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AI CORSI DELL’UNIVERSITA’ DI PISA L’ INDAGINE SUGLI STUDENTI STRANIERI ISCRITTI Capitolo 3

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Capitolo 3

L’INDAGINE SUGLI STUDENTI STRANIERI ISCRITTI

AI CORSI DELL’UNIVERSITA’ DI PISA

3.1 La ricerca: obiettivi e metodo

Il fenomeno migratorio, in seguito ai crescenti flussi di migranti provenienti da diversi paesi non ricchi e ai processi di globalizzazione, ha assunto un peso sempre più consistente nel nostro paese investendo numerosi aspetti della vita sociale, economica ed oggi anche politica.

Dagli anni ’90 ad oggi il fenomeno migratorio è aumentato di circa 10 volte con un ritmo di crescita veramente impressionante negli ultimi anni. I redattori del Dossier Statistico della Caritas/Migrantes (2009) stimano alla fine del 2008 che gli immigrati presenti regolarmente in Italia fossero 4milioni e 300mila (di cui 3.891.295 residenti) considerando anche chi non si era ancora registrato alle anagrafi comunali. Questo dato è pari al 7,2% (in pratica 1 abitante su 14 è straniero) della popolazione nazionale ed in pochissimi anni (nel 2005 i cittadini stranieri residenti erano 2,6 milioni) l’Italia si è messa in scia, a livello europeo, della Spagna (oltre 5 milioni di stranieri con un incidenza sulla popolazione dell’8,2%) e della Germania (circa 7 milioni con un incidenza dell’11,7%): nel

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45 2008, per il primo anno, l’Italia si è collocata al di sopra della media europea (6,2%) per incidenza di stranieri residenti sul totale della popolazione ed è lo stato in cui, in termini assoluti, la presenza straniera è maggiormente cresciuta. Sull’aumento dei migranti hanno influito la piena occupazione di diverse regioni italiane, la diffusione dell’economia sommersa e l’indisponibilità degli italiani a inserirsi in alcuni settori lavorativi più gravosi e meno gratificanti.

Approfondire lo studio del fenomeno migratorio in un’ottica transnazionale rende conto sia della situazione del paese di origine sia di quello di insediamento, stimolando a considerare il cittadino straniero come un protagonista attivo sui piani economico, sociale, culturale e che quindi può incidere sostanzialmente sullo sviluppo della società sia “qui che là”.

L’obiettivo dell’indagine condotta sugli studenti stranieri iscritti ai corsi dell’Università di Pisa è stato quello di identificare e misurare i loro legami transnazionali, anche informali, al fine di apportare un nuovo contributo alle definizioni dei concetti di comunità transnazionale e diaspora.

La ricerca, condotta dal professor Gabriele Tomei, ha così mirato ad indagare il Senso di Identità ed il Sistema di Relazioni degli studenti con cittadinanza straniera iscritti ai corsi di laurea, masters e dottorati di ricerca dell’ateneo pisano negli anni compresi tra il 2000 e il 2007 toccando dimensioni di natura sociale ma anche culturali/espressive.

Sono state indagate tipologia, ampiezza e frequenza dei legami e dei contatti con i propri connazionali nel paese di origine o all’estero, ma anche il grado della relazione e il rapporto con i membri della comunità di destinazione, nella distinzione interna tra autoctoni e connazionali già presenti. L’analisi dei legami strumentali, simbolici e normativi con le comunità di origine e di destinazione è stata orientata anche ad indagare le connessioni tra la strutturazione di questi legami e la propensione a sostenere processi di sviluppo della propria comunità di origine.

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46 Gli studenti stranieri sono risultati essere 2057: l’indagine è poi stata rivolta ai 900 studenti che hanno comunicato il proprio indirizzo email agli uffici amministrativi dell’Università.

Di questi 900 studenti, 276 hanno completato il questionario sul web e lo hanno re-inviato entro il giugno 2008. La ricerca infatti è stata realizzata tramite il software LimeSurvey, un tool open source per la creazione di questionari per indagini pubblicate sul web. I dati sono stati poi trattati e analizzati con il software SPSS.

E’ necessario evidenziare, prima di riportare dati e risultati dell’indagine, che gli studenti universitari stranieri sono una particolare categoria di migranti “tanto per le caratteristiche personali quanto per la specificità dei contesti istituzionali con i quali entrano in relazione nel corso della loro esperienza migratoria. Sotto il primo profilo, infatti, questi sono migranti con un elevato livello di istruzione e dotati di notevoli risorse ed abilità (sotto il profilo comunicativo e relazionale, ma non di rado anche di quello economico). Sotto il profilo dei contesti istituzionali, sono migranti che hanno lasciato la propria nazione per sviluppare all’estero le proprie competenze culturali e tecnico-professionali e che per questo sono entrati a far parte di specifici network accademici e professionali (reti di università, centri di ricerca, imprese, docenti, etc.), che costituiranno in modo sempre più nitido gli spazi determinanti della loro carriera futura” (Tomei, 2008:6-7).

Se il possedere le suddette caratteristiche ha favorito senza dubbio gli studenti a raggiungere una buona integrazione nel contesto di arrivo e ad aprire, con probabilità, percorsi internazionali nella propria carriera futura, la caratteristica invece di essere migranti ci indirizza nell’area degli studi sociali, individuandoli come potenziali attori di comunità transnazionali.

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3.2 Il questionario e le categorie analitiche

Il questionario proposto agli studenti stranieri doveva essere compilato on line; una copia poteva poi essere spedita via fax direttamente all’università. Si compone di 60 domande, anche con possibilità di risposta multipla, suddivise per sezioni:

- Dati anagrafici (data di nascita, sesso, nazionalità, stato civile, nazionalità dell’eventuale coniuge, familiari in Italia e conviventi, familiari nel paese di origine);

- Storia migratoria (da quanto tempo in Italia, progetti per il futuro, ragioni della partenza, eventuale ricongiungimento);

- Integrazione – dimensione strutturale (titolo di studio nel paese di origine o all’estero, facoltà frequentata presso l’Università di Pisa, impiego lavorativo, mantenimento agli studi, abitazione e relative problematiche, tempo libero, problemi in Italia);

- Integrazione – dimensione socio-culturale (integrazione, senso di comunità e identificazione rispetto alla comunità pisana in relazione a italiani e a connazionali in Italia);

- Pratiche transnazionali verso connazionali nel paese di origine (in quali attività è coinvolto rispetto al paese di origine);

- Pratiche transnazionali verso connazionali all’estero (in quali attività è coinvolto rispetto alla comunità dei connazionali all’estero);

- Identificazioni transnazionali (identificazione e senso di comunità rispetto alle comunità dei connazionali in patria e dei connazionali all’estero, ma non in Italia);

- Orientamento al co-sviluppo (partecipazione a progetti di cooperazione allo sviluppo nel paese di origine, partecipazione a reti informali o associazioni di studenti stranieri provenienti dallo stesso paese o continente, propensione ad impiegare le proprie competenze e conoscenze nel paese di origine);

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48 In appendice al presente lavoro è allegata una copia del questionario.

Per l’elaborazione delle domande sono state utilizzate 5 categorie analitiche con 3 finalità specifiche:

1. Verificare l’esistenza e indagare la forma dei legami tra gli studenti intervistati e le comunità dei propri connazionali in patria o all’estero (attività transnazionali);

2. Misurare il peso dei legami di reciprocità (capitale sociale) e la dimensione espressiva dell’attaccamento e dell’identificazione (senso di comunità e identificazione) in relazione alle comunità di origine (connazionali in patria o residenti all’estero) e di destinazione (connazionali residenti in Italia e italiani);

3. Misurare la disposizione degli studenti intervistati ad investire nel futuro nella propria comunità di origine (orientamento al co-sviluppo).

Qui di seguito approfondiamo le 5 categorie analitiche utilizzate nella ricerca accennando ai riferimenti teorici e alle modalità di utilizzo:

A. L’Attività Transnazionale. La misurazione dei processi transnazionali è uno degli aspetti degli studi Transnazionali sulle Migrazioni, dal punto di vista metodologico, maggiormente contrastato e criticato. Il problema è infatti tradurre le ipotesi del transnazionalismo in interrogativi di ricerca puntuali a cui fornire risposte nelle indagini sul campo. Questo anche perché sono limitate, in generale e soprattutto nel nostro paese, le indagini condotte sulla popolazione straniera mirate a misurare “quando” e “quanto” un fenomeno sociale si possa qualificare come transnazionale (Boccagni, 2007).

Le prime indagini statistico-campionarie condotte negli Stati Uniti da Portes e dai suoi collaboratori hanno indirizzato la partecipazione transnazionale degli immigrati verso una prima distinzione delle attività, come abbiamo visto in precedenza ai paragrafi 2.4, 2.5, 2.6, in tre settori

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49 di riferimento: economico, politico e socioculturale. Indagini empiriche successive (Cohen nel 2003 e Pantoja nel 2005) hanno ulteriormente approfondito e operativizzato i legami transnazionali assumendo i singoli immigrati come unità d’analisi.

L’indagine presa però a riferimento dal prof. Tomei, come strumento per la misurazione della “partecipazione transnazionale e dell’integrazione sociale” dei migranti, è uno studio empirico olandese del 2006 (Snel, Engbersen, Leerkes) che ha avuto come obiettivo prioritario lo studio della relazione transnazionalismo/incorporazione nazionale.

Nel questionario sono stati utilizzati 13 dei 17 items proposti dai ricercatori olandesi con riferimento alle dimensioni economica (sia per gli aspetti quotidiani che di natura professionale), politica e socio-culturale per cercare di “misurare e selezionare quei gruppi di intervistati che mantengono relazioni stabili ed in qualche modo “istituzionalizzate” con la propria comunità di origine (connazionali nel paese di origine o all’estero) e che quindi si trovano più degli altri nella necessità di sviluppare atteggiamenti ed orientamenti bifocali” (Tomei, 2008:8-9).

B.

Il Capitale Sociale, di cui abbiamo già accennato fra le parole chiave del

transnazionalismo (2.2), è stato tematizzato nel 1992 da Bourdieu e Waquant e ripreso poi da Ammassari e Black (2001) nella definizione: “la somma delle risorse, reali e virtuali, che appartengono al singolo o a un gruppo in virtù del possesso di una rete durevole, più o meno istituzionalizzata, di relazioni di mutua conoscenza e riconoscimento”. Anche Portes (1998a) parla di capitale sociale come una dimensione soprattutto individuale, come “l’insieme dei contatti e rapporti interpersonali utilizzabili dagli individui per perseguire le proprie strategie di inserimento e promozione”.

Nella ricerca sugli studenti universitari stranieri il capitale sociale viene considerato con un significato più ampio riferito non solo al valore strumentale ma anche a quello espressivo delle risorse che un membro di

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50 una rete può mobilitare riprendendo il Resource Generator di Snijders-Van der Gaag (2004). Questo indicatore si costruisce attraverso la somma dei punteggi ottenuti su una batteria di 20 items ognuno dei quali rappresenta una delle risorse alle quali l’intervistato dichiara di avere accesso grazie alla sua rete di contatti. In questo caso sono stati distinti 3 gruppi di risorse: Prestigio (con risorse veicolate da potere, educazione e ricchezza di amici e conoscenti), Aiuto (aiuti diretti di natura relazionale e comunicativa in diversi ambiti della vita) e Sostegno (sostegno concreto in caso di necessità).

C. Il Senso di Comunità è un indicatore sintetico ideato dagli studiosi McMillan e Chavis (1986) determinato dalla percezione di similarità ed interdipendenza con gli altri e di appartenenza ad una struttura (comunità) affidabile e stabile. Si tratta di un modello basato sui processi cognitivi, affettivi e motivazionali che fanno si che una comunità sia riconosciuta come tale. Con questa categoria, nell’indagine sugli studenti stranieri, si è cercato di comprendere e misurare il sentimento che i membri di una comunità hanno in riferimento alla propria appartenenza alla comunità stessa, al sentirsi importanti gli uni per gli altri e al confidare che la soddisfazione dei bisogni verrà dalla comunità.

La costruzione dell’indicatore fa riferimento a 4 dimensioni:

1. Appartenenza e identificazione con la comunità, è il sentimento di far parte della comunità;

2. Influenza sociale reciproca tra la comunità e i membri, laddove l’individuo influenza la comunità attraverso la partecipazione attiva, mentre la comunità influenza l’individuo attraverso la pressione conformistica;

3. Integrazione e soddisfazione dei bisogni, raggiunto grazie alla condivisione delle idee e dei valori, al supporto reciproco, alla comunanza di progetti, priorità e obiettivi;

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51 4. Connessione emotiva condivisa, che si sostanzia nel legame affettivo,

nella rete relazionale e nella condivisione di una biografia collettiva. Nel questionario sono presenti domande con 12 items per ciascuno dei quali il rispondente deve dichiarare la propria adesione (o dissenso) ad altrettante immagini della comunità di cui si intende studiare il senso. D. L’Identificazione. Anche questo indicatore è ripreso dall’indagine di

Snel, Engbersen e Leekers (2006) rivolta ai cittadini stranieri in Olanda e che ha misurato l’identificazione etnica, cioè “il modo in cui le persone si identificano con riferimento al loro ambiente sociale” (Snel, Engbersen e Leekers, 2006) con riferimento ai nativi autoctoni, ai connazionali che vivono nel paese di destinazione, ai connazionali che vivono nel paese di origine, ai connazionali che vivono all’estero, ma non nel paese di destinazione, rispondendo alle domande fondamentali “a chi appartengo?” e “come devo comportarmi?”

Agli studenti universitari stranieri sono state proposte 20 affermazioni rispetto alle quali dovevano dichiarare il proprio grado di accordo; le affermazione fanno riferimento a 3 indicatori:

1. Dimensione di gruppo (rispetto al gruppo a cui ci si sente vicini, ci si vergogna, o ci si sente orgogliosi);

2. Dimensione normativa (rispetto al gruppo che si considera per norme e valori, con cui si è d’accordo per le cose importanti della vita);

3. Dimensione progettuale (rispetto a quale comunità gli intervistati pensano come la propria nel futuro o per i propri figli).

E. L’Orientamento al Co-Sviluppo. Il rapporto tra migrazioni internazionali e sviluppo sta riscuotendo, almeno in ambito internazionale, una certa attenzione nelle dichiarazioni e negli intenti di organismi quali l’UE (Comunicazione sul rapporto tra migrazioni e sviluppo nel 2005) e l’ONU (nascita della Commissione globale sulle migrazioni internazionali nel 2006), anche se i migranti, sul piano operativo, continuano a ricoprire un ruolo alquanto marginale. Rispetto a questo ambito gli argomenti

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52 principalmente trattati riguardano la cooperazione decentrata, le rimesse e gli effetti che producono nei paese di origine e il ritorno reale o potenziale dei migranti: ciò che stride con questa prospettiva sono invece le politiche migratorie dei paesi sviluppati incentrate sulla chiusura delle frontiere e sul controllo dell’immigrazione clandestina. Co-sviluppo significa “valorizzazione del potenziale rappresentato dalle comunità migranti stabilitesi nei paesi ricchi, a favore dello sviluppo dei loro paesi di origine” (Parlamento Europeo, 2005).

In questa ottica è stato indagato l’orientamento al co-sviluppo degli studenti universitari stranieri come attitudine personale a spendere nel paese di origine le competenze scientifiche e professionali che stanno o che hanno formato con gli studi e la loro partecipazione a progetti di cooperazione allo sviluppo diretti a sostenere il paese di origine.

3.3 I risultati della ricerca

Gli indici specifici inerenti le categorie analitiche del capitale sociale, del senso di comunità e dell’identificazione sono stati raccolti e analizzati dal prof. Tomei e consultabili nel working paper relativo (2008).

Utilizzando i dati raccolti a dimostrazione delle ipotesi della ricerca (Tomei, 2008:5-6), Tomei conclude la propria analisi affermando che in base alla provenienza (Paesi Avanzati, Paesi meno sviluppati, Europa Orientale) gli studenti stranieri manifestano differenti gradi di attaccamento, identificazione e relazione espressiva con la madrepatria, differente intensità delle attività e relazioni transnazionali, differenti fisionomie del proprio capitale sociale.

In questa sede, partendo dai risultati sopra accennati, gli obiettivi sono:

- esplorare in maniera generale i dati raccolti nella ricerca on line e fornire una fotografia esplorativa degli studenti che hanno risposto all’intervista,

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53 indicando, in base ad un approccio transnazionale alcune generali evidenze;

- tentare di “ricollocare” i gruppi di studenti per provenienza all’interno di possibili “forme di transnazionalismo”, riprendendo lo schema proposto da Ambrosini (2009b:27) e provando a renderlo operativo.

3.3.1 Dati anagrafici

All’indagine hanno risposto 276 studenti stranieri iscritti all’Università di Pisa. In relazione alle aree di provenienza si possono suddividere gli intervistati in gruppi omogenei per area geografica ottenendo complessivamente 3 raggruppamenti: Paesi avanzati, Europa orientale (extra UE) e Altri Paesi (questi ultimi sono Paesi in Via di Sviluppo).

Aree di provenienza % gen.

Paesi avanzati 87 31,5

Europa orientale (extra UE) 77 27,9

PVS 96 34,8

Mancanti 16 5,9

Totale 276

Tabella 1

Andando a fondo nella distinzione in gruppi per aree di provenienza, si possono poi dettagliare alcune zone di provenienza all’interno delle macro aree per precisare meglio il campione degli studenti intervistati:

Zone di provenienza Paesi Avanzati

UE 77

America Nord 3

Giappone 1

altri paesi europei 6

Europa Orientale

Europa orientale e Russia 74

Altri paesi europei 3

Altri Paesi (PVS)

America Centro Meridionale 44 Medio-oriente e Asia centrale 15

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54 Maghreb-Mashrek 13 Africa subsahariana 9 Mancanti 16 Totale 276 Tabella 2

Se all’interno del gruppo dei paesi avanzati le provenienze dall’Unione Europea sono nettamente maggioritarie (gli stati maggiormente rappresentati sono Romania e Grecia con 12 intervistati, Germania con 11 e Francia con 10), nel gruppo dell’Europa orientale la provenienza dominante è quella albanese con 53 studenti su 77 complessivi, che rappresenta, a livello assoluto, la nazione con il maggior numero di intervistati.

Per l’area degli Altri Paesi (PVS) le nazioni maggiormente rappresentate sono per l’America Centro Meridionale Argentina (9), Brasile (8) e Colombia (8), per l’Asia Kirghizistan (9) e Cina (8), per l’Africa Marocco (7).

Fra i 276 intervistati si evidenzia, dal punto di vista del genere, una prevalenza femminile pari al 58,6% degli intervistati contro il 41,4% dei maschi.

La prevalenza femminile è ancora più evidente considerando i dati riferiti agli studenti provenienti da Paesi Avanzati (70,1% contro 29,9%) e dai Paesi dell’Europa Orientale extra UE (61% contro 39%); solamente per gli studenti provenienti dai paesi in Via di Sviluppo la tendenza è sovvertita con una prevalenza di intervistati di sesso maschile (54,2% contro 45,8%, con prevalenza di studenti maschi dalle zone di Africa Subsahariana, Maghreb/Mashrek e America Centro-Meridionale).

La maggior parte degli intervistati ha un’età compresa fra i 25 ed i 29 anni (tabella 3). Con questa tendenza generalmente rispettata nelle varie zone di provenienza contrastano la zona dell’Europa Orientale (extra UE e Russia), con una netta prevalenza di studenti con meno di 25 anni (50,7%), ed il dato per la classe di età 30-34 anni degli studenti provenienti dai Paesi in Via di Sviluppo che arriva al 30,8% (tabella 4).

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55 Gli studenti di sesso maschile sono più giovani delle colleghe studentesse:

Dal punto di vista dello stato civile, poco meno di 1/3 degli intervistati è (o è stato) coniugato o convivente (89 su 276 intervistati): costoro sono in genere donne. La categoria dei nubili/celibi è invece equamente distribuita in base al genere (tabella 6).

Chi è (o è stato) coniugato o convivente, lo è con un partner italiano nel 62,9% dei casi: ciò rivela una buona integrazione relazionale degli studenti stranieri a Pisa, soprattutto delle studentesse (tabella 7).

Classi di età % valida meno di 25 72 33,5 25-29 86 40,0 30-34 45 20,9 35 e + 12 5,6 totale 215 mancanti 61 Classi di età % paesi avanzati % europa orientale % altri paesi meno di 25 27,8 50,7 21,5 25-29 45,8 32,8 40,0 30-34 22,2 10,4 30,8 35 e + 4,2 6,0 7,7 Tabella 4 Tabella 3

Classi di età % valida % femmine % maschi

meno di 25 33,5 28,2 40,7

25-29 40,0 40,3 39,6

30-34 20,9 24,2 16,5

35 e + 5,6 7,3 3,3

Tabella 5

Stato civile % valida % femm % maschi nubile/celibe 185 67,5 50,3 49,7 coniugato/a 59 21,5 71,2 28,8 convivente 24 8,8 79,2 20,8 separato/a 3 1,1 100,0 divorziato/a 3 1,1 100,0 totale 274 mancanti 2 Tabella 6

se coniugato ecc, il coniuge è: % val.

Italiano 56 62,9

Connazionale 28 31,5

altra nazionalità 5 5,6 Tabella 7

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56 Il 39,9% degli intervistati vive in Italia con altri parenti che non sono necessariamente il coniuge o il convivente (solamente 10 su 89); anzi con maggior incidenza gli intervistati dichiarano di avere, come parenti in Italia, fratelli/sorelle, genitori, figli e altri parenti, con i quali, nella maggior parte dei casi, convivono (convivenza per coniugi e figli poco più del 90% dei casi, per genitori il 67% in media).

quali familiari in Italia % di cui conviventi moglie/marito/convivente 10 90 figli 14 92,8 padre 40 66,6 madre 57 68,8 fratello/sorella 71 44 altri familiari 46 Tabella 8

I familiari degli studenti stranieri vivono comunque in gran parte nel paese di origine:

quali familiari nel paese di origine

moglie/marito/convivente 14 Figli 8 Padre 178 Madre 196 fratello/sorella 165 altri familiari 170 Tabella 9

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57

1.3.2

Storia Migratoria

Quasi il 70% degli studenti intervistati vive in Italia da più di 4 anni e più del 60% è venuto nel nostro paese da solo:

Confrontando i risultati delle due successive tabelle (12 e 13) si nota che il progetto migratorio iniziale si è poi modificato, per molti studenti, durante la permanenza in Italia. Se al momento della partenza dal paese di origine la prospettiva prioritaria era quella di rimanere in Italia giusto il tempo di finire gli studi (il 30% degli intervistati) e comunque per un massimo di 4 anni (20%), ora la situazione si è modificata: il 30% degli studenti vorrebbe fermarsi per sempre in Italia, quasi il 20% fermarsi il tempo necessario per “realizzare qualcosa” e più del 23% non ha progetti o obiettivi definiti.

quando è partito per quanto tempo pensava di restare all'estero? meno di 1 anno 11 1 o 2 anni 20 3 o 4 anni 24 5 o più anni 24 fino alla pensione

1 per sempre

44 solo il tempo necessario per finire gli studi 82 solo il tempo necessario per "realizzare qualcosa" 16 non sapevo, non avevo alcun obiettivo o progetto definito 51

totale 273

mancanti 3

Tabella 12

Da quanto vive stabilmente in Italia % val. da meno di 1 anno 8 2,9 da 1 a 3 anni 76 27,6 da 4 a 8 anni 115 41,8 più di 9 anni 76 27,6 totale 275 mancanti 1

è venuto in Italia con:

da solo 167

con un/qualche familiare 64 con un/qualche amico 17 con altri connazionali 5

Altro 23

Tabella 11 Tabella 10

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58 e ora per quanto tempo pensa di restare all'estero?

meno di 1 anno 19 1 o 2 anni 17 3 o 4 anni 25 5 o più anni 13 fino alla pensione

3 per sempre

79 solo il tempo necessario per "realizzare qualcosa" 52 non so, non ho obiettivi o progetti definiti 63

Totale 271

mancanti 5 Tabella 13

La progettualità per il futuro conferma una tendenza a modificare l’obiettivo iniziale di presenza in Italia, da temporaneo a permanente, per almeno un terzo degli intervistati, che intende stabilirsi definitivamente dove abita ora o comunque in Italia (in altra provincia).

Al contrario, più del 23% degli studenti intende rientrare nel paese di origine dopo la laurea o comunque qualche anno dopo la laurea:

Che progetti ha per il futuro?

stabilirmi definitivamente dove abito ora 65 stabilirmi definitivamente in Italia in altra provincia 19 emigrare in altro paese diverso dall'Italia 49 rientrare nel mio paese appena laureato 27 rientrare nel mio paese tra qualche anno, dopo la laurea 39

Altro 74

totale 273 mancanti 3 Tabella 14

Rispetto alle ragioni che hanno motivato la partenza dal proprio paese per arrivare a studiare in Italia prevalgono in maniera netta “lo spirito di avventura e cambiamento” e “la curiosità” (insieme raccolgono le motivazioni principali per più del 40% degli intervistati) su “ragioni economiche”, “presenza di parenti all’estero” e “ricongiungimento familiare”. Questo dato conferma anche il fatto che la maggior parte degli studenti non abbiano avuto un’indicazione precisa ad

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59 emigrare (se hanno avuto un’idea in tal senso l’hanno avuta da parenti o amici in Italia: 23%), ma lo abbiano progettato da soli (quasi il 54%).

Più del 13% degli intervistati ha intenzione di farsi raggiungere da qualcuno dei propri familiari in Italia, anche se la maggior parte degli studenti dichiara di non voler procedere a nessun tipo di ricongiungimento familiare (60%).

3.3.3

Integrazione – dimensione strutturale

a) Titolo di studio

Il 74% degli studenti stranieri era già in possesso, al momento del suo arrivo in Italia, di un titolo di scuola media superiore o della laurea, titoli in buona parte riconosciuti in Italia (85%).

Titolo di studio più alto conseguito nella patria di origine:

Diploma di scuola media inferiore 31 Diploma di scuola media superiore 126 Laurea 64 Dottorato di ricerca 6 Master 30 totale 257 mancanti 19 Tabella 15

Gli studenti sono suddivisi in maniera abbastanza equa tra facoltà umanistiche (52,5%) e facoltà scientifiche (47,5%) dell’ateneo pisano e risultano essersi iscritti alle rispettive facoltà, master o ricerca in buona parte negli ultimi 5 anni (78%).

Il titolo è riconosciuto in Italia?

Si 221

No 39

Totale 260

Mancanti 16

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60 In relazione alla provenienza si può evidenziare che chi proviene da paesi avanzati (65%) e dall’Europa Orientale (57,1%) è in maggioranza iscritto a facoltà umanistiche mentre chi proviene da paesi in via di sviluppo (57,8%) è in maggior numero iscritto a facoltà di ambito scientifico.

Paesi avanzati % Europa orientale % Altri paesi % Facoltà scientifiche 28 35 30 42,9 52 57,8 Facoltà umanistiche 52 65 40 57,1 38 42,2 Tabella 17

b)

Lavoro

Più del 43% degli studenti intervistati è impegnato in un’attività lavorativa in Italia, anche svolgendo solamente lavori saltuari o precari; l’81,4% degli studenti lavoratori è impegnato in un lavoro dipendente con un contratto regolare (67,5%), senza evidente distinzione tra tempo pieno e tempo parziale.

Chi non lavora risulta essere troppo impegnato dallo studio (53,7%) o ha difficoltà a trovare un lavoro (13,6%) e riesce a mantenersi primariamente con borse di studio (erogate al 70,4% dal governo italiano) e secondariamente sostenuto dalla rete dei familiari (vivendo in famiglia o con l’invio di denaro dal paese di origine e dall’Italia):

se non lavora come si mantiene a Pisa? vivo in famiglia

35 ho dei risparmi che mi permettono di sopravvivere 13 aiuto da familiari/amici immigrati in Italia 12 aiuto da familiari/amici nel paese origine 38 sussidi di disoccupazione 0 borse di studio 89 lavoretti occasionali 17 Altro 15 Tabella 18

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61 Il 36,2% degli studenti può contare mensilmente su un massimo di 500 €, mentre il 40,8% su una cifra fra 501 e 1.000 €. Il resto degli studenti possono contare mensilmente su cifre superiori ai 1.000 €:

Su quanto può contare complessivamente ogni mese? % valida fino a 500 euro 96 36,2 501-1000 108 40,8 1001-1500 37 1501-2000 14 2001-2500 5 oltre 2500 5 Totale 265 mancanti 11 Tabella 19

c)

Abitazione

Il 67,4% degli studenti vive in appartamenti o case, il 19,2% in stanze all’interno di situazioni di convivenza: solamente il 18,5% degli intervistati vive da solo. Gli alloggi sono in buona parte affittati (63,4%) e si tratta, per l’88,4%, di abitazioni adeguate alle esigenze degli studenti.

Rispetto ai quartieri dove sono inserite le abitazioni, solamente l’8,7% degli intervistati rileva dei problemi significativi legati soprattutto all’isolamento del quartiere (servizi di trasporto non sufficienti e poche attività commerciali).

d) Tempo libero

Il tempo libero è trascorso, oltre che con la famiglia (18,1%), con conoscenti italiani (46,7%), avvalorando l’ipotesi di una buona integrazione relazionale degli studenti stranieri.

Il tempo libero lo passa prevalentemente con: % valida conoscenti miei connazionali 31

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62 conoscenti di altre nazionalità 14

con la mia famiglia 50 18,7

da solo 8 Altro 36 totale 268 mancanti 8 Tabella 20

e) Problemi incontrati in Italia

I principali problemi incontrati nel nostro paese dagli studenti stranieri sono legati a questioni burocratiche inerenti il permesso di soggiorno e alle difficoltà di rapporto con gli uffici pubblici: per quasi il 40% degli intervistati costituiscono il problema prioritario. Secondariamente vengono segnalati problemi legati al lavoro (16%) e alla difficoltà di trovare una casa (12%).

Di pari entità delle difficoltà pratiche quotidiane (lavoro e casa) viene segnalato dagli studenti, come problema incontrato nel percorso migratorio, anche il senso di solitudine e la nostalgia del paese di origine e degli affetti (11,5%).

Guardando alla propria storia migratoria il 64% degli intervistati dichiara che, potendo tornare indietro, verrebbe di nuovo in Italia:

Potendo tornare indietro cosa farebbe? % valida

rimarrei nel mio paese 28 10,5

verrei di nuovo in Italia 171 64

andrei in un altro paese 68 25,5

totale 257

mancanti 9

(20)

63

3.3.4

Integrazione – dimensione socio-culturale

a)

Capitale Sociale

La domanda 43 comincia ad analizzare il Capitale Sociale individuale in Italia con riferimento ai connazionali nel nostro paese, agli italiani e ad entrambe le comunità. Riprendendo, come già accennato, gli items del Resource Generator (Snijder e Van der Gaag, 2004), le affermazioni proposte agli intervistati sono riconducibili alle risorse del:

- Prestigio (con risorse veicolate da potere, educazione e ricchezza di amici e conoscenti)

- Aiuto (aiuti diretti di natura relazionale e comunicativa in diversi ambiti della vita)

- Sostegno (sostegno concreto in caso di necessità).

Qui di seguito sono riportati i 20 items utilizzati e subito dopo i risultati emersi. Prestigio Aiuto Sostegno Pensando alla sua cerchia di conoscenze conosce qualcuno che:

1 è impegnato attivamente in politica

2 lavora in attività istituzionali e può darle informazioni

3 guadagna più di 1500 euro al mese

4 è in grado di effettuare assunzioni

5 le può dare consigli in ambito finanziario

6 le può dare consigli in ambito legale

7 è impiegato in att. Sanitarie e può darle consigli per la salute

8 può darle consigli nel risolvere problemi di lavoro

9 può aiutarla a svolgere commissioni e piccoli lavori di casa

10 può aiutarla se è malato

11 può prestarle una somma di denaro

12 può ospitarla qualche settimana se ha problemi abitativi

13 può aiutarla a trovare un nuovo alloggio e/o un lavoro 14 può darle un consiglio in caso di conflitti in famiglia 15 può darle consigli in caso di conflitto con altri migranti

16 con cui parla spesso di politica e di altri temi per lei importanti 17 può darle una referenza se è in cerca di un lavoro

18 può accudire i suoi figli se è impegnato

19 in una situazione di totale emergenza (casa, lavoro, ecc)

20 può aiutarla nello studio e nella vita universitaria

(21)

64 Rispetto ai connazionali in Italia prevale nettamente la risorsa del Sostegno con le domande 11, 12, 10, 19: ciò rivela la presenza di una comunità di connazionali pronta a sostenere lo studente straniero nei momenti di maggior bisogno materiale (ospitalità in caso di emergenza abitativa, prestito di denaro, aiuto in caso di malattia).

Rispetto agli italiani invece le affermazioni della risorsa Sostegno sopra indicate passano in netto secondo piano e prevalgono affermazioni varie rispetto alle risorse individuali con una prevalenza comunque delle risorse del Prestigio e dell’Aiuto (7, 3, 6, 20, 17, 5, 2, 1). In questo caso prevalgono situazioni in cui gli studenti possono chiedere consigli in vari ambiti (sanitario, legale, finanziario), avere aiuto per gli studi e referenze per la ricerca di un lavoro.

Rispetto alla conoscenza sia di connazionali che di italiani tornano invece a prevalere in maniera netta le affermazioni della risorsa Sostegno con le domande 10, 16, 12, 11 con la novità della possibilità di avere conoscenti con cui parlare spesso di politica o di altri temi importanti.

b)

Senso di Comunità

Le domande 44 e 45 analizzano il Senso di Comunità: agli studenti stranieri è stata chiesta la considerazione di affermazioni mediante l’espressione della propria adesione (vero) o dissenso (falso) rispetto ad immagini della comunità pisana (altri studenti universitari, cittadini residenti, ecc) dove sono inseriti e vivono e rispetto alla comunità dei connazionali residenti in Italia.

Qui di seguito sono riportati i 12 items proposti rispetto alla comunità pisana e suddivisi nelle 4 dimensioni a cui fa riferimento l’indicatore:

1. Appartenenza e identificazione con la comunità

(22)

65 3. Integrazione e soddisfazione dei bisogni

4. Connessione emotiva condivisa

reinforcement of need (integrazione e soddisfazione dei bisogni) membership (appartenenza)

influence (influenza)

shared emotional connection (connessione emotiva) a la città di Pisa è un luogo accogliente dove sto bene b le persone sono diverse e non condividono gli stessi valori c le persone e io vogliamo le stesse cose per la città

d riesco a riconoscere la maggior parte delle persone della comunità e mi sento a casa in questa comunità

f poche persone mi conoscono

g mi interessa cosa le persone pensano del mio comportamento h non ho nessuna influenza su che cosa accade

i se c'è un problema le persone della comunità riescono a risolverlo j è veramente importante per me essere in questa comunità l mi aspetto di rimanere in questa comunità per molto tempo k le persone generalmente non vanno d'accordo fra loro

In generale nella dimensione dell’appartenenza (membership) prevale nettamente il “sentirsi a casa” rispetto alla comunità pisana piuttosto che nella comunità dei connazionali (dom. e) anche se poi prevale, per entrambe le comunità, la sensazione di essere conosciuti da poche persone (dom. f). Nella richiesta invece relativa alla conoscenza, da parte dell’intervistato, della maggior parte delle persone della comunità, è significativa la prevalenza dei connazionali residenti rispetto alla comunità pisana (dom. d).

Per la dimensione dell’influenza (influence) rispetto ad entrambe le comunità gli intervistati pensano in maniera decisa di “non avere nessuna influenza su che cosa vi accade” (dom. h) ed hanno la sensazione che i membri “non riescano a risolvere un problema all’interno della comunità” (dom. i). Rispetto invece all’influenza sul proprio comportamento individuale gli studenti stranieri hanno un’inequivocabile attenzione prevalente a ciò che potrebbero pensare i membri della comunità pisana rispetto ai loro connazionali.

(23)

66 Con riferimento alla dimensione dell’integrazione e della soddisfazione del bisogno (reinforcement of need) risulta piuttosto forte rispetto alla comunità pisana (“la città è un luogo accogliente dove sto bene” – dom. a), con una percezione contraria invece se considerata rispetto alla comunità dei connazionali residenti, nei confronti dei quali gli studenti intervistati si sentono più lontani (“siamo diversi e non condividiamo gli stessi valori” – dom. b) e con i quali pensano anche di non volere le stesse cose per la città (dom. c).

Infine rispetto alla connessione emotiva (shared emotional connection) gli intervistati hanno la sensazione che in entrambe le comunità i membri vadano generalmente d’accordo (dom. k), anche se poi, pensando al loro percorso migratorio personale, ritengono importante essere nella comunità e si aspettano di rimanerci con netto riferimento a quella pisana di attuale residenza piuttosto che quella dei propri connazionali (dom. j e l).

c)

Identificazione

Le domande 46 e 47 vanno ad analizzare una serie di sentimenti che in genere le persone nutrono per la propria comunità per analizzarne il senso di Identificazione con la comunità stessa: agli studenti stranieri è stato chiesto di posizionare (fra 1 e 5) una valutazione dei propri sentimenti rispetto ad alcune affermazioni in relazione alla comunità pisana di residenza e alla comunità dei connazionali residenti in Italia.

Qui di seguito sono riportati i 10 items proposti rispetto alla comunità pisana: group dimension (dimensione di gruppo)

normative dimension (dimensione normativa) project dimension (dimensione progettuale)

a sentirsi parte della comunità pisana

b essere impegnato nei confronti dei membri c essere orgoglioso di viverci

d essere offeso se qualcuno offende la comunità

(24)

67 f l'opinione dei membri è importante per orientare i miei valori

g mi affido al consiglio dei membri della comunità h spesso confronto la mia idea della vita con i membri

i non riesco a pensare il mio futuro senza la comunità pisana l vorrei che i miei figli crescessero nella comunità pisana

Le affermazioni sono state raggruppate per la costruzione di tre indicatori che fossero rappresentativi delle:

- Dimensione di gruppo (a chi appartengo?). Dalla valutazione personale gli intervistati risultano sentirsi fortemente parte della comunità pisana (dom. a), dove sono orgogliosi di vivere (dom. c), per la quale si offendono se ne viene espresso un giudizio negativo (dom. d) e per la quale si sentono impegnati (dom. b). Solo rispetto al sentimento di offendersi in caso di giudizio negativo rispetto alla comunità (dom. d), l’identificazione con i connazionali residenti in Italia supera la valutazione rispetto alla comunità pisana; per le altre affermazioni la dimensione di gruppo rispetto ai connazionali è stata valutata sempre in misura minore. - Dimensione normativa (come devo comportarmi?). Per questa

dimensione gli intervistati hanno espresso una valutazione similare in relazione alle due comunità indagate (pisana di residenza e connazionali in Italia) seppur comunque il sentimento verso quella di residenza attuale abbia un posizionamento sempre maggiore rispetto ad ognuna delle affermazioni proposte: confrontare la propria idea della vita con i membri (dom. h), sulle cose importanti pensarla esattamente come i membri (dom. e), affidarsi ai consigli dei membri (dom. g) e orientare i propri valori seguendo l’opinione dei membri (dom. f).

- Dimensione progettuale. Simile valutazione ha riportato l’indagine sulla dimensione progettuale rispetto al proprio futuro e a quello dei propri figli con un posizionamento sempre maggiore della comunità di residenza attuale come scelta degli intervistati, anche se rispetto alle due affermazioni di questa dimensione (dom. i e l) ha risposto il minor numero di studenti all’interno delle domande 46 e 47.

(25)

68

3.3.5 Pratiche transnazionali verso connazionali nel paese di origine e

verso connazionali all’estero (non in Italia)

Le domande 48 e 49 indagano, in un’ottica transnazionale, le attività che gli studenti stranieri segnalano come legami con i connazionali nel paese di origine e con i connazionali all’estero. La distinzione tra le varie pratiche transnazionali è quella già esplicitata nel capitolo 2 e fa riferimento all’individuazione di pratiche economiche, politiche e socioculturali.

Questa prima tabella (22) riporta le risposte degli intervistati rispetto alle attività transnazionali intrattenute con la comunità dei connazionali nel paese di origine. pratiche economiche pratiche politiche pratiche socioculturali si % gen 1 Invio denaro alla mia famiglia in patria

63 22,8 2 invio beni e prodotti nel mio paese di origine 69 25,0 3 do il mio contributo per attività caritative 27 9,8 4 faccio investimenti in imprese

10 3,6 5 commercio con il mio paese

12 4,3 6 leggo i giornali del mio paese

162 58,7 7 mi mantengo in contatto con la politica

123 44,6 8 sono membro di un partito politico nel mio paese 7 2,5 9 partecipo a manifestazioni legate al mio paese 19 6,9 10 faccio visita sistematicamente a familiari/amici in patria 149 54,0 11 ho contatti frequenti con familiari/amici in patria 202 73,2 12 partecipo o sostegno organizzazioni sociali o culturali 31 11,2 13 partecipo o promuovo festività, eventi, nel mio paese 35 12,7 Tabella 22

Questa successiva tabella (23) riporta invece le scelte degli studenti rispetto alle attività transnazionali intrattenute con la comunità dei connazionali all’estero.

pratiche economiche pratiche politiche pratiche socioculturali

(26)

69

si % gen 1 Invio denaro ai miei familiari all’estero

25 9,1 2 invio beni e prodotti all'estero ai miei connazionali

27 9,8 3 do il mio contributo per attività caritative promosse dall’estero

14 5,1 4 faccio investimenti in imprese di connazionali all’estero

6 2,2 5 commercio con connazionali residenti all'estero

8 2,9 6 mi informo e mi documento sui fatti di attualità che li coinvolgono 96 34,8 7 mi mantengo aggiornato sulle vicende politiche che li coinvolgono

82 29,7 8 partecipo ad attività dei connaz. all'estero per partiti in patria 13 4,7 9 partecipo a manifestazioni legate al mio paese

11 4,0 10 faccio visita sistematicamente a familiari/amici all'estero 63 22,8 11 ho contatti frequenti con familiari/amici all'estero

110 39,9 12 partecipo o sostegno organizzazioni sociali o culturali

15 5,4 13 partecipo o promuovo festività, eventi, legati al mio paese 23 8,3 Tabella 23

Si può notare che le attività più diffuse sono quelle di natura socio culturale, nelle quali prevalgono “i contatti frequenti con familiari/amici” sia nel paese di origine (73,2%) che verso connazionali all’estero (39,9%) e “le visite sistematiche a familiari/amici” sia in patria (54%) che all’estero (22,8%). Assai meno diffuse sono “la partecipazione e promozione di eventi (sportivi, religiosi, culturali)” nel paese di origine (12,7%) o con i connazionali all’estero (8,3%) e “la partecipazione o il sostegno a organizzazioni sociali e culturali” nel paese di origine (11,2%) o comunque legate ad esso ma all’estero (5,4%).

Seguono, in termini quantitativi, le pratiche di natura politica, di cui le più diffuse rispetto al paese di provenienza sono “la lettura dei giornali del paese di origine” (58,7%) e “il mantenersi in contatto con la politica del paese (44,6%), mentre rispetto ai connazionali all’estero prevalgono “l’informarsi e il documentarsi sui fatti che li coinvolgono” (34,8%) e “il mantenersi aggiornati sulle vicende che li coinvolgono” (29,7%). Di ben altra entità sono invece “il partecipare a manifestazioni legate al paese di origine” sia rispetto alla patria (6,9%) sia rispetto al coinvolgimento da parte di connazionali all’estero (4%), “il far parte di un partito politico nel paese di origine” (2,5%) e “il partecipare ad attività dei connazionali all’estero e rivolte a sostenere i partiti in patria (4,7%).

(27)

70 Infine si collocano le attività di natura economica tra le quali prevalgono quelle di tipo quotidiano piuttosto che quelle di tipo professionale, data anche, senza dubbio, la categoria di intervistati prescelta (gli studenti). Su tutte le attività economiche prevalgono in maniera decisa “l’invio di denaro ai familiari in patria” (25%) e “l’invio di beni e prodotti al paese di origine” (22,8%); seguono le medesime attività ma rivolte ai familiari e connazionali residenti all’estero (9,1% e 9,8% rispettivamente); “il contributo per attività caritative” viene fornito dal 9,8% degli intervistati verso la patria e dal 5,1% verso attività dei connazionali all’estero.

Come detto le attività di tipo professionale sono ancora meno praticate con “investimenti in imprese in patria (3,6%) e all’estero (2,2%)” e “commercio con il paese di origine (4,3%) o con connazionali all’estero (2,9%)”.

Indagando la specificità delle pratiche transnazionali in relazione all’area di provenienza degli studenti intervistati (vedi tabella seguente) emerge che i legami con il paese di origine (“% in patria”) sono significativamente più forti e costanti rispetto a quelli con la comunità dei connazionali all’estero (“% estero”) per gli studenti che provengono dai paesi avanzati, mentre per chi proviene dall’Europa Orientale e dagli altri paesi (PVS) la componente dei contatti con la comunità dei connazionali all’estero, per quasi tutte le attività indagate (ad eccezione di quelle economiche professionali), supera i legami instaurati con i connazionali in patria, sebbene siano comunque molto forti (spesso anche maggiori dei legami intrattenuti con la madrepatria dagli studenti provenienti da paesi avanzati).

(28)

71 Paesi avanzati Europa orientale altri Paesi (PVS) Attività economiche quotidiane

% in patria % estero % in patria % estero % in patria % estero

1 Invio denaro alla mia famiglia 26,2 20,8 31,2 33,4 42,6 45,8

2 invio beni e prodotti 25,8 15,4 40,9 42,3 33,3 42,3

3 do il mio contributo per attività caritative 14,8 0 29,6 38,5 55,6 61,5

valore medio 22,3 12,1 33,9 38,0 43,8 49,9

Attività economiche professionali

4 faccio investimenti in imprese 0 16,7 33,3 16,7 66,7 66,6

5 Commercio 45,4 25 27,3 12,5 27,3 62,5

valore medio 22,8 20,9 30,3 14,6 47,0 64,6

Attività politiche

6 leggo i giornali 32,7 30,4 34 30,4 33,3 39,2

7 mi mantengo in contatto con la politica 35,6 23,1 26,3 34,6 38,1 42,3 8 sono membro di un partito politico o partecipo

ad attività che sostengono partiti 28,6 9,1 14,3 36,4 57,1 54,5

9 partecipo a manifestazioni legate al mio paese 25 10 25 40 50 50

valore medio 30,5 18,2 24,9 35,4 44,6 46,5

Attività socioculturali

10 faccio visita sistematicamente a familiari/amici 40 35 32,9 35 27,1 30 11 ho contatti frequenti con familiari/amici 35,7 29,1 27,7 30,1 36,6 40,8 12 partecipo o sostengo organizzazioni sociali o

culturali 25 14,2 39,3 42,9 35,7 42,9

13 partecipo o promuovo festività, eventi sportivi,

musicali, religiosi 30,3 9,1 36,4 40,9 33,3 50

valore medio 32,7 21,9 34,1 37,2 33,2 40,9

Tabella 24 (NB: % valide)

Ancora in relazione alla distinzione delle attività transnazionali per aree di provenienza si può evidenziare che:

- Rispetto alle attività socio culturali i valori medi sono simili, per le tre aree, rispetto ai contatti con la madrepatria: non bisogna dimenticare che gli studenti indicati come provenienti da Paesi Avanzati sono al 90% europei e quindi facilitati nel mantenere contatti, fare visite e partecipare ad iniziative sociali o culturali nella madrepatria. Di gran lunga maggiori per chi proviene dall’Europa Orientale, e soprattutto dagli altri Paesi (PVS), invece i valori relativi ai legami con le comunità di connazionali

(29)

72 all’estero, nei confronti delle quali assumono particolare rilevanza “la partecipazione o promozione di festività, eventi sportivi, musicali, religiosi legati al paese di origine” e “la partecipazione o il sostegno ad organizzazioni sociali e culturali legate al paese di origine”. Nell’ambito di queste pratiche sembrano emergere quei “modi di appartenere” di cui parlano le studiose Levitt e Glick Schiller (2004), in contrapposizione ai “modi di essere”: si tratta di attività che segnalano o realizzano un’identità che dimostra una consapevole connessione con un gruppo particolare, anziché impegnarsi in pratiche e relazioni sociali che travalicano i confini senza riconoscerlo. Forti legami socio culturali sono collocati da Ambrosini (2009b:27) nel cosiddetto “transnazionalismo integrato”, in cui “i processi di identificazione e le pratiche sociali tendono a convergere verso assetti frontalieri: il senso di appartenenza ai luoghi di origine è alimentato da pratiche effettive che consentono di mantenere relazioni continuative tra le due sponde”.

- Questa consapevolezza di “bifocalità” (Vertovec, 2004) si ritrova anche rispetto alle pratiche politiche realizzate, in particolar modo nelle accezioni della partecipazione diretta, dagli studenti provenienti da Paesi in Via di Sviluppo, in seconda battuta da quelli provenienti dall’Europa Orientale, ed evidenti solo nei confronti nella madre patria rispetto agli intervistati dei Paesi Avanzati. Riprendendo la distinzione di Boccagni (2007) e applicandola al settore politico, si può affermare che le attività analizzate a livello “relazionale”, come l’interesse a informarsi e documentarsi sulle vicende politiche e di attualità della madre patria e dei connazionali all’estero, siano praticate dagli studenti delle tre aree di provenienza, mentre le attività analizzate a livello “comportamentale”, come pratiche sociali che creano collegamenti sistematici tra paesi (la partecipazione attiva e l’attivismo politico), sono praticate in special modo da chi proviene da paesi in via di sviluppo.

(30)

73 - Le attività economiche sono le attività meno praticate a livello assoluto, soprattutto quelle riferite alla comunità dei connazionali all’estero; chi comunque le ha evidenziate maggiormente proviene dai Paesi in Via di Sviluppo, e secondariamente dall’Europa Orientale, ed ha posto l’attenzione sulle pratiche quotidiane come “l’invio di beni e prodotti” e “l’invio di denaro”

3.3.6

Identificazioni transnazionali

In questa parte del questionario (domande 50-54) si è indagata l’identificazione degli studenti stranieri sul piano transnazionale, con riferimento ai connazionali in patria o residenti all’estero (ma non in Italia). Sono stati ripresi gli elementi già indagati per la comunità pisana e la comunità dei connazionali in Italia, vale a dire il Capitale Sociale individuale, il Senso di Comunità e l’Identificazione.

a)

Capitale Sociale

Il Capitale Sociale individuale è stato indagato quindi, sempre con gli items già proposti alla domanda 43, in relazione alle conoscenze in patria e di connazionali residenti all’estero (domanda 50), riprendendo la suddivisione in risorse (Sostegno, Aiuto, Prestigio).

Gli intervistati, rispetto ai connazionali in patria, evidenziano le risorse del Sostegno e dell’Aiuto con prevalenza delle affermazioni 10, 12, 19, 14, 11 e 13. Emergono in questo caso, come nell’analisi in relazione alla comunità dei connazionali in Italia, risorse individuali che possono essere attivate per “sostenere e aiutare” lo studente straniero in situazioni di difficoltà (malattia, problemi abitativi e lavorativi, problemi di denaro).

Pensando invece ai connazionali all’estero, dove le risposte in valori assoluti sono assai inferiori rispetto ai connazionali in patria, prevale nettamente la conoscenza di qualcuno che “guadagna più di 1500 € al mese” (risorsa del Prestigio, aff. 3) seguita da due risorse del Sostegno inerenti problemi abitativi e

(31)

74 problemi di denaro (affermazioni 12 e 11). Sono però più rilevanti in questa seconda situazione le risorse dell’Aiuto sia economico (aff. 5) che per lo studio (aff. 20) o per ottenere consigli (aff. 15).

Approfondendo l’analisi delle risposte degli intervistati dal punto di vista delle tre aree di provenienza individuate inizialmente (tabella 25), si va ad evidenziare che per gli studenti provenienti dai Paesi Avanzati prevalgono nettamente le risorse individuali da attivare o conosciute nel paese di origine, come del resto, in maniera seppur meno evidente, anche per gli studenti provenienti dagli altri Paesi (PVS). Particolare risulta invece la situazione di chi proviene da paesi dell’Europa Orientale, per i quali si rileva in generale una prevalenza delle risorse conosciute all’estero piuttosto che in patria, evidenziando un fenomeno migratorio complesso formato da reti familiari e catene migratorie forti e coese.

Aree di provenienza Connazionali paesi avanz. % europa orient. % altri paesi % 1 è impegnato attivamente in politica

nel paese origine 34 34 31 31 35 35

residenti estero 3 20 4 26,7 8 53,3

2 lavora in attività istituzionali e

può darle informazioni

nel paese origine 44 38,3 33 28,7 38 33

residenti estero 4 16,7 10 41,7 10 41,7

3 guadagna più di 1500 euro al

mese

nel paese origine 43 46,2 21 22,6 29 31,2

residenti estero 19 28,4 23 34,3 25 37,3

4 è in grado di effettuare

assunzioni

nel paese origine 39 37,1 33 31,4 33 31,4

residenti estero 3 14,3 10 47,6 8 38,1

5 le può dare consigli in ambito

finanziario

nel paese origine 41 40,2 25 24,5 36 35,3

residenti estero 6 18,8 16 50 10 31,3

6 le può dare consigli in ambito

legale

nel paese origine 45 40,2 28 25 39 34,8

residenti estero 2 11,1 8 44,4 8 44,4

7 è impiegato in att. Sanitarie e

può darle consigli per la salute

nel paese origine 43 38,1 30 26,5 40 35,4

residenti estero 4 18,2 11 50 7 31,8

8 può darle consigli nel risolvere

problemi di lavoro

nel paese origine 39 39,4 24 24,2 36 36,4

residenti estero 5 17,9 12 42,9 11 39,3

9

può aiutarla a svolgere commissioni e piccoli lavori di casa

nel paese origine 39 38,2 28 27,5 35 34,3

residenti estero 6 27,3 8 36,4 8 36,4

10 può aiutarla se è malato nel paese origine 53 37,9 40 28,6 47 33,6

(32)

75 11 può prestarle una somma di

denaro

nel paese origine 46 38,7 37 31,1 36 30,3

residenti estero 11 28,2 13 33,3 15 38,5

12 può ospitarla qualche settimana

se ha problemi abitativi

nel paese origine 51 38,9 38 29 42 32,1

residenti estero 11 27,5 17 42,5 12 30

13 può aiutarla a trovare un nuovo

alloggio e/o un lavoro

nel paese origine 43 36,8 31 26,5 43 36,8

residenti estero 8 30,8 12 46,2 6 23,1

14 può darle un consiglio in caso di

conflitti in famiglia

nel paese origine 48 40 31 25,8 41 34,2

residenti estero 7 26,9 11 42,3 8 30,8

15 può darle consigli in caso di

conflitto con altri migranti

nel paese origine 26 33,3 24 30,8 28 35,9

residenti estero 8 25,8 13 41,9 10 32,3

16 con cui parla spesso di politica e

di altri temi per lei importanti

nel paese origine 46 42,2 30 27,5 33 30,3

residenti estero 7 26,9 10 38,5 9 34,6

17 può darle una referenza se è in

cerca di un lavoro

nel paese origine 41 38 29 26,9 38 35,2

residenti estero 6 26,1 8 34,8 9 39,1

18 può accudire i suoi figli se è

impegnato

nel paese origine 33 34,7 26 27,4 36 37,9

residenti estero 4 26,7 7 46,7 4 26,7

19 in una situazione di totale

emergenza (casa, lavoro, ecc)

nel paese origine 47 37,9 33 26,6 44 35,5

residenti estero 9 30 13 43,3 8 26,7

20 può aiutarla nello studio e nella

vita universitaria

nel paese origine 35 36,8 23 24,2 37 38,9

residenti estero 10 32,3 12 38,7 9 29

Tabella 25 (NB. % valide)

b)

Senso di Comunità

Con le domande 51 e 52, sempre nell’area dell’identificazione transnazionale, viene poi analizzato il Senso di Comunità verso la comunità dei connazionali in patria e verso la comunità dei connazionali residenti all’estero, ma non in Italia, in relazione alle quattro dimensioni già evidenziate in precedenza.

Qui di seguito sono riportate le risposte degli intervistati rispetto alle due comunità su indicate:

reinforcement of need (integrazione e soddisfazione dei bisogni) membership (appartenenza)

influence (influenza)

shared emotional connection (connessione emotiva)

Senso di Comunità in relazione alla comunità dei connazionali in patria VERO FALSO

A questa comunità è un buon posto per me dove stare 155 65

B le persone non condividono gli stessi valori 104 110

C le persone e io vogliamo le stesse cose per la città 128 83

D riesco a riconoscere la maggior parte delle persone della comunità 149 63

(33)

76

F poche persone mi conoscono 84 128

G mi interessa cosa le persone pensano del mio comportamento 109 103

H non ho nessuna influenza su che cosa accade 106 108

I se c'è un problema le persone della comunità riescono a risolverlo 130 82

J è veramente importante per me essere in questa comunità 113 97

L le persone generalmente non vanno d'accordo fra loro 81 131

K mi aspetto di rimanere in questa comunità per molto tempo 93 117

Tabella 26

reinforcement of need (integrazione e soddisfazione dei bisogni) membership (appartenenza)

influence (influenza)

shared emotional connection (connessione emotiva)

Senso di Comunità in relazione alla comunità dei connazionali residenti

all’estero VERO FALSO

A questa comunità è un buon posto per me dove stare 82 75

B le persone non condividono gli stessi valori 82 74

C le persone e io vogliamo le stesse cose per la città 82 71

D riesco a riconoscere la maggior parte delle persone della comunità 71 85

E mi sento a casa in questa comunità 52 99

F poche persone mi conoscono 103 50

G mi interessa cosa le persone pensano del mio comportamento 55 99

H non ho nessuna influenza su che cosa accade 112 43

I se c'è un problema le persone della comunità riescono a risolverlo 89 55

J è veramente importante per me essere in questa comunità 42 107

L le persone generalmente non vanno d'accordo fra loro 56 93

K mi aspetto di rimanere in questa comunità per molto tempo 36 114

Tabella 27

Dai risultati, rispetto alle 4 dimensioni già utilizzate, emerge che:

- Appartenenza. Rispetto alla dimensione dell’appartenenza è forte il sentimento degli intervistati rispetto alla comunità dei connazionali in patria dove si sentono naturalmente “a casa” e “riconosciuti dalla maggior parte delle persone” (affermazioni D ed E). Chi manifesta in maniera più evidente la dimensione dell’appartenenza sono gli studenti stranieri che provengono da Paesi Avanzati.

(34)

77 AFFERMAZIONI “VERO” – Connazionali in patria

Paesi avanzati

Europa

orientale Altri paesi

D

riesco a riconoscere la maggior parte delle persone della

comunità 39,4% 30,7% 29,9%

E mi sento a casa in questa comunità 37,2% 26,3% 36,5%

F poche persone mi conoscono 32,1% 30,8% 37,2%

Tabella 28

Rispetto invece alla comunità dei connazionali all’estero gli studenti si sentono “poco conosciuti” e “non riescono a riconoscere la maggior parte delle persone che ne fanno parte” (affermazioni F e D). In questo caso chi si sente a casa anche nella comunità dei connazionali all’estero proviene dai Paesi meno avanzati, mentre anche in questa dimensione si conferma che chi proviene dall’Europa Orientale preferisce senza dubbio il domicilio attuale.

AFFERMAZIONI “VERO” – Connazionali residenti all’estero

Paesi avanzati

Europa

orientale Altri paesi

D

riesco a riconoscere la maggior parte delle persone della

comunità 34,3% 32,8% 32,8%

E mi sento a casa in questa comunità 33,3% 19,6% 47,1%

F poche persone mi conoscono 30,6% 33,7% 35,7%

Tabella 29

- Influenza. Gli studenti sentono che possono contare sulla comunità dei connazionali in patria per “risolvere un proprio problema” e la stessa affermazione vale, seppur in misura minore, anche rispetto alla comunità dei connazionali all’estero (aff. I).

AFFERMAZIONI “VERO” – Connazionali in patria

Paesi avanzati

Europa

orientale Altri paesi

G

mi interessa cosa le persone pensano del mio

comportamento 34,7% 33,7% 31,7%

H non ho nessuna influenza su che cosa accade 36,1% 34,0% 29,9%

I

se c'è un problema le persone della comunità riescono a

risolverlo 39,0% 30,1% 30,9%

Tabella 30

Ciò di cui sono fortemente convinti è di “non avere nessuna influenza su che cosa accade” nelle comunità di connazionali all’estero ed in parte anche nei confronti dei connazionali in patria (aff. H). L’attenzione invece

(35)

78 a ciò che gli altri possono pensare del loro comportamento è assai più debole nei confronti dei connazionali all’estero piuttosto che di quelli in patria.

AFFERMAZIONI “VERO” – Connazionali residenti all’estero

Paesi avanzati

Europa

orientale Altri paesi

G

mi interessa cosa le persone pensano del mio

comportamento 30,2% 34,0% 35,8%

H non ho nessuna influenza su che cosa accade 34,3% 31,4% 34,3%

I

se c'è un problema le persone della comunità riescono a

risolverlo 31,8% 34,1% 34,1%

Tabella 31

- Integrazione e soddisfazione dei bisogni. Con un’evidenza netta gli intervistati dichiarano di riconoscere la comunità dei connazionali in patria come “un buon posto dove stare” e per il quale “vogliono le stesse cose” e “condividono gli stessi valori” (affermazioni A, C, B). In particolare è chi proviene da Paesi Avanzati che emerge rispetto a questa dimensione rapportata al paese di origine.

AFFERMAZIONI “VERO” – Connazionali in patria

Paesi avanzati

Europa

orientale Altri paesi

A questa comunità è un buon posto per me dove stare 40,1% 27,2% 32,7%

B le persone non condividono gli stessi valori 33,0% 29,9% 37,1%

C le persone e io vogliamo le stesse cose per la città 36,7% 34,2% 29,2% Tabella 32

In merito alle stesse affermazioni, ma rispetto alla comunità dei connazionali all’estero, il numero assoluto di risposte diminuisce sensibilmente, come del resto sulle altre dimensioni indagate, e il positivo riconoscimento della comunità e la condivisione di valori sono di pochi punti maggiori del loro contrario. Pur dichiarando di non condividere gli stessi valori (aff. B), gli studenti che provengono da Paesi meno sviluppati reputano la comunità dei connazionali residenti all’estero come un “buon posto dove stare” (aff. A). Per i provenienti invece dall’Europa Orientale c’è una condivisione di valori con i connazionali all’estero, ma una preferenza per l’attuale sistemazione.

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