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Excursus Tipologico

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Academic year: 2021

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2.1

S

TRUTTURE PER LA SALUTE

:

PASSATO

,

REALTÀ E FUTURO NEL MONDO

All’interno della denominazione “strutture per la salute” vengono comprese numerose strutture che si possono differenziare e accomunare in relazione a elementi quali:

- Tipo edilizio - Categoria - Specializzazione

Tali elementi possono trovare una conservazione o un’innovazione nel tempo, in relazione alle esigenze mutevoli in relazione a fattori quali il tempo, il contesto (sistema luogo - ambiente - paesaggio - territorio - costruito), le normative, le volontà socio/politiche e ed economiche.

2.2

E

VOLUZIONE TIPOLOGICA

La tipologia edilizia delle strutture per la salute è lo studio complesso dei tipi edilizi che va al di là della mera forma e che comprende una serie di fattori quali:

- epoca storica

- contesto e rapporto con il territorio - organizzazione funzionale e spaziale - scelte e sviluppo tecnologico

Il tipo edilizio per le strutture sanitarie (così come in termini generici per l’edilizia civile si usa dire residenziale, terziario,…) può essere individuato storicamente ogni qualvolta una scelta diveniva modello, categoria di giudizio acquisita dalla coscienza collettiva, divenendo guida per la nuova edificazione.

Con l’evoluzione le civiltà hanno tendenzialmente trasformato in modo lineare il tipo edilizio civile da elemento semplice ad elemento complesso, ovvero costituito da più cellule. Nelle strutture sanitarie, si è avuto un cambiamento più complesso e variabile in termini di tipo edilizio nel tempo: da semplici strutture a complesse con più cellule, a complessi e cellule uniti in sistemi radicati sul territorio.

Dai tempi dei greci e dei romani, la struttura risultava partire da piccole cellule abitative adibite a struttura per la salute, per poi divenire complesse, con articolazione in più cellule. Nel medioevo la cellula della struttura per la salute era annessa agli spazi religiosi ed era semplice.

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Input significativi e profonde modificazioni investono l’edilizia in ogni settore a livello sociale, economico, ambientale, comportando nelle entità complesse sanitarie radicali trasformazioni di esigenze, vincoli, requisiti. Il tutto si riflette nel processo edilizio e nei vari soggetti coinvolti: utenti, committenti, professionisti e gestori. Le trasformazioni repentine hanno comportato negli ultimi decenni una dispersione della prassi dei modelli tipologici e delle consolidate teorie per le costruzioni per la salute. Se i modelli che si sono susseguiti nel tempo possono essere identificati, il modello degli ospedali del futuro è ancora da identificare o meglio da categorizzare, poiché spesso il tipo edilizio si adatta al contesto (un monoblocco a New York non è equivalente a quello africano), le scelte stilistiche dei progettisti (non più rigorosamente conducibili a stili ben precisi di in un determinato periodo).

Prassi consolidate quali l’esposizione sud/sud-est delle degenze, la disposizione degli ambiti omogenei spaziali, percorsi sporco/pulito, rapporto con la città e con il verde, si stanno “disperdendo”, facendo sì che le strutture moderne acquisiscano sempre meno l’aspetto di modelli riconoscibili e specifici. Si identificano e si possono assegnare tipi edilizi a strutture moderne solo per marcate somiglianze a dei caratteri specifici.

Esistono sempre più strutture per la salute, in particolare le strutture ospedaliere, che possono essere identificate come di tipo misto, proprio per la copresenza di più tipi edilizi. Nel corso della storia e nel patrimonio edilizio storico tuttora funzionante delle strutture sanitarie (in particolar modo negli ospedali), si possono individuare e identificare tipi edilizi succedutisi nel tempo. I tipi edilizi consolidati nel passato spesso proponevano soluzioni architettoniche con volumetrie rigide, schematiche, riconducibili dalla presenza di fattori base ai tipi:

• CITTADINE DELLA SALUTE • CONVENTUALE ABBAZIALE • PADIGLIONE • CORTE • PIASTRA • MONOBLOCCO • POLIBLOCCO; • TORRE • HOSPITAL STREET • MISTO • GESTIONE EMERGENZE

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2.3

C

ITTADINA DELLA

S

ALUTE

Con il termine di “cittadina della salute”(ovvero edifici tracciati, caratterizzati da macrostrutture) si individuano quelle strutture la cui dimensione è intermedia tra quella architettonica e urbana. A livello planimetrico l’organizzazione rimanda a schemi urbani con percorsi interni e mura perimetrali divisorie rispetto al territorio più o meno urbanizzato. Esemplificazione di questi modelli tipologici si riscontrano in diverse strutture per la salute del passato: dai santuari Greci destinati alla cura, alle Terme Romane di Caracalla, le infermerie romane, i lebbrosari e i lazzaretti.

Figura 1: Terme di Caracalla infermerie romane e modello delle terme Acque Sulis, Bath in Inghilterra

Nell’epoca antica input alla costruzione di vere e proprie cittadine della salute era da ricercarsi nel modello stesso di città, organizzato per compartimenti con scissione delle attività umane: città del lavoro, città dell’istruzione, città della malattia,…

Negli anni 1970-1990 in Europa sorgevano città ospedaliere concepite come isole urbane autosufficienti e iper-tecnologiche, quali l’Ospedale Neukölln di Berlino. Il complesso

ospedaliero, progettato da Kleihues in collaborazione con König, inaugurato nel 1986, ha una lunghezza di 315 m, una larghezza di 62 m e un’altezza di 20 m, per una cubatura totale di 380.000 m3.

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Figura 2: Ospedale Neukölln di Berlino, vista dall’alto

Diversa la concezione “urbana” dell’Ospedale di Kaedi in Mauritiana (Africa), modello rivisitato di cittadella, calato in un contesto particolare, dove i materiali dei paesi economicamente sviluppati “stridono”, con una vasta possibilità di estensione sul territorio. La scelta dell’architetto chiamato alla realizzazione della cittadella è partita non dalla conoscenza tipologica, ma dal conoscere il luogo e le esigenze, per arrivare poi a strutturare un agglomerato che richiama al modello semiurbano, rete - tracciato non regolare.

“Quando ho fatto l’Ospedale di Kaedi in Mauritania, ho azzerato, completamente la mia memoria e sono partito dai dati locali; non mi sono posto il problema di come si fa un ospedale, nè ho guardato le riviste o consultato il Neufert o manuali simili. Sono andato sul luogo e ho preso tutte le informazioni riguardanti il clima, i materiali, la gente. Ho parlato con i medici e con i pazienti, ho cercato di capire come dovrebbe funzionare un ospedale in quel luogo preciso. È nato così un ospedale generato dalle esigenze reali e locali di quel momento” [Fabrizio Carola].

L’Ospedale di forma organica è organizzato in cellule “madri” (nodi-cerniere) a cui si agganciano altre cellule (reparti con camere e servizi), collegate da corridoi anulari.

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Figura 3: Ospedale di Kaedi Mauritania

Nel periodo moderno il modello città della salute si sta riaffermando, sia nelle strutture destinate alla cura e riabilitazione, sia nelle strutture dedicate alla prevenzione – centri di ricerca a livello internazionale, strutture per il benessere (Terme e SPA).

L’impostazione planimetrica delle strutture termali con numerosi ambiti spaziali presenti, che interagiscono tra loro mediante collegamenti orizzontali e verticali, fa sì che le impostazioni termali storiche o moderne presentino un tracciato che imita il modello cittadino: entrare in uno stabilimento termale è come entrare in una città della salute, con spazi a verde, temi di acqua, spazi per l’accoglienza, lo svago, lo sport, la ristorazione e il riposo.

A Livigno sorge la più grande SPA di Europa, con una superficie estesa di 21.000 m2, realizzata su tre livelli con servizi di vario genere (piscine, zona fitness, aree benessere e beauty farm). La struttura è denominata Aqua Granda ed è stata progettata dall’arch. Simone Micheli. È inserita in un contesto che vede la struttura SPA collegata nel territorio con altri nuclei terapeutici termali presenti a Bormio (i Bagni Nuovi, i Bagni Vecchi e le Terme di Bormio).

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La città di Montecatini Terme, città giardino della salute, era conosciuta sin dall’epoca romana per le qualità terapeutiche delle acque (Ugolino da Montecatini fu il primo a descrivere nel ‘400 in un tracciato le proprietà terapeutiche dell’acqua).

Figura 5: Terme di Montecatini, città storica termale – stato attuale e progetto arch. M. e D. Fuksas

La costruzione del Bagno Regio, delle Terme Leopoldine e dello Stabilimento Tettuccio avvenne alla fine del ‘700, con risoluzione di problematiche ingegneristiche - idrauliche (bonifica della zona paludosa), favorendo la ricerca del raggiungimento di una cittadella del benessere.

Dalla prima metà del’900 ulteriori interventi hanno permesso l’accrescimento della città giardino della salute, che ha visto l’accrescimento in parallelo del parco, di attività ricettive, congressuali, turistiche, termali, residenziali.

Il XXI secolo ha visto un’ulteriore svolta della città termale con il progetto elaborato dagli Architetti Fuksas. Il progetto di riqualificazione della città termale ha preso in considerazione aspetti di valorizzazione del Parco, ma soprattutto della viabilità, a conferma che il tipo edilizio in esame non può essere ricondotto ad un mero tipo edilizio a padiglione, ma ad una vera e propria cittadella della salute. Finalità del progetto è inoltre la rivalorizzazione dell’edificio delle Terme Leopoldine per creare non solo spazi per il trattamento del benessere e della salute ma anche per diagnosi e cure mediche.

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9 955 Edificio “Le Leopoldine – Benessere Termale”

spazi interni: superficie totale 4746 m2 (piano terra e piano primo) spazi esterni:superficie totale 8239 m2

Totale piscine: 2150 m2

Spazi benessere piano terra: Bagno Romano (Frigidarium,Tepidarium, Calidarium, piscina esterna) Spazi benessere piano primo: spazio Trattamenti estetici, Area fitness

Tabella 1: Spazi progettuali dell’edificio Le leopoldine, progetto M. e D. Fuksas

Figura 6: la città della scienza – progetto CERBA

Città della scienza in numeri

310.000 m2 parco pubblico e aree a verde

310.000 m2 area edificata: centri di ricerca sperimentale e clinica (65.000 m2), strutture diagnostica e cura (65.000 m2), strutture per la didattica (sale convegni, biblioteche, aule, sale studio, 18.000 m2), strutture comuni – attività commerciali (aree di attesa e soggiorno, bar e ristoranti, negozi e servizi, etc. 7.000 m2), nuclei residenziali (40.000 m2), parcheggi interrati e fuori terra (155.000 m2).

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I centri di ricerca comprensivi di aree specialistiche per la visita e la degenza in paesi quali l’America sono ormai da anni concepite come campus di ricerca, cittadelle del benessere. Oggi in Italia i centri di ricerca sono generalmente edifici a se stanti o compresi negli spazi dell’edilizia sanitaria.

Il modello delle strutture americane ovvero il tipo edilizio a cittadella è fonte di ispirazione progettuale del medico Umberto Veronesi.

Il progetto del Centro Europeo di Ricerca Biomedica Avanzata CERBA a Milano è un programma sanitario italiano di valore internazionale, che va a costituire una cittadella della scienza. Il polo centrale di ricerca avanzata interagirà con diversi reparti di diagnosi e cura specialistici. Dotato delle tecnologie più innovative e avanzate, quali apparecchiature e i sistemi diagnostici in termini medici e di ricerca, presenta innovazioni in architettura del complesso della cittadella.

Fattori Caratteristiche

Organizzazione planimetrica Tracciato-rete, disposizione in un’area vasta quasi a costituire una città

Organizzazione in altezza – piani

Alcuni edifici presentano più piani (con medesimi ambiti funzionali)

Organizzazione dei percorsi Percorsi lineari, differenziati Organizzazione tecnologica

impiantistica

Reti impiantistiche organizzate in orizzontale e verticale

Organizzazione volumetrica Variabile, da edifici a un piano a pluripiano Tabella 2: caratteristiche del tipo edilizio a cittadella

Il progetto denominato "Città della Scienza" prevede tre grandi aree strettamente interconnesse:

- Il quartiere della medicina: le cliniche specialistiche per la cura e la degenza, i centri di ricerca, il polo universitario per l'alta formazione e anche la piattaforma tecnologica dotata dei più avanzati servizi in campo medico. - Il Parco pubblico, su un area di circa 30 ettari, cuore dell’area sul quale si

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pazienti e i rispettivi parenti, i medici, i ricercatori, gli studenti e i docenti delle strutture universitarie.

I blocchi edilizi risultano separati in relazione alle destinazioni d’uso, inseriti in un tracciato lineare con percorsi ben precisi; la cittadella, così come una città, presenta più tipi edilizi al suo interno: dal monoblocco lineare al blocco circolare, alla piastra circolare, all’edificio a torre.

2.4

“CONVENTUALE”

ABBAZIALE

Diffuso soprattutto nel medioevo, il tipo edilizio definito “conventuale - abbaziale” era concepito con strutture per la salute dedicate soprattutto ad offrire ospitalità e cure in spazi annessi alle Chiese, conventi, abbazie. Caratterizzati generalmente da una grande stanza o navata adibita a corsia di degenza e infermeria, non costituivano un reale modello con molteplici caratteri che si replicavano. Ogni abbazia, convento o Chiesa identificava un luogo, talvolta ex navate di Chiese stesse, dove alloggiare i pellegrini. Generalmente gli spazi erano inglobati nella struttura e non venivano percepiti all’esterno con volumi o stili diversificati. Talvolta, come nel caso dell’Ospedale St. Mary [cap.1, fig. 17], la differenziazione avveniva nelle aperture.

Oggi tale tipo edilizio può essere rintracciabile nelle missioni religiose in paesi quali l’Africa, l’America del Sud e l’Asia. La missione, costituita da più edifici, associa la presenza di più padiglioni di cui alcuni destinati all’edilizia socio sanitaria. Un esempio è quello della

Missione della Congregazione delle Suore di S. Maria di Loreto ad Isiolo, cittadina situata

nella zona nord-est del Kenya. Nell’area missionaria è presente la Chiesa lateralmente alla struttura principale destinata a centro della salute e dispensario; l’area è inoltre dotata di residenza per le Suore, uno spazio lavoro e un centro riabilitazione: una cittadina della salute, caratterizzata dalla presenza clericale.

Questo modello edilizio è interessante dal punto di vista degli Ambiti Spaziali Omogenei, per la caratterizzazione della presenza di edificio della salute associato ad un edificio religioso.

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Figura 7: Missione ad Isiolo- Kenya

Se nel tipo edilizio originario l’edificio clericale era gerarchicamente quello principale, negli ospedali moderni dei paesi economicamente sviluppati la gerarchia risulta inversa: le strutture sanitarie accolgono uno spazio religioso dedicato allo svolgimento del rito.

Tabella 3: caratteristiche del tipo edilizio delle missioni

Fattori Caratteristiche

Organizzazione planimetrica Disposizione nel territorio, isolato dalla città o collocato in aree limitrofe

Organizzazione in altezza – piani

Disposizione su unico piano

Organizzazione dei percorsi Percorsi lineari, differenziati Organizzazione tecnologica

impiantistica

Impiantistica orizzontale, sistemi per aeroilluminazione

Organizzazione volumetrica Volumi generalmente unici con variazioni di altezza

2.5

PADIGLIONE

Il modello a padiglione deve la sua nascita ad input di vario genere:

- la volontà di riorganizzazione del sistema delle strutture per la salute - l’incendio della struttura ospedaliera simbolo: l’Hotel Dieu di Parigi

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9 999 punto i Inghilterra

Nel XVIII secolo, dopo la rivoluzione francese, a partire dalla Francia si sviluppò un cambiamento a livello politico – culturale che influì anche sul rinnovamento a livello sanitario. Il periodo dell’età della Ragione fu caratterizzato dall’interesse per il funzionalismo di ogni struttura, con il ripensamento e valutazioni delle strutture tramite programmi, riunioni, commissioni, diffusione di opuscoli, indagini e ricerche.

La ricerca di un miglior stile di vita erano input per ricercare un impulso determinante all’eliminazione delle antiche concezioni assistenziali accompagnate da precarie condizioni igieniche.

Dopo l’incendio dell’Hotel Dieu tra la seconda metà del ‘700 e la prima dell’800 numerose commissioni e indagini vennero svolte per interrogarsi su come ricostruire il nuovo Ospedale e in concomitanza si cominciarono a dare spunti per gli altri ospedali. In particolare per l’Hotel Dieu ci si interrogava sulle possibili soluzioni alternative: trasferimento in altra zona, riduzione del numero dei ricoverati e distinzione dei settori ospedalieri in relazione alle malattie. Nodo centrale alla base della scelta del tipo a padiglione è proprio la volontà di separare i malati in relazione al tipo di cura da assegnargli.

Nel 1773 J.B. Le Roy e C.F. Viel propongono un progetto rivoluzionario per la ricostruzione dell’Hotel Dieu: uno schema planimetrico a padiglioni, articolato a partire dall’evoluzione del modello a corsie. Lo sviluppo delle corsie ad un solo piano avviene su due fronti attestati su un unico ampio cortile, su cui si affacciano i lati corti delle corsie. Elementi di congiunzione dei due fronti sono da una parte la Chiesa e dall’altra i servizi principali quali atrio, amministrazione e locali di servizio.

Ogni corsia sui lati corti presenta un accesso diretto al giardino centrale da una parte e dall’altra ai giardini. Le corsie destinate agli infettivi sono collocate in aree limitrofe agli estremi rispetto all’atrio di ingresso e collegate alle corsie solo mediante un doppio sistema di collegamento con una sorta di area filtro.

Dal punto di vista dell’innovazione il progetto prevede sistemi per il ricambio dell’aria: grandi condotti per l’aria sul tetto per assicurare un’adeguata ventilazione.

Ulteriori proposte per la ricostruzione dell’Hotel Dieu nei decenni seguenti promuovono nuovi schemi di tipo circolare:

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- la proposta del chirurgo Antoin Petit è per un edificio a pianta circolare con una cupola centrale atta ad assicurare la ventilazione e da cui si irradiano a raggiera sei corsie su un unico piano [fig.9 , sinistra].

- La proposta degli architetti Bernard Poyet e Claude Philippe Coquéau è per una struttura di pianta circolare con sedici corpi a raggiera, uniti da due anelli di corridoi, uno interno e l’altro esterno; centralmente si ha ancora una volta la presenza di una corte interna principale. Delimitate tra i corpi a raggiera e gli anelli altrettante corti interne atte ad assicurare adeguata ventilazione e illuminazione. L’edificio sviluppato su tre piani si affacciava esternamente sulla città con tre arcate di aperture che illuminavano l’anello più esterno che accoglieva i servizi e il corridoio. Questa struttura era in grado di accogliere sino a 5.000 degenti [fig.9 ,destra].

La conclusione di diversi studi su schemi a padiglione converge nella costruzione reale dell’Hopital Lariboisière a Parigi a metà dell’800.

Accessi Collegamenti corteinterna principale infettivi infettivi infettivi infettivi infettivi infettivi Chiesa corte ATRIO servizi servizi giardini giardini corsia corsia corsia corsia corsia corsia corsia corsia corsia corsia corsia corsia

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Figura 9: schema modello a padiglione con pianta circolare

La struttura presenta uno schema con due fronti di corsie affiancate in parallelo sul lato lungo, connesse da collegamenti orizzontali che corrono intorno al cortile centrale. All’incrocio tra le corsie e il corridoio si diramano i collegamenti verticali propri di ogni padiglione - corsia. Accessi Collegamenti Chiesa e servizi corte interna principale servizi servizi corsia corsia corsia servizi giardino servizi giardino giardino corsia corsia corsia servizi servizi giardino giardino giardino

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I principali servizi si collocano sul fronte del lato corto di ingresso e proseguono sul fronte opposto attigui alla Chiesa collocata in posizione centrale, similarmente al progetto per l’Hotel Dieu di J.B. Le Roy e C.F. Viel. La struttura, dotata di circa 900 posti letto, si componeva di 6 corsie di degenza, ognuna con 32 posti letto e con affaccio su giardini atti a permettere un’adeguata illuminazione e ventilazione.

La disposizione schematica chiara e semplice rese la struttura il modello da seguire nella realizzazione di ulteriori ospedali europei.

In Inghilterra l’interesse al rinnovamento e il relativo studio evolutivo rispetto ai tipi edilizi conventuali monastici è riconducibile, sin dalla fine del Seicento, a vari fattori:

- volontà di discutere in merito alla costruzione di nuovi e moderni ospedali con un’impronta pragmatica

- l’emergenza dei presidi assistenziali rimasti senza personale curante per l’abolizione dei monasteri da parte di Enrico VIII

- avvento di una nuova dinastia (dopo il Glorius Revolution di William of Orange) fondata sul rispetto dei cittadini e sui principi della democrazia

Cristopher Wren progettò alla fine del seicento il Greenwhich Royal Naval Hospital, articolato in blocchi separati che sorgono intorno ad una corte centrale spaziosa e connessi da un corridoio porticato; sul lato corto opposto all’ingresso si colloca la Chiesa. I blocchi alternano i servizi alle degenze e nello stesso sistema inseriscono il blocco dedicato agli infettivi.

La facciata appariva imponente, con sistemi di colonnati che identificavano la struttura come un edificio importante all’interno della città, anche per denunciare il prestigio della marina britannica.

Dal punto di vista planimetrico notevoli sono le similitudini con il tipo a padiglione studiato e approfondito in Francia, a distanza di circa cinquanta anni successivi. Dal punto di vista stilistico le strutture edilizie non sviluppano un involucro innovativo ma per secoli proseguono con lo stile classico.

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1 10033 1. ingresso

2. spazi degenza e cura 3. spazi per infettivi 4. servizi cucina 5. depositi 6. cortile interno 7. cappella

Figura 11: schema Greenwhich Royal Naval Hospital

Caratteristica delle strutture per la salute dell’Inghilterra fino all’Ottocento è la distinzione delle strutture in relazione alle figure sociali (il vecchio, il militare, la puerpera, il giovane, il malato mentale) e non per cure mediche da praticare. Tutto ciò comportava contagi di malattie e scarse norme igienico sanitarie. Occorre attendere l’opera di divulgazione delle teorie applicative di Florence Nightingale affinché ci sia il passaggio dai blocchi alle corsie specializzate e poi ai padiglioni con innovazioni tecnologiche per gli aspetti di illuminazione e di areazione. La specializzazione delle strutture di cura in funzione della malattia da curare e dei relativi reparti medici vede il sorgere dell’Eye Hospital nel 1805, il Cancer Hospital nel 1835: ospedali specializzati per una maggior attenzione verso il paziente.

Evoluzione tipologica in Inghilterra del padiglione è rappresentata dall’integrazione con i principi dell’elioterapia: strutture sanitarie quali l’Herbert Hospital a Woolwich e il St Thomas’ Hospital oltre ai corridoi a connessione dei padiglioni - corsia antepongono terrazze – solarium.

Il modello tipologico a padiglione presentava fattori positivi dal punto di vista igienico sanitario:

- aerazione - illuminazione

- separazione dei corpi di fabbrica per evitare contagi e differenziazione dei padiglioni in relazione alle malattie e cure da praticare

6 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 7 1

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Di contro alcuni fattori negativi caratterizzavano il tipo edilizio e l’epoca, in particolare: - preferenza per collocazione in aree limitrofe della città

- ricerca estrema dell’asetticità dei locali

I fattori negativi influivano sulle condizioni dei pazienti. La collocazione in aree limitrofe o l’interposizione tra la struttura sanitaria e la città di un “muro” perimetrale, costituito da una cinta o da una fitta alberatura, alienava il paziente, influendo negativamente per la ripresa delle condizioni psicofisiche. Ulteriore aspetto alienante fu quello della scelta di rendere ogni parete delle corsi di colore bianco, al fine di rendere quanto più possibile le pareti igieniche. Tale aspetto andava a sostituire la scelta che vedeva sin dal medioevo la presenza di dipinti artistici che distraevano il malato dalla sua condizione. Se da una parte si garantivano migliori condizioni igienico sanitarie di contro si estremizzavano fattori scientifici, senza tutelare il paziente dal punto di vista del benessere psicofisico.

Figura 12: caratteristiche positive e negative del tipo edilizio a padiglione

In Italia numerose sono le strutture che si sviluppano secondo le linee del tipo edilizio a padiglione. Ad oggi numerosi strutture ospedaliere storiche sono riconducibili a tale tipo, seppur con varianti che sono maturate nel tempo e che hanno visto l’aggiunta di padiglioni nel tempo e la perdita di configurazioni planimetriche come i modelli esemplari.

Un modello esemplare del tipo edilizio a padiglione è costituito dal Policlinico Umberto I di Roma; l’aerazione nei quattro lati veniva assicura mediante la disposizione delle corsie di degenza su loggiati aperti, che si affacciavano sulla corte. Nel tempo la struttura ha subito superfetazioni e chiusure per diversificazione di esigenze. Ad oggi è ancora leggibile da una vista aerea l’impianto originario che risente del modello francese del padiglione:

- padiglioni disposti intorno ad una corte

- ingresso principale nel padiglione di servizio e amministrazione contrapposto a quello della Cappella, disposti sui lati più corti

- affaccio sulla corte con porticato

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1 10055 porticato sottostante.

Figura 13: Ospedale Umberto I Roma, ricostruzione cappella principale prima delle superfetazioni

Figura 14: Ospedale Umberto I Roma, vista aerea con delimitazione delle parti storiche

L’Ospedale Santa Chiara di Pisa, in fase di trasferimento nella nuova area periferica di

Cisanello - Pisa, presenta numerosi padiglioni di epoche successive a quelle che erano le prime strutture. La parte più storica presenta le caratteristiche tipiche del tipo a padiglione: la cappella centrale, contrapposta ad un ingresso porticato, una corte interna e un porticato da cui si dipartivano i vari padiglioni. L’area è divenuta nel corso degli anni una cittadella della salute costituita da padiglioni a cui corrispondevano varie specializzazioni mediche con ambiti funzionali specifici.

Il nuovo progetto di Cisanello, ad oggi in parte realizzato e in parte in fase di realizzazione ha visto un recupero del passato nell’inserimento di nuovi padiglioni nell’area di Cisanello, con rivisitazioni in chiave moderna del tipo edilizio a padiglioni: non un rigore nella disposizione dei padiglioni intorno ad una corte, ma tanti padiglioni connessi talvolta tra loro tramite

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passaggi chiusi o con percorsi – tracciati nell’area cittadina della salute. Nel complesso l’area può essere ricondotta a un tipo edilizio misto per la commistione di più tipi edilizi: padiglione e monoblocco.

Una categoria che ha fatto ampio utilizzo del tipo a padiglione tra le strutture sanitarie è quella degli ospedali psichiatrici, aboliti dalla Legge Basaglia.

Il frenocomio di Volterra presenta nei tre padiglioni Ferri, Charcot e Maragliano i caratteri negativi estremizzati in termini del tipo edilizio:

- isolamento rispetto alla città: Poggio alle Croci è sito in un colle attiguo a Volterra, immerso in un’area a verde, filtro voluto tra i padiglioni e la città. I padiglioni erano luogo di alienazione estrema delle persone ricoverate rispetto alla città, messaggio di reclusione e isolamento per le sbarre che isolavano ancora di più i padiglioni dall’esterno;

- asetticità dei locali, assenza di qualunque forma di messaggio positivo a rafforzare anche internamente la completa alienazione a cui erano destinati ingiustamente i pazienti in cura.

Questi ultimi esempi di tipi a padiglione denotano differenze e rielaborazioni rispetto al modello tipologico dell’Ospedale Lariboisière. In particolare il tipo edilizio a padiglione negli anni è stato trasformato non più in un complesso di padiglioni disposti attorno ad un cortile rettangolare, bensì in un insieme di blocchi isolati definibili padiglioni per la scelta del sistema costruttivo della falda di copertura.

Padiglioni moderni

Nei paesi europei oggi il tipo edilizio a padiglioni è stato principalmente sostituito dal tipo monoblocco e a poliblocco per l’edilizia ospedaliera di nuova costruzione.

È un tipo edilizio tuttora scelto e diffuso nella progettazione e realizzazione di edifici per la salute con bacino d’utenza più ridotto, generalmente specializzati in un settore specifico, quali ad esempio le strutture per anziani (RSA), o per la riabilitazione neuromotoria, strutture per assistenza primaria, hospice.

Il padiglione assume in queste strutture una valenza contraria rispetto alle caratteristiche negative di alienazione rispetto all’intorno e all’asetticità precedentemente descritte.

Le piccole strutture a padiglione risultano generalmente “cellule a se stanti” connesse tramite assi viari al sistema delle strutture della salute a livello territoriale più o meno vasto.

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limitato (massimo due piani), mantengono le distanze rispetto agli altri edifici del territorio per assicurare adeguata illuminazione.

Il tipo a padiglione nei paesi in via di sviluppo

Nelle missioni, piccole cittadine talvolta riconducibili al modello della cittadella della salute per i caratteri che evidenziano nel rapporto con il territorio, il tipo edilizio predominante è quello a padiglioni. Le strutture sanitarie che prevedono il ricovero sono organizzate con un padiglione centrale dove gli ambiti spaziali omogenei possono essere distribuiti:

- a corsia

- a corpo triplo (corridoio centrale e stanze laterali)

- a corpo quadruplo (stanze, corridoio, stanze, porticato o corridoio)

Generalmente i padiglioni sono realizzati con un numero massimo di piani fuori terra pari a uno. Tale scelta costruttiva è la risposta ad esigenze di tipo distributivo, strutturale, oltre che ad una possibilità dell’uso di suolo non limitata.

In questi paesi è ancora individuabile l’ambito spaziale omogeneo della degenza di tipo a corsia: ampi spazi con aperture finestrate da ambo i lati e corridoi ricavati tramite l’arredo o gli stessi letti disposti su più file. Talvolta le corsie divengono luogo di degenza e riabilitazione in contemporanea. Sono un esempio gli ospedali dell’Associazione di

Emergency; in questo caso la scelta di una unica corsia però coincide generalmente con

trattamenti similari nella cura, soprattutto degenze di riabilitazione. Ciò significa il ricorso alla corsia con posti letto numerosi per una maggior socializzazione e minori spese gestionali (sia a livello della costruzione che di personale).

Figura 15: schema base del padiglione nei paesi in via di sviluppo

corsia

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L’esempio della Clinica a Takeo – Cambogia (Asia) evidenzia uno schema a pianta rettangolare con disposizione degli Ambiti Spaziali Omogenei a corpo quadruplo (stanza, corridoio, stanza e corridoio) e triplo (degenza, corridoio, degenza). Le stanze di degenza sono ricavate in spazi limitati con massimo 7 - 8 posti letto.

Figura 16: pianta del padiglione OPBG Clinical & Surgical Centre a Takeo

Le strutture sanitarie che forniscono assistenza quali i presidi sanitari sono anche esse realizzate con padiglioni di tipo isolato, a sviluppo orizzontale piuttosto che verticale. I porticati divengono spazi di accoglienza e di attesa, spazi in cui sostare riparati dal sole, vento o acqua (in relazione alle condizioni climatiche); individuano una zona filtro tra esterno e interno, prima e dopo la cura. I porticati risultano quasi gli antesignani degli spazi di servizio e amministrazione collocati nei tipi a padiglione storici.

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Caratteri del tipo edilizio a padiglione

Lo schema tipologico a padiglione nell’edilizia ospedaliera è caratterizzato da criteri organizzativi - sanitari efficienti, al punto da basare l’impostazione progettuale per secoli nei paesi economicamente sviluppati e ad oggi nei paesi in via di sviluppo.

Il tipo edilizio a padiglione è la base dei successivi schemi edilizi.

Figura 18: Schema evoluzione tipologica padiglione

Esigenze di benessere igienico sanitario per gli Ambiti Spaziali Omogenei delle degenze hanno condotto ad una suddivisione in sottoclasse ASO degenze in relazione alle malattie da curare.

esigenze igienico

sanitarie diffusione nel territorio INPUT differenziazione per cura contesto socio economico Specificità di cura Paesi economicamente sviluppati Paesi economicamente in via di sviluppo città ASO degenza cura 1

ASO degenza cura 2

ASO degenza cura 3

ASO degenza cura …

ASO degenza cura n

Territorio Padiglione ASO degenza cura 1 Padiglione ASO degenza cura n Missioni umanitarie Padiglione ASO degenza cura 1 degenza cura 2 OUTPUT Nightingale wards padiglioni con connessioni percorsi interni padiglioni specifici con connessioni nella rete territoriale

padiglioni specifici con connessioni nella rete territoriale ASO degenza

(24)

Tabella 4: rappresentazione sintetica tipo a padiglione

Tale suddivisione negli anni è stata successivamente ricondotta anche alle strutture per la salute, con “esplosione” dei padiglioni in una rete più vasta, con cellule specifiche localizzate sul territorio.

L’articolazione planimetrica è caratterizzata da uno sviluppo articolato in orizzontale, con padiglioni isolati, organizzati per piani con singoli Ambiti Spaziali Omogenei – ampi spazi per la degenza (inizialmente corsie fino a 30 posti letto per poi giungere al numero di 2-3 posti letto per camera). I padiglioni trovano connessione mediante corridoi all’aperto o collegamenti coperti (porticati, percorsi “sospesi”) o lungo gli assi viari che interconnettono i vari padiglioni nella delimitazione della struttura per la salute.

2.6

A

CROCIERA

L’Ospedale di Filarete ha rappresentato per secoli un modello nei paesi europei. Elemento caratterizzante è l’aspetto planimetrico, costituito da crociere che vanno a costituire spazi verdi su cui si affacciano i porticati.

Fattori Caratteristiche Organizzazione planimetrica □ Compatta

■ Articolata Distribuzione AFO e ASO nei

vari livelli

■ Singolo ASO complesso per piano □ Molteplicità di ASO per piano Organizzazione dei percorsi ■ Percorsi lineari

■ Percorsi orizzontali □ Percorsi verticali ■ Percorsi gerarchizzati □ Percorsi differenziati Organizzazione tecnologica impiantistica

■ Predilezione di accorgimenti progettuali impiantistici solo a supporto dei sistemi naturali

□ Prevalenza dei sistemi tecnologici impiantistici Organizzazione volumetrica ■ Sviluppo in orizzontale

(25)

1 11111

Figura 19: visione dall’alto dell’Ospedale maggiore di Milano

Sviluppato principalmente in orizzontale il modello presenta un’articolazione compatta dei vari Ambiti Spaziali:

- a. degenze nelle crociere;

- b. corridoi degenza porticati per la guarigione; - c. corte centrale maggiore;

- d. corti minori delineate dalle crociere; - e. servizi amministrativi nel lato lungo; - f. servizi.

Figura 20: schema ospedale di Filarete

La disposizione planimetrica scaturisce da considerazioni igienico sanitarie, con considerazioni in merito a: e f d a b f c f d a b

(26)

- illuminazione

- spazi minimi funzionali - sistemi di fognatura - ventilazione

Lo sviluppo orizzontale deriva dalle possibilità di sviluppo della struttura sanitaria nei confronti della città nell’epoca di realizzazione. Collocato in aree semi-perimetrali il modello di origine poneva differenziazioni in relazione alle aree di giacitura in altri paesi.

L’Hopital Real a Santiago in Spagna si sviluppa nel centro della città per cui la pianta a crociera è ad unica crociera (non del tutto sviluppata) e con uno sviluppo in verticale con doppi volumi per una migliore ventilazione.

Lo sviluppo in verticale interessava i sistemi fognari nello schema di Filarete, con sistemi di captazione per caduta delle acque meteoriche e delle acque sporche dei servizi igienici. Oggi lo schema a crociera non è adottato nelle nuove progettazioni, ma si presenta spesso negli edifici storici presenti soprattutto nell’area italiana e ancora oggi adibiti ad edilizia sanitaria.

Il modello è stato esempio per ulteriori modelli dal punto di vista tecnologico innovativo più che per lo schema planimetrico. Da questo modello si sono sviluppati i modelli a piastra con corte interna, che oggi vedono un grande utilizzo anche nei paesi in via di sviluppo.

Caratteri del tipo edilizio a crociera

Il tipo edilizio a crociera si sviluppa planimetricamente in una forma compatta, con ampia foratura centrale data da uno o più cortili interni. Lo sviluppo in verticale è perlopiù limitato ad un solo piano, dove vengono collocati i principali Ambiti Spaziali Omogenei (percorsi, degenze, servizi amministrativi).

Caratterizzato dall’introduzione dei primi sistemi tecnologici a supporto dei sistemi naturali, evidenzia ancora la ricerca di sostenibilità dei requisiti igienici ambientali mediante sistemi naturali di ventilazione e illuminazione diretta.

Fattori Caratteristiche

Organizzazione planimetrica ■ Compatta □ Articolata Distribuzione AFO e ASO nei vari

livelli

□ Singolo ASO complesso per piano ■ Molteplicità di ASO per piano

(27)

1 11133 ■ Percorsi orizzontali □ Percorsi verticali □ Percorsi gerarchizzati □ Percorsi differenziati Organizzazione tecnologica impiantistica

■ Predilezione di accorgimenti progettuali impiantistici solo a supporto dei sistemi naturali

□ Prevalenza dei sistemi tecnologici impiantistici Organizzazione volumetrica ■ Sviluppo in orizzontale

□ Sviluppo in verticale

Tabella 5: rappresentazione sintetica tipo a crociera

2.7

PIASTRA

La piastra è un tipo edilizio che può essere considerato evoluzione del tipo a crociera e a padiglione della seconda metà del ‘900.

Input della trasformazione in questo tipo sono:

- necessità di massimizzare l’uso del suolo in orizzontale, riducendo gli spazi necessari per l’illuminazione e ventilazione naturale

- lo sviluppo di sistemi tecnologici meccanici capaci di assicurare il rispetto dei requisiti igienico sanitari

- esigenze di porre interpiani tecnici a servizio del piano superiore e inferiore

- necessità di ampliamenti nel tempo e di trasformazione interna tra i vari Ambiti Spaziali Omogenei

Figura 21: Differenza di utilizzo del suolo dal tipo a padiglione a crociera e a piastra

I tipi a piastra presentano generalmente un volume esteso in orizzontale, con forature interne a creare piccole corti su cui si affacciano alcuni spazi interni. Lo sviluppo in verticale

(28)

di massimo quattro piani vede il collocarsi di sistemi impiantistici per connettere gli spazi in verticali (montacarichi, ascensori, corpo scale) con la distinzione pulito-sporco.

Il tipo a piastra vede dunque l’intensificazione dello sviluppo orizzontale, possibile solo grazie alle nuove tecnologie impiantistiche.

In Gran Bretagna lo sviluppo degli edifici ospedalieri a piastra ha visto una diffusione negli anni sessanta; il modello di riferimento della piastra forata viene individuato nell’ospedale distrettuale di Greenwich (seconda metà del ‘900). Il Greenwich District Hospital, edificio dismesso è stato oggetto di riqualificazione in previsione delle Olimpiadi 2012, con perdita delle funzioni di centro sanitario.

Figura 22: Greenwich Hospital: collocazione rispetto al territorio urbanizzato

Figura 23: vista tridimensionale piastra dell’Ospedale Best Buy di Suffolk (Gran Bretagna) sistemi captazione luce forature servizi e diagnosi degenze

(29)

1 11155

da edilizia residenziale. Caratterizzato per uno sviluppo planimetrico quasi quadrato, tre piani fuori terra, presenta tre forature e corpi emergenti oltre la lastra orizzontale della copertura, indicativi della localizzazione dei servizi di connessione verticali.

Il Suffolk Hospital presenta un’elevata estensione orizzontale su due piani con servizi nella parte centrale e sull’esterno le degenze. Planimetricamente la piastra ha un’estensione regolare, quasi un quadrato con alcuni corpi che si disarticolano per ottenere maggior illuminazione.

Diversificazione del modello a piastra forata è dato dal modello a piastra sospesa. In questo caso è enfatizzato lo sviluppo orizzontale per il distacco della piastra rispetto al piano terra; imponenti pilastri sorreggono la piastra, che a sua volta sorregge i servizi impiantistici.

L’ospedale tipo di riferimento della piastra sospesa in Italia è l’Ospedale Vietri a Larino, progettato da V. Pastor. La struttura si staglia con uno sviluppo marcatamente orizzontale in un paesaggio collinare, elevandosi per soli due piani in verticale. Il piano terra è un ampio porticato con volumetria libera interrotta dai servizi e collegamenti verticali.

Figura 24: Ospedale a Piastra sospesa di Larino, schema prospettico

La copertura si presenta come un piano orizzontale su cui sono alloggiati dispositivi tecnologici e impiantistici per la connessione in verticale tra i piani, la climatizzazione, la ventilazione e l’illuminazione.

La piastra, laddove la luce solare non penetra mediante le superfici finestrate, capta luce mediante sistemi di illuminazione in verticale, quali lucernari.

dispositivi tecnologici

distribuzione impiantistica percorso orizzontale spazi sanitari

Sistemi per captazione luce – direzione verticale Connessioni in verticale

(30)

L’ospedale, dotato di quattro reparti, presenta le degenze disposte sull’esterno della piazza, con illuminazione naturale.

Al centro sono collocati i centri per la diagnosi e cura; tra la piattaforma e il livello del suolo sono collocate tutti i servizi di ausilio per il collegamento tra gli Ambiti Spaziali.

La configurazione spaziale ridotta permette in questo caso di poter avere una facile lettura nei percorsi orizzontali e verticali.

Nelle strutture sanitarie il tipo edilizio a piastra è individuabile maggiormente nella categoria ospedaliera, proprio in relazione alla superficie necessaria per il numero elevato di funzioni da svolgere nella piastra e relativi Ambiti Spaziali Omogenei con i requisiti dimensionali.

Piastra nei paesi in via di sviluppo

Nei paesi quali Asia e Africa le missioni umanitarie hanno portato la conoscenza degli impianti tecnologici e di conseguenza la predilezione anche per tipi edilizi a piastra. Le superfici territoriali da adibire a strutture per la salute non sono così facilmente acquisibili, per cui il terreno deve essere utilizzato quanto più possibile.

Una esemplificazione del tipo a piastra è il Centro Chirurgico “Tiziano Terzani” per vittime di guerra a Lashkar-gah. L’edificio si sviluppa in orizzontale su un unico piano per una superficie coperta di 4500 m2 che vede la presenza di tre edifici sanitari. La piastra si sviluppa senza alcuna foratura centrale, ma presenta la disposizione di sistemi per la captazione verticale di luce e di ventilazione per gli spazi interni. La parte centrale della piastra è dedicata ai servizi (spogliatoi, wc, stireria), alla camera a raggi x, alla terapia intensiva, alle sale filtro pre accesso alle sale chirurgiche. Sull’esterno della piastra sono collocati le degenze (in corsie da 10-13 letti), le sale operatorie, le sale studio, fisioterapia, pronto soccorso.

Caratteri del tipo edilizio a piastra

I tipi edilizi a piastra evidenziano una disposizione planimetrica compatta; generalmente sviluppati in altezza anche solo su un piano e massimo su quattro, presentano numerosi Ambiti Spaziali in ogni piano, con una rigorosità geometrica nei percorsi orizzontali che convergono in percorsi verticali laddove presenti. L’ampio utilizzo di sistemi impiantistici ha reso possibile l’aumento delle superfici senza aperture dirette sull’esterno.

(31)

1 11177 Organizzazione planimetrica Compatta

□ Articolata Distribuzione AFO e ASO nei

vari livelli

□ Singolo ASO complesso per piano ■Molteplicità di ASO per piano Organizzazione dei percorsi Percorsi lineari

■Percorsi orizzontali ■Percorsi verticali □ Percorsi gerarchizzati □ Percorsi differenziati Organizzazione tecnologica impiantistica

□ Predilezione di accorgimenti progettuali impiantistici solo a supporto dei sistemi naturali

■Prevalenza dei sistemi tecnologici impiantistici Organizzazione volumetrica ■Sviluppo in orizzontale

□ Sviluppo in verticale Tabella 6: rappresentazione sintetica tipo a piastra

2.8

MONOBLOCCO

Il termine monoblocco viene coniato nel periodo razionalista prendendo spunto dal termine automobilistico. Il tipo edilizio a monoblocco si sviluppa intorno agli anni venti del XX secolo, periodo segnato da input tecnici, funzionali ed economici:

- sviluppo di tecniche costruttive con acciaio e cemento armato con possibilità di costruire più piani

- possibilità impiantistiche per le connessioni verticali

- sistemi impiantistici atti a rispondere ai requisiti igienico sanitari, capaci di tutelare dalle infezioni

- necessità di minor utilizzo del suolo

- necessità di riduzione dei costi di costruzione e di gestione

In America, paese che vede l’origine del monoblocco, così come per i grattacieli, le strutture sanitarie che sorgono nei centri fortemente urbanizzati devono necessariamente confrontarsi sia con una scarsità di spazio e sia con i costi elevati del suolo.

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Il tipo edilizio a monoblocco acquisisce da questi input una forma semplice e compatta in pianta, capace di accogliere sullo stesso piano più Ambiti Spaziali Omogenei oppure uno stesso Ambito Spaziale su più piani in relazione alle esigenze dimensionali; una disposizione regolare predispone alla copresenza dei servizi di cura, diagnosi e degenza sullo stesso piano connessi mediante percorsi orizzontali ridotti. Il tipo edilizio a monoblocco si presta particolarmente per la semplicità in pianta per utilizzo di sistemi prefabbricati, ma difficilmente permette possibilità di ampliamento sia in altezza che in estensione orizzontale. Caratteristiche portanti di questo tipo edilizio sono date dalla riduzione dei costi di costruzione e di gestione per la semplicità della forma e una più semplice fruibilità grazie ai percorsi in orizzontale ridotti.

La pianta più semplice del monoblocco è rettangolare, ma può essere articolata a T o a H, o a pettine. La forma a T è quella più diffusa per la possibilità di inserire nella stecca più lunga le degenze. Nella costola si collocano generalmente i servizi, gli spazi per la cura e la diagnosi.

Figura 25: Schemi in pianta del monoblocco e disposizione macroambiti spaziali

Il numero di piani di sviluppo in altezza trova dei limiti differenti in relazione ai paesi in cui trova diffusione:

- America dai 12 ai 30 piani; - Europa dai 6 ai 15 piani;

Figura 26: Cornell Medical Center di New York

degenze servizi

(33)

1 11199

centro della metropoli. La pianta compatta e regolare presenta le due ali destinate alle degenze su un minor numero di piani rispetto ai servizi.

In Italia il tipo edilizio a monoblocco trova un ostacolo all’espansione in verticale a causa della Legge del 1939 che limita a 7 i piani fuori terra.

Figura 27: Ospedale di Coira in Svizzera, piano tipo

Esempio di monoblocco con pianta a T è quello dell’Ospedale Cantonale di Coira - Svizzera. Gli spazi delle degenze sono collocati nelle due ali della T, con differenziazione delle ali per sesso; le sale operatorie sono collocate nella parte estrema nord della T, a ricercare anche esse il “dialogo” con l’esterno per la ventilazione. Nel corpo centrale senza alcuna illuminazione sono collocati esclusivamente i percorsi orizzontali, semplici e lineari.

Monoblocco nei paesi in via di sviluppo

Nei paesi in via di sviluppo il tipo edilizio a monoblocco pluriplano non è ancora presente; non sussistono gli input di carenza di suolo o città densamente urbanizzate; il costo di costruzione sarebbe maggiore se venissero importati i sistemi costruttivi dei paesi economicamente sviluppati, quali acciaio e vetro, per raggiungere livelli elevati in altezza. La riduzione dei costi di costruzione in questi casi avviene con utilizzo di materiali quanto più del posto e tramite la semplicità in pianta, evitando di svilupparsi in altezza per carenze impiantistiche tecnologiche.

Il tipo edilizio a monoblocco ad unico piano, con articolazione perlopiù semplice è però rintracciabile in numerose strutture sanitarie: presidi, ospedali chirurgici, ospedali pediatrici. Il tipo a monoblocco in questo caso è nuovamente riadattato al contesto economico, sociale e ambientale. I sistemi tecnologici utilizzati sono una mediazione tra la tradizione e

collegamenti servizi diagnosi

servizi cura - sale operatorie spazi degenza ala femminile spazi degenza ala maschile

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l’innovazione. Sullo stesso piano convergono tutti gli Ambiti Spaziali Omogenei indispensabili.

Contrariamente al tipo originario, il monoblocco si caratterizza per l’unicità del blocco senza alcuna ripetizione in altezza. Per questo decadono le condizioni di sistemi di connessione in verticale.

Il centro Pediatrico di Emergency a Nyala in Sudan appare come unico blocco in cui si svolgono le principali funzioni. Le esigenze spaziali in questo caso sono decisamente inferiori rispetto a quelle per i paesi economicamente sviluppati. La superficie da occupare tuttavia risulta comunque da sfruttare al meglio per limitare i costi del terreno: una pianta compatta e percorsi orizzontali semplici per una migliore fruibilità e controllo dell’edificio.

Figura 28: Ospedale Pediatrico a Nyala

Caratteri del tipo edilizio a monoblocco

L’articolazione planimetrica del monoblocco, proprio per il concetto con cui nasce, risulta compatta e limitata come perimetro di circoscrizione. Ciò è reso possibile dai sistemi impiantistici atti ad assicurare:

- Ventilazione e ricambi d’aria - Illuminazione artificiale - Climatizzazione

- Movimentazione in verticale di utenti, farmaci e strumenti

- Disposizione delle degenze sul lato con affaccio o in apposite ali che si distaccano dal corpo centrale

(35)

1 12211

Figura 29: Ospedale di Beujon - Parigi

L’organizzazione piano per piano presenta la disposizione di una pluralità di Ambiti Spaziali Omogenei, in particolare nello stesso piano sussistono degenze, spazi di cura e di diagnosi, servizi.

Fattori Caratteristiche

Organizzazione planimetrica Compatta □ Articolata Distribuzione AFO e ASO nei

vari livelli

□ Singolo ASO complesso per piano

■Molteplicità di ASO per piano (con articolazione in servizi generali, diagnosi e cura, degenza)

Organizzazione dei percorsi ■Percorsi lineari ■Percorsi orizzontali

■Percorsi verticali (nei paesi economicamente avanzati) □ Percorsi gerarchizzati

□ Percorsi differenziati Organizzazione tecnologica

impiantistica

□ Predilezione di accorgimenti progettuali impiantistici solo a supporto dei sistemi naturali

■Prevalenza dei sistemi tecnologici impiantistici Organizzazione volumetrica □ Sviluppo in orizzontale

■Sviluppo in verticale (nei paesi economicamente avanzati) Tabella 7: rappresentazione sintetica tipo a monoblocco

Dal punto di vista volumetrico lo sviluppo avviene principalmente in altezza, grazie ai sistemi costruttivi quali l’acciaio, senza gerarchizzazione dei percorsi, ma con la prevalenza della lunghezza di percorsi in verticale che in orizzontale.

(36)

Al tipo edilizio a monoblocco nel tempo sono state fatte critiche in merito al trattamento riservato al malato, che si trova in uno spazio eccessivamente meccanizzato e ligio nella predisposizione degli Ambiti Spaziali Omogenei.

2.9

POLIBLOCCO

Il tipo edilizio a poliblocco vede le sue origini dal tipo a monoblocco e trova diffusione nei paesi europei. La nascita del poliblocco è una mediazione tra le caratteristiche del monoblocco e quelle del padiglione:

- contenimento dell’altezza: differentemente dall’America, in Europa il problema delle città altamente urbanizzate non era così diffuso e quindi l’altezza poteva essere ridotta rispetto al monoblocco, ma sopraelevata rispetto all’altezza del padiglione. Il contenimento dei numeri dei piani permette di assicurare minor dispendio economico, maggior rispetto del contorno ambientale paesaggistico e dei contesti storici caratterizzanti le maggiori città europee. In Italia il poliblocco trova tra le strutture sanitarie ospedaliere una grande diffusione, per motivi legati soprattutto al limite imposto dalla normativa del 1939.

- pianta: la pianta seppur compatta in una figura unica risulta articolata in forme variabili, come ad esempio nel caso dei poliblocchi a pianta stellare, per avere una maggior superficie a recupero della superficie non usufruita distribuendo su numerosi piani.

- affaccio delle degenze: con lo smembramento in più ali la possibilità di affaccio delle degenze sull’esterno viene aumentato rispetto al monoblocco che può contare esclusivamente su massimo quattro lati (talvolta per la disposizione degli altri Ambiti Spaziali Omogenei si riducono a due lati).

- spazi verdi: con la disposizione di più ali si creano delle corti interne per permettere una miglior degenza e ripresa delle condizioni di salute dei pazienti ricoverati.

Un carattere positivo del poliblocco è di permettere una maggior flessibilità nella costruzione step by step, con inserimento di nuovi blocchi a quelli esistenti, con la costruzione di un edificio ampiamente articolato.

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1 12233

diagnosi, cura e servizi generali (amministrativi, atrio accoglienza, …), nelle ali si collocano le degenze.

Figura 30: Modello Poliblocco Ospedali Civili di Brescia

In linea generale in Italia il poliblocco viene adottato soprattutto in quei centri sanitari di dimensioni maggiori per posti letto, capacità di servizi di cura, degenza, riabilitazione offerti. Gli Ospedali Civili di Brescia sono un modello italiano per il poliblocco, per il rigore con cui si stagliano in altezza i blocchi tra loro connessi a formare planimetricamente un’articolazione a raggiera complessa, con collegamenti verticali ai nodi delle connessioni, in corpi ben identificabili. Perfettamente inserito nel complesso a poliblocco è l’Ospedale dei Bambini, logisticamente collocato all’interno, configurato come un vero e proprio Ospedale nell’Ospedale.

Il poliblocco nei paesi in via di sviluppo, utopia?

Il tipo edilizio poliblocco, inteso come struttura con uno sviluppo orizzontale e verticale nei paesi in via di sviluppo sarebbe una utopia che non terrebbe conto del principio di sostenibilità. Eppure alcune strutture sanitarie in Africa possono presentano dei caratteri di sviluppo in orizzontale che ricordano il poliblocco esteso su un piano esclusivamente. Le piante risultano articolate, con possibilità di ricavare tra un ramo e l’altro delle piccole corti aperte da un lato che e i collegamenti orizzontali che connettono i vari blocchi talvolta sono dei porticati, talvolta dei sentieri. Un esempio che può essere ricondotto al poliblocco (con le dovute diversificazioni) è il Centro Cardiochirurgico Salam di Emergency a Khartoum. Il complesso evidenzia un’articolata disposizione nel lotto in orizzontale, collocazione delle

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degenze su un lato principale molteplicità di ASO nel piano che però per la specificità del centro risultano dello stesso settore.

Caratteri del tipo edilizio a poliblocco

Planimetricamente i poliblocchi sono caratterizzati da articolazioni con uno sviluppo di forme svariate, quali raggiera, stellare, spesso con più blocchi interconnessi con angolazioni svariate. I piani sono generalmente dedicati ad accogliere lo stesso servizio - settore ospedaliero a cui viene a corrispondere la presenza degli Ambiti Spaziali inerenti i servizi, la diagnosi e la terapia, la degenza. In questo modo vengono ad essere collocati sulla verticale i medesimi Ambiti Spaziali di diversi settori e con relativa impiantistica che corre in verticale, con minori percorsi in orizzontale.

Fattori Caratteristiche

Organizzazione planimetrica □ Compatta ■Articolata Distribuzione AFO e ASO nei

vari livelli

□ Singolo ASO complesso per piano

■ Molteplicità di ASO per piano (con articolazione in servizi generali, diagnosi e cura, degenza)

Organizzazione dei percorsi □ Percorsi lineari ■Percorsi orizzontali ■Percorsi verticali □ Percorsi gerarchizzati □ Percorsi differenziati Organizzazione tecnologica impiantistica

□ Predilezione di accorgimenti progettuali impiantistici solo a supporto dei sistemi naturali

■Prevalenza dei sistemi tecnologici impiantistici Organizzazione volumetrica □ Sviluppo in orizzontale

■Sviluppo in verticale Tabella 8: rappresentazione sintetica tipo a poliblocco

I percorsi non risultano gerarchizzati e i percorsi orizzontali fanno capo a uno o più percorsi verticali. Nelle prime strutture a poliblocco una innovazione consisteva nella diversificazione dei percorsi verticali tra sporco e pulito, medicinali e cibo, oggetti e persone. Rispetto al

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1 12255

estensibili per la conformazione del monoblocco a raggiera e stellare nei rami più periferici.

2.10

TORRE

Lo sviluppo di molteplici specializzazioni per la salute dell’uomo a cui dover dare nuovi spazi, collocati ognuno in un piano, uniti agli input già esistenti per il monoblocco, portano all’estremizzazione del monoblocco in altezza. Questo tipo edilizio viene sviluppato esclusivamente nelle città Americane caratterizzate da skyline con grattacieli. Lo sviluppo estremizzato in verticale richiede una gestione ancora più particolareggiata per gli impianti, richiedendo degli interpiani tecnici e lo sviluppo di sistemi sempre più sofisticati. Tra i primi modelli a torre di edilizia ospedaliera, edificato negli anni ’90 del XX secolo il St. Luke’s

Medical Center di C. Pelli a Houston, Texas.

Figura 31: St. Luke’s Medical Center a Houston – Texas e modello schema pianta a torre

L’edificio, di 27 piani fuori terra, risulta articolato con parcheggi nel piano interrato e in elevazione, due differenti livelli di ingresso ai servizi con accoglienza e informazione, quattro piani di laboratori e quindici piani di spazi per le degenze e studi medici.

Caratteri del tipo edilizio a torre

Lo sviluppo verticale predomina sullo sviluppo in orizzontale. L’articolazione, come per il monoblocco risulta altamente compatta, anche se generalmente per inserirsi nello skyline urbano architettonicamente acquisisce forme differenziate da una certa altezza

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(nell’esempio del St. Luke’ Medical Center da una superficie pressoché rettangolare si stagliano due torri). La struttura presenta ad ogni piano dei diversi Macro Ambiti Spaziali Omogenei. Gli impianti tecnologici sostituiscono del tutto i sistemi naturali, occupando notevoli spazi e cavedi con percorsi gerarchizzati in relazione all’importanza degli impianti.

Fattori Caratteristiche

Organizzazione planimetrica Compatta □ Articolata Distribuzione AFO e ASO nei

vari livelli

■Singolo ASO complesso per piano □ Molteplicità di ASO per piano Organizzazione dei percorsi □ Percorsi lineari

■Percorsi orizzontali ■Percorsi verticali □ Percorsi gerarchizzati ■Percorsi differenziati Organizzazione tecnologica impiantistica

□ Predilezione di accorgimenti progettuali impiantistici solo a supporto dei sistemi naturali

■Prevalenza dei sistemi tecnologici impiantistici Organizzazione volumetrica □ Sviluppo in orizzontale

■Sviluppo in verticale Tabella 9: rappresentazione sintetica tipo a torre

2.11

HOSPITAL

STREET

Negli anni settanta del XX secolo all’idea di sistemi sanitari articolati come macchine per la cura nei paesi del nord Europa subentrano idee di un miglior rapporto con un tessuto urbano e i primi concetti di umanizzazione e di fruibilità. Si sperimentano tipi con blocchi – dipartimenti connessi tra loro da un percorso principale su cui si affacciano. Il percorso principale è coperto mediante un sistema a galleria vetrata, una sorta di passeggiata volta a riproporre un ambiente “commerciale” e cittadino. Il percorso su cui si affacciano i piani dei vari dipartimenti - servizi, vuole rispondere ad un’esigenza di creare un ambiente:

- facilmente fruibile, grazie alla linearità e alla possibilità al’interno della galleria di non perdere mai la cognizione della collocazione;

(41)

1 12277

Esemplificazione di questo tipo edilizio è data dall’Ospedale Waterland di Purmeerend. Il piano terra vede la collocazione dei servizi principali, ricettivi, ambulatoriali, diagnosi e cura; il piano primo è adibito alla parte delle sale operatorie e i laboratori. Il secondo piano è un piano dove trovano collocazione gli impianti. Il terzo e quarto piano vede la disposizione di sale di degenza.

Ogni piano dei blocchi a T che si attestano sulla galleria è connesso all’altro mediante passerelle e mediante collegamenti verticali vi è l’accesso diretto e aperto sulla “main street”.

Figura 32: disposizione schematica dell’Ospedale Waterland di Purmeerend

Gli input alla base di questo tipo edilizio sono la volontà di razionalizzare e organizzare in modo sistematico gli spazi, oltre al l’esigenza di creare una via principale e un ritorno all’orizzontalità.

Oggi tale tipo edilizio trova ancora collocazione nei paesi del Nord, come testimoniato dal nuovo Karolinska Solna University Hospital e l’Akershus University Hospital a Oslo. La Street Hospital con la galleria rimane elemento fisso, i blocchi annessi presentano forme differenziate tra lo, ma comunque regolari. Le facciate delle due parti dell’Ospedale che si affacciano sulla galleria risultano simmetriche, con una linearità e semplicità interrotta esclusivamente dalle colonne verticali chiuse dei collegamenti. La Galleria permette di filtrare la luce naturale che viene coadiuvata in determinati momenti della giornata dall’illuminazione artificiale led.

collegamenti servizi e diagnosi sale operatorie spazi degenza main street impianti

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Figura 33: Karolinska Solna University Hospital

Caratteri del tipo edilizio a galleria

Planimetricamente le strutture presentano una pianta compatta e generalmente simmetrica, segnata da blocchi regolari affacciati su una strada principale con una galleria vetrata che definisce una volumetria atta a permettere l’affaccio dei piani superiori sulla Street Hospital. Generalmente ad ogni piano sono presenti grandi Macro Ambiti Spaziali Omogenei: servizi, diagnosi e cure, degenze.

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1 12299

principale fa sì che i percorsi risultino gerarchizzati. In tali strutture, dato l’affaccio delle aperture su una galleria, il ricorso a sistemi tecnologici impiantistici quanto più sofisticati in ausilio ai sistemi naturali di ventilazione e climatizzazione è da ritenersi indispensabile.

Fattori Caratteristiche

Organizzazione planimetrica Compatta □ Articolata Distribuzione AFO e ASO nei

vari livelli

■Singolo ASO complesso per piano □ Molteplicità di ASO per piano Organizzazione dei percorsi ■Percorsi lineari

■Percorsi orizzontali □ Percorsi verticali ■Percorsi gerarchizzati □ Percorsi differenziati Organizzazione tecnologica impiantistica

□ Predilezione di accorgimenti progettuali impiantistici solo a supporto dei sistemi naturali

■Prevalenza dei sistemi tecnologici impiantistici Organizzazione volumetrica ■Sviluppo in orizzontale

□ Sviluppo in verticale Tabella 10: rappresentazione sintetica tipo a galleria

2.12

MISTO

Il tipo misto si differenzia da quei tipi quali il monoblocco e la piastra, che vedono raccolti in un unico elemento tutte le funzioni.

Il tipo misto in Italia spesso non nasce per prerogative esigenziali, bensì per esigenze di ampliamenti continui nel tempo. Le strutture per la salute italiane e in particolar modo le strutture ospedaliere sono spesso caratterizzate da tempi di costruzione protratti nel tempo in aree che mano a mano si espandono.

Occorre quindi distinguere il tipo Misto per eccellenza, che identifica un unico organismo edilizio e il tipo misto – italiano che potrebbe essere assimilato alla Cittadella per la salute se non fosse per la disomogeneità di costruzione a livello temporale e di espansione.

Figura

Figura 8: schema progetto Nuovo Hotel Dieu – J.B. Le Roy E C.F. Viel
Figura 10: schema Hopital Lariboisière, Parigi – M.P. Gauthier
Figura 11: schema Greenwhich Royal Naval Hospital
Figura 13: Ospedale Umberto I Roma, ricostruzione cappella principale  prima delle superfetazioni
+7

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