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3.4 Case con muri e tetti verdi

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Academic year: 2021

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3.4 Case con muri e tetti verdi

Fig. 64 Schema della casa con muri e tetti verdi

Nei paesi mediterranei i tetti piani sono da sempre utilizzati come terrazze o come giardini. Nell’Unité d’Habitation123 di Le Corbusier il concetto di tetto-giardino diventa uno spazio dell’abitazione, nel caso specifico uno spazio collettivo. La tecnologia oggi ha migliorato la presenza del manto erboso in copertura anche per i vantaggi ecologici che un tetto verde da all’ambiente circostante: il pacchetto isolante, il substrato e le piante stesse migliorano il microclima ambientale; consentono un’evaporazione fino al 70 - 90% dell’acqua contenuta nello strato di superficie; alleggeriscono il carico d’acqua della rete dei canali di smaltimento dell’acqua piovana; permettono la diminuzione della quantità di polvere e degli agenti inquinanti trasportati dal vento nelle vicinanze della casa; mantengono la temperatura superficiale intorno ai 25°, invece che a 80° come succederebbe a parità di condizioni atmosferiche su una superficie catramata di una copertura piana.

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L’Unité d’Habitation de Marseille rappresenta una delle realizzazioni pratiche delle teorie di Le Corbusier sul nuovo modo di costruire la città ed è uno dei punti fondamentali di arrivo del Movimento Moderno nel concepire l’architettura e

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L’uso del verde è diventato uno strumento per ottimizzare i consumi energetici degli edifici, aumentarne l’efficienza e migliorare la vivibilità degli spazi domestici.

1. Costituisce, infatti, una barriera naturale contro l’inquinamento acustico, assorbendo i rumori esterni e riducendo la riflessione del suono da 3 a 8 decibel, a seconda dei componenti impiegati;

2. è termoisolante e termoregolatore, sia d’estate che d’inverno, riducendo la necessità di utilizzare i condizionatori e il riscaldamento e aiutando a non disperdere il calore interno;

3. protegge i materiali della costruzione del tetto dagli sbalzi di temperatura, garantendo la perfetta traspirazione degli strati;

4. purifica e rinfresca l’aria, assorbendo una gran quantità di agenti inquinanti e regolando la quantità di umidità presente nell’aria;

5. assorbe la pioggia fino al 90% della quantità che di solito defluisce nelle apposite canaline esterne, riducendo così il carico idrico delle fognature;

6. supporta il fotovoltaico, raddoppiando i vantaggi energetici e combinando sinergicamente l’elettricità prodotta per alimentare anche il sistema di irrigazione;

7. aumenta la superficie dell’edificio utilizzabile;

8. è utilizzato fin dall’antichità per isolare termicamente le abitazioni.

Si sono sviluppati, per la creazione di un manto erboso, due tipi di coltivazioni: quella estensiva e quella intensiva.

La coltivazione estensiva ha bisogno di un substrato meno spesso (5-10 cm), costituito prevalentemente da componenti minerali, ove si possono interrare solo piantine tappezzanti, piante grasse e muschio, cioè piante o essenze con una lunghezza di radici contenuta. E’ adatta per tetti piani o a falde: dopo il primo o il secondo anno dall’impianto, ha bisogno di uno o due controlli annuali e non richiede cure particolari né potature. Il substrato meno spesso ha il vantaggio di essere meno pesante (circa 50-150 kg/mq).

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La coltivazione intensiva è, invece, un vero e proprio giardino con prato, piante e alberi: avrà, quindi, necessità di cure particolari.

Negli ultimi anni in architettura sono aumentati i progetti che, oltre ai tetti verdi, presentano anche muri verdi, i cosiddetti giardini verticali. Il primo giardino verticale è del botanico parigino Patrick Blanc124, che ha inventato un sistema per donare alle città distese di verde anche dove il verde manca. Il primo intervento di muro vegetale risale al 1994, quando Blanc presentò per la prima volta una sua creazione al Festival International des jardins di Chaumont-sur-Loire.

Grazie a questa invenzione Patrick Blanc è diventato famoso in tutto il mondo. Tra le molte archistar con cui ha collaborato nel corso della sua carriera occupa il primo posto Jean Nouvel125 nella Fondazione Cartier e, assieme al paesaggista Gilles Clément126, nel Museo Quai Branly a Parigi .

124 Patrick Blanc è un botanico francese. Ha studiato all’Université Paris VI Pierre et Marie Curie dove si è laureato nel 1989. Nel 1972 intraprende per la prima volta un viaggio in Thailandia e Malesia, osservando la crescita delle piante sulle rocce o nel sottobosco. È ricercatore presso il Cnrs (Centre National de la Recherche Scientifique) dal 1982 e responsabile del Laboratorio di biologia vegetale tropicale all’Université Paris VI.

125 Jean Nouvel è un architetto francese. Ha sempre manifestato delle prese di posizione militanti, quando non polemiche, a proposito dei problemi e delle decisioni riguardanti l’architettura e la città. Architetto del concetto e del contesto, della smaterializzazione e dell’immagine, incontestabilmente esigente ed originale, Nouvel persegue ed elabora con pertinenza un’opera sempre aggiornata allo spirito del tempo.

126 Gilles Clément è uno scrittore, entomologo, giardiniere, architetto paesaggista ed ingegnere agronomo francese. È insegnante all’École nationale du paysage di Versailles.

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Un altro progetto che lo ha reso sempre più popolare è il Museo CaixaForum di Madrid, progettato dallo studio Herzog & de Meuron127.

Il successo di Blanc è ormai indiscusso.

Ma perché i giardini vegetali sono così richiesti? Gli edifici le cui pareti sono ricoperte da prati verticali non hanno solo valore estetico, ma sono isolati dal punto di vista termico ed acustico e sono in grado di assorbire l’anidride carbonica (CO2) contenuta nell’aria.

A seconda del clima e del luogo dove verranno installati, saranno scelte specie di piante differenti.

I giardini verticali sono costituiti da 4 strati:

1. Struttura metallica portante che, costituita da traversi e montanti metallici, può essere ancorata al supporto oppure da questo staccata (autoportante). Lo spazio tra il supporto e la struttura costituisce una camera d’aria, ottima per isolare termicamente e acusticamente gli ambienti.

2. Telo di pvc dallo spessore di 1 cm, steso sulla struttura verticale per aumentarne la rigidezza e renderla impermeabile.

3. Strato di cartonfeltro posizionato al di sopra del telo in PVC allo scopo di consentire all’acqua di distribuirsi uniformemente su tutta la superficie interessata dal prato verticale.

4. Strato visibile dall’esterno, ossia piante che crescono al di sopra del cartonfeltro.

Si possono spargere semi oppure piantare essenze già sviluppate. Ci saranno all’incirca 30 piante per metro quadro.

Un sistema automatico di innaffiatura e fertilizzazione provvederà, nei periodi in cui ciò si renda necessario, al sostentamento delle piante. Altrimenti ci pensa la natura stessa.

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DUE ESEMPI IN EUROPA

1. Casa OUTrial a Varsavia, Polonia, Studio KWK Promes, 2005.

La casa sorge nelle vicinanze di una foresta e si può considerare un’architettura introversa, dove ogni elemento compositivo è collocato al fine di definire e migliorare la fruizione interna e il paesaggio naturale si inserisce a completare tale funzione.

Dopo la realizzazione il cliente, un musicista rock, chiese di creare uno spazio per uno studio di registrazione e un giardino interno. Questo è stato realizzato da un collegamento fra il piano terra e il tetto erboso. Il tetto si è trasformato in un patio creando un nuovo tipo di casa: il suo nome OUTrial (out trial: esperimento sul fuori) vuole evidenziare come il patio risulti atipico sviluppandosi sia all’interno che all’esterno dell’edificio. (Figg. 65-66)

Come dice Mara Corradi128, nella progettazione della casa si trovano diversi omaggi all’ architettura di Le Corbusier.

Il tetto-giardino, che ricopre di un manto verde tutta la casa, dando l’impressione di uno scavo nel sottosuolo, è in realtà natura costruita, come quella del tetto-giardino di Poissy. Uno dei prospetti sul quale affaccia il soggiorno, immerso nel verde del prato, ricerca l’effetto di monolite metafisico della Ville Savoye, con una leggera pesantezza dovuta alla mancanza del pilotis che snelliva nell’orizzonte il manifesto dell’opera di Le Corbusier.

La stretta relazione tra esterno e interno è ribadita dalla scala che, dall’interno dell’abitazione, conduce al tetto. All’interno del rettangolo, in pianta, la curva della scala al tetto-giardino si prolunga a disegnare l’ingresso principale, separando gli spazi giorno e notte. La geometria della pianta non impone modularità ai prospetti, che sono

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Fig. 65 La casa OUTrial

Fig. 66 Il tetto giardino e il patio

tutti differenti: con tre ingressi al soggiorno su tre fronti. Non esiste una facciata principale.

2. Casa giardino a Brussels, Belgio, Samyn and partners con P. Blanc, 2007.

Questa casa, studiata per un artista, è la ristrutturazione di una casa esistente ad un solo piano. Dopo i lavori, nella parte esistente al piano

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terra si trovano l’ingresso, una camera, la cucina; nella parte nuova il soggiorno e il collegamento verticale ai piani superiori. Al secondo piano, in parte su doppio volume, si trovano le camere e i servizi igienici.

La casa è letteralmente avvolta dalla vegetazione, compresa la copertura che prima era stata pensata in rame; fa eccezione la facciata ovest, interamente in vetro. Il prospetto vetrato viene schermato d’estate con tende che garantiscono l’ombreggiatura. (Figg. 67-68)

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Bibliografia

M. Corrado, M. Ferreri, Vegetecture, Collana Costruire Naturalmente, Edizioni Simone, Napoli, 2011

S. Costa Duran, Case ecologiche, Logos, Modena, 2008

Siti web

www.floornature.it, KWK Promes: outrial house a Varsavia, di M. Corradi

www.dibaio.com, Il tetto verde. Una dimensione naturale per la casa, di R. Mombelli

www.tuttogreen.it, 8 buoni motivi per farsi un tetto verde, di E. Facciola

www.architetturasostenibile.it, Patrick Blanc e i giardini verticali. Muri vegetali

di tutto il mondo, di A. Guerra

www.architetturasostenibile.it, Giardini verticali di Patrick Blanc. Cosa sono, come

funzionano, di A. Guerra

www.ecoblog.it, Tetti verdi, vivere a basso impatto con un prato sulla testa, di P. Pagliaro

Figura

Fig. 64 Schema della casa con muri e tetti verdi
Fig. 65 La casa OUTrial
Fig. 67 Il prospetto trasparente

Riferimenti

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