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morbilità (con una netta prevalenza delle malattie cronico-degenerative rispetto a quelle infettive e carenziali) per cui la popolazione sarà sempre più longeva ma al tempo stesso più malata e bisognosa di cure.

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Conclusioni

L’invecchiamento della popolazione, come è stato ampiamente messo in evidenza, è il fenomeno che sta caratterizzando maggiormente il nostro secolo ed è il risultato dell’interazione di dinamiche demografiche e sociali (forte incremento della sopravvivenza, migliore qualità della vita, bassa fecondità). Questo fatto, se da una parte comporta un notevole aumento dell’aspettativa di vita, dall’altra corrisponde ad un aumento della

morbilità (con una netta prevalenza delle malattie cronico-degenerative rispetto a quelle infettive e carenziali) per cui la popolazione sarà sempre più longeva ma al tempo stesso più malata e bisognosa di cure.

L’età avanzata comporta di per sé delle modifiche nella farmacocinetica e nella farmacodinamica, indipendentemente dalle condizioni cliniche di ogni singolo individuo; questo aspetto, unito all’elevato numero di farmaci contemporaneamente assunti da un paziente geriatrico a causa delle molte patologie da cui può essere affetto, aumenta esponenzialmente la

possibilità che una persona anziana sviluppi interazioni tra i farmaci assunti e numerosi effetti indesiderati.

I sistemi sanitari a livello globale si trovano quindi ad affrontare la gestione della politerapia nei pazienti più anziani, quelli che fanno

maggiormente uso di farmaci e che consumano più della metà della spesa farmaceutica totale.

In questo ambito i farmacisti ricoprono un ruolo fondamentale che va ben oltre la distribuzione del farmaco e che mira ad identificare un modello ottimale di cura per il paziente anziano, sia dal punto di vista

farmacologico che da quello degli costi e degli utilizzi. Questa professione

si è infatti considerevolmente trasformata negli ultimi decenni, spostandosi

dalle tradizionali competenze di preparazione e distribuzione di farmaci

(che naturalmente rimangono ancora necessarie) verso l’acquisizione di

nuove mansioni nella fornitura di cure primarie e assistenza diretta al

paziente, svolgendo un ruolo centrale nella promozione della salute, nel

counseling e nella prevenzione delle malattie.

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Fondamentale è ad esempio il ruolo ricoperto dalla riconciliazione farmacologica effettuata dal farmacista per quei pazienti che passano dall’ospedale a strutture di assistenza domiciliare: questo processo è in grado di garantire una continuità terapeutica e un coordinamento delle cure al momento della dimissione, evitando l’insorgenza di effetti avversi e di conseguenza di un nuovo ricovero in ospedale.

Inoltre, i farmacisti sono sempre più coinvolti nei modelli di assistenza continuativa, costituiti da dei team di specialisti multiprofessionali in stretta collaborazione tra loro e con il paziente, in grado di fornire un’assistenza completa e centrata su ognuno di loro, con particolare attenzione alla qualità, alla sicurezza e anche ai costi.

Per ottimizzare al meglio le nuove prospettive e potenzialità della professione, sono necessari ulteriori studi in grado di esaminare ed ottimizzare l’implicazione del farmacista all’interno dei vari ambiti

discussi, in modo da approfondire e riposizionare il loro ruolo all’interno

dell’intero sistema sanitario.

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