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Capitolo 4 IL PROGETTO “GIRI DI PAROLE”: BOOKCROSSING DECLINATO ALLA LUCCHESE

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Capitolo 4

IL PROGETTO “GIRI DI PAROLE”:

BOOKCROSSING DECLINATO ALLA LUCCHESE

4.1 Dal Comune di Porcari ai premi nazionali

L’attuale contesto conoscitivo, sempre più caratterizzato dalla presenza di nuove e

sofisticate tecnologie, che condizionano i processi ed i percorsi formativi, necessita di innovative forme di alfabetizzazione che vadano oltre una semplice fruizione passiva delle risorse della rete.

Diventa quindi fondamentale riappropriarsi di una cultura che permetta il recupero della fantasia1 ormai oscurata dai mezzi di comunicazione multimediali: si assiste regolarmente alla riduzione delle ore di lettura in aula, non si acquistano libri per le biblioteche scolastiche, si demanda quasi esclusivamente a Google e You Tube l’informazione e l’aggiornamento permanente. Di fronte a tale inadeguatezza culturale, sempre più attuale e insostituibile diventa il ruolo della lettura che restituisce all’immaginazione il valore centrale che ricopriva, nel passato, nella crescita di ogni individuo, difendendolo anche oggi da un’identificazione immediata con il mondo virtuale.

I bibliotecari italiani, da parte loro, cercano affannosamente di catturare il pubblico dei lettori e diffondere l’amore per la lettura inventandosi diversificate attività e iniziative (incontri con autori, gare di lettura, competizioni estive), pur dovendo fronteggiare una molteplicità di problemi che aumentano e si aggravano costantemente.

1 È Vygotskij ad introdurre l’importanza dell’attività immaginativa e della fantasia nello sviluppo

psicologico (si veda: L.S. Vygotskij, Immaginazione e creatività nell’età infantile, Roma, Editori riuniti, 1990). Gli studi di Max Wertheimer e di Karl Duncker hanno mostrato che il pensiero umano è riproduttivo (utilizzando strategie convergenti) e produttivo (nel ricorrere a strategie divergenti). Al pensiero produttivo si appella Rodari nella sua Grammatica, per il suo carattere esplorativo, capace di offrire soluzioni nuove rispetto alle soluzioni date. Rodari riteneva di fondamentale importanza sviluppare la creatività e la fantasia per la formazione del bambino, che deve essere stimolato ad impossessarsi del patrimonio culturale che gli viene offerto attraverso linguaggi e codici diversi, affinché possa rielaborarlo nella prospettiva di apportare un contributo personale e creativo (cfr. G. Rodari, Grammatica della fantasia. Introduzione all’arte di inventare storie, Torino, Einaudi, 1973).

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152 L’aspetto forse più preoccupante è rappresentato dalla difficoltà da parte dei giovani lettori a frequentare le biblioteche pubbliche sia per un crescente disinteresse del mondo della scuola che per una contrazione dei servizi bibliotecari sia, soprattutto, per le profonde trasformazioni sociali in corso. Il forte aumento del traffico nelle città, la carenza cronica di parcheggi e la contrazione del tempo libero a disposizione delle famiglie, rappresentano infatti ostacoli non secondari per una frequentazione abituale delle biblioteche.

Nonostante i cambiamenti “antropologici” che hanno interessato i lettori negli ultimi anni, situando l’atto di lettura nel cuore di un fecondo universo multimediale; nonostante i generosi sforzi spesi nel tentativo di rendere familiare il libro nella scuola; nonostante che lettura e libri siano ultimamente assurti al rango di divi, diventando protagonisti di talk show e festival di ogni tipo, e che la lettura sia stata, talvolta, (fra)intesa e proposta come atto taumaturgico, non cresce il suo impatto nella società e stenta ad affermarsi la necessità della sua penetrazione tra le fasce sociali più deboli2.

Alla lettura però non si può rinunciare.

D’altronde, se i bibliotecari, i librai, gli insegnanti ed in generale gli operatori della filiera del libro non coltivassero più la speranza di poter vivere, un giorno, in un paese dove la lettura è un evento ordinario e normale, allora la storia sarebbe davvero finita […]. Se non ci fosse più margine per questa speranza, allora sarebbe davvero dura per noi [bibliotecari] passare la giornata in mezzo ai libri e agli utenti, inventarsi mille modi per catturare un lettore in più, sperimentare sempre nuove occasioni per far scoccare scintille tra i libri e le persone3.

Un quadro complessivo sulla situazione dell’“Italia che legge”, ben articolato e sostanziato da precisi dati statistici, lo ha fornito Giovanni Solimine in un suo recente

2 Così scrivevano nel 2009 Domenico Bartolini e Renato Pontegobbi introducendo le relazioni

presentate all’appuntamento annuale organizzato a Campi Bisenzio sul tema della biblioteca per ragazzi. Cfr. La lettura, nonostante: libri e ragazzi, tra promozione e rimozione, a cura di D. Bartolini e R. Pontegobbi, Campi Bisenzio, Idest, 2009, p. 11.

3 M. S. Rasetti, “La lettura in Italia: sempre più una ‘missione impossibile’”, Bollettino AIB, vol. 52,

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153 saggio4. Per cercare di invertire la tendenza negativa relativa alla disaffezione alla lettura sono stati proposti, a livello nazionale, molti progetti, non privi di originalità, che si rifanno all’esperienza del bookcrossing, la cui idea innovativa è quella di "liberare" i libri letti e amati con l’intento di fare dell'intero mondo "una grande biblioteca", creando un sistema in cui i libri vengono da alcuni “rilasciati” e da altri “catturati”, letti e di nuovo “liberati” secondo nuovi percorsi e verso altri lettori.

Tra le esperienze toscane, ma probabilmente potremmo dire italiane, è degna di rilievo quella iniziata nel settembre 2008 dalla Biblioteca comunale di Porcari, un piccolo comune della Piana di Lucca di poco più di 8700 abitanti, noto per le importanti industrie cartarie che accoglie sul proprio territorio.

Il progetto porcarese si chiama Giri di parole e il suo nome vuole sottintendere, dietro alla scelta di un modo di dire connotato per lo più negativamente, un rimando per metonimia ad un’idea di continua circolazione dei libri, “contenitori” di parole per eccellenza. Nato da un’idea dell’allora assessore alla Cultura Lori Del Prete e finanziato dalle locali Fondazioni Banca del Monte e Cassa di risparmio di Lucca, il progetto è stato sviluppato e concretizzato grazie al lavoro degli operatori della Biblioteca comunale di Porcari che si sono avvalsi della fondamentale collaborazione di Patrizia Lùperi, formatrice ed esperta in progetti di diffusione della lettura.

Le idee che stanno alla base di Giri di parole sono nel contempo semplici e ambiziose:

 diffondere libri sul territorio comunale in luoghi informali e con modalità altrettanto informali

 collocare i libri al di fuori dei luoghi “istituzionalmente” preposti alla diffusione della lettura (biblioteche, scuole, librerie)

 incentivare la lettura con campagne informative e iniziative figlie del progetto generale

 trasformare il libro da oggetto di culto, di diletto o di intrattenimento, a vero e proprio “oggetto di inciampo” sul cammino di persone che per molteplici motivi non entrano e non entreranno mai in una biblioteca o in una libreria.

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154 Con Giri di parole il libro cerca, usufruendo di mezzi diversi e alternativi, di attirare su di sé l’attenzione che gli è dovuta e tenta di riconquistarsi quel ruolo di prezioso e insostituibile strumento culturale che da sempre ha favorito la crescita umana ed esistenziale sia a livello individuale che sociale. Il progetto vuole contribuire a far entrare in contatto i libri con una parte più ampia possibile della cittadinanza; a rendere il libro più familiare, più vicino al mondo e al cuore dei possibili lettori; a instillare l’idea che la lettura sia una compagna di viaggio e di crescita per noi stessi e per le persone che sentiamo più care; tutte azioni che mirano a far comprendere l’alto valore sociale che il libro riveste, valore che sta nel fatto che la lettura è necessaria per vivere e conoscere il mondo contemporaneo, sempre più complesso ed articolato, in rapido e continuo sviluppo. Giri di parole intende contribuire a diffondere la lettura e ad accrescere la cultura del libro per vedere finalmente riconosciuto a quest’ultimo un valore socialmente apprezzabile. Sottolineare il valore sociale del libro, portarlo tra la gente per farlo conoscere, esaltarne tutte le potenzialità, farlo identificare come un autentico compagno di vita, sono anche questi alcuni degli intenti perseguiti da Giri di parole.

Per avvicinarsi a questi traguardi il libro non attende più il suo fruitore ma, abbandonati i rigidi scaffali della biblioteca pubblica o domestica, scende direttamente in strada ad inseguire il proprio potenziale lettore (e persino il non -lettore!) negli spazi e nei luoghi della sua quotidianità, proprio là dove la presenza di un libro può risultare strana o quanto meno desueta: nelle sale di attesa di ambulatori medici, odontoiatrici o fisiatrici, dalla parrucchiera, dal macellaio, dal fornaio, presso la reception di alberghi, in una banca, in una scuola materna, nello spogliatoio o nella sala mensa di una fabbrica, insomma in tutti i vari luoghi di vita sociale, aggregativa e lavorativa della comunità. Il territorio comunale diventa una sorta di grande libreria, meglio, di grande biblioteca ad accesso libero, informale, aperta a chiunque. Il cittadino su questi scaffali, posti sul territorio, non troverà il più recente best seller, la più selezionata saggistica, le più ambite novità: per questo c’è la biblioteca.

Il progetto è stato volutamente presentato come un “servizio” esterno e autonomo rispetto a quelli forniti dalla locale biblioteca, per impedire che avvenissero scambi di volumi e di collocazioni e, soprattutto, per evitare che nell’immaginario collettivo

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155 si costruissero inconsci rimandi a tutte quelle “fastidiose” formalità e pratiche burocratiche che si debbono assolvere in una biblioteca.

L’orientamento è stato, infatti, quello di ridurre al minimo ogni richiamo istituzionale, limitandosi a fare ˗ e comunque in una maniera assai discreta ˗ una doverosa eccezione per il Comune di Porcari e l’Assessorato alla Cultura, presenti sui materiali di supporto al progetto come brochure, dépliant, locandine e segnalibri. L’intento del progetto non è quello di portare la biblioteca “fuori di sé”, bensì di promuovere i libri e i potenziali fattori di crescita intellettuale, insiti nei progetti di diffusione della lettura.

Un programma così ambizioso necessitava di un accurato studio preliminare sul modo più opportuno di proporre al pubblico i libri “in libera uscita” e la scelta è ricaduta sulla realizzazione di alcuni espositori vivacemente colorati, impiegando un prodotto tipico del territorio lucchese: la carta, nella fattispecie il cartone pressato e ondulato5.

Per la progettazione e l’assemblaggio di un idoneo espositore che rispondesse, in maniera originale e accattivante, a requisiti di funzionalità e design, è stata chiesta la collaborazione di Lucense6, un organismo di ricerca e società lucchese di servizi per l’innovazione e il trasferimento tecnologico che in oltre dieci anni di attività ha ideato e sviluppato un laboratorio di sperimentazione sul cartone denominato Città

sottili7, dedito alla progettazione e realizzazione di allestimenti, arredi ed elementi di design in cartone ed altri materiali innovativi ed ecocompatibili.

La materia prima utilizzata per realizzare gli espositori è stata donata dall’azienda Sca Packaging Italia Spa, grazie alla sensibilità e convinta condivisione del progetto da parte del signor Claudio Romiti, lucchese, allora amministratore delegato del gruppo.

5 Il cartone in questione viene lavorato in maniera artigianale con specifiche tecniche stabilite da Lucense. Le colle a base vinilica ne fanno un prodotto riutilizzabile al 100%, senza poi contare che il

cartone si può riciclare per ben 7 volte.

6 Per maggiori informazioni su Lucense si consulti il sito: <http://www.lucense.it/content.php?p=home>.

7 Città sottili nasce nel 2001 come mostra biennale, con un taglio culturale, all’interno della rassegna

di architettura dello spazio pubblico Arredare la città, promossa e curata da Lucense. La sua attività si è sviluppata negli anni successivi come “laboratorio” per la promozione di una rete di competenze tra mondo della produzione e trasformazione della carta, mondo dell’architettura e del design, mondo della comunicazione e mondo della ricerca e della formazione. L’obiettivo è fare ricerca e innovazione sul cartone trasferendo il suo utilizzo in ambiti nuovi, come architettura e design, favorendo un rafforzamento dell’identità e del prestigio del distretto cartario e del territorio lucchese. Per approfondimenti si rinvia al sito 55100 cardboard consultabile a: <http://www.55100.it/content.php>.

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156 Successivamente l’agenzia pubblicitaria Mmad di Lucca è stata incaricata di occuparsi della decorazione degli espositori e di pianificare un’azione di marketing per la promozione del progetto.

Figura 4.1 Un espositore del progetto Giri di parole

Foto: Eugenio Toschi (Foto Nadir, Porcari)

È stato scelto di rivestire gli espositori con pellicole adesive prestampate, ricche di colori vivaci e di aforismi, la cui vivacità cromatica li ha resi immediatamente individuabili e riconoscibili. Il manufatto finale, così realizzato, offriva la garanzia

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157 di attirare su di sé l’attenzione anche della persona più distratta, invitandola a lanciargli uno sguardo incuriosito e poi, magari, a prelevare un libro da sfogliare sul posto o da portare a casa per completarne la lettura.

Ciascun espositore è stato concepito per accogliere sino ad una quarantina di libri, di peso e dimensioni medie, ed è stato dotato di un ampio ripiano inclinato su cui deporre locandine, volantini e dépliant di volta in volta predisposti per promuovere il progetto Giri di parole, le iniziative ad esso collegate e tutte le attività socio-culturali organizzate dall’Amministrazione comunale e dalle molteplici e vivaci associazioni porcaresi.

Per fornire al progetto un proprio fondo bibliografico, autonomo rispetto a quello della locale biblioteca, l’Amministrazione comunale ha provveduto ad un iniziale acquisto di circa 200 libri: saggistica, guide turistiche, manuali, fumetti e, soprattutto, narrativa, anche in più lingue, al quale sono andate sommandosi, nel tempo, migliaia di volumi generosamente donati dai cittadini (a volte anche non residenti nel Comune di Porcari e non iscritti alla biblioteca), autori, case editrici (Maria Pacini Fazzi, Felici editore), istituzioni (Provincia di Lucca) ed enti (Fondazioni bancarie) portando ad oggi il patrimonio complessivo vicino alla soglia dei 3000 documenti.

Tutte le opere donate vengono passate al vaglio degli operatori della Biblioteca che ne valutano innanzi tutto le condizioni igieniche, lo stato di conservazione e la congruità. La scelta di accettare libri usati non è unicamente funzionale alla necessità di contenere le spese di gestione ma sposa coerentemente la filosofia del progetto: diffondere la lettura, valorizzare l’oggetto libro “liberandolo” da situazioni di immobilità, affrancarlo da un destino fatto di polvere e disinteresse, rimetterlo virtuosamente in “giro” e farlo vivere. Anche in questa scelta è insita un’attenzione particolare al tema della ecocompatibilità e del riciclo, altra costante che ritorna nelle iniziative collaterali legate al progetto.

I libri di Giri di parole offrono mediamente contenuti “leggeri”, alla moda, di facile lettura, non estremamente speculativi, poiché vogliono innanzi tutto incuriosire il possibile lettore, non intimorirlo ma incoraggiarlo, addirittura adescarlo se ciò può risultare utile alla causa della lettura. Largo spazio è lasciato ai libri per bambini che danno ampio risalto alla parte illustrata perché porta a riflettere sull’universo

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158 figurale, principale fonte di miglioramento dei processi di integrazione cognitiva, indispensabili per la comprensione del mondo8.

Grande disponibilità di libri di loro interesse potranno trovare quei lettori che l’Istat definisce “morbidi” o “inconsapevoli”9, persone che nell’arco dell’anno leggono solo ed esclusivamente le guide turistiche, i libri per la casa, quelli sugli hobby e il tempo libero, i romanzi rosa, i libri super-economici, i gialli e i polizieschi, i libri su CD-Rom o scaricati da Internet. Si tratta di individui che pur essendosi dichiarati come “non lettori”, né nel tempo libero né per motivi professionali o scolastici, ad una successiva domanda del questionario Istat affermano di aver letto alcuni tipi di libri. Sono quelle persone che, per diverse ragioni, non si percepiscono subito come veri e propri lettori perché non riconoscono come veri e propri libri quelli dei generi da loro prediletti.

Troppo spesso, infatti, e da troppi anni si è creata intorno al libro un’aura pesante e pedante, complici anche errate politiche di promozione nelle scuole (ne è una spia il forte calo di lettori a fine ciclo). Il libro non suscita più un’idea di libertà e di arricchimento, ma di oppressione e di costrizione, essendo fortemente legato all’immagine di un’aula scolastica, all’incubo del numero di pagine da dover leggere e sulle quali dover riferire10.

Giri di parole cerca di avvicinare (e ri-avvicinare) i giovani ai libri in una maniera

più stimolante e più libera, fuori dall’ambito strettamente curricolare, alla ricerca di un modello culturale personale, dinamico e creativo.

Anche tra gli adulti la pratica della lettura non è molto diffusa e alcuni individui non si avvicinano ad una libreria o ad una biblioteca perché non ne riconoscono il valore sociale, mentre altri non lo fanno per timore di essere inadeguati, giudicati. Certe librerie, ma soprattutto certe biblioteche, è innegabile che non siano predisposte ad accogliere amichevolmente un lettore che si avvicini alla lettura in

8 F. Boschi, Psicologia della lettura: studi e ricerche sulle capacità del lettore abile e creativo,

Firenze, Giunti-Barbèra, 1977, in particolare cap. III, p. 58-102.

9 Questa nuova definizione di lettore è stata introdotta dall’Istat con l’indagine I cittadini e il tempo libero del 2000, nella quale veniva delineata la figura del lettore in tutte le sue sfaccettature. Per un

approfondimento sulla lettura morbida cfr. L. Valdoni, “Leggere: definirsi… percepirsi”, in: Come

leggo, come compro. I comportamenti di lettura e acquisto libri, Milano, AIE, 2004, p. 49-57.

10 Già Rodari ebbe modo di stigmatizzare alcuni discutibili sistemi che possono far nascere nei bambini

(e non solo in loro, potremmo aggiungere noi) una nausea inestinguibile verso la lettura (cfr. G. Rodari, “9 modi per insegnare ai ragazzi ad odiare la lettura”, Giornale dei genitori, n. 10 (1964), articolo poi confluito nel libro, dello stesso autore: Scuola di fantasia, Roma, Editori riuniti, 1992, p. 78-79).

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159 età matura11.

Con Giri di parole però non c’è scampo per il lettore timido o impaurito: nessun impiegato o commesso con cui doversi rapportare, nessuna iscrizione preventiva, nessuna autorizzazione da chiedere, nessuna scadenza da rispettare. Ogni cittadino, non solo porcarese, può prelevare un libro e portarlo con sé ovunque; ai lettori non è richiesto il rispetto di alcuna scadenza: ognuno può personalizzare a proprio piacimento il tempo da dedicare alla lettura, purché il libro venga poi riconsegnato in una delle postazioni che ormai fanno parte integrante del paesaggio.

Sull’espositore trova posto anche un registro, dove i lettori possono riportare alcuni dati minimi utili allo staff per monitorare gli spostamenti dei libri e per conoscere le tipologie di opere maggiormente preferite, al fine di creare una sorta di mappatura dei generi letterari a seconda della disposizione topografica dello scaffale rosso del progetto e conseguentemente delle abitudini di lettura di tutta la popolazione.

La possibilità che molti libri non vengano mai più restituiti è concreta, ci si affida pertanto al senso civico di ciascun cittadino. Comunque, un libro che non rientra non è un libro smarrito, perché nell’ottica di Giri di parole un libro è effettivamente perso solo quando non trova lettori, quando diventa ostaggio del disinteresse e della polvere.

Giri di parole persegue la filosofia del progetto internazionale denominato Bookcrossing. Può essere assimilato, anche se non in maniera così netta, a quello

che i bookcrosser definiscono bookring12. L’idea di partenza è quella che il libro venga “liberato” in un posto pubblico per farlo leggere ad altri che, a loro volta, faranno lo stesso lasciandolo successivamente in una delle postazioni presenti sul territorio, con l’obiettivo finale di far diventare il mondo una grande biblioteca. Tutte le variazioni dell'idea iniziale che ha dato origine al fenomeno del

bookcrossing sono comunque improntate a tre principi base, principi ai quali si

11 «Secondo gli editori, i principali fattori di ostacolo alla lettura dei libri sono: la mancanza di

efficaci politiche scolastiche di educazione alla lettura, (44,5%), politiche pubbliche di incentivazione all’acquisto dei libri inadeguate (35,3%); scarsa promozione dei libri e della lettura da parte dei media (23,4%)» (cfr. il report La produzione e la lettura di libri in Italia. Anni 2012-2013, 30 dicembre 2013, p. 2, disponibile a partire da: <http://www.istat.it/it/archivio/108662>).

12 Il bookring (o catena di lettura) è un modo particolare di tracciare un libro: consiste nel farlo

girare tra i bookcrosser che sono interessati a leggerlo, per poi farlo tornare al legittimo proprietario al termine del giro di lettura. È una tecnica che i bookcrosser usano di solito per libri fuori commercio o a cui si è particolarmente legati, che si desidera far leggere e poi riavere (magari con i commenti di tutti i lettori).

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160 conforma anche Giri di parole:

 passione per la lettura

 disponibilità alla condivisione della cultura

 libertà di iniziativa (all'interno di poche regole base).

Mentre il bookcrossing internazionale è una pratica che coinvolge prevalentemente chi lettore già lo è, chi ha già ben chiaro il valore del libro e della lettura, il progetto porcarese cerca attraverso questa via di intercettare soprattutto coloro che ancora non riconoscono pienamente il valore intrinseco del libro, che non frequentano le biblioteche e che, soprattutto, non conoscono l’esatto significato di ogni singolo atto dedicato alla lettura.

Il saper leggere infatti significa, oltre alla capacità di ricavare informazioni da un testo, il saper condividere le pratiche di lettura, scoprire e viaggiare in mondi fantastici e immaginari e nella realtà, interpretata attraverso i molteplici significati delle parole scritte, ripercorse e assunte personalmente, per poi restituirle alla comunità arricchite e modificate attraverso il vissuto personale. La lettura muove verso la sfera dei valori soggettivi interni, alla ricerca dell’introspezione, ma leggere un libro significa liberare immagini allo stato puro, permettendo alla mente di recuperarne i significati più profondi. La formazione alla lettura dovrebbe essere insegnata e coltivata “con gioia” nelle aule scolastiche o nelle sale delle biblioteche ma se i programmi scolastici prevedono altro, dato che alcuni ministri dei recenti governi italiani hanno letto i libri solo in sogno, e se le biblioteche rivolgono altrove i loro interessi, guidando gli utenti nel variegato mondo della “navigazione” in rete per acquisire quelle conoscenze necessarie all’uso dei cataloghi online, un’iniziativa di pubblica lettura sul territorio come quella promossa dal Comune di Porcari può senz’altro risultare utile.

Queste proposte di lettura fuori dai luoghi tradizionali generano occasioni ed esperienze formative che funzionano come tirocini per futuri lettori e cittadini consapevoli, in vista della realizzazione di quella formazione che continua per tutto l’arco della vita e che risulta ormai indispensabile nello sviluppo personale e sociale di ogni individuo. Indagando ulteriori motivi che sono alla base della nascita di Giri di

parole, emerge chiaramente la mancanza in tutti i comuni della provincia di Lucca,

salvo rare eccezioni all’interno della città, di librerie concepite e finalizzate proprio al contatto con i libri, la cui assenza diventa un fattore discriminante per tutti coloro che

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161 non hanno la possibilità e le conoscenze adatte alla frequentazione delle biblioteche, i famosi “non lettori”. Numerose ricerche in atto della Regione Toscana, tese a monitorare il grado di alfabetizzazione regionale, rilevano inoltre che questa stessa fascia di persone non entrerà mai in un museo o non visiterà mai una mostra, affidando passivamente la propria crescita culturale e personale ai mezzi di comunicazione di massa, in primo luogo la televisione.

L’iniziativa del Comune di Porcari nasce proprio per attirare l’attenzione del “non-lettore” con lo scopo di trasformarlo in potenziale ““non-lettore” e si inserisce nella costruzione di una mappa ideale dei luoghi dedicati alla lettura. Tale mappa vede in prima linea Torino e Milano, città impegnate anche nella progettazione di una nuova generazione di luoghi flessibili e spazi aperti dove leggere collettivamente e collettaneamente.

4.2 Gli scaffali sul territorio: la via maestra al progetto

L’iniziativa è stata presentata ufficialmente presso il Municipio di Porcari il 15 ottobre 2008 nel corso di una Tavola rotonda intitolata La difesa del libro nella

società delle immagini, inserita nel calendario nazionale di Ottobre, piovono libri13

e organizzata dalla Biblioteca comunale di Porcari con il patrocinio della Provincia di Lucca e dell’Associazione italiana biblioteche (Aib) Toscana14. In tale occasione numerosi professionisti, bibliotecari, insegnanti, politici, rappresentanti del mondo del volontariato culturale e semplici cittadini si sono incontrati dando vita ad un animato dibattito sul futuro del libro e sulla diffusione degli e-book, soprattutto in ambito scolastico e in età adolescenziale.

Nell’anno successivo, il 5 settembre 2009, è stata inaugurata la manifestazione

13 Ottobre, piovono libri è il nome di una campagna lanciata nel 2006 dalla Direzione generale per i

beni librari e gli istituti culturali del Mibac e coordinata dall’allora Istituto per il libro, con l’obiettivo di portare i libri in mezzo alla gente, farli conoscere e circolare, animarli e illustrarli. Nel 2009 la manifestazione ha cambiato formula trasformandosi nel Maggio dei libri (per un approfondimento sulle due iniziative: Rapporto sulla promozione della lettura in Italia. Marzo 2013, a cura del Forum del libro, Roma, Presidenza del Consiglio dei ministri, 2013, p. 69-86, disponibile a:

<http://www.governo.it/DIE/attivita/rapporto_promozione_lettura.pdf>).

14 Cfr. “A Porcari un nuovo progetto per promuovere la lettura”, Lo schermo.it, quotidiano online,

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162 culturale Anteprima Cartasia15, con una serie di appuntamenti culturali che hanno anticipato la quinta edizione della Biennale d’arte contemporanea dedicata alla carta, svoltasi a Lucca tra il 19 giugno e il 18 luglio del 201016. La particolarità dell’evento è stata quella di essere incentrato sulla presentazione del progetto Giri

di parole, che vede nel libro fatto di semplice carta il mezzo principale di

diffusione del sapere.

La Creatività come risorsa rinnovabile è stato il tema che ha costituito il filo conduttore di Anteprima Cartasia e della successiva Biennale, e ha preso forma nella installazione di due grandi sculture in cartone e carta: una è stata collocata nella scenografica piazza dell’Anfiteatro a Lucca e l’altra nella centrale piazza Felice Orsi di Porcari. Per tutto il mese di settembre è stata proposta anche una serie di appuntamenti letterari e teatrali. La carta è stata la protagonista indiscussa delle sculture urbane Come diamanti di Stefano Giovacchini e Ri-parliamone di Enzo Iorio, Massimo Cincidda e Leonardo Azzini, installate rispettivamente a Lucca e a Porcari e selezionate tra i 270 progetti di artisti internazionali che hanno partecipato al concorso collegato alla Biennale.

La scultura realizzata per Porcari ha avuto come tema principale quello della lettura e del libro inteso come oggetto dinamico; ci parla di libri che vengono riciclati per diventare opere d’arte, affinché il libro non smetta mai di essere usato, e ri-usato. Questa installazione è costituita da una serie di tre diverse sedute, vere e proprie “poltrone di design” create con libri destinati al macero, riciclati e incollati fra di loro. Afferma Iorio parlando della scultura che ha contribuito a realizzare:

I libri, destinati al macero sono usati come “mattoni della creatività”. I libri ci indicano di fermarci, di riflettere, di discutere, di ri-parlare del nostro stile di vita, fatto di troppa fretta di consumismo. La creatività è un’energia rinnovabile e

15 Cfr. “Anteprima Cartasia. La creatività come risorsa rinnovabile”, Exibart.com, a:

<http://41.exibart.com/profilo/eventiV2.asp?idelemento=77677>.

16 Cartasia è il primo Festival internazionale della carta, nato nel 2004 e dal 2007 divenuto Biennale

d’arte contemporanea. Si svolge a Lucca e provincia, luoghi ricchi di storia e cultura e centri di produzione cartaria tra i più importanti d’Europa. È una manifestazione legata alla lavorazione artistica della carta e dei suoi derivati che si colloca all’interno di questo quadro territoriale attraverso il linguaggio dell’arte contemporanea. Opere e installazioni all’interno della manifestazione sono interamente realizzate con materiali derivati dal riciclo e il focus dell’evento mira da sempre su tematiche ambientali ed ecosostenibili (green economy, decrescita felice). Per approfondimenti si rinvia al sito della biennale a: <http://www.cartasia.it/it>.

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163 rinnovare significa anche recuperare e riutilizzare. Il progetto suggerisce il recupero del tempo e degli spazi17.

L’artista ha realizzato un’opera che è anche interattiva: il passante può fruirne sedendo su queste “poltrone”, in uno spazio alternativo creato per fermarsi a riflettere, a discutere, a parlare, fruendo della cultura con ritmi meno frenetici.

Fig. 4.2 L’assessore Lori Del Prete seduto su una delle sculture del gruppo Ri-parliamone

Foto: Maria Porzia Russo

Un’opera simbolica nella quale il libro viene interpretato come struttura portante della creatività e della cultura. Il libro, oggetto creativo e simbolo della cultura per eccellenza, nel suo riutilizzo e riciclo, diventa infatti opera d’arte. La scultura ben si lega alle idee di Giri di parole: entrambi ci invitano a non smettere di utilizzare i libri, anche quando sembra di non avere tempo e modo di usarli: come una sorta di

17 Citazione estratta dal post “CI sono libri e libri” sul blog IlCircoloVizioso. Vizi (e virtù) raccontati al mondo, 18 ottobre 2009, consultabile a:

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164 biblioteca che ti segue ovunque tu sia, i libri seguono i propri potenziali lettori perché desiderano essere usati (anzi ri-usati), essere letti e ri-letti.

Del progetto Giri di parole si è parlato anche all’interno della rassegna di incontri letterari dal titolo Giri di parole: inciampando nei libri, patrocinata dall’Aib Toscana e anch’essa inserita nel programma generale della manifestazione Anteprima Cartasia 2009. Nel primo incontro del 24 settembre, sul tema Uno sguardo sui nostri figli digitali:

leggere, scrivere e comunicare in rete, sono state poste a confronto la pagina

stampata e il web. Dopo aver sottolineato le differenze esistenti tra questi due modi di scrivere, sono stati messi in evidenza i punti di contatto, fino a rilevare una relazione assai stretta, ma forse è più opportuno parlare di evoluzione18. Se non fossero esistite le riviste cartacee, oggi non esisterebbero quelle sul web e quest’ultime sono molto importanti perché permettono di mettere rapidamente in contatto, e a distanze smisurate, persone e necessità che fino a qualche anno fa non avrebbero potuto “incontrarsi”. Sono stati forniti numerosi esempi di riviste online affidabili e valide in confronto a tutta una quantità di informazioni o fonti “spazzatura” che viaggiano nel web, da cui dobbiamo difenderci, cosa non sempre agevole né semplice in quanto molte persone da un lato nutrono ancora diffidenza per Internet e dall’altro se ne fidano in maniera del tutto acritica. È stata quindi messa in risalto l’importanza dell’uso critico di questi nuovi strumenti digitali, grazie ad una preventiva indagine valutativa sulla loro qualità e validità. La tavola rotonda ha rappresentato un momento di incontro tra due mondi che, al di là delle apparenze, sono assai meno in conflitto di quanto si creda. Si è trattato di un prezioso momento di riflessione utile a far conoscere questi aspetti del web e che ha permesso a tutti gli intervenuti di avere una visione e comprensione dei nuovi strumenti digitali e delle rispettive potenzialità.

Tavole rotonde, presentazioni di libri, dibattiti e incontri letterari hanno dato la possibilità ad autori, editori e direttori di riviste, di confrontarsi su tematiche legate alla lettura, alla scrittura e alla comunicazione sul web. Nelle stesse serate il pubblico è stato inoltre stimolato ad una riflessione creativa attraverso quattro laboratori che hanno affrontato alcune specificità della scrittura, come gli stili, i linguaggi, le tecniche narrative.

18 Cfr. “La creatività come risorsa rinnovabile”, Lo Schermo.it, quotidiano online, 2 settembre 2009:

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165 Durante Anteprima Cartasia la carta è stata pure l’indiscussa protagonista di una serie di spettacoli teatrali che hanno avuto luogo anche a Porcari. Presso la Fondazione Giuseppe Lazzareschi è andata in scena la performance di teatro-danza

Meta-morfosi: atto I, una produzione della compagnia teatrale Metropolis. Creando

un fil rouge con il gruppo scultoreo Ri-parliamone e attraverso il linguaggio performativo, lo spettacolo si è collegato alle tematiche di Anteprima Cartasia compiendo un viaggio che, partendo dalla lettura delle Metamorfosi ovidiane, ha indagato l’essenza dell’identità individuale e il suo flusso di mutazione nella dimensione spazio-tempo-luogo. Un percorso attraverso la realtà contemporanea dell’esistenza, lungo il quale sono comparsi i temi cari a Ovidio: la sensualità e la spiritualità, ma anche la violenza, l’alienazione, il dominio del potere.

L’incontro dell’1 ottobre 2009 ha visto ospite Antonella Agnoli che nell’occasione ha presentato il suo libro Le piazze del sapere. Biblioteche e libertà19. Alla presentazione ha fatto seguito una tavola rotonda che ha visto amministratori locali, professionisti e bibliotecari provenienti dai comuni della Piana di Lucca dibattere animatamente con l’autrice sul ruolo e sulle funzioni della biblioteca nella attuale società della conoscenza.

L’autrice indica una nuova prospettiva per aiutare il mondo della lettura, e quindi del libro e delle biblioteche, a risollevarsi dallo stato di torpore in cui si trova e per contrastare lo stato di abbattimento e degrado nel quale versano le attuali istituzioni culturali italiane. La prospettiva della Agnoli è, per certi aspetti, rivoluzionaria, in quanto parte dalle piazze, cioè dai luoghi dove la gente vive nella maniera più intensa la propria quotidianità, anche se in questo caso la piazza è metaforica in quanto “piazza del sapere”.

L’autrice guarda alla nuova biblioteca in maniera totalmente diversa rispetto alla tradizione e alla visione comune addentrandosi in un ambito del tutto inconsueto, rispetto a quello abituale, insolito sia come linguaggio, sia come progettualità: quello della promozione commerciale, dove la biblioteca assume le caratteristiche di un “prodotto”. Fare marketing della biblioteca significa fare riferimento e trarre ispirazione proprio dagli insegnamenti del settore commerciale, ben diverso da quello culturale di tipo istituzionale che fino ad ora ha seguito logiche, obiettivi e

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166 direzioni diverse. In un contesto così delineato assumono grande valore aspetti ed elementi fino ad ora poco indagati e considerati, quali ad esempio i non frequentatori delle biblioteche. Se l’obiettivo di una qualsiasi società commerciale è quello di vendere il maggior numero di prodotti ed avere il maggior numero di clienti, il focus dell’attenzione viene di norma posto su ciò che non si vende e di conseguenza sui

non clienti: che caratteristiche hanno, quali sono le loro abitudini, quali sono le loro

esigenze, per quali motivi non si incontrano con l’offerta fatta e così via. Partendo da questa prospettiva Agnoli propone, facendo il bilancio degli ultimi trent’anni, una valutazione del successo delle biblioteche basata non sul numero di prestiti effettuati, ma proprio sul numero dei frequentatori quantificabili attraverso i dati reali degli iscritti alle biblioteche. Le indagini sui non frequentatori dovrebbero essere più frequenti, in ragione del fatto che analizzare le motivazioni dell’assenza, tenendo conto in modo serio e non condiscendente anche di quelle più disparate e imprevedibili, può ribaltare le convinzioni e di conseguenza le scelte strategiche e il

management di una biblioteca.

Nella società odierna che necessariamente si trova a dover fare i conti con l’avvento e l’espansione di Internet, dove le nuove generazioni consumano frettolosamente notizie “a pezzetti” senza sentire il bisogno di andare più a fondo, la concorrenza con il mondo lento, meno accessibile e meno user-friendly delle biblioteche è schiacciante. Il catalogo, seppure online e di moderna concezione, contro il colosso

Google perde con grande distacco la partita. La filosofia del “voglio tutto e lo voglio

subito” trova riscontro assoluto in questo ambiente dove prodotti come e-Bay, librerie online, You Tube, i blog e i software open source ne sono una palese testimonianza. Il successo e la diffusione dei social network risiede nella possibilità di creare un profilo con informazioni personali, nella possibilità di costruire una rete di contatti con i quali scambiare foto, video, musica e documenti, di partecipare a discussioni e gruppi tematici. Il social network stravolge in buona sostanza il mondo dell’informazione stessa. Tale stravolgimento è continuo e in rapida evoluzione al punto che non prenderne atto significa perdere irrimediabilmente terreno, ovvero le opportunità di successo. L’orizzonte temporale verso il quale rivolgere i nostri sguardi è situato a qualche decennio di distanza da noi. Come saranno, per esempio, i cittadini italiani nel 2030, quali bisogni avranno, che tipo di utenti saranno? A questo orizzonte

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167 è necessariamente legato il futuro delle biblioteche e della diffusione della lettura. La biblioteca, secondo Agnoli, dovrebbe trasformarsi in luogo di incontro, in una sorta di «piazza coperta», pronta ad ospitare eventi di vario tipo e in grado di condurre la gente, grazie alla sua stessa forma architettonica, all’aggregazione, alla sosta, alla partecipazione. La biblioteca al pari di una piazza – una “piazza del sapere” – dovrebbe diventare punto di aggregazione e promotrice di eventi e pertanto tener presenti, nella sua fase progettuale, tutti gli elementi vitali che fanno di una piazza un luogo frequentato.

La biblioteca così concepita diventa un third place, secondo quanto teorizzato da Ray Oldenburg20, ovvero il posto dove la gente può stare insieme per il solo piacere di farlo. Qui non contano la posizione sociale, il titolo di studio o la professione, in quanto è il luogo dell’uguaglianza ed in tal senso può essere associato alla biblioteca il concetto di libertà. L’autrice si spinge oltre questi concetti, sostenendo altresì che occorre di fatto cambiare non soltanto la realtà dei servizi, ma anche la percezione che i cittadini hanno di essa, secondo gli stilemi della cultura d’impresa.

Gli Idea Store di Londra sono un esempio di come l’immagine del brand, che risiede non nella realtà ma nella mente del consumatore, possa avere espressione concreta21. Forse non ci si aspetterebbe che le ragioni della non frequentazione delle biblioteche, emerse da alcune indagini effettuate in Francia e in altri Paesi, siano l’impossibilità di combinare la visita alla biblioteca con altre attività necessarie e abituali quali la spesa al supermercato o portare i bambini a scuola. L’ubicazione della biblioteca risulta pertanto cruciale per il suo successo. La biblioteca collocata sulle “rotte” della gente comune, percorse ogni giorno da milioni di persone, quali il luogo di lavoro, il supermercato piuttosto che la palestra o la scuola frequentata dai figli, facilita la frequentazione, molto più del palazzo storico situato in centro città e raggiungibile soltanto in autobus o in bicicletta. Vero è che ogni realtà

20 R. Oldenburg, The Great Good Place: Cafés, Coffee Shops, Bookstores, Bars, Hair Salons, and Other Hangouts at the Heart of a Community, New York, Da Capo Press, 1999, p. 22.

21 Gli Idea Store, nuove biblioteche installate all’interno dei centri commerciali, utilizzano il

linguaggio visivo e di funzionamento dei centri commerciali stessi. L’idea rivoluzionaria è stata proprio quella di abbandonare l’immagine di biblioteca come magazzino tranquillo e silenzioso di libri che attendono i loro lettori e di farne un luogo più simile a un negozio, a un centro fitness che comunica attraverso il linguaggio della società dei consumi. Ai nuovi assunti non si chiedono competenze in biblioteconomia, ma piuttosto la capacità di interagire e comunicare con le persone. Gli

Idea Store di fatto non sono “esportabili” in qualunque contesto urbano e qualunque tessuto sociale,

ma ciò che c’è di universale in questa esperienza è l’accurata preparazione, lo studio approfondito dei bisogni del bacino di utenza e la capacità di trovare le soluzioni giuste.

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168 territoriale presenta caratteristiche e soluzioni particolari e che non si possa attribuire a un modello e ad un’idea una valenza universale, tuttavia potrebbe essere utile spendere qualche soldo in più nelle indagini “di mercato” piuttosto che nel rinnovo degli arredi di strutture raggiungibili solo da una minoranza di cittadini. Anche le scelte degli orari di apertura possono assumere una decisiva importanza nel nuovo contesto di “mercato”: aprire una biblioteca anche la domenica vuol dire comunicare un’immagine diversa dal luogo di conservazione tradizionale, significa piuttosto renderla simile a quella di una grande libreria, di un cinema e di conseguenza trasformarla in un punto d’incontro aperto a tutti, significa farne la “palestra” del pensiero e della conoscenza, fruibile per l’appunto nel tempo libero. Antonella Agnoli ha infine portato la propria attenzione sulla figura professionale del bibliotecario e sulla necessità di una sua diversa formazione:

le biblioteche del futuro avranno bisogno di persone che siano capaci di condurre una riunione, di creare un gruppo di lettura […], di guidare un bibliobus su strade di compagna […], convincere i negozianti della strada su cui si affaccia la biblioteca a collaborare in iniziative promozionali22.

In sostanza spera in una nuova figura professionale che rivesta i ruoli del buon comunicatore, amante della lettura, dinamico e intraprendente.

Viene da chiedersi a questo punto se siamo pronti ad affrontare questa sfida: in un futuro, ormai prossimo, «nessuno potrà stare nel suo ufficio ad aspettare che gli si dica cosa fare o seduto dietro al bancone aspettando che si gli chieda di dispensare la sua conoscenza»23. Il bibliotecario dovrà essere pronto a mettersi al servizio dell’utente, dovrà essere presente in tutti gli spazi della biblioteca, dovrà abbandonare la rassicurante postazione dietro al bancone per stare in mezzo alla gente e trasformarsi in facilitatore di attività di creazione e consumo culturale.

Nell’ambito delle biblioteche pubbliche e in una società dove nessuno avrà più bisogno di muoversi da casa per trovare quello che cerca «il futuro sta nel fare della biblioteca pubblica una città e della città una biblioteca»24.

22 Agnoli, op. cit., p. 140.

23 Ivi, p. 144.

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169

4.3 Le iniziative di diffusione: le diverse strade percorse dal progetto

Nel marzo 2010 il progetto Giri di parole ha ottenuto un riconoscimento prestigioso aggiudicandosi la seconda edizione del Premio nazionale Città del libro per la sezione Adulti. La giuria del Premio, presieduta da Tullio De Mauro, si è riunita il 10 febbraio decidendo di assegnarlo con la seguente motivazione:

Per il progetto Giri di parole, originale bookcrossing volto ad avvicinare alla lettura tutta la popolazione trasformando il libro da “oggetto lontano” a “oggetto di inciampo”, e per la simbolicità dello scaffale dono alle giovani coppie nella duplice veste di dono legato alle radici economiche del territorio (la carta) e alle infinite possibilità del futuro loro riservato (i libri)25.

La premiazione è avvenuta il 5 marzo a Cosenza, nell’ambito del Convegno

Promuovere la lettura nei comuni e nelle scuole26.

Nella motivazione di assegnazione del premio si fa menzione di uno “scaffale” donato alle giovani coppie: infatti, sempre nel corso del 2010, lo staff operativo del progetto ha deciso di incaricare nuovamente l’agenzia Mmad di Lucca di progettare, e successivamente realizzare, alcuni piccoli espositori da tavolo, anch’essi da costruire in cartone e da dotare di alcune pubblicazioni che l’Amministrazione comunale di Porcari ha inteso donare, con cadenza annuale, alle giovani coppie di sposi o conviventi, avviando così una tradizione giunta ormai alla sua terza edizione27.

Queste coppie vengono invitate dall’Amministrazione comunale ad una cerimonia ufficiale, che tradizionalmente si svolge all’interno della Fondazione Giuseppe Lazzareschi di Porcari, in occasione della quale le autorità politiche donano loro gli

25 Cfr. “Premio Città del Libro. I vincitori e le motivazioni”, Forum del libro, sito web della

Associazione Forum del libro, 8 marzo 2010, a: <http://www.forumdellibro.org/news.php?id_news=18>. Si tratta di un’iniziativa ideata dall’Associazione Forum del libro e la sua idea di base è quella di far conoscere e valorizzare le attività di promozione della lettura che si svolgono nei comuni italiani, con l’obiettivo di evidenziare, sostenere e promuovere ogni progetto teso al potenziamento dell’offerta di lettura.

26 Cfr. “A Cosenza la seconda edizione del premio ‘Città del libro’”, Newz.it, quotidiano online, 1 marzo,

2010: <http://www.newz.it/2010/03/01/a-cosenza-la-seconda-edizione-del-premio-citta-del-libro/29178/>. 27 Nel dicembre 2013 si è svolta la terza edizione dell’iniziativa. Nell’occasione è stato presentato il

volume di M. Bani e M. Paolini Il destino nel nome (Felici, 2013). Il volume è stato donato, insieme ad altri, a tutte le coppie intervenute.

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170 espositori e le rispettive dotazioni di libri, che possono essere pubblicazioni edite dall’Amministrazione comunale e comunque inerenti a storia, usi, costumi, personaggi e gastronomia del territorio porcarese e, più in generale, della provincia di Lucca. L’iniziativa costituisce un’ulteriore strada intrapresa dal progetto generale ed è nata per assolvere all’esigenza di lanciare un ulteriore messaggio in controtendenza rispetto a quelli negativi che ogni anno l’Istat ci fornisce sulla pratica della lettura e

Foto 4.3 L’espositore da tavolo del progetto Giri di parole

Foto: Eugenio Toschi (Foto Nadir, Porcari)

sull’acquisto dei libri in Italia.

L’Istituto nazionale di statistica registra ogni anno dati estremamente preoccupanti sulla scarsa disposizione alla lettura di moltissimi italiani, ma ciò che ci lascia ancor più perplessi è l’apprendere che addirittura una famiglia su dieci non possiede neppure un libro in casa propria, lasciando trasparire uno scarso valore sociale attribuito alla lettura e al libro. I recenti dati relativi alla lettura in Italia indicano una situazione che nel 2013 si è ulteriormente aggravata rispetto agli anni

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171 immediatamente precedenti28. Proprio per incentivare la presenza del libro in ciascuna famiglia è nata l’idea di donare a tutte le giovani coppie porcaresi un espositore da tavolo corredato da libri, dono che, almeno nelle intenzioni e negli auspici dei promotori, dovrebbe costituire il primo nucleo di una biblioteca domestica, là dove ancora non ne esita una.

A partire dalla seconda edizione di questa iniziativa è stato deciso, in relazione all’adesione della Biblioteca comunale di Porcari al progetto nazionale Nati per

leggere (Npl), di amplificarne il messaggio integrando la cerimonia di consegna con

la proiezione di un video prodotto dal Centro per la salute del bambino, nel quale viene illustrato in maniera chiara ed esaustiva il progetto nazionale Npl, che passando dall’ambulatorio pediatrico arriva fino alla biblioteca pubblica29. Si è altresì inserito tra le pubblicazioni da donare un volumetto cartonato del tutto particolare:

Guarda che faccia!30, adottato da NpL in quanto studiato per essere proposto ai bambini fin dal sesto mese di età. L’opera è costituita da 6 fotografie raffiguranti volti di bambini colti in molteplici espressioni, ciascuna esprimente diverse emozioni, cui sono associate le trascrizioni in sei diverse lingue delle corrispondenti espressioni verbali. Fissando il volto di chi lo circonda, il bambino impara a decodificare espressioni, umori e intenzioni e pertanto le foto del libro vogliono costituire un avvio al rapporto di amicizia con i libri. Il bambino intuisce già che le facce possono comunicare diversi stati d’animo e, attraverso il libro, è facilitato a compiere l’importante passaggio dall’oggetto reale all’immagine che lo rappresenta. Un chiaro invito quindi a riprodurle con adeguate espressioni facciali e vocali per favorire così l’instaurarsi di un legame emotivo tra bambino e libro.

Questo piccolo libro è lo stesso che viene donato dai pediatri aderenti a NpL ai genitori in occasione dei bilanci di salute, un momento particolarmente appropriato in quanto avviene all’interno di una relazione con il bambino e la sua famiglia che dura

28 Particolarmente impietosi sono i dati recentemente forniti da una recente indagine Istat svolta su

20mila persone e che ha riguardato sia i singoli che, per alcuni quesiti, i nuclei familiari. È emerso che i lettori con più di 6 anni che hanno letto almeno un libro in un anno sono passati rispetto al 2012 dal 46 al 43%, ma il dato che forse fa ancora più effetto è quello che ci informa che il 10,3% delle famiglie italiane non possiede nemmeno un libro in casa. Per il quadro statistico completo si rinvia alla lettura del report Istat, La produzione e la lettura di libri in Italia. Anni 2012 e 2013, reperibile a partire da: <http://www.istat.it/it/archivio/108662>.

29 Si tratta del video: Il progetto Nati per Leggere, visionabile su You Tube a:

<https://www.youtube.com/watch?v=PnSGiVpJ1fg>.

30 Guarda che faccia!, a cura di S. Manetti e della redazione Quaderni Acp, Firenze-Milano, Giunti

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172 nel tempo e che consente al pediatra di riprendere, modificare e rinforzare il messaggio, tenendo conto del bambino e della famiglia che si trova di fronte.

Il dono di questo libro particolare, fatto regolarmente ogni anno a tutte le giovani coppie del Comune, permette di portare in maniera ancor più precoce nei nuovi nuclei familiari il messaggio del progetto Nati per leggere, per cui donare un libro per i loro futuri figli costituisce un’efficace azione per promuovere l’abitudine a leggere in famiglia. Se i futuri genitori, e soprattutto la mamma, vengono posti precocemente a conoscenza del potenziale positivo esercitato dalla pratica della lettura nel processo di sviluppo psico-fisico del bambino, la lettura condivisa in famiglia avrà maggiori possibilità di manifestarsi. Pertanto un’offerta informativa così precoce, addirittura prima dell’eventuale nascita di un figlio, può stimolare i futuri genitori a costruire un progetto di lettura personalizzato, modificando attitudini e comportamenti personali e di coppia.

L’iniziativa vuole rappresentare l’inserimento di un ulteriore tassello, nel quadro di un progetto teso a favorire e stimolare l’abitudine alla lettura, considerata una pratica rilevante nella crescita personale, culturale, sociale ed economica, e quindi elemento chiave della diffusione della conoscenza, nella convinzione ribadita recentemente da Luciano Canfora che: «c’è un rapporto tra il miglioramento della convivenza civile e il libro raccolto in biblioteche, cioè reso accessibile al più largo pubblico»31.

Un ulteriore traguardo per Giri di parole è stato quello di trovarsi annoverato nell'elenco delle esperienze virtuose segnalate nel recente Rapporto sulla

promozione della lettura in Italia32, curato dal Forum del libro e commissionato dal Dipartimento per l'informazione e l'editoria della Presidenza del Consiglio. Il Rapporto è stato presentato a Roma nel marzo 2013 e commentato da Paolo Peluffo, sottosegretario della Presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, e Giovanni Solimine, presidente dell’Associazione Forum del libro. Si tratta di uno studio che rappresenta la più aggiornata indagine sui luoghi tradizionali dedicati alla lettura, come le biblioteche, e sullo sviluppo delle nuove tecnologie di

31 Luciano Canfora è stato il testimonial della manifestazione Bibliopride 2013, svoltosi a Firenze il

5 ottobre 2013 e in quell’occasione ha voluto ribadire l’importanza delle biblioteche nel tessuto sociale (cfr. Bibelot, a. 19. n. 3-4 (2013), p. 24).

32 Cfr. Rapporto della promozione della lettura in Italia, Marzo 2013, p. 145, consultabile anche a:

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173 scrittura, individuando le buone pratiche su cui puntare. Un rapporto a tratti anche crudo, che mette in evidenza gli effetti della crisi delineando un quadro poco incoraggiante, anche a dispetto della vivacità di iniziative, come quella porcarese, promosse da istituzioni nazionali e locali, pubbliche e private.

Il 4 settembre del 2010 il progetto Giri di parole è stato insignito di un ennesimo riconoscimento risultando tra i vincitori della VI edizione del Premio Domenico

Marco Verdigi33. Il premio di 6000 euro è stato conferito per finanziare lo sviluppo di una serie di iniziative collaterali al progetto, studiate a beneficio dei bambini ospiti della struttura Residence dei Girasoli dell’Associazione Genitori per la cura e l’assistenza ai bambini affetti da leucemia o tumore (Agbalt) e situato nel Comune di San Giuliano Terme, in provincia di Pisa34.

È stato donato alla struttura residenziale uno scaffale, identico a quelli collocati sul territorio comunale di Porcari, e alcuni volumi, in parte provenienti da una generosa donazione dell’editore Fabrizio Felici e in parte frutto di una ponderata acquisizione, i cui contenuti sono stati preventivamente valutati dai collaboratori della biblioteca di Porcari.

L’idea di esportare il progetto Giri di parole all’interno di questa struttura del tutto particolare è nata nell’intento di contribuire a rendere meno traumatica l’esperienza di ospedalizzazione attraverso i libri e i sentimenti suscitati dalla lettura. Esperienze come quelle vissute dai giovani ospiti del Residence, specie se si tratta di bambini in età evolutiva, e dai rispettivi genitori, costituiscono un momento di crisi, una dolorosa interruzione nell’andamento della quotidianità dell’intero nucleo familiare.

Giri di parole ha cercato, per quanto possibile, di mitigare le gravi angosce rispetto

alla vita e all’integrità fisica, ansie che sembrano risucchiare anche i precedenti

33 Si tratta di un premio promosso dall’Associazione Domenico Marco Verdigi e dal Comune di San

Giuliano Terme (PI) nato nel 2004 per tenere vivo il ricordo di un giovane scomparso nell’agosto di quell’anno, a soli 23 anni, dopo essere riuscito a salvare due bambini di 10 e 11 dalla furia del mare in tempesta a Marina di Pisa, gesto eroico e generoso che l’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi volle riconoscere con il conferimento della medaglia d’oro al merito civile.

34 L’Isola dei Girasoli è un residence ubicato nel Comune di San Giuliano Terme, immediatamente al

confine con il Comune di Pisa, e nelle immediate vicinanze dell’Ospedale di Cisanello, che oggi consente all’Agbalt di razionalizzare la propria attività, concentrandola in un’unica struttura con un notevole miglioramento del servizio ed una indubitabile economia di scala. Una struttura adeguata per accogliere i bambini, e i loro genitori, che giungono a Pisa per essere sottoposti a terapie oncologiche od al trapianto di midollo osseo, pensata e progettata tenendo conto delle loro peculiari necessità in quelle particolari circostanze.

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174 aspetti di serenità e che si accompagnano a sentimenti di solitudine e di esclusione. Quando i bambini accedono all’ospedale perdono il proprio benessere psicofisico, il proprio ambiente caratterizzato da rapporti e da attività consolidate; allo stesso tempo questa esperienza propone l’incontro ansiogeno con la malattia (propria e altrui) e con gli operatori sanitari, che (a differenza del medico di famiglia) sono portatori di messaggi di gravità e di sofferenza. In questa situazione, emergono accanto alle ansie e ai timori, intensi bisogni di normalità, che si esprimono attraverso il desiderio di ritornare al più presto a casa, per giocare, per andare a scuola, per incontrare nuovamente gli amici di sempre.

La presenza di malattie assai importanti, come sono quelle che affliggono i bimbi ospiti della struttura, rischia di interferire con il processo di crescita, in particolare rispetto all’acquisizione di una progressiva autonomia (favorendo un arresto o una regressione dello sviluppo sul piano emotivo-relazionale) e alla costruzione dell’identità personale (incentrata sulla patologia). Può essere anche occasione di vantaggi secondari, con ridimensionamento e/o annullamento delle normali richieste/proposte educative.

L’attività regolare di lettura collettiva, anche di tipo vicariale, in situazioni come quella vissuta dai bambini malati e ricoverati (seppur in una struttura decentrata rispetto all’ospedale) rappresenta una risorsa preziosa nell’ambito degli interventi a favore del miglioramento della qualità di vita, per la sua rilevanza soprattutto sul piano emotivo e relazionale. La lettura diventa uno strumento di aiuto, di acquisizione di conoscenze anche in situazioni di disagio psicologico e sociale, oltre che una tecnica psico-educativa e cognitiva, e soprattutto la lettura ad alta voce consente ai bambini malati, indipendentemente dall’età e dai limiti imposti dalle loro condizioni di malattia e di cura, di partecipare ad un’attività di elevato valore educativo mediata dalla narrazione, che oltre a costituire un piacevole intrattenimento fornisce un’occasione, forse unica, di rapporto con un adulto fuori dal contesto genitoriale e sanitario.

Si tratta di una proposta che i medici ritengono sempre preziosa nei diversi ambiti ospedalieri (ambulatori, day-hospital, degenze), ma particolarmente valida in caso di affezioni gravi con periodi di ospedalizzazione prolungati e/o ripetuti, come accade per le patologie oncologiche. Con queste premesse sono stati selezionati per

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175 i bambini e ragazzi ospitati nel Residence alcuni generi di lettura come fiabe, miti, leggende, favole, racconti e novelle d’autore, filastrocche, con attenzione alla ricchezza del linguaggio e al contesto narrativo. Non bisogna dimenticarsi che siamo in presenza di una particolare forma di lettura, chiamata anche “biblioterapia”35, che fonda le sue radici nella possibilità di suscitare nel bambino-paziente sentimenti legati all’interesse e alla curiosità, visto che i libri danno la possibilità a chi legge di aprire delle “porte” su altri mondi, su altre realtà, su altre migliori vite, con la possibilità di moltiplicare ed espandere le esperienze del proprio vissuto quotidiano, ma anche di allontanarsi per planare in un mondo immaginario, attraverso il filo della narrazione.

Il progetto si è basato anche sul presupposto che la lettura ad alta voce svolta da un adulto, sia esso un operatore volontario o un genitore, aiuta nel recuperare la fiducia nell’attenzione e nella capacità dei “grandi” di comprendere e condividere e quindi di curare. Si è voluto così contribuire a contenere i sentimenti di solitudine e di incomunicabilità, cercando di far superare il vissuto di fissazione atemporale dell’esistenza a favore del recupero della continuità della propria storia di vita, che comprenda oltre alla situazione presente il passato e la prospettiva del futuro. Leggere o ascoltare molte storie può aiutare il bambino a riprendere il filo della propria storia, rimettendosi in cammino e recuperando il percorso precedente; può anche consentirgli una maggiore elaborazione simbolica, che gli permetta di ripensare la propria avventura in ospedale, traducendola perfino in racconti verbali, in racconti scritti o semplicemente in un disegno.

La presenza di un primo nucleo di biblioteca all’interno della struttura, associata all’esperienza dei laboratori di lettura ad alta voce, ha voluto, inoltre, suggerire ai genitori un ulteriore possibile modello di incontro con i propri figli, realizzabile quotidianamente sia in ospedale, sia in una struttura come il Residence I girasoli e,

35 Il termine “biblioterapia” fu coniato negli anni trenta dallo psichiatra americano William Claire

Menninger, il quale aveva constatato l’utilità di prescrivere romanzi nell’ambito del trattamento di diversi disturbi psichici. Esso assume vari significati: “cura attraverso la lettura”, oppure “metodo che definisce l’interazione tra un facilitatore e un lettore, basato sul reciproco scambio letterario. La biblioterapia è qualcosa di molto antico, e infatti già i Greci avevano evidenziato il rapporto tra lettura e salute, ma solo negli ultimi anni gli studi si sono soffermati ad approfondirne il senso (cfr. B. Rossi,

Biblioterapia. La lettura come benessere, Roma, La Meridiana, 2009). Nel 2006 Rosa Mininno,

psicologa e psicoterapeuta, ha fondato il primo (ed ancora unico) sito web italiano «dedicato alla Biblioterapia e al libro come strumento di conoscenza, di terapia di consapevolezza, di addestramento, di rinnovamento, di crescita personale e collettiva» (cfr. <http://www.biblioterapia.it/>).

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176 successivamente, anche a casa, con effetti che possono avere indubbie ricadute positive anche sulla qualità della relazione in un momento particolarmente difficile. Un’ennesima strada percorsa dal progetto Giri di parole è quella apertasi, in seguito ad alcuni incontri con studenti delle Scuole superiori lucchesi, con il concorso Parole

in panchina: una panchina al servizio del cittadino e della lettura, bandito sempre

nell’anno 2010 e che si è avvalso del supporto di Riccarda Bernacchi, storica dell’arte, e di Patrizia Lùperi.

L’idea di fondo era assai semplice: coinvolgere i giovani nella realizzazione di una panchina di design, predisposta per accogliere libri all’interno di contenitori incorporati, da collocare successivamente in un’area urbana del Comune di Porcari da riqualificare, dando la possibilità a tutti i cittadini di sedervi, prendere un libro, gustare il piacere della lettura, “inciampando” in un volume, salvo poi decidere se portare a casa il libro per finire di leggerlo e riconsegnarlo in un secondo momento, magari su uno degli espositori Giri di parole presenti sul territorio comunale. La panchina, quindi, non solo come “oggetto” di arredo urbano ma come ulteriore luogo ove riposarsi, per meglio allineare pensieri, dove intessere relazioni sociali oppure dove sospendersi dalla realtà contingente concedendosi l’atto “anarchico” della lettura36. Questo concorso pubblico si è collocato, in maniera del tutto casuale e senza alcun spirito polemico, visto che altri erano i suoi intenti, in un periodo caratterizzato a livello nazionale da forti problemi legati alla sicurezza cittadina37.

Il tema delle panchine oltre ad essere stato trattato abbondantemente in cronaca da molti periodici e Tg nazionali è diventato anche l’oggetto di un libro di Beppe Sebaste38. Alcune idee di questa pubblicazione anticipano dei concetti che stanno alla base del concorso: la panchina come oggetto su cui attardarsi per meditare, come invito a prenderci una pausa e il tempo per osservare la società partendo da uno spazio residuo; la panchina intesa come utensile gentile, pensata per i più deboli, che spesso

36 «È incontestabile che la lettura cambi il nostro rapporto con la realtà. Ma è anche risaputo che la

nostra epoca considera ogni mutamento del rapporto con la realtà pericoloso per l’ordine costituito» (cfr. P. Bichsel, Il lettore, il narrare, Reggio Emilia, Aelia Laelia, 1985, p. 6).

37 È un dato di cronaca che in alcune città del Nord Italia le locali amministrazioni abbiano deciso di

individuare nelle panchine una sorta di capro espiatorio da sacrificare alle esigenze di ordine pubblico. Banalizzando il problema sicurezza e per rispondere in maniera semplicistica alle richieste, a volte francamente isteriche della “piazza”, in alcune città italiane sono sparite le panchine, a seguito di ordinanze dei sindaci, in altre si è minacciato e si minaccia di farlo, per paura di immigrati, nomadi, barboni, spacciatori di droga e bande giovanili che farebbero di questo elemento architettonico il proprio luogo preferito di incontro e di sosta.

Figura

Figura 4.1 Un espositore del progetto Giri di parole
Fig. 4.2 L’assessore Lori Del Prete seduto su una delle sculture del gruppo                Ri-parliamone
Foto 4.3 L’espositore da tavolo del progetto Giri di parole

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