1 Introduzione e finalità
La presente indagine è stata condotta su un’area montana marginale al complesso apuano, e più precisamente nel bacino del “Rio delle Campore” nel comune di Pescaglia (LU), con lo scopo di analizzare una serie di sorgenti. Il lavoro si è articolato attraverso una serie di operazioni che hanno portato alla ricostruzione della situazione geologica, idrogeologica e idrochimica del bacino in esame.
Lo scopo di questo studio è stato quello di valutare la risorsa acquifera sotterranea in una zona prossima alla piana versiliese, alternativa e integrativa rispetto al quantitativo idrico attualmente sfruttato attraverso pozzi e sorgenti.
Vista l’attualità del tema, che si occupa dello sfruttamento dei pozzi nell’area della conca camaiorese (LU), alla luce del deficit idrico che si trova a far fronte, soprattutto nel periodo estivo, lo studio è stato effettuato al fine di investigare le potenzialità di un bacino interno, attualmente sfruttato solo in minima parte, in termini di quantità e qualità delle acque per consumo umano. Il problema quantitativo e qualitativo delle risorse sfruttabili non è solo di GAIA S.p.A., ovvero del gestore unico del servizio nella Versilia, ma di molti altri comuni dislocati su gran parte il territorio italiano, sia per carenza idrica, sia per scarsa qualità delle acque sotterranee da utilizzare come risorsa idropotabile.
Nel periodo di un ventennio, all’interno dell’ambito di programmi del GNDCI – CNR, la Comunità scientifica degli idrogeologi italiani si è fortemente impegnata nell’individuazione di alcuni scenari presenti su tutto il territorio italiano, con lo scopo di prevedere sia strategie di intervento, sia le tecniche migliori per prevenire e/o limitare gli effetti dell’inquinamento sulle risorse idriche sotterranee.
L’obiettivo primario della Comunità scientifica è stato quello di fornire delle linee guida per:
l’identificazione di risorse strategiche per fronteggiare crisi idriche di diversa natura;
interventi tecnici per aumentare o regimare l’immagazzinamento degli acquiferi;
combattere l’eccessivo sfruttamento e l’avanzamento del cuneo salino degli acquiferi costieri, molto diffusi nelle pianure costiere che bordano ad Est e Ovest la dorsale appenninica.
L’Italia, in una visione più ampia, sarebbe piuttosto ricca di risorse idriche sotterranee, sicuramente di maggior qualità rispetto a quelle superficiali, se non fossero minacciate dai processi di deterioramento sopresposti. La situazione delle risorse idriche sotterranee in Italia può essere schematizzata in due scenari differenti:
il primo (Figura 1.1) comprende le aree pedemontane e le pianure da cui l’acqua viene captata da importanti acquiferi multifalda. Questo tipo di sfruttamento comporta necessariamente il fatto che l’intera richiesta d’acqua, sia per uso civile, industriale o agricolo, venga soddisfatta da un acquifero più o meno soggiacente senza alcuna precauzione e/o programmazione. La situazione di pessimo utilizzo di queste risorse sotterranee ha portato ad un importante impatto ambientale riscontrabile soprattutto in un sovrasfruttamento non controllato con conseguente subsidenza indotta del suolo ed in un inquinamento e degrado incentivato dal sorgere di scarichi indiscriminati nel suolo di sostanze nocive e di discariche abusive. Tutto questo ha come
Figura 1.1 - Primo scenario in ambito di aree di pianura. Nello schema vengono esemplificate svariate tipologie d'inquinamento (da Civita, 2008 modificato)
Il secondo (Figura 1.2) sintetizza la situazione presente in molte regioni peninsulari e insulari del nostro paese. In questo tipo di scenario le risorse idriche per uso civile, vengono prelevate da sorgenti in aree ben lontane da possibili punti d’inquinamento e tramite l’utilizzo di impianti acquedottistici riforniscono i centri abitati e i centri produttivi.
Figura 1.2 - Secondo scenario in ambito di aree montane. Nello schema vengono esemplificate svariate tipologie d'inquinamento, si nota inoltre come l’approvvigionamento idrico avvenga in aree prive di inquinamento (da Civita, 2008
modificato)
In Italia è evidente che la risorsa idrica sotterranea è stata gestita su una base di scarse conoscenze sia in relazione alle situazioni idrogeologiche sia in relazione ai rischi d’inquinamento a cui è esposta.
Lo sfruttamento delle risorse idriche nel nostro paese è suddiviso nelle seguenti proporzioni:
x 46.3% da pozzi;
x 37.8% da sorgenti;
x 8.0% da bacini artificiali;
x 4.5% da corsi d’acqua;
x 0.4% da laghi;
x 3.0% da acque salmastre superficiali;
l’utilizzo di queste risorse viene ripartito tra usi civili, usi industriali e usi agricoli stimati come segue:
x 72.6% per usi agricoli;
x 15.4% per usi industriali;
x 12.0% usi civili, che si riduce al 6.5% a causa delle perdite delle reti di distribuzione, che generalmente si presentano vetuste e con un pessimo stato di manutenzione; le conseguenze di queste condizioni sono forti perdite (la media nazionale si attesta su un valore di circa 27%, con punte massime del 46% nella regione Campania) (Civita, 2008);
la disponibilità media procapite si aggirerebbe su circa 300 l/giorno, ma a causa delle perdite ben il 42% viene disperso lungo la rete acquedottistica. La conseguenza diretta di questa condizione è che il 33% della popolazione non viene rifornita regolarmente durante tutto l’anno. Un aspetto piuttosto importante dello sfruttamento delle risorse idriche sotterranee è il loro utilizzo nel campo dell’agricoltura in quanto questa risorsa (ben il 72.6%) potrebbe essere destinata ad usi più “nobili” e sostituita, almeno in parte, da acque superficiali invernali e primaverili (provenienti dallo scioglimento delle nevi o da piogge più frequenti in queste stagioni) che non riescono ad infiltrarsi nell’acquifero o che non vengono in nessun modo trattenute restando quindi inutilizzate. Il sovrasfruttamento degli acquiferi costituisce un forte impatto nelle pianure alluvionali in quanto tutta la richiesta viene soddisfatta dall’emungimento dei pozzi da un unico acquifero creando depressioni dell’ordine di diversi metri rispetto al livello statico originario. In aggiunta a questa situazione è necessario considerare prolungati periodi di siccità e vari fenomeni di inquinamento. La coesistenza di questi tre fattori porta a conseguenze disastrose:
x incremento e estensione dei processi d’inquinamento nelle aree ad uso intensivo del territorio, dove industrie idrorichiedenti e agricolture a forte supporto chimico generano un elevato numero di punti di contaminazione;
x innesco del fenomeno della subsidenza anche su vaste aree provocando danni o lesioni ad edifici esistenti;
x incremento dell’intrusione marina, come accade lungo le pianure costiere di cui la costa versiliese ne è un chiaro esempio.
Altri pesanti impatti nei confronti delle risorse idriche sotterranee simili al sovra-sfruttamento, ma al contrario di quest’ultimo senza alcuna possibilità di reversibilità, sono prodotti dalla realizzazione di scavi in sotterraneo come le opere viarie, le cave in galleria e opere minerarie importanti. Un chiaro esempio della gravità di questi impatti è rappresentato dalla distruzione di interi serbatoi acquiferi come nel caso della galleria ferroviaria Nocera-Salerno, del traforo del Gran Sasso e, più recentemente, delle gallerie TAV sulla tratta Firenze-Bologna. Per porre rimedio ai problemi del sovra- sfruttamento o della distruzione totale di potenziali risorse acquifere, sarebbe necessario una miglior
distruttivo sulla risorsa e l’applicazione dei criteri di qualità finalizzata in funzione della destinazione d’uso della risorsa stessa. Un ulteriore problematica che intensifica il problema del sovra-sfruttamento degli acquiferi è la carenza di precipitazioni meteoriche, che oltre a rappresentare, da sempre, un problema per le regioni del meridione, negli ultimi anni è diventato un problema per tutto il territorio italiano, creando delle vere e proprie crisi idriche come nel 2003, determinando gravi danni per l’agricoltura e difficoltà nell’approvvigionamento per la popolazione (Civita, 2008).
In effetti, come si evidenzia dal Grafico 1.1 il trend delle cumulate annue alla stazione pluviometrica di Camaiore – LU (adiacente al bacino di studio) appare in chiara discesa, con una perdita di circa 400mm di pioggia (circa il 30%), nell’arco di tempo compreso tra il 1951 al 2008.
Grafico 1.1 - Andamento della piovosità nella stazione di Camaiore dal 1950 al 2008. I dati relativi alla piovosità di questa stazione sono di proprietà della “Direzione Generale delle Politiche Territoriali e Ambientali – Servizio Idrologico Regionale –
Centro Funzionale Regionale”.
Ad incrementare il deficit di infiltrazione si aggiunge la particolare tendenza delle precipitazioni a concentrarsi sempre più frequentemente in episodi intensi e poco prolungati, tali da favorire il ruscellamento superficiale rispetto al ripascimento degli acquiferi ed incrementare così il rischio di esondazioni torrentizie e fluviali. Le due problematiche sopresposte, ovvero il sovrasfruttamento degli
500 700 900 1.100 1.300 1.500 1.700 1.900 2.100 2.300
1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010
Precipitazioni (mm)
Anni
Cumulate annuali delle precipitazioni nella stazione "I Frati", comune di Camaiore dal 1951 al 2008
Cumulate annuali per il periodo 1951 - 2008
Funzione polinomiale della tendenza nel tempo delle cumulate annuali Retta della tendenza nel tempo delle cumulate annuali
acquiferi e il verificarsi di periodi di scarsa piovosità diventano i fattori genetici di un fenomeno particolarmente presente negli acquiferi costieri noto come intrusione del cuneo salino, ovvero l’intrusione di acque salmastre nell’acquifero dovuto in gran parte all’eccessivo emungimento dei pozzi situati nella pianura costiera, con conseguente depressione della superficie piezometrica dell’acquifero che innesca il richiamo di acqua di mare. Questo fenomeno è presente anche nella pianura costiera del nord-ovest della Toscana dove, soprattutto nel periodo estivo, a causa del forte insediamento turistico si ha un aumento di popolazione e una ripresa delle attività commerciali (come gli stabilimenti balneari) con conseguente aumento della richiesta di acqua potabile.