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CAPITOLO I l'obesità

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CAPITOLO I

l'obesità

1.1 Descrizione

L'obesità è uno dei principali problemi di salute pubblica, un’emergenza mondiale e la lotta per la sua prevenzione è un impegno che coinvolge tutte le istituzioni. È una malattia cronica caratterizzata da un eccessivo accumulo di grasso che differisce da soggetto a soggetto nei diversi distretti corporei e determinata da altre molteplici cause. I fattori più importanti sui quali è possibile e doveroso intervenire per modificare sono un alimentazione scorretta e uno stile di vita sedentario che determinano uno squilibrio energetico positivo, cioè più calorie in entrata rispetto a quelle in uscita arrecando questa problematica alla salute del soggetto. Insieme a questi, altri sono fattori di tipo sociale, comportamentale, ambientale, metabolici, neuroendocrini, psicologici e genetici.

Questo può portare a considerevoli conseguenze, aumentando le difficoltà sia individualmente per il soggetto che ne soffre e per l’intera società incidendo direttamente o indirettamente sui costi elevati per la spesa pubblica. Infatti l’eccessivo accumulo di grasso corporeo porta spesso a gravi danni o nel peggiore delle ipotesi irrimediabili, visto che non basta dimagrire per ritornare ad una condizione normale.

L’OMS1 definisce l’obesità come una patologia cronica caratterizzata da un eccesso di grasso corporeo che può causare problemi medici, psicologici, fisici, sociali ed economici. Non è considerata come una singola malattia, ma una condizione che si produce per l’intersecarsi di vari fattori genetici, nutrizionali, comportamentali, ambientali, socio- economici e culturali.

E importante quindi attuare strategie di prevenzione che prevedano trattamenti mirati e personalizzati per ogni soggetto che ne abbia l’esigenza. Per la risoluzione e la prevenzione di questo problema è necessario intervenire su più fronti, quindi un azione multidisciplinare che coinvolga più professionisti in modo da far unire le loro forze e conoscenze verso un'unica direzione e abbiano come unico obbiettivo il benessere del soggetto, indirizzandolo verso un percorso di recupero della salute. L'equipe si compone di specialisti del settore medico, dietetico, psicologico e fisico, ma anche di altri in base

1 Organizzazione Mondiale della Sanità, istituita nel 1948, è l’Agenzia delle Nazioni Unite specializzata per le

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alle complicazioni riscontrate nei singoli casi. La responsabilità quindi deve essere condivisa e non affidata a un "tuttologo"; solo in questo modo si potranno ottenere i risultati sperati.

Per attuare l’intervento bisogna muoversi con la pianificazione degli step che tengano conto della disponibilità e possibilità del soggetto nei confronti del percorso, agendo in un primo momento con un anamnesi completa che preveda la misurazione di alcuni parametri. Per far questo l'esperto si avvale del l’IMC2 ma anche di altre strumentazioni e test come la misurazione del rapporto vita fianchi e della plicometria.

Nel passo successivo troviamo il trattamento, che deve essere personalizzato in base alle caratteristiche del soggetto.

C’è poi la questione della promozione che attraverso l’informazione è in grado di influenzare i comportamenti salutari. In questo, è di fondamentale importanza, l’azione degli enti, che hanno la responsabilità di sviluppare progetti per il cittadino non solo obeso ma anche sano e che vadano verso un miglioramento dello stile di vita all’interno della nostra società. Quindi la necessità di politiche e interventi nella popolazione generale volti alla prevenzione dell’obesità.

Tutto ciò è una determinante per fare prevenzione e tutte le figure coinvolte nell'intervento devono farla.

I soggetti obesi risultano avere un’aspettativa di vita ridotta ed una qualità della stessa compromessa. Bisogna anche affermare che rispetto alle condizioni elencate l’obesità secondaria, cioè dovute ad altre patologie è piuttosto rara. Quindi possiamo affermare che l’obesità è una condizione ampiamente prevenibile.

1.2 Classificazione: obesità e tessuto adiposo

L’obesità si classifica in differenti modi, in relazione alla distribuzione dell'adipe, all'età di insorgenza e alla durata cioè da quanto tempo è presente.

Normalmente quando si ha un surplus calorico, l'energia viene depositata nel tessuto adiposo sottocutaneo, quando però è in eccesso, va ad accumularsi in altre sedi dell'organismo, come il fegato, il pericardio, il miocardio, negli organi viscerali, nella cavità toracica e addominale, nelle vie respiratorie superiori e nei muscoli.

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L'accumulo di grasso corporeo segue la fisiologia dei naturali depositi di grasso ovvero prima saturano i serbatoi sottocutanei e poi si ha uno stravaso negli altri distretti corporei. Quando si perde peso dunque, la prima regione a liberarsi dal grasso è la sede ectopica per questo motivo è molto importante l’attività fisica, perché riduce il grasso viscerale con risvolti metabolici positivi.

La misura della circonferenza vita è un utile metodo per la stima di accumulo di tessuto adiposo sottocutaneo, ci da dei dati sul possibile deposito di grasso nei visceri, con eventuale accertamento anche tramite l’esame della TAC.

La circonferenza addominale e il rapporto WHR3, in combinazione con il BMI, sono gli elementi predittivi più significativi per valutare il rischio di complicanze nei pazienti obesi.

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Lo studio della composizione corporea ci aiuta ad avere informazioni sulla stima del fabbisogno energetico e nutrizionale nel soggetto che fa sport ma anche in campo medico. Identifica le caratteristiche dimensionali e morfologiche del corpo umano nelle due differenze interindividuali quindi è importante anche nel soggetto non atleta in stretta correlazione alle condizioni di salute.

La composizione corporea è differente fra i due sessi, viene modificata con l’età, è influenzata dal genoma, dagli stati patologici e presenta modifiche sostanzialmente dettate in modo particolare dalla dieta e dall’esercizio fisico.

Quando si parla di omeostasi nutrizionale ci si riferisce al perfetto rapporto che c’è tra massa grassa (FM) e massa magra (FFM) e questo rapporto dipende da molti fattori come l’età, il sesso, la genetica e anche il tipo di attività sportiva praticata.

3 Waist Hips Ratio, rapporto circonferenza vita/circonferenza fianchi

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La massa grassa o massa lipidica totale è il tessuto totale adiposo corporeo che si trova in due sedi di deposito. Il grasso essenziale che è la quota di massa grassa fondamentale per l’organismo presente nei lipidi delle membrane cellulari del SNC e SNP, nel fegato, nella milza, nei polmoni, nel cuore. Mentre il grasso di deposito è costituito dall’accumulo di grasso nel tessuto adiposo. Questo grasso si suddivide in viscerale e sottocutaneo; il primo protegge gli organi interni da eventuali traumi della cavità toracica e addominale, il secondo è situato al di sotto della superficie della cute.

La distribuzione del tessuto adiposo è influenzata anche dalle differenze ormonali tra uomo e donna.

Nella donna l'obesità è di tipo Ginoide, cioè legata al deposito di adipe nel tessuto sottocutaneo, una tipologia di obesità dal punto di vista metabolico sana, mentre nell'uomo l’obesità è di tipo Androide, cioè l'accumulo di adipe si trova a livello centrale e ciò di per sé tende a far degenerare l'obesità in patologia metabolica con al seguito dislipidemie. Per essere più precisi, secondo la classificazione tramite l’analisi degli indici antropometrici, si distingue in:

- centrale (viscerale o androide); - diffusa (mista);

- periferica (sottocutanea o ginoide); - localizzata.

L’ obesità centrale, chiamata anche obesità viscerale o androide, è caratterizzata dalla distribuzione del grasso corporeo prevalentemente a livello addominale.

Il tessuto adiposo in eccesso è presente sopratutto a livello viscerale, intraperitoneale. È frequentemente associata a disordini metabolici come il diabete e malattie cardiovascolari come ipertensione, aterosclerosi e cardiopatie. Il tessuto adiposo all’interno dell’addome ha un ruolo metabolico attivo e l’adiposità intra-addominale è pericolosa su più fronti: - produce sostanze che agiscono sulle arterie favorendo la formazione di placche;

- produce sostanze che aumentano l’insulino resistenza e favoriscono lo sviluppo del diabete;

- produce acidi grassi liberi che agendo sul fegato, aumentano l’insulino-resistenza e alterano i livelli dei grassi e degli zuccheri nel sangue;

- produce sostanze in grado di attivare i processi infiammatori, che causano la formazione e la progressione delle placche nelle arterie;

- predispone allo sviluppo di pressione alta; - altera i livelli dei grassi nel sangue;

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- aumenta il livello dei trigliceridi, del colesterolo cattivo e diminuisce il livello del colesterolo buono.

Quella periferica, chiamata anche obesità sottocutanea o ginoide, è caratterizzata dalla distribuzione del grasso corporeo prevalentemente a livello del tessuto adiposo sottocutaneo, in particolare nella regione compresa fra l’ombelico e le ginocchia quindi anche glutei, cosce e regione sottombelicale dell’addome.

Questa è tipicamente femminile e non è associata a complicanze metaboliche.

L’obesità diffusa o mista, è la forma più comune di obesità e consiste in un incremento omogeneo del tessuto adiposo in tutto il corpo, sia intraperitoneale che sottocutaneo. Si risconta nel paziente che presenta una circonferenza addominale maggiore di 94 cm negli uomini e 80 cm nelle donne.

Infine c’è l’obesità localizzata, che comprende alcune forme molto rare.

La misurazione della circonferenza addominale è importante perché ci fornisce informazioni sulla presenza di tessuto adiposo intra-addominale in eccesso e quindi classificarla per poter intervenire nel trattamento.

I limiti di normalità della circonferenza addominale nel Nord America ed Europa negli uomini è di 102cm e nelle donne di 88cm mentre in Asia negli uomini è di 90cm e nelle donne 80cm.

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ingestione di cibo e spesa energetica, all’interno dell’organismo sono regolati e bilanciati dal sistema omeostatico che ha la funzione di controllare la massa corporea individuale di equilibrio con l’ambiente esterno.

Ciò avviene per regolare la quantità di tessuto adiposo nell’organismo, controllata da alcuni geni che presiedono a meccanismi per cui a ogni deviazione, in positivo e in negativo, viene attivata una contro-regolazione che si oppone al cambiamento.

Secondo la classificazione tramite l’analisi dell’indice di massa corporea, l'obesità viene distinta in base a differenti range di valori relativi al BMI (kg/m2) in:

- Obesità ≥ 30,00

- Obesità Classe I (Moderata) 30,00 -34,99 - Obesità Classe II (Severa) 35,00 -39,99 - Obesità Classe III (Patologica) 40,00- 49,99 - Super – Obesità ≥ 50,00

5 valori girovita e definizione rischi.

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Nel calcolo del BMI6 è importante sapere che ad un ugual peso corporeo può

corrispondere una differente composizione corporea e ciò dimostra che è utile solo se si ha un eccesso di accumulo di tessuto adiposo.

L’obesità viene anche distinta in Essenziale e Secondaria.

Nell’obesità essenziale sono coinvolti fattori genetici, metabolici, nutrizionali, sociali e culturali.

La genetica dell’obesità è complessa e multifattoriale. E’ stato dimostrato scientificamente che l’obesità ha una forte aggregazione familiare e cioè la probabilità di diventare obeso in un bambino con genitori normopeso è del 9%, mentre sale al 41% quando uno dei due genitori è obeso e arriva al 73% quando entrambi i genitori sono obesi.

Da un punto di vista metabolico si è visto che i soggetti obesi presentano un’efficienza metabolica più alta nell’immagazzinamento delle calorie ingerite e per il dispendio energetico è importante il lavoro del metabolismo basale che è geneticamente determinato.

La nutrizione errata, causa un’ipernutrizione, quindi l’introduzione di calorie in quantità superiore alla spesa energetica. Una principale responsabilità di questo è da attribuire alla grande disponibilità di cibo dei nostri giorni, alle campagne pubblicitarie e lo stile di vita che sono i fattori determinanti nella società odierna.

Per quanto riguarda i fattori sociali e culturali, coloro che hanno meno disponibilità economica si nutrono di alimenti meno salutari, promossi spesso sul mercato a prezzi inferiori rispetto a quelle più salutari.

L’obesità secondaria invece è determinata da cause genetiche, endocrine, psicogene e quelle che seguono all’assunzione di alcuni farmaci.

Questo tipo di obesità è molto meno frequente rispetto a quella essenziale e può essere dovuta ad alterazioni patologiche, neuroendocrine, ipofisarie, endocrine e psicogene. Le alterazioni patologiche causano sindromi complesse di raro riscontro nella popolazione generale come ad esempio la Sindrome di Down e la Sindrome di Praeder-Willi).

Quelle neuroendocrine, sono rare e la regolazione dipende da alcune aree del SNC, in particolare dell’ipotalamo. In questo caso tumori, emorragie, o processi flogistici ipotalamici, come le lesioni causate dagli interventi chirurgici in questa area, possono condurre all’obesità;

6 Body Mass Index.

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Nelle Ipofisarie come ad esempio il morbo di Cushing si evidenzia un iperproduzione dell’ormone adrenocorticotropo ACTH e rappresenta la patologia endocrina più frequentemente associata all’obesità. Troviamo spesso la distribuzione dell’adipe che coinvolge in particolare il volto, il collo, l’addome ed il tronco, mentre le estremità possono risultare particolarmente assottigliate a causa del depauperamento muscolare. Può essere anche dovuto a ridotta secrezione o azione del GH (Ormone della crescita); Iperprolattinemia (aumentata secrezione di prolattina PRL); Ipotiroidismo Secondario (deficit della secrezione dell’ormone tireotropo TSH); Ipogonadismo (diminuita produzione di androgeni conseguente ad alterazioni dell’ipofisi che compromettono la secrezione di gonadotropine); Ipopituitarismo (condizione patologica caratterizzata da una diminuita secrezione di tutti gli ormoni ipofisari a causa di malattie dell'ipofisi).

Le affezioni Endocrine come l’ipotiroidismo primitivo (ridotta capacità della tiroide di sintetizzare quantità sufficienti di ormoni tiroidei T3 e T4) è caratterizzato da un rallentamento di tutte le reazioni che richiedono energia, da una diminuzione nel consumo di ossigeno e da una diminuita calorigenesi come ad esempio la Sindrome dell’ovaio policistico; oppure Ipogonadismo primitivo, ovvero ad inadeguata secrezione degli ormoni sessuali.

Altri fattori sono quelli psicogeni in cui l’aumento di peso è causato da un ricorso compulsivo al cibo.

Tra le forme psicogene di obesità possiamo ricordare il Disturbo da Alimentazione Incontrollata, caratterizzata dalla presenza di abbuffate associate alla precisa sensazione di perdita del controllo sulla quantità e qualità di cibo ingerita. Di queste la Bulimia con ricorrenti episodi di abbuffate e comportamento di tipo compensatorio al fine di impedire l’aumento di peso.

Il Binge Eating Disorder che induce il soggetto a compiere grandi abbuffate in modo veloce e vorace e la Sindrome dell’Alimentazione Notturna, caratterizzata da iperfagia notturna, insonnia e anoressia mattutina. In seguito verrà approfondito con particolare attenzione questo tipo di disturbo.

I Farmaci, tipo antiinfiammatori steroidei, cortisonici, antistaminici, ipoglicemizzanti e tanti altri possono essere una causa da attribuire a questo tipo di obesità.

Passiamo adesso a parlare della classificazione del tessuto adiposo. Esso funge da deposito di energia per l’organismo e si differenzia in bruno e bianco.

Il primo è costituito da goccioline di lipidi all'interno della cellula, da un nucleo e da tanti mitocondri, riccamente vascolarizzato ed utilizza le riserve energetiche per produrre calore

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convertendo i trigliceridi in acidi grassi. Nell'adulto il tessuto adiposo bruno è poco presente ed è stimolato dal sistema parasimpatico. Si trova localizzato nella regione sovracaveale e si attiva in condizioni di freddo estremo.

Nel tessuto adiposo bianco, gran parte del suo volume è occupato da una grande goccia di grasso che confina gli organuli citoplasmatici in periferia, citosol e nucleo.

Il suo compito è quello di immagazzinare i trigliceridi quando vi è un apporto superiore all'utilizzo dell'organismo fungendo da surplus energetico.

Nel momento del bisogno ad esempio nel caso in cui ci sia un consumo energetico eccessivo oppure in caso si digiuno prolungato, vengono riutilizzati una volta scissi in acidi grassi.

Esso, espleta la funzione protettiva producendo ormoni come le citochine, mediatori dell'infiammazione, e ormoni specifici come la leptina.

Le funzioni del tessuto adiposo sono di termoregolazione, di protezione, energetica e lo troviamo anche all'interno del muscolo.

Ogni soggetto possiede un range entro il quale il tessuto adiposo funziona correttamente senza arrecare danno e se va oltre questo limite si infiamma generando problemi.

La regolazione della quantità di tessuto adiposo avviene per fattori genetici e con meccanismi di regolazione che lo rendono adeguato al momento fisiologico dell'individuo secondo un meccanismo a feedback.

Esiste un ormone regolatore chiamato leptina, che è una proteina prodotta specificatamente dagli adipociti circolante nel flusso sanguigno in concentrazione direttamente proporzionale alla massa di tessuto adiposo.

L'assenza di questo ormone è un segnale di carente tessuto adiposo e questo meccanismo è una protezione dalla magrezza, da condizioni di scarse scorte energetiche. La leptina ha un suo recettore che permette ai neuroni dell'ipotalamo di riconoscerla. Vengono utilizzati due meccanismi controregolatori a feedback che permettono ai neuroni dell'ipotalamo di recepire i messaggi dalla leptina: POMC7 e AGRP8 sono due vie per la ricezione delle informazioni, uno stimolante l'altro inibente, che hanno lo scopo di inibire il senso dell'appetito. Finché la leptina è mantenuta a livelli giusti, questo sistema funziona correttamente, nel momento in cui viene meno la leptina vengono bloccati questi due sistemi regolatori e quindi i neuroni del nucleo paraventricolare stimolano l'appetito mediante un meccanismo a feedback.

7 È un pro-ormone, proopiomelanocortina.

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1.3 Segni e sintomi

L’obesità è caratterizzata da un aumento del tessuto adiposo, che è causato dall’aumento del contenuto lipidico all’interno del citoplasma, dato da ipertrofia o dall’iperplasia.

Durante i primi anni di vita il soggetto è sottoposto a uno sviluppo maggiore che lo porta ad avere squilibri ormonali responsabili di un accelerazione della crescita dell’organismo. In questo periodo si determina il numero degli adipociti dell’età adulta, una quantità che rimarrà invariata nella vita, quindi si stabilisce il potenziale di obesità di un individuo. Successivamente in età adulta diventa importante considerare le dimensioni degli adipociti che aumentano quando si ingrassa e diminuiscono con il dimagrimento.

I principali segnali di manifestazione di questa condizione sono l’aumento di peso e dell’appetito. Infatti, le informazioni che gli consentono di controllare gli stimoli della fame sono compromessi e quindi ad esempio il soggetto continua a mangiare anche se è sazio. Per placare la fame incontrollata il soggetto deve mangiare molto e frequentemente e questo modo continuo di rispondere agli stimoli della fame va a consolidare l’abitudine alimentare errata.

Inoltre, esso vede la sua immagine corporea in modo alterato e distorto in cui c’è il rifiuto della sua immagine, anche se l’estetica corporea non è la sola ad essere influenzata, ma anche la funzionalità subisce delle modifiche a discapito della salute, infatti tutti gli apparati ne risentono.

Il sistema cardiovascolare viene sovraccaricato perché il cuore deve lavorare maggiormente per le maggiori richieste dai tessuti, poi sono presenti problemi respiratori,

9 Ormone Leptina.

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disturbi del sonno, dolori alle articolazioni, eccesso di sudorazione, problemi dermatologici, difficoltà di movimenti e disturbi psicologici.

Altri elementi caratteristici da ricordare, per quando riguarda questa patologia, sono la distribuzione del grasso che se è localizzato a livello viscerale e addominale la situazione diventa pericolosa per le sue complicanze perché provoca l’incremento di eventi cardiovascolari nel sesso maschile e la compromissione della funzione ovarica provocando spesso irregolarità mestruali , cicli anovulatori , irsutismo e policistosi ovarica in quello femminile. Inoltre si trovano delle correlazioni tra questa condizione e il rischio di carcinoma ovarico e mammario.

1.4 Complicanze e fattori di rischio

Le complicanze legate all’obesità, aggravano le condizioni di salute rendendo più difficile la risoluzione della patologia. Esse sono molte e varie; si parla di complicanze metaboliche, cardiovascolari, neurologiche, gastrointestinali, respiratorie, neoplastiche, psicologiche, ortopediche, riproduttive, chirurgiche, urologiche e cutanee.

Le complicanze metaboliche, sono caratterizzate da insulino resistenza, iperinsulinemia e diabete mellito di tipo 2. Secondo le statistiche, il 90% dei pazienti con diabete di tipo 2 hanno un BMI superiore a 30 Kg/m2, il 10% un BMI compreso tra 25 e 30 Kg/m2, mentre i casi con BMI inferiore a 25 Kg/m2 sono molto meno frequenti.

Di tutte le malattie gravi, il diabete di tipo 2 o mellito, non insulino-dipendente è quello maggiormente legato all'obesità e al sovrappeso. Si sviluppa normalmente in età adulta e il rischio va in parallelo con l'IMC (Indice di Massa Corporea). Per quanto riguarda le donne obese, esse hanno probabilità dodici volte superiori di sviluppare il Diabete di Tipo 2 rispetto a quelle con un peso normale e il rischio di attacco cardiaco è circa tre volte superiore rispetto a quello di una donna magra della stessa età. L'obesità è al terzo posto tra i fattori di rischio di malattie cardiovascolari, dopo l'età e la pressione arteriosa .

Per quando riguarda le complicanze cardiovascolari, ne fanno parte l’ipertensione, l’aterosclerosi, patologie a carico delle arterie coronarie, cardiomiopatia, ipertrofia ventricolare sinistra, ipertensione polmonare, edema venoso e linfatico degli arti e vene varicose.

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Queste patologie sono responsabili di un'elevata percentuale della mortalità di uomini e donne nella maggior parte dei Paesi industrializzati con una crescente incidenza nei Paesi in via di sviluppo.

I soggetti obesi hanno maggiori probabilità di avere alti livelli di trigliceridi quindi un aumento del colesterolo totale, con lavori elevati di LDL (colesterolo cattivo) e una diminuzione della HDL (colesterolo buono).

Questo profilo metabolico si riscontra il più delle volte nelle persone obese con un elevato accumulo di grasso addominale quindi con forma a "mela" ed è stato messo in relazione ad un aumento del rischio di malattie coronariche.

Con la perdita di peso, favoriamo i livelli di lipidi nel sangue, questo affinché ritornino alla normalità. Per ogni chilogrammo di peso perso, si è stimato che il colesterolo LDL diminuisca dell'1%.

Per quanto riguarda l'associazione tra obesità e ipertensione (pressione arteriosa elevata) e la proporzione tra le due nelle popolazioni occidentali, è stata stimata intorno al 30-65%. In effetti, la pressione arteriosa sale parallelamente al IMC; per ogni aumento di peso di 10 kg, la pressione sale di 2-3mm Hg.

Inversamente, il calo di peso induce una diminuzione della pressione arteriosa e solitamente, per ogni riduzione del peso corporeo pari all'1%, la pressione scende di 1-2mm Hg.

La diffusione dell'ipertensione nei soggetti in sovrappeso è quasi tre volte superiore rispetto agli adulti con peso normale e il rischio di ipertensione negli individui in sovrappeso tra i 20 e i 44 anni è quasi sei volte superiore rispetto agli adulti con peso normale.

A livello neurologico il soggetto può essere a rischio di stroke, cioè una condizione patologica acuta che può essere causata da un'ostruzione completa o parziale di un vaso arterioso cerebrale quindi un ictus ischemico o da un’emorragia cerebrale per la rottura del vaso colpito quindi un ictus emorragico. Qualunque sia la causa, nella zona cerebrale colpita da ictus viene a mancare il flusso ematico e ne risulta così un deficit neurologico funzionale più o meno grave che può essere sensitivo o motorio.

Esiti di colecistite, calcoli biliare, ernie possono far parte delle complicanze gastrointestinali.

Nell’apparato respiratorio invece, l’obeso può essere colpito da sindrome delle apnee ostruttive nel sonno oppure la Sindrome di Pickwick caratterizzata da ipoventilazione. Il

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soggetto e più predisposto a contrarre infezioni respiratorie, se aumenta l’incidenza dell’asma la dispnea e la fatica.

Ricordiamo quando sia influente sull’apparato muscolo scheletrico l’eccesso di peso, con l’insorgenza di complicanze ortopediche come l’osteoartrosi (ginocchio, anca e colonna vertebrale), ernie del disco vertebrale, lombalgia; immobilità, coxa vara, epifisiolisi della testa del femore o come la malattia di Legg-Calve-Perthes dove si ha una necrosi avascolare della testa del femore. Le malattie degenerative delle articolazioni portanti, come il ginocchio, sono complicazioni molto diffuse dell'obesità e del sovrappeso.

Generalmente la causa è attribuita al carico eccessivo che determina il danno meccanico delle articolazioni. Anche il dolore nella parte inferiore della schiena è più comune nei soggetti obesi e può essere uno dei fattori che contribuiscono maggiormente a causare l'assenza dagli impegni quotidiani.

Un altro dei principali problemi di salute associato è il cancro. Infatti vari studi hanno rilevato un'associazione tra sovrappeso e incidenza di alcune forme di cancro, in particolare quelle ormone-dipendenti e gastrointestinali.

Sono stati documentati maggiori rischi di cancro al seno, all'endometrio, alle ovaie e all'utero nelle donne obese e vi sono prove di un aumento del rischio di cancro alla prostata e al retto negli uomini.

L'associazione più netta è con il cancro al colon, per il quale l'obesità aumenta di quasi tre volte il rischio, sia nell'uomo che nella donna.

Per quanto concerne invece la psicologia del soggetto obeso, essa è molto importante in quanto in molti casi vive in uno stato di depressione, ansia per il suo aspetto fisico e ad esempio pensiamo alle limitazioni nei movimenti in un luogo pubblico poco spazioso, e alla frustrazione che può provare nel sentirsi ingombrante all’interno di un ambiente.

Le complicanze riproduttive possono essere la pubertà precoce, infertilità, e sindrome dell’ovaio policistico nelle donne, mentre negli uomini ipogonadismo.

A livello operatorio ci sono delle complicanze chirurgiche legate al fatto che aumenta il rischio di complicanze postoperatorie (infezione della ferita, trombosi venosa profonda, embolia polmonare e polmonite postoperatoria).

Infine a livello urologico si può avere incontinenza urinaria da stress mentre aumenta il rischio di infezioni, stasi venosa delle gambe e problemi di igiene personale sulla cute.

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Ogni anno in Europa 320.000 persone muoiono per cause legate direttamente all'obesità. La mortalità correlabile all’eccesso di peso rappresenta un serio problema di salute pubblica in Europa dove circa il 7,7% di tutte le cause di morte sono riconducibili all’eccesso di peso, ogni anno almeno un decesso su 13 è ritenuto correlato all’obesità. Il rischio di morte aumenta all'aumentare dell' Indice di Massa Corporea (BMI > 25 kg/m2), all’aumentare della circonferenza addominale (maggiore 94 cm negli uomini e maggiore di 80 cm nelle donne) e del rapporto tra circonferenza vita con la circonferenza dei fianchi (WHR > 0,90 negli uomini e > 0,85 nelle donne).

L'obesità acquisita nella vita adulta riduce l'aspettativa di vita e il rischio è influenzato dalla quantità relativa di peso in eccesso, dalla localizzazione del grasso corporeo, dall'importanza dell'aumento di peso nell'età adulta e dalla quantità di attività fisica.

Infatti la maggior parte di questi problemi può essere migliorata con un calo di peso relativamente modesto (10-15%), soprattutto se abbinato ad un incremento dell'esercizio fisico.

L’obesità rappresenta uno dei maggiori problemi di sanità pubblica, che incide pesantemente sui sistemi sanitari nazionali, considerata l’elevata morbilità associata e il conseguente peggioramento della qualità della vita delle persone.

Essa costituisce un fattore di rischio per le complicanze descritte precedentemente concorrendo all’insorgenza o all’aggravamento della salute.

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