forme: generare immagini dal caos), P. Sgreccia (Dalla salute al benessere: un’analisi filosofica), C. Trentini (Il sé intersoggettivo tra psicologia e neurobiologia: origini e sviluppi terapeutici), P. Manganaro (Einfühlung e mind-body problem. Note sull’esperienza intersoggettiva del mondo), e di un appendice contenente il saggio su Lo spirito come relazione e l’epistemologia del realismo naturale, di G. Basti.

Dopo secoli “logocentrici”, si è prodotta una svolta “somatocentrica” della cultura occidentale. Numerose discipline, diverse per metodo e per statuto epistemologico, mostrano una significativa convergenza sul primato del “corpo vivo” (Leib) quale cifra del nostro tempo.

In questo orizzonte, “il sentire si dice in molti modi”. Significa che il centro dell’interesse è il corpo vissuto, il “corpo-soggetto” – e non il “corpo-oggetto”, reificato e obiettivato. Significa che siamo alle prese con nuove “logiche” della corporeità vivente, e che il dualismo oppositivo mente-corpo è stato superato nella direzione di un approccio duale. Significa porre l’irriducibilità dell’essere umano al centro del vivere intenzionale, come punto d’irradiazione dei suoi atti esperienziali. Significa, ancora, che Logos e Pathos esibiscono una strutturale co-appartenenza, costituendo un nodo problematico stratificato, denso, complesso.

Nel volume assume un ruolo centrale la questione fenomenologica dell’empatia (Einfühlung), dall’antropologia filosofica alle neuroscienze, dalla filosofia della mente al setting psicoterapeutico, dalla pedagogia alla bioetica, dall’estetica filosofica alla filosofia della salute, dalle scienze algologiche alla psichiatria. Questa varietà di ambiti nei quali il termine oggi compare rende arduo determinare una definizione univoca del concetto di “empatia”, ma rende possibile raccogliere e accostare diverse prospettive epistemologiche, come accade in questo volume che offre contributi di studiosi autorevoli nei diversi settori disciplinari. Una particolare declinazione dell’empatia richiama il significato dell’interazione tra corpi animati e inanimati, ovvero sulla possibilità di cogliere, appercependolo, lo ‘spirito’ attraverso un corpo e attraverso un’immagine. Un’appercezione di cui sono state indagate le modalità neurofisiologiche, automatiche, pre-cognitive, estetiche.

Queste modalità determinano anche un approccio nuovo all’interno delle scienze logiche e matematiche, permettendo di focalizzare il ruolo creativo della ragione scientifica e in particolare dell’uso delle immagini in essa. Le immagini continuano a stimolare e provocare la conoscenza, e al contempo la conoscenza permette di ideare immagini per focalizzare aspetti significativi della realtà concreta e degli oggetti astratti. Estetica e scienza, arte e tecnica, strumenti materiali e digitali si intrecciano. È così che logos e pathos si congiungono nell’iconografia e nelle riproduzioni scientifiche, addirittura nella matematica e nella computer science. La scienza usando le immagini feconda il nostro immaginario e il nostro immaginario diventa capace di produrre nuova scienza.

Alla filosofia il compito di orientarla verso la realtà, per coglierne la ricchezza, con l’eterno pendolo che oscilla tra il rigore e la bellezza, tra l’intelletto astratto e l’intuizione creativa.

SIMONE BOCCHETTA

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ARETÉ -

VOL. 4, 2019 - ISSN 2531-6249

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